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calabria
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tender
Dipartimento Ambiente e Territorio
2020-06-15
128e91c35cfd3c1e219797f41815d573
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Sezione II: Oggetto
Denominazione: Prelievo, trasporto e trattamento del rifiuto C.E.R. 19.07.03-liquido prodotto nelle discariche site in località Marrella nel Comune di Gioia Tauro (RC), da conferire presso impianti autorizzati Breve dell'appalto: L'Appalto ha per oggetto il servizio di "Prelievo, trasporto e trattamento del rifiuto - classificato con C.E.R. 19.07.03 – liquido prodotto nella discarica privata ex Tec Veolia nonché di quello rinvenibile nella discarica comunale, entrambe site in località Marrella nel Comune di Gioia Tauro (RC), da conferire presso impianti autorizzati. Valore totale stimato: Valore, IVA esclusa: 730 486.00 EUR Informazioni relative ai lotti - Questo appalto è suddiviso in lotti: no Durata del contratto d'appalto, dell'accordo quadro o del sistema dinamico di acquisizione - Durata in mesi: 12 - Il contratto d'appalto è oggetto di rinnovo: si - Descrizione dei rinnovi: ulteriori dodici mesi Informazioni sulle varianti - Sono autorizzate varianti: no Informazioni relative alle opzioni - Opzioni: no Informazioni relative ai fondi dell'Unione europea - L'appalto è connesso ad un progetto e/o programma finanziato da fondi dell'Unione europea: sì - Numero o riferimento del progetto: Delibera Cipe n.55/2016
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Dipartimento Ambiente e Territorio
2020-06-15
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Sezione IV: Procedura
Tipo di procedura: Procedura aperta Informazioni relative all'accordo sugli appalti pubblici (AAP) - L'appalto è disciplinato dall'accordo sugli appalti pubblici: sì Termine per il ricevimento delle offerte o delle domande di partecipazione - Data: 01/07/2020 - Ora locale: 12:00 Lingue utilizzabili per la presentazione delle offerte o delle domande di partecipazione: Italiano Modalità di apertura delle offerte - Data: 05/07/2020 - Ora locale: 12:00
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Dipartimento Ambiente e Territorio
2020-06-15
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Sezione VI: Altre informazioni
Informazioni relative alla rinnovabilità: - Si tratta di un appalto rinnovabile: sì Organismo responsabile delle procedure di ricorso: Tribunale di Catanzaro, Catanzaro, Italia Data di spedizione del presente avviso: 10/06/2020
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Dipartimento Territorio e Tutela dell Ambiente
2022-05-03
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1. OGGETTO DELL'APPALTO E IMPORTO A BASE DI GARA
Il presente disciplinare di gara, allegato alla lettera d'invito di cui costituisce parte integrante e sostanziale, contiene le norme integrative alla stessa lettera d'invito, relative alle modalità di partecipazione alla procedura indetta dalla Regione Calabria, alle modalità di compilazione e presentazione dell'offerta, ai documenti da presentare a corredo della stessa e alla procedura di aggiudicazione, nonché le altre ulteriori informazioni relative alla gara avente ad oggetto l'affidamento del servizio di disidratazione (mediante centrifuga mobile presso l'impianto di depurazione) movimentazione, ritiro, carico, trasporto e smaltimento fanghi biologici di depurazione e rifiuti palabili prodotti da impianti di depurazione in esercizio nei comuni della fascia tirrenica calabrese compresa tra Tortora e Nicotera – Comune di Tropea (VV), come meglio specificato nel presente disciplinare. L'affidamento in oggetto è stato disposto con determina a contrarre n.4749 del 02/05/2022 ed avverrà mediante procedura negoziata senza previa pubblicazione del bando di gara ai sensi dell'art. 63 comma 2 lett. c) del d.lgs n. 50/2016 e con applicazione del criterio del minor prezzo di cui all'art. 95 co.4 lett. b), espresso mediante ribasso percentuale sull'elenco prezzi posto a basa d'asta, con l'esclusione automatica delle offerte anomale, ai sensi dell'art. 97- comma 8 - del decreto medesimo, per le offerte che presentino una percentuale di ribasso pari o superiore alla soglia di anomalia individuata ai sensi dei commi 2, 2 bis, 2-ter dello stesso art. 97 del d.lgs. 18 aprile 2016, n. 50 – Codice dei contratti pubblici (in seguito: Codice). La procedura si svolge sulla piattaforma del Mercato Elettronico delle Pubbliche Amministrazioni (MEPA) di Consip S.p.A. Il presente bando e il relativo esito verrà pubblicato, ai sensi dell'art. 36, comma 9 del D. Lgs 50/2016: - sul profilo di committenza della stazione aggiudicatrice; - sul sito dell'ANAC-servizio SIMOG. Il Responsabile del procedimento, ai sensi dell'art. 31 del Codice, è l'Ing. Luigi Rinaldi – email: luigi.rinaldi@regione.calabria.it Ai sensi dell'art. 31 del D.Lgs. n. 50/2016, si individua altresì come Responsabile Unico del Procedimento di Gara il Dott. Vincenzo Bruno. L'affidamento del servizio richiesto comprende le prestazioni riportate nello schema di calcolo dell'importo a base di gara e nel progetto del servizio, allegati al presente documento. Ai sensi dell'art. 23, comma 16, del Codice l'importo posto a base di gara comprende i costi della manodopera. La durata del servizio è di massimo 30 gg naturali e consecutivi, dalla data di consegna dei lavori. L'appalto è finanziato con fondi del Piano di Azione e Coesione 2007-2013 Il pagamento del corrispettivo della prestazione oggetto dell'appalto verrà effettuato nel rispetto dei termini previsti dal D.Lgs. 9 ottobre 2002, n. 231 e secondo le modalità riportate nell'allegato schema di contratto. Il contratto è soggetto agli obblighi in tema di tracciabilità dei flussi finanziari di cui all'articolo 3 della L. 13 agosto 2010, n. 136. La documentazione di gara comprende: - Il presente Disciplinare di gara e gli allegati - Schema dichiarazione, che deve essere sottoscritta dagli OO.EE. invitati, ai sensi dell'articolo 80, comma 3, del Codice - Schema di Offerta Economica - Capitolato prestazionale e schema di contratto - Progetto del servizio, ai sensi dell'art. 23, commi 14-15 del Codice, corredato da idonea Relazione tecnico-illustrativa - Computo metrico - Patto di integrità
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2. SOGGETTI AMMESSI ALLA GARA
Gli operatori economici, anche stabiliti in altri Stati membri, possono partecipare alla presente gara in forma singola o associata, secondo le disposizioni dell'art. 45 del Codice, purché in possesso dei requisiti prescritti dai successivi articoli. Ai soggetti costituiti in forma associata si applicano le disposizioni di cui agli artt. 47 e 48 del Codice. È vietato ai concorrenti di partecipare alla gara in più di un raggruppamento temporaneo o consorzio ordinario di concorrenti o aggregazione di imprese aderenti al contratto di rete (nel prosieguo, aggregazione di imprese di rete). È vietato al concorrente che partecipa alla gara in raggruppamento o consorzio ordinario di concorrenti, di partecipare anche in forma individuale. È vietato al concorrente che partecipa alla gara in aggregazione di imprese di rete, di partecipare anche in forma individuale. Le imprese retiste non partecipanti alla gara possono presentare offerta, per la medesima gara, in forma singola o associata. I consorzi di cui all'articolo 45, comma 2, lettere b) e c) del Codice sono tenuti ad indicare, in sede di offerta, per quali consorziati il consorzio concorre; a questi ultimi è vietato partecipare, in qualsiasi altra forma, alla presente gara. In caso di violazione sono esclusi dalla gara sia il consorzio sia il consorziato; in caso di inosservanza di tale divieto si applica l'articolo 353 del codice penale. Nel caso di consorzi di cui all'articolo 45, comma 2, lettere b) e c) del Codice, le consorziate designate dal consorzio per l'esecuzione del contratto non possono, a loro volta, a cascata, indicare un altro soggetto per l'esecuzione. Le aggregazioni tra imprese aderenti al contratto di rete di cui all'art. 45, comma 2 lett. f) del Codice, rispettano la disciplina prevista per i raggruppamenti temporanei di imprese in quanto compatibile. In particolare: - nel caso in cui la rete sia dotata di organo comune con potere di rappresentanza e soggettività giuridica (cd. rete - soggetto), l'aggregazione di imprese di rete partecipa a mezzo dell'organo comune, che assumerà il ruolo della mandataria, qualora in possesso dei relativi requisiti. L'organo comune potrà indicare anche solo alcune tra le imprese retiste per la partecipazione alla gara ma dovrà obbligatoriamente far parte di queste; - nel caso in cui la rete sia dotata di organo comune con potere di rappresentanza ma priva di soggettività giuridica (cd. rete-contratto), l'aggregazione di imprese di rete partecipa a mezzo dell'organo comune, che assumerà il ruolo della mandataria, qualora in possesso dei requisiti previsti per la mandataria e qualora il contratto di rete rechi mandato allo stesso a presentare domanda di partecipazione o offerta per determinate tipologie di procedure di gara. L'organo comune potrà indicare anche solo alcune tra le imprese retiste per la partecipazione alla gara ma dovrà obbligatoriamente far parte di queste; - nel caso in cui la rete sia dotata di organo comune privo di potere di rappresentanza ovvero sia sprovvista di organo comune, oppure se l'organo comune è privo dei requisiti di qualificazione, l'aggregazione di imprese di rete partecipa nella forma del raggruppamento costituito o costituendo, con applicazione integrale delle relative regole (cfr. Determinazione ANAC n. 3 del 23 aprile 2013). Per tutte le tipologie di rete, la partecipazione congiunta alle gare deve risultare individuata nel contratto di rete come uno degli scopi strategici inclusi nel programma comune, mentre la durata dello stesso dovrà essere commisurata ai tempi di realizzazione dell'appalto (cfr. Determinazione ANAC n. 3 del 23 aprile 2013). Il ruolo di mandante/mandataria di un raggruppamento temporaneo di imprese può essere assunto anche da un consorzio di cui all'art. 45, comma 1, lett. b), c) ovvero da una sub-associazione, nelle forme di un RTI o consorzio ordinario costituito oppure di un'aggregazioni di imprese di rete. A tal fine, se la rete è dotata di organo comune con potere di rappresentanza (con o senza soggettività giuridica), tale organo assumerà la veste di mandataria della sub-associazione; se, invece, la rete è dotata di organo comune privo del potere di rappresentanza o è sprovvista di organo comune, il ruolo di mandataria della sub-associazione è conferito dalle imprese retiste partecipanti alla gara, mediante mandato ai sensi dell'art. 48 comma 12 del Codice, dando evidenza della ripartizione delle quote di partecipazione. Ai sensi dell'art. 186-bis, comma 6 del R.D. 16 marzo 1942, n. 267, l'impresa in concordato preventivo con continuità aziendale può concorrere anche riunita in RTI purché non rivesta la qualità di mandataria e sempre che le altre imprese aderenti al RTI non siano assoggettate ad una procedura concorsuale.
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3. CONDIZIONI DI PARTECIPAZIONE
## 3.1 REQUISITI DI ORDINE GENERALE Sono esclusi dalla gara gli operatori economici per i quali sussistono cause di esclusione di cui all'art. 80 del Codice. Sono comunque esclusi gli operatori economici che abbiano affidato incarichi in violazione dell'art. 53, comma 16-ter, del d.lgs. del 2001 n. 165. La mancata accettazione delle clausole contenute nel protocollo di legalità/patto di integrità costituisce causa di esclusione dalla gara, ai sensi dell'art. 1, comma 17 della l. 190/2012.
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4. REQUISITI DI IDONEITÀ PROFESSIONALE, CAPACITÀ TECNICO-ORGANIZZATIVA ED ECONOMICO-FINANZIARIA
## 4.1 REQUISITI DI IDONEITÀ - Iscrizione nel registro tenuto dalla Camera di commercio industria, artigianato e agricoltura oppure nel registro delle commissioni provinciali per l'artigianato per attività coerenti con quelle oggetto della presente procedura di gara. - Iscrizione all'Albo Nazionale dei Gestori Ambientali di cui all'art. 212 del D.lgs.03 aprile 2006, n.152 e s. m. e i. per le seguenti categorie e classi di cui al Decreto del Ministero dell'Ambiente 28 aprile 1998, n. 406 e s. m.e i.: - Gara n. 1 - Categoria 4 Classe F, per la raccolta ed il trasporto dei rifiuti speciali non pericolosi; Il concorrente non stabilito in Italia ma in altro Stato Membro o in uno dei Paesi di cui all'art. 83, comma 3 del Codice, presenta dichiarazione giurata o secondo le modalità vigenti nello Stato nel quale è stabilito. Per la comprova del requisito la stazione appaltante acquisisce d'ufficio i documenti in possesso di pubbliche amministrazioni, previa indicazione, da parte dell'operatore economico, degli elementi indispensabili per il reperimento delle informazioni o dei dati richiesti. ## 4.2 REQUISITI DI CAPACITÀ ECONOMICO-FINANZIARIA Aver realizzato nel corso degli ultimi tre esercizi un fatturato globale d'impresa non inferiore all'importo della gara cui si partecipa La comprova del requisito è fornita, ai sensi dell'art. 86, comma 4 e all. XVII parte I, del Codice: - per le società di capitali mediante i bilanci approvati alla data di scadenza del termine per la presentazione delle offerte corredati della nota integrativa; - per gli operatori economici costituiti in forma d'impresa individuale ovvero di società di persone mediante il Modello Unico o la Dichiarazione IVA; Ove le informazioni sui fatturati non siano disponibili, per le imprese che abbiano iniziato l'attività da meno di tre anni, i requisiti di fatturato devono essere rapportati al periodo di attività. Ai sensi dell'art. 86, comma 4, del Codice l'operatore economico, che per fondati motivi non è in grado di presentare le referenze richieste può provare la propria capacità economica e finanziaria mediante un qualsiasi altro documento considerato idoneo dalla stazione appaltante. ## 4.3 REQUISITI DI CAPACITÀ TECNICA E PROFESSIONALE Presentazione elenco servizi analoghi: - Realizzazione, con esito positivo, negli ultimi tre anni antecedenti la data di pubblicazione del bando di gara, di servizi analoghi per un importo non inferiore all'importo della gara. È richiesta la presentazione di un elenco con l'indicazione della descrizione dei servizi, degli importi, delle date e dei destinatari, pubblici o privati, come previsto dall'allegato XVII Parte II lett. a) lett. ii) del D.lgs. 50/2016. - Possesso di una valutazione di conformità del proprio sistema di gestione della qualità alla norma UNI EN ISO 9001:2015 nel settore oggetto della gara. - Possesso di valutazione di conformità UNI EN ISO 14001:2015 nel settore oggetto della gara. Tali certificazioni devono essere rilasciati da soggetti accreditati ai sensi delle norme europee della serie UNI CEI EN 45000 e della serie UNI CEI EN ISO/IEC. 17000 e dovranno essere dichiarati e provati con la produzione di copia del certificato autenticata ai sensi dell'art. 18 del D.P.R.445/2000.
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5. INFORMAZIONI COMPLEMENTARI E PRESCRIZIONI CONTRATTUALI
## 5.1 MODALITÀ DI VERIFICA DEI REQUISITI DI PARTECIPAZIONE La verifica del possesso dei requisiti di carattere generale, tecnico-organizzativo ed economico-finanziario avviene, ai sensi dell'articolo 216, comma 13 del Codice, attraverso l'utilizzo del sistema AVCpass, reso disponibile dall'Autorità per la Vigilanza sui Contratti pubblici di Lavori, Servizi e Forniture, ora Autorità Nazionale Anticorruzione (nel prosieguo, ANAC o Autorità) con la delibera attuativa n. 111 del 20 dicembre 2012 e s.m.i. Pertanto, tutti i soggetti interessati a partecipare alla procedura ed invitati, devono obbligatoriamente acquisire il "PASSOE", di cui all'articolo 2, comma 3.2 della succitata Delibera attuativa, da produrre in sede di gara inserendolo nella busta A del successivo punto 10. Le indicazioni operative per la registrazione nonché i termini e le regole tecniche per l'acquisizione, l'aggiornamento e la consultazione dei dati sono presenti sul sito: http://www.anticorruzione.it ## 5.2 PUBBLICAZIONE DELLA DOCUMENTAZIONE DI GARA ED EFFETTUAZIONE DEL SOPRALLUOGO La documentazione di gara di cui al paragrafo 1.7 è integralmente pubblicata sul sito web ufficiale della stazione appaltante. Non è previsto sopralluogo obbligatorio ## 5.3 CHIARIMENTI É possibile ottenere chiarimenti sulla presente procedura mediante la proposizione di quesiti scritti da inoltrare tramite la piattaforma MEPA, entro e non oltre tre giorni dalla data di presentazione delle offerte. Le richieste di chiarimenti devono essere formulate esclusivamente in lingua italiana. Ai sensi dell'art. 74 comma 4 del Codice, le risposte a tutte le richieste presentate in tempo utile verranno fornite almeno due giorni prima della scadenza del termine fissato per la presentazione delle offerte. Non saranno fornite risposte ai quesiti pervenuti successivamente al termine indicato. La Stazione Appaltante pubblicherà, in forma anonima, le risposte alle richieste di chiarimenti e/o eventuali ulteriori informazioni sostanziali in merito alla presente procedura tramite la piattaforma telematica MEPA. Non sono ammessi chiarimenti telefonici. ## 5.4 MODALITÀ DI PRESENTAZIONE DELLA DOCUMENTAZIONE Tutte le dichiarazioni sostitutive richieste ai fini della partecipazione alla presente procedura di gara: - devono essere rilasciate ai sensi degli articoli 46 e 47 del D.P.R. n. 445/2000, in carta semplice, con la sottoscrizione del dichiarante [rappresentante legale del concorrente o altro soggetto dotato del potere di impegnare contrattualmente il concorrente stesso]; al tale fine, le stesse devono essere corredate dalla copia fotostatica di un documento di riconoscimento del dichiarante, in corso di validità; per ciascun dichiarante è sufficiente una sola copia del documento di riconoscimento anche in presenza di più dichiarazioni su più fogli distinti; - possono essere sottoscritte anche da procuratori dei legali rappresentati ed in tal caso va allegata copia conforme all'originare della relativa procura; - devono essere rese e sottoscritte dai concorrenti, in qualsiasi forma di partecipazione, singoli, raggruppati, consorziati, ognuno per quanto di propria competenza. Le dichiarazioni sono redatte preferibilmente sui modelli predisposti e messi a disposizione dalla stazione appaltante, che il concorrente è tenuto ad adeguare in relazione alle proprie condizioni specifiche. Le dichiarazioni ed i documenti possono essere oggetto di richieste di chiarimenti e/o integrazioni da parte della stazione appaltante con i limiti e alle condizioni come da indicazioni al punto 5.9 del presente disciplinare. Il mancato, inesatto o tardivo adempimento alla richiesta della stazione appaltante, formulata ai sensi dell'articolo 83, comma 9, del Codice, di completare o fornire chiarimenti in ordine al contenuto delle dichiarazioni e dei documenti presentati, costituisce causa di esclusione. In caso di concorrenti non residenti in Italia, la documentazione dovrà essere prodotta in modalità idonea equivalente secondo la legislazione dello Stato di appartenenza. Tutta la documentazione da produrre deve essere in lingua italiana o, se redatta in lingua straniera, deve essere corredata da traduzione giurata in lingua italiana. Si precisa che, in caso di contrasto tra testo in lingua straniera e testo in lingua italiana, prevarrà la versione in lingua italiana, essendo a rischio del concorrente assicurare la fedeltà della traduzione. Inoltre, gli importi dichiarati da concorrenti, aventi sede negli Stati non aderenti all'Unione europea, dovranno essere espressi in euro. ## 5.5 COMUNICAZIONI Tutte le comunicazioni e tutti gli scambi di informazioni tra stazione appaltante ed operatori economici si intendono validamente ed efficacemente effettuati qualora resi al domicilio eletto o all'indirizzo di posta elettronica certificata indicati dai concorrenti. Ai sensi dell'articolo 52 del Codice e dell'articolo 6 del D.Lgs. 7 marzo 2005, n. 82, in caso di indicazione di indirizzo PEC, le comunicazioni verranno effettuate in via esclusiva o principale attraverso PEC. Eventuali modifiche dell'indirizzo PEC o problemi temporanei nell'utilizzo di tali forme di comunicazione, dovranno essere tempestivamente segnalate al RUP con raccomandata A/R o via PEC; diversamente, l'amministrazione declina ogni responsabilità per il tardivo o mancato recapito delle comunicazioni. In caso di raggruppamenti temporanei, anche se non ancora costituiti formalmente, la comunicazione recapitata al mandatario capogruppo si intende validamente resa a tutti gli operatori economici raggruppati, aggregati o consorziati. In caso di avvalimento, la comunicazione è recapitata all'offerente e a tutti gli operatori economici ausiliari ai sensi dell'articolo 89, comma 9 del Codice. ## 5.6 SUBAPPALTI Il Fornitore può avvalersi del subappalto alle condizioni e con le modalità stabilite dall'art.105 del D. Lgs. n. 50/2016 e ss. mm. e ii., nonché dalle altre disposizioni previste dalla normativa pro tempore vigente in materia, rimanendo comunque l'unico responsabile della corretta e completa esecuzione del Contratto. Il Fornitore è considerato, altresì, responsabile dei danni che dovessero derivare alla Committente o a terzi per fatti imputabili ai soggetti di cui si sia avvalso nell'esecuzione del Contratto, obbligandosi a manlevare e tenere indenne la Committente da qualsivoglia pretesa di terzi per fatti imputabili a eventuali subappaltatori, subfornitori e/o ausiliari. I subappaltatori e/o i subfornitori e/o gli ausiliari, dovranno mantenere, per tutta la durata del Contratto, i requisiti richiesti dal D. Lgs. n. 50/2016, dalla lex specialis, nonché dalla normativa vigente in materia per lo svolgimento delle attività agli stessi affidate. Il Fornitore è tenuto a sostituire i subappaltatori e/o i subfornitori nei cui confronti si sia verificata la sussistenza dei motivi di esclusione di cui all'articolo 80 del D. Lgs. n. 50/2016. Nel caso in cui la Committente - qualora ciò sia previsto nel Contratto e/o nei casi previsti dall'art. 105, comma 13, del D. Lgs. n. 50/2016 - corrisponda direttamente al subappaltatore e/o al subfornitore l'importo dovuto per le prestazioni rese, il pagamento diretto costituisce una delegazione di pagamento ex lege, che non comporta il subentro della Committente nella posizione dell'Appaltatore relativamente e nell'ambito del rapporto intercorrente tra quest'ultimo e il subappaltatore e/o il subfornitore, ovvero non ingenera la costituzione di alcun rapporto obbligatorio tra la Committente ed il subappaltatore e/o il subfornitore; la Stazione Appaltante, pagando il subappaltatore e/o il subfornitore, estingue la propria obbligazione nei confronti dell'Appaltatrice e, in virtù della predetta delegazione, estingue anche l'obbligazione dell'Appaltatore nei confronti del subappaltatore e/o del subfornitore. In ogni caso, i rapporti giuridici insorti restano distinti e autonomi, e, conseguentemente, anche nel caso di pagamento diretto, il subappaltatore e/o il subfornitore non può vantare pretese creditorie nei confronti della Stazione Appaltante. Di conseguenza, è fatto obbligo all'Appaltatore di specificare al subappaltatore e/o al subfornitore, per iscritto in tutti i rapporti contrattuali intercorrenti con il subappaltatore e/o il subfornitore, che quest'ultimo non può avanzare nei confronti della Committente alcunché a titolo di credito maturato nell'ambito delle prestazioni oggetto del Contratto. Anche nel caso di pagamento diretto del subappaltatore e/o del subfornitore, la Committente corrisponde a favore dell'Appaltatore un importo pari ai soli corrispettivi delle prestazioni eseguite, detratto l'importo dovuto al subappaltatore e/o al subfornitore; diversamente, in tutte le ipotesi in cui il subappaltatore e/o il subfornitore dovesse avanzare e/o pretendere alcunché nei confronti della CON.GE.S.I., l'Appaltatore – con la sottoscrizione del Contratto – dichiara ed espressamente garantisce, anche ai sensi dell'art. 1381 codice civile, di tenere indenne e manlevata la Committente ai sensi e con le modalità di cui al Contratto. ## 5.7 ULTERIORI INFORMAZIONI Si precisa, altresì, che si applicheranno le seguenti disposizioni. Si procederà all'aggiudicazione, anche in presenza di una sola offerta valida, sempre che sia ritenuta congrua e conveniente ai sensi dell'articolo 97 del Codice. L'offerta vincolerà il concorrente per 180 gg. dal termine indicato nel bando per la scadenza della presentazione dell'offerta, salvo proroghe richieste dalla stazione appaltante. Fatto salvo l'esercizio dei poteri di autotutela nei casi consentiti dalle norme vigenti e l'ipotesi di differimento espressamente concordata con l'aggiudicatario, il contratto di affidamento verrà stipulato nel termine di 30 giorni che decorre dalla data in cui l'aggiudicazione definitiva è divenuta efficace. La stipulazione del contratto è, comunque, subordinata al positivo esito delle procedure previste dalla normativa vigente in materia di lotta alla mafia ed al controllo del possesso dei requisiti prescritti. La stazione appaltante consulterà l'Osservatorio istituito presso l'Autorità contenente le annotazioni sugli operatori economici relativamente a tutti i concorrenti che hanno presentato offerta. Nel caso in cui le "Informazioni Antimafia" di cui all'articolo 91 del D.Lgs. 6 settembre 2011, n. 159, abbiano dato esito positivo, il contratto è risolto di diritto. I concorrenti, ad eccezione dell'aggiudicatario, possono chiedere alla stazione appaltante la restituzione della documentazione presentata al fine della partecipazione alla gara. ## 5.8 SOCCORSO ISTRUTTORIO Si precisa che le carenze di qualsiasi elemento formale della domanda e, in particolare, la mancanza, l'incompletezza e ogni altra irregolarità essenziale degli elementi e del DGUE, con esclusione di quelle afferenti all'offerta economica e all'offerta tecnica, possono essere sanate attraverso la procedura di soccorso istruttorio di cui all'art. 83, comma 9 del Codice. Costituiscono irregolarità essenziali non sanabili le carenze della documentazione che non consentano l'individuazione del contenuto o del soggetto responsabile della stessa. L'irregolarità essenziale è sanabile laddove non si accompagni ad una carenza sostanziale del requisito alla cui dimostrazione la documentazione omessa o irregolarmente prodotta era finalizzata. La successiva correzione o integrazione documentale è ammessa laddove consenta di attestare l'esistenza di circostanze preesistenti, vale a dire requisiti previsti per la partecipazione e documenti/elementi a corredo dell'offerta (ad esempio: garanzia provvisoria, contratto di avvalimento aventi data certa anteriore alla data di scadenza delle offerte, etc.). Il mancato possesso dei prescritti requisiti non è sanabile mediante soccorso istruttorio e determina l'esclusione dalla procedura di gara. Ai fini della sanatoria, la stazione appaltante assegna al concorrente un termine di cinque giorni perché siano rese, integrate o regolarizzate le dichiarazioni necessarie, indicando il contenuto e i soggetti che le devono rendere. Nel medesimo termine il concorrente è tenuto a comunicare alla stazione appaltante l'eventuale volontà di non avvalersi del soccorso istruttorio. In caso di comunicazione del concorrente della volontà di non avvalersi del soccorso istruttorio e, comunque, in caso di inutile decorso del termine, la stazione appaltante procede all'esclusione del concorrente dalla procedura. Ogni variazione che intervenga, anche in conseguenza di una pronuncia giurisdizionale, successivamente alla fase di ammissione, regolarizzazione o esclusione delle offerte, non rileva ai fini del calcolo di medie nella procedura, né per l'individuazione della soglia di anomalia delle offerte. ## 5.9 AVVALIMENTO Ai sensi dell'art. 89 del Codice, l'operatore economico, singolo o associato ai sensi dell'art. 45 del Codice, può dimostrare il possesso dei requisiti di carattere economico, finanziario, tecnico e professionale di cui all'art. 83, comma 1, lett. b) e c) del Codice avvalendosi dei requisiti di altri soggetti, anche partecipanti al raggruppamento. Non è consentito l'avvalimento per la dimostrazione dei requisiti generali e di idoneità professionale (iscrizione alla CCIAA e Albo Gestori Ambientali). Ai sensi dell'art. 89, comma 1, del Codice, il contratto di avvalimento contiene, a pena di nullità, la specificazione dei requisiti forniti e delle risorse messe a disposizione dall'ausiliaria. Il concorrente e l'ausiliaria sono responsabili in solido nei confronti della stazione appaltante in relazione alle prestazioni oggetto del contratto. È ammesso l'avvalimento di più ausiliarie. L'ausiliaria non può avvalersi a sua volta di altro soggetto. Ai sensi dell'art. 89, comma 7 del Codice, a pena di esclusione, non è consentito che l'ausiliaria presti avvalimento per più di un concorrente e che partecipino alla sia l'ausiliaria che l'impresa che si avvale dei requisiti. L'ausiliaria può assumere il ruolo di subappaltatore nei limiti dei requisiti prestati. L'ausiliaria di un concorrente può essere indicata, quale subappaltatore, nella terna di altro concorrente. Nel caso di dichiarazioni mendaci si procede all'esclusione del concorrente e all'escussione della garanzia ai sensi dell'art. 89, comma 1, ferma restando l'applicazione dell'art. 80, comma 12 del Codice. Ad eccezione dei casi in cui sussistano dichiarazioni mendaci, qualora per l'ausiliaria sussistano motivi obbligatori di esclusione o laddove essa non soddisfi i pertinenti criteri di selezione, la stazione appaltante impone, ai sensi dell'art. 89, comma 3 del Codice, al concorrente di sostituire l'ausiliaria. In qualunque fase della gara sia necessaria la sostituzione dell'ausiliaria, la commissione comunica l'esigenza al RUP, il quale richiede per iscritto, al concorrente la sostituzione dell'ausiliaria, assegnando un termine congruo per l'adempimento, decorrente dal ricevimento della richiesta. Il concorrente, entro tale termine, deve produrre i documenti dell'ausiliaria subentrante (nuove dichiarazioni di avvalimento da parte del concorrente, il DGUE della nuova ausiliaria nonché il nuovo contratto di avvalimento). In caso di inutile decorso del termine, ovvero in caso di mancata richiesta di proroga del medesimo, la stazione appaltante procede all'esclusione del concorrente dalla procedura. È sanabile, mediante soccorso istruttorio, la mancata produzione della dichiarazione di avvalimento o del contratto di avvalimento, a condizione che i citati elementi siano preesistenti e comprovabili con documenti di data certa, anteriore al termine di presentazione dell'offerta. La mancata indicazione dei requisiti e delle risorse messi a disposizione dall'impresa ausiliaria non è sanabile in quanto causa di nullità del contratto di avvalimento.
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6. CAUZIONI E GARANZIE RICHIESTE
L'offerta è corredata da: - una garanzia provvisoria, come definita dall'art. 93 del Codice, pari al 2% dell'importo della gara, intestata alla Stazione Appaltante salvo quanto previsto all'art. 93, comma 7 del Codice; - Una dichiarazione di impegno, da parte di un istituto bancario o assicurativo o altro soggetto di cui all'art. 93, comma 3 del Codice, anche diverso da quello che ha rilasciato la garanzia provvisoria, a rilasciare garanzia fideiussoria definitiva ai sensi dell'articolo 93, comma 8 del Codice, qualora il concorrente risulti affidatario. Tale dichiarazione di impegno non è richiesta alle microimprese, piccole e medie imprese e ai raggruppamenti temporanei o consorzi ordinari esclusivamente dalle medesime costituiti. Ai sensi dell'art. 93, comma 6 del Codice, la garanzia provvisoria copre la mancata sottoscrizione del contratto, dopo l'aggiudicazione, dovuta ad ogni fatto riconducibile all'affidatario o all'adozione di informazione antimafia interdittiva emessa ai sensi degli articoli 84 e 91 del d. lgs. 6 settembre 2011, n.159. Sono fatti riconducibili all'affidatario, tra l'altro, la mancata prova del possesso dei requisiti generali e speciali; la mancata produzione della documentazione richiesta e necessaria per la stipula del contratto. L'eventuale esclusione dalla gara prima dell'aggiudicazione, al di fuori dei casi di cui all'art. 89 comma 1 del Codice, non comporterà l'escussione della garanzia provvisoria. La garanzia provvisoria copre, ai sensi dell'art. 89, comma 1 del Codice, anche le dichiarazioni mendaci rese nell'ambito dell'avvalimento. La garanzia provvisoria è costituita, a scelta del concorrente: - fideiussione bancaria o assicurativa rilasciata da imprese bancarie o assicurative che rispondano ai requisiti di cui all'art. 93, comma 3 del Codice. In ogni caso, la garanzia fideiussoria è conforme allo schema tipo di cui all'art. 103, comma 9 del Codice. Gli operatori economici, prima di procedere alla sottoscrizione, sono tenuti a verificare che il soggetto garante sia in possesso dell'autorizzazione al rilascio di garanzie mediante accesso ai seguenti siti internet: - http://www.bancaditalia.it/compiti/vigilanza/intermediari/index.html - http://www.bancaditalia.it/compiti/vigilanza/avvisi-pub/garanzie-finanziarie/ - http://www.bancaditalia.it/compiti/vigilanza/avvisi-pub/soggetti-non-legittimati/Intermediari_non_abilitati.pdf - http://www.ivass.it/ivass/imprese_jsp/HomePage.jsp In caso di prestazione di garanzia fideiussoria, questa dovrà: - contenere espressa menzione dell'oggetto e del soggetto garantito; - essere intestata a tutti gli operatori economici del costituito/costituendo raggruppamento temporaneo o consorzio ordinario o GEIE, ovvero a tutte le imprese retiste che partecipano alla gara ovvero, in caso di consorzi di cui all'art. 45, comma 2 lett. b) e c) del Codice, al solo consorzio; - essere conforme agli schemi di polizza tipo approvati con D.M. n. 31 del 19 gennaio 2018 del Ministero dello Sviluppo Economico, pubblicato sul Supplemento ordinario n. 16 alla "Gazzetta Ufficiale n. 83 del 10 aprile 2018 – Serie generale; - avere validità per 180 giorni dal termine ultimo per la presentazione dell'offerta; - prevedere espressamente: - la rinuncia al beneficio della preventiva escussione del debitore principale di cui all'art. 1944 del codice civile, volendo ed intendendo restare obbligata in solido con il debitore; - la rinuncia ad eccepire la decorrenza dei termini di cui all'art. 1957 del codice civile; - la loro operatività entro quindici giorni a semplice richiesta scritta della stazione appaltante; - contenere l'impegno a rilasciare la garanzia definitiva, ove rilasciata dal medesimo garante; La garanzia fideiussoria e la dichiarazione di impegno devono essere sottoscritte digitalmente da un soggetto in possesso dei poteri necessari per impegnare il garante ed essere prodotte in una delle seguenti forme: - documento informatico, ai sensi dell'art. 1, lett. p) del D.Lgs. 7 marzo 2005 n. 82 sottoscritto con firma digitale dal soggetto in possesso dei poteri necessari per impegnare il garante; - copia informatica di documento analogico (scansione di documento cartaceo) secondo le modalità previste dall'art. 22, commi 1 e 2, del D.Lgs. 82/2005. In tali ultimi casi la conformità del documento all'originale dovrà esser attestata dal pubblico ufficiale mediante apposizione di firma digitale (art. 22, comma 1, del D.Lgs. 82/2005) ovvero da apposita dichiarazione di autenticità sottoscritta con firma digitale dal notaio o dal pubblico ufficiale (art. 22, comma 2 del D.Lgs. 82/2005). La garanzia fideiussoria dovrà essere sottoscritta con firma digitale anche dal concorrente. L'importo della garanzia e del suo eventuale rinnovo è ridotto secondo le misure e le modalità di cui all'art. 93, comma 7 del Codice. Per fruire di dette riduzioni il concorrente segnala e documenta nell'offerta il possesso dei relativi requisiti fornendo copia dei certificati posseduti. In caso di partecipazione in forma associata, la riduzione del 50% per il possesso della certificazione del sistema di qualità di cui all'articolo 93, comma 7, si ottiene: - in caso di partecipazione dei soggetti di cui all'art. 45, comma 2, lett. d), e), f), g), del Codice solo se tutte le imprese che costituiscono il raggruppamento, consorzio ordinario o GEIE, o tutte le imprese retiste che partecipano alla gara siano in possesso della predetta certificazione; - in caso di partecipazione in consorzio di cui all'art. 45, comma 2, lett. b) e c) del Codice, solo se la predetta certificazione sia posseduta dal consorzio e/o dalle consorziate. Le altre riduzioni previste dall'art. 93, comma 7, del Codice si ottengono nel caso di possesso da parte di una sola associata oppure, per i consorzi di cui all'art. 45, comma 2, lett. b) e c) del Codice, da parte del consorzio e/o delle consorziate. È sanabile, mediante soccorso istruttorio, la mancata presentazione della garanzia provvisoria e/o dell'impegno a rilasciare garanzia fideiussoria definitiva solo a condizione che siano stati già costituiti prima della presentazione dell'offerta. È onere dell'operatore economico dimostrare che tali documenti siano costituiti in data non successiva al termine di scadenza della presentazione delle offerte. Ai sensi dell'art. 20 del d.lgs. 82/2005, la data e l'ora di formazione del documento informatico sono opponibili ai terzi se apposte in conformità alle regole tecniche sulla validazione (es.: marcatura temporale). È sanabile, altresì, la presentazione di una garanzia di valore inferiore o priva di una o più caratteristiche tra quelle sopra indicate (intestazione solo ad alcuni partecipanti al RTI, carenza delle clausole obbligatorie, etc.). Non è sanabile - e quindi è causa di esclusione - la sottoscrizione della garanzia provvisoria da parte di un soggetto non legittimato a rilasciare la garanzia o non autorizzato ad impegnare il garante.
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7. VERSAMENTO ALL'ANAC
I concorrenti effettuano, a pena di esclusione, il pagamento del contributo previsto dalla legge in favore dell'Autorità Nazionale Anticorruzione secondo le modalità di cui alla delibera ANAC n. 1197 del 18/12/2019 pubblicata sul sito dell'ANAC nella sezione "contributi in sede di gara" e allegano la ricevuta ai documenti di gara. In caso di mancata presentazione della ricevuta la stazione appaltante accerta il pagamento mediante consultazione del sistema AVCpass. Qualora il pagamento non risulti registrato nel sistema, la mancata presentazione della ricevuta potrà essere sanata ai sensi dell'art. 83, comma 9 del Codice, a condizione che il pagamento sia stato già effettuato prima della scadenza del termine di presentazione dell'offerta. L'operatore economico singolo o associato che intende partecipare alla gara, al fine di consentire all'Amministrazione di effettuare i controlli necessari, dovrà presentare il documento attestante l'attribuzione del PassOE rilasciato dall'ANAC in sede di registrazione.
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8. Forma e sottoscrizione dei documenti
Ogni documento predisposto dall'operatore economico deve essere redatto in ogni sua parte in lingua italiana, fatto salvo quanto di seguito indicato e deve essere formato e presentato in conformità e secondo le modalità stabilite nel presente Disciplinare di gara. Gli importi devono essere dichiarati in Euro (€). Tutti i documenti dovranno essere formati in origine come documento digitale e quindi essere sottoscritti da colui che, a seconda della tipologia di dichiarazione prevista, è deputato a firmarli. Nel caso in cui un documento debba essere sottoscritto da più soggetti, questi dovranno tutti apporre le loro firme digitali sul documento di che trattasi. La mancata apposizione della firma digitale, ai sensi del combinato disposto dell'art. 52 comma 8 lettera a) e dell'art. 83 comma 9 del D. Lgs 50/2016, equivale a mancata sottoscrizione dell'offerta. Qualora un documento non sia stato formato in origine come documento digitale e viene richiesto nel seguito di essere allegato come originale o come copia conforme all'originale occorrerà procedere alla sua autenticazione con le modalità di cui all'art. 22 del D. Lgs. 82/2005. Qualora un documento venga richiesto in copia semplice l'operatore economico potrà allegare il documento formato in origine come documento digitale o la scansione di un documento formato in origine come documento in cartaceo. In tale ipotesi occorrerà apporre al documento la firma digitale del sottoscrittore quale dichiarazione di possesso dell'originale del documento di cui viene allegato copia semplice. Salvo diversa indicazione, qualsiasi documento elettronico (di seguito, per brevità, anche solo "file") inviato dal concorrente in relazione alla presente procedura dovrà essere: - in formato elettronico con estensione (formato) ".pdf" di tipo "pdf/A 1" o "pdf/A 1b" o altro formato che produca un documento informatico statico; - sottoscritto dal legale rappresentante o dal procuratore dell'impresa concorrente (per come meglio specificato nel seguito del presente Disciplinare) con firma digitale di cui all'art. 1, comma 1, lettera s), del D. Lgs. N. 82/2005, il cui relativo certificato sia in corso di validità. Resta in ogni caso di esclusiva competenza e responsabilità dell'Operatore economico verificare che la propria documentazione sia effettivamente e correttamente sottoscritta con firma digitale. Per agevolare l'invio e la ricezione della documentazione, ciascun documento elettronico inviato dall'operatore economico attraverso il MEPA non potrà essere di dimensioni superiori a 100 MB (Cento Megabyte). Qualora sia richiesto dal Sistema, ovvero qualora l'Operatore economico preveda il caricamento di numerosi file, occorrerà utilizzare un software di compressione dati.
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PRESENTAZIONE DELLE OFFERTE
I soggetti interessati dovranno presentare le proprie offerte, attraverso il sistema MEPA e secondo le modalità di seguito specificate, a pena di esclusione dalla gara, entro il termine perentorio delle ORE 13:00 DEL 12 maggio 2022 La predisposizione dell'offerta dovrà avvenire seguendo le diverse fasi previste dal Sistema, che consentono di predisporre la: - Documentazione amministrativa. - Offerta economica Le offerte dovranno essere presentate entro il termine previsto dal bando di gara, sopra riportato, pena la loro irricevibilità e comunque la non ammissione alla procedura. L'ora e la data esatta di ricezione delle offerte sono definite dal Sistema secondo quanto specificato nel presente disciplinare. Al concorrente è richiesto di allegare, quale parte integrante dell'offerta, a pena di esclusione, i documenti specificati nei successivi paragrafi. Si raccomanda la massima attenzione nell'inserire detti allegati nella sezione pertinente e, in particolare, di non indicare o comunque fornire i dati dell'offerta tecnica ed economica in sezione diversa da quella relativa alla stessa, pena l'esclusione dalla procedura. Tutta la documentazione deve essere presentata, a pena di esclusione, unicamente in lingua italiana, ovvero corredata di traduzione giurata in lingua italiana. In caso di contrasto tra il testo in lingua straniera ed il testo in lingua italiana prevarrà la versione in lingua italiana, essendo a rischio del concorrente assicurare la fedeltà della traduzione. In caso di mancanza, incompletezza o irregolarità della traduzione dei documenti contenuti, si applica l'art. 83, comma 9 del Codice. La Regione Calabria potrà procedere in qualsiasi momento a controlli e verifiche sulla veridicità e sulla completezza del contenuto delle dichiarazioni della documentazione presentate dai concorrenti, richiedendo l'esibizione di documenti originali e dei certificati attestanti quanto dichiarato. Si rammenta che, ai sensi degli artt. 75 e 76 del D.P.R. 445/2000, la falsa dichiarazione: - comporta sanzioni penali; - costituisce causa d'esclusione dalla partecipazione della procedura. Si rammenta inoltre che la presentazione di falsa dichiarazione e di documentazione falsa comporta le conseguenze di cui al comma 12, dell'art. 80 del Codice, che dispone che "in caso di presentazione di falsa dichiarazione o falsa documentazione, nelle procedure di gara e negli affidamenti di subappalto, la Stazione Appaltante ne dà segnalazione all'Autorità che, se ritiene che siano state rese con dolo o colpa grave in considerazione della rilevanza o della gravità dei fatti oggetto della falsa dichiarazione o della presentazione di falsa documentazione, dispone l'iscrizione nel casellario informatico ai fini dell'esclusione dalle procedure di gara e dagli affidamenti di subappalto ai sensi del comma 1 del predetto articolo fino a due anni, decorso il quale l'iscrizione è cancellata e perde comunque efficacia". Per i concorrenti aventi sede legale in Italia o in uno dei Paesi dell'Unione europea, le dichiarazioni sostitutive si redigono ai sensi degli articoli 46 e 47 del D.P.R. 445/2000; per i concorrenti non aventi sede legale in uno dei Paesi dell'Unione europea, le dichiarazioni sostitutive sono rese mediante documentazione idonea equivalente secondo la legislazione dello Stato di appartenenza. In caso di concorrenti non stabiliti in Italia, la documentazione dovrà essere prodotta in modalità idonea equivalente secondo la legislazione dello Stato di appartenenza; si applicano gli articoli 83, comma 3, 86 e 90 del Codice. Tutte le dichiarazioni sostitutive rese ai sensi degli artt. 46 e 47 del d.p.r. 445/2000, ivi compreso il DGUE, la domanda di partecipazione, l'offerta tecnica e l'offerta economica devono essere sottoscritte digitalmente dal rappresentante legale del concorrente o suo procuratore. Le dichiarazioni di cui alla domanda di partecipazione, al DGUE, all'atto di impegno per i raggruppamenti/consorzi da costituirsi e le dichiarazioni integrative, potranno essere redatte sui modelli predisposti e messi a disposizione all'indirizzo internet: http://www.regione.calabria.it sezione Bandi e Avvisi di gara, nella pagina relativa alla gara di interesse. Il dichiarante allega copia fotostatica di un documento di riconoscimento, in corso di validità (per ciascun dichiarante è sufficiente una sola copia del documento di riconoscimento anche in presenza di più dichiarazioni su più fogli distinti). La documentazione, ove non richiesta espressamente in originale, potrà essere prodotta in copia autentica o in copia conforme ai sensi, rispettivamente, degli artt. 18 e 19 del d.p.r. 445/2000. Le offerte tardive saranno escluse in quanto irregolari ai sensi dell'art. 59, comma 3, lett. b) del Codice. L'offerta vincolerà il concorrente ai sensi dell'art. 32, comma 4 del Codice per 180 giorni dalla scadenza del termine indicato per la presentazione dell'offerta. Nel caso in cui alla data di scadenza della validità delle offerte le operazioni di gara siano ancora in corso, la stazione appaltante potrà richiedere agli offerenti, ai sensi dell'art. 32, comma 4 del Codice, di confermare la validità dell'offerta sino alla data che sarà indicata. Il mancato riscontro alla richiesta della stazione appaltante sarà considerato come rinuncia del concorrente alla partecipazione alla gara. ## Documentazione Amministrativa – Contenuto Busta "A" L'operatore economico per presentare la propria offerta deve procedere a caricare (upload) a sistema la documentazione costituente la documentazione amministrativa. Nell'apposito campo "Requisiti amministrativi" presente sulla piattaforma MEPA (al primo step del percorso guidato "Invia offerta") il Concorrente, a pena di esclusione, dovrà allegare la seguente documentazione amministrativa sottoscritta digitalmente dal concorrente o dal legale rappresentante in caso di persona giuridica: ### 1. Istanza di partecipazione alla gara Il soggetto concorrente chiede di partecipare alla gara, indica le modalità e la forma di partecipazione, prescelte fra quelle ammesse dall'ordinamento giuridico, e rilascia le dichiarazioni ivi contenute, confermando le dichiarazioni ivi inserite. Tale documento deve essere sottoscritto, con firma digitale, dal legale rappresentante (o suo procuratore, con presentazione di procura) del Concorrente (nel caso di ATI e Consorzio ordinario, la domanda deve essere firmata da tutte le imprese raggruppate o consorziate). N.B.: la mancata sottoscrizione della domanda di partecipazione, costituisce irregolarità sanabile, ai sensi dell'art. 83, comma 9 del D.Lgs. n. 50/2016, con le modalità stabilite nel successivo paragrafo 6.4 del presente disciplinare di gara. ### 2. D.G.U.E. - Il concorrente deve presentare il modello DGUE. - Nel caso di partecipazione degli operatori economici con le forme previste ai sensi dell'art. 45, comma 2, lettera d), e), f), g), per ciascuno degli operatori economici partecipanti è presentato un distinto DGUE elettronico (in formato PDF) recante le informazioni richieste dalle Parti da II a VI (ad eccezione della parte V). - Nel caso di partecipazione dei consorzi di cui all'art. 45, comma 2, lettera b) e c), il DGUE elettronico (in formato PDF) è compilato, separatamente, dal consorzio e dalle consorziate esecutrici ivi indicate. Pertanto, nel modello di formulario deve essere indicata la denominazione degli operatori economici facente parte di un consorzio di cui al sopra citato art. 45, comma 2, lettera b) o c) che eseguono le prestazioni oggetto del contratto. - In caso di più rappresentanti dell'operatore economico, è necessario ripetere all'interno della Sezione B "Informazioni sui rappresentanti dell'operatore economico" il riquadro B tante volte quanto necessario; - In caso di avvalimento (Parte II, Sezione C) l'operatore economico indica la denominazione degli operatori economici di cui intende avvalersi e i requisiti oggetto di avvalimento. Le imprese ausiliarie, compilano un distinto DGUE elettronico con le informazioni richieste dalla Sezione A e B della Parte II, dalla Parte III, della Parte IV e dalla Parte VI. Deve essere allegata, altresì, la documentazione indicata al successivo punto 6.1.5. - In caso di subappalto, l'operatore indica le prestazioni o lavorazioni che intende subappaltare. - Il DGUE deve essere sottoscritto con firma digitale da parte del titolare o legale rappresentante o procuratore del soggetto concorrente. ### 3. Garanzia provvisoria e impegno di un fideiussore al rilascio della garanzia fideiussoria per l'esecuzione del contratto Deve essere allegata la garanzia provvisoria, come definita dall'art. 93 del D.Lgs. n. 50/2016, pari al 2% dell'importo complessivo della Gara a cui si intende partecipare. La garanzia provvisoria è costituita, a scelta del concorrente: - con bonifico, in titoli del debito pubblico garantiti dallo Stato depositati presso una sezione di tesoreria provinciale o presso le aziende autorizzate, a titolo di pegno, a favore della stazione appaltante; il valore deve essere al corso del giorno del deposito; - da fideiussione bancaria o assicurativa o rilasciata dagli intermediari iscritti nell'albo di cui all'art. 106 del d.lgs. 1° settembre 1993, n. 385 che svolgono in via esclusiva o prevalente attività di rilascio di garanzie e che sono sottoposti a revisione contabile da parte di una società di revisione iscritta nell'albo previsto dall'art. 161 del d.lgs. 24 febbraio 1998, n. 58 e che abbiano i requisiti di solvibilità richiesti dalla vigente normativa bancaria assicurativa. Gli operatori economici, prima di procedere alla sottoscrizione, sono tenuti a verificare che il soggetto garante sia in possesso dell'autorizzazione al rilascio di garanzie. In caso di prestazione della garanzia provvisoria in contanti o in titoli del debito pubblico deve essere presentata anche una dichiarazione di un istituto bancario o assicurativo o altro soggetto di cui al comma 3 dell'art. 93 del Codice, contenente l'impegno verso il concorrente a rilasciare, qualora l'offerente risultasse aggiudicatario, la garanzia fideiussoria per l'esecuzione del contratto di cui all'art.103 del Codice in favore della Stazione Appaltante. La presente disposizione non si applica alle microimprese, piccole e medie imprese e ai raggruppamenti temporanei o consorzi ordinari costituiti esclusivamente da microimprese, piccole e medie imprese. In caso di prestazione della garanzia provvisoria sotto forma di fideiussione questa deve: - contenere espressa menzione dell'oggetto e del soggetto garantito; - avere validità per 180 giorni dal termine ultimo per la presentazione dell'offerta e deve essere rinnovata, a richiesta della stazione appaltante, nel caso in cui al momento della sua scadenza non sia ancora intervenuta l'aggiudicazione; - in caso di partecipazione alla gara di un raggruppamento temporaneo di imprese, deve riguardare, ai sensi dell'art.93, co.1, ultimo periodo del Codice, tutte le imprese del raggruppamento temporaneo; - qualora si riferisca ad aggregazioni di imprese di rete o consorzi ordinari o GEIE, partecipanti con identità plurisoggettiva non ancora costituiti, essere tassativamente intestata a tutti gli operatori che costituiranno il raggruppamento, l'aggregazione di imprese di rete, il consorzio, il GEIE; - prevedere espressamente: la rinuncia al beneficio della preventiva escussione del debitore principale; la rinuncia all'eccezione di cui all'articolo 1957, secondo comma, del codice civile nonché l'operatività della garanzia medesima entro quindici giorni, a semplice richiesta scritta della stazione appaltante; - contenere l'impegno del fideiussore verso il concorrente a rilasciare, qualora l'offerente risultasse aggiudicatario, la garanzia fideiussoria per l'esecuzione del contratto di cui all'art.103 del Codice in favore della Regione Calabria valida fino alla data di emissione del certificato di verifica di conformità di cui all'art. 102, comma 2, del Codice o comunque decorsi 12 (dodici) mesi dalla data di ultimazione dell'intervento risultante dal relativo certificato (in alternativa, si potrà produrre analogo impegno di un fideiussore diverso da quello che ha rilasciato la garanzia provvisoria). La presente disposizione non si applica alle microimprese, piccole e medie imprese e ai raggruppamenti temporanei o consorzi ordinari costituiti esclusivamente da microimprese, piccole e medie imprese. Ai sensi dell'art. 93, comma 6, del Codice, la garanzia copre la mancata sottoscrizione del contratto dopo l'aggiudicazione dovuta ad ogni fatto riconducibile all'affidatario o all'adozione di informazione antimafia interdittiva emessa ai sensi degli articoli 84 e 91 del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159. Ai sensi dell'art. 93, comma 6, del D.Lgs. n. 50/2016, la cauzione provvisoria è svincolata all'aggiudicatario automaticamente al momento della stipula del contratto, mentre agli altri concorrenti, ai sensi dell'art. 93, comma 9, dello stesso decreto legislativo, è svincolata entro trenta giorni dalla comunicazione dell'avvenuta aggiudicazione. La garanzia fideiussoria e la dichiarazione di impegno devono essere sottoscritte da un soggetto in possesso dei poteri necessari per impegnare il garante. In caso di richiesta di estensione della durata e validità dell'offerta e della garanzia fideiussoria, il concorrente potrà produrre una nuova garanzia provvisoria di altro garante, in sostituzione della precedente, a condizione che abbia espressa decorrenza dalla data di presentazione dell'offerta. Alla garanzia provvisoria si applicano le riduzioni previste dall'articolo 93, comma 7, del D.Lgs. n. 50/2016. In caso di cumulo delle riduzioni, la riduzione successiva deve essere calcolata sull'importo che risulta dalla riduzione precedente. Per fruire delle suddette riduzioni, l'operatore economico segnala, in sede di offerta, il possesso dei relativi requisiti e lo documenta nei modi prescritti dalle norme vigenti. Per poter usufruire della riduzione dell'importo della garanzia fideiussoria, nell'ipotesi di raggruppamento temporaneo o consorzio ordinario già costituiti o da costituirsi, o di aggregazione di imprese di rete, o di GEIE, il possesso delle certificazioni deve essere posseduto da ciascuna delle imprese raggruppate/raggruppande o consorziate/consorziande o aderenti al contratto di rete; nell'ipotesi di consorzi di cui all'art. 45, comma 2, lett. b) e c) del Codice il requisito deve essere posseduto dal consorzio. Le garanzie fideiussorie e le polizze assicurative devono essere conformi agli schemi tipo approvati di cui all'art. 103, comma 9 del D.Lgs. n. 50/2016. ### 4. Pagamenti in favore dell'autorità. I concorrenti devono effettuare il pagamento del contributo previsto dalla legge in favore dell'Autorità per ogni gara cui intendono partecipare, scegliendo tra le modalità di cui alla deliberazione dell'Autorità Nazionale Anticorruzione del 19 dicembre 2018. Per eseguire il pagamento è necessario iscriversi on-line al Servizio Riscossione Contributi, collegarsi con le credenziali da questo rilasciate e inserire il codice CIG che identifica la presente procedura. La mancata dimostrazione dell'avvenuto pagamento in sede di gara potrà essere sanata ai sensi dell'art. 83 comma 9 del Codice, a condizione che il pagamento sia già stato effettuato prima della scadenza del termine di presentazione dell'offerta. In caso di mancata sanatoria, la stazione appaltante procederà all'esclusione del concorrente dalla procedura di gara. In caso di mancata sanatoria la Stazione Appaltante procederà all'esclusione del concorrente dalla procedura di gara. ### 5. Capitolato Speciale d'Appalto Il Concorrente deve restituire il Capitolato Speciale d'Appalto della gara per cui richiede la partecipazione firmato per accettazione con firma digitale dal legale rappresentante e/o procuratore del concorrente. Nel caso di Associazione Temporanea di imprese, il/i Capitolato/i Speciale d'Appalto dovrà/anno essere sottoscritto/i, con le medesime modalità, da tutti i legali rappresentati delle imprese associate. La restituzione del/i Capitolato/i Speciale d'Appalto sottoscritto/i per accettazione, costituisce dichiarazione di conoscenza ed espressa accettazione di tutte le condizioni e circostanze di cui allo/gli stesso/i Capitolato/i Speciale d'Appalto. ### 6. Dichiarazione sostitutiva di informazione antimafia Dichiarazione sostitutiva di informazione antimafia, resa ai sensi degli artt. 46 e 47 del d.P.R. n. 445/2000. Tutti i soggetti di cui all'art. 85 e 91, comma 5, del D.Lgs. 159/2011, ciascuno per quanto di propria competenza, possono produrre la suddetta dichiarazione utilizzando il Modello Allegato 4 ai sensi della vigente normativa antimafia, dichiarano che nei loro confronti non sussistono le cause di divieto, di decadenza o di sospensione previste dagli artt. 67 e 84 del D.Lgs. n. 159/2011 (informativa antimafia) e successive modificazioni ed integrazioni. La suddetta documentazione viene richiesta al concorrente solo al fine di accelerare il procedimento di aggiudicazione efficace. In alternativa, sarà accettato anche il certificato di Iscrizione nell'elenco dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativo di infiltrazione mafiosa, operanti nei settori esposti maggiormente a rischio (c.d. "White List"). ### 7. Attestazione dell'avvenuto pagamento dell'imposta di bollo Attestazione dell'avvenuto pagamento dell'imposta di bollo di € 16,00 (in originale informatico o copia semplice) - La documentazione che costituisce l'offerta dovrà essere presentata nel rispetto di quanto stabilito dal "Decreto del Presidente della Repubblica del 26 ottobre 1972 n. 642" in ordine all'assolvimento dell'imposta di bollo. Il pagamento della suddetta imposta, del valore di Euro 16,00, dovrà avvenire mediante l'utilizzo del modello F23, con specifica indicazione: - dei dati identificativi del concorrente (campo 4: denominazione o ragione sociale, sede sociale, Prov., codice fiscale); in caso di soggetti di cui all'art. 45, comma 2, lett. d) ed e) del D. Lgs. n.50/2016 i dati sono quelli della mandataria capogruppo o di una mandante/consorziata e in caso di soggetti di cui all'art. 45, comma 2, lett. b) e c) del suddetto decreto i dati sono quelli del Consorzio o di una consorziata esecutrice; - dei dati identificativi della stazione appaltante (campo 5: Regione Calabria, Cittadella Regionale, loc. Germaneto – Catanzaro, C.F. 02205340793); - del codice ufficio o ente (campo 6: TDX); - del codice tributo (campo 11: 456T) e descrizione del pagamento (campo 12: "Bollo – Gara CIG n. xxxxxx"). - A comprova del pagamento effettuato, il concorrente dovrà caricare a sistema il suddetto modello in copia semplice. ### 8. ANAC Attestazione dell'avvenuto versamento del contributo all'ANAC (se dovuto). ### 9. PassOE PassOE di cui all'art. 2 comma 3.2, delibera n. 111 del 20 dicembre 2012 dell'ANAC. ### 10. Avvalimento Limitatamente ai concorrenti che ricorrono all'avvalimento, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 89 del Codice, il ricorrente può avvalersi, per determinati requisiti di ordine speciale relativi alla capacità tecnica ed economica e finanziaria, dei requisiti posseduti da altro operatore economico (denominato impresa "ausiliaria"). In tal caso i concorrenti dovranno nel proprio DGUE: - la denominazione degli operatori economici di cui si intende avvalersi; - i requisiti oggetto di avvalimento. ### 11. Dichiarazioni integrative dichiarazioni integrative sottoscritte dal legale rappresentante dell'impresa partecipante ed in caso di raggruppamento/consorzio da ciascuna impresa partecipante, fatto salvo il caso di RTI/Consorzio costituito, compresi ciascun subappaltatore indicato, eventuali operatori ausiliari e infine dai consorziati indicati come esecutori. ## Offerta economica – Contenuto della Busta "B" L'operatore economico dovrà provvedere ad inviare l'Offerta Economica, attraverso la piattaforma MEPA, seguendo i passi indicati dalla procedura. Per formulare l'offerta economica l'operatore economico dovrà valorizzare il campo numerico "Offerta economica" che rappresenterà la percentuale di sconto (% ribasso) offerta dallo stesso sull'importo a base d'asta e sulla base del quale verrà calcolato il relativo punteggio secondo la formula indicata nel presente disciplinare. Tale percentuale di sconto avrà al massimo tre cifre decimali dopo la virgola, sull'importo a base di gara al netto di oneri previdenziali e assistenziali ed IVA; non sono ammesse offerte in rialzo o con valori negativi. Il prezzo praticato dall'operatore economico dovrà essere comprensivo di tutti gli oneri, comunque previsti per l'effettuazione dell'incarico, comprese quindi tutte le spese per indagini necessarie per l'espletamento del servizio. Al termine della compilazione dell'offerta economica, MEPA genererà un documento in formato "pdf" che dovrà essere scaricato dal fornitore sul proprio terminale e quindi, sottoscritto con firma digitale dal legale rappresentante o dal procuratore autorizzato. Nel caso di raggruppamento temporaneo già costituito o consorzio stabile di concorrenti il file ".pdf" generato automaticamente dalla piattaforma MEPA deve essere sottoscritto con firma digitale dal legale rappresentante (o dal procuratore generale o speciale, i cui poteri dovranno essere comprovati mediante invio di copia della procura nella documentazione amministrativa) dall'impresa mandataria o del consorzio. Nel caso di raggruppamento temporaneo da costituirsi o consorzio ordinario di concorrenti l'offerta economica dovrà essere sottoscritta con firma digitale dal legale rappresentante (o procuratore generale o speciale, come sopra indicato) di tutte le imprese raggruppate o consorziate. Gli importi, anche se dichiarati da operatori economici stabiliti in altro stato diverso dall'Italia, devono essere espressi in euro. Non sono ammesse offerte in aumento rispetto agli importi posti a base d'asta. Saranno ritenute nulle le offerte condizionate, contenenti riserve o espresse in modo indeterminato, così che non sia possibile desumere con certezza la volontà dell'offerente. I prezzi si intendono comprensivi di ogni onere con l'esclusione della sola IVA che sarà addebitata in fattura a norma di legge. L'offerta non dovrà contenere alcuna limitazione di validità o altri elementi in contrasto con le disposizioni indicate nel Disciplinare di gara. Validità dell'offerta: 180 giorni dalla data di scadenza delle offerte. Alla scadenza del termine per la presentazione delle offerte, le offerte pervenute non possono essere più ritirate e sono definitivamente acquisite dal Sistema, che le mantiene segrete e riservate fino all'inizio delle operazioni di apertura e verifica della documentazione. La documentazione amministrativa e l'offerta economica che vengono inviate dal Concorrente a MEPA sono mantenute segrete e riservate e conservate in appositi e distinti documenti informatici. ## Modalità di annullamento, revoca, differimento In caso di malfunzionamento o difetto degli strumenti hardware, software e dei servizi telematici utilizzati dalla Regione Calabria e dal Gestore per la gara, con conseguente accertamento di anomalie nella procedura, la gara potrà essere annullata, revocata ovvero potrà procedersi con il differimento del termine di presentazione delle offerte. Detti casi non sono previsti nel caso di malfunzionamento degli strumenti utilizzati dai singoli concorrenti. Nessun rimborso è dovuto per la partecipazione all'appalto, anche nel caso in cui non si dovesse procedere all'aggiudicazione. L'Amministrazione contraente può non stipulare motivatamente il Contratto, anche qualora sia intervenuta in precedenza l'aggiudicazione. Saranno escluse tutte le offerte redatte o inviate in modo difforme da quello prescritto nel presente Disciplinare di gara. La Stazione appaltante esclude le offerte provenienti dagli operatori economici che si trovino nelle condizioni previste come motivi di esclusione dall'art. 80 del D. Lgs. n. 50/2016 e le offerte che non risultino possedere i requisiti e le condizioni richieste dal presente disciplinare di gara e dal presente disciplinare ai sensi dell'art. 83 del D. Lgs. n. 50/2016. La Stazione appaltante esclude i candidati o i concorrenti la cui documentazione contenuta nell'offerta presenta carenze tali da non consentire l'individuazione del suo contenuto o del soggetto responsabile della stessa. In caso di mancata presentazione di offerte, di presentazione di sole offerte irregolari ovvero inammissibili, la gara sarà dichiarata deserta e l'Amministrazione appaltante potrà procedere con procedura negoziata, ai sensi dell'art. 36 del D. Lgs. 50/2016.
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9. CRITERIO DI AGGIUDICAZIONE
L'aggiudicazione avverrà con il criterio del massimo ribasso ex art. 95 co.4 lett. b), espresso mediante ribasso percentuale sull'elenco prezzi posto a basa d'asta; si procederà, ai sensi del disposto di cui all'art. 97 - comma 8 - del decreto medesimo, all'esclusione automatica dalla gara delle offerte che presentino una percentuale di ribasso pari o superiore alla soglia di anomalia individuata ai sensi dei commi 2, 2 bis, 2-ter dello stesso art. 97; Verranno applicati i seguenti parametri per il calcolo dell'anomalia: - decimali: tutti quelli previsti dalla piattaforme telematica; - arrotondamento: nessuno; - applicazione delle scelte precedenti: a tutti i passaggi intermedi del calcolo dell'anomalia; Qualora il numero delle offerte ammesse sia pari o superiore a 15 (quindici) – ipotesi disciplinata dal comma 2 del suddetto art. 97, ai fini del calcolo del decremento del valore percentuale di cui alla lettera d) del medesimo comma 2, si applica l'interpretazione di cui alla Circolare MIT del 24/10/2019 – "Decremento del valore assoluto risultante dal decremento dello scarto medio". Su richiesta della stazione appaltante, gli operatori economici sono sempre tenuti a fornire spiegazioni sul prezzo o sui costi proposti nelle offerte se queste appaiono anormalmente basse, sulla base di un giudizio tecnico sulla congruità, serietà, sostenibilità e realizzabilità dell'offerta, ex art. 97, comma 1, del d.lgs n. 50/2016. Le stazioni appaltanti possono decidere di non procedere all'aggiudicazione se nessuna offerta risulti conveniente o idonea in relazione all'oggetto del contratto a norma dell'art. 95, comma 12, del d.lgs n. 50 del 2016.
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10. PROCEDURA DI AGGIUDICAZIONE
## 10.1 APERTURA DEI PLICHI - VERIFICA DELLA DOCUMENTAZIONE AMMINISTRATIVA – APERTURA OFFERTA ECONOMICA La gara si svolgerà con modalità telematica presso la Cittadella Regionale sita in Catanzaro alla loc. Germaneto, secondo la procedura prevista dalle disposizioni contenute nel presente Disciplinare di gara. Il procedimento di gara sarà articolato in più fasi. Nel giorno e nell'ora da stabilire, il Seggio di gara, all'uopo istituito dalla Stazione Appaltante per il controllo della documentazione amministrativa di gara, darà avvio alle operazioni di gara. Alle sedute pubbliche possono partecipare i legali rappresentanti/procuratori delle ditte interessate oppure persone munite di specifica delega. In assenza di tali titoli, la partecipazione è ammessa come semplice uditore. È facoltà della Stazione appaltante, qualora perduri l'attuale situazione di emergenza sanitaria, valutare che le sedute di gara, siano celebrate in via telematica mediante formazione a distanza del Seggio/Commissione di gara, senza l'accesso alla seduta da parte di alcun partecipante. Si procederà lavorando da remoto, mediante procedure telematiche che salvaguardano l'integrità delle offerte e la riservatezza delle comunicazioni, in conformità a quanto previsto dall'art. 77 comma 2, del D.lgs. 50/2016 e dalla Linea Guida ANAC n. 5. La Stazione Appaltante provvederà ad effettuare il login su piattaforma telematica, il RUP, il Presidente ed i membri del Seggio ai quali sarà possibile accedere simultaneamente agli atti e documenti di gara utilizzando username e password dedicata, al fine di consentire la dovuta riservatezza ai sensi di legge e garantire, con le prescrizioni sopra indicate, l'esame collegiale delle offerte come per legge. Sarà quindi garantita la dovuta riservatezza ai sensi di legge e, con le prescrizioni sopra indicate, l'esame collegiale delle offerte nonché la tracciatura informatica di tutte le operazioni di gara, in conformità all'art.58 del Codice. ### Valutazione della documentazione amministrativa - Seggio Il Seggio di gara, nominato successivamente alla scadenza del termine per la presentazione delle offerte, procede alla verifica della completezza e della regolarità della documentazione amministrativa, inoltrata a corredo dell'offerta / delle offerte da ciascun concorrente, escludendo tutte le imprese che avranno prodotto una documentazione errata o incompleta. Ove a seguito dell'esame della documentazione amministrativa presentata a corredo dell'offerta/delle offerte, si realizzi, per uno o più concorrenti, la fattispecie prevista dal Soccorso Istruttorio, il soggetto che presiede il seggio di gara dichiara sospesa la seduta pubblica, ai fini dell'attivazione della procedura di regolarizzazione disciplinata dalla citata disposizione di legge e ad avvertire i presenti che della data e dell'ora in cui saranno riprese le operazioni di gara in seduta pubblica sarà data comunicazione, con almeno tre giorni di anticipo. Indi, con specifica nota di richiesta, da inoltrare ai concorrenti interessati, la Stazione Appaltante provvede ad invitare i medesimi a produrre, integrare e/o regolarizzare le dichiarazioni necessarie, indicandone il contenuto delle stesse ed i soggetti che le devono rendere, assegnando un termine di 5 giorni per provvedere. Decorso il suddetto termine, il Seggio, nel giorno e nell'ora stabiliti, si riunisce in seduta pubblica per il prosieguo delle operazioni di gara. In detta seduta pubblica, si procede, in primo luogo, all'esame della documentazione prodotta, entro il termine perentorio stabilito, dai concorrenti invitati a rendere, integrare e/o regolarizzare le dichiarazioni necessarie e si adotteranno le opportune decisioni. Indi, per ciascuna gara in appalto, sarà proclamato l'elenco dei concorrenti ammessi e di quelli eventualmente esclusi, esponendo per questi ultimi le relative motivazioni. ### Apertura busta economica Per l'apertura delle offerte economiche, il Seggio procederà a partire dalle offerte presentate, in ordine cronologico sul MEPA, da ogni operatore partecipante. Il calcolo della soglia di anomalia avverrà con i criteri indicati dall'art. 97 - comma 8 - del d.lgs n. 50 del 2016 – così come sopra disciplinato. ### Verbale di gara - tutte le operazioni sono verbalizzate; - sono verbalizzate altresì le motivazioni relative alle esclusioni; - i soggetti ammessi a presenziare all'apertura delle offerte, ai sensi del punto IV.3.8) del bando di gara, purché muniti di delega o procura, oppure dotati di rappresentanza legale o direttori tecnici dei concorrenti, come risultanti dalla documentazione presentata in sede di gara o appositamente esibita, possono chiedere di fare verbalizzare le proprie osservazioni; - il soggetto che presiede il seggio di gara annota tali osservazioni, eventualmente allegando al verbale note scritte del concorrente, se giudicate pertinenti al procedimento di gara; - l'eventuale procedimento di verifica delle offerte anormalmente basse, ex art. 97, comma 1, del d.lgs n. 50 del 2016, avviene in seduta riservata e se concluso con l'esclusione sono verbalizzate le relative motivazioni.
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11. AGGIUDICAZIONE DELL'APPALTO E STIPULA DEL CONTRATTO
Per la valutazione dell'offerta economica, il Seggio di gara, procede all'acquisizione, attraverso il sistema MEPA, dei valori economici offerti da ogni operatore partecipante. All'esito delle operazioni di cui sopra la commissione – o il RUP, qualora vi sia stata verifica di congruità delle offerte anomale – formulerà la proposta di aggiudicazione in favore del concorrente che ha presentato la migliore offerta, chiudendo le operazioni di gara e trasmettendo al RUP tutti gli atti e documenti della gara ai fini dei successivi adempimenti. Qualora nessuna offerta risulti conveniente o idonea in relazione all'oggetto del contratto, la stazione appaltante si riserva la facoltà di non procedere all'aggiudicazione ai sensi dell'art. 95, comma 12 del Codice. La verifica dei requisiti generali e speciali avverrà, ai sensi dell'art. 85, comma 5 Codice, sull'offerente cui la stazione appaltante ha deciso di aggiudicare l'appalto. Prima dell'aggiudicazione, la stazione appaltante, ai sensi dell'art. 85 comma 5 del Codice, richiede al concorrente cui ha deciso di aggiudicare l'appalto di presentare i documenti di cui all'art. 86 del Codice, ai fini della prova dell'assenza dei motivi di esclusione di cui all'art. 80 (ad eccezione, con riferimento ai subappaltatori, del comma 4) e del rispetto dei criteri di selezione di cui all'art. 83 del medesimo Codice. Tale verifica avverrà attraverso l'utilizzo del sistema AVCPass. Ai sensi dell'art. 95, comma 10, la stazione appaltante prima dell'aggiudicazione procede, laddove non effettuata in sede di verifica di congruità dell'offerta, alla valutazione di merito circa il rispetto di quanto previsto dall'art. 97, comma 5, lett. d) del Codice. La stazione appaltante, previa verifica ed approvazione della proposta di aggiudicazione ai sensi degli artt. 32, comma 5 e 33, comma 1 del Codice, aggiudica l'appalto. L'aggiudicazione diventa efficace, ai sensi dell'art. 32, comma 7 del Codice, all'esito positivo della verifica del possesso dei requisiti prescritti. In caso di esito negativo delle verifiche, la stazione appaltante procederà alla revoca dell'aggiudicazione, alla segnalazione all'ANAC nonché all'incameramento della garanzia provvisoria. La stazione appaltante aggiudicherà, quindi, al secondo graduato procedendo altresì, alle verifiche nei termini sopra indicati. Nell'ipotesi in cui l'appalto non possa essere aggiudicato neppure a favore del concorrente collocato al secondo posto nella graduatoria, l'appalto verrà aggiudicato, nei termini sopra detti, scorrendo la graduatoria. La stipulazione del contratto è subordinata al positivo esito delle procedure previste dalla normativa vigente in materia di lotta alla mafia, fatto salvo quanto previsto dall'art. 88 comma4-bis e 89 e dall'art. 92 comma 3 del d.lgs. 159/2011. Ai sensi dell'art. 93, commi 6 e 9 del Codice, la garanzia provvisoria verrà svincolata, all'aggiudicatario, automaticamente al momento della stipula del contratto; agli altri concorrenti, verrà svincolata tempestivamente e comunque entro trenta giorni dalla comunicazione dell'avvenuta aggiudicazione. Laddove l'aggiudicatario sia in possesso della sola domanda di iscrizione all'elenco dei fornitori, prestatori di servizi non soggetti a tentativo di infiltrazione mafiosa (c.d. white list) istituito presso la Prefettura della provincia in cui l'operatore economico ha la propria sede, la stazione appaltante consulta la Banca dati nazionale unica della documentazione antimafia immettendo i dati relativi all'aggiudicatario (ai sensi dell'art. 1, comma 52 della l. 190/2012 e dell'art. 92, commi 2 e 3 del d.lgs. 159/2011). Trascorsi i termini previsti dall'art. 92, commi 2 e 3 d.lgs. 159/2011 dalla consultazione della Banca dati, la stazione appaltante procede alla stipula del contratto anche in assenza di dell'informativa antimafia, salvo il successivo recesso dal contratto laddove siano successivamente accertati elementi relativi a tentativi di infiltrazione mafiosa di cui all'art. 92, comma 4 del d.lgs. 159/2011. Il contratto, ai sensi dell'art. 32, comma 9 del Codice, non potrà essere stipulato prima di 35 giorni dall'invio dell'ultima delle comunicazioni del provvedimento di aggiudicazione. La stipula avrà luogo entro 60 giorni dall'intervenuta efficacia dell'aggiudicazione ai sensi dell'art. 32, comma 8 del Codice, salvo il differimento espressamente concordato con l'aggiudicatario. All'atto della stipulazione del contratto, l'aggiudicatario deve presentare la garanzia definitiva da calcolare sull'importo contrattuale, secondo le misure e le modalità previste dall'art. 103 del Codice. Il contratto è soggetto agli obblighi in tema di tracciabilità dei flussi finanziari di cui alla l. 13 agosto 2010, n. 136. Nei casi di cui all'art. 110 comma1 del Codice la stazione appaltante interpella progressivamente i soggetti che hanno partecipato alla procedura di gara, risultanti dalla relativa graduatoria, al fine di stipulare un nuovo contratto per l'affidamento dell'esecuzione o del completamento del servizio/fornitura. Sono a carico dell'aggiudicatario anche tutte le spese contrattuali, gli oneri fiscali quali imposte e tasse - ivi comprese quelle di registro ove dovute - relative alla stipulazione del contratto. Ai sensi dell'art. 105, comma 2, del Codice l'affidatario comunica, per ogni sub-contratto che non costituisce subappalto, l'importo e l'oggetto del medesimo, nonché il nome del sub-contraente, prima dell'inizio della prestazione. L'affidatario deposita, prima o contestualmente alla sottoscrizione del contratto di appalto, i contratti continuativi di cooperazione, servizio e/o fornitura di cui all'art. 105, comma 3, lett. c bis) del Codice.
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12. DEFINIZIONE DELLE CONTROVERSIE
Il contratto, ai sensi dell'art. 209, co.2 del D.Lgs. n. 50/2016 non contiene la clausola compromissoria, pertanto tutte le controversie derivanti dal contratto, previo esperimento dei tentativi di transazione e di accordo bonario ai sensi rispettivamente degli articoli 208 e 205 del D.Lgs. n. 50 del 2016 in quanto applicabili, qualora non risolte, saranno deferite alla competenza esclusiva dell'Autorità giudiziaria del Foro di Catanzaro, con esclusione della giurisdizione arbitrale.
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13. TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI
I dati raccolti saranno trattati, anche con strumenti informatici, ai sensi del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 e s.m.i. e del Regolamento (CE) 27 aprile 2016, n. 2016/679/UE, esclusivamente nell'ambito della procedura cui si riferisce il presente disciplinare.
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Sezione I: Amministrazione aggiudicatrice
Denominazione e indirizzi: Regione Calabria Dipartimento Ambiente e Territorio Settore Rifiuti, Catanzaro, Italia Indirizzi Internet: - Indirizzo principale: http://portale.regione.calabria.it/website/organizzazione/dipartimento11/subsite/bandieavvisidigara/index.cfm Comunicazione - I documenti di gara sono disponibili per un accesso gratuito, illimitato e diretto presso: http://portale.regione.calabria.it/website/organizzazione/dipartimento11/subsite/bandieavvisidigara/index.cfm - Ulteriori informazioni sono disponibili presso l'indirizzo sopraindicato - Le offerte o le domande di partecipazione vanno inviate in versione elettronica: https://sisgap.regione.calabria.it/fwep/unprotected/index.jsp - Le offerte o le domande di partecipazione vanno inviate all'indirizzo sopraindicato Tipo di amministrazione aggiudicatrice: Autorità regionale o locale Principali settori di attività: Ambiente
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Sezione II: Oggetto
Denominazione: Appalto per l'affidamento dei "lavori di copertura provvisoria della discarica per rifiuti non pericolosi ubicata in località Alli sul territorio comunale di Catanzaro" tramite procedura aperta ai sensi del D.Lgs. 36/2001 Breve descrizione: Lavori di copertura temporanea della discarica per rifiuti non pericolosi al fine di assicurare il corretto smaltimento delle acque meteoriche e la definitiva successiva realizzazione della copertura definitiva ai sensi del D.Lgs. 36/2001. Valore totale stimato: - Valore, IVA esclusa: 1 004 000.00 EUR Informazioni relative ai lotti: - Questo appalto è suddiviso in lotti: no Durata del contratto d'appalto, dell'accordo quadro o del sistema dinamico di acquisizione - Durata in mesi: 3 - Il contratto d'appalto è oggetto di rinnovo: no Informazioni relative alle opzioni - Opzioni: sì - Descrizione delle opzioni: Nel progetto posto a base di gara sono stati stimati lavori analoghi e complementari per complessive 445000,00 EUR comprensivo degli oneri per la sicurezza l'operatore economico, selezionato con procedura di evidenza pubblica e qualificato già in sede di gara anche per eseguire i lavori analoghi potrà, ai sensi dell'art.63, comma 5, del D.Lgs. 50/2016, eseguire direttamente tali lavorazioni. Informazioni relative ai fondi dell'Unione europea - L'appalto è connesso ad un progetto e/o programma finanziato da fondi dell'Unione europea: sì - Numero o riferimento del progetto: Delibera Cipe del 1 dicembre 2016, n. 55
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Sezione III: Informazioni di carattere giuridico, economico, finanziario e tecnico
Abilitazione all'esercizio dell'attività professionale, inclusi i requisiti relativi all'iscrizione nell'albo professionale o nel registro commerciale: - Elenco e breve descrizione delle condizioni: Iscrizione al Registro delle imprese della Camera di commercio, industria, artigianato ed agricoltura della Provincia in cui l'impresa ha sede, per attività inerenti a quelle oggetto dell'appalto (lavori); le cooperative e le società di cooperative devono essere iscritte all'Albo regionale o nazionale delle cooperative. Capacità economica e finanziaria: Criteri di selezione indicati nei documenti di gara Capacità professionale e tecnica: Criteri di selezione indicati nei documenti di gara
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Sezione IV: Procedura
Tipo di procedura: Procedura aperta Informazioni relative all'accordo sugli appalti pubblici (AAP) - L'appalto è disciplinato dall'accordo sugli appalti pubblici: sì Termine per il ricevimento delle offerte o delle domande di partecipazione - Data: 30/08/2019 - Ora locale: 12:00 Lingue utilizzabili per la presentazione delle offerte o delle domande di partecipazione: Italiano Periodo minimo durante il quale l'offerente è vincolato alla propria offerta: L'offerta deve essere valida fino al: 26/02/2020 Modalità di apertura delle offerte - Data: 04/09/2019 - Ora locale: 10:00 - Luogo: Cittadella Regionale — piattaforma Sisgap
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Sezione VI: Altre informazioni
Informazioni relative alla rinnovabilità: - Si tratta di un appalto rinnovabile: no Informazioni relative ai flussi di lavoro elettronici: Sarà accettata la fatturazione elettronica Organismo responsabile delle procedure di ricorso: Tribunale amministrativo regionale, Catanzaro, Italia Data di spedizione del presente avviso: 18/07/2019
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Premessa
I recenti indirizzi europei (Direttiva 2011/24/EU del Parlamento Europeo e del Consiglio del 9 marzo 2011), volti a promuovere, all'interno di un comune quadro di riferimento politico e strategico, meccanismi di cooperazione tra gli Stati membri per garantire l'accesso ad un'assistenza sanitaria sicura e di qualità nell'ambito dell'Unione e l'eterogeneità dei modelli di accreditamento regionali, hanno fatto nascere in Italia l'esigenza di rivedere la normativa in materia di accreditamento al fine di definire un quadro comune di riferimento e ridisegnare uno strumento in armonia con i mutati scenari nazionali ed internazionali. In particolare, per dare attuazione alle disposizioni contenute nell'articolo 7 del Patto per la Salute 2010- 2012, è stato attivato un Tavolo per la revisione della normativa per l'accreditamento (TRAC), costituito da rappresentanti dello stesso Ministero, di Agenas, delle Regioni e Province Autonome. Il Tavolo ha predisposto, in ottemperanza al predetto mandato, un "Disciplinare tecnico" che individua, sulla base di precedenti studi sulle dimensioni della qualità, il quadro concettuale di riferimento ed identifica una serie di criteri/fattori di qualità e requisiti ritenuti essenziali per i modelli di accreditamento regionali. Più in dettaglio, il disciplinare predisposto dal Tavolo e approvato dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome, con specifica Intesa in data 20 dicembre 2012 (Rep. Atti n. 259/CSR), individua 8 Criteri e 28 requisiti essenziali per l'accreditamento "istituzionale". Tenendo conto del mutato quadro nazionale di riferimento, si è inteso realizzare un nuovo manuale per l'accreditamento delle strutture che erogano prestazioni specialistiche in regime ambulatoriale che tenga conto delle indicazioni derivanti dal "Disciplinare tecnico", dalle Intese del 10 luglio 2014 concernente il nuovo Patto per la salute per gli anni 2014-2016 e del 05 agosto 2014 relativa al Regolamento recante "Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera" e delle più avanzate esperienze internazionali disponibili. Il manuale riflette le dinamiche in continua evoluzione nell'ambito dell'assistenza ambulatoriale, recependo da un lato, l'impostazione derivante dal disciplinare tecnico per la revisione della normativa sull'accreditamento, e dall'altro, le tematiche emergenti in tema di qualità e sicurezza delle cure individuate attraverso un'analisi dettagliata della letteratura scientifica e dei manuali di accreditamento internazionale. Il manuale per l'accreditamento delle strutture che erogano prestazioni specialistiche in regime ambulatoriale mira a promuovere un processo di miglioramento continuo della qualità delle prestazioni, dell'efficienza dell'organizzazione, dell'uso delle risorse e della formazione, in modo tale che ogni cittadino, in relazione ai propri bisogni sanitari, possa ricevere gli atti diagnostici e terapeutici, che garantiscano i migliori risultati in termini di salute, in rapporto allo stato attuale delle conoscenze scientifiche, al minor costo possibile e ai minori rischi iatrogeni, per conseguire la soddisfazione dei bisogni rispetto agli interventi ricevuti e agli esiti conseguiti. L'obiettivo del manuale è quello di creare e incentivare il miglioramento attraverso un modello che permetta alle organizzazioni di effettuare una valutazione continua dell'applicazione dei requisiti consentendo, attraverso la misurazione e l'analisi, di innescare processi di miglioramento continuo. Con l'accreditamento istituzionale la Regione intende raggiungere l'obiettivo di garantire ai cittadini di usufruire di prestazioni sanitarie di qualità. Perché ciò sia possibile è necessario che le strutture ambulatoriali si dotino di modelli organizzativi e gestionali di riconosciuta validità. È per tale motivo che la Regione ha individuato nei principi, nei metodi e negli approcci del "Disciplinare Tecnico" il principale riferimento. Fondare la propria organizzazione sulla base dei requisiti del manuale di accreditamento delle strutture che erogano prestazioni specialistiche in regime ambulatoriale, vuol dire orientare la gestione ai seguenti principi: - Miglioramento continuo della qualità: i requisiti sono definiti in maniera tale da favorire e incoraggiare le strutture a migliorare la qualità e la performance delle prestazioni erogate; - Centralità dei pazienti: i requisiti fanno riferimento alla centralità del paziente e alla continuità delle cure; - Pianificazione e valutazione della performance: i requisiti valutano l'efficienza e l'efficacia della organizzazione; - Sicurezza: i requisiti includono interventi per migliorare e garantire la sicurezza dei pazienti, dei visitatori e del personale; - Evidenza scientifica: i requisiti sono frutto del consenso nazionale e dell'analisi della letteratura internazionale.
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I REQUISITI PER L'ACCREDITAMENTO
L'obiettivo prioritario è quello di costruire un sistema che fornisca un livello di prestazioni qualitativamente elevato e che sia in grado di orientare lo svolgimento delle attività al soddisfacimento dei bisogni dei cittadini. A tal proposito il manuale si propone di definire un modello per l'accreditamento istituzionale delle strutture caratterizzato dai seguenti elementi: - Centralità del cittadino/paziente - è una componente essenziale nell'erogazione delle cure: - comprendere continuamente i bisogni e le aspettative dei cittadini/pazienti; - garantire che i cittadini/pazienti siano considerati una priorità per il servizio; - guardare all'erogazione dei servizi in base alla prospettiva dei pazienti. - Leadership – responsabilità e commitment a fornire cure eccellenti e a migliorare la qualità e le performance: - garantire strategie, sistemi e metodi per raggiungere l'eccellenza; - ispirare e motivare i professionisti a lavorare, sviluppare, migliorare e ad essere innovativi e creativi. - Cultura del miglioramento - l'organizzazione deve continuamente protendere al miglioramento della qualità dell'assistenza: - comprendere che cercare modalità per migliorare è una componente essenziale del lavoro quotidiano; - raggiungere e mantenere livelli di qualità che soddisfano i bisogni dei cittadini/pazienti; - monitorare i risultati delle cure per migliorare l'assistenza dei cittadini/pazienti. - Evidenza dei risultati delle prestazioni - gli outcome sono individuati e utilizzati per valutare la qualità delle cure: - dati e informazioni danno evidenza dei processi implementati e dei risultati; - la valutazione degli outcome consente il miglioramento della qualità e delle performance di un'organizzazione. - Propensione alle buone pratiche – le organizzazioni debbono confrontare le loro performance con altre organizzazioni o imparare dagli altri e applicare nel proprio contesto i principi delle buone pratiche: - imparare dagli altri per aumentare l'efficacia e l'efficienza dei processi; - migliorare gli outcome per i cittadini/pazienti. La finalità è quella di: - migliorare la qualità dei percorsi dei pazienti; - migliorare lo sviluppo della qualità clinica, organizzativa e della qualità percepita da parte dei pazienti; - rendere visibile la qualità del sistema sanitario regionale. Il manuale intende creare ed incentivare il miglioramento continuo attraverso l'utilizzo di un modello che permetta alle organizzazioni di effettuare una valutazione continua dell'applicazione dei requisiti, consentendo attraverso la misurazione e l'analisi di innescare processi di miglioramento. Il modello si basa sul ciclo di Deming (ciclo di PDCA - plan–do–check–act) in grado di promuovere una cultura della qualità tesa al miglioramento continuo dei processi e all'utilizzo ottimale delle risorse. Questo strumento parte dall'assunto che per perseguire la qualità è necessaria la costante interazione tra pianificazione, progettazione, implementazione, misurazione, monitoraggio, analisi e miglioramento. Applicare costantemente le quattro fasi del ciclo di Deming consente di migliorare continuamente la qualità e soddisfare le esigenze del cittadino/paziente. La sequenza logica è la seguente: - P - Plan. Pianificazione: l'organizzazione deve aver predisposto la documentazione necessaria a descrivere le modalità di raggiungimento dell'obiettivo per la qualità definito dal requisito per l'accreditamento; - D - Do. Implementazione: l'organizzazione deve garantire l'implementazione di quanto definito in fase di progettazione e pianificazione; - C - Check. Controllo, studio e raccolta dei risultati: L'organizzazione deve monitorare in maniera continua la qualità delle strutture, dei processi e degli esiti derivanti dall'erogazione del servizio; - A - Act. Azione per rendere definitivo e/o migliorare struttura/processo/esito: l'organizzazione deve analizzare e valutare i risultati del monitoraggio, effettuare un'analisi delle priorità e definire e mettere in campo iniziative per migliorare la qualità delle strutture, dei processi e degli esiti. I requisiti sono concettualmente organizzati sulla base dei fattori/criteri di qualità individuati dal documento "Disciplinare per la revisione della normativa dell'accreditamento", approvato con Intesa sancita in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome, in data 20 dicembre 2012 (Rep. Atti n. 259/CSR): - Sistema di gestione delle strutture sanitarie: Fornisce garanzia di buona qualità dell'assistenza ambulatoriale, una gestione dell'organizzazione sanitaria che governi le dimensioni più fortemente collegate alla specifica attività di cura e assistenza in un'ottica di miglioramento continuo. - Prestazioni e Servizi: È buona prassi che l'organizzazione descriva la tipologia e le caratteristiche delle prestazioni e dei servizi erogati e individui i metodi di lavoro da adottarsi, come pratica del governo clinico sui quali fondare azioni successive di valutazione della performance e della comunicazione con i pazienti e i cittadini. - Aspetti Strutturali: L'organizzazione cura l'idoneità all'uso delle strutture e la puntuale applicazione delle norme relative alla manutenzione delle attrezzature; è buona prassi che dia evidenza del contributo del personale nella gestione delle stesse. - Competenze del personale: L'organizzazione deve curare che il personale possieda/acquisisca e mantenga le conoscenze e le abilità necessarie alla realizzazione in qualità e sicurezza delle specifiche attività. - Comunicazione: Una buona comunicazione e relazione fra professionisti e con i pazienti garantisce allineamento ai comportamenti professionali attesi, aumento della sicurezza nella erogazione delle cure, partecipazione dei pazienti nelle scelte di trattamento. - Appropriatezza clinica e sicurezza: L'efficacia, l'appropriatezza, la sicurezza sono elementi essenziali per la qualità delle cure e debbono essere monitorati. - Processi di miglioramento ed innovazione: Il governo delle azioni di miglioramento, dell'adozione di innovazioni tecnologiche ed organizzativo–professionali e la facilitazione della ricerca clinica e organizzativa esprimono la capacità della organizzazione di adattarsi a contesti nuovi, assumendo comportamenti fondati eticamente, professionalmente adeguati, socialmente accettabili e sostenibili. - Umanizzazione: L'impegno a rendere i luoghi di assistenza e i programmi diagnostici e terapeutici orientati quanto più possibile alla persona, considerata nella sua interezza fisica, sociale e psicologica è un impegno comune a tutte le strutture. I requisiti sono sufficientemente generici per consentire l'interpretazione degli stessi da parte di ogni tipologia di struttura ambulatoriale. Ogni organizzazione implementerà i requisiti secondo le proprie necessità e nel modo che maggiormente si adatta alle modalità con cui eroga prestazioni. Per il soddisfacimento dei requisiti risulta importante che: - Le organizzazioni siano in grado di dimostrare in che modo soddisfano l'obiettivo e lo scopo del requisito; - Le organizzazioni siano in grado di dare evidenza del soddisfacimento del requisito.
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LA STRUTTURA DEI REQUISITI
I requisiti per l'accreditamento sono caratterizzati dalla seguente struttura: - Il fattore/criterio di riferimento; - Il requisito; - Il campo d'applicazione; - I livelli di compliance del requisito: ad ogni requisito sono attribuite, ai fini della valutazione, una o più evidenze. Le evidenze possono essere attinenti: - al processo: focalizzate sul modo in cui si realizza una certa attività; - all'esito: focalizzate sul risultato che si ottiene. Ciascun requisito è declinato secondo la logica del ciclo di Deming: - Fase 1 (Plan) - Documenti di indirizzo e pianificazione: I piani, le politiche, le linee guide e altri documenti di indirizzo richiesti debbono essere presenti e rispettare nel contenuto quanto previsto dai requisiti per l'accreditamento. A tal proposito, alcuni requisiti trasversali fanno riferimento a processi clinici e manageriali che riguardano l'intera organizzazione sanitaria e come tali debbono essere "governati" da documenti definiti a livello aziendale mentre in altri casi è necessario definire i documenti a livello di singola articolazione organizzativa, tipicamente l'Unità Operativa Complessa (). - Fase 2 (Do) - Implementazione: La valutazione del soddisfacimento delle evidenze previste da questa fase viene effettuata attraverso, in particolare, l'osservazione sul campo, interviste o la valutazione delle cartelle cliniche dei pazienti, dei dati e di altri documenti. Tuttavia, per il loro volume e la dispersione all'interno dell'organizzazione, non è possibile esaminare tutta la documentazione disponibile o tutti gli elementi e gli indicatori misurabili in grado di testimoniare la conformità alle evidenze previste. Pertanto, in sede di verifica, il campionamento per la valutazione delle evidenze non si basa su criteri probabilistici, tali da individuare un campione rappresentativo della realtà organizzativa esaminata, ma è definibile come campione a scelta ragionata. - Fase 3 (Check) - Monitoraggio: Nessuna attività può essere migliorata se non si misurano i risultati. Per il soddisfacimento di tali evidenze sono richiesti i risultati documentati derivanti dal monitoraggio della qualità e della sicurezza delle attività definite nelle fasi precedenti. Per migliorare le proprie attività è necessario raccogliere dati e informazioni, ed analizzare le condizioni che eventualmente hanno determinato livelli di adeguatezza o di performance non soddisfacenti. Alcuni dati possono essere raccolti a livello di sistema, in altri casi il monitoraggio dei dati può essere effettuato nell'ambito della singola Unità Operativa Complessa attraverso l'analisi ad esempio della documentazione clinica. Il monitoraggio sistematico dei dati effettuato dalla struttura, laddove non specificato, non è da effettuarsi in continuo ma sulla base di un campione rappresentativo del processo da analizzare. Se non sono presenti specifici riferimenti circa la frequenza, è la struttura stessa a definirla. - Fase 4 (Act) - Miglioramento della qualità: Le evidenze previste da tale fase prevedono che l'organizzazione documenti la valutazione e l'analisi dei dati e delle informazioni al fine di definire le priorità per l'implementazione di specifiche iniziative atte a migliorare la qualità e la sicurezza dell'organizzazione.
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IL PROCESSO DI ACCREDITAMENTO
Questo manuale si propone di essere uno strumento per autovalutare, monitorare e migliorare la qualità e la sicurezza delle prestazioni. Il manuale si basa su due approcci complementari: - la pianificazione e l'implementazione delle attività fasi che indicano le attività e i processi che dovrebbero essere presenti all'interno dell'organizzazione; - il monitoraggio e il miglioramento che puntano a monitorare i processi sanitari e gli esiti e forniscono uno strumento quantitativo per valutare le variazioni della performance nel tempo e innescare il ciclo del miglioramento continuo. Nello specifico questo documento ha l'obiettivo di facilitare: - la valutazione delle prestazioni e dei processi erogati; - il miglioramento del coordinamento dell'assistenza con gli altri soggetti erogatori; - la formulazione e l'individuazione di azioni per il miglioramento delle attività; - il coinvolgimento dei professionisti e dei pazienti nel miglioramento delle attività. Le strutture ambulatoriali che affrontano il percorso di accreditamento istituzionale debbono effettuare un'autovalutazione della propria organizzazione, in maniera tale da valutare la propria distanza dalle attività richieste dai requisiti e individuare le azioni rilevanti da implementare prima della verifica sul campo da parte degli organi deputati. La verifica sul campo varia nel numero di giorni e nel numero di valutatori a seconda delle dimensioni e della complessità della struttura ambulatoriale. La valutazione, relativa alla verifica sul campo dell'adesione ai requisiti, sarà condotta da un team di valutatori, appositamente formati che garantiscono una specifica competenza tecnica e per i quali siano posti in essere condizioni tali da assicurare imparzialità e trasparenza nelle valutazioni, capaci di raccogliere informazioni utili ed evidenze (documentali o di altro tipo) per verificare la rispondenza della struttura ai requisiti prefissati e assicurare una omogeneità di valutazione dei requisiti su tutto il territorio regionale. I valutatori verificano il soddisfacimento delle evidenze che caratterizzano le 4 fasi in cui si articolano i singoli requisiti (pianificazione, implementazione, monitoraggio, miglioramento della qualità). Tali fasi sono strutturate in maniera tale da stimolare il miglioramento continuo della qualità e il soddisfacimento delle esigenze del cittadino/paziente. Gli strumenti per la valutazione del livello di soddisfacimento dei requisiti sono caratterizzati da una revisione della documentazione, da interviste e osservazione sul campo. Dopo la verifica sul campo, viene redatto un report caratterizzato dai seguenti elementi: - Nome e descrizione dell'organizzazione; - Eventuali requisiti non applicabili, requisiti o evidenze esclusi dal processo di valutazione; - La valutazione dei requisiti; - Eventuali raccomandazioni.
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1° Criterio/fattore di qualità - ATTUAZIONE DI UN SISTEMA DI GESTIONE DELLE STRUTTURE AMBULATORIALI
"Fornisce garanzia di buona qualità della assistenza ambulatoriale, una gestione della organizzazione sanitaria che governi le dimensioni più fortemente collegate alla specifica attività di cura e assistenza in una ottica di miglioramento continuo" Per corrispondere a tale criterio, ogni struttura che eroga prestazioni in regime ambulatoriale dovrà documentare che siano soddisfatti i requisiti che evidenzino: - Modalità di pianificazione, programmazione e organizzazione delle attività di assistenza e di supporto; - Programmi per lo sviluppo di reti assistenziali; - Definizione delle responsabilità; - Modalità e strumenti di gestione delle informazioni (sistemi informativi, documenti e dati); - Modalità e strumenti di valutazione della qualità dei servizi; - Modalità di prevenzione e gestione dei disservizi. ## Requisito 1.1 Modalità di pianificazione, programmazione e organizzazione delle attività di assistenza e di supporto ### Campo d'applicazione Strutture che erogano prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito, approvato e diffuso: - un documento in cui sono chiaramente identificati la visione, la missione e i valori dell'organizzazione; - una politica di riferimento per una gestione secondo criteri di eticità, a garanzia dell'erogazione di assistenza sanitaria nel rispetto di norme legali, etiche, finanziarie e commerciali e a tutela del paziente e dei suoi diritti; - il piano annuale delle attività e della qualità dell'organizzazione in cui sono definiti gli obiettivi di attività e di qualità che si basano sull'analisi della domanda di servizi/prestazioni del territorio e prevedono per la loro formulazione il coinvolgimento del personale, dei rappresentanti della comunità di riferimento e le associazioni di tutela del malato. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della applicazione di una politica di riferimento per una gestione della struttura sanitaria secondo criteri di eticità e che tale politica supporta il processo decisionale; esiste evidenza dell'esplicitazione da parte della Direzione degli obiettivi e delle funzioni ad esse assegnate; l'organizzazione sviluppa relazioni con altre organizzazioni e servizi territoriali per il raggiungimento degli obiettivi strategici e organizzativi ed esiste evidenza delle relazioni implementate (es. verbali degli incontri effettuati). ### Fase 3: Monitoraggio L'organizzazione monitora e verifica l'attuazione del piano annuale delle attività e della qualità e monitora il raggiungimento degli obiettivi di budget, attività, qualità e costi; vi è evidenza della revisione periodica del piano annuale delle attività e della qualità sulla base degli indirizzi regionali e sulle indicazioni provenienti dal personale operante nella struttura, dai rappresentanti della comunità di riferimento e dalle associazioni di tutela dei pazienti; i risultati del monitoraggio delle attività vengono condivisi attraverso modalità definite all'interno e all'esterno dell'organizzazione (direzione, personale, territorio, organizzazione di cittadini). ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate, la Direzione individua e implementa specifiche azioni per migliorare l'efficacia dei piani annuali di attività e di qualità; sulla base delle analisi effettuate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità delle attività di assistenza e supporto; controlla, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati. ## Requisito 1.2 Programmi per lo sviluppo di reti assistenziali ### Campo d'applicazione Strutture che erogano prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito, formalizzato e diffuso documenti di indirizzo (protocolli, linee-guida, procedure, programmi di ricerca e formazione) che descrivono: - i collegamenti funzionali ed il funzionamento delle reti assistenziali che vedono l'integrazione tra struttura ambulatoriale e territorio e promuove modelli di continuità garantendo costante e reciproca comunicazione attraverso lo sviluppo di specifici percorsi assistenziali in grado di garantire la continuità assistenziale per i pazienti anche in collegamento con le strutture sanitarie e socio-sanitarie; - il collegamento funzionale con le altre strutture nell'ambito delle reti di cure palliative e di terapia del dolore per il paziente adulto e pediatrico in attuazione della legge 15 marzo 2010 n. 38 "Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore". L'organizzazione ha definito, formalizzato e diffuso: - accordi con servizi esterni per la gestione dei servizi di laboratorio qualora non siano disponibili all'interno dell'organizzazione; - accordi e protocolli con servizi esterni per la gestione dei servizi di anestesia e rianimazione in ottemperanza alle norme, ai regolamenti e agli standard regionali e nazionali, qualora non siano disponibili all'interno dell'organizzazione; - accordi e protocolli con servizi esterni per la gestione dei servizi di diagnostica per immagini, qualora non siano disponibili all'interno dell'organizzazione; - un protocollo formalizzato per il raccordo della struttura che eroga prestazioni di chirurgia ambulatoriale con la struttura ospedaliera di riferimento. ### Fase 2: Implementazione Sono attuati specifici percorsi assistenziali in grado di garantire la continuità assistenziale per i pazienti, all'interno delle reti assistenziali integrate. ### Fase 3: Monitoraggio La direzione effettua una raccolta dati sulla realizzazione e il raggiungimento degli obiettivi dell'organizzazione all'interno delle reti assistenziali e valuta la corrispondenza tra quanto pianificato e attuato; vi è evidenza del periodico monitoraggio e controllo da parte dell'organizzazione dell'applicazione delle procedure di gestione della richiesta di esami, dei campioni e dei servizi esterni di laboratorio e sono presenti i report di valutazione della qualità dei servizi di laboratorio; vi è evidenza del periodico monitoraggio e controllo da parte dell'organizzazione dell'applicazione delle procedure per la gestione dei servizi esterni di diagnostica per immagini e anestesia e sono presenti i report di valutazione della qualità dei servizi di diagnostica per immagini. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità del sistema delle reti assistenziali, delle reti di cure palliative e di terapia del dolore per il paziente adulto e pediatrico, nonché delle reti tra centri regionali; controlla, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati. ## Requisito 1.3 Definizione delle responsabilità ### Campo d'applicazione Strutture che erogano prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione Sono presenti, sono stati formalizzati, approvati e diffusi documenti che descrivono la struttura di governo dell'organizzazione, gli strumenti e documenti di delega delle responsabilità, i processi e le relative responsabilità clinico/assistenziali-organizzative, le modalità di valutazione delle performance dei vari responsabili e dirigenti, insieme ai relativi criteri di valutazione. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della comunicazione della struttura di governo, da parte della Direzione, all'intera organizzazione. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza di una valutazione dell'efficacia dell'organizzazione, delle responsabilità e degli strumenti di delega da effettuare periodicamente ed ogni qualvolta si presenti un cambiamento significativo nell'organizzazione e nell'erogazione dei servizi della struttura. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e dei risultati annuali raggiunti, la Direzione e i singoli dirigenti effettuano una valutazione delle priorità, individuano e implementano specifiche azioni per il miglioramento della qualità dei processi, dell'organizzazione, delle responsabilità e del sistema di delega; controllano, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati. ## Requisito 1.4 Le modalità e gli strumenti di gestione delle informazioni (sistemi informativi e dati) ### Campo d'applicazione Strutture che erogano prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito e approvato procedure e linee guida per la gestione della sicurezza nell'accesso tenuta dei dati, ivi compresa la loro integrità, nel rispetto e in ottemperanza alla legislazione e alla normativa vigente in materia di privacy, riservatezza e sicurezza delle informazioni. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della integrazione dei sistemi informativi al fine di: - documentare la tracciatura dei dati sanitari e la gestione e la trasmissione delle informazioni sia di carattere gestionale che sanitario; - raccogliere i dati per il supporto alle attività di pianificazione e controllo; - collaborare al debito informativo verso il Ministero della Salute (NSIS); - garantire la trasparenza e l'aggiornamento sistematico delle liste di attesa; - garantire informazioni tempestive e trasparenti nella prenotazione delle prestazioni sanitarie. Il personale è stato formato e applica le procedure e le linee guida per la gestione della sicurezza e riservatezza di informazioni e dati, ivi compresa la loro integrità, nel rispetto e in ottemperanza alla legislazione e alla normativa vigente in materia e lavora in accordo con quanto previsto dalle stesse. ### Fase 3: Monitoraggio L'organizzazione monitora la qualità delle informazioni e dei dati in termini di affidabilità, accuratezza e validità sia per quelli provenienti da fonti interne che per quelli provenienti da fonti esterne. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità dei sistemi informativi, della sicurezza nell'accesso ai dati e tenuta dei dati, ivi compresa la loro integrità, affidabilità, accuratezza e validità (sia per quelli provenienti da fonti interne che per quelli provenienti da fonti esterne); ne valuta la corretta applicazione nel rispetto e in ottemperanza alla legislazione e alla normativa vigente in materia. ## Requisito 1.5 Le modalità e gli strumenti di valutazione della qualità dei servizi ### Campo d'applicazione Strutture che erogano prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione Vi è evidenza della formalizzazione e diffusione: - di un programma e di procedure (strumenti, modalità e tempi) per la valutazione degli esiti, della qualità delle prestazioni e dei servizi che includa la definizione di standard di prodotto/percorso organizzativo e dei relativi indicatori di valutazione (volumi, appropriatezza, esiti, ecc.). Il monitoraggio deve includere almeno: - qualità clinico/assistenziale; - qualità organizzativa; - qualità percepita; - delle responsabilità relative alla valutazione delle prestazioni e dei servizi. ### Fase 2: Implementazione Le attività di valutazione degli esiti, della qualità delle prestazioni e dei servizi sono documentate (es.: la presenza di report quantitativi o qualitativi sulla qualità dei servizi) con periodicità almeno annuale e vi è evidenza della partecipazione del personale a tali attività; vi è evidenza che l'organizzazione ha comunicato i risultati delle valutazioni ai livelli adeguati ed ha attivato il confronto con le parti interessate (es.: diffusione di report sulla qualità dei servizi erogati, sia all'interno della struttura sia all'esterno e in particolare all'utenza); vi è evidenza nelle strutture ambulatoriali dell'impiego di strumenti di valutazione scientificamente riconosciuti per la misurazione dell'aderenza alle linee guida; i pazienti e le organizzazioni di cittadini sono incoraggiati a fornire giudizi sulle cure ricevute e vi è evidenza della loro partecipazione alla valutazione della qualità dei servizi. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del controllo e dell'adeguamento periodico del sistema di valutazione della qualità del servizio in maniera tale da garantire la validità e l'affidabilità di tutte le misure nel tempo e delle strategie di comunicazione dei dati. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base dei dati derivanti dalla valutazione delle prestazioni e dei servizi, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento delle performance (vedi requisito 7.1). Vi è evidenza dell'efficacia delle azioni correttive eventualmente messe in atto. ## Requisito 1.6 Le modalità di prevenzione e di gestione dei disservizi ### Campo d'applicazione Strutture che erogano prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito e approvato un programma per la prevenzione e la gestione dei disservizi che prevede la definizione e la formalizzazione di procedure/attività per la raccolta, la tracciabilità e l'analisi dei disservizi e la predisposizione dei relativi piani di miglioramento. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della messa in atto di un processo di comunicazione esterna alimentato anche dalle informazioni provenienti dai cittadini attraverso la gestione delle segnalazioni e dei reclami; vi è evidenza delle attività di analisi dei principali processi per l'individuazione delle fasi nelle quali è possibile che si verifichino disservizi (es.: errori, ritardi, incomprensioni tra operatore e utente). ### Fase 3: Monitoraggio Vi è l'evidenza di un'attività di monitoraggio: - per verificare la frequenza delle diverse tipologie di disservizi all'interno dell'organizzazione; - per valutare l'efficacia della strategia di comunicazione esterna. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Vi è l'evidenza di un processo documentato per l'individuazione, lo sviluppo e il monitoraggio di azioni correttive, preventive e di miglioramento (vedi requisito 7.1) finalizzate all'eliminazione o alla riduzione della ricorrenza del disservizio; è presente l'evidenza di modifiche apportate all'organizzazione derivate dalla valutazione dei disservizi e della valutazione della loro efficacia.
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2° Criterio/fattore di qualità - PRESTAZIONI E SERVIZI
"È buona prassi che l'organizzazione descriva la tipologia e le caratteristiche delle prestazioni e dei servizi erogati e individui i metodi di lavoro da adottarsi, come pratica del governo clinico-assistenziale sui quali fondare azioni successive di valutazione della performance e della comunicazione con i pazienti ed i cittadini" Per corrispondere a tale criterio, ogni struttura che eroga prestazioni in regime ambulatoriale dovrà documentare che siano soddisfatti i requisiti che evidenzino: - La tipologia delle prestazioni e dei servizi erogati - La presenza di percorsi assistenziali che comprendono: - Eleggibilità e presa in carico dei pazienti - Continuità assistenziale - Monitoraggio e valutazione ## Requisito 2.1 Tipologia di prestazioni e di servizi erogati ### Campo d'applicazione Strutture che erogano prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito e approvato le linee guida per la redazione, la diffusione e le modalità di distribuzione di una Carta dei Servizi che assicuri la piena informazione circa le modalità erogative, i contenuti e la capacità delle prestazioni di servizio e gli impegni assunti nei confronti dei pazienti e dei cittadini nonché la presenza di materiale informativo (multilingua) a disposizione dell'utenza. ### Fase 2: Implementazione È presente e viene diffusa la Carta dei Servizi e il materiale informativo a disposizione dell'utenza. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza della periodica rivalutazione da parte dell'organizzazione della struttura della qualità delle informazioni contenute nella Carta dei Servizi, della qualità del materiale informativo a disposizione dell'utenza e delle modalità di diffusione e distribuzione. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità delle informazioni contenute nella Carta dei Servizi e nel materiale informativo a disposizione degli utenti; controlla, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto gli effetti desiderati. ## Requisito 2.2.1 Eleggibilità e presa in carico dei pazienti ### Campo d'applicazione Strutture che erogano prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito, formalizzato e diffuso: - i criteri per l'eleggibilità dei pazienti ambulatoriali; - procedure e regolamenti per la gestione trasparente delle prenotazioni e delle liste di attesa; - protocolli, linee guida e procedure per la corretta gestione del paziente ambulatoriale per le specifiche discipline in linea con la Medicina Basata sulle Evidenze; - linee guida e procedure per la definizione di un processo di valutazione iniziale multidisciplinare e multiprofessionale per l'identificazione dei bisogni del paziente ambulatoriale, mediante scale di valutazione riconosciute, validate e adottate dalla normativa nazionale e regionale; - procedure operative contestualizzate relative a percorsi differenziati per i pazienti ambulatoriali. I percorsi differenziati specifici per i pazienti ambulatoriali sono basati sulla valutazione delle necessità del paziente e sui risultati dei test diagnostici ed oltre a comprendere la pianificazione dei trattamenti contengono informazioni riguardanti: - valutazioni cliniche, ambientali e strumentali; - valutazione e gestione del dolore; - la somministrazione dei medicinali; - interventi/trattamenti; - obiettivi/risultati attesi; - operatori coinvolti. ### Fase 2: Implementazione È presente per ogni paziente trattato una cartella ambulatoriale dove è registrata tutta l'attività sanitaria erogata e vi è evidenza della tracciabilità dell'applicazione dei criteri, dei protocolli, delle linee guida e delle procedure per l'eleggibilità, la valutazione iniziale, la presa in carico multidisciplinare e multiprofessionale, la gestione del paziente ed i percorsi ambulatoriali; è individuato un medico responsabile per ogni attività clinica svolta; vengono fornite ad ogni paziente informazioni riguardanti la preparazione ai trattamenti ed eventuali suggerimenti o prescrizioni per il periodo successivo a questi; vi è evidenza che la struttura ambulatoriale identifica quei pazienti che necessitano di cure addizionali che vanno oltre lo scopo e la missione dell'organizzazione ed indirizzano i pazienti presso altri centri al fine di effettuare ulteriori valutazioni, trattamenti e follow- up; vengono attuate attività di promozione della salute in relazione alle patologie trattate con il coinvolgimento dei pazienti e dei familiari. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza della verifica da parte dell'organizzazione dell'applicazione: - dei protocolli e delle procedure per la valutazione iniziale dei pazienti, dei criteri per l'eleggibilità e la presa in carico multidisciplinare e multiprofessionale dei pazienti ambulatoriali; - dei trattamenti e delle procedure per la gestione del paziente ambulatoriale per le specifiche discipline; - procedure operative contestualizzate relative ai percorsi differenziati dei pazienti ambulatoriali. Vi è evidenza della periodica revisione e del periodico aggiornamento: - dei protocolli e delle linee guida per la gestione del paziente ambulatoriale secondo la Medicina Basata sulle Evidenze; - delle procedure operative contestualizzate relative ai percorsi differenziati dei pazienti ambulatoriali. Vi è evidenza del monitoraggio da parte dell'organizzazione dei tempi di attesa per le prestazioni e della corretta gestione delle prenotazioni; vi è evidenza della rivalutazione dei bisogni e delle condizioni dei pazienti a intervalli basati sulle necessità del paziente, al fine di determinare il risultato delle cure, l'eventuale necessità di ulteriori servizi o la pianificazione del proseguimento della cura, la revisione del percorso assistenziale specifico quando viene rilevato un cambiamento delle condizioni o della diagnosi del paziente. Tali rivalutazioni dei pazienti sono registrate nella documentazione ambulatoriale; è effettuata la sorveglianza continua del paziente ed il monitoraggio dei parametri vitali adeguato alle procedure cui viene sottoposto il paziente e per tutta la durata della prestazione, compresa la fase preoperatoria e postoperatoria, nonché la sorveglianza e il monitoraggio delle possibili complicanze cliniche (anestesiologiche ed operatorie). ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione e i singoli dirigenti effettuano una valutazione delle priorità, individuano e implementano specifiche azioni per il miglioramento della qualità dei processi di presa in carico dei pazienti ambulatoriali; vi è, inoltre, evidenza del controllo che le azioni intraprese abbiano raggiunto gli effetti desiderati. ## Requisito 2.2.2 Passaggio in cura (continuità assistenziale) e follow-up ### Campo d'applicazione Strutture che erogano prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito, approvato e diffuso: - protocolli e linee guida per la pianificazione della continuità assistenziale dei pazienti (appropriatezza dei passaggi in cura e del follow up dei pazienti ambulatoriali); - procedure per la determinazione dei pazienti da sottoporre a follow-up; - protocolli, linee guida e procedure per la definizione dei collegamenti funzionali tra il servizio ambulatoriale e i servizi territoriali, i medici curanti, le strutture sanitarie, socio sanitarie/assistenziali e sociali coinvolte nella cura, assistenza e riabilitazione del paziente; - programmi di prosecuzione delle cure a domicilio che prevedano l'educazione e l'addestramento del paziente e dei familiari su tematiche che riguardano: procedure di emergenza, l'uso sicuro dei medicinali e dei presidi medici, le potenziali interazioni tra cibo e medicinali, la guida alla nutrizione del paziente, la terapia del dolore e le tecniche di riabilitazione. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza dell'adozione da parte dell'organizzazione di modalità strutturate per il trasferimento delle informazioni rilevanti durante i passaggi di consegna, i trasferimenti e i processi di dimissione; sono pianificate rivalutazioni/controlli dei pazienti secondo tipologie e periodicità definite; esiste evidenza che il paziente sia opportunamente informato sul proseguimento delle cure; sono attuati i programmi di prosecuzione delle cure a domicilio e vi è evidenza delle attività di educazione e addestramento di pazienti e familiari; vi è evidenza che sia fornita al paziente specifica relazione clinica finale per il medico curante contenente, per i pazienti sottoposti a interventi di chirurgia ambulatoriale: - le informazioni relative alla gestione delle complicanze; - i nominativi degli operatori, la procedura eseguita, l'ora dell'inizio e della fine della procedura, le eventuali tecniche sedative del dolore o il tipo di anestesia praticata e i consigli terapeutici proposti ed eventuali riferimenti in caso di insorgenza di problematiche a domicilio. Nel caso di complicanze non gestibili in loco, o di impossibilità al trasferimento del paziente al proprio domicilio, l'organizzazione garantisce, utilizzando una specifica procedura condivisa, il trasporto del paziente ad una struttura ospedaliera di riferimento, con possibilità di ricovero, situato ad una distanza percorribile in un tempo che consenta il trattamento delle complicanze. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio dell'applicazione: - dei processi, dei protocolli e linee guida per la continuità assistenziale dei pazienti ambulatoriali e il coordinamento delle cure (appropriatezza dei trasferimenti e del follow up); - procedure per la determinazione dei pazienti da sottoporre a follow- up e vi è evidenza dello svolgimento delle rivalutazioni e dei controlli dei pazienti secondo le periodicità pianificate; dei programmi di prosecuzione delle cure a domicilio e delle attività di addestramento ed educazione dei pazienti e dei familiari/caregiver. Vi è evidenza del periodico monitoraggio e controllo da parte della Direzione delle modalità strutturate per il trasferimento delle informazioni rilevanti durante i passaggi di consegna e i trasferimenti delle cure presso altri ambulatori o altre tipologie di strutture. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione e i singoli dirigenti effettuano una valutazione delle priorità, individuano e implementano specifiche azioni per il miglioramento della qualità: - dei processi relativi a continuità assistenziale, passaggio in cura e follow-up del paziente ambulatoriale; - dei sistemi di monitoraggio e valutazione della qualità del percorso assistenziale del paziente ambulatoriale (vedi requisito 2.2.3); - dell'esperienza di cura da parte dei pazienti e dei familiari (vedi requisito 2.2.3). Vi è, inoltre, evidenza del controllo che le azioni intraprese abbiano raggiunto gli effetti desiderati. ## Requisito 2.2.3 Monitoraggio e valutazione ### Campo d'applicazione Strutture che erogano prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito degli obiettivi per la qualità della gestione del percorso ambulatoriale del paziente; l'organizzazione ha selezionato gli indicatori chiave per la valutazione della performance clinico-assistenziale/riabilitativa tenendo conto della "scienza" o della "evidenza" a supporto di ogni singolo indicatore. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza del monitoraggio e della valutazione del grado di conformità delle attività ai protocolli e alle linee guida Evidence Based Medicine e Evidence Based Nursing secondo quanto previsto dalle procedure (ad es. monitoraggio dei tempi, delle modalità e dei contenuti della presa in carico, della valutazione iniziale e del piano di trattamento, della continuità assistenziale e dimissione, in accordo con gli obiettivi stabiliti); vi è evidenza dei risultati del monitoraggio degli indicatori chiave per la valutazione della performance clinico-assistenziale/riabilitativa tenendo conto della "scienza" o della "evidenza" a supporto di ogni singolo indicatore; vi è evidenza dei risultati del monitoraggio e della valutazione della qualità del percorso assistenziale del paziente ambulatoriale, dalla presa in carico al follow up; vi è evidenza dello svolgimento di indagini sulla soddisfazione dei pazienti e dei familiari riguardo il percorso assistenziale del paziente ambulatoriale e/o di valutazioni della qualità del percorso assistenziale del paziente ambulatoriale da parte delle organizzazioni di cittadini; è presente evidenza dei risultati di un'analisi retrospettiva su eventi avversi, incidenti, near miss manifestati durante l'episodio di cura/trattamento/assistenza. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza dell'aggiornamento in termini di efficacia ed affidabilità dei sistemi di misura degli esiti e della qualità dei percorsi di cura. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità: - dei sistemi di monitoraggio e valutazione della qualità del percorso assistenziale del paziente ambulatoriale e del percorso di cura; - dell'esperienza di cura da parte dei pazienti e dei familiari. Vi è, inoltre, evidenza del controllo che le azioni intraprese abbiano raggiunto gli effetti desiderati. ## Requisito 2.3 La modalità di gestione della documentazione ambulatoriale ### Campo d'applicazione Strutture che erogano prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha formalizzato e diffuso un documento che definisce: - i requisiti per la redazione, l'aggiornamento, la conservazione e la verifica della documentazione ambulatoriale e del registro operatorio (per i pazienti sottoposti a interventi di chirurgia ambulatoriale) nonché le relative modalità di controllo; - uno specifico campo nel foglio ambulatoriale dedicato alla riconciliazione dei farmaci e di altre tecnologie (transition) ai fini della sicurezza dei pazienti nei trasferimenti nell'ambito di diversi setting assistenziali; - gli aspetti legati al tema della privacy e della riservatezza delle informazioni, della sicurezza nell'accesso alla documentazione ambulatoriale e tenuta dei dati, ivi compresa la loro integrità, nel rispetto e in ottemperanza alla legislazione e alla normativa vigente in materia; - i tempi di accesso alla documentazione ambulatoriale; - le modalità per le attività di valutazione della qualità della documentazione ambulatoriale e l'implementazione di azioni correttive se necessario. ### Fase 2: Implementazione Gli elementi che caratterizzano la presa in carico del paziente, il processo assistenziale e che garantiscono la continuità assistenziale sono tracciati all'interno della documentazione ambulatoriale; la comunicazione e l'invio della documentazione ambulatoriale ai professionisti all'interno del servizio e ai colleghi di strutture esterne è garantita in tempo utile. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza dei risultati del monitoraggio e della valutazione da parte dell'organizzazione: - della qualità della documentazione ambulatoriale; - del soddisfacimento delle regole che caratterizzano la gestione della documentazione; - del rispetto dei tempi definiti per l'accesso alla documentazione ambulatoriale. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità ed individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento: - della qualità della documentazione ambulatoriale; - della politica relativa alla privacy e alla riservatezza delle informazioni contenute nella documentazione ambulatoriale; - della sicurezza nell'accesso e tenuta dei dati contenuti nella documentazione ambulatoriale, ivi compresa la loro integrità; - dei tempi di accesso alla documentazione ambulatoriale. Inoltre vi è evidenza del controllo che le azioni intraprese abbiano raggiunto gli effetti desiderati (vedi requisito 7.1).
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3° Criterio/fattore di qualità – ASPETTI STRUTTURALI
"L'organizzazione cura la idoneità all'uso delle strutture e la puntuale applicazione delle norme relative alla manutenzione delle attrezzature; è buona prassi che dia evidenza del contributo del personale nella gestione delle stesse" Per corrispondere a tale criterio, ogni struttura che eroga prestazioni in regime ambulatoriale dovrà documentare che siano soddisfatti i requisiti che evidenzino: - L'idoneità all'uso delle strutture - La gestione e manutenzione delle attrezzature ## Requisito 3.1 L'idoneità all'uso delle strutture ### Campo d'applicazione Strutture che erogano prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione Vi è evidenza della pianificazione e l'inserimento a bilancio del potenziamento o sostituzione di impianti, edifici o componenti necessari a garantire l'idoneità all'uso e la sicurezza della struttura nel rispetto delle leggi, dei regolamenti e degli altri requisiti che si applicano all'organizzazione; l'organizzazione ha formalizzato e diffuso il programma di gestione del rischio ambientale e di gestione delle infrastrutture che consente di individuare le situazioni che mettono in pericolo la sicurezza di beni e persone e di gestire le aree a rischio (Sicurezza e Vigilanza; Materiali Pericolosi; Radioprotezione; Emergenze; Protezione antincendio; Apparecchiature Medicali; Impianti fissi; Gestione dei rifiuti); l'organizzazione ha approvato i piani per la formazione e il coinvolgimento del personale per la sicurezza della struttura e dell'ambiente di lavoro. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della messa in atto: - del piano per il potenziamento o sostituzione di impianti, edifici o componenti necessari a garantire l'idoneità all'uso e la sicurezza della struttura nel rispetto delle leggi, dei regolamenti e degli altri requisiti che si applicano all'organizzazione; - del programma di gestione del rischio ambientale e di gestione delle infrastrutture, dell'individuazione delle situazioni che mettono in pericolo la sicurezza di beni e persone e della gestione delle aree a rischio (Sicurezza e Vigilanza; Materiali Pericolosi; Radioprotezione; Emergenze; Protezione antincendio; Apparecchiature Medicali; Impianti fissi; Gestione dei rifiuti). Vi è evidenza delle attività di formazione e coinvolgimento del personale per la sicurezza della struttura e dell'ambiente di lavoro. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del periodico monitoraggio: - della implementazione e dell'efficacia del programma di gestione del rischio ambientale e di gestione delle infrastrutture; - del livello di sicurezza della struttura ed è presente la documentazione delle attività di monitoraggio dell'idoneità della struttura e della valutazione dei dati raccolti in relazione a incidenti, infortuni e altri eventi a supporto della pianificazione della riduzione dei rischi della struttura (ad es. report, audit ed incontri periodici relativi alla identificazione dei rischi e alla gestione della sicurezza della struttura). Vi è evidenza del monitoraggio dell'efficacia delle attività di formazione e coinvolgimento del personale per la sicurezza della struttura e dell'ambiente di lavoro, anche attraverso dimostrazioni, simulazioni e altri metodi idonei opportunamente documentate. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione e i singoli dirigenti effettuano una valutazione delle priorità, individuano e implementano specifiche azioni per il miglioramento della qualità ed efficacia: - del programma di gestione del rischio ambientale; - delle attività di pianificazione e dell'inserimento a bilancio del potenziamento o sostituzione di impianti, edifici o componenti necessari a garantire l'idoneità all'uso, la sicurezza e l'efficacia della struttura; - delle attività di formazione e coinvolgimento del personale per la sicurezza della struttura e dell'ambiente di lavoro; - Controllano, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati. ## Requisito 3.2 Gestione e manutenzione delle attrezzature ### Campo d'applicazione Strutture che erogano prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito e formalizzato un piano in cui siano esplicitate e programmate le azioni per la gestione e la manutenzione (straordinaria e preventiva) delle attrezzature in particolare delle attrezzature biomedicali e lo stesso è stato comunicato ai diversi livelli operativi; - l'organizzazione ha definito, formalizzato e diffuso una procedura per l'identificazione di tutte le attrezzature utilizzate. ### Fase 2: Implementazione È presente un inventario aggiornato di tutte le attrezzature utilizzate; vi è evidenza che la documentazione tecnica relativa alle singole attrezzature, obbligatoriamente fornita al momento dell'acquisto, risulta a corredo delle stesse e resa disponibile alla funzione preposta per la manutenzione; in relazione alle singole attrezzature vi è evidenza della presenza della documentazione delle ispezioni, collaudi e interventi di manutenzione; vi è evidenza dell'implementazione del programma di formazione sull'utilizzo delle attrezzature che prevede periodi di addestramento del personale coinvolto nell'utilizzo, manutenzione e dismissione di dispositivi medici/apparecchi elettromedicali. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio periodico da parte della Direzione della corretta gestione delle attrezzature in particolare delle attrezzature biomedicali; il piano di manutenzione (straordinaria e preventiva) è valutato, rivisto e aggiornato con una periodicità annuale; l'organizzazione verifica periodicamente le conoscenze del personale utilizzatore delle modalità di utilizzo dei dispositivi medici/apparecchi elettromedicali per mezzo di dimostrazioni, simulazioni e altri metodi idonei. Tale verifica è documentata. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione e i singoli dirigenti effettuano una valutazione delle priorità, individuano e implementano specifiche azioni per il miglioramento della qualità e dell'efficacia: - del programma di gestione e manutenzione delle attrezzature; - dei programmi di formazione e addestramento per l'utilizzo, la manutenzione e la dismissione di dispositivi medici/apparecchi elettromedicali. Le organizzazioni controllano che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati.
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4° Criterio/fattore di qualità – COMPETENZE DEL PERSONALE
"L'organizzazione deve curare che il personale possieda/acquisisca e mantenga le conoscenze e le abilità necessarie alla realizzazione in qualità e sicurezza delle specifiche attività" Per corrispondere a tale criterio, ogni struttura che eroga prestazioni in regime ambulatoriale dovrà documentare che siano soddisfatti i requisiti che evidenzino: - La programmazione e la verifica della formazione necessaria e specifica; - L'inserimento e l'addestramento di nuovo personale. ## Requisito 4.1 La programmazione e la verifica della formazione necessaria e specifica ### Campo d'applicazione Strutture che erogano prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha formalizzato e diffuso: - un documento in cui è individuato un responsabile per la formazione del personale; - un Piano di formazione, aggiornamento e addestramento annuale, formulato con il coinvolgimento degli operatori, che prevede: definizione degli standard di competenza per posizione, criteri di scelta delle priorità, monitoraggio delle competenze professionali e rilevazione dei fabbisogni formativi attraverso varie fonti informative, condivisione dei bisogni formativi, programmazione delle attività formative. L'organizzazione ha definito e formalizzato un programma per il mantenimento delle competenze e un processo per raccogliere, verificare e valutare le credenziali (abilitazione, studi, formazione, tirocinio, pratica, competenze ed esperienze) del personale medico, infermieristico e degli altri professionisti sanitari prevedendo un dossier formativo per singolo operatore. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della condivisione delle conoscenze acquisite all'esterno della struttura; vi è evidenza che le direzioni delle unità organizzative e il personale partecipano alla programmazione delle attività di formazione, aggiornamento e addestramento ed è documentato il coinvolgimento degli operatori, in accordo con quanto previsto dai documenti di indirizzo; vi è evidenza dell'implementazione del programma per il mantenimento delle competenze. Tutto il personale ha un proprio dossier formativo con l'evidenza dei corsi svolti; le informazioni sul personale e la formazione conseguita sono documentate per ciascun operatore e vi è evidenza della verifica da parte della direzione delle credenziali (abilitazione, formazione, pratica, competenze ed esperienze) del personale medico, infermieristico e degli altri professionisti sanitari. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio dell'implementazione e della valutazione dell'efficacia dei programmi di formazione continua, aggiornamento e addestramento e della soddisfazione da parte del personale. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione e i singoli dirigenti effettuano una valutazione delle priorità, individuano e implementano specifiche azioni per il miglioramento della programmazione e della verifica della formazione necessaria e specifica; controllano, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati. ## Requisito 4.2 L'inserimento e l'addestramento di nuovo personale ### Campo d'applicazione Strutture che erogano prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha formalizzato e diffuso un piano che definisce le modalità per l'accoglienza e l'affiancamento/addestramento del nuovo personale – neo assunto/trasferito compreso il personale volontario; l'organizzazione ha approvato e formalizzato: - il processo per la valutazione delle qualifiche dei neo assunti e dell'idoneità al ruolo; - un piano di formazione strutturata sul rischio clinico ed occupazionale verso i neo assunti, entro il 1° anno. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della messa in atto del piano di accoglienza e affiancamento/addestramento per i nuovi addetti del personale – neo assunto/trasferito - compreso il personale volontario, in maniera da consentire l'esercizio delle proprie funzioni; vi è evidenza della valutazione dell'idoneità al ruolo dei neoassunti e della valutazione delle capacità, delle conoscenze necessarie e dei comportamenti richiesti nel momento in cui il neo assunto comincia ad adempiere alle sue responsabilità lavorative; vi è evidenza dell'implementazione del piano di formazione strutturata sul rischio clinico verso i neo assunti entro il 1° anno. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio periodico da parte della Direzione dell'efficacia dei programmi di orientamento/ inserimento del nuovo personale - neo assunto/trasferito - compreso il personale volontario. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione e i singoli dirigenti effettuano una valutazione delle priorità, individuano e implementano specifiche azioni per il miglioramento della qualità dei programmi di orientamento e dei piani per l'inserimento dei nuovi addetti; controllano, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati.
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5° Criterio/fattore di qualità – COMUNICAZIONE
"Una buona comunicazione e relazione fra professionisti e con i pazienti garantisce allineamento ai comportamenti professionali attesi, aumento della sicurezza nella erogazione delle cure, partecipazione dei pazienti nelle scelte di trattamento" Per corrispondere a tale criterio, ogni struttura che eroga prestazioni in regime ambulatoriale dovrà documentare che siano soddisfatti i requisiti che evidenzino: - Le modalità di comunicazione interna alla struttura, che favoriscano la partecipazione degli operatori; - Le modalità di valutazione della relazione tra il personale e l'organizzazione (contesto organizzativo) attraverso l'analisi del clima organizzativo/soddisfazione degli operatori; - Le modalità e i contenuti delle informazioni da fornire ai pazienti e/o ai caregiver; - Le modalità di partecipazione dei pazienti nelle scelte clinico-assistenziali e le modalità di coinvolgimento dei pazienti e dei caregiver; - Le modalità di ascolto dei pazienti. ## Requisito 5.1 Le modalità di comunicazione interna alla struttura che favoriscono la partecipazione degli operatori. ### Campo d'applicazione Strutture che erogano prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito e formalizzato: - i flussi informativi e la reportistica in merito agli obiettivi, dati e informazioni relative alla performance, agli esiti e ai programmi di miglioramento della qualità e sicurezza del paziente; - le modalità di condivisione sistematica delle informazioni all'interno dell'organizzazione. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza di documentazione attestante la circolazione e la diffusione delle informazioni compresa la comunicazione e la diffusione a tutto il personale della missione, politiche, piani, obiettivi, budget, programmi di attività/risorse (vedi requisito 1.1); vi è evidenza della reportistica in merito agli obiettivi, dati e informazioni relative alla performance, agli esiti e ai programmi di miglioramento della qualità e sicurezza del paziente e della relativa diffusione (vedi requisito 2.2.3); vi è evidenza della messa in atto di modalità di condivisione sistematica delle informazioni all'interno dell'organizzazione utilizzando modalità multiple di comunicazione; vi è evidenza di momenti sistematici di coordinamento e di integrazione interni all'organizzazione. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza della valutazione da parte della Direzione dell'efficacia del sistema di comunicazione interna alla struttura almeno una volta ogni due anni. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate, delle criticità riscontrate e delle informazioni derivanti dall'analisi della reportistica, la Direzione e i singoli dirigenti effettuano una valutazione delle priorità, individuano e implementano specifiche azioni per il miglioramento della qualità del sistema di comunicazione interna alla struttura che favoriscano la partecipazione degli operatori; controllano, inoltre, che le eventuali azioni correttive intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati. ## Requisito 5.2 Le modalità di valutazione della relazione tra il personale e l'organizzazione (contesto organizzativo) attraverso l'analisi del clima organizzativo/soddisfazione degli operatori ### Campo d'applicazione Strutture che erogano prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito, formalizzato e diffuso le modalità che consentono la segnalazione/ascolto di suggerimenti da parte del personale. ### Fase 2: Implementazione Vengono implementati e facilitati momenti strutturati di analisi e confronto sulle criticità; vi è evidenza dell'effettuazione di una indagine sulla valutazione del clima aziendale e sulla soddisfazione del personale nell'ultimo triennio e i risultati sono stati presentati alla Direzione e diffusi al personale. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza della diffusione e condivisione dei risultati dell'indagine sulla valutazione del clima aziendale e della soddisfazione del personale, e della discussione ed analisi dei risultati anche in apposite riunioni con la Direzione. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione e i singoli dirigenti effettuano una valutazione delle priorità, individuano e implementano specifiche azioni per il miglioramento del clima organizzativo e della soddisfazione degli operatori; controllano, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati (vedi requisito 7.1). ## Requisito 5.3 Le modalità e i contenuti delle informazioni da fornire ai pazienti e/o ai caregiver ### Campo d'applicazione Strutture che erogano prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito e formalizzato una procedura: - per l'appropriata modalità di comunicazione con i pazienti e i caregiver; - per il coinvolgimento e l'informazione dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri di Famiglia. ### Fase 2: Implementazione È presente una Carta dei Servizi aggiornata e redatta con l'apporto di categorie professionali e delle associazioni di tutela e di volontariato rappresentative del collettivo dell'utenza; vi è evidenza della presenza di strumenti informativi sintetici (multilingua) da mettere a disposizione dei cittadini; vi è evidenza della messa in atto di una procedura per il coinvolgimento e l'informazione dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri di famiglia; vi è evidenza dell'informazione ricevuta dal paziente e dai familiari sulle precauzioni da adottare per la prevenzione delle infezioni correlate all'assistenza; l'organizzazione fornisce le informazioni sulla qualità dei suoi servizi; ai pazienti con accessi programmati vengono rilasciate informazioni in forma scritta su come accedere al servizio del successivo appuntamento; vi è evidenza che la comunicazione delle informazioni rivolte ai pazienti e ai familiari/caregiver avviene utilizzando una lingua, metodologia e linguaggio appropriati. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza che la documentazione per l'informazione dell'utenza è revisionata dall'organizzazione ad opportuni intervalli e comunque quando sono intervenute variazioni significative; viene effettuato il monitoraggio e la valutazione: - della soddisfazione del paziente in relazione alle informazioni fornite dalla organizzazione; - dell'efficacia dei processi di comunicazione delle informazioni ai pazienti e ai familiari-caregiver e dell'accesso ai servizi, anche per mezzo dell'analisi dei reclami/disservizi a queste correlate. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate e sulla base delle informazioni derivanti dall'analisi della reportistica, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità delle informazioni da fornire ai pazienti e ai caregiver; controlla, altresì, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati. ## Requisito 5.4 Le modalità di partecipazione dei pazienti nelle scelte clinico- assistenziali e le modalità di coinvolgimento dei pazienti e dei familiari/caregiver ### Campo d'applicazione Strutture che erogano prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito, formalizzato e diffuso: - una procedura per l'informazione al paziente e ai suoi familiari sui diritti e le responsabilità, per l'ascolto, l'educazione e il coinvolgimento dei pazienti e dei familiari al processo di cura; - una procedura per l'informazione partecipata del paziente e dei familiari (rischi e benefici del trattamento o indagine proposta, alternative disponibili, prima dell'apposizione della firma sul modulo di consenso) e per l'acquisizione del consenso informato; - una politica per la promozione della salute da parte dell'organizzazione in relazione alle maggiori patologie trattate; - un documento ufficiale, condiviso all'interno dell'organizzazione, in cui vengono definite le linee guida sui contenuti del consenso informato. Sono state esplicitate, in apposito documento aziendale, metodologie di coinvolgimento attivo dei pazienti e dei familiari, in materia di gestione del rischio clinico. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della messa in atto di: - una procedura per l'informazione al paziente e ai suoi familiari sui diritti e le responsabilità, per l'ascolto e l'educazione ed è documentato il coinvolgimento dei pazienti al processo di cura; - procedure per l'informazione del paziente (anche minori) e l'acquisizione del consenso informato prevedendo l'informazione partecipata; - delle metodologie di coinvolgimento attivo dei pazienti e dei familiari, in materia di gestione del rischio clinico. Vi è evidenza dell'informazione ricevuta dal paziente e dai familiari sugli elementi di tutela nella partecipazione a ricerche cliniche e dell'acquisizione del consenso informato prima della partecipazione del paziente ad attività di ricerca clinica, studi clinici e sperimentazioni cliniche; vi è evidenza dell'addestramento del personale sulle politiche e procedure per il coinvolgimento dei pazienti e dei familiari; vi è evidenza della presenza all'interno dell'organizzazione di un elenco delle prestazioni a rischio per le quali è prevista l'acquisizione di un formale consenso informato (es. anestesia/sedazione, diagnostica invasiva, terapie trasfusionali, ecc.); è presente evidenza che i consensi soddisfano i contenuti specificati dalle linee guida definite dall'organizzazione in merito alle modalità di redazione dei consensi; vi è evidenza che l'organizzazione fornisce ai pazienti e ai familiari informazioni su fattori significativi di promozione della salute relativi alla loro patologia e/o stato di salute. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza della valutazione dell'efficacia dei processi di coinvolgimento e partecipazione dei pazienti e familiari/caregiver; vi è evidenza della periodica valutazione della qualità delle informazioni ricevute dai pazienti su fattori significativi di promozione della salute relativi alla loro patologia e/o stato di salute. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate, delle criticità riscontrate e delle informazioni derivanti dall'analisi della reportistica, la Direzione e i singoli dirigenti effettuano una valutazione delle priorità, individuano e implementano specifiche azioni per il miglioramento: - delle modalità di partecipazione e coinvolgimento dei pazienti e dei familiari/caregiver; - della qualità delle informazioni ricevute dai pazienti su fattori significativi di promozione della salute relativi alla loro patologia e/o stato di salute. Vi è evidenza del controllo che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati (vedi requisito 7.1). ## Requisito 5.5 Modalità di ascolto dei pazienti ### Campo d'applicazione Strutture che erogano prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito, formalizzato e diffuso: - una politica e delle procedure per la presentazione e gestione dei reclami, osservazioni e suggerimenti; - modalità e strumenti per l'ascolto attivo dei pazienti e dei familiari/caregiver; - procedure per la valutazione della soddisfazione e dell'esperienza dei pazienti e dei familiari (indagini di customer satisfaction). ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della valutazione della soddisfazione e dell'esperienza de pazienti e dei familiari (indagini di customer satisfaction) su almeno il 10% dei pazienti trattati; vi è evidenza della diffusione dei risultati delle indagini di customer satisfaction (e delle eventuali misure di miglioramento adottate o da adottare) sul sito web aziendale; vi è evidenza della pubblicazione e diffusione di un report annuale relativo alla gestione dei reclami. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio dei tempi di risposta ai reclami e del confronto con lo standard definito all'interno della Carta dei Servizi; vi è evidenza della valutazione dell'efficacia da parte della Direzione delle modalità di ascolto dei pazienti e dei familiari/caregiver; vi è evidenza che i dati derivanti dall'analisi dei reclami e dai risultati delle valutazioni della soddisfazione e dell'esperienza utenti dei pazienti e dei familiari vengono discussi anche con le organizzazioni per i diritti dei pazienti. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate, delle criticità riscontrate e delle informazioni derivanti dall'analisi dei reclami e dei risultati delle valutazioni della soddisfazione e dell'esperienza utenti dei pazienti e dei familiari, la Direzione e i singoli dirigenti effettuano una valutazione delle priorità, individuano specifiche aree target e implementano azioni di miglioramento; controllano, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati (vedi requisito 7.1).
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6° Criterio/fattore di qualità - APPROPRIATEZZA CLINICA E SICUREZZA
"L'efficacia, l'appropriatezza, la sicurezza sono elementi essenziali per la qualità delle cure e debbono essere monitorati" Per corrispondere a tale criterio, ogni struttura che eroga prestazioni in regime ambulatoriale dovrà documentare che siano soddisfatti i requisiti che evidenzino: - Approccio alla pratica clinica secondo evidenze - Promozione della sicurezza e gestione dei rischi - Programma per la gestione del rischio clinico e modalità di gestione degli eventi avversi - Strategie sistematiche di comunicazione, formazione e sviluppo di competenze ## Requisito 6.1 Approccio alla pratica clinica secondo evidenze scientifiche ### Campo d'applicazione Strutture che erogano prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito, formalizzato e diffuso protocolli, linee guida, procedure per la definizione di percorsi specifici per i pazienti ambulatoriali formulate secondo i principi della Evidence Based Medicine e della Evidence Based Nursing. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della messa in atto di protocolli, linee guida e/o percorsi di cura/assistenza condivisi e formulati secondo i principi della Evidence Based Medicine/Evidence Based Nursing per l'attuazione dei percorsi specifici per i pazienti ambulatoriali e per lo svolgimento delle attività più rilevanti per rischio, frequenza e costo, per gestire le evenienze clinico-assistenziali più frequenti e di maggiore gravità; vi è evidenza dell'accessibilità al personale dei protocolli, linee guida, procedure; vi è evidenza dell'implementazione di tutte le buone pratiche regionali e delle raccomandazioni ministeriali di pertinenza; vi è evidenza del coinvolgimento del personale nell'implementazione e nell'applicazione dei protocolli, linee guida, procedure per la definizione dei percorsi specifici per i pazienti ambulatoriali, attraverso la diffusione delle conoscenze necessarie alla loro attuazione e la formazione specifica sui protocolli di assistenza ad essi correlati. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio e della valutazione: - dell'appropriatezza delle prestazioni; - dell'applicazione dei protocolli, linee guida e/o percorsi di cura/assistenza; - dell'applicazione delle buone pratiche e delle raccomandazioni ministeriali. Vi è evidenza dello svolgimento di audit multidisciplinari e/o multiprofessionali e sistematici per confrontare la pratica corrente con le linee guida basate sulle evidenze, i protocolli e i percorsi di cura/ assistenza definiti dall'organizzazione. I risultati dell'audit vengono comunicati al personale; vi è evidenza della rivalutazione e dell'aggiornamento periodico dei protocolli, linee guida, procedure sulla base delle evidenze cliniche disponibili. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento dell'approccio alla pratica clinica secondo evidenze scientifiche e dell'appropriatezza delle prestazioni, controllando l'efficacia delle azioni di miglioramento intraprese (vedi requisito 7.1). ## Requisito 6.2 L'organizzazione assicura la promozione della sicurezza e la gestione dei rischi ### Campo d'applicazione Strutture che erogano prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito formalizzato e diffuso il programma di prevenzione e riduzione delle infezioni associate all'assistenza sanitaria basato sulle attuali conoscenze scientifiche, sulle linee guida della pratica comunemente accettate (ad esempio linee guida dell'OMS sull'igiene delle mani e altre linee guida), sulla legislazione e la normativa vigenti in materia e sugli standard di igiene e pulizia pubblicati da enti locali o nazionali. Il programma di prevenzione e riduzione delle infezioni associate all'assistenza sanitaria prevede lo stanziamento di risorse adeguate, l'uso di dispositivi e tecniche di precauzione, l'utilizzo di procedure di isolamento, misure di barriera ed igiene delle mani, attività di sorveglianza microbiologica, sanificazione, disinfezione e sterilizzazione, lo smaltimento dei rifiuti e degli aghi taglienti e prevede la definizione di sistemi di reporting delle infezioni correlate all'assistenza; nelle strutture ove si effettuano procedure chirurgiche o invasive è applicata la checklist così come prevista dallo specifico documento del Ministero della Salute e dell'OMS; è presente ed è stato formalizzato un piano annuale per la gestione del rischio, orientato alla sicurezza di operatori, pazienti e ambiente, che preveda la definizione delle politiche per la sicurezza del paziente, le modalità per l'identificazione e la valutazione dei rischi, una lista dei processi e dei rischi maggiori identificati, le modalità di comunicazione con gli stakeholder e la gestione dei relativi contenziosi. Tale piano deve contemplare ruoli, responsabilità, risorse impiegate, monitoraggio, verifiche e formazione e deve essere approvato dalla Direzione. Il piano prevede la definizione di obiettivi specifici e misurabili; sono definite formalizzate e diffuse linee guida e procedure per la corretta effettuazione della selezione pre-operatoria dei pazienti attraverso l'utilizzo di scale di valutazione della American Society of Anesthesiology; l'organizzazione ha definito formalizzato e diffuso protocolli, linee guida e procedure per la programmazione di attività di valutazione del rischio derivante dagli esiti inattesi dei trattamenti; vi è evidenza di un Piano di formazione e aggiornamento sulla gestione del rischio clinico e sulle modalità di gestione degli eventi avversi; l'organizzazione ha definito formalizzato e diffuso protocolli, linee guida, procedure per la prima gestione in loco delle complicanze. ### Fase 2: Implementazione L'organizzazione ha individuato le aree e i processi a rischio. In particolare sono stati messi in sicurezza i processi relativi: - prevenzione e riduzione delle infezioni associate all'assistenza sanitaria e sono identificate le procedure e i processi associati al rischio di infezione; - cadute dei pazienti; - la corretta identificazione del paziente; - l'esecuzione delle principali manovre strumentali previste in ambito ambulatoriale; - la corretta gestione dei dispositivi medici durante le attività ambulatoriali; - la corretta identificazione del sito chirurgico e la corretta gestione del paziente chirurgico e della fase post chirurgica; - la gestione e cura dei pazienti ad alto rischio e per l'erogazione di prestazioni ad alto rischio; - la gestione di situazioni d'emergenza clinica e il trasferimento del paziente in idonea struttura; - la gestione dei processi relativi alle procedure invasive e all'inserzione del catetere venoso centrale; - la gestione dell'uso del sangue ed emoderivati; - la somministrazione dell'anestesia e della sedazione da parte di personale qualificato; - la somministrazione dei farmaci e della profilassiantibiotica; - la corretta raccolta, gestione e trasporto sicuro dei campioni di laboratorio; - la checklist di sala operatoria/ambulatorio di procedure invasive. È effettuata la selezione pre-operatoria dei pazienti attraverso l'utilizzo della classificazione della American Society of Anesthesiology che permette una categorizzazione dei pazienti in funzione della presenza o meno di alterazioni organiche o funzionali dell'organismo al momento del trattamento chirurgico ed anestesiologico; vi è evidenza della messa in atto: - del piano annuale aziendale per la gestione del rischio; - del programma di prevenzione e riduzione delle infezioni associate all'assistenza sanitaria e sono identificate le procedure e i processi associati al rischio di infezione; - dell'applicazione della checklist di sala operatoria; - del piano di formazione e aggiornamento aziendale sulla gestione del rischio clinico e sulle modalità di gestione degli eventi avversi. Vi è evidenza della completezza e della tracciabilità nella documentazione sanitaria dell'applicazione delle procedure per la corretta somministrazione dei medicinali, degli emoderivati; la somministrazione dell'anestesia/sedazione è pianificata, documentata e registrata per ogni paziente ed è gestita da personale qualificato. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio e della valutazione dell'adeguatezza e dell'efficacia del programma di prevenzione e riduzione delle infezioni associate all'assistenza sanitaria; vi è evidenza del monitoraggio e della valutazione dell'efficacia, almeno annuale, del piano aziendale per la gestione del rischio, delle attività realizzate, degli strumenti di prevenzione del rischio utilizzati, delle aree e dei processi a rischio individuati, degli obiettivi per la sicurezza e dei risultati raggiunti; vi è evidenza del monitoraggio e della rivalutazione (ogni 2 anni) delle aree di rischio dell'organizzazione incluse quelle individuate dall'OMS, dei processi e delle procedure ad alto rischio; vi è evidenza del monitoraggio dell'applicazione della checklist, come prevista dal documento del Ministero della Salute e dell'OMS, nelle strutture ove si effettuano procedure chirurgiche o invasive. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate, delle criticità riscontrate e delle informazioni derivanti dall'analisi della reportistica, la Direzione e i singoli dirigenti effettuano una valutazione delle priorità, individuano e implementano specifiche azioni per il miglioramento della sicurezza e della gestione dei rischi; controllano, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati (vedi requisito 7.1). ## Requisito 6.3 Programma per la gestione del rischio clinico e modalità di gestione degli eventi avversi ### Campo d'applicazione Strutture che erogano prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito, formalizzato e diffuso: - un sistema per l'identificazione, la segnalazione e l'analisi di: near miss, eventi avversi ed eventi sentinella; - modalità e procedure per la comunicazione ai pazienti e/o familiari degli eventi avversi, la gestione dell'impatto di un evento avverso sugli operatori, la comunicazione esterna, la risoluzione stragiudiziale dei contenziosi. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della partecipazione al flusso di segnalazione previsto dalla normativa nazionale; vi è evidenza dell'identificazione dei fattori causali e/o contribuenti degli eventi segnalati attraverso le metodologie di analisi disponibili in letteratura (Root cause analysis, Audit clinico, Significant event audit) e azioni sistematiche di verifica della sicurezza (Safetywalkround) che prevedono il coinvolgimento multidisciplinare e/o multiprofessionale degli operatori e la predisposizione in seguito all'indagine condotta di piani di azione e relativi indicatori di monitoraggio; vi è evidenza dell'applicazione di linee guida, buone pratiche, raccomandazioni, checklist ed altri strumenti per la sicurezza (ad es. checklist operatoria e la Scheda unica di terapia); il personale implementa le modalità e le procedure codificate per la comunicazione ai pazienti e/o familiari degli eventi avversi e per offrire l'opportuno supporto/sostegno ai pazienti/familiari, la gestione dell'impatto di un evento avverso sugli operatori, la comunicazione esterna, la risoluzione stragiudiziale dei contenziosi; i pazienti/familiari/caregiver possono segnalare incidenti o situazioni rischiose di cui sono stati testimoni. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio (relazione tra il numero di eventi e le dimensioni della struttura) periodico dell'applicazione delle procedure di segnalazione e gestione dei near miss, eventi avversi ed eventi sentinella; vi è evidenza del monitoraggio dell'applicazione degli strumenti utilizzati per la prevenzione del rischio e degli eventi avversi (es.: checklist, ecc.); l'organizzazione divulga agli operatori almeno una volta l'anno i risultati delle analisi sulle segnalazioni rilevate; vi è evidenza del monitoraggio dell'applicazione di linee guida, buone pratiche, raccomandazioni, checklist ed altri strumenti per la sicurezza; vi è evidenza del monitoraggio dei piani di azione scaturiti dall'applicazione delle metodologie reattive e proattive di analisi dei rischi. ### Fase 4: Miglioramento della qualità I dati del monitoraggio sono utilizzati per studiare le aree target per la gestione del rischio e vi è evidenza dell'implementazione di cambiamenti nella struttura e nei processi a seguito di eventi avversi; vi è evidenza della valutazione dell'efficacia delle azioni correttive e preventive implementate. ## Requisito 6.4 Strategie sistematiche di comunicazione, formazione e sviluppo di competenze ### Campo d'applicazione Strutture che erogano prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito, formalizzato e diffuso politiche e procedure per la partecipazione e il coinvolgimento dei pazienti e dei familiari ai processi di gestione del rischio clinico. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza dell'identificazione e dell'applicazione di soluzioni innovative per la sicurezza in ambiti specifici di attività; vi è evidenza della produzione e diffusione di buone pratiche; vi è evidenza dell'implementazione del programma per lo sviluppo di competenze specifiche per la analisi degli eventi avversi; vi è evidenza della messa in atto di politiche e procedure per il coinvolgimento e la partecipazione dei pazienti e dei familiari/ caregiver ai processi di gestione del rischio clinico. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio e della valutazione periodica da parte della Direzione dell'implementazione delle buone pratiche e delle soluzioni innovative adottate per la sicurezza in ambiti specifici di attività; l'organizzazione effettua il monitoraggio dell'applicazione delle procedure per il coinvolgimento dei pazienti e dei familiari/caregiver e valuta il grado di partecipazione dei pazienti e dei familiari/caregiver ai processi di gestione del rischio clinico. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate, delle criticità riscontrate e delle informazioni, la Direzione e i singoli dirigenti effettuano una valutazione delle priorità, individuano e implementano specifiche azioni correttive e preventive; controllano, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati (vedi requisito 7.1).
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7° Criterio/fattore di qualità - PROCESSI DI MIGLIORAMENTO EDINNOVAZIONE
"Il governo delle azioni di miglioramento, dell'adozione di innovazioni tecnologiche ed organizzativo– professionali e la facilitazione della ricerca clinica e organizzativa esprimono la capacità della organizzazione di adattarsi a contesti nuovi assumendo comportamenti fondati eticamente, professionalmente adeguati, socialmente accettabili e sostenibili" Per corrispondere a tale criterio, ogni struttura che eroga prestazioni in regime ambulatoriale dovrà documentare che siano soddisfatti i requisiti che evidenzino: - Progetti di miglioramento - Modalità di valutazione delle tecnologie - Adozione di iniziative di innovazione tecnico-professionale e organizzativa. ## Requisito 7.1 Progetti di miglioramento ### Campo d'applicazione Strutture che erogano prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito, formalizzato e diffuso a tutto il personale il programma per il miglioramento della qualità che includa le specifiche risorse, ruoli e le responsabilità, valutazione e misurazione dei risultati conseguiti e degli esiti attraverso l'utilizzo di indicatori, la comunicazione periodica delle informazioni, la formazione; la struttura ha un processo per valutare le aree prioritarie di intervento per il miglioramento della qualità e della sicurezza. La Direzione ha formalizzato i piani di azione e ha individuato i relativi indicatori per il monitoraggio del miglioramento della qualità nelle aree prioritarie di intervento. I piani di azione sono caratterizzati almeno dai seguenti elementi: - obiettivi specifici per ciascun intervento; - cronoprogramma delle attività; - responsabilità; - risorse; - responsabilità e modalità per il monitoraggio degli obiettivi. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza che il programma di miglioramento della qualità è integrato al piano di gestione del rischio, alla formazione e alla pianificazione strategica; vi è evidenza della messa in atto del: - programma aziendale per il miglioramento della qualità e dei piani di azione che lo caratterizzano, relativi agli interventi individuati come prioritari nelle aree dove la qualità misurata non raggiunge gli obiettivi prefissati; - programma per l'educazione e la formazione di tutto il personale sui temi legati alla qualità e al miglioramento continuo delle prestazioni. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio dell'efficacia del programma aziendale per il miglioramento della qualità e dei piani di azione che lo caratterizzano. L'efficacia viene rivalutata sulla base di una periodicità definita attraverso l'utilizzo di indicatori che consentono di valutare che i risultati e gli esiti ottenuti rispettino gli obiettivi prefissati; i risultati legati alla qualità delle prestazioni e agli esiti sono comunicati al personale e ai cittadini e vengono messi a disposizione degli utenti; vi è evidenza della valutazione dell'efficacia dei programmi di educazione e formazione sui temi legati alla qualità e al miglioramento. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base del programma aziendale e dei dati di monitoraggio sono stati individuati specifici piani di azione per il miglioramento della qualità nell'organizzazione. I piani di azione riflettono le priorità dell'organizzazione in base ai risultati conseguiti. ## Requisito 7.2 Esistenza e applicazione di modalità di valutazione delle tecnologie in uso o da acquisirsi ### Campo d'applicazione Strutture che erogano prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha formalizzato e diffuso procedure per la selezione, acquisizione, allocazione e valutazione delle tecnologie attraverso la metodologia propria del HTA. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della messa in atto di procedure per la selezione, acquisizione, allocazione e valutazione delle tecnologie finalizzate all'adeguamento alle norme tecniche e all'eventuale disponibilità di nuove apparecchiature. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio dell'applicazione dei processi di valutazione delle tecnologie. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità ed individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento delle modalità di selezione, acquisizione, allocazione e valutazione delle tecnologie in uso o da acquisirsi; controlla, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati. ## Requisito 7.3 Adozione di iniziative di innovazione tecnico-professionale e organizzativa ### Campo d'applicazione Strutture che erogano prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito e formalizzato procedure per la rilevazione dei fabbisogni emergenti e delle innovazioni tecnologiche e organizzative. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della messa in atto di procedure per la rilevazione dei fabbisogni emergenti e delle innovazioni tecnologiche e organizzative; vi è evidenza del coinvolgimento del personale nel processo di adozione delle innovazioni tecnico-professionali e organizzative. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio dell'applicazione dell'intero percorso dell'innovazione-valutazione-adozione. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione e i singoli dirigenti effettuano una valutazione delle priorità, individuano e implementano specifiche azioni per il miglioramento del processo di adozione, realizzazione e valutazione delle innovazioni tecnico-professionali e organizzative; controllano, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati.
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8° Criterio/fattore di qualità – PERSONALIZZAZIONE
"L'impegno a rendere i luoghi di assistenza e i programmi diagnostici e terapeutici orientati quanto più possibile alla persona, considerata nella sua interezza fisica, sociale e psicologica è un impegno comune a tutte le strutture" Per corrispondere a tale criterio, ogni struttura che eroga prestazioni in regime ambulatoriale dovrà documentare che siano soddisfatti i requisiti che evidenzino: - Programmi per l'umanizzazione e la personalizzazione dell'assistenza ## Requisito 8.1 Programmi per l'umanizzazione e la personalizzazione dell'assistenza ### Campo d'applicazione Strutture che erogano prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito e formalizzato: - un piano per lo sviluppo di attività (assistenziali- organizzative) orientate a migliorare l'accessibilità e l'accoglienza degli utenti; - un programma per assicurare la qualità della relazione tra professionisti sanitari, pazienti e loro familiari; - specifici requisiti riguardanti il confort delle aree dedicate al personale e delle aree di attesa per pazienti ed accompagnatori; - specifici requisiti per il rispetto della privacy durante l'esecuzione delle prestazioni. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza dell'implementazione da parte dell'organizzazione e del personale del piano per lo sviluppo di attività (assistenziali- organizzative) orientate a migliorare l'accessibilità degli utenti (ad es. possibilità di ricevere a domicilio e on line referti e documentazione sanitaria, possibilità di rilascio di esami strumentali su supporto digitale; la definizione di tempi predefiniti per l'accesso alla documentazione; la distribuzione dei pasti, in ottemperanza alle norme igieniche per la preparazione e la distribuzione di alimenti e in accordo con le condizioni cliniche dei pazienti, qualora il paziente rimanga all'interno dell'ambulatorio per periodi prolungati); vi è evidenza dell'implementazione da parte della organizzazione e del personale di specifici requisiti riguardanti: - il confort delle aree dedicate al personale e delle aree di attesa per i pazienti e gli accompagnatori; - il rispetto della privacy durante l'esecuzione delle prestazioni. Vi è evidenza dell'implementazione da parte dell'organizzazione e del personale di attività (assistenziali-organizzative) orientate a migliorare l'accoglienza tenendo conto delle differenti esigenze degli utenti relative all'età, al genere e a particolari condizioni di salute e di fragilità fisica e psicologica, tenendo conto delle specificità religiose, etniche e linguistiche nel rispetto della dignità del paziente; la Direzione ha implementato il programma per assicurare la qualità della relazione tra professionisti sanitari, pazienti e loro familiari. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio dell'efficacia delle iniziative orientate a migliorare l'accessibilità, il confort e l'accoglienza; vi è evidenza del monitoraggio dell'applicazione del programma per assicurare la qualità della relazione tra professionisti sanitari, pazienti e loro familiari. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione e i singoli dirigenti effettuano una valutazione delle priorità, individuano e implementano specifiche azioni per il miglioramento della personalizzazione dell'assistenza; controllano, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati (vedi requisito 7.1).
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Premessa
I recenti indirizzi europei (Direttiva 2011/24/EU del Parlamento Europeo e del Consiglio del 9 marzo 2011), volti a promuovere, all'interno di un comune quadro di riferimento politico e strategico, meccanismi di cooperazione tra gli Stati membri per garantire l'accesso ad un'assistenza sanitaria sicura e di qualità nell'ambito dell'Unione, e l'eterogeneità dei modelli di accreditamento regionali, hanno fatto nascere in Italia l'esigenza di rivedere la normativa in materia di accreditamento al fine di definire un quadro comune di riferimento e ridisegnare uno strumento in armonia con i mutati scenari nazionali e internazionali. In particolare, per dare attuazione alle disposizioni contenute nell'articolo 7 del Patto per la Salute 2010-2012, è stato attivato un Tavolo per la revisione della normativa per l'accreditamento (TRAC), costituito da rappresentanti dello stesso Ministero, di Agenas, delle Regioni e Province Autonome. Il Tavolo ha predisposto, in ottemperanza al predetto mandato, un "Disciplinare tecnico" che individua, sulla base di precedenti studi sulle dimensioni della qualità, il quadro concettuale di riferimento e identifica una serie di criteri/fattori di qualità e requisiti ritenuti essenziali per i modelli di accreditamento regionali. Più in dettaglio, il disciplinare predisposto dal Tavolo e approvato dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome, con specifica Intesa in data 20 dicembre 2012 (Rep. Atti n. 259/CSR), individua 8 Criteri e 28 requisiti essenziali per l'accreditamento "istituzionale". La Regione Calabria ha inteso rivedere la normativa sull'autorizzazione e l'accreditamento e realizzare un nuovo manuale per l'accreditamento delle strutture ospedaliere che tenga conto delle indicazioni derivanti dalla predetta Intesa e da ulteriori provvedimenti adottati da Stato e Regioni come l'Intesa del 10 luglio 2014 concernente il nuovo Patto per la salute per gli anni 2014-2016 e l'Intesa del 05 agosto 2014 relativa al Regolamento recante "Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera", ma anche delle più avanzate esperienze internazionali disponibili. Il manuale riflette le dinamiche in continua evoluzione che caratterizzano l'ambito dell'assistenza per acuti, recependo da un lato, l'impostazione derivante dal disciplinare tecnico per la revisione della normativa sull'accreditamento e, dall'altro, le tematiche emergenti in tema di qualità e sicurezza delle cure individuate attraverso un'analisi dettagliata della letteratura scientifica e dei manuali di accreditamento internazionali. In accordo a quanto indicato dall'OMS, il manuale per l'accreditamento delle strutture ospedaliere mira a promuovere un processo di miglioramento continuo della qualità delle prestazioni, dell'efficienza dell'organizzazione, dell'uso delle risorse e della formazione, in modo tale che ogni cittadino, in relazione ai propri bisogni sanitari, possa ricevere gli atti diagnostici e terapeutici, che garantiscano i migliori risultati in termini di salute, in rapporto allo stato attuale delle conoscenze scientifiche, al minor costo possibile e ai minori rischi iatrogeni, per conseguire la soddisfazione dei bisogni rispetto agli interventi ricevuti e agli esiti conseguiti. L'obiettivo del manuale è quello di creare e incentivare il miglioramento attraverso un modello che permetta alle organizzazioni di effettuare una valutazione continua dell'applicazione dei requisiti, consentendo attraverso la misurazione e l'analisi di innescare processi di miglioramento continuo. Con l'accreditamento istituzionale la Regione intende raggiungere l'obiettivo di consentire ai cittadini di usufruire di prestazioni sanitarie che siano realmente di qualità. Perché ciò sia possibile è necessario che le strutture sanitarie si dotino di modelli organizzativi e gestionali di riconosciuta validità. È per tale motivo che la Regione ha individuato nei principi, nei metodi e negli approcci del "Disciplinare Tecnico" il principale riferimento. Fondare la propria organizzazione sulla base dei requisiti del manuale di accreditamento delle strutture ospedaliere vuol dire orientare la gestione ai seguenti principi: - Miglioramento continuo della qualità: i requisiti sono definiti in maniera tale da favorire e incoraggiare le strutture ospedaliere a migliorare la qualità e la performance delle prestazioni erogate; - Centralità dei pazienti: i requisiti fanno riferimento alla centralità del paziente e alla continuità delle cure; - Pianificazione e valutazione della performance: i requisiti valutano l'efficienza e l'efficacia della struttura sanitaria; - Sicurezza: i requisiti includono interventi per migliorare e garantire la sicurezza dei pazienti, dei visitatori e del personale; - Evidenza scientifica: i requisiti sono frutto del consenso nazionale e dell'analisi della letteratura internazionale.
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I REQUISITI PER L'ACCREDITAMENTO
L'obiettivo prioritario è quello di costruire un sistema che fornisca un livello di prestazioni qualitativamente elevato e che sia in grado di orientare lo svolgimento delle attività al soddisfacimento dei bisogni dei cittadini. A tal proposito il manuale si propone di definire un modello per l'accreditamento istituzionale delle strutture caratterizzato dai seguenti elementi: - Centralità del cittadino/ paziente - è una componente essenziale nell'erogazione delle cure: - Comprendere continuamente i bisogni e le aspettative dei cittadini/pazienti; - Garantire che i cittadini/pazienti siano considerati una priorità per il servizio; - Guardare all'erogazione dei servizi in base alla prospettiva dei pazienti. - Leadership – responsabilità e commitment a fornire cure eccellenti e a migliorare la qualità e le performance: - Garantire strategie, sistemi e metodi per raggiungere l'eccellenza; - Ispirare e motivare i professionisti a lavorare, sviluppare, migliorare e ad essere innovativi e creativi. - Cultura del miglioramento - l'organizzazione deve continuamente protendere al miglioramento della qualità dell'assistenza: - Comprendere che cercare modalità per migliorare è una componente essenziale del lavoro quotidiano; - Raggiungere e mantenere livelli di qualità che soddisfano i bisogni dei cittadini/pazienti; - Monitorare i risultati delle cure per migliorare l'assistenza dei cittadini/pazienti. - Evidenza dei risultati delle prestazioni - gli outcome sono individuati e utilizzati per valutare la qualità delle cure: - Dati e informazioni danno evidenza dei processi implementati e dei risultati; - La valutazione degli outcome consente il miglioramento della qualità e delle performance di un'organizzazione. - Propensione alle buone pratiche – le organizzazioni debbono confrontare le loro performance con altre organizzazioni o imparare dagli altri e applicare nel proprio contesto i principi delle buone pratiche: - Imparare dagli altri per aumentare l'efficacia e l'efficienza dei processi; - Migliorare gli outcome per i cittadini/ pazienti. La finalità è quella di: - Migliorare la qualità dei percorsi dei pazienti; - Migliorare lo sviluppo della qualità clinica, organizzativa e della qualità percepita da parte dei pazienti; - Rendere visibile la qualità del sistema sanitario regionale. Il modello si basa sul ciclo di Deming (ciclo di PDCA - plan–do–check–act) in grado di promuovere una cultura della qualità tesa al miglioramento continuo dei processi e all'utilizzo ottimale delle risorse. Questo strumento parte dall'assunto che per perseguire la qualità è necessaria la costante interazione tra pianificazione, progettazione, implementazione, misurazione, monitoraggio, analisi e miglioramento. Applicare costantemente le quattro fasi del ciclo di Deming consente di migliorare continuamente la qualità e soddisfare le esigenze del cittadino/paziente. La sequenza logica è la seguente: - P - Plan. Pianificazione: l'organizzazione deve aver predisposto la documentazione necessaria a descrivere le modalità di raggiungimento dell'obiettivo per la qualità definito dal requisito per l'accreditamento; - D - Do. Implementazione: l'organizzazione deve garantire l'implementazione di quanto definito in fase di progettazione e pianificazione; - C - Check. Controllo, studio e raccolta dei risultati: l'organizzazione deve monitorare in maniera continua la qualità delle strutture, dei processi e degli esiti derivanti dall'erogazione del servizio; - A - Act. Azione per rendere definitivo e/o migliorare struttura/processo/esito: l'organizzazione deve analizzare e valutare i risultati del monitoraggio, effettuare un'analisi delle priorità e definire e mettere in campo iniziative per migliorare la qualità delle strutture, dei processi e degli esiti. I requisiti sono concettualmente organizzati sulla base dei fattori/criteri di qualità individuati dal documento "Disciplinare per la revisione della normativa dell'accreditamento", approvato con Intesa sancita in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome, in data 20 dicembre 2012 (Rep. Atti n. 259/CSR): - Sistema di gestione delle strutture sanitarie: Fornisce garanzia di buona qualità dell'assistenza socio- sanitaria, una gestione della organizzazione sanitaria che governi le dimensioni più fortemente collegate alla specifica attività di cura e assistenza in un'ottica di miglioramento continuo. - Prestazioni e Servizi: È buona prassi che l'organizzazione descriva la tipologia e le caratteristiche delle prestazioni e dei servizi erogati e individui i metodi di lavoro da adottarsi, come pratica del governo clinico sui quali fondare azioni successive di valutazione della performance e della comunicazione con i pazienti e i cittadini. - Aspetti Strutturali: L'organizzazione cura la idoneità all'uso delle strutture e la puntuale applicazione delle norme relative alla manutenzione delle attrezzature; è buona prassi che dia evidenza del contributo del personale nella gestione delle stesse. - Competenze del personale: L'organizzazione deve curare che il personale possieda/acquisisca e mantenga le conoscenze e le abilità necessarie alla realizzazione in qualità e sicurezza delle specifiche attività. - Comunicazione: Una buona comunicazione e relazione fra professionisti e con i pazienti garantisce allineamento ai comportamenti professionali attesi, aumento della sicurezza nella erogazione delle cure, partecipazione dei pazienti nelle scelte di trattamento. - Appropriatezza clinica e sicurezza: L'efficacia, l'appropriatezza, la sicurezza sono elementi essenziali per la qualità delle cure e debbono essere monitorati. - Processi di miglioramento e innovazione: Il governo delle azioni di miglioramento, dell'adozione di innovazioni tecnologiche e organizzativo–professionali e la facilitazione della ricerca clinica e organizzativa esprimono la capacità della organizzazione di adattarsi a contesti nuovi, assumendo comportamenti fondati eticamente, professionalmente adeguati, socialmente accettabili e sostenibili. - Umanizzazione: L'impegno a rendere i luoghi di assistenza e i programmi diagnostici e terapeutici orientati quanto più possibile alla persona, considerata nella sua interezza fisica, sociale e psicologica è un impegno comune a tutte le strutture. Ogni organizzazione implementerà i requisiti secondo le proprie necessità e nel modo che maggiormente si adatta alle modalità con cui eroga prestazioni. Per il soddisfacimento dei requisiti risulta importante che: - Le organizzazioni siano in grado di dimostrare in che modo soddisfano l'obiettivo e lo scopo del requisito; - Le organizzazioni siano in grado di dare evidenza del soddisfacimento del requisito.
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LA STRUTTURA DEI REQUISITI
I requisiti per l'accreditamento sono caratterizzati dalla seguente struttura: - Il fattore/criterio di riferimento; - Il requisito; - Il campo d'applicazione; - I livelli di compliance del requisito: ad ogni requisito sono attribuite, ai fini della valutazione, delle evidenze che possono essere attinenti: - al processo: focalizzate sul modo in cui si realizza una certa attività; - all'esito: focalizzate sul risultato che si ottiene. Ciascun requisito è declinato secondo la logica del ciclo di Deming: - Fase 1 (Plan) - Documenti di indirizzo e pianificazione: I piani, le politiche, le linee guide e altri documenti di indirizzo richiesti debbono essere presenti e rispettare nel contenuto quanto previsto dai requisiti per l'accreditamento. A tal proposito, alcuni requisiti trasversali fanno riferimento a processi clinici e manageriali che riguardano l'intera organizzazione sanitaria e come tali debbono essere "governati" da documenti definiti a livello aziendale mentre in altri casi è necessario definire i documenti a livello di singola articolazione organizzativa, tipicamente l'Unità Operativa Complessa coinvolta nella cura del paziente. - Fase 2 (Do) - Implementazione: La valutazione del soddisfacimento delle evidenze previste da questa fase viene effettuata attraverso, in particolare, l'osservazione sul campo, interviste o la valutazione delle cartelle cliniche dei pazienti, dei dati e di altri documenti. Tuttavia, per il loro volume e la dispersione all'interno dell'organizzazione, non è possibile esaminare tutta la documentazione disponibile o tutti gli elementi e gli indicatori misurabili in grado di testimoniare la conformità alle evidenze previste. - Fase 3 (Check) - Monitoraggio: Nessuna attività può essere migliorata se non si misurano i risultati. Per il soddisfacimento di tali evidenze sono richiesti i risultati documentati derivanti dal monitoraggio della qualità e della sicurezza delle attività definite nelle fasi precedenti. Per migliorare le proprie attività è necessario raccogliere dati e informazioni e analizzare le condizioni che eventualmente hanno determinato livelli di adeguatezza o di performance non soddisfacenti. Alcuni dati possono essere raccolti a livello di sistema, in altri casi il monitoraggio dei dati può essere effettuato nell'ambito della singola Unità Operativa Complessa attraverso l'analisi ad esempio della cartella clinica. Il monitoraggio sistematico dei dati effettuato dalla struttura, laddove non specificato, non è da effettuarsi in continuo ma sulla base di un campione rappresentativo del processo da analizzare. Se non sono presenti specifici riferimenti circa la frequenza, è la struttura stessa a definirla. - Fase 4 (Act) - Miglioramento della qualità: Le evidenze previste da tale fase prevedono che l'organizzazione documenti la valutazione e l'analisi dei dati e delle informazioni al fine di definire le priorità per l'implementazione di specifiche iniziative atte a migliorare la qualità e la sicurezza dell'organizzazione.
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IL PROCESSO DI ACCREDITAMENTO
Questo manuale si propone di essere uno strumento per autovalutare, monitorare e migliorare la qualità e la sicurezza delle prestazioni nelle strutture ospedaliere. Il manuale si basa su due approcci complementari: - la pianificazione e l'implementazione delle attività, fasi che indicano le attività e i processi che dovrebbero essere presenti all'interno di una struttura ospedaliera; - il monitoraggio e il miglioramento, che puntano a monitorare i processi sanitari e gli esiti e forniscono uno strumento quantitativo per valutare le variazioni della performance nel tempo ed innescare il ciclo del miglioramento continuo. Nello specifico questo documento ha l'obiettivo di facilitare: - La valutazione delle prestazioni e dei processi erogati all'interno delle strutture ospedaliere; - Il miglioramento del coordinamento dell'assistenza con gli altri soggetti erogatori; - La formulazione e l'individuazione di azioni per il miglioramento delle attività; - Il coinvolgimento dei professionisti e dei pazienti nel miglioramento delle attività. Le strutture ospedaliere che affrontano il percorso di accreditamento istituzionale debbono effettuare un'autovalutazione della propria organizzazione, in maniera tale da valutare la propria distanza dalle attività richieste dai requisiti e individuare le azioni rilevanti da implementare prima della verifica sul campo da parte degli organi deputati. La verifica sul campo varia nel numero di giorni e nel numero di valutatori a seconda delle dimensioni e della complessità della struttura ospedaliera. La valutazione, relativa alla verifica sul campo dell'adesione ai requisiti, sarà condotta da un team di valutatori, appositamente formati, che garantiscono una specifica competenza tecnica e per i quali siano posti in essere condizioni tali da assicurare imparzialità e trasparenza nelle valutazioni, capaci di raccogliere informazioni utili ed evidenze (documentali o di altro tipo) per verificare la rispondenza della struttura ai requisiti prefissati e assicurare una omogeneità di valutazione dei requisiti su tutto il territorio regionale. I valutatori verificano il soddisfacimento delle evidenze che caratterizzano le 4 fasi in cui si articolano i singoli requisiti (pianificazione, implementazione, monitoraggio, miglioramento della qualità). Tali fasi sono strutturate in maniera tale da stimolare il miglioramento continuo della qualità e il soddisfacimento delle esigenze del cittadino/paziente. Gli strumenti per la valutazione del livello di soddisfacimento dei requisiti sono caratterizzati da una revisione della documentazione, da interviste e osservazione sul campo. Dopo la verifica sul campo, viene redatto un report caratterizzato dai seguenti elementi: - Nome e descrizione dell'organizzazione; - Eventuali requisiti non applicabili, requisiti o evidenze esclusi dal processo di valutazione; - La valutazione dei requisiti; - Eventuali raccomandazioni. Nelle tabelle che seguono vengono riportati i requisiti e indicato il numero di evidenze per singolo requisito e per ciascuna fase.
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1° Criterio/fattore di qualità - ATTUAZIONE DI UN SISTEMA DI GESTIONE DELLE STRUTTURE SANITARIE
"Fornisce garanzia di buona qualità della assistenza socio-sanitaria, una gestione della organizzazione sanitaria che governi le dimensioni più fortemente collegate alla specifica attività di cura e assistenza in un'ottica di miglioramento continuo" Per corrispondere a tale criterio, ogni struttura che eroga prestazioni in regime ospedaliero dovrà documentare che siano soddisfatti i requisiti che evidenziano: - Modalità di pianificazione, programmazione e organizzazione delle attività di assistenza e di supporto; - Programmi per lo sviluppo di reti assistenziali - Definizione delle responsabilità; - Modalità e strumenti di gestione delle informazioni (sistemi informativi, documenti e dati); - Modalità e strumenti di valutazione della qualità dei servizi; - Modalità di prevenzione e gestione dei disservizi. ## Requisito 1.1 Modalità di pianificazione, programmazione e organizzazione delle attività di assistenza e di supporto ### Campo d'applicazione Intera struttura sanitaria ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito, approvato e diffuso: - un documento in cui sono chiaramente identificati la visione, la missione e i valori dell'organizzazione; - una politica di riferimento per una gestione secondo criteri di eticità, a garanzia dell'erogazione di assistenza sanitaria nel rispetto di norme legali, etiche, finanziarie e commerciali e a tutela del paziente e dei suoi diritti; - un piano strategico, redatto in accordo con gli indirizzi regionali, che si basi sull'analisi dei bisogni e/o della domanda di servizi/prestazioni del territorio e preveda il coinvolgimento delle direzioni, del personale e altri portatori di interesse (il piano strategico deve essere aggiornato almeno ogni 3 anni); - un piano annuale delle attività, gli obiettivi di budget, di attività e di qualità per ciascuna Unità Operativa Complessa di assistenza e di supporto; ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza dell'applicazione della politica per una gestione della struttura sanitaria secondo criteri di eticità e che tale politica supporti il processo decisionale; esiste evidenza dell'esplicitazione da parte della Direzione a tutte le articolazioni organizzative interessate degli obiettivi e delle funzioni ad esse assegnate; l'organizzazione sviluppa relazioni con altre organizzazioni e servizi territoriali per il raggiungimento degli obiettivi strategici e organizzativi ed esiste evidenza delle relazioni implementate (es. verbali degli incontri effettuati). ### Fase 3: Monitoraggio L'organizzazione monitora e verifica l'attuazione del piano strategico e dei piani annuali attraverso la elaborazione e la condivisione dei dati derivanti dagli indicatori ed il monitoraggio dello stato di avanzamento dei progetti; l'organizzazione documenta che le articolazioni organizzative vengano valutate in relazione ai loro sforzi per l'implementazione del piano strategico e dei piani annuali e sulla base del raggiungimento dei risultati definiti dagli obiettivi di budget, attività, qualità e costi. Tale valutazione viene effettuata tramite l'elaborazione e la trasmissione di report periodici ai responsabili delle Unità Operative ed attraverso un monitoraggio costante e periodico delle attività, della qualità e dei costi attraverso procedure e indicatori per misurare il grado di raggiungimento degli obiettivi specifici e dei risultati; vi è evidenza della revisione periodica del piano strategico e dei piani annuali sulla base degli indirizzi regionali e sulle indicazioni provenienti dal personale operante nella struttura, dai rappresentanti della comunità di riferimento e dalle associazioni di tutela dei pazienti; i risultati del monitoraggio delle attività vengono condivisi, attraverso modalità definite, all'interno e all'esterno dell'organizzazione (direzione, personale, territorio, organizzazione di cittadini). ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate, la Direzione individua e implementa specifiche azioni per migliorare l'efficacia del piano strategico e del piano annuale delle attività individuando specifiche focus area a livello di Direzione e di singola unità organizzativa. La Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità delle attività di assistenza e supporto; controlla, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati. ## Requisito 1.2 Programmi per lo sviluppo di reti assistenziali ### Campo d'applicazione Intera struttura sanitaria ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito, formalizzato e diffuso documenti di indirizzo (protocolli, linee-guida, procedure, programmi di ricerca e formazione) che: - descrivano i collegamenti funzionali ed il funzionamento delle reti assistenziali che vedono l'integrazione tra struttura sanitaria e territorio (residenzialità, semiresidenzialità, domiciliarità) e promuovano modelli di continuità garantendo costante e reciproca comunicazione e sviluppando specifici percorsi assistenziali in grado di garantire la continuità assistenziale per i pazienti anche in collegamento con le strutture socio sanitarie; - descrivano il funzionamento di reti di cure palliative e di terapia del dolore per il paziente adulto e pediatrico in attuazione della legge 15 marzo 2010 n. 38 "Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore". ### Fase 2: Implementazione Sono attuati specifici percorsi assistenziali in grado di garantire la continuità assistenziale per i pazienti, all'interno delle reti assistenziali integrate, della rete di emergenza-urgenza (traumi, ictus, infarto, ecc.), delle reti di cure palliative e di terapia del dolore per il paziente adulto e pediatrico, anche in collegamento con le strutture socio sanitarie; sono state definite modalità tecnico-organizzative (strumenti ICT disponibili di teleconsulto e telemedicina nelle sue varie modalità) finalizzate a consentire l'integrazione socio sanitaria ed a sostenere forme innovative di domiciliarità ed è prevista la mobilizzazione di personale qualificato ai fini del massimo orientamento al paziente delle attività assistenziali; l'organizzazione partecipa alla realizzazione di reti tra centri regionali, nazionali ed internazionali, con eguale livello di competenza, in particolari ambiti quali le alte specialità e le malattie rare. ### Fase 3: Monitoraggio La direzione effettua un'analisi dei dati sulla realizzazione e il raggiungimento degli obiettivi della struttura all'interno delle reti assistenziali, della rete di emergenza-urgenza, delle reti di cure palliative e di terapia del dolore per il paziente adulto e pediatrico e sul grado di partecipazione alla realizzazione di reti tra centri regionali, nazionali ed internazionali in particolari ambiti quali le alte specialità e le malattie rare, e valuta la corrispondenza tra quanto pianificato e attuato. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità del sistema delle reti assistenziali, delle reti di cure palliative e di terapia del dolore per il paziente adulto e pediatrico e delle reti tra centri regionali, nazionali ed internazionali in particolari ambiti quali le alte specialità e le malattie rare; controlla, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati. ## Requisito 1.3 Definizione delle responsabilità ### Campo d'applicazione Intera struttura sanitaria ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione Sono presenti, sono stati formalizzati, approvati e diffusi nel sistema aziendale documenti che descrivono la struttura di governo dell'organizzazione, gli strumenti e documenti di delega delle responsabilità, i processi e le relative responsabilità clinico- organizzative, le modalità di valutazione delle performance dei vari responsabili e dirigenti, insieme ai relativi criteri di valutazione. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della comunicazione della struttura di governo, da parte della Direzione, all'intera organizzazione; sono definiti membri, periodicità degli incontri e modalità di lavoro degli organi di governo/commissioni e vi è evidenza dei verbali, delle decisioni, delle azioni individuate dagli stessi e della loro implementazione. ### Fase 3: Monitoraggio Viene effettuata e documentata la valutazione periodica della performance clinico-organizzativa dei vari responsabili e dirigenti - performance del dipartimento, dell'unità operativa o del servizio e vi è evidenza della revisione periodica dei processi, delle attività e delle relative responsabilità da parte della Direzione; vi è evidenza di una valutazione dell'efficacia dell'organizzazione, delle commissioni e degli organi di governo, delle responsabilità e degli strumenti di delega da effettuare periodicamente ed ogni qualvolta si presenti un cambiamento significativo nell'organizzazione e nell'erogazione dei servizi della struttura. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e dei risultati annuali raggiunti, la Direzione e i singoli dirigenti effettuano una valutazione delle priorità, individuano e implementano specifiche azioni per il miglioramento della qualità dei processi, dell'organizzazione, delle responsabilità e del sistema di delega; controllano, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati. ## Requisito 1.4 Le modalità e gli strumenti di gestione delle informazioni (sistemi informativi e dati) ### Campo d'applicazione Intera struttura sanitaria ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito e approvato un documento in cui sono descritte le caratteristiche dei sistemi informativi, in coerenza con gli orientamenti strategici e le necessità dell'organizzazione tali da garantire il monitoraggio di specifiche attività: - la tracciatura dei dati sanitarie la trasmissione delle informazioni sia di carattere gestionale che sanitario; - il supporto alle attività di pianificazione e controllo; - il contributo al debito informativo verso il Ministero della Salute (NSIS) e verso gli organi regionali; - la trasparenza e l'aggiornamento sistematico delle liste di attesa; - l'erogazione di informazioni tempestive e trasparenti sulle prenotazioni delle prestazioni sanitarie. L'organizzazione ha definito e approvato: - procedure e linee guida per la gestione della sicurezza nell'accesso ai dati e tenuta dei dati, ivi compresa la loro integrità, nel rispetto e in ottemperanza alla legislazione e alla normativa vigente in materia di privacy, riservatezza e sicurezza delle informazioni sia per gli aspetti amministrativi che sanitari; - un programma di attività e i criteri per la valutazione della qualità delle informazioni e dei dati in termini di affidabilità, accuratezza e validità sia per quelli provenienti da fonti interne che per quelli provenienti da fonti esterne; - una procedura di emergenza per il ripristino delle informazioni in caso di danneggiamento del sistema ed un piano di contingenza per garantire continuità assistenziale anche in caso di prolungato malfunzionamento del sistema informativo. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della integrazione dei sistemi informativi al fine di: - documentare la tracciatura dei dati sanitari e la gestione e la trasmissione delle informazioni sia di carattere gestionale che sanitario; - raccogliere i dati per il supporto alle attività di pianificazione e controllo; - collaborare al debito informativo verso il Ministero della Salute (NSIS); - garantire la trasparenza e l'aggiornamento sistematico delle liste di attesa; - garantire informazioni tempestive e trasparenti nella prenotazione delle prestazioni sanitarie. Le Direzioni dei dipartimenti e il personale sono stati formati e applicano le procedure e le linee guida per la gestione della sicurezza e riservatezza di informazioni e dati, ivi compresa la loro integrità, nel rispetto e in ottemperanza alla legislazione e alla normativa vigente in materia e lavora in accordo con quanto previsto dalle stesse. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza di una valutazione annuale e documentata: - dell'adeguatezza dei sistemi informativi nel soddisfare le necessità dell'organizzazione e nel supportare l'erogazione di prestazioni e servizi di qualità; - della trasparenza delle informazioni e dell'effettivo aggiornamento sistematico delle liste di attesa e delle prenotazioni delle prestazioni sanitarie; - dell'applicazione delle procedure e delle linee guida per la gestione della sicurezza e riservatezza di informazioni e dati, ivi compresa la loro integrità, nel rispetto e in ottemperanza alla legislazione e alla normativa vigente in materia, sia per gli aspetti amministrativi che sanitari. L'organizzazione monitora la qualità delle informazioni e dei dati in termini di affidabilità, accuratezza e validità sia per quelli provenienti da fonti interne che per quelli provenienti da fonti esterne. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità ed individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità dei sistemi informativi, della sicurezza nell'accesso ai dati e tenuta dei dati, ivi compresa la loro integrità, affidabilità, riservatezza, sicurezza, accuratezza e validità (sia per quelli provenienti da fonti interne che per quelli provenienti da fonti esterne) e ne valuta la corretta applicazione nel rispetto e in ottemperanza alla legislazione e alla normativa vigente in materia. ## Requisito 1.5 Le modalità e gli strumenti di valutazione della qualità dei servizi ### Campo d'applicazione Intera struttura sanitaria ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione Vi è evidenza della formalizzazione e diffusione: - di un programma e di procedure (strumenti, modalità e tempi) per la valutazione degli esiti, della qualità delle prestazioni e dei servizi all'interno dei dipartimenti/articolazioni organizzative che includa la definizione di standard di prodotto/percorso organizzativo e dei relativi indicatori di valutazione (volumi, appropriatezza, esiti, ecc). Il monitoraggio deve includere almeno: i) qualità clinica, ii) qualità organizzativa, iii) qualità percepita; - delle responsabilità relative alla valutazione delle prestazioni e dei servizi. ### Fase 2: Implementazione Le attività di valutazione degli esiti e della qualità delle prestazioni e dei servizi all'interno dei dipartimenti/articolazioni organizzative sono documentate (es.: la presenza di report quantitativi o qualitativi sulla qualità dei servizi) con periodicità almeno annuale e vi è evidenza della partecipazione del personale a tali attività; vi è evidenza che l'organizzazione ha comunicato i risultati delle valutazioni ai livelli adeguati ed ha attivato il confronto con le parti interessate (es: diffusione di report sulla qualità dei servizi erogati, sia all'interno della struttura/Azienda sia all'esterno e in particolare all'utenza); vi è evidenza nelle strutture/aziende sanitarie dell'impiego di strumenti di valutazione scientificamente riconosciuti quali audit clinico, misurazione di aderenza alle linee guida, verifiche specifiche quali controlli di qualità e verifiche esterne di qualità, mortality&morbility review; i pazienti e le organizzazioni di cittadini sono incoraggiati a fornire giudizi sulle cure ricevute e vi è evidenza della loro partecipazione alla valutazione della qualità dei servizi. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del controllo e dell'adeguamento periodico del sistema di valutazione della qualità del servizio in maniera tale da garantire la validità e l'affidabilità di tutte le misure nel tempo e delle strategie di comunicazione dei dati. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base dei dati derivanti dalla valutazione delle prestazioni e dei servizi, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, ed individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento delle performance (vedi requisito 7.1). Vi è evidenza dell'efficacia delle azioni correttive eventualmente messe in atto. ## Requisito 1.6 Le modalità di prevenzione e di gestione dei disservizi ### Campo d'applicazione Intera struttura sanitaria ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito e approvato procedure/attività per la raccolta, la tracciabilità, l'analisi dei disservizi, la comunicazione verso l'esterno e la predisposizione dei relativi piani di miglioramento; l'organizzazione ha pianificato l'attività di analisi dei principali processi per l'individuazione delle fasi nelle quali è possibile che si verifichino disservizi (ad es.: errori, ritardi, incomprensioni tra operatore e utente). ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della messa in atto di un processo di comunicazione esterna alimentato anche dalle informazioni provenienti dai cittadini attraverso la gestione delle segnalazioni e dei reclami; vi è evidenza delle attività di analisi dei principali processi per l'individuazione delle fasi nelle quali è possibile che si verifichino disservizi (ad es.: errori, ritardi, incomprensioni tra operatore e utente). ### Fase 3: Monitoraggio Vi è l'evidenza di un'attività di monitoraggio: - per verificare la frequenza delle diverse tipologie di disservizi all'interno dell'organizzazione; - per valutare l'efficacia della strategia di comunicazione esterna. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Vi è l'evidenza di un processo documentato per l'individuazione, lo sviluppo e il monitoraggio di azioni correttive, preventive e di miglioramento finalizzate all'eliminazione o alla riduzione della ricorrenza del disservizio; è presente l'evidenza di modifiche apportate all'organizzazione derivate dalla valutazione dei disservizi e della valutazione della loro efficacia.
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2° Criterio/fattore di qualità - PRESTAZIONI E SERVIZI
"È buona prassi che l'organizzazione descriva la tipologia e le caratteristiche delle prestazioni e dei servizi erogati e individui i metodi di lavoro da adottarsi, come pratica del governo clinico sui quali fondare azioni successive di valutazione della performance e della comunicazione con i pazienti ed i cittadini" Per corrispondere a tale criterio, ogni struttura che eroga prestazioni in regime ospedaliero dovrà documentare che siano soddisfatti i requisiti che evidenziano: - La tipologia delle prestazioni e dei servizi erogati - La presenza di percorsi assistenziali che comprendono: - Eleggibilità e presa in carico dei pazienti - Continuità assistenziale - Monitoraggio e valutazione - La modalità di gestione della documentazione sanitaria che deve essere redatta, aggiornata, conservata e verificata secondo modalità specificate, al fine di garantirne la completezza rispetto agli interventi effettuati; la rintracciabilità; la riservatezza (privacy) ## Requisito 2.1 Tipologia di prestazioni e di servizi erogati ### Campo d'applicazione Intera struttura sanitaria e singola Unità Operativa Complessa coinvolta nella cura del paziente ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito e approvatole linee guida per la redazione, la diffusione e le modalità di distribuzione di una Carta dei Servizi che assicuri la piena informazione circa le modalità erogative, i contenuti e la capacità delle prestazioni di servizio e gli impegni assunti nei confronti dei pazienti e dei cittadini nonché la presenza di materiale informativo (multilingua) a disposizione dell'utenza. ### Fase 2: Implementazione È presente e viene diffusa la Carta dei Servizi e il materiale informativo è a disposizione dell'utenza. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza della periodica rivalutazione da parte dell'organizzazione della struttura della qualità delle informazioni contenute nella Carta dei Servizi, della qualità del materiale informativo a disposizione dell'utenza e delle modalità di diffusione e distribuzione, con l'apporto delle associazioni di tutela dei cittadini, dei pazienti e del volontariato. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità delle informazioni contenute nella Carta dei Servizi e nel materiale informativo a disposizione degli utenti; controlla, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto gli effetti desiderati. ## Requisito 2.2.1 Percorsi assistenziali: Eleggibilità e presa in carico dei pazienti ### Campo d'applicazione Intera struttura sanitaria e singola Unità Operativa Complessa coinvolta nella cura del paziente ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito, formalizzato e diffuso: - i criteri per l'eleggibilità dei pazienti; - le responsabilità per la presa in carico/gestione dei pazienti; - le linee guida e procedure per la valutazione iniziale di ciascun paziente che comprenda, oltre all'anamnesi e all'esame obiettivo, anche una valutazione dei fattori fisici, psicologici, sociali ed economici, lo stato nutrizionale e funzionale, lo screening e la valutazione del dolore e una valutazione dei bisogni per la promozione della salute del paziente; - i protocolli, le linee guida e le procedure per la definizione e la gestione del percorso assistenziale dei pazienti nelle diverse fasi della malattia e nei diversi setting assistenziali (intra ed extraospedalieri – vedi anche 1.2), basato sulla valutazione dei bisogni dei pazienti e sui risultati dei test diagnostici; - le modalità e gli strumenti per il trasferimento delle informazioni relative alla valutazione e alla presa in carico all'interno del processo di cura; - un documento in cui sono identificati le modalità e gli strumenti per l'attuazione di una politica per la promozione della salute, con lo scopo di migliorare i risultati in termini di salute. Tale politica coinvolge i pazienti, i loro familiari e il personale. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della tracciabilità nella documentazione sanitaria dell'applicazione dei criteri, dei protocolli, delle linee guida e delle procedure per l'eleggibilità, la valutazione iniziale e la presa in carico multidisciplinare dei pazienti; vi è evidenza della rivalutazione dei bisogni dei pazienti a intervalli appropriati sulla base delle loro condizioni e del loro trattamento. I riscontri sono annotati nella cartella clinica/documentazione sanitaria; sono implementate forme di lavoro multidisciplinare attraverso la predisposizione di specifici strumenti (quali i sistemi informativi) e l'organizzazione di gruppi di lavoro specifici; vi è evidenza del trasferimento delle informazioni relative alla valutazione e alla presa in carico all'interno del processo di cura; vengono attuate attività di promozione della salute in relazione alle patologie trattate con il coinvolgimento dei pazienti e dei familiari. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza della verifica da parte dell'organizzazione dell'applicazione: - dei criteri per l'eleggibilità e i protocolli per la presa in carico multidisciplinare dei pazienti; - delle linee guida e delle procedure per la valutazione iniziale di ciascun paziente, ivi comprese le procedure e le linee guida per la valutazione dei bisogni di promozione della salute per ciascun paziente; - dei protocolli, delle linee guida e delle procedure per la definizione e la gestione del percorso assistenziale dei pazienti nelle diverse fasi della malattia e nei diversi setting assistenziali (intra ed extraospedalieri – vedi anche 1.2), basato sulla valutazione dei bisogni dei pazienti e sui risultati dei test diagnostici, che includa gli obiettivi o i risultati attesi dal trattamento. Vi è evidenza della rivalutazione e della revisione del percorso assistenziale nelle diverse fasi della malattia e nei diversi setting assistenziali qualora si verifichi un cambiamento delle condizioni o della diagnosi del paziente e i riscontri sono registrati in cartella clinica. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione e i singoli dirigenti effettuano una valutazione delle priorità, individuano e implementano specifiche azioni per il miglioramento della qualità: - dei criteri, dei protocolli, delle linee guida e delle procedure per l'eleggibilità e la valutazione iniziale dei pazienti; - dei processi per la gestione del percorso assistenziale dei pazienti, ivi compresa la qualità della tracciabilità delle attività all'interno della documentazione sanitaria; - del trasferimento delle informazioni all'interno del processo di cura; - della politica per la promozione della salute. Inoltre vi è evidenza del controllo che le azioni intraprese abbiano raggiunto gli effetti desiderati. ## Requisito 2.2.2 Percorsi assistenziali: Passaggio in cura (continuità assistenziale) ### Campo d'applicazione Intera struttura sanitaria e singola Unità Operativa Complessa coinvolta nella cura del paziente ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito, approvato e diffuso: - protocolli e linee guida per la pianificazione della continuità assistenziale dei pazienti (appropriatezza dei trasferimenti all'interno dell'organizzazione, della dimissione dei pazienti e del follow up); - programmi di dimissione protetta e/o assistita in particolare per i pazienti che richiedono continuità di cura in fase post acuta; - protocolli linee guida e procedure per la definizione dei collegamenti funzionali tra i servizi e con le strutture sanitarie e socio sanitarie coinvolte nell'assistenza; - protocolli e procedure per il trasporto sicuro del paziente; - procedure per l'adozione di modalità strutturate per il trasferimento delle informazioni rilevanti durante i passaggi di consegna, i trasferimenti e i processi di dimissione. ### Fase 2: Implementazione L'organizzazione ha individuato gli operatori sanitari di riferimento (medico di riferimento) per la supervisione dell'assistenza per tutta la durata della degenza. Il paziente è informato delle responsabilità individuate; vi è evidenza dell'attuazione di un protocollo per il trasporto sicuro dei pazienti e dell'adozione da parte dell'organizzazione di modalità strutturate per il trasferimento delle informazioni rilevanti durante i passaggi di consegna, i trasferimenti e i processi di dimissione, secondo quanto previsto dalle procedure e dalle linee guida; vengono adottati da parte dell'organizzazione processi a supporto di continuità e coordinamento delle cure; vi è evidenza che tutta la documentazione clinica del paziente sia a disposizione degli operatori sanitari in ogni momento e che sia favorito lo scambio di informazioni per la corretta gestione dei pazienti, sia all'interno della struttura, sia con le strutture esterne. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio periodico dell'applicazione: - dei processi, dei protocolli e linee guida per la continuità assistenziale dei pazienti e il coordinamento delle cure (appropriatezza dei trasferimenti all'interno dell'organizzazione, della dimissione dei pazienti e del follow up); - dei programmi di dimissione protetta e/o assistita in particolare per i pazienti che richiedono continuità di cura in fase post acuta; Vi è evidenza del periodico monitoraggio e controllo da parte della Direzione delle modalità strutturate per il trasferimento delle informazioni rilevanti durante i passaggi di consegna, i trasferimenti e i processi di dimissione. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione e i singoli dirigenti effettuano una valutazione delle priorità ed individuano e implementano specifiche azioni per il miglioramento della qualità: - dei sistemi di monitoraggio e valutazione della qualità del percorso di cura dalla presa in carico alla dimissione (vedi requisito 2.2.3); - dell'esperienza di cura da parte dei pazienti e dei familiari (vedi requisito 2.2.3). Inoltre vi è evidenza del controllo che le azioni intraprese abbiano raggiunto gli effetti desiderati. ## Requisito 2.2.3 Percorsi assistenziali: Monitoraggio e valutazione ### Campo d'applicazione Intera struttura sanitaria e singola Unità Operativa Complessa coinvolta nella cura del paziente ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito degli obiettivi per la qualità della gestione del percorso assistenziale del paziente nelle diverse fasi della malattia e nei diversi setting assistenziali (intra ed extraospedalieri) dalla presa in carico alla dimissione; l'organizzazione ha selezionato gli indicatori chiave per la valutazione della performance clinica tenendo conto della "scienza" o della "evidenza" a supporto di ogni singolo indicatore. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza del monitoraggio e della valutazione del grado di conformità delle attività ai protocolli e alle linee guida EBM, secondo quanto previsto dalle procedure (ad es. monitoraggio dei tempi, delle modalità e dei contenuti della presa in carico, della valutazione iniziale e del piano di trattamento, della continuità assistenziale e dimissione, in accordo con gli obiettivi stabiliti); vi è evidenza dei risultati del monitoraggio degli indicatori chiave per la valutazione degli esiti e della performance clinica tenendo conto della "scienza" o della "evidenza" a supporto di ogni singolo indicatore; vi è evidenza delle attività di audit su i percorsi di cura (dalla presa in carico alla dimissione) e della diffusione dei risultati a tutti gli operatori che hanno partecipato all'implementazione del percorso; vi è evidenza dello svolgimento di indagini sulla soddisfazione dei pazienti e dei familiari riguardo il percorso di assistenza e/o di valutazioni della qualità dei percorsi da parte delle organizzazioni di cittadini, dei pazienti e dei familiari; è presente evidenza dei risultati di un'analisi retrospettiva su eventi avversi, incidenti, near miss manifestati durante l'episodio di cura. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza dell'aggiornamento in termini di efficacia ed affidabilità dei sistemi di misura degli esiti, della performance clinica, della qualità dei percorsi di cura. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione e i singoli dirigenti effettuano una valutazione delle priorità ed individuano e implementano specifiche azioni per il miglioramento della qualità: - dei sistemi di monitoraggio e valutazione della qualità del percorso di cura; - dell'esperienza di cura da parte dei pazienti e dei familiari. Inoltre vi è evidenza del controllo che le azioni intraprese abbiano raggiunto gli effetti desiderati. ## Requisito 2.3 La modalità di gestione della documentazione sanitaria ### Campo d'applicazione Intera struttura sanitaria e singola Unità Operativa Complessa coinvolta nella cura del paziente ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha formalizzato e diffuso un documento che definisce: - i requisiti per la redazione, l'aggiornamento, la conservazione e la verifica della documentazione sanitaria/socio- assistenziale nonché le modalità di controllo; - uno specifico campo nella documentazione clinica dedicato alla riconciliazione dei farmaci e di altre tecnologie (transition) ai fini della sicurezza dei pazienti nei trasferimenti di setting assistenziali; - gli aspetti legati al tema della privacy e della riservatezza delle informazioni, della sicurezza nell'accesso alla documentazione sanitaria/socio-assistenziale e tenuta dei dati, ivi compresa la loro integrità, nel rispetto e in ottemperanza alla legislazione e alla normativa vigente in materia; - i tempi di accesso alla documentazione sanitaria/socio- assistenziale; - le modalità per le attività di valutazione della qualità della documentazione sanitaria/socio-assistenziale e l'implementazione di azioni correttive se necessario. ### Fase 2: Implementazione Gli elementi che caratterizzano la presa in carico del paziente, il processo assistenziale e che garantiscono la continuità assistenziale nei trasferimenti tra setting assistenziali sono tracciati all'interno della cartella clinica; la comunicazione e l'invio della documentazione sanitaria e socio assistenziale ai professionisti all'interno della struttura sanitaria e ai colleghi di strutture esterne è garantita in tempo utile. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza dei risultati del monitoraggio e della valutazione da parte dell'organizzazione: - della qualità della documentazione sanitaria/socio- assistenziale; - del soddisfacimento delle regole che caratterizzano la gestione della documentazione; - del rispetto dei tempi definiti per l'accesso alla documentazione sanitaria/socio-assistenziale. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione e i singoli dirigenti effettuano una valutazione delle priorità ed individuano e implementano specifiche azioni per il miglioramento: - della qualità della documentazione sanitaria/socio- assistenziale; - della politica relativa alla privacy e alla riservatezza delle
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3° Criterio/fattore di qualità – ASPETTI STRUTTURALI
"L'organizzazione cura l'idoneità all'uso delle strutture e la puntuale applicazione delle norme relative alla manutenzione delle attrezzature; è buona prassi che dia evidenza del contributo del personale nella gestione delle stesse" Per corrispondere a tale criterio, ogni struttura che eroga prestazioni in regime ospedaliero dovrà documentare che siano soddisfatti i requisiti che evidenziano: - L'idoneità all'uso delle strutture - La gestione e manutenzione delle attrezzature ## Requisito 3.1 L'idoneità all'uso delle strutture ### Campo d'applicazione Intera struttura sanitaria ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione Vi è evidenza della pianificazione e l'inserimento a bilancio del potenziamento o sostituzione di impianti, edifici o componenti necessari a garantire l'idoneità all'uso, e la sicurezza e della struttura nel rispetto delle leggi, dei regolamenti e degli altri requisiti che si applicano all'organizzazione; sono predisposti programmi e azioni per una graduale sostenibilità energetico-ambientale in termini di riduzione dei consumi energetici; l'organizzazione ha formalizzato e diffuso il programma di gestione del rischio ambientale e di gestione delle infrastrutture che consenta di individuare le situazioni che mettono in pericolo la sicurezza di beni e persone e di gestire le aree a rischio (Sicurezza e Vigilanza; Materiali Pericolosi; Radioprotezione; Emergenze; Protezione antincendio; Apparecchiature Medicali; Impianti fissi; Gestione dei rifiuti); l'organizzazione ha approvato i piani per la formazione e il coinvolgimento del personale per la sicurezza della struttura e dell'ambiente di lavoro. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della messa in atto: - del piano per il potenziamento o sostituzione di impianti, edifici o componenti necessari a garantire l'idoneità all'uso e la sicurezza della struttura nel rispetto delle leggi, dei regolamenti e degli altri requisiti che si applicano all'organizzazione; - delle azioni per una graduale sostenibilità energetico- ambientale in termini di riduzione dei consumi energetici; - del programma di gestione del rischio ambientale e di gestione delle infrastrutture, dell'individuazione delle situazioni che mettono in pericolo la sicurezza di beni e persone e della gestione delle aree a rischio (Sicurezza e Vigilanza; Materiali Pericolosi; Radioprotezione; Emergenze; Protezione antincendio; Apparecchiature Medicali; Impianti fissi; Gestione dei rifiuti). Vi è evidenza delle attività di formazione e coinvolgimento del personale per la sicurezza della struttura e dell'ambiente di lavoro. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio della implementazione e dell'efficacia del programma di gestione del rischio ambientale e di gestione delle infrastrutture; vi è evidenza del monitoraggio del livello di sicurezza della struttura ed è presente la documentazione relativa alla idoneità della struttura e alla valutazione dei dati raccolti in relazione a incidenti, infortuni e altri eventi a supporto della pianificazione della riduzione dei rischi della struttura (ad es. report, audit ed incontri periodici relativi alla identificazione dei rischi e alla gestione della sicurezza della struttura); vi è evidenza del monitoraggio dell'efficacia delle attività di formazione e coinvolgimento del personale per la sicurezza della struttura e dell'ambiente di lavoro, anche attraverso dimostrazioni, simulazioni e altri metodi idonei opportunamente documentate. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione e i singoli dirigenti effettuano una valutazione delle priorità, individuano e implementano specifiche azioni per il miglioramento della qualità ed efficacia: - del programma di gestione del rischio ambientale; - delle attività di pianificazione e dell'inserimento a bilancio del potenziamento o sostituzione di impianti, edifici o componenti necessari a garantire l'idoneità all'uso e la sicurezza della struttura; - dei programmi per la sostenibilità energetico-ambientale e riduzione dei consumi energetici; - delle attività di formazione e coinvolgimento del personale per la sicurezza della struttura e dell'ambiente di lavoro. Controllano, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati. ## Requisito 3.2 Gestione e manutenzione delle attrezzature ### Campo d'applicazione Intera struttura sanitaria ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito e formalizzato un piano in cui siano esplicitate e programmate le azioni per la gestione e la manutenzione (straordinaria e preventiva) delle attrezzature in particolare delle attrezzature biomedicali e lo stesso è stato comunicato ai diversi livelli operativi. l'organizzazione ha definito, formalizzato e diffuso una procedura per l'identificazione di tutte le attrezzature utilizzate. ### Fase 2: Implementazione È presente un inventario aggiornato di tutte le attrezzature utilizzate; vi è evidenza che la documentazione tecnica relativa alle singole attrezzature, obbligatoriamente fornita al momento dell'acquisto, risulti a corredo delle stesse e sia resa disponibile alla funzione preposta per la manutenzione; in relazione alle singole attrezzature vi è evidenza della presenza della documentazione delle ispezioni, collaudi e interventi di manutenzione; vi è evidenza dell'implementazione del programma di formazione sull'utilizzo delle attrezzature che preveda periodi di addestramento del personale coinvolto nell'utilizzo, manutenzione e dismissione di dispositivi medici/apparecchi elettromedicali. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio periodico da parte della Direzione della corretta gestione delle attrezzature in particolare delle attrezzature biomedicali; il piano di manutenzione preventiva è valutato, rivisto e aggiornato con una periodicità annuale ed è valutata l'efficacia dei piani di comunicazione dello stesso ai diversi livelli operativi; l'organizzazione verifica periodicamente le conoscenze da parte del personale utilizzatore delle modalità di utilizzo dei dispositivi medici/apparecchi elettromedicali per mezzo di dimostrazioni, simulazioni e altri metodi idonei. Tale verifica è documentata. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione e i singoli dirigenti effettuano una valutazione delle priorità, individuano e implementano specifiche azioni per il miglioramento della qualità e dell'efficacia: - del programma di gestione e manutenzione delle attrezzature; - dei programmi di formazione e addestramento per l'utilizzo, la manutenzione e la dismissione di dispositivi medici/apparecchi elettromedicali. Le organizzazioni controllano, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati.
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4° Criterio/fattore di qualità – COMPETENZE DEL PERSONALE
"L'organizzazione deve curare che il personale possieda/acquisisca e mantenga le conoscenze e le abilità necessarie alla realizzazione in qualità e sicurezza delle specifiche attività" Per corrispondere a tale criterio, ogni struttura che eroga prestazioni in regime ospedaliero dovrà documentare che siano soddisfatti i requisiti che evidenziano: - La programmazione e la verifica della formazione necessaria e specifica; - L'inserimento e l'addestramento di nuovo personale. ## Requisito 4.1 La programmazione e la verifica della formazione necessaria e specifica ### Campo d'applicazione Intera struttura sanitaria ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha formalizzato e diffuso: - un documento in cui è individuato un responsabile per la formazione del personale e una rete di referenti all'interno dell'organizzazione; - un Piano di formazione, aggiornamento e addestramento annuale, formulato con il coinvolgimento degli operatori, che preveda: definizione degli standard di competenza per posizione, criteri di scelta delle priorità, monitoraggio delle competenze professionali e rilevazione dei fabbisogni formativi attraverso varie fonti informative, condivisione dei bisogni formativi, programmazione delle attività formative; - le strategie per la gestione e lo sviluppo delle risorse umane che comprenda, oltre alla formazione e l'aggiornamento del personale su competenze professionali specifiche, anche la formazione e l'addestramento su tematiche che riguardano l'introduzione di innovazioni tecnologiche ed organizzative, le competenze relazionali (lavoro in team, comunicazione, relazione) e tematiche per la promozione della salute rivolta ai pazienti, ai loro familiari e al personale. L'organizzazione ha definito e formalizzato un programma per il mantenimento delle competenze e un processo per raccogliere, verificare e valutare le credenziali (abilitazione, studi, formazione, tirocinio, pratica, competenze ed esperienze) del personale medico, infermieristico e degli altri professionisti sanitari, prevedendo un dossier formativo per singolo operatore; l'organizzazione ha definito e formalizzato una procedura standardizzata, oggettiva e basata sull'evidenza per autorizzare tutti i medici a ricoverare e a curare i pazienti e a erogare altre prestazioni cliniche in funzione delle rispettive qualifiche. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della condivisione delle conoscenze acquisite all'esterno della struttura; vi è evidenza che le direzioni dei dipartimenti e il personale partecipino alla programmazione delle attività di formazione, aggiornamento e addestramento ed è documentato il coinvolgimento degli operatori, in accordo con quanto previsto dai documenti di indirizzo; vi è evidenza dell'implementazione del programma per il mantenimento delle competenze. Tutto il personale ha un proprio dossier formativo con l'evidenza dei corsi svolti; vi è evidenza della verifica dei requisiti previsti per l'accreditamento dalla normativa vigente della funzione di provider; vi è evidenza della verifica, da parte della Direzione, delle credenziali (abilitazione, formazione, pratica, competenze ed esperienze) del personale medico autorizzato a fornire assistenza sanitaria senza supervisione; vi è evidenza dell'applicazione della procedura standardizzata, oggettiva e basata sull'evidenza per autorizzare tutti i medici a ricoverare e a curare i pazienti e a erogare altre prestazioni cliniche in funzione delle rispettive qualifiche. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio dell'implementazione e della valutazione dell'efficacia dei programmi di formazione continua, aggiornamento e addestramento e della soddisfazione da parte del personale. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione e i singoli dirigenti effettuano una valutazione delle priorità, individuano e implementano specifiche azioni per il miglioramento della programmazione e della verifica della formazione necessaria e specifica; controllano, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati. ## Requisito 4.2 L'inserimento e l'addestramento di nuovo personale ### Campo d'applicazione Intera struttura sanitaria ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha formalizzato e diffuso un piano che definisce le modalità per l'accoglienza e l'affiancamento/addestramento del nuovo personale – neo assunto/trasferito – compreso il personale volontario; l'organizzazione ha approvato e formalizzato: - il processo per la valutazione delle qualifiche dei neo assunti e dell'idoneità al ruolo; - un piano di formazione strutturata sul rischio clinico ed occupazionale e sulle tematiche di promozione della salute verso i neo assunti, entro il 1° anno. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della messa in atto del piano di accoglienza e affiancamento/addestramento per i nuovi addetti del personale (neo assunto/trasferito) compreso il personale volontario, in maniera da consentire l'esercizio delle proprie funzioni; vi è evidenza della valutazione dell'idoneità al ruolo dei neo assunti e della valutazione delle capacità, delle conoscenze necessarie e dei comportamenti richiesti nel momento in cui il neo assunto comincia ad adempiere alle sue responsabilità lavorative; vi è evidenza dell'implementazione del piano di formazione strutturata sul rischio clinico verso i neo assunti entro il 1° anno. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio periodico da parte della Direzione dell'efficacia dei programmi di orientamento/ inserimento del nuovo personale – neo assunto/trasferito - compreso il personale volontario. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione e i singoli dirigenti effettuano una valutazione delle priorità ed individuano e implementano specifiche azioni per il miglioramento della qualità dei programmi di orientamento e dei piani per l'inserimento dei nuovi addetti; controllano, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati.
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5° Criterio/fattore di qualità – COMUNICAZIONE
"Una buona comunicazione e relazione fra professionisti e con i pazienti garantisce allineamento ai comportamenti professionali attesi, aumento della sicurezza nella erogazione delle cure, partecipazione dei pazienti nelle scelte di trattamento" Per corrispondere a tale criterio, ogni struttura che eroga prestazioni in regime ospedaliero dovrà documentare che siano soddisfatti i requisiti che evidenziano: - Le modalità di comunicazione interna alla struttura, che favoriscano la partecipazione degli operatori; - Le modalità di valutazione della relazione tra il personale e l'organizzazione (contesto organizzativo) attraverso l'analisi del clima organizzativo/soddisfazione degli operatori; - Le modalità e i contenuti delle informazioni da fornire ai pazienti e/o ai caregiver; - Le modalità di partecipazione dei pazienti nelle scelte clinico-assistenziali e le modalità di coinvolgimento dei pazienti e dei caregiver; - Le modalità di ascolto dei pazienti. ## Requisito 5.1 Le modalità di comunicazione interna alla struttura che favoriscono la partecipazione degli operatori ### Campo d'applicazione Intera struttura sanitaria e singola Unità Operativa Complessa ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La direzione ha definito e formalizzato processi finalizzati alla circolazione delle informazioni: - i flussi informativi e la reportistica in merito agli obiettivi, dati e informazioni relative alla performance, agli esiti e ai programmi di miglioramento della qualità e sicurezza del paziente; - le modalità di condivisione sistematica delle informazioni all'interno dell'organizzazione e del singolo dipartimento. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza di documentazione attestante la circolazione e la diffusione delle informazioni compresa la comunicazione e la diffusione a tutto il personale della missione, politiche, piani, obiettivi, budget, programmi di attività/risorse (vedi requisito 1.1); vi è evidenza della reportistica in merito agli obiettivi, dati e informazioni relative alla performance, agli esiti e ai programmi di miglioramento della qualità e sicurezza del paziente e della relativa diffusione (vedi requisito 2.2.3); vi è evidenza della messa in atto di modalità di condivisione sistematica delle informazioni all'interno dell'organizzazione e della singola unità organizzativa utilizzando modalità multiple di comunicazione; vi è evidenza di momenti sistematici di coordinamento e di integrazione interni all'organizzazione. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza della valutazione da parte della Direzione dell'efficacia del sistema di comunicazione interna alla struttura almeno una volta ogni due anni. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate e sulla base delle informazioni derivanti dall'analisi della reportistica, la Direzione e i singoli dirigenti effettuano una valutazione delle priorità, individuano e implementano specifiche azioni per il miglioramento della qualità del sistema di comunicazione interna alla struttura che favoriscano la partecipazione degli operatori; controllano, inoltre, che le eventuali azioni correttive intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati. ## Requisito 5.2 Le modalità di valutazione della relazione tra il personale e l'organizzazione (contesto organizzativo) attraverso l'analisi del clima organizzativo/soddisfazione degli operatori ### Campo d'applicazione Intera struttura sanitaria e singola Unità Operativa Complessa ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito, formalizzato e diffusole modalità che consentano la segnalazione/ascolto di suggerimenti da parte del personale; la Direzione ha identificato momenti strutturati di analisi e confronto sulle criticità. ### Fase 2: Implementazione Vengono implementati e facilitati momenti strutturati di analisi e confronto sulle criticità; vi è evidenza dell'effettuazione di una indagine sulla valutazione del clima aziendale e sulla soddisfazione del personale nell'ultimo triennio e i risultati sono stati presentati alla Direzione e diffusi al personale. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza della diffusione e condivisione dei risultati dell'indagine sulla valutazione del clima aziendale e della soddisfazione del personale, e della discussione ed analisi dei risultati anche in apposite riunioni con la Direzione. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione e i singoli dirigenti effettuano una valutazione delle priorità ed individuano e implementano specifiche azioni per il miglioramento del clima organizzativo e della soddisfazione degli operatori; controllano, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati. ## Requisito 5.3 Le modalità e i contenuti delle informazioni da fornire ai pazienti e/o ai caregiver ### Campo d'applicazione Intera struttura sanitaria e singola Unità Operativa Complessa ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito e formalizzato modalità e strumenti: - per l'appropriata comunicazione con i pazienti e i caregiver; - per il coinvolgimento e l'informazione dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri di Famiglia. ### Fase 2: Implementazione È presente una Carta dei Servizi aggiornata e redatta con l'apporto di categorie professionali e delle associazioni di tutela e di volontariato rappresentative della collettività e dell'utenza; vi è evidenza della presenza di strumenti informativi sintetici (multilingua) da mettere a disposizione dei cittadini (ad es. Pronto Soccorso, percorso nascita); vi è evidenza della messa in atto di una procedura per il coinvolgimento e l'informazione dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri di famiglia; vi è evidenza dell'informazione ricevuta dal paziente e dai familiari sulla donazione di organi e tessuti; vi è evidenza dell'informazione ricevuta dal paziente e dai familiari sulle precauzioni da adottare per la prevenzione delle infezioni correlate all'assistenza; l'organizzazione fornisce le informazioni sulla qualità dei suoi servizi; ai pazienti con ricoveri programmati vengono rilasciate informazioni in forma scritta su come accedere al servizio prima del ricovero o dell'appuntamento; vi è evidenza che la comunicazione delle informazioni rivolte ai pazienti e ai caregiver avviene utilizzando una lingua, una metodologia e un linguaggio appropriati. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza che la documentazione per l'informazione dell'utenza è revisionata dall'organizzazione ad opportuni intervalli e comunque quando sono intervenute variazioni significative; viene effettuato il monitoraggio e la valutazione: - della soddisfazione del paziente in relazione alle informazioni fornite dall'organizzazione; - dell'efficacia dei processi di comunicazione delle informazioni ai pazienti e ai caregiver e dell'accesso ai servizi, anche per mezzo dell'analisi dei reclami/disservizi. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate e sulla base delle informazioni derivanti dall'analisi della reportistica, la Direzione e i singoli dirigenti effettuano una valutazione delle priorità ed individuano e implementano specifiche azioni per il miglioramento della qualità delle informazioni da fornire ai pazienti e ai caregiver; controllano, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati. ## Requisito 5.4 Le modalità di partecipazione dei pazienti nelle scelte clinico- assistenziali e le modalità di coinvolgimento dei pazienti e dei caregiver ### Campo d'applicazione Intera struttura sanitaria e singola Unità Operativa Complessa ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito, formalizzato e diffuso: - una procedura per l'informazione al paziente e ai suoi familiari sui diritti e le responsabilità, per l'ascolto, l'educazione e il coinvolgimento dei pazienti al processo di cura; - una procedura per l'informazione partecipata del paziente (rischi e benefici del trattamento o indagine proposta, alternative disponibili, prima dell'apposizione della firma sul modulo di consenso) e l'acquisizione del consenso informato; - una politica per la promozione della salute da parte dell'organizzazione come parte integrante del sistema di miglioramento della qualità implementato nella struttura, con lo scopo di migliorare i risultati in termini di salute. Tale politica coinvolge i pazienti, i loro familiari e il personale; - un documento ufficiale, condiviso all'interno dell'organizzazione, in cui vengono definite le linee guida sui contenuti del consenso informato. Sono state esplicitate, in apposito documento aziendale, metodologie di coinvolgimento attivo dei pazienti e dei familiari, in materia di gestione del rischio clinico. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza: - della messa in atto di una procedura per l'informazione al paziente e ai suoi familiari sui diritti e le responsabilità, per l'ascolto e l'educazione ed è documentato il coinvolgimento dei pazienti al processo di cura; - dell'implementazione di procedure per l'informazione del paziente (anche minori) e l'acquisizione del consenso informato prevedendo l'informazione partecipata; - della messa in atto delle metodologie di coinvolgimento attivo dei pazienti e dei familiari, in materia di gestione del rischio clinico; - che i consensi soddisfano i contenuti specificati dalle linee guida definite dall'organizzazione in merito alle modalità di redazione dei consensi. vi è evidenza dell'addestramento del personale sulle politiche e procedure per il coinvolgimento dei pazienti e dei familiari; vi è evidenza della presenza all'interno dell'organizzazione di un elenco delle prestazioni, dei trattamenti e delle procedure invasive e ad alto rischio per le quali è prevista l'acquisizione di un formale consenso informato (es. anestesie e interventi chirurgici maggiori, diagnostica invasiva, terapie trasfusionali, ecc.); vi è evidenza dell'informazione ricevuta dal paziente e dai familiari sugli elementi di tutela nella partecipazione a ricerche cliniche e dell'acquisizione del consenso informato prima della partecipazione del paziente ad attività di ricerca clinica, studi clinici e sperimentazioni cliniche; vi è evidenza che l'organizzazione fornisca ai pazienti informazioni su fattori significativi di promozione della salute relativi alla loro patologia e/o stato di salute. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza della valutazione dell'efficacia dei processi di coinvolgimento e partecipazione dei pazienti e caregiver; vi è evidenza della periodica valutazione della qualità delle informazioni ricevute dai pazienti su fattori significativi di promozione della salute relativi alla loro patologia e/o stato di salute. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate e sulla base delle informazioni derivanti dall'analisi della reportistica, la Direzione e i singoli dirigenti effettuano una valutazione delle priorità ed individuano e implementano specifiche azioni per il miglioramento delle modalità di partecipazione e coinvolgimento dei pazienti e dei caregiver e della qualità delle informazioni ricevute dai pazienti su fattori significativi di promozione della salute relativi alla loro patologia e/o stato di salute. Vi è evidenza del controllo che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati (vedi requisito 7.1.). ## Requisito 5.5 Modalità di ascolto dei pazienti ### Campo d'applicazione Intera struttura sanitaria e singola Unità Operativa Complessa ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito, formalizzato e diffuso: - una politica e delle procedure per la presentazione e gestione dei reclami, osservazioni e suggerimenti; - modalità e strumenti per l'ascolto attivo dei pazienti; - procedure per la valutazione della soddisfazione e dell'esperienza degli utenti (indagini di customer satisfaction). ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della valutazione della soddisfazione e dell'esperienza degli utenti (indagini di customer satisfaction) su almeno il 10% dei pazienti trattati nella singola unità operativa; vi è evidenza della diffusione dei risultati delle indagini di customer satisfaction (e delle eventuali misure di miglioramento adottate o da adottare) sul sito web aziendale; vi è evidenza della pubblicazione e diffusione di un report annuale relativo alla gestione dei reclami; vi è evidenza della specifica formazione del personale di contatto con il pubblico (comunicazione, negoziazione, tecniche strutturate di gestione dei conflitti). ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio dei tempi di risposta ai reclami e del confronto con lo standard definito all'interno della Carta dei Servizi; vi è evidenza della valutazione dell'efficacia da parte della Direzione delle modalità di ascolto dei pazienti; vi è evidenza che i dati derivanti dall'analisi dei reclami e dai risultati delle valutazioni della soddisfazione e dell'esperienza degli utenti vengono discussi anche con le organizzazioni per i diritti dei pazienti. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate e sulla base delle informazioni derivanti dall'analisi dei reclami e dei risultati delle valutazioni della soddisfazione e dell'esperienza degli utenti, la Direzione e i singoli dirigenti effettuano una valutazione delle priorità ed individuano e implementano specifiche aree target di miglioramento; controllano, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati (vedi requisito 7.1).
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6° Criterio/fattore di qualità – APPROPRIATEZZA CLINICA E SICUREZZA
"L'efficacia, l'appropriatezza, la sicurezza sono elementi essenziali per la qualità delle cure e debbono essere monitorati" Per corrispondere a tale criterio, ogni struttura che eroga prestazioni in regime ospedaliero dovrà documentare che siano soddisfatti i requisiti che evidenziano: - Approccio alla pratica clinica secondo evidenze - Promozione della sicurezza e gestione dei rischi - Programma per la gestione del rischio clinico e modalità di gestione degli eventi avversi - Strategie sistematiche di comunicazione, formazione e sviluppo di competenze ## Requisito 6.1 Approccio alla pratica clinica secondo evidenze scientifiche ### Campo d'applicazione Intera struttura sanitaria e singola Unità Operativa Complessa ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito, formalizzato e diffuso protocolli, linee guida e/o percorsi di cura/assistenza condivisi e formulati secondo i principi della Evidence Based Medicine e predisposti in maniera integrata tra le strutture organizzative. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della messa in atto di protocolli, linee guida e/o percorsi di cura/assistenza condivisi e formulati secondo i principi della Evidence Based Medicine per lo svolgimento delle attività più rilevanti per rischio, frequenza e costo, per gestire le evenienze cliniche più frequenti e di maggiore gravità; vi è evidenza dell'accessibilità al personale di regolamenti interni, di protocolli, linee guida e/o percorsi di cura/assistenza; vi è evidenza dell'implementazione di tutte le buone pratiche regionali e delle raccomandazioni ministeriali di pertinenza; vi è evidenza del coinvolgimento del personale nell'implementazione e nell'applicazione dei protocolli, linee guida e/o percorsi di cura/assistenza, attraverso la diffusione delle conoscenze necessarie alla loro attuazione e la formazione specifica sui protocolli di assistenza ad esse correlati. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio e della valutazione: - dell'efficacia e dell'appropriatezza delle prestazioni e del setting assistenziale da parte dei professionisti sanitari e della Direzione; - dell'applicazione dei protocolli, linee guida e/o percorsi di cura/assistenza; - dell'applicazione delle buone pratiche e delle raccomandazioni ministeriali. In ciascuna Unità Operativa Complessa vi è evidenza dello svolgimento di audit multidisciplinari e/o multi professionali e sistematici per confrontare la pratica corrente con le linee guida basate sulle evidenze, i protocolli e i percorsi di cura/assistenza definiti dall'organizzazione. I risultati dell'audit vengono comunicati al personale; vi è evidenza della rivalutazione e dell'aggiornamento periodico dei regolamenti interni, di protocolli, linee guida e/o percorsi di cura/assistenza sulla base delle evidenze cliniche disponibili. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione e i singoli dirigenti effettuano una valutazione delle priorità ed individuano e implementano specifiche azioni per il miglioramento dell'approccio alla pratica clinica secondo evidenze scientifiche e l'appropriatezza delle prestazioni; controllano, inoltre, l'efficacia delle azioni di miglioramento intraprese (vedi requisito 7.1). ## Requisito 6.2 L'organizzazione assicura la promozione della sicurezza e la gestione dei rischi ### Campo d'applicazione Intera struttura sanitaria e singola Unità Operativa Complessa ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha istituito un organismo aziendale deputato alla lotta alle infezioni ospedaliere e ha definito formalizzato e diffuso il programma di prevenzione e riduzione delle infezioni associate all'assistenza sanitaria basato sulle attuali conoscenze scientifiche, sulle linee guida della pratica comunemente accettate (ad esempio linee guida dell'OMS sull'igiene delle mani e altre linee guida), sulla legislazione e la normativa vigenti in materia e sugli standard di igiene e pulizia pubblicati da enti locali o nazionali. Il programma di prevenzione e riduzione delle infezioni associate all'assistenza sanitaria prevede lo stanziamento di risorse adeguate, l'uso di dispositivi e tecniche di precauzione, l'utilizzo di procedure di isolamento, misure di barriera ed igiene delle mani, attività di sorveglianza microbiologica, sanificazione, disinfezione e sterilizzazione, lo smaltimento dei rifiuti e degli aghi taglienti e prevede la definizione di sistemi di reporting delle infezioni correlate all'assistenza; l'organizzazione ha formalizzato un organismo aziendale deputato alla gestione del rischio clinico ed un piano annuale aziendale per la gestione del rischio orientato alla sicurezza di operatori, pazienti e ambiente, che preveda la definizione delle politiche per la sicurezza del paziente, le modalità per l'identificazione e la valutazione dei rischi, una lista dei processi, delle aree e dei rischi maggiori identificati, le modalità di comunicazione con gli stakeholder e la gestione dei relativi contenziosi. Tale piano deve contemplare ruoli, responsabilità, risorse impiegate, monitoraggio, verifiche e formazione e deve essere approvato dalla Direzione. Il piano prevede la definizione di obiettivi specifici e misurabili; l'organizzazione ha definito formalizzato e diffuso protocolli, linee guida e procedure per la programmazione di attività di valutazione del rischio derivante dagli esiti inattesi dei trattamenti; è presente ed è stato formalizzato un Piano di formazione e aggiornamento sulla gestione del rischio clinico e sulle modalità di gestione degli eventi avversi. ### Fase 2: Implementazione L'organizzazione ha individuato le aree e i processi a rischio. In particolare sono stati messi in sicurezza i processi relativi alle procedure invasive, all'uso di sangue ed emoderivati, alla somministrazione dell'anestesia e della sedazione, alla corretta identificazione del paziente e del sito chirurgico, alla gestione dei risultati critici di laboratorio, alla somministrazione dei farmaci e della profilassi antibiotica; vi è evidenza della messa in atto: - del piano annuale aziendale per la gestione del rischio, orientato alla sicurezza di operatori, pazienti e ambiente; - del programma di prevenzione e riduzione delle infezioni associate all'assistenza sanitaria - del sistema di reporting delle infezioni correlate all'assistenza; - del piano di formazione e aggiornamento aziendale sulla gestione del rischio clinico e sulle modalità di gestione degli eventi avversi. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio e della valutazione dell'adeguatezza e dell'efficacia del programma di prevenzione e riduzione delle infezioni associate all'assistenza sanitaria; vi è evidenza del monitoraggio e della valutazione dell'efficacia, almeno annuale, del piano aziendale per la gestione del rischio, degli strumenti di prevenzione del rischio utilizzati, delle attività realizzate, degli obiettivi per la sicurezza e dei risultati raggiunti; vi è evidenza del monitoraggio e della rivalutazione (ogni 2 anni) delle aree di rischio dell'organizzazione, incluse quelle individuate dall'OMS, dei processi e delle procedure ad alto rischio; l'organizzazione produce e diffonde almeno un report annuale sui risultati raggiunti in materia di rischio. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate e sulla base delle informazioni derivanti dall'analisi della reportistica, la Direzione e i singoli dirigenti effettuano una valutazione delle priorità ed individuano e implementano specifiche azioni per il miglioramento della sicurezza e della gestione dei rischi; controllano, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati (vedi requisito 7.1). ## Requisito 6.3 Programma per la gestione del rischio clinico e modalità di gestione degli eventi avversi ### Campo d'applicazione Intera struttura sanitaria e singola Unità Operativa Complessa ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito, formalizzato e diffuso: - un sistema per l'identificazione, la segnalazione e l'analisi di: near miss, eventi avversi ed eventi sentinella; - modalità e procedure per la comunicazione ai pazienti e/o familiari degli eventi avversi, la gestione dell'impatto di un evento avverso sugli operatori, la comunicazione esterna, la risoluzione stragiudiziale dei contenziosi. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della partecipazione al flusso di segnalazione previsto dalla normativa nazionale; vi è evidenza dell'identificazione dei fattori causali e/o contribuenti degli eventi segnalati attraverso le metodologie di analisi disponibili in letteratura (Root cause analysis, Audit clinico, Significantevent audit) e azioni sistematiche di verifica della sicurezza (Safetywalkround) che prevedono il coinvolgimento multidisciplinare e/o multi professionale degli operatori e la predisposizione in seguito all'indagine condotta di piani di azione e relativi indicatori di monitoraggio; vi è evidenza dell'applicazione di linee guida, buone pratiche, raccomandazioni ministeriali, checklist ed altri strumenti per la sicurezza (ad es. checklist operatoria e la Scheda unica di terapia); il personale implementa le azioni previste e codificate dalle procedure per la comunicazione ai pazienti e/o familiari degli eventi avversi e per offrire l'opportuno supporto/sostegno ai pazienti/familiari, la gestione dell'impatto di un evento avverso sugli operatori, la comunicazione esterna, la risoluzione stragiudiziale dei contenziosi; vi è evidenza dell'implementazione di metodologie sistematiche proattive per la valutazione dei rischi (almeno 1 FMEA – Failure Mode and Effect Analysis per anno); i pazienti possono segnalare incidenti o situazioni rischiose di cui sono stati testimoni. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio (relazione tra il numero di eventi e le dimensioni della struttura) dell'applicazione delle procedure di segnalazione e gestione dei near miss, eventi avversi ed eventi sentinella; vi è evidenza della valutazione dell'applicazione delle modalità di comunicazione verso i pazienti/familiari e verso l'esterno di un evento avverso; l'organizzazione divulga agli operatori almeno una volta l'anno i risultati delle analisi sulle segnalazioni rilevate; vi è evidenza del monitoraggio dell'applicazione di linee guida, buone pratiche, raccomandazioni, checklist ed altri strumenti per la sicurezza; vi è evidenza del monitoraggio dei piani di azione scaturiti dall'applicazione delle metodologie reattive e proattive di analisi dei rischi. ### Fase 4: Miglioramento della qualità I dati del monitoraggio sono utilizzati per studiare le aree target per la gestione del rischio e vi è evidenza dell'implementazione di cambiamenti nella struttura e nei processi a seguito di eventi indesiderabili; vi è evidenza della valutazione dell'efficacia delle azioni correttive e preventive implementate. ## Requisito 6.4 Strategie sistematiche di comunicazione, formazione e sviluppo di competenze ### Campo d'applicazione Intera struttura sanitaria e singola Unità Operativa Complessa ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito, formalizzato e diffuso politiche e procedure per la partecipazione e il coinvolgimento dei pazienti ai processi di gestione del rischio clinico. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza dell'identificazione e dell'applicazione di soluzioni innovative per la sicurezza in ambiti specifici di attività; vi è evidenza della produzione e diffusione di buone pratiche; vi è evidenza dell'implementazione di un programma per lo sviluppo di competenze specifiche per la analisi degli eventi avversi; vi è evidenza della messa in atto di politiche e procedure per il coinvolgimento e la partecipazione dei pazienti ai processi di gestione del rischio clinico. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio da parte della Direzione dell'applicazione delle buone pratiche e delle soluzioni innovative adottate per la sicurezza in ambiti specifici di attività; vi è evidenza della valutazione periodica della presenza di competenze specifiche per l'analisi degli eventi avversi; l'organizzazione effettua il monitoraggio dell'applicazione delle procedure per il coinvolgimento dei pazienti e valuta il grado di partecipazione dei pazienti ai processi di gestione del rischio clinico. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate e sulla base delle informazioni, la Direzione e i singoli dirigenti effettuano una valutazione delle priorità ed individuano e implementano specifiche azioni correttive e preventive; controllano, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati (vedi requisito 7.1).
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7° Criterio/fattore di qualità – PROCESSI DI MIGLIORAMENTO E INNOVAZIONE
"Il governo delle azioni di miglioramento, dell'adozione di innovazioni tecnologiche ed organizzativo– professionali e la facilitazione della ricerca clinica e organizzativa esprimono la capacità della organizzazione di adattarsi a contesti nuovi assumendo comportamenti fondati eticamente, professionalmente adeguati, socialmente accettabili e sostenibili" Per corrispondere a tale criterio, ogni struttura che eroga prestazioni in regime ospedaliero dovrà documentare che siano soddisfatti i requisiti che evidenzino: - Progetti di miglioramento - Applicazione di modalità di valutazione delle tecnologie in uso o da acquisirsi - Adozione di iniziative di innovazione tecnico-professionale e organizzativa ## Requisito 7.1 Progetti di miglioramento ### Campo d'applicazione Intera struttura sanitaria ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha istituito un organismo aziendale deputato alla gestione della qualità e del governo clinico e ha definito, formalizzato e diffuso a tutto il personale il programma aziendale per il miglioramento della qualità che includa le specifiche risorse, ruoli e le responsabilità, valutazione e misurazione dei risultati conseguiti e degli esiti attraverso l'utilizzo di indicatori, la comunicazione periodica delle informazioni, la formazione; la struttura ha un processo per valutare le aree prioritarie di intervento per il miglioramento della qualità e della sicurezza. La Direzione ha formalizzato i piani di azione e ha individuato i relativi indicatori per il monitoraggio del miglioramento della qualità nelle aree prioritarie di intervento (es: emergenza, materno infantile, oncologico, cardio- vascolare, etc.). I piani di azione sono caratterizzati almeno dai seguenti elementi: - obiettivi specifici per ciascun intervento; - cronoprogramma delle attività; - responsabilità; - risorse; - responsabilità e modalità per il monitoraggio degli obiettivi. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza che il programma di miglioramento della qualità è integrato al piano di gestione del rischio, alla formazione e alla pianificazione strategica; vi è evidenza della messa in atto del: - programma aziendale per il miglioramento della qualità e dei piani di azione che lo caratterizzano, relativi agli interventi individuati come prioritari nelle aree dove la qualità misurata non raggiunge gli obiettivi prefissati; - programma per l'educazione e la formazione di tutto il personale sui temi legati alla qualità e al miglioramento continuo delle prestazioni. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio dell'efficacia del programma aziendale per il miglioramento della qualità e dei piani di azione che lo caratterizzano. L'efficacia viene rivalutata sulla base di una periodicità definita attraverso l'utilizzo di indicatori che consentono di valutare che i risultati e gli esiti ottenuti rispettino gli obiettivi prefissati; i risultati legati alla qualità delle prestazioni e agli esiti sono comunicati al personale e ai cittadini e vengono messi a disposizione degli utenti; vi è evidenza della valutazione dell'efficacia dei programmi di educazione e formazione sui temi legati alla qualità e al miglioramento. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base del programma aziendale e i dati di monitoraggio sono stati individuati specifici piani di azione per il miglioramento della qualità nell'organizzazione e nelle singole unità operative. I piani di azione riflettono le priorità dell'organizzazione in base ai risultati conseguiti. ## Requisito 7.2 Esistenza e applicazione di modalità di valutazione delle tecnologie in uso o da acquisirsi ### Campo d'applicazione Intera struttura sanitaria ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha formalizzato e diffuso procedure per la selezione, acquisizione, allocazione e valutazione delle tecnologie e partecipa alla realizzazione di reti di HTA facenti capo alla rete nazionale HTA. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della messa in atto di procedure per la selezione, acquisizione, allocazione e valutazione delle tecnologie; vi è evidenza della acquisizione delle valutazioni delle tecnologie sanitarie prodotte a livello nazionale ed internazionale. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio dell'applicazione dei processi di valutazione delle tecnologie. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione e i singoli dirigenti effettuano una valutazione delle priorità ed individuano e implementano specifiche azioni per il miglioramento delle modalità di selezione, acquisizione, allocazione e valutazione delle tecnologie in uso o da acquisirsi; controllano, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati. ## Requisito 7.3 Adozione di iniziative di innovazione tecnico-professionale e organizzativa ### Campo d'applicazione Intera struttura sanitaria ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito e formalizzato: - procedure per la rilevazione dei fabbisogni emergenti e delle innovazioni tecnologiche e organizzative; - un piano per l'integrazione assistenza-didattica-ricerca. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della messa in atto di procedure per la rilevazione dei fabbisogni emergenti e delle innovazioni tecnologiche e organizzative; vi è evidenza del coinvolgimento del personale nel processo di adozione delle innovazioni tecnico-professionali e organizzative; vi è evidenza dello sviluppo e implementazione del piano per l'integrazione assistenza-didattica-ricerca. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio dell'attuazione dell'intero percorso dell'innovazione-valutazione-adozione. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione e i singoli dirigenti effettuano una valutazione delle priorità ed individuano e implementano specifiche azioni per il miglioramento del processo di adozione, realizzazione e valutazione delle innovazioni tecnico-professionali e organizzative; controllano, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati.
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8° Criterio/fattore di qualità – UMANIZZAZIONE
"L'impegno a rendere i luoghi di assistenza e i programmi diagnostici e terapeutici orientati quanto più possibile alla persona, considerata nella sua interezza fisica, sociale e psicologica è un impegno comune a tutte le strutture" Per corrispondere a tale criterio, ogni struttura che eroga prestazioni in regime ospedaliero dovrà documentare che siano soddisfatti i requisiti che evidenzino: - Programmi per l'umanizzazione e la personalizzazione dell'assistenza ## Requisito 8.1 Programmi per l'umanizzazione e la personalizzazione dell'assistenza ### Campo d'applicazione Intera struttura sanitaria ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito e formalizzato: - un piano per lo sviluppo di attività (assistenziali-organizzative) orientate a migliorare l'accessibilità e l'accoglienza degli utenti; - un programma per assicurare la qualità della relazione tra professionisti sanitari, pazienti e loro familiari che preveda: - la formazione degli operatori sanitari alle abilità procedurali alle attività di counselling (empatia, congruenza, accettazione incondizionata, comunicazione di cattive notizie); - l'adozione di modalità di lavoro secondo la logica dell'équipe multidisciplinare; - la partecipazione del paziente al processo assistenziale come esperto della propria situazione. - specifici requisiti riguardanti il comfort delle aree di degenza, delle aree dedicate al personale e delle aree di attesa per accompagnatori e visitatori: [es. spazi collettivi adeguati ai posti letto; spazi dedicati per il colloquio riservato tra il personale sanitario e il paziente/parenti; servizi di ristorazione e di conforto; presenza di aree verdi; confort degli spazi in termini di temperatura, luce, rumore, ventilazione, colori e di arredo adeguato; l'utilizzo dei colori nei percorsi di accesso alle strutture; la promozione e lo sviluppo del modello ergonomico delle camere di degenza]. - protocolli linee guida e procedure per la pianificazione e la gestione del percorso di accompagnamento alla morte con il coinvolgimento del paziente e dei suoi familiari. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza dell'implementazione da parte dell'organizzazione e del personale di attività (assistenziali-organizzative) orientate a migliorare l'accoglienza tenendo conto delle differenti esigenze degli utenti relative all'età, al genere e a particolari condizioni di salute e di fragilità fisica e psicologica, tenendo conto delle specificità religiose, etniche e linguistiche, nel rispetto della dignità dei pazienti [es. implementazioni di percorsi riguardanti: il bambino in ospedale, in assistenza domiciliare e residenziale; il percorso nascita; l'assistenza agli anziani; il supporto psicologico per assistere i pazienti e i loro familiari in situazioni specifiche (oncologia; trapianti; malati terminali; parenti di malati terminali, donne che hanno subito violenza); l'ampliamento degli orari di visita e di assistenza per i parenti dei ricoverati in rianimazione e dei pazienti in terapia intensiva neonatale; l'ampliamento degli orari di visita nelle strutture residenziali/ospedaliere; l'assistenza sanitaria e la multiculturalità; l'informazione al paziente con opuscoli multilingua, anche su web; l'adeguamento degli orari dell'organizzazione sanitaria ai ritmi fisiologici della persona]; vi è evidenza dell'implementazione del programma per assicurare la qualità della relazione tra professionisti sanitari, pazienti e loro familiari; vi è evidenza dell'adozione di modalità di lavoro secondo le logiche dell'équipe multidisciplinare e della partecipazione del paziente al processo assistenziale come esperto della propria situazione; vi è evidenza dell'implementazione di interventi per l'accesso agevolato alle prestazioni assistenziali, della semplificazione degli adempimenti amministrativi ed è assicurata un'informazione tempestiva e trasparente, con particolare riferimento all'accesso alla documentazione sanitaria entro tempi predefiniti e l'informazione al paziente e ai suoi familiari tramite sito web; vi è evidenza dell'adozione da parte dell'organizzazione di processi per la gestione del percorso di accompagnamento alla morte a supporto del paziente e dei suoi familiari. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio dell'efficacia delle iniziative orientate a migliorare l'accoglienza e l'accessibilità; vi è evidenza del monitoraggio dell'applicazione del programma per assicurare la qualità della relazione tra professionisti sanitari, pazienti e loro familiari; vi è evidenza del coinvolgimento di pazienti/organizzazione dei cittadini per valutare la centralità del paziente nel processo di cura e la personalizzazione dell'assistenza; vi è evidenza che la qualità delle cure al termine della vita è valutata da familiari e operatori. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione e i singoli dirigenti effettuano una valutazione delle priorità ed individuano e implementano specifiche azioni per il miglioramento della personalizzazione dell'assistenza; controllano, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati (vedi requisito 7.1).
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Premessa
I recenti indirizzi europei (Direttiva 2011/24/EU del Parlamento Europeo e del Consiglio del 9 marzo 2011), volti a promuovere, all'interno di un comune quadro di riferimento politico e strategico, meccanismi di cooperazione tra gli Stati membri per garantire l'accesso ad un'assistenza sanitaria sicura e di qualità nell'ambito dell'Unione e l'eterogeneità dei modelli di accreditamento regionali, hanno fatto nascere in Italia l'esigenza di rivedere la normativa in materia di accreditamento al fine di definire un quadro comune di riferimento e ridisegnare uno strumento in armonia con i mutati scenari nazionali ed internazionali. In particolare, per dare attuazione alle disposizioni contenute nell'articolo 7 del Patto per la Salute 2010- 2012, è stato attivato un Tavolo per la revisione della normativa per l'accreditamento (TRAC), costituito da rappresentanti dello stesso Ministero, di Agenas, delle Regioni e Province Autonome. Il Tavolo ha predisposto, in ottemperanza al predetto mandato, un "Disciplinare tecnico" che individua, sulla base di precedenti studi sulle dimensioni della qualità, il quadro concettuale di riferimento e identifica una serie di criteri/fattori di qualità e requisiti ritenuti essenziali per i modelli di accreditamento regionali. Più in dettaglio, il disciplinare predisposto dal Tavolo e approvato dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome, con specifica Intesa in data 20 dicembre 2012 (Rep. Atti n. 259/CSR), individua 8 Criteri e 28 requisiti essenziali per l'accreditamento "istituzionale". Tenendo conto del mutato quadro nazionale di riferimento, si è inteso realizzare un nuovo manuale per l'accreditamento delle strutture di assistenza territoriale extra-ospedaliera che tenga conto delle indicazioni derivanti dal "Disciplinare tecnico" e delle più avanzate esperienze internazionali disponibili. Il manuale riflette le dinamiche in continua evoluzione nell'ambito della lungodegenza e della riabilitazione, recependo da un lato, l'impostazione derivante dal disciplinare tecnico per la revisione della normativa sull'accreditamento, e dall'altro, le tematiche emergenti in tema di qualità e sicurezza delle cure individuate attraverso un'analisi dettagliata della letteratura scientifica. Il manuale per l'accreditamento delle strutture di assistenza territoriale extra-ospedaliera mira a promuovere un processo di miglioramento continuo della qualità delle prestazioni, dell'efficienza dell'organizzazione, dell'uso delle risorse e della formazione, in modo tale che ogni cittadino, in relazione ai propri bisogni socio- sanitari/assistenziali e sociali, possa ricevere gli atti diagnostici e terapeutici, che garantiscano i migliori risultati in termini di salute, in rapporto allo stato attuale delle conoscenze scientifiche, al minor costo possibile e ai minori rischi iatrogeni, per conseguire la soddisfazione dei bisogni rispetto agli interventi ricevuti e agli esiti conseguiti. L'obiettivo del manuale è quello di creare ed incentivare il miglioramento attraverso un modello che permetta alle organizzazioni di effettuare una valutazione continua dell'applicazione dei requisiti consentendo attraverso la misurazione e l'analisi di innescare processi di miglioramento continuo. Con l'accreditamento istituzionale la Regione intende raggiungere l'obiettivo di garantire ai cittadini di usufruire di prestazioni socio-sanitarie/assistenziali e sociali di qualità. Perché ciò sia possibile è necessario che le strutture di assistenza territoriale extra-ospedaliera si dotino di modelli organizzativi e gestionali di riconosciuta validità. È per tale motivo che la Regione ha individuato nei principi, nei metodi e negli approcci del "Disciplinare Tecnico" il principale riferimento. Fondare la propria organizzazione sulla base dei requisiti del manuale di accreditamento delle strutture di assistenza territoriale extra-ospedaliera vuol dire orientare la gestione ai seguenti principi: - Miglioramento continuo della qualità: i requisiti sono definiti in maniera tale da favorire e incoraggiare le strutture di assistenza territoriale extra-ospedaliera a migliorare la qualità e la performance delle prestazioni erogate; - Centralità dei pazienti: i requisiti fanno riferimento alla centralità del paziente e alla continuità delle cure; - Pianificazione e valutazione della performance: i requisiti valutano l'efficienza dell'organizzazione; - Sicurezza: i requisiti includono interventi per migliorare e garantire la sicurezza dei pazienti, dei visitatori e del personale; - Evidenza scientifica: i requisiti sono frutto del consenso nazionale e dell'analisi della letteratura internazionale.
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I REQUISITI PER L'ACCREDITAMENTO
L'obiettivo prioritario è quello di costruire un sistema che fornisca un livello di prestazioni qualitativamente elevato e che sia in grado di orientare lo svolgimento delle attività al soddisfacimento dei bisogni dei cittadini. A tal proposito il manuale si propone di definire un modello per l'accreditamento istituzionale delle strutture caratterizzato dai seguenti elementi: - Centralità del cittadino/paziente - è una componente essenziale nell'erogazione delle cure e dell'assistenza: - Comprendere continuamente i bisogni e le aspettative dei cittadini/pazienti; - Garantire che i cittadini/pazienti siano considerati una priorità per il servizio; - Guardare all'erogazione dei servizi in base alla prospettiva dei pazienti. - Leadership – responsabilità e commitment a fornire cure eccellenti e a migliorare la qualità e le performance: - Garantire strategie, sistemi e metodi per raggiungere l'eccellenza; - Ispirare e motivare i professionisti a lavorare, sviluppare, migliorare e ad essere innovativi e creativi. - Cultura del miglioramento - l'organizzazione deve continuamente a protendere al miglioramento della qualità dell'assistenza: - Comprendere che cercare modalità per migliorare è una componente essenziale del lavoro quotidiano; - Raggiungere e mantenere livelli di qualità che soddisfano i bisogni dei cittadini/pazienti; - Monitorare i risultati delle cure per migliorare l'assistenza dei cittadini/ pazienti. - Evidenza dei risultati delle prestazioni - gli outcome sono individuati e utilizzati per valutare la qualità delle cure e dell'assistenza: - Dati e informazioni danno evidenza dei processi implementati e dei risultati; - La valutazione degli outcome consente il miglioramento della qualità e delle performance di un'organizzazione. - Propensione alle buone pratiche – le organizzazioni debbono confrontare le loro performance con altre organizzazioni o imparare dagli altri e applicare nel proprio contesto i principi delle buone pratiche: - Imparare dagli altri per aumentare l'efficacia e l'efficienza dei processi; - Migliorare gli outcome per i cittadini/pazienti. La finalità è quella di: - Migliorare la qualità dei percorsi dei pazienti; - Migliorare lo sviluppo della qualità clinica, organizzativa e della qualità percepita da parte dei pazienti; - Rendere visibile la qualità del sistema sanitario regionale. Il manuale intende creare ed incentivare il miglioramento continuo attraverso l'utilizzo di un modello che permetta alle organizzazioni di effettuare una valutazione continua dell'applicazione dei requisiti, consentendo attraverso la misurazione e l'analisi di innescare processi di miglioramento. Il modello si basa sul ciclo di Deming (ciclo di PDCA - plan–do–check–act) in grado di promuovere una cultura della qualità tesa al miglioramento continuo dei processi e all'utilizzo ottimale delle risorse. Questo strumento parte dall'assunto che per perseguire la qualità è necessaria la costante interazione tra pianificazione, progettazione, implementazione, misurazione, monitoraggio, analisi e miglioramento. Applicare costantemente le quattro fasi del ciclo di Deming consente di migliorare continuamente la qualità e soddisfare le esigenze del cittadino/paziente. La sequenza logica è la seguente: - P - Plan. Pianificazione: l'organizzazione deve aver predisposto la documentazione necessaria a descrivere le modalità di raggiungimento dell'obiettivo per la qualità definito dal requisito per l'accreditamento; - D - Do. Implementazione: l'organizzazione deve garantire l'implementazione di quanto definito in fase di progettazione e pianificazione; - C - Check. Controllo, studio e raccolta dei risultati: l'organizzazione deve monitorare in maniera continua la qualità delle strutture, dei processi e degli esiti derivanti dall'erogazione del servizio; - A - Act. Azione per rendere definitivo e/o migliorare struttura/processo/esito: l'organizzazione deve analizzare e valutare i risultati del monitoraggio, effettuare un'analisi delle priorità e definire e mettere in campo iniziative per migliorare la qualità delle strutture, dei processi e degli esiti. I requisiti per l'accreditamento costituiscono i fattori di qualità cui devono rispondere i soggetti che desiderano conseguire tale status; sono ulteriori — e quindi diversi — rispetto a quelli previsti per l'autorizzazione all'esercizio e, per ciascun fattore, sono previsti diversi requisiti declinati sulle 4 fasi predefinite dal ciclo di Deming. I requisiti per l'accreditamento sono prevalentemente focalizzati su aspetti organizzativi che, di norma, pur non richiedendo significativi investimenti, possono determinare importanti, e spesso immediate, ricadute sulla qualità assistenziale. In particolare, si tratta di fattori qualificanti e innovativi che affrontano tematiche di assoluta rilevanza e attualità — governo clinico, rischio clinico, principi a garanzia dei livelli essenziali di assistenza, diritti delle persone — che costituiscono la base per un concreto miglioramento della qualità nell'ambito del Sistema sanitario regionale. In relazione alle strutture di assistenza territoriale extra-ospedaliera, i requisiti per l'accreditamento istituzionale si distinguono in generali, validi per tutte le strutture socio-sanitarie, e specifici per i diversi settori assistenziali. I requisiti sono concettualmente organizzati sulla base dei fattori/criteri di qualità individuati dal documento "Disciplinare per la revisione della normativa dell'accreditamento", approvato con Intesa sancita in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome, in data 20 dicembre 2012 (Rep. atti n. 259/CSR). Relativamente ai requisiti di carattere generale (Sezione 1 del Manuale), sono applicabili a prescindere dai programmi o servizi erogati in quanto fanno riferimento al governo clinico dell'organizzazione: - Sistema di gestione delle strutture socio-sanitarie/assistenziali e sociali: Fornisce garanzia di buona qualità dell'assistenza, una gestione della organizzazione che governi le dimensioni più fortemente collegate alla specifica attività di cura e assistenza in un'ottica di miglioramento continuo. - Aspetti Strutturali: L'organizzazione cura la idoneità all'uso delle strutture e la puntuale applicazione delle norme relative alla manutenzione delle attrezzature; è buona prassi che dia evidenza del contributo del personale nella gestione delle stesse. - Competenze del personale: L'organizzazione deve curare che il personale possieda/acquisisca e mantenga le conoscenze e le abilità necessarie alla realizzazione in qualità e sicurezza delle specifiche attività. - Comunicazione: Una buona comunicazione e relazione fra professionisti e con i pazienti garantisce allineamento ai comportamenti professionali attesi, aumento della sicurezza nella erogazione delle cure, partecipazione dei pazienti nelle scelte di trattamento. - Processi di miglioramento ed innovazione: Il governo delle azioni di miglioramento, dell'adozione di innovazioni tecnologiche ed organizzativo–professionali e la facilitazione della ricerca clinica e organizzativa esprimono la capacità della organizzazione di adattarsi a contesti nuovi assumendo comportamenti fondati eticamente, professionalmente adeguati, socialmente accettabili e sostenibili. I requisiti sono sufficientemente generici per consentire l'interpretazione degli stessi da parte di ogni tipologia di struttura che eroga prestazioni di assistenza territoriale extra-ospedaliera. Ogni organizzazione implementerà i requisiti secondo le proprie necessità e nel modo che maggiormente si adatta alle modalità con cui eroga prestazioni. Per il soddisfacimento dei requisiti risulta importante che: - Le organizzazioni siano in grado di dimostrare in che modo soddisfano l'obiettivo e lo scopo del requisito; - Le organizzazioni siano in grado di dare evidenza del soddisfacimento del requisito. I requisiti specifici per le diverse tipologie di assistenza territoriale extra-ospedaliera (Sezione 2 del Manuale) fanno riferimento ai fattori/criteri di qualità più strettamente legati alle peculiarità degli utenti e intendono individuare: - Le modalità di eleggibilità dei pazienti per i percorsi di assistenza e la successiva presa in carico attraverso una valutazione multidisciplinare e multiprofessionale delle condizioni e dei bisogni della persona, premessa indispensabile per definire l'attuazione di politiche e di interventi mirati ed efficaci; - Le modalità di progettazione e implementazione dei processi di continuità per coordinare l'assistenza dei singoli pazienti. La definizione delle responsabilità e delle modalità per il passaggio in cura contribuisce a migliorare la continuità, il coordinamento, la soddisfazione del paziente, la qualità e potenzialmente anche gli esiti; - Le modalità di erogazione delle prestazioni cliniche e assistenziali sulla base delle evidenze scientifiche disponibili al fine di fornire un intervento appropriato ed efficace per uno specifico soggetto nel rispetto delle sue preferenze individuali e dei suoi valori culturali e sociali; - Le attività per un approccio sistemico al miglioramento della qualità e alla sicurezza. Per gestione della sicurezza s'intende l'applicazione e la promozione di strutture e processi che, sulla base delle evidenze scientifiche, siano in grado di prevenire e ridurre i rischi specifici all'interno della struttura; - Le modalità attraverso le quali praticare una concreta "centralità del paziente" nelle attività assistenziali attraverso l'impegno a rendere i luoghi di assistenza e i programmi di carattere sanitario, tutelare, assistenziale orientati quanto più possibile alla persona, considerata nella sua interezza fisica, sociale e psicologica. In particolare, nella Sezione 2 del manuale, i fattori/criteri del documento "Disciplinare per la revisione della normativa dell'accreditamento" cui si fa riferimento sono i seguenti: - Prestazioni e Servizi: È buona prassi che l'organizzazione descriva la tipologia e le caratteristiche delle prestazioni e dei servizi erogati e individui i metodi di lavoro da adottarsi, come pratica del governo clinico sui quali fondare azioni successive di valutazione della performance e della comunicazione con i pazienti ed i cittadini. - Appropriatezza clinica e sicurezza: La efficacia, la appropriatezza, la sicurezza sono elementi essenziali per la qualità delle cure e dell'assistenza e debbono essere monitorati. - Umanizzazione: L'impegno a rendere i luoghi di assistenza e i programmi diagnostici e terapeutici orientati quanto più possibile alla persona, considerata nella sua interezza fisica, sociale e psicologica è, un impegno comune a tutte le strutture.
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LE TIPOLOGIE DI ASSISTENZA TERRITORIALE EXTRA-OSPEDALIERA
I requisiti regionali per l'Autorizzazione e l'Accreditamento istituzionale degli erogatori pubblici e privati di servizi e prestazioni sanitarie e socio-sanitarie territoriali (in coerenza con le disposizioni regionali a suo tempo emanate con DGR 133/99 e DGR 3137/99) prevedono le seguenti tipologie di assistenza: - prestazioni in regime residenziale e semiresidenziale; - prestazioni di assistenza domiciliare. Per prestazione residenziale e semiresidenziale si intende il complesso integrato di interventi, procedure e attività sanitarie e socio-sanitarie erogate a soggetti non autosufficienti, non assistibili a domicilio. La prestazione non si configura come un singolo atto assistenziale, ma come il complesso di prestazioni di carattere sanitario, tutelare, assistenziale e alberghiero. L'accesso a tali prestazioni deve intendersi regolato dai principi generali di universalità, equità ed appropriatezza. L'utente per il quale sia individuata la condizione di non autosufficienza e che non possa essere assistito a domicilio avrà quindi diritto di scegliere il luogo di cura nell'ambito delle diverse opzioni offerte dalle strutture accreditate. Le cure domiciliari consistono in trattamenti medici, infermieristici, riabilitativi, prestati da personale qualificato per la cura e l'assistenza alle persone non autosufficienti e in condizioni di fragilità, con patologie in atto o esiti delle stesse, per stabilizzare il quadro clinico, limitare il declino funzionale e migliorare la qualità della vita quotidiana. Poiché il sistema prevede prestazioni a diversi livelli di intensità di cura, l'accesso alle stesse e la prosecuzione del trattamento avverrà coerentemente con la verifica della effettiva appropriatezza della indicazione, sulla base di criteri oggettivi di valutazione multidimensionale dei bisogni dell'utente. I percorsi che portano a tali prestazioni possono prevedere la provenienza dell'utente dall'ospedale per acuti, da una struttura di post-acuzie o dal domicilio. Del resto le prestazioni territoriali extra-ospedaliere non devono essere intese come una soluzione finale del percorso, ma come un nodo dinamico della rete di assistenza regionale. A tal proposito sono state individuate le tipologie di utenti non autosufficienti, che caratterizzano le diverse tipologie di prestazioni: - Anziani non autosufficienti - Persone disabili giovani e adulte - Persone con patologie psichiatriche - Persone con dipendenze patologiche - Persone con patologie terminali con necessità di cure residenziali - Persone con patologie con necessità di assistenza domiciliare ## Anziani non autosufficienti RSA modulo intensivo: sono nuclei specializzati per pazienti non autosufficienti, a seguito della perdita temporanea dell'autonomia dopo interventi chirurgici e/o traumi, richiedenti trattamenti intensivi, essenziali per il supporto alle funzioni vitali, come ad esempio: ventilazione meccanica ed assistita, nutrizione entrale o parenterale protratta, trattamenti specialistici ad alto impegno. Si tratta di interventi di cura complessi, ma concentrati nel tempo i cui obiettivi assistenziali sono rivolti, con la ovvia eccezione dei pazienti terminali, alla riacquisizione dell'autonomia perduta o alla acquisizione del maggiore livello di autonomia possibile. RSA anziani: sono nuclei specializzati per anziani non autosufficienti, portatori di patologie croniche a rischio di instabilità clinica. Gli obiettivi assistenziali in questo caso sono finalizzati a salvaguardare la stabilità clinica e impedire e/o rallentare il deterioramento e il decadimento delle funzioni presenti, con conseguente limitazione dei ricoveri ospedalieri. Nucleo per demenze (tipo Alzheimer): sono nuclei specializzati per pazienti con demenza, nelle fasi in cui il disturbo mnesico è associato a disturbi del comportamento e/o dell'affettività, che richiedono trattamenti estensivi di carattere riabilitativo, di riorientamento e tutela personale in ambiente protesico. Tali nuclei possono essere realizzati nell'ambito di strutture connotate come RSA. Per i familiari dei pazienti dovranno esser previste attività di sostegno (colloqui individuali e gruppi di auto aiuto e sostegno) e informazione, utili a facilitare la gestione del paziente al ritorno al domicilio. Casa protetta anziani: sono nuclei che garantiscono cure residenziali di mantenimento, nel cui ambito rientrano le strutture tipiche della lungodegenza per patologie cronicizzate, con cure sanitarie di medicina generale, recupero funzionale per contenere il decadimento, assistenza tutelare e aiuto alla persona. Gli obiettivi assistenziali sono quelli di fornire supporto sanitario alla prevalente attività socio assistenziale in pazienti con condizioni di salute poco compromesse. Ogni struttura che eroga prestazioni residenziali e semiresidenziali per anziani dovrà soddisfare tutti i requisiti della Sezione 1 e tutti i requisiti della Sezione 2A. ## Persone disabili giovani e adulte RSA disabili fisici, psichici e/o sensoriali: sono strutture socio-sanitarie ad elevata integrazione sanitaria, costituite da nuclei di Cure residenziali Estensive (nuclei specializzati) per persone in condizione di disabilità grave, finalizzate a garantire prestazioni terapeutiche, riabilitative e socio-riabilitative di mantenimento, congiuntamente a prestazioni tutelari per disabili gravi. Gli obiettivi assistenziali in questo caso sono finalizzati a salvaguardare la stabilità clinica ed impedire e/o rallentare il deterioramento ed il decadimento delle funzioni presenti, con conseguente limitazione dei ricoveri ospedalieri. Presidio di riabilitazione estensiva extra-ospedaliera a ciclo continuativo: comprende nuclei specializzati di riabilitazione estensiva extra-ospedaliera, rivolta ad adulti e a minori che, a seguito della perdita dell'autonomia a causa di acuzie e/o interventi chirurgici e/o traumi, necessitano di trattamenti intensivi/estensivi di natura riabilitativa e socio-riabilitativa rivolti riacquisizione dell'autonomia perduta o alla acquisizione del maggiore livello di autonomia possibile. Casa protetta per disabili: sono strutture socio-sanitarie, a connotazione sociale a rilievo sanitario, che erogano prestazioni socio-riabilitative in regime residenziale, congiuntamente a cure sanitarie di medicina generale, prestazioni terapeutiche riabilitative di mantenimento per il contenimento degli esiti e congiuntamente a prestazioni tutelari per disabili fisici psichici e/o sensoriali privi di sostegno familiare. Fino all'approvazione delle nuove linee guida regionali in materia di tutela della salute mentale, rientrano tra queste strutture quelle che erogano prestazioni ai soggetti disabili di cui alla DGR 685/02, il cui criterio di accesso permane quello previsto dalla deliberazione medesima. Gli obiettivi assistenziali sono quelli di fornire supporto sanitario alla prevalente attività socio assistenziale in pazienti con condizioni di salute poco compromesse. Comunità alloggio per disabili: è una struttura residenziale a carattere comunitario rivolta a soggetti in situazione di compromissione funzionale (di carattere fisico, intellettivo o sensoriale), con parziale o residuale autonomia funzionale alla gestione delle attività della propria vita quotidiana, che necessitano di interventi di riabilitazione di mantenimento mirati a sostenere e promuovere le condizioni personali ed ambientali per la vita di relazione e l'inclusione sociale. Strutture residenziali per sclerosi laterale amiotrofica (SLA), coree, sclerosi multipla: sono strutture destinate all'assistenza di tutte le malattie degenerative del sistema nervoso e al ricovero di pazienti in situazione di handicap gravissimo, con grave disabilità conseguenti a esiti disabilitanti di patologie neurologiche in fase avanzata, con necessità di assistenza nella cura di sé, nella mobilità, nonché di supervisione continuativa nell'arco delle 24 ore. Presidi di riabilitazione estensiva extra-ospedaliera a ciclo diurno: sono strutture che effettuano le attività di riabilitazione extra-ospedaliera della fase estensiva in forma diurna per adulti o minori che a causa di patologie malformative o congenite di origine genetica ovvero per patologie acquisite, di acuzie e/o interventi chirurgici e/o traumi, necessitano di trattamenti intensivi/estensivi di natura riabilitativa e socio- riabilitativa rivolti alla riacquisizione dell'autonomia perduta o alla acquisizione del maggiore livello di autonomia possibile. Centri di riabilitazione estensiva extra-ospedaliera ambulatoriale: le prestazioni ambulatoriali erogate dai centri di riabilitazione si differenziano dalle attività ambulatoriali specialistiche di recupero e rieducazione funzionale per la globalità dell'intervento riabilitativo. Queste si configurano nell'insieme di interventi multidisciplinari, valutativi diagnostici, terapeutici e preventivi finalizzati a contenere ed evitare limitazione del funzionamento, dell'attività e della partecipazione della persona con disabilità. Per l'utenza in età evolutiva, il centro ambulatoriale di riabilitazione si caratterizza per un'attività prevalente di neuroriabilitazione e riabilitazione cognitiva, metacognitiva e del linguaggio; per le altre fasce di età, si caratterizza per un'attività prevalente di riabilitazione funzionale e orientata al massimo recupero dell'autonomia. Ogni struttura che eroga prestazioni residenziali e semiresidenziali per disabili dovrà soddisfare tutti i requisiti della Sezione 1 e tutti i requisiti della Sezione 2B. ## Persone con patologie psichiatriche Strutture residenziali del Dipartimento di Salute Mentale: sono strutture residenziali che erogano prestazioni residenziali di tutela della salute mentale che possono essere affidate anche alla gestione del privato (sociale e/o imprenditoriale). Gli obiettivi sono quelli di fornire prestazioni sanitarie psichiatriche socio-riabilitative. Presidi di riabilitazione estensiva extra-ospedaliera per pazienti affetti da disturbi del comportamento alimentare: struttura residenziale deputata al trattamento di pazienti con disturbi nel comportamento alimentare (DCA) dove sia insufficiente o inefficace il trattamento ambulatoriale. Centri di riabilitazione estensiva extra-ospedaliera a ciclo continuativo–autismo: sono strutture che effettuano le attività di riabilitazione extra-ospedaliera della fase estensiva in forma diurna per adulti o minori affetti da autismo o patologie assimilabili in diverse condizioni di gravità che necessitano di trattamenti intensivi/estensivi di natura riabilitativa e socio-riabilitativa, rivolti allo sviluppo delle potenzialità e all'acquisizione del maggiore livello di autonomia possibile. Centri di riabilitazione estensiva extra-ospedaliera a ciclo diurno – autismo: sono strutture che effettuano le attività di riabilitazione extra-ospedaliera della fase estensiva in forma continuativa per adulti o minori affetti da autismo o patologie assimilabili in diverse condizioni di gravità, che necessitano di trattamenti intensivi/estensivi di natura riabilitativa e socio-riabilitativa, rivolti allo sviluppo delle potenzialità e all'acquisizione del maggiore livello di autonomia possibile. Ogni struttura che eroga prestazioni residenziali e semiresidenziali per persone con patologie psichiatriche dovrà soddisfare tutti i requisiti della Sezione 1 e tutti i requisiti della Sezione 2C. ## Persone con dipendenze patologiche Le organizzazioni che effettuano attività di prevenzione, cura e riabilitazione finalizzate alla protezione e ripristino della salute delle persone con dipendenze patologiche: - Servizi Terapeutico Riabilitativo: si occupano dell'accoglienza di pazienti con caratteristiche predefinite, che non assumono sostanze d'abuso e, ove ritenuti idonei al programma e, comunque, in assenza di controindicazioni, dell'accoglienza di pazienti sottoposti a trattamenti farmacologici sostitutivi e dell'attuazione di un programma terapeutico dettagliatamente descritto e personalizzato, di durata non superiore a diciotto mesi, con relativo monitoraggio delle condizioni psicofisiche dell'utente, ed eventuali modifiche; - Servizi Terapeutico Pedagogico: si occupano dell'accoglienza di pazienti con caratteristiche predefinite, che non assumono sostanze d'abuso e non hanno in corso trattamenti con farmaci sostitutivi e dell'attuazione di un programma pedagogico/riabilitativo predefinito e personalizzato, di durata non superiore a trenta mesi, con obiettivo centrato sul ripristino delle capacità di integrazione sociale e sul miglioramento della vita di relazione e metodologia di tipo pedagogico-educativo, con relativo monitoraggio delle condizioni psicofisiche dell'utente, ed eventuali modifiche. Ogni struttura che eroga prestazioni residenziali e semiresidenziali per persone con dipendenze patologiche dovrà soddisfare tutti i requisiti della Sezione 1 e tutti i requisiti della Sezione 2D. ## Persone con patologie terminali con necessità di cure residenziali Strutture residenziali per Cure Palliative – Hospice: sono strutture, facenti parte della rete di assistenza ai pazienti terminali, per l'assistenza in ricovero temporaneo di pazienti affetti da malattie progressive ed in fase avanzata, a rapida evoluzione e a prognosi infausta, per i quali ogni terapia finalizzata alla guarigione o alla stabilizzazione della patologia non è possibile o appropriata e, prioritariamente, per i pazienti affetti da patologia neoplastica terminale che necessitano di assistenza palliativa e di supporto. Ogni struttura residenziale che eroga prestazioni per persone con patologie terminali dovrà soddisfare tutti i requisiti della Sezione 1 e tutti i requisiti della Sezione 2E. ## Persone con patologie con necessità di assistenza domiciliare Le cure domiciliari consistono in trattamenti medici, infermieristici, riabilitativi, prestati da personale qualificato per la cura e l'assistenza alle persone non autosufficienti e in condizioni di fragilità, con patologie in atto o esiti delle stesse, per stabilizzare il quadro clinico, limitare il declino funzionale e migliorare la qualità della vita quotidiana. Gli obiettivi principali delle cure domiciliari sono: - l'assistenza a persone con patologie trattabili a domicilio al fine di evitare il ricorso inappropriato al ricovero in ospedale o ad altra struttura residenziale; - la continuità assistenziale per i dimessi dalle strutture sanitarie con necessità di prosecuzione delle cure; - il supporto alla famiglia; - il recupero delle capacità residue di autonomia e di relazione; - il miglioramento della qualità di vita anche nella fase terminale. Nell'ambito dell'assistenza territoriale le tipologie di cure domiciliari e di prestazioni connesse possono essere diverse: - assistenza programmata a domicilio (assistenza domiciliare integrata, assistenza programmata domiciliare comprese le varie forme di assistenza infermieristica territoriale); - attività sanitaria e sociosanitaria rivolta a pazienti nella fase terminale(domiciliare); - attività sanitaria e sociosanitaria rivolta alle persone con infezione da HIV (domiciliare). Ogni struttura che eroga prestazioni per persone con necessità di assistenza domiciliare dovrà soddisfare tutti i requisiti della Sezione 1 e tutti i requisiti della Sezione 2F. ## La struttura dei requisiti I requisiti per l'accreditamento sono caratterizzati dalla seguente struttura: - Il fattore/ criterio di riferimento; - Il requisito; - Il campo d'applicazione; - I livelli di compliance del requisito: ad ogni requisito sono attribuite, ai fini della valutazione, una o più evidenze. Le evidenze possono essere attinenti: - al processo: focalizzate sul modo in cui si realizza una certa attività; - all'esito: focalizzate sul risultato che si ottiene. Ciascun requisito è declinato secondo la logica del ciclo di Deming: - Fase 1 (Plan) - Documenti di indirizzo e pianificazione: I piani, le politiche, le linee guide e altri documenti di indirizzo richiesti debbono essere presenti e rispettare nel contenuto quanto previsto dai requisiti per l'accreditamento. A tal proposito, alcuni requisiti trasversali fanno riferimento a processi clinici e manageriali che riguardano l'intera organizzazione sanitaria e come tali debbono essere "governati" da documenti definiti a livello aziendale mentre in altri casi è necessario definire i documenti a livello di singola articolazione organizzativa, tipicamente l'Unità Operativa, coinvolta nella cura del paziente. - Fase 2 (Do) - Implementazione: La valutazione del soddisfacimento delle evidenze previste da questa fase viene effettuata attraverso, in particolare, l'osservazione sul campo, interviste o la valutazione delle cartelle cliniche dei pazienti, dei dati e di altri documenti. Tuttavia, per il loro volume e la dispersione all'interno dell'organizzazione, non è possibile esaminare tutta la documentazione disponibile o tutti gli elementi e gli indicatori misurabili in grado di testimoniare la conformità alle evidenze previste. Pertanto, in sede di verifica, il campionamento per la valutazione delle evidenze non si basa su criteri probabilistici, tali da individuare un campione rappresentativo della realtà organizzativa esaminata, ma è definibile come campione a scelta ragionata. - Fase 3 (Check) - Monitoraggio: Nessuna attività può essere migliorata se non si misurano i risultati. Per il soddisfacimento di tali evidenze sono richiesti i risultati documentati derivanti dal monitoraggio della qualità e della sicurezza delle attività definite nelle fasi precedenti. Per migliorare le proprie attività è necessario raccogliere dati e informazioni, ed analizzare le condizioni che eventualmente hanno determinato livelli di adeguatezza o di performance non soddisfacenti. Alcuni dati possono essere raccolti a livello di sistema, in altri casi il monitoraggio dei dati può essere effettuato nell'ambito della singola Unità Operativa attraverso l'analisi ad esempio della documentazione clinica. Il monitoraggio sistematico dei dati effettuato dalla struttura, laddove non specificato, non è da effettuarsi in continuo ma sulla base di un campione rappresentativo del processo da analizzare. Se non sono presenti specifici riferimenti circa la frequenza, è la struttura stessa a definirla. - Fase 4 (Act) - Miglioramento della qualità: Le evidenze previste da tale fase prevedono che l'organizzazione documenti la valutazione e l'analisi dei dati e delle informazioni al fine di definire le priorità per l'implementazione di specifiche iniziative atte a migliorare la qualità e la sicurezza dell'organizzazione.
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IL PROCESSO DI ACCREDITAMENTO
Questo manuale si propone di essere uno strumento per autovalutare, monitorare e migliorare la qualità e la sicurezza delle prestazioni nelle strutture che erogano prestazioni di assistenza territoriale extra- ospedaliera. Il manuale si basa su due approcci complementari: - la pianificazione e l'implementazione delle attività, fasi che indicano le attività e i processi che dovrebbero essere presenti all'interno di una struttura socio-sanitaria/assistenziale e sociale; - il monitoraggio e il miglioramento, che puntano a monitorare i processi sanitari/assistenziali e gli esiti e forniscono uno strumento quantitativo per valutare le variazioni della performance nel tempo ed innescare il ciclo del miglioramento continuo. Nello specifico questo manuale ha l'obiettivo di facilitare: - la valutazione delle prestazioni e dei processi erogati all'interno delle strutture socio- sanitarie/assistenziali e sociali; - il miglioramento del coordinamento dell'assistenza con gli altri soggetti erogatori; - la formulazione e l'individuazione di azioni per il miglioramento delle attività; - il coinvolgimento dei professionisti e dei pazienti nel miglioramento delle attività. Le strutture che erogano prestazioni di assistenza territoriale extra-ospedaliera e affrontano il percorso di accreditamento istituzionale debbono effettuare un'autovalutazione della propria organizzazione, in maniera tale da valutare la propria distanza dalle attività richieste dai requisiti e individuare le azioni rilevanti da implementare prima della verifica sul campo da parte degli organi deputati. La verifica sul campo varia nel numero di giorni e nel numero di valutatori a seconda delle dimensioni e della complessità della struttura che eroga prestazioni di assistenza territoriale extra-ospedaliera. La valutazione, relativa alla verifica sul campo dell'adesione ai requisiti, sarà condotta da un team di valutatori, appositamente formati che garantiscono una specifica competenza tecnica e per i quali siano posti in essere condizioni tali da assicurare imparzialità e trasparenza nelle valutazioni, capaci di raccogliere informazioni utili ed evidenze (documentali o di altro tipo) per verificare la rispondenza della struttura ai requisiti prefissati e assicurare una omogeneità di valutazione dei requisiti su tutto il territorio regionale. I valutatori verificano il soddisfacimento delle evidenze che caratterizzano le 4 fasi in cui si articolano i singoli requisiti (pianificazione, implementazione, monitoraggio, miglioramento della qualità). Tali fasi sono strutturate in maniera tale da stimolare il miglioramento continuo della qualità e il soddisfacimento delle esigenze del cittadino/paziente. Gli strumenti per la valutazione del livello di soddisfacimento dei requisiti sono caratterizzati da una revisione della documentazione, da interviste e osservazione sul campo. Dopo la verifica sul campo, viene redatto un report caratterizzato dai seguenti elementi: - Nome e descrizione dell'organizzazione; - Eventuali requisiti non applicabili, requisiti o evidenze esclusi dal processo di valutazione; - La valutazione dei requisiti; - Eventuali raccomandazioni. Nella tabella seguente, in relazione a ciascuna struttura di assistenza territoriale extra-ospedaliera, vengono riportate le sezioni del manuale da soddisfare.
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1° Criterio/fattore di qualità - ATTUAZIONE DI UN SISTEMA DI GESTIONE DELLE STRUTTURE DI ASSISTENZA TERRITORIALE EXTRA-OSPEDALIERA
"Fornisce garanzia di buona qualità della assistenza socio sanitaria/assistenziale e sociale, una gestione della organizzazione sanitaria che governi le dimensioni più fortemente collegate alla specifica attività di cura e assistenza in una ottica di miglioramento continuo" Per corrispondere a tale criterio, ogni struttura che eroga prestazioni di assistenza territoriale extra- ospedaliera dovrà documentare che siano soddisfatti i requisiti che evidenzino: - Modalità di pianificazione, programmazione e organizzazione delle attività di assistenza e di supporto; - Programmi per lo sviluppo di reti assistenziali; - Definizione delle responsabilità; - Modalità e strumenti di gestione delle informazioni (sistemi informativi, documenti e dati); - Modalità e strumenti di valutazione della qualità dei servizi; - Modalità di prevenzione e gestione dei disservizi. ## Requisito 1.1 Modalità di pianificazione, programmazione e organizzazione delle attività di assistenza e di supporto ### Campo d'applicazione Ogni struttura di assistenza territoriale extra-ospedaliera ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito, approvato e diffuso: - un documento in cui sono chiaramente identificati la visione, la missione e i valori dell'organizzazione; - una politica di riferimento per una gestione secondo criteri di eticità, a garanzia dell'erogazione di assistenza sanitaria nel rispetto di norme legali, etiche, finanziarie e commerciali e a tutela del paziente e dei suoi diritti; - un piano annuale delle attività e della qualità dell'organizzazione in cui sono definiti gli obiettivi di attività e di qualità che si basano sull'analisi della domanda di servizi/prestazioni del territorio e prevedono per la loro formulazione il coinvolgimento del personale, dei rappresentanti della comunità di riferimento e le associazioni di tutela del malato. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della applicazione di una politica di riferimento per una gestione della struttura sanitaria secondo criteri di eticità e che tale politica supporta il processo decisionale; esiste evidenza dell'esplicitazione da parte della Direzione degli obiettivi e delle funzioni ad esse assegnate; l'organizzazione sviluppa relazioni con altre organizzazioni e servizi territoriali per il raggiungimento degli obiettivi strategici e organizzativi ed esiste evidenza delle relazioni implementate (es. verbali degli incontri effettuati). ### Fase 3: Monitoraggio L'organizzazione monitora e verifica l'attuazione del piano annuale delle attività e della qualità e monitora il raggiungimento degli obiettivi di budget, attività, qualità e costi; vi è evidenza della revisione periodica del piano annuale delle attività e della qualità sulla base degli indirizzi regionali e sulle indicazioni provenienti dal personale operante nella struttura, dai rappresentanti della comunità di riferimento e dalle associazioni di tutela dei pazienti; i risultati del monitoraggio delle attività vengono condivisi attraverso modalità definite all'interno e all'esterno dell'organizzazione (direzione, personale, territorio, organizzazione di cittadini). ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate, la Direzione individua e implementa specifiche azioni per migliorare l'efficacia dei piani annuali di attività e di qualità; sulla base delle analisi effettuate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità delle attività di assistenza e supporto; controlla, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati. ## Requisito 1.2 Programmi per lo sviluppo di reti assistenziali ### Campo d'applicazione Ogni struttura di assistenza territoriale extra-ospedaliera ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito, formalizzato e diffuso documenti di indirizzo (protocolli, linee-guida, procedure, programmi di ricerca e formazione) che descrivano: - i collegamenti funzionali ed il funzionamento delle reti assistenziali che vedono l'integrazione tra struttura socio sanitaria/assistenziale e sociale e territorio e promuove modelli di continuità garantendo costante e reciproca comunicazione attraverso lo sviluppo di specifici percorsi assistenziali in grado di garantire la continuità assistenziale per i pazienti anche in collegamento con le strutture sanitarie, territoriali e ambulatoriali; - il funzionamento di reti di cure palliative e di terapia del dolore per il paziente adulto e pediatrico in attuazione della legge 15 marzo 2010 n. 38 "Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore". L'organizzazione ha definito, formalizzato e diffuso: - accordi con servizi esterni per la gestione dei servizi di laboratorio qualora non siano disponibili all'interno dell'organizzazione; - accordi e protocolli con servizi esterni per la gestione dei servizi di diagnostica per immagini, qualora non siano disponibili all'interno dell'organizzazione; - un protocollo formalizzato per il raccordo della struttura con la struttura ospedaliera di riferimento. ### Fase 2: Implementazione Sono attuati specifici percorsi assistenziali in grado di garantire la continuità assistenziale per i pazienti all'interno delle reti assistenziali integrate, delle reti di cure palliative e di terapia del dolore per il paziente adulto e pediatrico e delle reti tra centri regionali, anche in collegamento con le strutture sanitarie, con altre strutture socio- sanitarie e sociali e con le strutture ambulatoriali. ### Fase 3: Monitoraggio La direzione effettua una raccolta dati sulla realizzazione e il raggiungimento degli obiettivi dell'organizzazione all'interno delle reti assistenziali e valuta la corrispondenza tra quanto pianificato e attuato; vi è evidenza del periodico monitoraggio e controllo da parte dell'organizzazione dell'applicazione delle procedure di gestione della richiesta di esami, dei campioni e dei servizi esterni di laboratorio e sono presenti i report di valutazione della qualità dei servizi di laboratorio; vi è evidenza del periodico monitoraggio e controllo da parte dell'organizzazione dell'applicazione delle procedure per la gestione dei servizi esterni di diagnostica per immagini e anestesia e sono presenti i report di valutazione della qualità dei servizi di diagnostica per immagini. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità del sistema delle reti assistenziali, delle reti di cure palliative e di terapia del dolore per il paziente adulto e pediatrico, nonché delle reti tra centri regionali; controlla, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati. ## Requisito 1.3 Definizione delle responsabilità ### Campo d'applicazione Ogni struttura di assistenza territoriale extra-ospedaliera ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione Sono presenti, sono stati formalizzati, approvati e diffusi documenti che descrivono la struttura di governo dell'organizzazione, gli strumenti e documenti di delega delle responsabilità, i processi e le relative responsabilità clinico/assistenziali-organizzative, le modalità di valutazione delle performance dei vari responsabili e dirigenti, insieme ai relativi criteri di valutazione. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della comunicazione della struttura di governo, da parte della Direzione, all'intera organizzazione. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza di una valutazione dell'efficacia dell'organizzazione, delle responsabilità e degli strumenti di delega da effettuare periodicamente ed ogni qualvolta si presenti un cambiamento significativo nell'organizzazione e nell'erogazione dei servizi della struttura. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e dei risultati annuali raggiunti, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità dei processi, dell'organizzazione, delle responsabilità e del sistema di delega; controlla, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati. ## Requisito 1.4 Le modalità e gli strumenti di gestione delle informazioni (sistemi informativi e dati) ### Campo d'applicazione Ogni struttura di assistenza territoriale extra-ospedaliera ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito e approvato procedure e linee guida per la gestione della sicurezza nell'accesso tenuta dei dati, ivi compresa la loro integrità, nel rispetto e in ottemperanza alla legislazione e alla normativa vigente in materia di privacy, riservatezza e sicurezza delle informazioni. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della integrazione dei sistemi informativi al fine di: - documentare la tracciatura dei dati sanitari e la gestione e la trasmissione delle informazioni sia di carattere gestionale che sanitario; - raccogliere i dati per il supporto alle attività di pianificazione e controllo; - collaborare al debito informativo verso il Ministero della Salute (NSIS); - garantire la trasparenza e l'aggiornamento sistematico delle liste di attesa; - garantire informazioni tempestive e trasparenti nella erogazione delle prestazioni sanitarie. Il personale è stato formato e applica le procedure e le linee guida per la gestione della sicurezza e riservatezza di informazioni e dati, ivi compresa la loro integrità, nel rispetto e in ottemperanza alla legislazione e alla normativa vigente in materia e lavora in accordo con quanto previsto dalle stesse. ### Fase 3: Monitoraggio L'organizzazione monitora la qualità delle informazioni e dei dati in termini di affidabilità, accuratezza e validità sia per quelli provenienti da fonti interne che per quelli provenienti da fonti esterne. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità dei sistemi informativi, della sicurezza nell'accesso ai dati e tenuta dei dati, ivi compresa la loro integrità, affidabilità, accuratezza e validità (sia per quelli provenienti da fonti interne che per quelli provenienti da fonti esterne); ne valuta la corretta applicazione nel rispetto e in ottemperanza alla legislazione e alla normativa vigente in materia. ## Requisito 1.5 Le modalità e gli strumenti di valutazione della qualità dei servizi ### Campo d'applicazione Ogni struttura di assistenza territoriale extra-ospedaliera ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione Vi è evidenza della formalizzazione e diffusione: - di un programma e di procedure (strumenti, modalità e tempi) per la valutazione degli esiti, della qualità delle prestazioni e dei servizi che includa la definizione di standard di prodotto/percorso organizzativo e dei relativi indicatori di valutazione (volumi, appropriatezza, esiti, ecc.). Il monitoraggio deve includere almeno: I) qualità clinico/assistenziale, II) qualità organizzativa, III) qualità percepita; - delle responsabilità relative alla valutazione delle prestazioni e dei servizi. ### Fase 2: Implementazione Le attività di valutazione degli esiti e della qualità delle prestazioni e dei servizi sono documentate (es.: la presenza di report quantitativi o qualitativi sulla qualità dei servizi) con periodicità almeno annuale e vi è evidenza della partecipazione del personale a tali attività; vi è evidenza che l'organizzazione ha comunicato i risultati delle valutazioni ai livelli adeguati ed ha attivato il confronto con le parti interessate (es.: diffusione di report sulla qualità dei servizi erogati, sia all'interno della struttura sia all'esterno e in particolare all'utenza); vi è evidenza nelle strutture socio sanitarie/assistenziali e sociali dell'impiego di strumenti di valutazione scientificamente riconosciuti per la misurazione della aderenza alle linee guida; i pazienti e le organizzazioni di cittadini sono incoraggiati a fornire giudizi sulle cure ricevute e vi è evidenza della loro partecipazione alla valutazione della qualità dei servizi. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del controllo e dell'adeguamento periodico del sistema di valutazione della qualità del servizio in maniera tale da garantire la validità e l'affidabilità di tutte le misure nel tempo e delle strategie di comunicazione dei dati. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base dei dati derivanti dalla valutazione delle prestazioni e dei servizi, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, ed individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento delle performance (vedi requisito 5.1 – Sezione 1). Vi è evidenza dell'efficacia delle azioni correttive eventualmente messe in atto. ## Requisito 1.6 Le modalità di prevenzione e di gestione dei disservizi ### Campo d'applicazione Ogni struttura di assistenza territoriale extra-ospedaliera ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito e approvato procedure/attività per la raccolta, la tracciabilità, l'analisi dei disservizi, la comunicazione verso l'esterno e la predisposizione dei relativi piani di miglioramento. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della messa in atto di un processo di comunicazione esterna alimentato anche dalle informazioni provenienti dai cittadini attraverso la gestione delle segnalazioni e dei reclami; vi è evidenza delle attività di analisi dei principali processi per l'individuazione delle fasi nelle quali è possibile che si verifichino disservizi (es.: errori, ritardi, incomprensioni tra operatore e utente). ### Fase 3: Monitoraggio Vi è l'evidenza di un'attività di monitoraggio: - per verificare la frequenza delle diverse tipologie di disservizi all'interno dell'organizzazione; - per valutare l'efficacia della strategia di comunicazione esterna. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Vi è l'evidenza di un processo documentato per l'individuazione, lo sviluppo e il monitoraggio di azioni correttive, preventive e di miglioramento finalizzate all'eliminazione o alla riduzione della ricorrenza del disservizio; è presente l'evidenza di modifiche apportate all'organizzazione derivate dalla valutazione dei disservizi e della valutazione della loro efficacia.
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2° Criterio/fattore di qualità – ASPETTI STRUTTURALI
"L'organizzazione cura la idoneità all'uso delle strutture e la puntuale applicazione delle norme relative alla manutenzione delle attrezzature; è buona prassi che dia evidenza del contributo del personale nella gestione delle stesse" Per corrispondere a tale criterio, ogni struttura che eroga prestazioni di assistenza territoriale extra- ospedaliera dovrà documentare che siano soddisfatti i requisiti che evidenzino: - L'idoneità all'uso delle strutture - La gestione e manutenzione delle attrezzature ## Requisito 2.1 L'idoneità all'uso delle strutture ### Campo d'applicazione Ogni struttura di assistenza territoriale extra-ospedaliera ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione Vi è evidenza della pianificazione e l'inserimento a bilancio del potenziamento o sostituzione di impianti, edifici o componenti necessari a garantire l'idoneità all'uso e la sicurezza della struttura nel rispetto delle leggi, dei regolamenti e degli altri requisiti che si applicano all'organizzazione; l'organizzazione ha formalizzato e diffuso il programma di gestione del rischio ambientale e di gestione delle infrastrutture che consente di individuare le situazioni che mettono in pericolo la sicurezza di beni e persone e di gestire le aree a rischio (Sicurezza e Vigilanza; Materiali Pericolosi; Emergenze; Protezione antincendio; Apparecchiature Medicali; Impianti fissi; Gestione dei rifiuti); l'organizzazione ha approvato i piani per la formazione e il coinvolgimento del personale per la sicurezza della struttura e dell'ambiente di lavoro. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della messa in atto: - del piano per il potenziamento o sostituzione di impianti, edifici o componenti necessari a garantire l'idoneità all'uso e la sicurezza della struttura nel rispetto delle leggi, dei regolamenti e degli altri requisiti che si applicano all'organizzazione; - del programma di gestione del rischio ambientale e di gestione delle infrastrutture, dell'individuazione delle situazioni che mettono in pericolo la sicurezza di beni e persone e della gestione delle aree a rischio (Sicurezza e Vigilanza; Materiali Pericolosi; Emergenze; Protezione antincendio; Apparecchiature Medicali; Impianti fissi; Gestione dei rifiuti). Vi è evidenza delle attività di formazione e coinvolgimento del personale per la sicurezza della struttura e dell'ambiente di lavoro. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del periodico monitoraggio: - dell'implementazione e dell'efficacia del programma di gestione del rischio ambientale e di gestione delle infrastrutture; - del livello di sicurezza della struttura ed è presente la documentazione delle attività di monitoraggio dell'idoneità della struttura e della valutazione dei dati raccolti in relazione a incidenti, infortuni e altri eventi a supporto della pianificazione della riduzione dei rischi della struttura (ad es. report, audit ed incontri periodici relativi alla identificazione dei rischi e alla gestione della sicurezza della struttura). Vi è evidenza del monitoraggio dell'efficacia delle attività di formazione e coinvolgimento del personale per la sicurezza della struttura e dell'ambiente di lavoro, anche attraverso dimostrazioni, simulazioni e altri metodi idonei opportunamente documentate. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità ed efficacia: - delle attività di pianificazione e dell'inserimento a bilancio del potenziamento o sostituzione di impianti, edifici o componenti necessari a garantire l'idoneità all'uso, la sicurezza e l'efficacia della struttura; - delle attività di formazione e coinvolgimento del personale per la sicurezza della struttura e dell'ambiente di lavoro; - Controlla, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati. ## Requisito 2.2 Gestione e manutenzione delle attrezzature ### Campo d'applicazione Ogni struttura di assistenza territoriale extra-ospedaliera ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito e formalizzato un piano in cui siano esplicitate e programmate le azioni per la gestione e la manutenzione (straordinaria e preventiva) delle attrezzature in particolare delle attrezzature biomedicali e lo stesso è stato comunicato ai diversi livelli operativi; l'organizzazione ha definito, formalizzato e diffuso una procedura per l'identificazione di tutte le attrezzature utilizzate. ### Fase 2: Implementazione È presente un inventario aggiornato di tutte le attrezzature utilizzate; vi è evidenza che la documentazione tecnica relativa alle singole attrezzature, obbligatoriamente fornita al momento dell'acquisto, risulta a corredo delle stesse e resa disponibile alla funzione preposta per la manutenzione; in relazione alle singole attrezzature vi è evidenza della presenza della documentazione delle ispezioni, collaudi e interventi di manutenzione; vi è evidenza dell'implementazione del programma di formazione sull'utilizzo delle attrezzature che prevede periodi di addestramento del personale coinvolto nell'utilizzo, manutenzione e dismissione di dispositivi medici/apparecchi elettromedicali. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio periodico da parte della Direzione della corretta gestione delle attrezzature in particolare delle attrezzature biomedicali; il piano di manutenzione (straordinaria e preventiva) è valutato, rivisto e aggiornato con una periodicità annuale; l'organizzazione verifica periodicamente le conoscenze del personale utilizzatore delle modalità di utilizzo dei dispositivi medici/apparecchi elettromedicali per mezzo di dimostrazioni, simulazioni e altri metodi idonei. Tale verifica è documentata. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità e dell'efficacia: - del programma di gestione e manutenzione delle attrezzature; - dei programmi di formazione e addestramento per l'utilizzo, la manutenzione e la dismissione di dispositivi medici/apparecchi elettromedicali. Le organizzazioni controllano che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati.
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3° Criterio/fattore di qualità – COMPETENZE DEL PERSONALE
"L'organizzazione deve curare che il personale possieda/acquisisca e mantenga le conoscenze e le abilità necessarie alla realizzazione in qualità e sicurezza delle specifiche attività" Per corrispondere a tale criterio, ogni struttura che eroga prestazioni di assistenza territoriale extra- ospedaliera dovrà documentare che siano soddisfatti i requisiti che evidenzino: - La programmazione e la verifica della formazione necessaria e specifica - L'inserimento e l'addestramento di nuovo personale ## Requisito 3.1 La programmazione e la verifica della formazione necessaria e specifica ### Campo d'applicazione Ogni struttura di assistenza territoriale extra-ospedaliera ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha formalizzato e diffuso: - un documento in cui è individuato un responsabile per la formazione del personale; - un Piano di formazione, aggiornamento e addestramento annuale, formulato con il coinvolgimento degli operatori, che prevede: definizione degli standard di competenza per posizione, criteri di scelta delle priorità, monitoraggio delle competenze professionali e rilevazione dei fabbisogni formativi attraverso varie fonti informative, programmazione delle attività formative; - le strategie per la gestione e lo sviluppo delle risorse umane che comprenda, oltre alla formazione e l'aggiornamento del personale su competenze professionali specifiche, anche la formazione e l'addestramento su tematiche che riguardano l'introduzione di innovazioni tecnologiche ed organizzative, le competenze relazionali (lavoro in team, comunicazione, relazione) e tematiche per la promozione della salute rivolta ai pazienti, ai loro familiari e al personale. L'organizzazione ha definito e formalizzato un programma per il mantenimento delle competenze e un processo per raccogliere, verificare e valutare le credenziali (abilitazione, studi, formazione, tirocinio, pratica, competenze ed esperienze) del personale medico, infermieristico e degli altri professionisti sanitari prevedendo un dossier formativo per singolo operatore; l'organizzazione ha definito e formalizzato una procedura standardizzata, oggettiva e basata sull'evidenza per autorizzare tutti i medici a ricoverare e a curare i pazienti e a erogare altre prestazioni cliniche in funzione delle rispettive qualifiche. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della condivisione delle conoscenze acquisite all'esterno della struttura; vi è evidenza che le direzioni delle unità organizzative e il personale partecipano alla programmazione delle attività di formazione, aggiornamento e addestramento ed è documentato il coinvolgimento degli operatori, in accordo con quanto previsto dai documenti di indirizzo; vi è evidenza dell'implementazione del programma per il mantenimento delle competenze. Tutto il personale ha un proprio dossier formativo con l'evidenza dei corsi svolti; le informazioni sul personale e la formazione conseguita sono documentate per ciascun operatore e vi è evidenza della verifica da parte della direzione delle credenziali (abilitazione, formazione, pratica, competenze ed esperienze) del personale medico, infermieristico e degli altri professionisti sanitari; vi è evidenza dell'applicazione della procedura standardizzata, oggettiva e basata sull'evidenza per autorizzare tutti i medici a ricoverare e a curare i pazienti e a erogare altre prestazioni cliniche in funzione delle rispettive qualifiche. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio dell'implementazione e della valutazione dell'efficacia dei programmi di formazione continua, aggiornamento e addestramento e della soddisfazione da parte del personale. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della programmazione e della verifica della formazione necessaria e specifica; controlla, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati. ## Requisito 3.2 L'inserimento e l'addestramento di nuovo personale ### Campo d'applicazione Ogni struttura di assistenza territoriale extra-ospedaliera ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha formalizzato e diffuso un piano che definisce le modalità per l'accoglienza e l'affiancamento/addestramento del nuovo personale – neo assunto/trasferito compreso il personale volontario; l'organizzazione ha approvato e formalizzato: - il processo per la valutazione delle qualifiche dei neo assunti e dell'idoneità al ruolo; - un piano di formazione strutturata sul rischio clinico ed occupazionale verso i neo assunti, entro il 1° anno. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della messa in atto del piano di accoglienza e affiancamento/addestramento per i nuovi addetti del personale – neo assunto/trasferito - compreso il personale volontario, in maniera da consentire l'esercizio delle proprie funzioni; vi è evidenza della valutazione dell'idoneità al ruolo dei neoassunti e della valutazione delle capacità, delle conoscenze necessarie e dei comportamenti richiesti nel momento in cui il neo assunto comincia ad adempiere alle sue responsabilità lavorative; vi è evidenza dell'implementazione del piano di formazione strutturata sul rischio clinico verso i neo assunti entro il 1° anno. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio periodico da parte della Direzione dell'efficacia dei programmi di orientamento/ inserimento del nuovo personale - neo assunto/trasferito - compreso il personale volontario. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità dei programmi di orientamento e dei piani per l'inserimento dei nuovi addetti; controlla, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati.
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4° Criterio/fattore di qualità – COMUNICAZIONE
"Una buona comunicazione e relazione fra professionisti e con i pazienti garantisce allineamento ai comportamenti professionali attesi, aumento della sicurezza nella erogazione delle cure, partecipazione dei pazienti nelle scelte di trattamento" Per corrispondere a tale criterio, ogni struttura che eroga prestazioni di assistenza territoriale extra- ospedaliera dovrà documentare che siano soddisfatti i requisiti che evidenzino: - Le modalità di comunicazione interna alla struttura, che favoriscano la partecipazione degli operatori; - Le modalità di valutazione della relazione tra il personale e l'organizzazione (contesto organizzativo) attraverso l'analisi del clima organizzativo/soddisfazione degli operatori; - Le modalità e i contenuti delle informazioni da fornire ai pazienti e/o ai familiari/caregiver; - Le modalità di partecipazione dei pazienti nelle scelte clinico-assistenziali e le modalità di coinvolgimento dei pazienti e dei familiari/caregiver; - Le modalità di ascolto dei pazienti. ## Requisito 4.1 Le modalità di comunicazione interna alla struttura che favoriscono la partecipazione degli operatori ### Campo d'applicazione Ogni struttura di assistenza territoriale extra-ospedaliera ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La direzione ha definito e formalizzato processi finalizzati alla circolazione delle informazioni: - i flussi informativi e la reportistica in merito agli obiettivi, dati e informazioni relative alla performance, agli esiti e ai programmi di miglioramento della qualità e sicurezza del paziente; - le modalità di condivisione sistematica delle informazioni all'interno dell'organizzazione. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza di documentazione attestante la circolazione e la diffusione delle informazioni compresa la comunicazione e la diffusione a tutto il personale della missione, politiche, piani, obiettivi, budget, programmi di attività/risorse (vedi requisito 1.1 sezione 1); vi è evidenza della reportistica in merito agli obiettivi, dati e informazioni relative alla performance, agli esiti e ai programmi di miglioramento della qualità e sicurezza del paziente e della relativa diffusione (vedi requisito Monitoraggio e valutazione – sezione 2); vi è evidenza della messa in atto di modalità di condivisione sistematica delle informazioni all'interno dell'organizzazione utilizzando modalità multiple di comunicazione; vi è evidenza di momenti sistematici di coordinamento e di integrazione interni all'organizzazione. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza della valutazione da parte della Direzione dell'efficacia del sistema di comunicazione interna alla struttura almeno una volta ogni due anni. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate, delle criticità riscontrate e delle informazioni derivanti dall'analisi della reportistica, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità del sistema di comunicazione interna alla struttura che favoriscano la partecipazione degli operatori; controlla, inoltre, che le eventuali azioni correttive intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati. ## Requisito 4.2 Le modalità di valutazione della relazione tra il personale e l'organizzazione (contesto organizzativo) attraverso l'analisi del clima organizzativo/soddisfazione degli operatori ### Campo d'applicazione Ogni struttura di assistenza territoriale extra-ospedaliera ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito, formalizzato e diffuso le modalità che consentono la segnalazione/ascolto di suggerimenti da parte del personale. ### Fase 2: Implementazione Vengono implementati e facilitati momenti strutturati di analisi e confronto sulle criticità; vi è evidenza dell'effettuazione di una indagine sulla valutazione del clima aziendale e sulla soddisfazione del personale nell'ultimo triennio e i risultati sono stati presentati alla Direzione e diffusi al personale. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza della diffusione e condivisione dei risultati dell'indagine sulla valutazione del clima aziendale e della soddisfazione del personale, e della discussione ed analisi dei risultati anche in apposite riunioni con la Direzione. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento del clima organizzativo e della soddisfazione degli operatori; controlla, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati (vedi requisito 5.1 – Sezione 1). ## Requisito 4.3 Le modalità e i contenuti delle informazioni da fornire ai pazienti e/o ai caregiver ### Campo d'applicazione Ogni struttura di assistenza territoriale extra-ospedaliera ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito e formalizzato una procedura: - per l'appropriata modalità di comunicazione con i pazienti e i caregiver; - per il coinvolgimento e l'informazione dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri di Famiglia. ### Fase 2: Implementazione È presente una Carta dei Servizi aggiornata e redatta con l'apporto di categorie professionali e delle associazioni di tutela e di volontariato rappresentative del collettivo dell'utenza; vi è evidenza della presenza di strumenti informativi sintetici (multilingua) da mettere a disposizione dei cittadini; vi è evidenza della messa in atto di una procedura per il coinvolgimento e l'informazione dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri di famiglia; vi è evidenza dell'informazione ricevuta dal paziente e dai familiari sulle precauzioni da adottare per la prevenzione delle infezioni correlate all'assistenza; l'organizzazione fornisce le informazioni sulla qualità dei suoi servizi; ai pazienti con accessi programmati vengono rilasciate informazioni in forma scritta su come accedere al servizio del successivo appuntamento; vi è evidenza che la comunicazione delle informazioni rivolte ai pazienti e ai familiari/caregiver avviene utilizzando una lingua, metodologia e linguaggio appropriati. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza che la documentazione per l'informazione dell'utenza è revisionata dall'organizzazione ad opportuni intervalli e comunque quando sono intervenute variazioni significative; viene effettuato il monitoraggio e la valutazione: - della soddisfazione del paziente in relazione alle informazioni fornite dalla organizzazione; - dell'efficacia dei processi di comunicazione delle informazioni ai pazienti e ai familiari-caregiver e dell'accesso ai servizi, anche per mezzo dell'analisi dei reclami/disservizi a queste correlate. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate e sulla base delle informazioni derivanti dall'analisi della reportistica, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità delle informazioni da fornire ai pazienti e ai caregiver; controlla, altresì, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati. ## Requisito 4.4 Le modalità di partecipazione dei pazienti nelle scelte clinico- assistenziali e le modalità di coinvolgimento dei pazienti e dei familiari/caregiver ### Campo d'applicazione Ogni struttura di assistenza territoriale extra-ospedaliera ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito, formalizzato e diffuso: - una procedura per l'informazione al paziente e ai suoi familiari sui diritti e le responsabilità, per l'ascolto, l'educazione e il coinvolgimento dei pazienti e dei familiari al processo di cura; - una procedura per l'informazione partecipata del paziente e dei familiari (rischi e benefici del trattamento o indagine proposta, alternative disponibili, prima dell'apposizione della firma sul modulo di consenso) e per l'acquisizione del consenso informato; - una politica per la promozione della salute da parte dell'organizzazione in relazione alle maggiori patologie trattate; - un documento ufficiale, condiviso all'interno dell'organizzazione, in cui vengono definite le linee guida sui contenuti del consenso informato. Sono state esplicitate, in apposito documento aziendale, metodologie di coinvolgimento attivo dei pazienti e dei familiari, in materia di gestione del rischio clinico. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della messa in atto di: - una procedura per l'informazione al paziente e ai suoi familiari sui diritti e le responsabilità, per l'ascolto e l'educazione ed è documentato il coinvolgimento dei pazienti al processo di cura; - procedure per l'informazione del paziente (anche minori) e l'acquisizione del consenso informato prevedendo l'informazione partecipata; - delle metodologie di coinvolgimento attivo dei pazienti e dei familiari, in materia di gestione del rischio clinico; - che i consensi soddisfano i contenuti specificati dalle linee guida definite dall'organizzazione in merito alle modalità di redazione dei consensi. Vi è evidenza dell'informazione ricevuta dal paziente e dai familiari sugli elementi di tutela nella partecipazione a ricerche cliniche e dell'acquisizione del consenso informato prima della partecipazione del paziente ad attività di ricerca clinica, studi clinici e sperimentazioni cliniche vi è evidenza dell'addestramento del personale sulle politiche e procedure per il coinvolgimento dei pazienti e dei familiari; vi è evidenza della presenza all'interno dell'organizzazione di un elenco delle prestazioni a rischio per le quali è prevista l'acquisizione di un formale consenso informato (es. anestesia/sedazione, diagnostica invasiva, terapie trasfusionali, ecc.); è presente un modulo ufficiale standardizzato e condiviso di consenso informato recante tutti gli specifici contenuti sopra descritti; vi è evidenza che l'organizzazione fornisce ai pazienti e ai familiari informazioni su fattori significativi di promozione della salute relativi alla loro patologia e/o stato di salute. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza della valutazione dell'efficacia dei processi di coinvolgimento e partecipazione dei pazienti e familiari/caregiver; vi è evidenza della periodica valutazione della qualità delle informazioni ricevute dai pazienti su fattori significativi di promozione della salute relativi alla loro patologia e/o stato di salute. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate, delle criticità riscontrate e delle informazioni derivanti dall'analisi della reportistica, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento: - delle modalità di partecipazione e coinvolgimento dei pazienti e dei familiari/caregiver; - della qualità delle informazioni ricevute dai pazienti su fattori significativi di promozione della salute relativi alla loro patologia e/o stato di salute. Vi è evidenza del controllo che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati (vedi requisito 5.1 – Sezione 1). ## Requisito 4.5 Modalità di ascolto dei pazienti ### Campo d'applicazione Ogni struttura di assistenza territoriale extra-ospedaliera ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito, formalizzato e diffuso: - una politica e delle procedure per la presentazione e gestione dei reclami, osservazioni e suggerimenti; - modalità e strumenti per l'ascolto attivo dei pazienti e dei familiari/caregiver; - procedure per la valutazione della soddisfazione e dell'esperienza dei pazienti e dei familiari (indagini di customer satisfaction). ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della valutazione della soddisfazione e dell'esperienza de pazienti e dei familiari (indagini di customer satisfaction) su almeno il 10% dei pazienti trattati; vi è evidenza della diffusione dei risultati delle indagini di customer satisfaction (e delle eventuali misure di miglioramento adottate o da adottare) sul sito web aziendale; vi è evidenza della pubblicazione e diffusione di un report annuale relativo alla gestione dei reclami. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio dei tempi di risposta ai reclami e del confronto con lo standard definito all'interno della Carta dei Servizi; vi è evidenza della valutazione dell'efficacia da parte della Direzione delle modalità di ascolto dei pazienti e dei familiari/caregiver; vi è evidenza che i dati derivanti dall'analisi dei reclami e dai risultati delle valutazioni della soddisfazione e dell'esperienza utenti dei pazienti e dei familiari vengono discussi anche con le organizzazioni per i diritti dei pazienti. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate, delle criticità riscontrate e delle informazioni derivanti dall'analisi dei reclami e dei risultati delle valutazioni della soddisfazione e dell'esperienza utenti dei pazienti e dei familiari, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua specifiche aree target e implementano azioni di miglioramento; controlla, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati (vedi requisito 5.1 – Sezione 1).
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5° Criterio/fattore di qualità - Processi di miglioramento ed innovazione
"Il governo delle azioni di miglioramento, dell'adozione di innovazioni tecnologiche ed organizzativo– professionali e la facilitazione della ricerca clinica e organizzativa esprimono la capacità della organizzazione di adattarsi a contesti nuovi assumendo comportamenti fondati eticamente, professionalmente adeguati, socialmente accettabili e sostenibili" Per corrispondere a tale criterio, ogni struttura che eroga prestazioni di assistenza territoriale extra- ospedaliera dovrà documentare che siano soddisfatti i requisiti che evidenzino: - Progetti di miglioramento - Modalità di valutazione delle tecnologie - Adozione di iniziative di innovazione tecnico-professionale e organizzativa ## Requisito 5.1 Progetti di miglioramento ### Campo d'applicazione Ogni struttura di assistenza territoriale extra-ospedaliera ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito, formalizzato e diffuso a tutto il personale il programma per il miglioramento della qualità che includa le specifiche risorse, ruoli e le responsabilità, valutazione e misurazione dei risultati conseguiti e degli esiti attraverso l'utilizzo di indicatori, la comunicazione periodica delle informazioni, la formazione; la struttura ha un processo per valutare le aree prioritarie di intervento per il miglioramento della qualità e della sicurezza. La Direzione ha formalizzato i piani di azione e ha individuato i relativi indicatori per il monitoraggio del miglioramento della qualità nelle aree prioritarie di intervento. I piani di azione sono caratterizzati almeno dai seguenti elementi: - obiettivi specifici per ciascun intervento; - cronoprogramma delle attività; - responsabilità; - risorse; - responsabilità e modalità per il monitoraggio degli obiettivi. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza che il programma di miglioramento della qualità è integrato al piano di gestione del rischio, alla formazione e alla pianificazione strategica; vi è evidenza della messa in atto del: - programma aziendale per il miglioramento della qualità e dei piani di azione che lo caratterizzano, relativi agli interventi individuati come prioritari nelle aree dove la qualità misurata non raggiunge gli obiettivi prefissati; - programma per l'educazione e la formazione di tutto il personale sui temi legati alla qualità e al miglioramento continuo delle prestazioni. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio dell'efficacia del programma aziendale per il miglioramento della qualità e dei piani di azione che lo caratterizzano. L'efficacia viene rivalutata sulla base di una periodicità definita attraverso l'utilizzo di indicatori che consentono di valutare che i risultati e gli esiti ottenuti rispettino gli obiettivi prefissati; i risultati legati alla qualità delle prestazioni e agli esiti sono comunicati al personale e ai cittadini e vengono messi a disposizione degli utenti; vi è evidenza della valutazione dell'efficacia dei programmi di educazione e formazione sui temi legati alla qualità e al miglioramento. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base del programma aziendale e dei dati di monitoraggio sono stati individuati specifici piani di azione per il miglioramento della qualità nell'organizzazione. I piani di azione riflettono le priorità dell'organizzazione in base ai risultati conseguiti. ## Requisito 5.2 Esistenza e applicazione di modalità di valutazione delle tecnologie in uso o da acquisirsi ### Campo d'applicazione Ogni struttura di assistenza territoriale extra-ospedaliera ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha formalizzato e diffuso procedure per la selezione, acquisizione, allocazione e valutazione delle tecnologie attraverso la metodologia propria del HTA. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della messa in atto di procedure per la selezione, acquisizione, allocazione e valutazione delle tecnologie finalizzate all'adeguamento alle norme tecniche e all'eventuale disponibilità di nuove apparecchiature. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio dell'applicazione dei processi di valutazione delle tecnologie. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità ed individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento delle modalità di selezione, acquisizione, allocazione e valutazione delle tecnologie in uso o da acquisirsi. Controlla, altresì, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati. ## Requisito 5.3 Adozione di iniziative di innovazione tecnico-professionale e organizzativa ### Campo d'applicazione Ogni struttura di assistenza territoriale extra-ospedaliera ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito e formalizzato procedure per la rilevazione dei fabbisogni emergenti e delle innovazioni tecnologiche e organizzative. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della messa in atto di procedure per la rilevazione dei fabbisogni emergenti e delle innovazioni tecnologiche e organizzative; vi è evidenza del coinvolgimento del personale nel processo di adozione delle innovazioni tecnico-professionali e organizzative. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio dell'applicazione dell'intero percorso dell'innovazione-valutazione-adozione. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento del processo di adozione, realizzazione e valutazione delle innovazioni tecnico- professionali e organizzative e controlla che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati.
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1° Criterio/fattore di qualità - PRESTAZIONI E SERVIZI
"È buona prassi che l'organizzazione descriva la tipologia e le caratteristiche delle prestazioni e dei servizi erogati e individui i metodi di lavoro da adottarsi, come pratica del governo clinico sui quali fondare azioni successive di valutazione della performance e della comunicazione con i pazienti ed i cittadini" Per corrispondere a tale criterio ogni struttura che eroga prestazioni residenziali e semiresidenziali per anziani dovrà documentare il soddisfacimento dei seguenti requisiti: - La tipologia delle prestazioni e dei servizi erogati - La presenza di percorsi assistenziali che comprendono: - Valutazione, presa in carico e gestione dei pazienti - Passaggio in cura (continuità assistenziale) - Monitoraggio e valutazione - La modalità di gestione della documentazione sanitaria/socio-assistenziale che deve essere redatta, aggiornata, conservata e verificata secondo modalità specificate, al fine di garantirne la completezza rispetto agli interventi effettuati; la rintracciabilità; la riservatezza (privacy) ## Requisito 1.1 – 2A Tipologia di prestazioni e di servizi erogati ### Campo d'applicazione Struttura socio-sanitaria e sociale che eroga prestazioni residenziali e semiresidenziali per anziani ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito e approvato le linee guida per la redazione, la diffusione e le modalità di distribuzione di una Carta dei Servizi che assicuri la piena informazione circa le modalità erogative, i contenuti e la capacità delle prestazioni di servizio e gli impegni assunti nei confronti dei pazienti e dei cittadini nonché la presenza di materiale informativo (multilingua) a disposizione dell'utenza. ### Fase 2: Implementazione È presente e viene diffusa la Carta dei Servizi e il materiale informativo a disposizione dell'utenza. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza della periodica rivalutazione da parte dell'organizzazione della struttura della qualità delle informazioni contenute nella Carta dei Servizi, della qualità del materiale informativo a disposizione dell'utenza e delle modalità di diffusione e distribuzione con l'apporto delle associazioni di tutela dei cittadini, dei pazienti e del volontariato. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità delle informazioni contenute nella Carta dei Servizi e nel materiale informativo a disposizione degli utenti; controlla, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto gli effetti desiderati. ## Requisito 1.2.1 – 2A Valutazione, presa in carico e gestione dei pazienti ### Campo d'applicazione Struttura socio-sanitaria e sociale che eroga prestazioni residenziali e semiresidenziali per anziani ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito, formalizzato e diffuso: - le responsabilità per la presa in carico/gestione dei pazienti; - procedure e regolamenti per la gestione trasparente delle liste di attesa; - procedure che definiscono la modalità di accesso, accoglienza e registrazione dell'utente; - linee guida e procedure per la valutazione iniziale multidimensionale delle condizioni e dei bisogni di ciascun ospite mediante strumenti riconosciuti, validati e adottati dalla normativa nazionale e regionale, che comprenda l'analisi di fattori sociali ed economici della famiglia, lo stato fisico, psicologico, nutrizionale e funzionale, la valutazione e la gestione del dolore attraverso l'uso di strumenti standardizzati e validati. La valutazione multidimensionale (VMD) dell'ospite determina il complesso integrato dei bisogni, con riguardo alle problematiche sanitarie, assistenziali, tutelari, psicologiche e socio-economiche; - protocolli linee guida e procedure per la definizione e la gestione di uno specifico piano per le persone con demenza; - protocolli, linee guida e procedure per la gestione del Piano di Assistenza Individualizzato per ciascun ospite elaborato sulla base dei bisogni individuali; - protocolli, linee guida, procedure per la definizione del piano nutrizionale che comprenda la possibilità di scelta tra varietà di cibi e che tenga conto delle condizioni fisiche e cliniche dei pazienti; - protocolli, linee guida e procedure per la preparazione, gestione, stoccaggio e somministrazione della nutrizione enterale e parenterale; - procedure per la corretta idratazione dei pazienti in accordo con la tolleranza dei fluidi da parte del paziente; - linee guida e procedure per la corretta gestione e somministrazione dei medicinali; - linee guida e procedure per la corretta richiesta degli esami e la corretta raccolta, gestione e trasporto sicuro dei campioni di laboratorio; - le modalità e gli strumenti per il trasferimento delle informazioni relative alla valutazione e alla presa in carico all'interno del processo di cura; - un documento in cui sono identificati le modalità e gli strumenti per l'attuazione di una politica per la promozione della salute. Tale politica coinvolge i pazienti, i loro familiari e il personale. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della tracciabilità nella documentazione sanitaria/socio assistenziale dell'applicazione dei protocolli, delle linee guida e delle procedure per la valutazione iniziale multidimensionale e la presa in carico multidisciplinare e multi professionale; vi è evidenza dell'attuazione del Piano di Assistenza Individualizzato per ciascun ospite, compresi i programmi educativi e riabilitativi finalizzati al miglioramento e al mantenimento delle attività, in relazione agli specifici bisogni. Il Piano di Assistenza Individualizzato articolato in uno o più programmi, elaborato sulla base dei bisogni individuali e basato sulla valutazione multidimensionale delle condizioni e delle necessità dei pazienti e sui risultati dei test diagnostici, oltre a comprendere la pianificazione delle attività assistenziali contiene informazioni riguardanti: - valutazioni cliniche, ambientali e strumentali; - il percorso di cura; - promozione dell'autonomia e della socializzazione; - lo screening, la valutazione e la gestione del dolore attraverso l'uso di strumenti standardizzati e validati; - somministrazione dei medicinali; - interventi riabilitativi; - risultati attesi/obiettivi funzionali; - operatori coinvolti - data di avvio, cadenza degli interventi, durata del piano. Sono attivati, sulla base delle linee-guida adottate, protocolli relativi al trattamento dei pazienti per specifiche condizioni cliniche; è effettuata una valutazione periodica del dolore attraverso l'uso di strumenti standardizzati e vi è evidenza della applicazione di un'appropriata terapia del dolore secondo le migliori evidenze scientifiche. All'interno della documentazione sanitaria sono riportate le caratteristiche del dolore rilevato e della sua evoluzione, nonché la tecnica antalgica, i farmaci utilizzati, i relativi dosaggi e il risultato antalgico conseguito; vi è evidenza dell'applicazione del piano nutrizionale per ciascun paziente; è identificato per ogni ospite un case-manager responsabile del piano individuale di assistenza e dei rapporti con i familiari. L'ospite e i familiari/caregiver sono informati delle responsabilità individuate in relazione alla presa in carico e gestione; le attività di valutazione e di presa in carico multidisciplinare degli ospiti sono documentate e verificabili all'interno della documentazione sanitaria; vi è evidenza del trasferimento delle informazioni relative alla valutazione e alla presa in carico del paziente all'interno del processo di cura, assistenza/riabilitazione previsto dal Piano di Assistenza Individualizzato; vengono attuate attività finalizzate a favorire il coinvolgimento dei familiari dell'ospite e a promuovere la salute in relazione alle patologie trattate con il coinvolgimento degli ospiti e dei familiari; esiste evidenza di programmi di supporto psicologico a favore degli ospiti e dei familiari. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza della verifica da parte dell'organizzazione dell'applicazione: - delle linee guida e delle procedure per la valutazione iniziale multidimensionale di ciascun paziente e dei protocolli per la presa in carico multidisciplinare e multiprofessionale dei pazienti; - del Piano di Assistenza Individualizzato e del piano specifico per le persone affette da demenza; - dei protocolli e delle procedure per la valutazione e la gestione del dolore; - le procedure per la gestione della nutrizione enterale e parenterale; - le procedure per l'idratazione del paziente in accordo con la tolleranza dei fluidi; - le procedure per la gestione e la somministrazione dei medicinali; - le procedure per la gestione delle richieste di esami e la corretta gestione dei campioni di laboratorio. Vi è evidenza della rivalutazione periodica dei bisogni assistenziali degli ospiti a intervalli appropriati sulla base delle loro condizioni e del loro trattamento al fine di qualificare nel tempo la prestazione, verificare l'esatta corrispondenza tra gli specifici bisogni e l'assistenza erogata, pianificare il proseguimento della cura o la dimissione. I riscontri sono annotati nella documentazione sanitaria; vi è evidenza della rivalutazione e della revisione del Piano di Assistenza Individualizzato con il coinvolgimento dell'ospite o del caregiver quando è rilevato un cambiamento delle condizioni o della diagnosi del paziente (i riscontri sono registrati all'interno della documentazione sanitaria); vi è evidenza della periodica valutazione del rischio nutrizionale e i risultati di tali valutazioni sono registrati e monitorati all'interno del piano nutrizionale; vi è evidenza del controllo e del monitoraggio degli effetti collaterali dei farmaci. ### Fase 4: Miglioramento Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità: - dei protocolli, delle linee guida e delle procedure per la valutazione iniziale multidimensionale degli ospiti; - dei processi per la gestione del Piano di Assistenza Individualizzato e del piano specifico per le persone affette da demenza; - del trasferimento delle informazioni all'interno del processo di cura; - delle procedure operative definite; - della politica per la promozione della salute. Inoltre vi è evidenza del controllo che le azioni intraprese abbiano raggiunto gli effetti desiderati. ## Requisito 1.2.2 – 2A Passaggio in cura (continuità assistenziale) ### Campo d'applicazione Struttura socio-sanitaria e sociale che eroga prestazioni residenziali e semiresidenziali per anziani ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito, approvato e diffuso: - protocolli e linee guida per la pianificazione della continuità assistenziale degli ospiti in fase di dimissione (appropriatezza dei trasferimenti, della dimissione dei pazienti e del follow up); - procedure per la determinazione dei pazienti da sottoporre a follow- up; - protocolli, linee guida e procedure per la definizione dei collegamenti funzionali tra i servizi territoriali e le strutture sanitarie, socio-sanitarie/assistenziali, sociali coinvolte nella cura, assistenza e riabilitazione del paziente (ADI erogata dall'équipe dei nuclei di cure primarie, forme di home care e interventi specialistici domiciliari, RSA, lungodegenze, ospedale per acuti); - programmi di prosecuzione delle cure a domicilio che prevedano l'educazione e l'addestramento dell'ospite e dei familiari su tematiche che riguardano: procedure di emergenza, l'uso sicuro dei medicinali e dei presidi medici, le potenziali interazioni tra cibo e medicinali, la guida alla nutrizione del paziente, la terapia del dolore e le tecniche di riabilitazione; - procedure per l'adozione di modalità strutturate per il trasferimento delle informazioni rilevanti durante i passaggi di consegna, i trasferimenti e i processi di dimissione. ### Fase 2: Implementazione Esiste evidenza che il paziente e i familiari/caregiver siano informati sul proseguimento delle cure; vi è evidenza dell'attuazione di un protocollo per il trasporto sicuro dei pazienti e dell'adozione da parte dell'organizzazione di modalità strutturate per il trasferimento delle informazioni rilevanti durante i passaggi di consegna, i trasferimenti e i processi di dimissione; sono attuati programmi di dimissione protetta e/o assistita per i pazienti che richiedono continuità di cura e programmi di prosecuzione delle cure a domicilio e vi è evidenza delle attività di educazione e addestramento di pazienti e familiari/caregiver; sono pianificati rivalutazioni/controlli dei pazienti sottoposti a follow up secondo tipologie e periodicità definite; vi è evidenza che tutta la documentazione sanitaria del paziente è a disposizione degli operatori sanitari, sociosanitari e sociali in ogni momento; vi è evidenza che sia fornita al paziente specifica relazione clinica finale per il medico curante; nel caso di complicanze non gestibili in loco, o di impossibilità al trasferimento del paziente al proprio domicilio, l'organizzazione garantisce, utilizzando una specifica procedura condivisa, il trasporto del paziente ad una struttura ospedaliera di riferimento, con possibilità di ricovero, situata ad una distanza percorribile in un tempo che consenta il trattamento delle complicanze. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio e dell'applicazione: - dei processi, dei protocolli e delle linee guida per la continuità assistenziale dei pazienti e il coordinamento delle cure (appropriatezza dei trasferimenti, della dimissione dei pazienti e del follow up); - delle procedure per la determinazione dei pazienti da sottoporre a follow-up e vi è evidenza dello svolgimento delle rivalutazioni e dei controlli dei pazienti secondo le periodicità pianificate. Vi è evidenza del periodico monitoraggio e controllo da parte della Direzione delle modalità strutturate per il trasferimento delle informazioni rilevanti durante i passaggi di consegna e i trasferimenti delle cure presso altre tipologie di strutture. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individuano e implementano specifiche azioni per il miglioramento della qualità dei processi relativi a continuità assistenziale, passaggio in cura, dimissioni e follow-up. Vi è, inoltre, evidenza del controllo che le azioni intraprese abbiano raggiunto gli effetti desiderati. ## Requisito 1.2.3 – 2A Monitoraggio e valutazione ### Campo d'applicazione Struttura socio-sanitaria e sociale che eroga prestazioni residenziali e semiresidenziali per anziani ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito degli obiettivi per la qualità del Piano di Assistenza/Riabilitazione Individualizzato e del percorso assistenziale del paziente; l'organizzazione ha selezionato gli indicatori chiave per la valutazione della performance clinico-assistenziale/riabilitativa tenendo conto della "scienza" o della "evidenza" a supporto di ogni singolo indicatore. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza del monitoraggio e della valutazione del grado di conformità delle attività ai protocolli e alle linee guida Evidence Based Medicine e Evidence Based Nursing secondo quanto previsto dalle procedure (ad es. monitoraggio dei tempi, delle modalità e dei contenuti della presa in carico, della valutazione iniziale e del piano di trattamento, della continuità assistenziale e dimissione, in accordo con gli obiettivi stabiliti); vi è evidenza dei risultati del monitoraggio degli indicatori chiave per la valutazione della performance clinico- assistenziale/riabilitativa tenendo conto della "scienza" o della "evidenza" a supporto di ogni singolo indicatore; vi è evidenza dei risultati del monitoraggio e della valutazione della qualità del Piano di Assistenza/Riabilitazione Individualizzato, dalla presa in carico alla dimissione; vi è evidenza dello svolgimento di indagini sulla soddisfazione e l'esperienza di cura degli ospiti e dei familiari riguardo il Piano di Assistenza Individualizzato e/o di valutazioni della qualità del Piano di Assistenza Individualizzato da parte delle organizzazioni di cittadini; è presente evidenza dei risultati di un'analisi retrospettiva su eventi avversi, incidenti, near miss manifestati durante l'episodio di cura. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza dell'aggiornamento in termini di efficacia ed affidabilità dei sistemi di misura degli esiti, della performance clinica, della qualità dei percorsi di cura. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità: - dei sistemi di monitoraggio e valutazione della qualità del Piano di Assistenza Individualizzato e del percorso di cura; - dell'esperienza di cura da parte dei pazienti e dei familiari. Vi è, inoltre, evidenza del controllo che le azioni intraprese abbiano raggiunto gli effetti desiderati. ## Requisito 1.3 – 2A La modalità di gestione della documentazione sanitaria e socio assistenziale ### Campo d'applicazione Struttura socio-sanitaria e sociale che eroga prestazioni residenziali e semiresidenziali per anziani ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha formalizzato e diffuso un documento che definisce: - i requisiti per la redazione, l'aggiornamento, la conservazione e la verifica della documentazione sanitaria/socio-assistenziale nonché le modalità di controllo; - uno specifico campo nella Cartella Clinica Integrata dedicato alla riconciliazione dei farmaci e di altre tecnologie (transition) ai fini della sicurezza dei pazienti nei trasferimenti di setting assistenziali; - gli aspetti legati al tema della privacy e della riservatezza delle informazioni, della sicurezza nell'accesso alla documentazione sanitaria/socio-assistenziale e tenuta dei dati, ivi compresa la loro integrità, nel rispetto e in ottemperanza alla legislazione e alla normativa vigente in materia; - i tempi di accesso alla documentazione sanitaria e socio- assistenziale; - le modalità per le attività di valutazione della qualità della documentazione socio-assistenziale e l'implementazione di azioni correttive se necessario. ### Fase 2: Implementazione Per ciascun ospite è compilata una cartella clinica integrata, periodicamente aggiornata che prevede: - la tracciabilità degli elementi che caratterizzano la presa in carico del paziente, il processo assistenziale e la continuità assistenziale; - gli strumenti di valutazione standardizzati utilizzati; - i risultati delle valutazioni compresi gli eventi avversi; - prestazioni erogate e trattamenti farmacologici; - registrazione di eventuali assenze dell'utente; - elementi di valutazione sociale; - tutti gli elementi previsti per assolvere al debito informativo regionale; - eventuali elementi di rischio per il paziente. La comunicazione e l'invio della documentazione sanitaria e socio assistenziale ai professionisti all'interno della struttura sociosanitaria e ai colleghi di strutture esterne è garantita in tempo utile. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza dei risultati del monitoraggio e della valutazione da parte dell'organizzazione: - della qualità della documentazione sanitaria/socio-assistenziale; - della tracciabilità delle attività di valutazione e delle attività di presa in carico dei pazienti all'interno della documentazione sanitaria; - del soddisfacimento delle regole che caratterizzano la gestione della documentazione; - del rispetto dei tempi definiti per l'accesso alla documentazione sanitaria/socio-assistenziale. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche
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2° Criterio/fattore di qualità - Appropriatezza clinica e sicurezza
"L'efficacia, l'appropriatezza, la sicurezza sono elementi essenziali per la qualità delle cure e debbono essere monitorati" Per corrispondere a tale criterio ogni struttura che eroga prestazioni residenziali e semiresidenziali per anziani dovrà documentare il soddisfacimento dei seguenti requisiti: - Approccio alla pratica clinica secondo evidenze scientifiche - Promozione della sicurezza e gestione dei rischi - Programma per la gestione del rischio clinico e modalità di gestione degli eventi avversi - Strategie sistematiche di comunicazione, formazione e sviluppo di competenze ## Requisito 2.1 – 2A Approccio alla pratica clinica secondo evidenze scientifiche ### Campo d'applicazione Struttura socio-sanitaria e sociale che eroga prestazioni residenziali e semiresidenziali per anziani ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito, formalizzato e diffuso protocolli, linee guida, procedure per la definizione del Piano di Assistenza Individualizzato formulate secondo i principi della Evidence Based Medicine e della Evidence Based Nursing e predisposti in maniera integrata tra le strutture organizzative. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della messa in atto di protocolli, linee guida e/o procedure per la corretta gestione del paziente in linea con i principi della Evidence Based Medicine e della Evidence Based Nursing; vi è evidenza dell'accessibilità al personale dei regolamenti interni di protocolli, linee guida e/o percorsi di cura/assistenza; vi è evidenza dell'implementazione di tutte le buone pratiche regionali e delle raccomandazioni ministeriali di pertinenza; vi è evidenza del coinvolgimento del personale nell'implementazione e nell'applicazione dei protocolli, linee guida, procedure e/o dei Piani Assistenziali individuali, attraverso la diffusione delle conoscenze necessarie alla loro attuazione e la formazione specifica sui protocolli di assistenza ad essi correlati. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio e della valutazione: - dell'appropriatezza delle prestazioni da parte dei professionisti sanitari, degli operatori socio sanitari e sociali e della Direzione; - dell'applicazione delle buone pratiche e delle raccomandazioni ministeriali. Vi è evidenza dello svolgimento di audit multidisciplinari e/o multiprofessionali e sistematici per confrontare la pratica corrente con le linee guida basate sulle evidenze, i protocolli e i percorsi di cura/ assistenza definiti dall'organizzazione. I risultati dell'audit vengono comunicati al personale; vi è evidenza della rivalutazione e dell'aggiornamento periodico dei regolamenti interni e delle linee guida sulla base delle evidenze cliniche disponibili. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento dell'approccio alla pratica clinica secondo evidenze scientifiche e dell'appropriatezza delle prestazioni, controllando l'efficacia delle azioni di miglioramento intraprese (vedi requisito 5.1 – Sezione 1). ## Requisito 2.2 – 2A L'organizzazione assicura la promozione della sicurezza e la gestione dei rischi ### Campo d'applicazione Struttura socio-sanitaria e sociale che eroga prestazioni residenziali e semiresidenziali per anziani ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito, formalizzato e diffuso il programma di prevenzione e riduzione delle infezioni associate all'assistenza sanitaria basato sulle attuali conoscenze scientifiche, sulle linee guida della pratica comunemente accettate (ad esempio linee guida dell'OMS sull'igiene delle mani e altre linee guida), sulla legislazione e la normativa vigenti in materia e sugli standard di igiene e pulizia e pulizia pubblicati da enti locali o nazionali. Il programma di prevenzione e riduzione delle infezioni associate all'assistenza sanitaria prevede lo stanziamento di risorse adeguate, l'uso di dispositivi e tecniche di precauzione, l'utilizzo di procedure di isolamento, misure di barriera ed igiene delle mani, attività di sorveglianza microbiologica, sanificazione, disinfezione e sterilizzazione, lo smaltimento dei rifiuti e degli aghi taglienti e prevede la definizione di sistemi di reporting delle infezioni correlate all'assistenza; è presente ed è stato formalizzato un piano annuale per la gestione del rischio, orientato alla sicurezza di operatori, pazienti e ambiente, che preveda la definizione delle politiche per la sicurezza del paziente, le modalità per l'identificazione e la valutazione dei rischi, una lista dei processi, delle aree e dei rischi maggiori identificati, le modalità di comunicazione con gli stakeholder e la gestione dei relativi contenziosi. Il piano comprende la prevenzione ed il controllo almeno di: - sindrome da immobilizzazione; - lesioni da pressione; - gestione dei cateteri; - cadute dei pazienti; - somministrazione dei farmaci; - corretta alimentazione e idratazione. Tale piano deve contemplare ruoli, responsabilità, risorse impiegate, monitoraggio, verifiche e formazione e deve essere approvato dalla Direzione. Il piano prevede la definizione di obiettivi specifici e misurabili; l'organizzazione ha definito formalizzato e diffuso protocolli, linee guida e procedure per la programmazione di attività di valutazione del rischio derivante dagli esiti inattesi dei trattamenti; vi è evidenza di un Piano di formazione e aggiornamento sulla gestione del rischio clinico e sulle modalità di gestione degli eventi avversi. ### Fase 2: Implementazione L'organizzazione ha individuato le aree e i processi a rischio. In particolare sono individuati e gestiti i processi relativi a: - la corretta identificazione del paziente; - l'esecuzione delle principali manovre strumentali previste; - la corretta gestione dei dispositivi medici durante le attività; - la gestione di situazioni d'emergenza clinica e il trasferimento del paziente in idonea struttura; - la corretta raccolta, gestione e trasporto sicuro dei campioni di laboratorio. Vi è evidenza della messa in atto: - del piano annuale aziendale per la gestione del rischio, orientato alla sicurezza di operatori, pazienti e ambiente e del controllo e monitoraggio dei seguenti rischi: - sindrome da immobilizzazione; - lesioni da pressione; - gestione dei cateteri; - cadute dei pazienti; - somministrazione dei farmaci; - corretta alimentazione e idratazione. - del programma di prevenzione e riduzione delle infezioni associate all'assistenza; - del sistema di reporting delle infezioni correlate all'assistenza - del piano di formazione e aggiornamento aziendale sulla gestione del rischio clinico e sulle modalità di gestione degli eventi avversi. Vi è evidenza della completezza e della tracciabilità nella documentazione sanitaria dell'applicazione delle procedure per la corretta somministrazione dei medicinali e degli emoderivati; la somministrazione dell'anestesia/sedazione è pianificata, documentata e registrata per ogni paziente ed è gestita da personale qualificato. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio e della valutazione dell'adeguatezza e dell'efficacia del programma di prevenzione e riduzione delle infezioni associate all'assistenza; vi è evidenza del monitoraggio e della valutazione dell'efficacia, almeno annuale, del piano aziendale per la gestione del rischio, delle attività realizzate, degli strumenti di prevenzione del rischio utilizzati, degli obiettivi per la sicurezza e dei risultati raggiunti; vi è evidenza del monitoraggio e della rivalutazione (ogni 2 anni) delle aree a rischio dell'organizzazione, dei processi e delle procedure ad alto rischio; l'organizzazione produce e diffonde almeno un report annuale sui risultati raggiunti in materia di rischio. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate, delle criticità riscontrate e delle informazioni derivanti dall'analisi della reportistica, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della sicurezza e della gestione dei rischi; controlla, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati (vedi requisito 5.1 – Sezione 1). ## Requisito 2.3 – 2A Programma per la gestione del rischio clinico e modalità di gestione degli eventi avversi ### Campo d'applicazione Struttura socio-sanitaria e sociale che eroga prestazioni residenziali e semiresidenziali per anziani ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito, formalizzato e diffuso: - un sistema per l'identificazione, la segnalazione e l'analisi di: near miss, eventi avversi ed eventi sentinella; - modalità e procedure per la comunicazione ai pazienti e/o familiari degli eventi avversi, la gestione dell'impatto di un evento avverso sugli operatori, la comunicazione esterna, la risoluzione stragiudiziale dei contenziosi. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della partecipazione al flusso di segnalazione previsto dalla normativa nazionale; è presente evidenza dei risultati di un'analisi retrospettiva su eventi avversi, incidenti, near miss manifestati durante l'episodio di trattamento, cura/assistenza e riabilitazione; vi è evidenza dell'identificazione dei fattori causali e/o contribuenti degli eventi segnalati attraverso le metodologie di analisi disponibili in letteratura (Root cause analysis, Audit clinico, Significant event audit) e azioni sistematiche di verifica della sicurezza (Safetywalkround) che prevedano il coinvolgimento multidisciplinare e/o multiprofessionale degli operatori e la predisposizione, in seguito all'indagine condotta, di piani di azione e relativi indicatori di monitoraggio; vi è evidenza dell'applicazione di linee guida, buone pratiche, raccomandazioni, checklist ed altri strumenti per la sicurezza (es scheda unica di terapia); il personale implementa le azioni previste e codificate dalle procedure per la comunicazione ai pazienti e/o familiari degli eventi avversi e per offrire l'opportuno supporto/ sostegno ai pazienti/familiari, la gestione dell'impatto di un evento avverso sugli operatori, la comunicazione esterna, la risoluzione stragiudiziale dei contenziosi; i pazienti/familiari/caregiver possono segnalare incidenti o situazioni rischiose di cui sono stati testimoni. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio (relazione tra il numero di eventi e le dimensioni della struttura) e della valutazione dell'applicazione delle procedure di segnalazione e gestione dei near miss, eventi avversi ed eventi sentinella; vi è evidenza del monitoraggio dell'applicazione degli strumenti utilizzati per la prevenzione del rischio e degli eventi avversi; l'organizzazione divulga agli operatori almeno una volta l'anno i risultati delle analisi sulle segnalazioni rilevate; vi è evidenza del monitoraggio dell'applicazione di linee guida, buone pratiche, raccomandazioni, checklist ed altri strumenti per la sicurezza. ### Fase 4: Miglioramento della qualità I dati del monitoraggio sono utilizzati per studiare le aree target per la gestione del rischio e vi è evidenza dell'implementazione di cambiamenti nella struttura e nei processi a seguito di eventi avversi; vi è evidenza della valutazione dell'efficacia delle azioni correttive e preventive implementate. ## Requisito 2.4 – 2A Strategie sistematiche di comunicazione, formazione e sviluppo di competenze ### Campo d'applicazione Struttura socio-sanitaria e sociale che eroga prestazioni residenziali e semiresidenziali per anziani ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito, formalizzato e diffuso politiche e procedure per la partecipazione e il coinvolgimento dei pazienti e dei familiari/caregiver ai processi di gestione del rischio clinico. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza dell'identificazione e dell'applicazione di soluzioni innovative per la sicurezza in ambiti specifici di attività; vi è evidenza della produzione e diffusione di buone pratiche; vi è evidenza dell'implementazione del programma per lo sviluppo di competenze specifiche per la analisi degli eventi avversi; vi è evidenza della messa in atto di politiche e procedure per il coinvolgimento e la partecipazione dei pazienti e dei familiari/caregiver ai processi di gestione del rischio clinico. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio e della valutazione periodica da parte della Direzione dell'implementazione delle buone pratiche e delle soluzioni innovative adottate per la sicurezza in ambiti specifici di attività; l'organizzazione effettua il monitoraggio dell'applicazione delle procedure per il coinvolgimento dei pazienti e dei familiari/caregiver e valuta il grado di partecipazione dei pazienti e dei familiari/caregiver ai processi di gestione del rischio clinico. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate, delle criticità riscontrate e delle informazioni, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni correttive e preventive; controlla, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati (vedi requisito 5.1 – Sezione 1).
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3° Criterio/fattore di qualità – UMANIZZAZIONE
"L'impegno a rendere i luoghi di assistenza e i programmi diagnostici e terapeutici orientati quanto più possibile alla persona, considerata nella sua interezza fisica, sociale e psicologica è, un impegno comune a tutte le strutture" Per corrispondere a tale criterio ogni struttura che eroga prestazioni residenziali e semiresidenziali per anziani dovrà documentare il soddisfacimento dei seguenti requisiti: - Programmi per l'umanizzazione e la personalizzazione dell'assistenza ## Requisito 3.1 Programmi per l'umanizzazione e la personalizzazione dell'assistenza ### Campo d'applicazione Struttura socio-sanitaria e sociale che eroga prestazioni residenziali e semiresidenziali per anziani ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito e formalizzato: - un piano per lo sviluppo di attività (assistenziali-organizzative) orientate a migliorare l'accessibilità e l'accoglienza degli utenti; - un programma per assicurare la qualità della relazione tra professionisti sanitari, pazienti e loro familiari; - specifici requisiti riguardanti il confort delle aree dedicate al personale e delle aree di attesa per pazienti ed accompagnatori; - specifici requisiti per il rispetto della privacy durante l'esecuzione delle prestazioni; - protocolli linee guida e procedure per la pianificazione e la gestione del percorso di accompagnamento alla morte con il coinvolgimento del paziente e dei suoi familiari. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza dell'implementazione da parte dell'organizzazione e del personale di attività (assistenziali-organizzative) orientate a migliorare: - l'accessibilità degli utenti; - l'accoglienza degli utenti tenendo conto delle differenti esigenze degli utenti relative all'età, al genere e a particolari condizioni di salute e di fragilità fisica e psicologica; tenendo conto delle specificità religiose, etniche e linguistiche, nel rispetto della dignità dei pazienti (ad es. possibilità di usufruire dell'assistenza di un interprete disponibile nella struttura o a chiamata; presenza di una modalità per garantire l'assistenza religiosa in relazione alle esigenze di culto del paziente; possibilità di usufruire dell'assistenza di un mediatore culturale disponibile nella struttura o a chiamata). - il confort delle aree di degenza, nel rispetto del benessere e della dignità dei pazienti, delle aree dedicate al personale, delle aree di socializzazione e delle aree di attesa per accompagnatori e visitatori, in particolare deve essere assicurata la presenza di: - progetti/attività per promuovere la struttura come luogo aperto; - il rispetto della privacy durante l'esecuzione delle prestazioni; - possibilità di scelta nel menu e adeguamento degli orari dell'organizzazione ai ritmi fisiologici della persona (orario di distribuzione dei pasti dalle 7 in poi, dalle 12 in poi, dalle 19 in poi). La Direzione ha implementato un programma per assicurare la qualità della relazione tra professionisti sanitari/socio-sanitari e sociali, pazienti e loro familiari e per agevolare il supporto relazionale e affettivo di familiari e altri soggetti che preveda almeno: - la formazione degli operatori socio sanitari/assistenziali e sociali alle abilità procedurali e alle attività di counselling (empatia, congruenza, accettazione incondizionata, comunicazione di cattive notizie); - partecipazione del paziente al processo assistenziale come esperto della propria situazione; - l'adozione di modalità di lavoro secondo la logica dell'équipe multidisciplinare; - la presenza di supporto per i pazienti fragili (il servizio può essere realizzato dalla struttura o in collaborazione con associazioni, cooperative ecc. nell'ambito di specifici accordi scritti); - l'ampliamento degli orari di visita e di assistenza per i familiari. Vi è evidenza dell'implementazione di interventi: - per l'accesso agevolato alle prestazioni assistenziali e per la semplificazione degli adempimenti amministrativi ed è assicurata un'informazione tempestiva e trasparente, con particolare riferimento all'accesso alla documentazione sanitaria/socio- assistenziale entro tempi predefiniti; - per lo sviluppo di servizi di sollievo, per affiancare la famiglia nella responsabilità dell'accudimento quotidiano di persone bisognose di cure particolari ovvero sostituire i componenti più impegnati nella cura durante l'orario di lavoro. Vi è evidenza dell'adozione da parte dell'organizzazione di processi per la gestione del percorso di accompagnamento alla morte a supporto del paziente e dei suoi familiari. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio dell'efficacia delle iniziative orientate a migliorare l'accessibilità, il confort, l'accoglienza e la qualità delle prestazioni; vi è evidenza del monitoraggio dell'applicazione del programma per assicurare la qualità della relazione tra professionisti sanitari, socio- sanitari/assistenziali e sociali, pazienti e loro familiari; vi è evidenza del coinvolgimento di pazienti/organizzazione dei cittadini per valutare la centralità del paziente nel processo di cura e la personalizzazione dell'assistenza; vi è evidenza che la qualità delle cure al termine della vita è valutata da familiari e operatori. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della personalizzazione dell'assistenza; controlla, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati (vedi requisito 5.1 – Sezione 1).
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1° Criterio/fattore di qualità - PRESTAZIONI E SERVIZI
"È buona prassi che l'organizzazione descriva la tipologia e le caratteristiche delle prestazioni e dei servizi erogati e individui i metodi di lavoro da adottarsi, come pratica del governo clinico sui quali fondare azioni successive di valutazione della performance e della comunicazione con i pazienti ed i cittadini" Per corrispondere a tale criterio ogni struttura che eroga prestazioni residenziali e semiresidenziali per disabili dovrà documentare il soddisfacimento dei seguenti requisiti: - La tipologia delle prestazioni e dei servizi erogati - La presenza di percorsi assistenziali che comprendono: - Valutazione, presa in carico e gestione dei pazienti - Passaggio in cura (continuità assistenziale) - Monitoraggio e valutazione - La modalità di gestione della documentazione sanitaria/socio-assistenziale che deve essere redatta, aggiornata, conservata e verificata secondo modalità specificate, al fine di garantirne la completezza rispetto agli interventi effettuati; la rintracciabilità; la riservatezza (privacy) ## Requisito 1.1 – 2B Tipologia di prestazioni e di servizi erogati ### Campo d'applicazione Struttura che eroga prestazioni residenziali e semiresidenziali per disabili ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito e approvato le linee guida per la redazione, la diffusione e le modalità di distribuzione di una Carta dei Servizi che assicuri la piena informazione circa le modalità erogative, i contenuti e la capacità delle prestazioni di servizio e gli impegni assunti nei confronti dei pazienti e dei cittadini nonché la presenza di materiale informativo (multilingua) a disposizione dell'utenza. ### Fase 2: Implementazione È presente e viene diffusa la Carta dei Servizi e il materiale informativo a disposizione dell'utenza; ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza della periodica rivalutazione da parte dell'organizzazione della struttura della qualità delle informazioni contenute nella Carta dei Servizi, della qualità del materiale informativo a disposizione dell'utenza e delle modalità di diffusione e distribuzione con l'apporto delle associazioni di tutela dei cittadini, dei pazienti e del volontariato. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità delle informazioni contenute nella Carta dei Servizi e nel materiale informativo a disposizione degli utenti; controlla, altresì, che le azioni intraprese abbiano raggiunto gli effetti desiderati. ## Requisito 1.2.1 – 2B Valutazione, presa in carico e gestione dei pazienti ### Campo d'applicazione Struttura che eroga prestazioni residenziali e semiresidenziali per disabili ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito, formalizzato e diffuso: - le responsabilità per la presa in carico/gestione dei pazienti; - procedure e regolamenti per la gestione trasparente delle liste di attesa; - procedure che definiscono la modalità di accesso, accoglienza e registrazione dell'utente; - le linee guida e procedure per la valutazione iniziale multidimensionale delle condizioni e dei bisogni di ciascun paziente mediante strumenti riconosciuti, validati e adottati dalla normativa nazionale e regionale, che comprenda l'analisi di fattori sociali ed economici della famiglia, lo stato fisico, psicologico, nutrizionale e funzionale, la valutazione e la gestione del dolore attraverso l'uso di strumenti standardizzati e validati. La valutazione multidimensionale del paziente determina il complesso integrato dei bisogni, con riguardo alle problematiche sanitarie, assistenziali, tutelari, psicologiche e socio-economiche; - protocolli, linee guida e procedure per la gestione del Progetto di Riabilitazione Individualizzato per ciascun paziente elaborato sulla base dei bisogni individuali; - protocolli, linee guida, procedure per la definizione del piano nutrizionale che comprenda la possibilità di scelta tra varietà di cibi e che tenga conto delle condizioni fisiche e cliniche dei pazienti; - protocolli, linee guida e procedure per la preparazione, gestione, stoccaggio e somministrazione della nutrizione enterale e parenterale; - procedure per la corretta idratazione dei pazienti in accordo con la tolleranza dei fluidi da parte del paziente; - linee guida e procedure per la corretta gestione e somministrazione dei medicinali; - linee guida e procedure per la corretta richiesta degli esami e la corretta raccolta, gestione e trasporto sicuro dei campioni di laboratorio; - le modalità e gli strumenti per il trasferimento delle informazioni relative alla valutazione e alla presa in carico all'interno del processo di cura; - un documento in cui sono identificati le modalità e gli strumenti per l'attuazione di una politica per la promozione della salute. Tale politica coinvolge i pazienti, i loro familiari e il personale; - è definito, aggiornato e disponibile un documento illustrante la "giornata tipo" dei pazienti. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della tracciabilità nella documentazione sanitaria/socio assistenziale dell'applicazione dei protocolli, delle linee guida e delle procedure per la valutazione iniziale multidimensionale e la presa in carico multidisciplinare e multi professionale; vi è evidenza dell'attuazione del Progetto Riabilitativo Individualizzato per ciascun paziente, compresi i programmi educativi e riabilitativi finalizzati al miglioramento e al mantenimento delle attività, in relazione alle specifiche disabilità. Il Piano di Riabilitazione Individualizzato articolato in uno o più programmi, elaborato sulla base dei bisogni individuali e basato sulla valutazione multidimensionale delle condizioni e delle necessità dei pazienti e sui risultati dei test diagnostici, oltre a comprendere la pianificazione delle attività assistenziali contiene informazioni riguardanti: - valutazioni cliniche, ambientali e strumentali; - il percorso di cura; - promozione dell'autonomia e della socializzazione; - lo screening, la valutazione e la gestione del dolore attraverso l'uso di strumenti standardizzati e validati; - somministrazione dei medicinali; - interventi riabilitativi; - risultati attesi/obiettivi funzionali; - operatori coinvolti - data di avvio, cadenza degli interventi, durata del piano. Il progetto riabilitativo individuale è redatto avendo come guida, per l'individuazione degli obiettivi riabilitativi e socio-relazionali, la Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute dell'Organizzazione Mondiale della Sanità; sono attivati, sulla base delle linee-guida adottate, protocolli relativi al trattamento dei pazienti per specifiche condizioni cliniche; è effettuata una valutazione periodica del dolore attraverso l'uso di strumenti standardizzati e vi è evidenza della applicazione di un'appropriata terapia del dolore secondo le migliori evidenze scientifiche. All'interno della documentazione sanitaria, sono riportate le caratteristiche del dolore rilevato e della sua evoluzione, nonché la tecnica antalgica, i farmaci utilizzati, i relativi dosaggi e il risultato antalgico conseguito; vi è evidenza dell'applicazione del piano nutrizionale per ciascun paziente; è identificato per ogni paziente un case-manager responsabile del programma individuale di riabilitazione e dei rapporti con i familiari. L'ospite e i familiari/caregiver sono informati delle responsabilità individuate in relazione alla presa in carico e gestione; le attività di valutazione e di presa in carico multidisciplinare dei pazienti sono documentate e verificabili all'interno della documentazione sanitaria; vi è evidenza del trasferimento delle informazioni relative alla valutazione e alla presa in carico del paziente all'interno del processo di cura, assistenza/riabilitazione previsto dal Programma di Riabilitazione Individualizzato; vengono attuate attività finalizzate a favorire il coinvolgimento dei familiari del paziente e a promuovere la salute in relazione alle patologie trattate con il coinvolgimento del paziente e dei familiari; esiste evidenza di programmi di supporto psicologico a favore dei pazienti e dei familiari. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza della verifica da parte dell'organizzazione dell'applicazione: - delle linee guida e delle procedure per la valutazione iniziale multidimensionale di ciascun paziente e dei protocolli per la presa in carico multidisciplinare e multiprofessionale; - del Programma di Riabilitazione Individualizzato; - dei protocolli e delle procedure per la valutazione e la gestione del dolore; - le procedure per la gestione della nutrizione enterale e parenterale; - le procedure per la corretta idratazione del paziente in accordo - con la tolleranza dei fluidi; - le procedure per la gestione e la somministrazione dei medicinali; - le procedure per la corretta gestione delle richieste di esami e la corretta gestione dei campioni di laboratorio. Vi è evidenza della rivalutazione periodica del grado di disabilità del paziente a intervalli appropriati sulla base delle loro condizioni e del loro trattamento al fine di qualificare nel tempo la prestazione, verificare l'esatta corrispondenza tra gli specifici bisogni e l'assistenza erogata, pianificare il proseguimento della cura o la dimissione. I riscontri sono annotati nella documentazione sanitaria/socio-assistenziale; vi è evidenza della rivalutazione e della revisione del Programma Riabilitativo Individuale con il coinvolgimento del paziente o del caregiver quando è rilevato un cambiamento delle condizioni o della diagnosi del paziente (i riscontri sono registrati all'interno del foglio socio assistenziale/Cartella clinica integrata); vi è evidenza della periodica valutazione del rischio nutrizionale e i risultati di tali valutazioni sono registrati e monitorati all'interno del piano nutrizionale; vi è evidenza del controllo e del monitoraggio degli effetti collaterali dei farmaci. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità: - dei protocolli, delle linee guida e delle procedure per la valutazione iniziale multidimensionale degli ospiti; - dei processi per la gestione del Programma Riabilitativo Individualizzato; - del trasferimento delle informazioni all'interno del processo di cura; - delle procedure operative definite; - della politica per la promozione della salute. Inoltre vi è evidenza del controllo che le azioni intraprese abbiano raggiunto gli effetti desiderati. ## Requisito 1.2.2 – 2B Passaggio in cura (continuità assistenziale) ### Campo d'applicazione Struttura che eroga prestazioni residenziali e semiresidenziali per disabili ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito, approvato e diffuso: - protocolli e linee guida per la pianificazione della continuità assistenziale degli ospiti in fase di dimissione (appropriatezza dei trasferimenti e della dimissione dei pazienti e del follow up); - procedure per la determinazione dei pazienti da sottoporre a follow- up; - protocolli, linee guida e procedure per la definizione dei collegamenti funzionali tra i servizi territoriali e le strutture sanitarie, socio-sanitarie/assistenziali, sociali coinvolte nella cura, assistenza e riabilitazione del paziente (ADI erogata dall'équipe dei nuclei di cure primarie, forme di home care e interventi specialistici domiciliari, RSA, lungodegenze, ospedale per acuti); - programmi di prosecuzione delle cure a domicilio che prevedano l'educazione e l'addestramento dell'ospite e dei familiari su tematiche che riguardano: procedure di emergenza, l'uso sicuro dei medicinali e dei presidi medici, le potenziali interazioni tra cibo e medicinali, la guida alla nutrizione del paziente, la terapia del dolore e le tecniche di riabilitazione; - procedure per l'adozione di modalità strutturate per il trasferimento delle informazioni rilevanti durante i passaggi di consegna, i trasferimenti e i processi di dimissione. ### Fase 2: Implementazione Esiste evidenza che il paziente e i familiari/caregiver siano informati sul proseguimento delle cure; vi è evidenza dell'attuazione di un protocollo per il trasporto sicuro dei pazienti e dell'adozione da parte dell'organizzazione di modalità strutturate per il trasferimento delle informazioni rilevanti durante i passaggi di consegna, i trasferimenti e i processi di dimissione; sono attuati programmi di dimissione protetta e/o assistita per i pazienti che richiedono continuità di cura e programmi di prosecuzione delle cure a domicilio e vi è evidenza delle attività di educazione e addestramento di pazienti e familiari/caregiver; sono pianificati rivalutazioni/controlli dei pazienti sottoposti a follow up secondo tipologie e periodicità definite; vi è evidenza che tutta la documentazione sanitaria del paziente è a disposizione degli operatori sanitari, sociosanitari e sociali in ogni momento; vi è evidenza che sia fornita al paziente specifica relazione clinica finale per il medico curante; nel caso di complicanze non gestibili in loco, l'organizzazione garantisce, utilizzando una specifica procedura condivisa, il trasporto del paziente ad una struttura ospedaliera di riferimento, con possibilità di ricovero, situato ad una distanza percorribile in un tempo che consenta il trattamento delle complicanze. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio dell'applicazione: - dei processi, dei protocolli e delle linee guida per la continuità assistenziale dei pazienti e il coordinamento delle cure (appropriatezza dei trasferimenti, della dimissione dei pazienti e del follow up); - delle procedure per la determinazione dei pazienti da sottoporre a follow-up e vi è evidenza dello svolgimento delle rivalutazioni e dei controlli dei pazienti secondo le periodicità pianificate. Vi è evidenza del periodico monitoraggio e controllo da parte della Direzione delle modalità strutturate per il trasferimento delle informazioni rilevanti durante i passaggi di consegna e i trasferimenti delle cure presso altre tipologie di strutture. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità dei processi relativi a continuità assistenziale, passaggio in cura, dimissioni e follow-up. Vi è, inoltre, evidenza del controllo che le azioni intraprese abbiano raggiunto gli effetti desiderati. ## Requisito 1.2.3 – 2B Monitoraggio e valutazione ### Campo d'applicazione Struttura che eroga prestazioni residenziali e semiresidenziali per disabili ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito gli obiettivi per la qualità del Programma Riabilitativo Individuale e del percorso assistenziale del paziente; l'organizzazione ha selezionato gli indicatori chiave per la valutazione della performance clinico-assistenziale/riabilitativa tenendo conto della "scienza" o della "evidenza" a supporto di ogni singolo indicatore. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza del monitoraggio e della valutazione del grado di conformità delle attività ai protocolli e alle linee guida Evidence Based Medicine e Evidence Based Nursing secondo quanto previsto dalle procedure (ad es. monitoraggio dei tempi, delle modalità e dei contenuti della presa in carico, della valutazione iniziale e del piano di trattamento, della continuità assistenziale e dimissione, in accordo con gli obiettivi stabiliti); vi è evidenza dei risultati del monitoraggio degli indicatori chiave per la valutazione della performance clinico- assistenziale/riabilitativa tenendo conto della "scienza" o della "evidenza" a supporto di ogni singolo indicatore; vi è evidenza dei risultati del monitoraggio e della valutazione della qualità del Programma Riabilitativo Individuale, dalla presa in carico alla dimissione; vi è evidenza dello svolgimento di indagini sulla soddisfazione e l'esperienza di cura degli ospiti e dei familiari riguardo il Programma Riabilitativo Individuale e/o di valutazioni della qualità del Programma Riabilitativo Individuale da parte delle organizzazioni di cittadini. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza dell'aggiornamento in termini di efficacia ed affidabilità dei sistemi di misura degli esiti, della performance clinica, della qualità dei percorsi di cura. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità: - dei sistemi di monitoraggio e valutazione della qualità del Piano di Assistenza Individualizzato e del percorso di cura; - dell'esperienza di cura da parte dei pazienti e dei familiari. Vi è, inoltre, evidenza del controllo che le azioni intraprese abbiano raggiunto gli effetti desiderati. ## Requisito 1.3 – 2B La modalità di gestione della documentazione sanitaria e socio assistenziale ### Campo d'applicazione Struttura che eroga prestazioni residenziali e semiresidenziali per disabili ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha formalizzato e diffuso un documento che definisce: - i requisiti per la redazione, l'aggiornamento, la conservazione e la verifica della documentazione sanitaria/socio-assistenziale nonché le modalità di controllo; - uno specifico campo nella documentazione sanitaria dedicato alla riconciliazione dei farmaci e di altre tecnologie (transition) ai fini della sicurezza dei pazienti nei trasferimenti di setting assistenziali; - gli aspetti legati al tema della privacy e della riservatezza delle informazioni, della sicurezza nell'accesso alla documentazione sanitaria/socio-assistenziale e tenuta dei dati, ivi compresa la loro integrità, nel rispetto e in ottemperanza alla legislazione e alla normativa vigente in materia; - i tempi di accesso alla documentazione sanitaria e socio- assistenziale; - le modalità per le attività di valutazione della qualità della documentazione socio-assistenziale e l'implementazione di azioni correttive se necessario. ### Fase 2: Implementazione Per ciascun ospite è compilata una cartella clinica integrata, periodicamente aggiornata che prevede: - la tracciabilità degli elementi che caratterizzano la presa in carico del paziente, il processo assistenziale e la continuità assistenziale; - gli strumenti di valutazione standardizzati utilizzati; - risultati delle valutazioni della disabilità; - prestazioni erogate e trattamenti farmacologici; - registrazione di eventuali assenze dell'utente; - elementi di valutazione sociale; - tutti gli elementi previsti per assolvere al debito informativo regionale; - eventuali elementi di rischio per il paziente. - La comunicazione e l'invio della documentazione sanitaria e socio assistenziale ai professionisti all'interno della struttura sociosanitaria e ai colleghi di strutture esterne è garantita in tempo utile. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza dei risultati del monitoraggio e della valutazione da parte dell'organizzazione: - della qualità della documentazione sanitaria/socio-assistenziale; - della tracciabilità delle attività di valutazione e delle attività di presa in carico dei pazienti all'interno della documentazione sanitaria; - del soddisfacimento delle regole che caratterizzano la gestione della documentazione; - del rispetto dei tempi definiti per l'accesso alla documentazione sanitaria/socio-assistenziale. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche
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2° Criterio/fattore di qualità - Appropriatezza clinica e sicurezza
"L'efficacia, l'appropriatezza, la sicurezza sono elementi essenziali per la qualità delle cure e debbono essere monitorati" Per corrispondere a tale criterio ogni struttura che eroga prestazioni residenziali e semiresidenziali per disabili dovrà documentare il soddisfacimento dei seguenti requisiti: - Approccio alla pratica clinica secondo evidenze scientifiche - Promozione della sicurezza e gestione dei rischi - Programma per la gestione del rischio clinico e modalità di gestione degli eventi avversi - Strategie sistematiche di comunicazione, formazione e sviluppo di competenze ## Requisito 2.1 – 2B Approccio alla pratica clinica secondo evidenze scientifiche ### Campo d'applicazione Struttura che eroga prestazioni residenziali e semiresidenziali per disabili ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito, formalizzato e diffuso protocolli, linee guida, procedure per la definizione del Piano di Riabilitazione Individualizzato formulate secondo i principi della Evidence Based Medicine e della Evidence Based Nursing e predisposti in maniera integrata tra le strutture organizzative; ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della messa in atto di protocolli, linee guida e/o procedure per la corretta gestione del paziente in linea con i principi della Evidence Based Medicine e della Evidence Based Nursing; vi è evidenza dell'accessibilità al personale dei regolamenti interni di protocolli, linee guida e/o percorsi di cura/assistenza; vi è evidenza dell'implementazione di tutte le buone pratiche regionali e delle raccomandazioni ministeriali di pertinenza; vi è evidenza del coinvolgimento del personale nell'implementazione e nell'applicazione dei protocolli, linee guida, procedure e/o dei Piani Riabilitazioni individuali, attraverso la diffusione delle conoscenze necessarie alla loro attuazione e la formazione specifica sui protocolli di assistenza ad essi correlati. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio e della valutazione periodica: - dell'appropriatezza delle prestazioni da parte dei professionisti sanitari, degli operatori socio sanitari e sociali e della Direzione; - dell'applicazione dei protocolli, linee guida e/o dei Piani assistenziali individuali; - dell'applicazione delle buone pratiche e delle raccomandazioni ministeriali. Vi è evidenza dello svolgimento di audit multidisciplinari e/o multiprofessionali e sistematici per confrontare la pratica corrente con le linee guida basate sulle evidenze, i protocolli e i percorsi di cura/ assistenza definiti dall'organizzazione. I risultati dell'audit vengono comunicati al personale; vi è evidenza della rivalutazione e dell'aggiornamento periodico dei regolamenti interni e delle linee guida sulla base delle evidenze cliniche disponibili. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento dell'approccio alla pratica clinica secondo evidenze scientifiche e dell'appropriatezza delle prestazioni, controllando l'efficacia delle azioni di miglioramento intraprese (vedi requisito 5.1 – Sezione 1). ## Requisito 2.2 – 2B L'organizzazione assicura la promozione della sicurezza e la gestione dei rischi ### Campo d'applicazione Struttura che eroga prestazioni residenziali e semiresidenziali per disabili ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito, formalizzato e diffuso il programma di prevenzione e riduzione delle infezioni associate all'assistenza sanitaria basato sulle attuali conoscenze scientifiche, sulle linee guida della pratica comunemente accettate (ad esempio linee guida dell'OMS sull'igiene delle mani e altre linee guida), sulla legislazione e la normativa vigenti in materia e sugli standard di igiene e pulizia e pulizia pubblicati da enti locali o nazionali. Il programma di prevenzione e riduzione delle infezioni associate all'assistenza sanitaria prevede lo stanziamento di risorse adeguate, l'uso di dispositivi e tecniche di precauzione, l'utilizzo di procedure di isolamento, misure di barriera ed igiene delle mani, attività di sorveglianza microbiologica, sanificazione, disinfezione e sterilizzazione, lo smaltimento dei rifiuti e degli aghi taglienti e prevede la definizione di sistemi di reporting delle infezioni correlate all'assistenza; è presente ed è stato formalizzato un piano annuale per la gestione del rischio, orientato alla sicurezza di operatori, pazienti e ambiente, che preveda la definizione delle politiche per la sicurezza del paziente, le modalità per l'identificazione e la valutazione dei rischi, una lista dei processi, delle aree e dei rischi maggiori identificati, le modalità di comunicazione con gli stakeholder e la gestione dei relativi contenziosi. Il piano comprende la prevenzione ed il controllo almeno di: - sindrome da immobilizzazione; - lesioni da pressione; - gestione dei cateteri; - cadute dei pazienti; - somministrazione dei farmaci; - corretta alimentazione e idratazione; - disturbi comportamentali e sintomi di depressione. Tale piano deve contemplare ruoli, responsabilità, risorse impiegate, monitoraggio, verifiche e formazione e deve essere approvato dalla Direzione. Il piano prevede la definizione di obiettivi specifici e misurabili; l'organizzazione ha definito formalizzato e diffuso protocolli, linee guida e procedure per la programmazione di attività di valutazione del rischio derivante dagli esiti inattesi dei trattamenti; vi è evidenza di un Piano di formazione e aggiornamento sulla gestione del rischio clinico e sulle modalità di gestione degli eventi avversi. ### Fase 2: Implementazione L'organizzazione ha individuato le aree e i processi a rischio. In particolare sono individuati e gestiti i processi relativi a: - la corretta identificazione del paziente; - l'esecuzione delle principali manovre strumentali previste; - la corretta gestione dei dispositivi medici durante le attività; - la gestione di situazioni d'emergenza clinica e il trasferimento del paziente in idonea struttura; - la corretta raccolta, gestione e trasporto sicuro dei campioni di laboratorio. Vi è evidenza della messa in atto: - del piano annuale aziendale per la gestione del rischio, orientato alla sicurezza di operatori, pazienti e ambiente e del controllo e monitoraggio dei seguenti rischi: - sindrome da immobilizzazione; - lesioni da pressione; - gestione dei cateteri; - cadute dei pazienti; - somministrazione dei farmaci; - corretta alimentazione e idratazione; - disturbi comportamentali e sintomi di depressione. - del programma di prevenzione e riduzione delle infezioni associate all'assistenza; - del sistema di reporting delle infezioni correlate all'assistenza - del piano di formazione e aggiornamento aziendale sulla gestione del rischio clinico e sulle modalità di gestione degli eventi avversi. Vi è evidenza della completezza e della tracciabilità nella documentazione sanitaria dell'applicazione delle procedure per la corretta somministrazione dei medicinali e degli emoderivati; la somministrazione dell'anestesia/sedazione è pianificata, documentata e registrata per ogni paziente ed è gestita da personale qualificato. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio e della valutazione dell'adeguatezza e dell'efficacia del programma di prevenzione e riduzione delle infezioni associate all'assistenza; vi è evidenza del monitoraggio e della valutazione dell'efficacia, almeno annuale, del piano aziendale per la gestione del rischio, delle attività realizzate, degli strumenti di prevenzione del rischio utilizzati, degli obiettivi per la sicurezza e dei risultati raggiunti; vi è evidenza del monitoraggio e della rivalutazione (ogni 2 anni) delle aree a rischio dell'organizzazione, dei processi e delle procedure ad alto rischio; l'organizzazione produce e diffonde almeno un report annuale sui risultati raggiunti in materia di rischio. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate, delle criticità riscontrate e delle informazioni derivanti dall'analisi della reportistica, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della sicurezza e della gestione dei rischi; controlla, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati (vedi requisito 5.1 – Sezione 1). ## Requisito 2.3 – 2B Programma per la gestione del rischio clinico e modalità di gestione degli eventi avversi ### Campo d'applicazione Struttura che eroga prestazioni residenziali e semiresidenziali per disabili ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito, formalizzato e diffuso: - un sistema per l'identificazione, la segnalazione e l'analisi di: near miss, eventi avversi ed eventi sentinella; - modalità e procedure per la comunicazione ai pazienti e/o familiari degli eventi avversi, la gestione dell'impatto di un evento avverso sugli operatori, la comunicazione esterna, la risoluzione stragiudiziale dei contenziosi. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della partecipazione al flusso di segnalazione previsto dalla normativa nazionale; è presente evidenza dei risultati di un'analisi retrospettiva su eventi avversi, incidenti, near miss manifestati durante l'episodio di trattamento, cura/assistenza e riabilitazione; vi è evidenza dell'identificazione dei fattori causali e/o contribuenti degli eventi segnalati attraverso le metodologie di analisi disponibili in letteratura (Root cause analysis, Audit clinico, Significant event audit) e azioni sistematiche di verifica della sicurezza (Safetywalkround) che prevedano il coinvolgimento multidisciplinare e/o multiprofessionale degli operatori e la predisposizione, in seguito all'indagine condotta, di piani di azione e relativi indicatori di monitoraggio; vi è evidenza dell'applicazione di linee guida, buone pratiche, raccomandazioni, checklist ed altri strumenti per la sicurezza (es scheda unica di terapia); il personale implementa le azioni previste e codificate dalle procedure per la comunicazione ai pazienti e/o familiari degli eventi avversi e per offrire l'opportuno supporto/ sostegno ai pazienti/familiari, la gestione dell'impatto di un evento avverso sugli operatori, la comunicazione esterna, la risoluzione stragiudiziale dei contenziosi; i pazienti/familiari/caregiver possono segnalare incidenti o situazioni rischiose di cui sono stati testimoni. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio (relazione tra il numero di eventi e le dimensioni della struttura) e della valutazione dell'applicazione delle procedure di segnalazione e gestione dei near miss, eventi avversi ed eventi sentinella; vi è evidenza del monitoraggio dell'applicazione degli strumenti utilizzati per la prevenzione del rischio e degli eventi avversi; l'organizzazione divulga agli operatori almeno una volta l'anno i risultati delle analisi sulle segnalazioni rilevate; vi è evidenza del monitoraggio dell'applicazione di linee guida, buone pratiche, raccomandazioni, checklist ed altri strumenti per la sicurezza. ### Fase 4: Miglioramento della qualità I dati del monitoraggio sono utilizzati per studiare le aree target per la gestione del rischio e vi è evidenza dell'implementazione di cambiamenti nella struttura e nei processi a seguito di eventi avversi; vi è evidenza della valutazione dell'efficacia delle azioni correttive e preventive implementate. ## Requisito 2.4 – 2B Strategie sistematiche di comunicazione, formazione e sviluppo di competenze ### Campo d'applicazione Struttura che eroga prestazioni residenziali e semiresidenziali per disabili ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito, formalizzato e diffuso politiche e procedure per la partecipazione e il coinvolgimento dei pazienti e dei familiari/caregiver ai processi di gestione del rischio clinico. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza dell'identificazione e dell'applicazione di soluzioni innovative per la sicurezza in ambiti specifici di attività; vi è evidenza della produzione e diffusione di buone pratiche; vi è evidenza dell'implementazione del programma per lo sviluppo di competenze specifiche per la analisi degli eventi avversi; vi è evidenza della messa in atto di politiche e procedure per il coinvolgimento e la partecipazione dei pazienti e dei familiari/caregiver ai processi di gestione del rischio clinico. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio e della valutazione periodica da parte della Direzione dell'implementazione delle buone pratiche e delle soluzioni innovative adottate per la sicurezza in ambiti specifici di attività; l'organizzazione effettua il monitoraggio periodico dell'applicazione delle procedure per il coinvolgimento dei pazienti e dei familiari/caregiver e valuta il grado di partecipazione dei pazienti e dei familiari/caregiver ai processi di gestione del rischio clinico. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate, delle criticità riscontrate e delle informazioni, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni correttive e preventive; controlla, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati (vedi requisito 5.1 – Sezione 1).
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3° Criterio/fattore di qualità – UMANIZZAZIONE
"L'impegno a rendere i luoghi di assistenza e i programmi diagnostici e terapeutici orientati quanto più possibile alla persona, considerata nella sua interezza fisica, sociale e psicologica è, un impegno comune a tutte le strutture" Per corrispondere a tale criterio ogni struttura che eroga prestazioni residenziali e semiresidenziali per disabili dovrà documentare il soddisfacimento dei seguenti requisiti: - Programmi per l'umanizzazione e la personalizzazione dell'assistenza ## Requisito 3.1 – 2B Programmi per l'umanizzazione e la personalizzazione dell'assistenza ### Campo d'applicazione Struttura che eroga prestazioni residenziali e semiresidenziali per disabili ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito e formalizzato: - un piano per lo sviluppo di attività (assistenziali-organizzative) orientate a migliorare l'accessibilità e l'accoglienza degli utenti; - un programma per assicurare la qualità della relazione tra professionisti sanitari, pazienti e loro familiari; - specifici requisiti riguardanti il confort delle aree dedicate al personale e delle aree di attesa per pazienti ed accompagnatori; - specifici requisiti per il rispetto della privacy durante l'esecuzione delle prestazioni; - protocolli linee guida e procedure per la pianificazione e la gestione del percorso di accompagnamento alla morte con il coinvolgimento del paziente e dei suoi familiari. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza dell'implementazione da parte dell'organizzazione e del personale di attività (assistenziali-organizzative) orientate a migliorare: - l'accessibilità degli utenti; - l'accoglienza degli utenti tenendo conto delle differenti esigenze degli utenti relative all'età, al genere e a particolari condizioni di salute e di fragilità fisica e psicologica; tenendo conto delle specificità religiose, etniche e linguistiche, nel rispetto della dignità dei pazienti (ad es. possibilità di usufruire dell'assistenza di un interprete disponibile nella struttura o a chiamata; presenza di una modalità per garantire l'assistenza religiosa in relazione alle esigenze di culto del paziente; possibilità di usufruire dell'assistenza di un mediatore culturale disponibile nella struttura o a chiamata). - il confort delle aree di degenza, nel rispetto del benessere e della dignità dei pazienti, delle aree dedicate al personale e delle aree di attesa per accompagnatori e visitatori, in particolare deve essere assicurata la presenza di: - progetti/attività per promuovere la struttura come luogo aperto; - il rispetto della privacy durante l'esecuzione delle prestazioni; - possibilità di scelta nel menu e adeguamento degli orari dell'organizzazione ai ritmi fisiologici della persona (orario di distribuzione dei pasti dalle 7 in poi, dalle 12 in poi, dalle 19 in poi). - La Direzione ha implementato un programma per assicurare la qualità della relazione tra professionisti sanitari/socio-sanitari e sociali, pazienti e loro familiari e per agevolare il supporto relazionale e affettivo di familiari e altri soggetti che preveda almeno: - la formazione degli operatori socio sanitari/assistenziali e sociali alle abilità procedurali e alle attività di counselling (empatia, congruenza, accettazione incondizionata, comunicazione di cattive notizie); - partecipazione del paziente al processo assistenziale come esperto della propria situazione; - l'adozione di modalità di lavoro secondo la logica dell'équipe multidisciplinare; - la presenza di supporto psicologico per i pazienti fragili (il servizio può essere realizzato dalla struttura o in collaborazione con associazioni, cooperative ecc. nell'ambito di specifici accordi scritti); - l'ampliamento degli orari di visita e di assistenza per i familiari. Vi è evidenza dell'implementazione di interventi: - per l'accesso agevolato alle prestazioni assistenziali e per la semplificazione degli adempimenti amministrativi ed è assicurata un'informazione tempestiva e trasparente, con particolare riferimento all'accesso alla documentazione sanitaria/socio- assistenziale entro tempi predefiniti; - per lo sviluppo di servizi di sollievo, per affiancare la famiglia nella responsabilità dell'accudimento quotidiano di persone bisognose di cure particolari ovvero sostituire i componenti più impegnati nella cura durante l'orario di lavoro. Vi è evidenza dell'adozione da parte dell'organizzazione di processi per la gestione del percorso di accompagnamento alla morte a supporto del paziente e dei suoi familiari. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio dell'efficacia delle iniziative orientate a migliorare l'accessibilità, il confort, l'accoglienza e la qualità delle prestazioni; vi è evidenza del monitoraggio dell'applicazione del programma per assicurare la qualità della relazione tra professionisti sanitari, socio-sanitari/assistenziali e sociali, pazienti e loro familiari; vi è evidenza del coinvolgimento di pazienti/organizzazione dei cittadini per valutare la centralità del paziente nel processo di cura e la personalizzazione dell'assistenza; vi è evidenza che la qualità delle cure al termine della vita è valutata da familiari e operatori. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione e i singoli dirigenti effettuano una valutazione delle priorità, individuano e implementano specifiche azioni per il miglioramento della personalizzazione dell'assistenza; controllano, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati (vedi requisito 5.1 – Sezione 1).
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1° Criterio/fattore di qualità - PRESTAZIONI E SERVIZI
"È buona prassi che l'organizzazione descriva la tipologia e le caratteristiche delle prestazioni e dei servizi erogati e individui i metodi di lavoro da adottarsi, come pratica del governo clinico sui quali fondare azioni successive di valutazione della performance e della comunicazione con i pazienti ed i cittadini" Per corrispondere a tale criterio ogni struttura residenziale e semiresidenziale per persone con patologie psichiatriche dovrà documentare il soddisfacimento dei seguenti requisiti: - La tipologia delle prestazioni e dei servizi erogati - La presenza di percorsi assistenziali che comprendono: - Valutazione, presa in carico e gestione dei pazienti - Passaggio in cura (continuità assistenziale) - Monitoraggio e valutazione - La modalità di gestione della documentazione sanitaria/socio-assistenziale che deve essere redatta, aggiornata, conservata e verificata secondo modalità specificate, al fine di garantirne la completezza rispetto agli interventi effettuati; la rintracciabilità; la riservatezza (privacy) ## Requisito 1.1 – 2C Tipologia di prestazioni e di servizi erogati ### Campo d'applicazione Struttura residenziale e semiresidenziale per persone con patologie psichiatriche ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito e approvato le linee guida per la redazione, la diffusione e le modalità di distribuzione di una Carta dei Servizi che assicuri la piena informazione circa le proprie caratteristiche, le tipologie di offerta, la dotazione organica con le figure professionali e le specifiche competenze, le procedure di ammissione/trattamento/dimissione, le modalità di relazione con altre strutture. ### Fase 2: Implementazione È presente e viene diffusa la Carta dei Servizi e il materiale informativo a disposizione dell'utenza. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza della periodica rivalutazione da parte dell'organizzazione della struttura della qualità delle informazioni contenute nella Carta dei Servizi, della qualità del materiale informativo a disposizione dell'utenza e delle modalità di diffusione e distribuzione con l'apporto delle associazioni di tutela dei cittadini, dei pazienti e del volontariato. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità delle informazioni contenute nella Carta dei Servizi e nel materiale informativo a disposizione degli utenti; controlla, altresì, che le azioni intraprese abbiano raggiunto gli effetti desiderati. ## Requisito 1.2.1 – 2C Valutazione, presa in carico e gestione dei pazienti ### Campo d'applicazione Struttura residenziale e semiresidenziale per persone con patologie psichiatriche ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito, formalizzato e diffuso: - procedure che definiscono la modalità di accesso, accoglienza e registrazione dell'utente; - procedure e regolamenti per la gestione trasparente delle liste di attesa; - protocolli, linee guida e procedure per la definizione e l'elaborazione di un progetto Terapeutico-Riabilitativo coerente e funzionale con l'indicazione del Centro di Salute Mentale (CSM) inviante; - linee guida e procedure per la valutazione iniziale multidisciplinare e multiprofessionale delle condizioni, dei bisogni di ciascun paziente, delle abilità e disabilità specifiche, e degli aspetti legati alla vita di relazione per la determinazione della gravità e della complessità del quadro clinico e per la valutazione della compromissione del funzionamento personale e sociale del paziente, mediante strumenti di valutazione standardizzati (ad es. HoNOS, BPRS, FPS, VADO), validati e adottati dalla normativa nazionale e regionale, finalizzati a determinare: - il livello di intervento terapeutico riabilitativo richiesto correlato al livello della compromissione di funzioni e di abilità del paziente (e alla sua trattabilità): intensità riabilitativa - il livello assistenziale necessario correlato al grado di autonomia complessivo rilevato nel paziente: intensità assistenziale. - protocolli, linee guida e procedure per la definizione del Progetto terapeutico riabilitativo personalizzato (PTRP), elaborato dalla équipe multidisciplinare e multi professionale della struttura in accordo con il Centro di Salute Mentale e in coerenza con il Piano di Trattamento Individuale (PTI). - È prevista la diversificazione del Progetto terapeutico riabilitativo personalizzato (PTRP) per condizioni specifiche quali: - trattamenti all'esordio; - trattamenti della fascia di età di transizione tra adolescenza e prima età adulta; - trattamenti dei disturbi di personalità; - trattamenti per i disturbi del comportamento alimentare; - programmi per i soggetti affetti da disturbo psichiatrico afferenti al circuito penale che usufruiscono di misure alternative alla detenzione; - trattamenti dei disturbi neuropsichici dell'infanzia e dell'adolescenza e degli interventi in età evolutiva. - una "Scheda di progetto terapeutico riabilitativo personalizzato PTRP" in cui sono presenti informazioni e criteri comuni quali: - dati anagrafici, diagnosi clinica e funzionale, con informazioni sul contesto familiare e sociale; - motivo dell'invio da parte del Centro di Salute Mentale, tratto dal Piano di trattamento Individuale (PTI) presentato in allegato alla Scheda di PTRP; - osservazione delle problematiche relative a: - area psicopatologica; - area della cura di sé/ambiente; - area della competenza relazionale; - area della gestione economica; - area delle abilità sociali. - obiettivi dell'intervento; - aree di intervento: presenza della descrizione della tipologia e del mix di interventi previsti, con riferimento alle seguenti categorie: - terapia farmacologica; - psicoterapia; - interventi psicoeducativi; - interventi abilitativi e riabilitativi; - interventi di risocializzazione e di rete per l'inclusione socio-lavorativa. - Indicazione degli operatori coinvolti negli interventi ivi compresi, quando presenti, gli operatori di rete informali e del volontariato; - Indicazioni della durata del programma e delle verifiche periodiche: aggiornamento dell'andamento del PTRP, con indicazione delle date di verifica. - procedure relative all'inserimento del paziente che prevedono il confronto professionale tra gli operatori del CSM inviante e gli operatori della struttura, in relazione a criteri di appropriatezza e alle condizioni del paziente; - è identificato per ogni paziente un case-manager responsabile del piano individuale di trattamento e dei rapporti con i familiari. Il paziente e i familiari/caregiver sono informati delle responsabilità individuate in relazione alla presa in carico e gestione; - programmi per l'individuazione e l'intervento precoce delle psicosi; - linee guida e procedure per la corretta gestione e somministrazione del trattamento farmacologico; - un documento in cui sono identificati le modalità e gli strumenti per l'attuazione di una politica per la promozione della salute. Tale politica coinvolge i pazienti, i loro familiari e il personale. ### Fase 2: Implementazione È stipulato un contratto di ospitalità fra la struttura, il paziente e il CSM inserente contenente: - i servizi resi, - gli impegni del paziente, - gli obiettivi del trattamento e i tempi; - il regolamento interno della struttura; - le modalità economiche, - le norme relative al consenso informato e alla tutela dei dati personali. - La Carta dei Servizi è allegata, quale parte integrante, al contratto di ospitalità che si stabilisce con l'utente; vi è evidenza dell'applicazione di linee guida, progetti di intervento e percorsi di cura specifici validati dalla letteratura internazionale e già inseriti con specifiche Linee Guida nel Sistema Nazionale Linee Guida, in relazione alle seguenti aree di bisogni prioritari e di interesse: - area esordi - intervento precoce; - area disturbi comuni, ad alta incidenza e prevalenza (depressione, disturbi d'ansia); - area disturbi gravi persistenti e complessi; - disturbi dell'umore; - prevenzione del suicidio; - disturbi della personalità; - disturbi del comportamento alimentare; - disturbi dello spettro autistico. Vi è evidenza che il percorso di presa in carico si basa operativamente sull'integrazione di attività specifiche cliniche e riabilitative, di assistenza, di intermediazione e di coordinamento; vi è evidenza dell'attuazione del progetto terapeutico riabilitativo individuale, basato sulla valutazione iniziale dei pazienti ed articolato in programmi differenziati per intensità riabilitativa e per intensità assistenziale. Il progetto terapeutico riabilitativo individuale è contenuto in cartella clinica e riporta: - la valutazione del funzionamento personale e sociale, con strumenti standardizzati; - la resistenza al cambiamento; - la stabilità clinica; - gli obiettivi in ordine agli ambiti della cura, della socializzazione, delle soluzioni abitative e lavorative; - la descrizione delle prestazioni e degli interventi riabilitativi individuali e di gruppo con la descrizione dell'attività; - la descrizione delle risorse disponibili e dello stile relazionale presente nel contesto di vita del paziente, con particolare attenzione alle relazioni con la famiglia; - la durata del trattamento e le modalità di monitoraggio del trattamento; - data presunta di dimissione con indicazione del medico responsabile del progetto globale del CSM territorialmente competente. È attuato un sistema integrato e completo di servizi di neuropsichiatria per l'infanzia e l'adolescenza e vi è evidenza della messa in atto di interventi complessi e coordinati di diagnosi, trattamento e riabilitazione con il coinvolgimento della famiglia e di altri contesti di vita, attraverso l'integrazione in rete con altre istituzioni e con il territorio; le attività di valutazione e di presa in carico multidisciplinare dei pazienti sono documentate e verificabili all'interno della documentazione sanitaria e della cartella clinica; vi è evidenza della costante verifica delle potenzialità evolutive del paziente e del conseguente adattamento delle linee di intervento. I riscontri sono annotati nella documentazione sanitaria; vi è evidenza che il personale coinvolto nella cura/assistenza e riabilitazione del paziente conosce e applica le procedure per la gestione e la somministrazione del trattamento farmacologico; la presa in carico prevede il riconoscimento del soggetto come parte attiva di una relazione di cura e si fonda su un rapporto di alleanza e di fiducia con l'utente, i suoi familiari e le persone del suo ambiente di vita. Vengono attuate attività di promozione della salute ed educazione sanitaria in relazione alle patologie trattate con il coinvolgimento dei pazienti e dei familiari; vi è evidenza che la struttura organizzi attività ricreative e di socializzazione per gli ospiti. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza della verifica da parte dell'organizzazione dell'applicazione: - delle linee guida e delle procedure per la valutazione iniziale di ciascun paziente e dei protocolli per la presa in carico multidisciplinare e multiprofessionale; - del Progetto terapeutico riabilitativo personalizzato (PTRP); - dei programmi per l'individuazione e l'intervento precoce delle psicosi; - dei protocolli, delle linee guida e delle procedure relative ai percorsi di assistenza e cura specifici; - dei percorsi di assistenza differenziati connessi alla specificità dei disturbi neuropsichici dell'infanzia e dell'adolescenza e degli interventi in età evolutiva. Nella cartella clinica sono monitorate periodicamente le diverse aree dell'intervento riabilitativo attraverso strumenti standardizzati, che registrano le modifiche nelle condizioni cliniche, nei bisogni e dinamiche relazionali al fine di determinare il risultato delle cure e la pianificazione del proseguimento della cura o della dimissione; vi è evidenza della rivalutazione e della revisione del Progetto terapeutico riabilitativo personalizzato (PTRP), con il coinvolgimento del paziente e dei familiari, quando è rilevato un cambiamento delle condizioni o della diagnosi del paziente (i riscontri sono registrati all'interno della cartella clinica); vi è evidenza del controllo e del monitoraggio del trattamento farmacologico e degli effetti collaterali derivanti dall'uso di psicofarmaci. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità: - dei protocolli, delle linee guida e delle procedure per la valutazione iniziale dei pazienti; - dei processi per la gestione del Progetto terapeutico riabilitativo personalizzato (PTRP) e dei percorsi di cura, ivi compresa la qualità della tracciabilità delle attività all'interno della documentazione sanitaria; - del trasferimento delle informazioni all'interno del processo di cura; - delle procedure operative definite; - della politica per la promozione della salute. Inoltre vi è evidenza del controllo che le azioni intraprese abbiano raggiunto gli effetti desiderati. ## Requisito 1.2.2 – 2C Passaggio in cura (continuità assistenziale) ### Campo d'applicazione Struttura residenziale e semiresidenziale per persone con patologie psichiatriche ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito, approvato e diffuso: - programmi di coordinamento che regolino i rapporti con gli altri servizi (servizi sociali, servizi di accompagnamento al lavoro) le cui attività sono utili alla realizzazione del piano riabilitativo; - protocolli e linee guida per la pianificazione della continuità assistenziale dei pazienti (appropriatezza dei trasferimenti, della dimissione dei pazienti e del follow up); - procedure per la determinazione dei pazienti da sottoporre a follow-up; - procedure per l'adozione di modalità strutturate per il trasferimento delle informazioni rilevanti durante i passaggi di consegna, i trasferimenti e i processi di dimissione. - protocolli che assicurino un collegamento con i medici di medicina generale ed i servizi distrettuali, sulla base delle necessità degli utenti; - protocolli linee guida e procedure per l'integrazione progettuale con i servizi territoriali di riferimento di salute mentale dell'età evolutiva e dell'età adulta, specie riguardo ai disturbi psichici adolescenziali e giovanili (fascia d'età 15 – 21 anni); - protocolli che regolino i contatti con le istituzioni scolastiche e con le agenzie formative per sostenere i progetti terapeutico riabilitativi individuali, in integrazione con le azioni del CSM; - protocolli che regolino i contatti con i datori di lavoro dei pazienti al fine del sostegno nella realizzazione dei programmi di inserimento lavorativo in integrazione con le azioni del CSM. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza dell'attuazione di un protocollo per il trasporto sicuro dei pazienti e dell'adozione da parte dell'organizzazione di modalità strutturate per il trasferimento delle informazioni rilevanti durante i passaggi di consegna, i trasferimenti e i processi di dimissione; sono pianificati rivalutazioni/controlli dei pazienti sottoposti a follow up secondo tipologie e periodicità definite; vi è evidenza che tutta la documentazione clinica, e la cartella clinica del paziente è a disposizione degli operatori sanitari, sociosanitari e sociali in ogni momento; sono attivati protocolli che assicurino un collegamento con i medici di medicina generale ed i servizi distrettuali, sulla base delle necessità degli utenti; sono attivati protocolli che regolino i rapporti con gli altri servizi (servizi sociali, servizi di accompagnamento al lavoro) le cui attività sono utili alla realizzazione del programma riabilitativo; sono applicate le procedure per l'integrazione progettuale con i servizi di salute mentale territoriali di riferimento; vi è evidenza che sia fornita al paziente specifica relazione clinica finale per il medico curante; nel caso di complicanze non gestibili in loco, l'organizzazione garantisce, utilizzando una specifica procedura condivisa, il trasporto del paziente ad una struttura ospedaliera di riferimento, con possibilità di ricovero, situato ad una distanza percorribile in un tempo che consenta il trattamento delle complicanze. vi è evidenza dell'applicazioni dei protocolli che regolino i contatti con le istituzioni scolastiche e con le agenzie formative per sostenere i progetti terapeutico riabilitativi individuali, in integrazione con le azioni del CSM; vi è evidenza dell'applicazioni dei protocolli che regolino i contatti con i datori di lavoro dei pazienti al fine del sostegno nella realizzazione dei programmi di inserimento lavorativo in integrazione con le azioni del CSM. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio periodico dell'applicazione: - dei processi, dei protocolli e delle linee guida per la continuità assistenziale dei pazienti e il coordinamento delle cure (appropriatezza dei trasferimenti, della dimissione dei pazienti e del follow up); - delle procedure per la determinazione dei pazienti da sottoporre a follow-up e vi è evidenza dello svolgimento delle rivalutazioni e dei controlli dei pazienti secondo le periodicità pianificate; Vi è evidenza dell'attivazione di un sistema di documentazione dei casi gravi presi in carico (ammessi e dimessi) volto a rilevare e recuperare eventuali "drop out" (i cosiddetti "persi divista"); vi è evidenza del periodico monitoraggio e controllo da parte della Direzione delle modalità strutturate per il trasferimento delle informazioni rilevanti durante i passaggi di consegna e i trasferimenti delle cure presso altre tipologie di strutture. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità dei processi relativi a continuità assistenziale, passaggio in cura, dimissioni e follow-up. Vi è, inoltre, evidenza del controllo che le azioni intraprese abbiano raggiunto gli effetti desiderati. ## Requisito 1.2.3 – 2C Monitoraggio e valutazione ### Campo d'applicazione Struttura residenziale e semiresidenziale per persone con patologie psichiatriche ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito gli obiettivi per la qualità del programma terapeutico-riabilitativo; l'organizzazione ha selezionato gli indicatori chiave per la valutazione della performance clinico-assistenziale/riabilitativa tenendo conto della "scienza" o della "evidenza" a supporto di ogni singolo indicatore. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza del monitoraggio e della valutazione del grado di conformità delle attività ai protocolli e alle linee guida Evidence Based Medicine e Evidence Based Nursing secondo quanto previsto dalle procedure (ad es. monitoraggio dei tempi, delle modalità e dei contenuti della presa in carico, della valutazione iniziale e del piano di trattamento, della continuità assistenziale e dimissione, in accordo con gli obiettivi stabiliti); vi è evidenza dei risultati del monitoraggio degli indicatori chiave per la valutazione della performance clinico- assistenziale/riabilitativa tenendo conto della "scienza" o della "evidenza" a supporto di ogni singolo indicatore; vi è evidenza dei risultati del monitoraggio e della valutazione della qualità del programma terapeutico-riabilitativo, dalla presa in carico alla dimissione; vi è evidenza dello svolgimento di indagini sulla soddisfazione e l'esperienza di cura degli ospiti e dei familiari riguardo il programma terapeutico-riabilitativo; è presente evidenza dei risultati di un'analisi retrospettiva su eventi avversi, incidenti, near miss manifestati durante l'episodio di cura. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza dell'aggiornamento in termini di efficacia ed affidabilità dei sistemi di misura degli esiti, della performance clinica, della qualità dei programmi terapeutico-riabilitativo. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità: - dei sistemi di monitoraggio e valutazione della qualità del programma terapeutico-riabilitativo; - dell'esperienza di cura da parte degli utenti e dei familiari. Vi è, inoltre, evidenza del controllo che le azioni intraprese abbiano raggiunto gli effetti desiderati. ## Requisito 1.3 – 2C La modalità di gestione della documentazione sanitaria e socio assistenziale ### Campo d'applicazione Struttura residenziale e semiresidenziale per persone con patologie psichiatriche ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha formalizzato e diffuso un documento che definisce: - i requisiti per la redazione, l'aggiornamento, la conservazione e la verifica della documentazione sanitaria/socio-assistenziale nonché le modalità di controllo; - gli aspetti legati al tema della privacy e della riservatezza delle informazioni, della sicurezza nell'accesso alla documentazione sanitaria/socio-assistenziale e tenuta dei dati, ivi compresa la loro integrità, nel rispetto e in ottemperanza alla legislazione e alla normativa vigente in materia; - i tempi di accesso alla documentazione sanitaria e socio- assistenziale; - le modalità per le attività di valutazione della qualità della documentazione socio-assistenziale e l'implementazione di azioni correttive se necessario. ### Fase 2: Implementazione Per ciascun ospite è compilata la documentazione sanitaria/socio- assistenziale, periodicamente aggiornata che prevede: - la tracciabilità degli elementi che caratterizzano la presa in carico dell'utente, il programma terapeutico-riabilitativo e la continuità assistenziale; - gli strumenti di valutazione standardizzati utilizzati; - i risultati delle valutazioni compresi gli eventi avversi; - prestazioni erogate e trattamenti farmacologici; - registrazione di eventuali assenze dell'utente; - elementi di valutazione sociale; - tutti gli elementi previsti per assolvere al debito informativo regionale; - eventuali elementi di rischio per l'utente. La comunicazione e l'invio della documentazione sanitaria e socio assistenziale ai professionisti all'interno della struttura sociosanitaria e ai colleghi di strutture esterne è garantita in tempo utile. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza dei risultati del monitoraggio e della valutazione da parte dell'organizzazione: - della qualità della documentazione sanitaria/socio-assistenziale; - della tracciabilità delle attività di valutazione e delle attività di presa in carico degli utenti all'interno della documentazione sanitaria/socio-assistenziale; - del soddisfacimento delle regole che caratterizzano la gestione della documentazione; - del rispetto dei tempi definiti per l'accesso alla documentazione sanitaria/socio-assistenziale. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento: - della qualità della documentazione sanitaria/socio- assistenziale; - della politica relativa alla privacy e alla riservatezza delle informazioni e dei dati personali e sanitari.
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2° Criterio/fattore di qualità - Appropriatezza clinica e sicurezza
"L'efficacia, l'appropriatezza, la sicurezza sono elementi essenziali per la qualità delle cure e debbono essere monitorati" Per corrispondere a tale criterio ogni struttura residenziale e semiresidenziale per persone con patologie psichiatriche dovrà documentare il soddisfacimento dei seguenti requisiti: - Approccio alla pratica clinica secondo evidenze - Promozione della sicurezza e gestione dei rischi - Programma per la gestione del rischio clinico e modalità di gestione degli eventi avversi - Strategie sistematiche di comunicazione, formazione e sviluppo di competenze ## Requisito 2.1 – 2C Approccio alla pratica clinica secondo evidenze scientifiche ### Campo d'applicazione Struttura residenziale e semiresidenziale per persone con patologie psichiatriche ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito, formalizzato e diffuso protocolli, linee guida, procedure per la definizione del programma terapeutico- riabilitativo formulato secondo i principi della Evidence Based Medicine e della Evidence Based Nursing. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della messa in atto di protocolli, linee guida e/o procedure per la corretta gestione dell'utente in linea con i principi della Evidence Based Medicine e della Evidence Based Nursing; vi è evidenza dell'accessibilità al personale dei regolamenti interni di protocolli, linee guida e/o percorsi di cura/assistenza; vi è evidenza dell'implementazione di tutte le buone pratiche regionali e delle raccomandazioni ministeriali di pertinenza; vi è evidenza del coinvolgimento del personale nell'implementazione e nell'applicazione dei protocolli, linee guida, procedure e/o del programma terapeutico-riabilitativo, attraverso la diffusione delle conoscenze necessarie alla loro attuazione e la formazione specifica sui protocolli di assistenza ad essi correlati. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio e della valutazione: - dell'appropriatezza delle prestazioni da parte dei professionisti sanitari, degli operatori socio sanitari e sociali e della Direzione; - dell'applicazione dei protocolli, linee guida e/o dei programmi terapeutico-riabilitativo; - dell'applicazione delle buone pratiche e delle raccomandazioni ministeriali. Vi è evidenza dello svolgimento di audit multidisciplinari e/o multiprofessionali e sistematici per confrontare la pratica corrente con le linee guida basate sulle evidenze, i protocolli e i percorsi di cura/ assistenza definiti dall'organizzazione. I risultati dell'audit vengono comunicati al personale; vi è evidenza della rivalutazione e dell'aggiornamento periodico dei regolamenti interni e delle linee guida sulla base delle evidenze cliniche disponibili. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento dell'approccio alla pratica clinica secondo evidenze scientifiche e dell'appropriatezza delle prestazioni, controllando l'efficacia delle azioni di miglioramento intraprese (vedi requisito 5.1 – Sezione 1). ## Requisito 2.2 – 2C L'organizzazione assicura la promozione della sicurezza e la gestione dei rischi ### Campo d'applicazione Struttura residenziale e semiresidenziale per persone con patologie psichiatriche ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione È presente ed è stato formalizzato un piano annuale per la gestione del rischio, orientato alla sicurezza di operatori, pazienti e ambiente, che preveda la definizione delle politiche per la sicurezza del paziente, le modalità per l'identificazione e la valutazione dei rischi, una lista dei processi, delle aree e dei rischi maggiori identificati, le modalità di comunicazione con gli stakeholder e la gestione dei relativi contenziosi. Il piano comprende la prevenzione ed il controllo almeno di: - infezioni correlate all'assistenza; - sindrome da immobilizzazione; - cadute dei pazienti; - intossicazione da farmaci; - atti aggressivi; - rischio di autolesioni; - rischio suicidio; - rischio fughe. Tale piano deve contemplare ruoli, responsabilità, risorse impiegate, monitoraggio, verifiche e formazione e deve essere approvato dalla Direzione. Il piano prevede la definizione di obiettivi specifici e misurabili; l'organizzazione ha definito formalizzato e diffuso protocolli, linee guida e procedure per la programmazione di attività di valutazione del rischio derivante dagli esiti inattesi dei trattamenti; vi è evidenza di un Piano di formazione e aggiornamento sulla gestione del rischio clinico e sulle modalità di gestione degli eventi avversi; l'organizzazione ha definito formalizzato e diffuso protocolli, linee guida, procedure per la prima gestione in loco delle complicanze. ### Fase 2: Implementazione L'organizzazione ha individuato le aree e i processi a rischio. In particolare sono individuati e gestiti i processi relativi a: - la corretta identificazione del paziente; - l'esecuzione delle principali manovre strumentali previste; - la corretta gestione dei dispositivi medici durante le attività; - la gestione e cura dei pazienti ad alto rischio; - la gestione di situazioni d'emergenza-urgenza psichiatrica e il trasferimento del paziente in idonea struttura. Vi è evidenza della messa in atto: - del piano annuale aziendale per la gestione del rischio, orientato alla sicurezza di operatori, pazienti e ambiente e del controllo e monitoraggio dei seguenti rischi: - infezioni correlate all'assistenza; - sindrome da immobilizzazione; - cadute dei pazienti; - intossicazione da farmaci; - atti aggressivi; - rischio di autolesioni; - rischio suicidio; - rischio fughe. Vi è evidenza della completezza e della tracciabilità nella documentazione sanitaria dell'applicazione delle procedure per la corretta somministrazione dei medicinali. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio e della valutazione dell'efficacia, almeno annuale, del piano aziendale per la gestione del rischio, delle attività realizzate, degli strumenti di prevenzione del rischio utilizzati, degli obiettivi per la sicurezza e dei risultati raggiunti; vi è evidenza del monitoraggio e della rivalutazione (ogni 2 anni) delle aree a rischio dell'organizzazione incluse quelle individuate dall'OMS, dei processi e delle procedure ad alto rischio; l'organizzazione produce e diffonde almeno un report annuale sui risultati raggiunti in materia di rischio. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate, delle criticità riscontrate e delle informazioni derivanti dall'analisi della reportistica, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della sicurezza e della gestione dei rischi; controlla, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati (vedi requisito 5.1 – Sezione 1). ## Requisito 2.3 – 2C Programma per la gestione del rischio clinico e modalità di gestione degli eventi avversi ### Campo d'applicazione Struttura residenziale e semiresidenziale per persone con patologie psichiatriche ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito, formalizzato e diffuso: - un sistema per l'identificazione, la segnalazione e l'analisi di: near miss, eventi avversi ed eventi sentinella; - modalità e procedure per la comunicazione agli utenti e/o familiari degli eventi avversi, la gestione dell'impatto di un evento avverso sugli operatori. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della partecipazione al flusso di segnalazione previsto dalla normativa nazionale; è presente evidenza dei risultati di un'analisi retrospettiva su eventi avversi, incidenti, near miss manifestati durante l'episodio di trattamento e riabilitazione; vi è evidenza dell'identificazione dei fattori causali e/o contribuenti degli eventi segnalati attraverso le metodologie di analisi disponibili in letteratura (Root cause analysis, Audit clinico, Significant event audit) e azioni sistematiche di verifica della sicurezza (Safetywalkround) che prevedano il coinvolgimento multidisciplinare e/o multiprofessionale degli operatori e la predisposizione, in seguito all'indagine condotta, di piani di azione e relativi indicatori di monitoraggio; vi è evidenza dell'applicazione di linee guida, buone pratiche, raccomandazioni, checklist ed altri strumenti per la sicurezza; il personale implementa le azioni previste e codificate dalle procedure per la comunicazione agli utenti e/o familiari degli eventi avversi e per offrire l'opportuno supporto/ sostegno agli utenti/familiari, la gestione dell'impatto di un evento avverso sugli operatori; gli utenti/familiari/caregiver possono segnalare incidenti o situazioni rischiose di cui sono stati testimoni. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio (relazione tra il numero di eventi e le dimensioni della struttura) e della valutazione dell'applicazione delle procedure di segnalazione e gestione dei near miss, eventi avversi ed eventi sentinella; vi è evidenza del monitoraggio dell'applicazione degli strumenti utilizzati per la prevenzione del rischio e degli eventi avversi; l'organizzazione divulga agli operatori almeno una volta l'anno i risultati delle analisi sulle segnalazioni rilevate; vi è evidenza del monitoraggio dell'applicazione di linee guida, buone pratiche, raccomandazioni, checklist ed altri strumenti per la sicurezza. ### Fase 4: Miglioramento della qualità I dati del monitoraggio sono utilizzati per studiare le aree target per la gestione del rischio e vi è evidenza dell'implementazione di cambiamenti nella struttura e nei processi a seguito di eventi avversi; vi è evidenza della valutazione dell'efficacia delle azioni correttive e preventive implementate. ## Requisito 2.4 – 2C Strategie sistematiche di comunicazione, formazione e sviluppo di competenze ### Campo d'applicazione Struttura residenziale e semiresidenziale per persone con patologie psichiatriche ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito, formalizzato e diffuso politiche e procedure per la partecipazione e il coinvolgimento degli utenti e dei familiari/caregiver ai processi di gestione del rischio clinico. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza dell'identificazione e dell'applicazione di soluzioni innovative per la sicurezza in ambiti specifici di attività; vi è evidenza della produzione e diffusione di buone pratiche; vi è evidenza dell'implementazione del programma per lo sviluppo di competenze specifiche per la analisi degli eventi avversi; vi è evidenza della messa in atto di politiche e procedure per il coinvolgimento e la partecipazione degli utenti e dei familiari/caregiver ai processi di gestione del rischio clinico. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio e della valutazione periodica da parte della Direzione dell'implementazione delle buone pratiche e delle soluzioni innovative adottate per la sicurezza in ambiti specifici di attività; l'organizzazione effettua il monitoraggio dell'applicazione delle procedure per il coinvolgimento degli utenti e dei familiari/caregiver e valuta il grado di partecipazione degli utenti e dei familiari/caregiver ai processi di gestione del rischio clinico. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate, delle criticità riscontrate e delle informazioni, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni correttive e preventive; controlla, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati (vedi requisito 5.1 – Sezione 1).
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3° Criterio/fattore di qualità – UMANIZZAZIONE
"L'impegno a rendere i luoghi di assistenza e i programmi diagnostici e terapeutici orientati quanto più possibile alla persona, considerata nella sua interezza fisica, sociale e psicologica è, un impegno comune a tutte le strutture" Per corrispondere a tale criterio ogni struttura residenziale e semiresidenziale per persone con patologie psichiatriche dovrà documentare il soddisfacimento dei seguenti requisiti: - Programmi per l'umanizzazione e la personalizzazione dell'assistenza ## Requisito 3.1 – 2C Programmi per l'umanizzazione e la personalizzazione dell'assistenza ### Campo d'applicazione Struttura residenziale e semiresidenziale per persone con patologie psichiatriche ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito e formalizzato: - un piano per lo sviluppo di attività (assistenziali-organizzative) orientate a migliorare l'accessibilità e l'accoglienza degli utenti; - un programma per assicurare la qualità della relazione tra professionisti sanitari, utenti e loro familiari; - specifici requisiti riguardanti il confort delle aree dedicate al personale e delle aree di attesa per utenti ed accompagnatori; - specifici requisiti per il rispetto della privacy durante l'esecuzione delle prestazioni. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza dell'implementazione da parte dell'organizzazione e del personale di attività (assistenziali-organizzative) orientate a migliorare: - l'accessibilità degli utenti; - l'accoglienza tenendo conto delle differenti esigenze degli utenti relative all'età, al genere e a particolari condizioni di salute e di fragilità fisica e psicologica; gli utenti hanno la possibilità di concordare individualmente l'ingresso e l'uscita dalla struttura; l'organizzazione favorisce le relazioni interpersonali, le iniziative, il senso di responsabilità e la dignità dell'utente; - il confort delle aree di degenza, nel rispetto del benessere e della dignità degli utenti, delle aree dedicate al personale e delle aree di attesa per accompagnatori e visitatori, delle aree di socializzazione, in particolare deve essere assicurata la presenza di: - progetti/attività per promuovere la struttura come luogo aperto; - il rispetto della privacy durante l'esecuzione delle prestazioni e durante i colloqui tra il personale sanitario e l'utente sul suo stato di salute; - possibilità di scelta nel menu e adeguamento degli orari dell'organizzazione ai ritmi fisiologici della persona (orario di distribuzione dei pasti dalle 7 in poi, dalle 12 in poi, dalle 19 in poi). La Direzione ha implementato un programma per assicurare la qualità della relazione tra professionisti sanitari/socio-sanitari e sociali, utenti e loro familiari e per agevolare il supporto relazionale e affettivo di familiari e altri soggetti che preveda almeno: - la formazione degli operatori socio sanitari/assistenziali e sociali alle abilità procedurali e alle attività di counselling (empatia, congruenza, accettazione incondizionata, comunicazione di cattive notizie); - partecipazione dell'utente al processo assistenziale; - l'adozione di modalità di lavoro secondo la logica dell'équipe multidisciplinare. - la presenza di supporto psicologico (il servizio può essere realizzato dalla struttura o in partnership con associazioni, cooperative ecc. nell'ambito di specifici accordi scritti); - l'ampliamento degli orari di visita e di assistenza per i familiari. Vi è evidenza dell'implementazione di interventi per l'accesso agevolato alle prestazioni assistenziali e per la semplificazione degli adempimenti amministrativi ed è assicurata un'informazione tempestiva e trasparente, con particolare riferimento all'accesso alla documentazione sanitaria/socio-assistenziale entro tempi predefiniti. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio dell'efficacia delle iniziative orientate a migliorare l'accessibilità, il confort, l'accoglienza e la qualità delle prestazioni; vi è evidenza del monitoraggio dell'applicazione del programma per assicurare la qualità della relazione tra professionisti sanitari, socio- sanitari/assistenziali e sociali, utenti e loro familiari; vi è evidenza del coinvolgimento degli utenti/organizzazione dei cittadini per valutare la centralità dell'utente nel processo di cura e la personalizzazione dell'assistenza. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della personalizzazione dell'assistenza; controlla, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati (vedi requisito 5.1 – Sezione 1).
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1° Criterio/fattore di qualità - PRESTAZIONI E SERVIZI
"È buona prassi che l'organizzazione descriva la tipologia e le caratteristiche delle prestazioni e dei servizi erogati e individui i metodi di lavoro da adottarsi, come pratica del governo clinico sui quali fondare azioni successive di valutazione della performance e della comunicazione con gli utenti ed i cittadini" Per corrispondere a tale criterio ogni struttura che eroga prestazioni residenziali e semiresidenziali di assistenza a persone con dipendenze patologiche dovrà documentare il soddisfacimento dei seguenti requisiti: - La tipologia delle prestazioni e dei servizi erogati - La presenza di percorsi assistenziali che comprendono: - Valutazione, presa in carico e gestione dei pazienti - Passaggio in cura (continuità assistenziale) - Monitoraggio e valutazione ## Requisito 1.1 – 2D Tipologia di prestazioni e di servizi erogati ### Campo d'applicazione Struttura che eroga prestazioni residenziali e semiresidenziali di assistenza a persone con dipendenze patologiche ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito e approvato le linee guida per la redazione, la diffusione e le modalità di distribuzione di un documento che assicuri la piena informazione circa le modalità erogative, i contenuti e la capacità delle prestazioni di servizio e gli impegni assunti nei confronti dei pazienti e dei cittadini nonché la presenza di materiale informativo (multilingua) a disposizione dell'utenza. Il documento prevede una chiara descrizione del programma, comprensivo dell'elenco delle prestazioni svolte, e un regolamento, dei quali deve essere fornita copia ed adeguata informazione agli utenti. Il programma deve esplicitare: i principi ispiratori e la metodologia degli interventi, la definizione delle fasi e dei tempi complessivi di svolgimento, le modalità di relazione con i familiari, la descrizione degli interventi (di tipo medico, psicologico, educativo, lavorativo, sociale), le modalità di utilizzo del personale e delle attrezzature, le misure intraprese ai fini della tutela della salute degli utenti; la tipologia delle persone alle quali si indirizza l'intervento, con particolare riguardo a quelle con caratteristiche specifiche (es.: minori, soggetti sottoposti a misure alternative alla carcerazione, ecc.), precisando altresì il numero dei posti per essi disponibili; le modalità di valutazione e verifica degli interventi. Il regolamento interno deve descrivere: i diritti e gli obblighi che l'utente assume con l'accettazione del programma di assistenza; per i servizi residenziali e semiresidenziali, le regole di vita comunitaria, con particolare riguardo alle norme comportamentali degli operatori e degli utenti e al loro eventuale utilizzo nelle attività quotidiane (cucina, pulizia, lavanderia, ecc.). ### Fase 2: Implementazione È presente e viene diffuso il documento che descrive il programma e il regolamento, e il materiale informativo a disposizione dell'utenza. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza della periodica rivalutazione da parte dell'organizzazione della struttura della qualità delle informazioni contenute nel documento, della qualità del materiale informativo a disposizione dell'utenza e delle modalità di diffusione e distribuzione con l'apporto delle associazioni di tutela dei cittadini, dei pazienti e del volontariato. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità delle informazioni contenute nel documento e nel materiale informativo a disposizione degli utenti; controlla, altresì, che le azioni intraprese abbiano raggiunto gli effetti desiderati. ## Requisito 1.2.1 – 2D Valutazione, presa in carico e gestione degli utenti ### Campo d'applicazione Struttura che eroga prestazioni residenziali e semiresidenziali di assistenza a persone con dipendenze patologiche ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito, formalizzato e diffuso: - procedure e regolamenti per la gestione trasparente delle liste di attesa; - procedure che garantiscono la volontarietà dell'accesso e della permanenza nella struttura, con l'esclusione di ogni forma di coercizione fisica e psichica degli utenti; - procedure che definiscono la modalità di accesso, accoglienza e registrazione dell'utente; - le responsabilità per la presa in carico/gestione degli utenti; - protocolli che prevedono, in fase di ammissione dell'utente, la valutazione multidisciplinare e multimensionale dello stato di salute e dei bisogni di ciascun utente mediante scale di valutazione riconosciute, validate e adottate dalla normativa nazionale e regionale, che includa la prevenzione e gestione delle patologie infettive correlate alla tossicodipendenza e l'analisi dello stato psicosociale dell'utente. La valutazione multidimensionale dell'ospite determina il complesso integrato dei bisogni, con riguardo alle problematiche sanitarie, assistenziali, tutelari, psicologiche e socio-economiche; - protocolli, linee guida e procedure per la definizione e la gestione del programma terapeutico-riabilitativo-pedagogico per ciascun ospite. Il programma basato sulla valutazione multidimensionale e multidisciplinare delle condizioni, delle necessità degli utenti e sui risultati dei test diagnostici, oltre a comprendere la pianificazione delle attività contiene informazioni riguardanti: - valutazioni cliniche, ambientali e strumentali; - il percorso terapeutico-riabilitativo-pedagogico; - somministrazione dei medicinali; - risultati attesi; - operatori coinvolti; - data di avvio e durata del piano. - procedure per il coinvolgimento degli utenti nell'organizzazione della vita quotidiana; - linee guida e procedure per la corretta gestione e somministrazione dei medicinali; - procedure per la gestione del trasferimento delle informazioni relative alla valutazione e alla presa in carico all'interno del processo di cura, assistenza, riabilitazione previsto dal programma terapeutico- riabilitativo-pedagogico. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della tracciabilità nella documentazione sanitaria/socio assistenziale dell'applicazione dei criteri, dei protocolli, delle linee guida e delle procedure per la valutazione multidimensionale iniziale, la presa in carico multidisciplinare e multi professionale; è istituito e tenuto aggiornato, per gli eventuali controlli richiesti, un registro giornaliero degli utenti. Nel medesimo registro vengono annotate le assenze temporanee degli stessi, con la relativa motivazione; il programma terapeutico prevede lavori di gruppo, seminari, riunioni periodiche con gli utenti; vi è evidenza dell'attuazione e della tracciabilità del programma terapeutico-riabilitativo-pedagogico per ciascun ospite, con relativo monitoraggio delle condizioni psicofisiche dell'utente, ed eventuali modifiche; vi è evidenza dell'attuazione di un programma di consulenza e supporto psicologico individuale e/o di gruppo, effettuati in maniera continuativa e, se indicata, attività di psicoterapia strutturata, individuale e di gruppo, con cadenza adeguata alle necessità dei singoli utenti; vi è evidenza della gestione delle problematiche mediche generali, adeguata alla tipologia e gravità delle problematiche dei singoli pazienti; sono implementate forme di coinvolgimento degli utenti nell'organizzazione della vita quotidiana; esiste evidenza di programmi di inserimento lavorativo; esiste evidenza del coinvolgimento dei familiari nei processi di socializzazione degli utenti; esiste evidenza del coinvolgimento di Associazioni di volontariato nei processi di socializzazione degli utenti; l'organizzazione ha individuato, con modalità prestabilite, il case manager responsabile del programma terapeutico-riabilitativo- pedagogico e gli operatori sanitari, socio sanitari e sociali di riferimento per la supervisione dell'assistenza. L'utente e i familiari sono informati delle responsabilità individuate. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza della verifica periodica da parte dell'organizzazione dell'applicazione: - delle linee guida e delle procedure per la valutazione iniziale di ciascun utente e dei protocolli per la presa in carico multidisciplinare e multiprofessionale degli utenti; - del programma terapeutico-riabilitativo-pedagogico. Vi è evidenza del controllo della tracciabilità delle attività di valutazione e delle attività di presa in carico degli utenti all'interno della documentazione sanitaria e socio assistenziale; vengono effettuati dei controlli (senza una prevedibilità temporale) per verificare l'adesione dell'utente al programma terapeutico-riabilitativo- pedagogico; vi è evidenza della rivalutazione periodica dello stato psicosociale, dei bisogni e delle condizioni degli utenti a intervalli basati sulle necessità dell'ospite, al fine di determinare il risultato delle cure e la pianificazione del proseguimento della cura o della dimissione. I riscontri sono annotati nella documentazione sanitaria/socio-assistenziale; vi è evidenza della rivalutazione e della revisione del programma terapeutico-riabilitativo-pedagogico con il coinvolgimento dell'utente o del caregiver quando è rilevato un cambiamento delle condizioni o della diagnosi dell'utente (i riscontri sono registrati all'interno della documentazione sanitaria/socio- assistenziale); vi è evidenza del controllo e del monitoraggio degli effetti collaterali dei farmaci; vi è evidenza della valutazione da parte dell'organizzazione: - della propria capacità di ritenzione degli utenti; - della propria capacità di portare a termine i piani terapeutici dei propri utenti. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità: - dei protocolli, delle linee guida e delle procedure per la valutazione iniziale degli utenti; ## Requisito 1.2.2 – 2D Passaggio in cura (continuità assistenziale) ### Campo d'applicazione Struttura che eroga prestazioni residenziali e semiresidenziali di assistenza a persone con dipendenze patologiche ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito, approvato e diffuso: - protocolli e linee guida per la pianificazione della continuità assistenziale degli utenti (appropriatezza dei trasferimenti, della dimissione degli utenti e del follow up); - procedure per la determinazione degli utenti da sottoporre a follow-up; - protocolli, linee guida e procedure per la definizione dei collegamenti funzionali con il medico curante e i servizi territoriali durante e a termine dell'intervento riabilitativo; - procedure per l'adozione di modalità strutturate per il trasferimento delle informazioni rilevanti durante i passaggi di consegna, i trasferimenti e i processi di dimissione. ### Fase 2: Implementazione Esiste evidenza che l'utente sia informato sul proseguimento delle cure; vi è evidenza dell'attuazione da parte dell'organizzazione di modalità strutturate per il trasferimento delle informazioni rilevanti durante i passaggi di consegna, i trasferimenti e i processi di dimissione e coordinamento delle cure; sono pianificati rivalutazioni/controlli degli utenti sottoposti a follow up secondo tipologie e periodicità definite; vi è evidenza che tutta la documentazione clinica/socio- assistenziale è a disposizione degli operatori sanitari, sociosanitari e sociali in ogni momento; vi è evidenza che sia fornita all'utente specifica relazione clinica finale per il medico curante; nel caso di complicanze non gestibili in loco, l'organizzazione garantisce, utilizzando una specifica procedura condivisa, il trasporto dell'utente ad una struttura ospedaliera di riferimento, con possibilità di ricovero, situato ad una distanza percorribile in un tempo che consenta il trattamento delle complicanze. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio dell'applicazione: - dei processi, dei protocolli e delle linee guida per la continuità assistenziale degli utenti e il coordinamento delle cure (appropriatezza dei trasferimenti, della dimissione e del follow up); - delle procedure per la determinazione degli utenti da sottoporre a follow-up e vi è evidenza dello svolgimento delle rivalutazioni e dei controlli degli utenti secondo le periodicità pianificate. Vi è evidenza del periodico monitoraggio e controllo da parte della Direzione delle modalità strutturate per il trasferimento delle informazioni rilevanti durante i passaggi di consegna e i trasferimenti delle cure presso altre tipologie di strutture. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità dei processi relativi a continuità assistenziale, passaggio in cura, dimissioni e follow-up. ## Requisito 1.2.3 – 2D Monitoraggio e valutazione ### Campo d'applicazione Struttura che eroga prestazioni residenziali e semiresidenziali di assistenza a persone con dipendenze patologiche ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito gli obiettivi per la qualità del programma terapeutico-riabilitativo-pedagogico; l'organizzazione ha selezionato gli indicatori chiave per la valutazione della performance clinico-assistenziale/riabilitativa tenendo conto della "scienza" o della "evidenza" a supporto di ogni singolo indicatore. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza del monitoraggio e della valutazione del grado di conformità delle attività ai protocolli e alle linee guida Evidence Based Medicine e Evidence Based Nursing secondo quanto previsto dalle procedure (ad es. monitoraggio dei tempi, delle modalità e dei contenuti della presa in carico, della valutazione iniziale e del piano di trattamento, della continuità assistenziale e dimissione, in accordo con gli obiettivi stabiliti); vi è evidenza dei risultati del monitoraggio degli indicatori chiave per la valutazione della performance clinico- assistenziale/riabilitativa tenendo conto della "scienza" o della "evidenza" a supporto di ogni singolo indicatore; vi è evidenza dei risultati del monitoraggio e della valutazione della qualità del programma terapeutico-riabilitativo-pedagogico, dalla presa in carico alla dimissione; vi è evidenza dello svolgimento di indagini sulla soddisfazione e l'esperienza di cura degli ospiti e dei familiari riguardo il programma terapeutico-riabilitativo-pedagogico; è presente evidenza dei risultati di un'analisi retrospettiva su eventi avversi, incidenti, near miss manifestati durante l'episodio di cura. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza dell'aggiornamento in termini di efficacia ed affidabilità dei sistemi di misura degli esiti, della performance clinica, della qualità dei programmi terapeutico-riabilitativo-pedagogico. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità: - dei sistemi di monitoraggio e valutazione della qualità del programma terapeutico-riabilitativo-pedagogico; - dell'esperienza di cura da parte degli utenti e dei familiari. Vi è, inoltre, evidenza del controllo che le azioni intraprese abbiano raggiunto gli effetti desiderati. ## Requisito 1.3 – 2D La modalità di gestione della documentazione sanitaria e socio assistenziale ### Campo d'applicazione Struttura che eroga prestazioni residenziali e semiresidenziali di assistenza a persone con dipendenze patologiche ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha formalizzato e diffuso un documento che definisce: - i requisiti per la redazione, l'aggiornamento, la conservazione e la verifica della documentazione sanitaria/socio-assistenziale nonché le modalità di controllo; - gli aspetti legati al tema della privacy e della riservatezza delle informazioni, della sicurezza nell'accesso alla documentazione sanitaria/socio-assistenziale e tenuta dei dati, ivi compresa la loro integrità, nel rispetto e in ottemperanza alla legislazione e alla normativa vigente in materia; - i tempi di accesso alla documentazione sanitaria e socio- assistenziale; - le modalità per le attività di valutazione della qualità della documentazione socio-assistenziale e l'implementazione di azioni correttive se necessario. ### Fase 2: Implementazione Per ciascun ospite è compilata la documentazione sanitaria/socio- assistenziale, periodicamente aggiornata che prevede: - la tracciabilità degli elementi che caratterizzano la presa in carico dell'utente, il programma terapeutico-riabilitativo-pedagogico e la continuità assistenziale; - gli strumenti di valutazione standardizzati utilizzati; - i risultati delle valutazioni compresi gli eventi avversi; - prestazioni erogate e trattamenti farmacologici; - registrazione di eventuali assenze dell'utente; - elementi di valutazione sociale; - tutti gli elementi previsti per assolvere al debito informativo regionale; - eventuali elementi di rischio per l'utente. La comunicazione e l'invio della documentazione sanitaria e socio assistenziale ai professionisti all'interno della struttura sociosanitaria e ai colleghi di strutture esterne è garantita in tempo utile. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza dei risultati del monitoraggio e della valutazione da parte dell'organizzazione: - della qualità della documentazione sanitaria/socio-assistenziale; - della tracciabilità delle attività di valutazione e delle attività di presa in carico degli utenti all'interno della documentazione sanitaria/socio-assistenziale; - del soddisfacimento delle regole che caratterizzano la gestione della documentazione; - del rispetto dei tempi definiti per l'accesso alla documentazione sanitaria/socio-assistenziale. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento: - della qualità della documentazione sanitaria/socio-assistenziale; - della politica relativa alla privacy e alla riservatezza delle informazioni e dei dati personali e sanitari.
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2° Criterio/fattore di qualità - Appropriatezza clinica e sicurezza
"L'efficacia, l'appropriatezza, la sicurezza sono elementi essenziali per la qualità delle cure e debbono essere monitorati" Per corrispondere a tale criterio ogni struttura che eroga prestazioni residenziali e semiresidenziali di assistenza a persone con dipendenze patologiche dovrà documentare il soddisfacimento dei seguenti requisiti: - Approccio alla pratica clinica secondo evidenze - Promozione della sicurezza e gestione dei rischi - Programma per la gestione del rischio clinico e modalità di gestione degli eventi avversi - Strategie sistematiche di comunicazione, formazione e sviluppo di competenze ## Requisito 2.1 – 2D Approccio alla pratica clinica secondo evidenze scientifiche ### Campo d'applicazione Struttura che eroga prestazioni residenziali e semiresidenziali di assistenza a persone con dipendenze patologiche ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito, formalizzato e diffuso protocolli, linee guida, procedure per la definizione del programma terapeutico-riabilitativo-pedagogico formulato secondo i principi della Evidence Based Medicine e della Evidence Based Nursing. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della messa in atto di protocolli, linee guida e/o procedure per la corretta gestione dell'utente in linea con i principi della Evidence Based Medicine e della Evidence Based Nursing; vi è evidenza dell'accessibilità al personale dei regolamenti interni di protocolli, linee guida e/o percorsi di cura/assistenza; vi è evidenza dell'implementazione di tutte le buone pratiche regionali e delle raccomandazioni ministeriali di pertinenza; vi è evidenza del coinvolgimento del personale nell'implementazione e nell'applicazione dei protocolli, linee guida, procedure e/o del programma terapeutico-riabilitativo-pedagogico, attraverso la diffusione delle conoscenze necessarie alla loro attuazione e la formazione specifica sui protocolli di assistenza ad essi correlati. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio e della valutazione: - dell'appropriatezza delle prestazioni da parte dei professionisti sanitari, degli operatori socio sanitari e sociali e della Direzione; - dell'applicazione dei protocolli, linee guida e/o dei programmi terapeutico-riabilitativo-pedagogico; - dell'applicazione delle buone pratiche e delle raccomandazioni ministeriali. Vi è evidenza dello svolgimento di audit multidisciplinari e/o multiprofessionali e sistematici per confrontare la pratica corrente con le linee guida basate sulle evidenze, i protocolli e i percorsi di cura/ assistenza definiti dall'organizzazione. I risultati dell'audit vengono comunicati al personale; vi è evidenza della rivalutazione e dell'aggiornamento periodico dei regolamenti interni e delle linee guida sulla base delle evidenze cliniche disponibili. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento dell'approccio alla pratica clinica secondo evidenze scientifiche e dell'appropriatezza delle prestazioni, controllando l'efficacia delle azioni di miglioramento intraprese (vedi requisito 5.1 – Sezione 1). ## Requisito 2.2 – 2D L'organizzazione assicura la promozione della sicurezza e la gestione dei rischi ### Campo d'applicazione Struttura che eroga prestazioni residenziali e semiresidenziali di assistenza a persone con dipendenze patologiche ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione È presente ed è stato formalizzato un piano annuale per la gestione del rischio, orientato alla sicurezza di operatori, utenti e ambiente, che preveda la definizione delle politiche per la sicurezza dell'utente e degli operatori, le modalità per l'identificazione e la valutazione dei rischi, una lista dei processi, delle aree e dei rischi maggiori identificati, le modalità di comunicazione con gli stakeholder e la gestione dei relativi contenziosi. Il piano comprende la prevenzione ed il controllo almeno di: - rischio infettivo; - rischio di autolesioni; - rischio suicidario; - condotte aggressive; - somministrazione dei farmaci; - rischio ambientale. Tale piano deve contemplare ruoli, responsabilità, risorse impiegate, monitoraggio, verifiche e formazione e deve essere approvato dalla Direzione. Il piano prevede la definizione di obiettivi specifici e misurabili; l'organizzazione ha definito formalizzato e diffuso protocolli, linee guida e procedure per la programmazione di attività di valutazione del rischio derivante dagli esiti inattesi dei trattamenti; vi è evidenza di un Piano di formazione e aggiornamento sulla gestione del rischio clinico e sulle modalità di gestione degli eventi avversi. ### Fase 2: Implementazione L'organizzazione ha individuato le aree e i processi a rischio. In particolare sono individuati e gestiti i processi relativi alla gestione di situazioni d'emergenza clinica e il trasferimento dell'utente in idonea struttura; vi è evidenza della messa in atto: del piano annuale aziendale per la gestione del rischio, orientato alla sicurezza di operatori, pazienti e ambiente e del controllo e monitoraggio almeno dei seguenti rischi: - rischio infettivo; - rischio di autolesioni; - rischio suicidio; - condotte aggressive; - somministrazione dei farmaci; - rischio ambientale. del piano di formazione e aggiornamento aziendale sulla gestione del rischio clinico e sulle modalità di gestione degli eventi avversi. Vi è evidenza della completezza e della tracciabilità nella documentazione sanitaria dell'applicazione delle procedure per la corretta somministrazione dei medicinali; esiste evidenza di un sistema di supervisione del team assistenziale; esiste evidenza di un'attività di monitoraggio del burn out per gli operatori e delle relative procedure di recupero. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio e della valutazione dell'efficacia, almeno annuale, del piano aziendale per la gestione del rischio, delle attività realizzate, degli strumenti di prevenzione del rischio utilizzati, degli obiettivi per la sicurezza e dei risultati raggiunti; vi è evidenza del monitoraggio e della rivalutazione (ogni 2 anni) delle aree a rischio dell'organizzazione e dei processi; l'organizzazione produce e diffonde almeno un report annuale sui risultati raggiunti in materia di rischio. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate, delle criticità riscontrate e delle informazioni derivanti dall'analisi della reportistica, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della sicurezza e della gestione dei rischi; controlla, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati (vedi requisito 5.1 – Sezione 1). ## Requisito 2.3 – 2D Programma per la gestione del rischio clinico e modalità di gestione degli eventi avversi ### Campo d'applicazione Struttura che eroga prestazioni residenziali e semiresidenziali di assistenza a persone con dipendenze patologiche ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito, formalizzato e diffuso: - un sistema per l'identificazione, la segnalazione e l'analisi di: near miss, eventi avversi ed eventi sentinella; - modalità e procedure per la comunicazione agli utenti e/o familiari degli eventi avversi, la gestione dell'impatto di un evento avverso sugli operatori. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della partecipazione al flusso di segnalazione previsto dalla normativa nazionale; è presente evidenza dei risultati di un'analisi retrospettiva su eventi avversi, incidenti, near miss manifestati durante l'episodio di trattamento, cura/assistenza e riabilitazione; vi è evidenza dell'identificazione dei fattori causali e/o contribuenti degli eventi segnalati attraverso le metodologie di analisi disponibili in letteratura (Root cause analysis, Audit clinico, Significant event audit) e azioni sistematiche di verifica della sicurezza (Safetywalkround) che prevedano il coinvolgimento multidisciplinare e/o multiprofessionale degli operatori e la predisposizione, in seguito all'indagine condotta, di piani di azione e relativi indicatori di monitoraggio; vi è evidenza dell'applicazione di linee guida, buone pratiche, raccomandazioni, checklist ed altri strumenti per la sicurezza; il personale implementa le azioni previste e codificate dalle procedure per la comunicazione agli utenti e/o familiari degli eventi avversi e per offrire l'opportuno supporto/ sostegno agli utenti/familiari, la gestione dell'impatto di un evento avverso sugli operatori; gli utenti/familiari/caregiver possono segnalare incidenti o situazioni rischiose di cui sono stati testimoni. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio (relazione tra il numero di eventi e le dimensioni della struttura) e della valutazione dell'applicazione delle procedure di segnalazione e gestione dei near miss, eventi avversi ed eventi sentinella; vi è evidenza del monitoraggio dell'applicazione degli strumenti utilizzati per la prevenzione del rischio e degli eventi avversi; l'organizzazione divulga agli operatori almeno una volta l'anno i risultati delle analisi sulle segnalazioni rilevate; vi è evidenza del monitoraggio dell'applicazione di linee guida, buone pratiche, raccomandazioni, checklist ed altri strumenti per la sicurezza. ### Fase 4: Miglioramento della qualità I dati del monitoraggio sono utilizzati per studiare le aree target per la gestione del rischio e vi è evidenza dell'implementazione di cambiamenti nella struttura e nei processi a seguito di eventi avversi; vi è evidenza della valutazione dell'efficacia delle azioni correttive e preventive implementate. ## Requisito 2.4 – 2D Strategie sistematiche di comunicazione, formazione e sviluppo di competenze ### Campo d'applicazione Struttura che eroga prestazioni residenziali e semiresidenziali di assistenza a persone con dipendenze patologiche ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito, formalizzato e diffuso politiche e procedure per la partecipazione e il coinvolgimento degli utenti e dei familiari/caregiver ai processi di gestione del rischio clinico. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza dell'identificazione e dell'applicazione di soluzioni innovative per la sicurezza in ambiti specifici di attività; vi è evidenza della produzione e diffusione di buone pratiche; vi è evidenza dell'implementazione del programma per lo sviluppo di competenze specifiche per la analisi degli eventi avversi; vi è evidenza della messa in atto di politiche e procedure per il coinvolgimento e la partecipazione degli utenti e dei familiari/caregiver ai processi di gestione del rischio clinico. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio e della valutazione periodica da parte della Direzione dell'implementazione delle buone pratiche e delle soluzioni innovative adottate per la sicurezza in ambiti specifici di attività; l'organizzazione effettua il monitoraggio dell'applicazione delle procedure per il coinvolgimento degli utenti e dei familiari/caregiver e valuta il grado di partecipazione degli utenti e dei familiari/caregiver ai processi di gestione del rischio clinico. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate, delle criticità riscontrate e delle informazioni, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni correttive e preventive; controlla, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati (vedi requisito 5.1 – Sezione 1).
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3° Criterio/fattore di qualità – UMANIZZAZIONE
"L'impegno a rendere i luoghi di assistenza e i programmi diagnostici e terapeutici orientati quanto più possibile alla persona, considerata nella sua interezza fisica, sociale e psicologica è, un impegno comune a tutte le strutture" Per corrispondere a tale criterio ogni struttura che eroga prestazioni residenziali e semiresidenziali di assistenza a persone con dipendenze patologiche dovrà documentare il soddisfacimento dei seguenti requisiti: - Programmi per l'umanizzazione e la personalizzazione dell'assistenza ## Requisito 3.1 – 2D Programmi per l'umanizzazione e la personalizzazione dell'assistenza ### Campo d'applicazione Struttura che eroga prestazioni residenziali e semiresidenziali di assistenza a persone con dipendenze patologiche ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito e formalizzato: - un piano per lo sviluppo di attività (assistenziali-organizzative) orientate a migliorare l'accessibilità e l'accoglienza degli utenti; - un programma per assicurare la qualità della relazione tra professionisti sanitari, utenti e loro familiari; - specifici requisiti riguardanti il confort delle aree dedicate al personale e delle aree di attesa per utenti ed accompagnatori; - specifici requisiti per il rispetto della privacy durante l'esecuzione delle prestazioni. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza dell'implementazione da parte dell'organizzazione e del personale di attività (assistenziali-organizzative) orientate a migliorare: - l'accessibilità degli utenti prevedendo l'esclusione di ogni forma di coercizione fisica, psichica e morale, garantendo la volontarietà dell'accesso e della permanenza; - l'accoglienza tenendo conto delle differenti esigenze degli utenti relative all'età, al genere e a particolari condizioni di salute e di fragilità fisica e psicologica; gli utenti hanno la possibilità di concordare individualmente l'ingresso e l'uscita dalla struttura; l'organizzazione favorisce le relazioni interpersonali, le iniziative, il senso di responsabilità e la dignità dell'utente; - il confort delle aree di degenza, nel rispetto del benessere e della dignità degli utenti, delle aree dedicate al personale e delle aree di attesa per accompagnatori e visitatori, delle aree di lavoro e socializzazione, in particolare deve essere assicurata la presenza di: - progetti/attività per promuovere la struttura come luogo aperto; - il rispetto della privacy durante l'esecuzione delle prestazioni e durante i colloqui tra il personale sanitario e l'utente sul suo stato di salute; - possibilità di scelta nel menu e adeguamento degli orari dell'organizzazione ai ritmi fisiologici della persona (orario di distribuzione dei pasti dalle 7 in poi, dalle 12 in poi, dalle 19 in poi). La Direzione ha implementato un programma per assicurare la qualità della relazione tra professionisti sanitari/socio-sanitari e sociali, utenti e loro familiari e per agevolare il supporto relazionale e affettivo di familiari e altri soggetti che preveda almeno: - la formazione degli operatori socio sanitari/assistenziali e sociali alle abilità procedurali e alle attività di counselling (empatia, congruenza, accettazione incondizionata, comunicazione di cattive notizie); - partecipazione dell'utente al processo assistenziale; - l'adozione di modalità di lavoro secondo la logica dell'équipe multidisciplinare. - la presenza di supporto psicologico (il servizio può essere realizzato dalla struttura o in partnership con associazioni, cooperative ecc. nell'ambito di specifici accordi scritti); - l'ampliamento degli orari di visita e di assistenza per i familiari. Vi è evidenza dell'implementazione di interventi per l'accesso agevolato alle prestazioni assistenziali e per la semplificazione degli adempimenti amministrativi ed è assicurata un'informazione tempestiva e trasparente, con particolare riferimento all'accesso alla documentazione sanitaria/socio-assistenziale entro tempi predefiniti. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio dell'efficacia delle iniziative orientate a migliorare l'accessibilità, il confort, l'accoglienza e la qualità delle prestazioni; vi è evidenza del monitoraggio dell'applicazione del programma per assicurare la qualità della relazione tra professionisti sanitari, socio- sanitari/assistenziali e sociali, utenti e loro familiari; vi è evidenza del coinvolgimento degli utenti/organizzazione dei cittadini per valutare la centralità dell'utente nel processo di cura e la personalizzazione dell'assistenza. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della personalizzazione dell'assistenza; controlla, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati (vedi requisito 5.1 – Sezione 1).
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1° Criterio/fattore di qualità - PRESTAZIONI E SERVIZI
"È buona prassi che l'organizzazione descriva la tipologia e le caratteristiche delle prestazioni e dei servizi erogati e individui i metodi di lavoro da adottarsi, come pratica del governo clinico sui quali fondare azioni successive di valutazione della performance e della comunicazione con i pazienti ed i cittadini" Per corrispondere a tale criterio ogni struttura residenziale per cure palliative – Hospice – dovrà documentare il soddisfacimento dei seguenti requisiti: - La tipologia delle prestazioni e dei servizi erogati - La presenza di percorsi assistenziali che comprendono: - Presa in carico e gestione dei pazienti - Passaggio in cura (continuità assistenziale) - Monitoraggio e valutazione - La modalità di gestione della documentazione sanitaria/socio-assistenziale che deve essere redatta, aggiornata, conservata e verificata secondo modalità specificate, al fine di garantirne la completezza rispetto agli interventi effettuati; la rintracciabilità; la riservatezza (privacy) ## Requisito 1.1 – 2E Tipologia di prestazioni e di servizi erogati ### Campo d'applicazione Struttura residenziale per cure palliative - Hospice ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito e approvato le linee guida per la redazione, la diffusione e le modalità di distribuzione di una Carta dei Servizi che assicuri la piena informazione circa le modalità erogative, i contenuti e la capacità delle prestazioni di servizio e gli impegni assunti nei confronti dei pazienti, delle famiglie e dei cittadini nonché la presenza di materiale informativo (multilingua) a disposizione dell'utenza. ### Fase 2: Implementazione È presente e viene diffusa la Carta dei Servizi e il materiale informativo a disposizione dell'utenza; l'organizzazione sviluppa programmi specifici di informazione ai cittadini sulle cure palliative nell'ambito di campagne istituzionali di comunicazione destinate a informare I cittadini sulle modalità e sui criteri di accesso alle prestazioni e ai programmi di assistenza in materia di cure palliative connessi alle malattie neoplastiche e a patologie croniche e degenerative, anche attraverso il coinvolgimento e la collaborazione dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, delle farmacie pubbliche e private nonché delle organizzazioni private senza scopo di lucro impegnate nella tutela dei diritti in ambito sanitario ovvero operanti sul territorio nella lotta contro il dolore e nell'assistenza nel settore delle cure palliative. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza della periodica rivalutazione da parte dell'organizzazione della struttura e della qualità delle informazioni contenute nella Carta dei Servizi, della qualità del materiale informativo a disposizione dell'utenza e delle modalità di diffusione e distribuzione con l'apporto delle associazioni di tutela dei cittadini, dei pazienti, dei familiari e del volontariato, dell'efficacia della campagna di comunicazione. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità delle informazioni contenute nella Carta dei Servizi e nel materiale informativo a disposizione degli utenti; controlla, altresì, che le azioni intraprese abbiano raggiunto gli effetti desiderati. ## Requisito 1.2.1 – 2E Presa in carico e gestione dei pazienti ### Campo d'applicazione Struttura residenziale per cure palliative - Hospice ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito, formalizzato e diffuso: - procedure e regolamenti per la gestione trasparente delle liste di attesa e i criteri per gestire i tempi di attesa dei pazienti dichiarati eleggibili; - procedure che definiscono la modalità di accesso, accoglienza e registrazione dell'utente; - le responsabilità per la presa in carico/gestione dei pazienti; - protocolli, linee guida e procedure per la gestione delle attività previste dal Piano Assistenziale Individuale, per la gestione delle condizioni cliniche più frequenti e di maggiore gravità e la gestione delle prestazioni più importanti in termini di frequenza, costo e rischio per i pazienti. La gestione del Piano Assistenziale Individuale (PAI) elaborato per ciascun ospite e per la sua famiglia dall'Unità di Valutazione Multidimensionale sulla base dei bisogni individuali e dei valori del paziente; - protocolli specifici per gestire il controllo ed il trattamento del dolore e dei sintomi, la sedazione palliativa e gli aspetti specifici dell'assistenza infermieristica; - protocolli, linee guida e procedure per la corretta alimentazione del paziente e per la preparazione, gestione, stoccaggio e somministrazione della nutrizione enterale e parenterale; - procedure per la corretta idratazione dei pazienti in accordo con la tolleranza dei fluidi da parte del paziente; - linee guida e procedure per la corretta gestione e somministrazione dei medicinali; - protocolli per il riconoscimento dei malati che si avvicinano agli ultimi giorni o ore di vita, per la valutazione dei loro bisogni specifici, per una adeguata comunicazione con il malato e la famiglia; - protocolli e procedure per la valutazione costante dei bisogni della famiglia e linee guida per la definizione un percorso di supporto alla famiglia durante l'accompagnamento e nella fase di lutto; - procedure per la discussione e risoluzione dei dilemmi etici che si dovessero presentare, anche in relazione alle modalità di una eventuale segnalazione ad un Comitato Etico di riferimento; - le modalità e gli strumenti per il trasferimento delle informazioni relative alla valutazione e alla presa in carico all'interno del processo di assistenza. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della tracciabilità nella documentazione sanitaria dell'applicazione dei criteri, dei protocolli, delle linee guida e delle procedure per la valutazione iniziale multidimensionale e la presa in carico multidisciplinare; vi è evidenza dell'attuazione del Piano Assistenziale Individuale per ciascun paziente e dell'utilizzo di procedure sul trattamento dei sintomi tratte da linee guida basate sull'evidenza. In aggiunta alle attività assistenziali previste dal PAI e in accordo con le valutazioni effettuate la gestione del paziente può prevedere, inoltre, l'attivazione di terapie fisiche ed occupazionali e/o terapie complementari o alternative. La gestione del Piano Assistenziale Individuale (PAI) definito per ciascun paziente dall'Unità di Valutazione Multidimensionale consiste in: - attività clinica di tipo valutativo cliniche, ambientali e strumentali; - attuazione del percorso di cura definito dal PAI attraverso la stesura del piano assistenziale; - valutazione e gestione del dolore; - attività educativo/relazionali/ambientali; - attività clinica di tipo terapeutico; - trattamento delle lesioni cutanee e delle alterazioni dei tessuti molli; - somministrazione dei medicinali; - mantenimento dell'omeostasi; - interventi riabilitativi; - prestazioni relative alle funzioni respiratorie/ - prestazioni relative alla funzione alimentare; - prestazioni relative alle funzioni escretorie. Vi è evidenza della rilevazione costante e documentata del grado di informazione del malato e della famiglia rispetto alla patologia in atto, ai trattamenti e alla prognosi; all'interno della documentazione sanitaria, nelle sezioni medica ed infermieristica, sono riportate le caratteristiche del dolore rilevato e della sua evoluzione nel corso del ricovero, nonché la sedazione palliativa e i farmaci utilizzati, i relativi dosaggi e il risultato antalgico conseguito. La presa in carico del paziente con dolore cronico da moderato a severo prevede adeguata informazione circa l'appropriatezza prescrittiva in funzione della patologia clinica dolorosa; vi è evidenza della rivalutazione dei bisogni dei pazienti a intervalli appropriati sulla base delle loro condizioni e del loro trattamento. I riscontri sono annotati nella documentazione sanitaria. A seguito della rivalutazione dei bisogni, quando è rilevato un cambiamento delle condizioni del paziente (i riscontri sono registrati all'interno della documentazione sanitaria), viene effettuata una revisione del Piano Assistenziale Individuale con il coinvolgimento del paziente o dei familiari/caregiver; vi è evidenza della valutazione costante dei bisogni della famiglia e della implementazione di percorsi di supporto secondo i bisogni rilevati; vi è evidenza del trasferimento delle informazioni relative all'attuazione del piano assistenziale attraverso un confronto con l'équipe, il case manager e il care manager (riunioni periodiche, passaggio di informazioni e di consegne); i segnali e i sintomi di morte imminente sono riconosciuti e comunicati al paziente e ai familiari in un linguaggio adeguato ed appropriato e vi è evidenza dell'applicazione di linee guida per il controllo dei sintomi più frequenti in queste situazioni. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza della verifica da parte dell'organizzazione dell'applicazione: - dei protocolli per la presa in carico multidisciplinare e multiprofessionale dei pazienti; - del piano assistenziale; - dei protocolli e delle procedure per la valutazione e la gestione del dolore; - dei protocolli, delle linee guida e delle procedure per la gestione delle condizioni cliniche più frequenti e di maggiore gravità e delle prestazioni più importanti in termini di frequenza, costo e rischio per i pazienti; le procedure per la gestione e la somministrazione dei medicinali e dei relativi effetti collaterali; i protocolli per il riconoscimento dei malati che si avvicinano agli ultimi giorni o ore di vita, per la valutazione dei loro bisogni specifici, per una adeguata comunicazione con il malato e la famiglia. Vi è evidenza del monitoraggio da parte dell'organizzazione dei tempi di attesa per i pazienti dichiarati eleggibili; vi è evidenza del controllo della tracciabilità delle attività di valutazione e delle attività di presa in carico dei pazienti all'interno della documentazione sanitaria; vengono effettuati incontri e briefing per coordinare il personale ed i passaggi di consegna; vengono effettuate e verbalizzate le riunioni dell'équipe multidisciplinare per discutere gli obiettivi, la prognosi e lo stato di avanzamento del piano di assistenza; vengono effettuati e verbalizzati incontri per gestire e coordinare l'attività dei volontari; vi è evidenza della periodica valutazione del rischio nutrizionale e di quelli legati all'idratazione del paziente. I risultati di tali valutazioni sono registrati e monitorati; vi è evidenza del monitoraggio degli effetti legati alla somministrazione dei farmaci. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità: dei criteri, dei protocolli, delle linee guida e delle procedure per la presa in carico e gestione dei pazienti; dei processi per la gestione del Piano Assistenziale Individuale, ivi compresa la qualità della tracciabilità delle attività all'interno della documentazione sanitaria; del trasferimento delle informazioni all'interno del processo di cura; delle procedure operative definite. Inoltre vi è evidenza del controllo che le azioni intraprese abbiano raggiunto gli effetti desiderati. ## Requisito 1.2.2 – 2E Passaggio in cura (continuità assistenziale) ### Campo d'applicazione Struttura residenziale per cure palliative - Hospice ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito, approvato e diffuso: - protocolli e linee guida per la pianificazione della continuità assistenziale dei pazienti (appropriatezza dei trasferimenti, della dimissione dei pazienti); - protocolli, linee guida e procedure per la definizione dei collegamenti funzionali con le strutture di degenza, i servizi di assistenza domiciliare e altre servizi territoriali/strutture sanitarie coinvolte nella assistenza del paziente (forme di assistenza domiciliare, ospedale per acuti, medici curanti); - procedure per l'adozione di modalità strutturate per il trasferimento delle informazioni rilevanti durante i passaggi di consegna, i trasferimenti e i processi di dimissione. ### Fase 2: Implementazione Viene implementata una efficace integrazione tra la struttura di assistenza residenziale e i servizi di assistenza domiciliare; sono garantite le competenze in Terapia del Dolore necessarie ad assicurare la continuità della gestione del paziente; esiste evidenza che il paziente e i familiari siano informati sul proseguimento dell'assistenza; vi è evidenza dell'adozione da parte dell'organizzazione di modalità strutturate per il trasferimento delle informazioni rilevanti durante i passaggi di consegna, i trasferimenti e i processi di dimissione; sono attuati programmi di prosecuzione delle cure a domicilio e vi è evidenza delle attività di educazione e addestramento di familiari/caregiver; vi è evidenza che tutta la documentazione sanitaria del paziente è a disposizione degli operatori sanitari, sociosanitari e sociali in ogni momento; vi è evidenza che sia fornita al paziente/familiari specifica relazione clinica finale per il medico curante. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio dell'applicazione dei processi, dei protocolli e delle linee guida per la continuità assistenziale dei pazienti e il coordinamento delle cure (appropriatezza dei trasferimenti e della dimissione dei pazienti); vi è evidenza del periodico monitoraggio e controllo da parte della Direzione delle modalità strutturate per il trasferimento delle informazioni rilevanti durante i passaggi di consegna e i trasferimenti delle cure presso altre tipologie di strutture. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità dei processi relativi a continuità assistenziale e dimissioni. Vi è, inoltre, evidenza del controllo che le azioni intraprese abbiano raggiunto gli effetti desiderati. ## Requisito 1.2.3 – 2E Monitoraggio e valutazione ### Campo d'applicazione Struttura residenziale per cure palliative - Hospice ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito degli obiettivi per la qualità del percorso assistenziale; l'organizzazione ha selezionato gli indicatori chiave per la valutazione della performance assistenziale tenendo conto della "scienza" o della "evidenza" a supporto di ogni singolo indicatore. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza del monitoraggio e della valutazione del grado di conformità delle attività ai protocolli e alle linee guida Evidence Based Medicine e Evidence Based Nursing secondo quanto previsto dalle procedure (ad es. monitoraggio dei tempi di attesa, delle modalità e dei contenuti della presa in carico, della valutazione iniziale e del piano di trattamento, della continuità assistenziale e dimissione, in accordo con gli obiettivi stabiliti); vi è evidenza dell'utilizzo di strumenti validati di misurazione della qualità di vita nei pazienti assistiti (peso dei sintomi sulla vita quotidiana); vi è evidenza dei risultati del monitoraggio degli indicatori chiave per la valutazione della performance clinico-assistenziale tenendo conto della "scienza" o della "evidenza" a supporto di ogni singolo indicatore; vi è evidenza dei risultati del monitoraggio e della valutazione della qualità e dell'efficacia del piano di assistenza (effetti dell'attività clinica sui sintomi); vi è evidenza dello svolgimento di indagini sulla qualità percepita e l'esperienza di cura dai pazienti e dai familiari e/o di valutazioni della qualità del piano di assistenza da parte delle organizzazioni di cittadini; è presente evidenza dei risultati di un'analisi retrospettiva su eventi avversi, incidenti, near miss manifestati durante l'episodio di cura. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza dell'aggiornamento in termini di efficacia ed affidabilità dei sistemi di misura della performance clinica, clinico-assistenziale, della qualità dell'assistenza. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità: - dei sistemi di monitoraggio e valutazione della qualità e dell'efficacia del piano di assistenza e del percorso di assistenza; - dell'esperienza di cura da parte dei pazienti e dei familiari. Vi è, inoltre, evidenza del controllo che le azioni intraprese abbiano raggiunto gli effetti desiderati. ## Requisito 1.3 – 2E La modalità di gestione della documentazione sanitaria e socio assistenziale ### Campo d'applicazione Struttura residenziale per cure palliative - Hospice ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha formalizzato e diffuso un documento che definisce: - i requisiti per la redazione, l'aggiornamento, la conservazione e la verifica della documentazione sanitaria nonché le modalità di controllo; - gli aspetti legati al tema della privacy e della riservatezza delle informazioni, della sicurezza nell'accesso alla documentazione sanitaria/socio-assistenziale e tenuta dei dati, ivi compresa la loro integrità, nel rispetto e in ottemperanza alla legislazione e alla normativa vigente in materia; - i tempi di accesso alla documentazione sanitaria; le modalità per le attività di valutazione della qualità della documentazione socio-assistenziale e l'implementazione di azioni correttive se necessario. ### Fase 2: Implementazione Per ciascun ospite è compilata una cartella clinica integrata, periodicamente aggiornata che prevede: - la tracciabilità degli elementi che caratterizzano la presa in carico del paziente, il processo assistenziale e la continuità assistenziale; - gli strumenti di valutazione standardizzati utilizzati; - i risultati delle valutazioni compresi gli eventi avversi; - prestazioni erogate e trattamenti farmacologici; - elementi di valutazione sociale; - tutti gli elementi previsti per assolvere al debito informativo regionale; - eventuali elementi di rischio per il paziente. La comunicazione e l'invio della documentazione sanitaria ai professionisti di strutture esterne è garantita in tempo utile. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza dei risultati del monitoraggio e della valutazione da parte dell'organizzazione: - della qualità della documentazione sanitaria/socio-assistenziale; - della tracciabilità delle attività di valutazione e delle attività di presa in carico dei pazienti all'interno della documentazione sanitaria; - del soddisfacimento delle regole che caratterizzano la gestione della documentazione; - del rispetto dei tempi definiti per l'accesso alla documentazione sanitaria. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento: - della qualità della documentazione sanitaria; - della politica relativa alla privacy e alla riservatezza delle informazioni contenute nella documentazione sanitaria; - della sicurezza nell'accesso e tenuta dei dati contenuti nella documentazione sanitaria, ivi compresa la loro integrità; - dei tempi di accesso alla documentazione sanitaria/socio-assistenziale. Vi è, inoltre, evidenza del controllo che le azioni intraprese abbiano raggiunto gli effetti desiderati (vedi requisito 5.1 – Sezione 1).
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2° Criterio/fattore di qualità - Appropriatezza clinica e sicurezza
"L'efficacia, l'appropriatezza, la sicurezza sono elementi essenziali per la qualità delle cure e debbono essere monitorati Per corrispondere a tale criterio ogni struttura residenziale per cure palliative – Hospice – dovrà documentare il soddisfacimento dei seguenti requisiti: - Approccio alla pratica clinica secondo evidenze - Promozione della sicurezza e gestione dei rischi - Programma per la gestione del rischio clinico e modalità di gestione degli eventi avversi - Strategie sistematiche di comunicazione, formazione e sviluppo di competenze. ## Requisito 2.1 – 2E Approccio alla pratica clinica secondo evidenze scientifiche ### Campo d'applicazione Struttura residenziale per cure palliative - Hospice ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito, formalizzato e diffuso protocolli, linee guida, procedure per la gestione del Piano di Assistenza Individualizzato formulato secondo i principi della Evidence Based Medicine e della Evidence Based Nursing sia per pazienti con patologie oncologiche che non oncologiche (es. cardio-circolatorie, respiratorie, neurologiche, metaboliche, nefrologiche, ecc.). ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della messa in atto di protocolli, linee guida e/o procedure per la corretta gestione del paziente in linea con i principi della Evidence Based Medicine e della Evidence Based Nursing; vi è evidenza dell'accessibilità al personale dei regolamenti interni di protocolli, linee guida e/o percorsi di cura/assistenza; vi è evidenza dell'implementazione di tutte le buone pratiche regionali e delle raccomandazioni ministeriali di pertinenza; vi è evidenza del coinvolgimento del personale nell'implementazione e nell'applicazione dei protocolli, linee guida, procedure, attraverso la diffusione delle conoscenze necessarie alla loro attuazione e la formazione specifica sui protocolli di assistenza ad essi correlati. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio e della valutazione: - dell'appropriatezza delle prestazioni da parte dei professionisti sanitari e della Direzione; - dell'applicazione dei protocolli, linee guida e/o del percorso assistenziale individuale; - dell'applicazione delle buone pratiche e delle raccomandazioni ministeriali. Vi è evidenza dello svolgimento di audit multidisciplinari e/o multiprofessionali e sistematici per confrontare la pratica corrente con le linee guida basate sulle evidenze, i protocolli e i percorsi di cura/ assistenza definiti dall'organizzazione. I risultati dell'audit vengono comunicati al personale; vi è evidenza della rivalutazione e dell'aggiornamento periodico dei regolamenti interni e delle linee guida sulla base delle evidenze cliniche disponibili. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento dell'approccio alla pratica clinica secondo evidenze scientifiche e dell'appropriatezza delle prestazioni, controllando l'efficacia delle azioni di miglioramento intraprese (vedi requisito 5.1 – Sezione 1). ## Requisito 2.2 – 2E L'organizzazione assicura la promozione della sicurezza e la gestione dei rischi ### Campo d'applicazione Struttura residenziale per cure palliative - Hospice ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione È presente ed è stato formalizzato un piano annuale per la gestione del rischio, orientato alla sicurezza di operatori, pazienti e ambiente, che preveda la definizione delle politiche per la sicurezza del paziente, le modalità per l'identificazione e la valutazione dei rischi, una lista dei processi, delle aree e dei rischi maggiori identificati, le modalità di comunicazione con gli stakeholder e la gestione dei relativi contenziosi. Il piano comprende la prevenzione ed il controllo almeno di: - infezioni correlate all'assistenza; - sindrome da immobilizzazione; - cadute dei pazienti; - somministrazione dei farmaci; - corretta alimentazione e idratazione. Tale piano deve contemplare ruoli, responsabilità, risorse impiegate, monitoraggio, verifiche e formazione e deve essere approvato dalla Direzione. Il piano prevede la definizione di obiettivi specifici e misurabili; l'organizzazione ha definito formalizzato e diffuso protocolli, linee guida e procedure per la programmazione di attività di valutazione del rischio derivante dagli esiti inattesi dei trattamenti; vi è evidenza di un Piano di formazione e aggiornamento sulla gestione del rischio clinico e sulle modalità di gestione degli eventi avversi. ### Fase 2: Implementazione L'organizzazione ha individuato le aree e i processi a rischio. In particolare sono individuati e gestiti i processi relativi a: - la corretta identificazione del paziente; - l'esecuzione delle principali manovre strumentali previste; - la corretta gestione dei dispositivi medici durante le attività; - la gestione di situazioni d'emergenza clinica e il trasferimento del paziente in idonea struttura; - la gestione dell'uso del sangue ed emoderivati; - la somministrazione della sedazione palliativa da parte di personale qualificato; - la corretta raccolta, gestione e trasporto sicuro dei campioni di laboratorio. Vi è evidenza della messa in atto: - del piano annuale aziendale per la gestione del rischio, orientato alla sicurezza di operatori, pazienti e ambiente e del controllo e monitoraggio dei seguenti rischi: - infezioni correlate all'assistenza; - sindrome da immobilizzazione; - cadute dei pazienti; - somministrazione dei farmaci; - corretta alimentazione e idratazione. - del piano di formazione e aggiornamento aziendale sulla gestione del rischio clinico e sulle modalità di gestione degli eventi avversi; Vi è evidenza della completezza e della tracciabilità nella documentazione sanitaria dell'applicazione delle procedure per la corretta somministrazione dei medicinali e degli emoderivati; la somministrazione della sedazione palliativa è pianificata, documentata e registrata per ogni paziente ed è gestita da personale qualificato; sono attivati programmi di supporto psicologico e di prevenzione e trattamento del burn-out per gli operatori. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio e della valutazione dell'efficacia, almeno annuale, del piano aziendale per la gestione del rischio, delle attività realizzate, degli obiettivi per la sicurezza e dei risultati raggiunti; vi è evidenza del monitoraggio e della rivalutazione (ogni 2 anni) delle aree a rischio dell'organizzazione incluse quelle individuate dall'OMS, dei processi e delle procedure ad alto rischio; l'organizzazione produce e diffonde almeno un report annuale sui risultati raggiunti in materia di rischio. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate e sulla base delle informazioni derivanti dall'analisi della reportistica, la Direzione effettua una valutazione delle priorità ed individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della sicurezza e della gestione dei rischi; controlla, altresì, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati (vedi requisito 5.1 – Sezione 1). ## Requisito 2.3 – 2E Programma per la gestione del rischio clinico e modalità di gestione degli eventi avversi ### Campo d'applicazione Struttura residenziale per cure palliative - Hospice ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito, formalizzato e diffuso: - un sistema per l'identificazione, la segnalazione e l'analisi di: near miss, eventi avversi ed eventi sentinella; - modalità e procedure per la comunicazione ai pazienti e/o familiari degli eventi avversi, la gestione dell'impatto di un evento avverso sugli operatori, la comunicazione esterna, la risoluzione stragiudiziale dei contenziosi. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della partecipazione al flusso di segnalazione previsto dalla normativa nazionale; è presente evidenza dei risultati di un'analisi retrospettiva su eventi avversi, incidenti, near miss manifestati durante l'episodio di trattamento, cura/assistenza e riabilitazione; vi è evidenza dell'identificazione dei fattori causali e/o contribuenti degli eventi segnalati attraverso le metodologie di analisi disponibili in letteratura (Root cause analysis, Audit clinico, Significant event audit) e azioni sistematiche di verifica della sicurezza (Safetywalkround) che prevedano il coinvolgimento multidisciplinare degli operatori e la predisposizione, in seguito all'indagine condotta, di piani di azione e relativi indicatori di monitoraggio; vi è evidenza dell'applicazione di linee guida, buone pratiche, raccomandazioni, checklist ed altri strumenti per la sicurezza; il personale implementa le azioni previste e codificate dalle procedure per la comunicazione ai pazienti e/o familiari degli eventi avversi e per offrire l'opportuno supporto/ sostegno ai pazienti/familiari, la gestione dell'impatto di un evento avverso sugli operatori, la comunicazione esterna, la risoluzione stragiudiziale dei contenziosi; i pazienti/familiari/caregiver possono segnalare incidenti o situazioni rischiose di cui sono stati testimoni. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio (relazione tra il numero di eventi e le dimensioni della struttura) e della valutazione dell'applicazione delle procedure di segnalazione e gestione dei near miss, eventi avversi ed eventi sentinella; vi è evidenza del monitoraggio dell'applicazione degli strumenti utilizzati per la prevenzione del rischio e degli eventi avversi; l'organizzazione divulga agli operatori almeno una volta l'anno i risultati delle analisi sulle segnalazioni rilevate; vi è evidenza del monitoraggio dell'applicazione di linee guida, buone pratiche, raccomandazioni, checklist ed altri strumenti per la sicurezza. ### Fase 4: Miglioramento della qualità I dati del monitoraggio sono utilizzati per studiare le aree target per la gestione del rischio e vi è evidenza dell'implementazione di cambiamenti nella struttura e nei processi a seguito di eventi avversi; vi è evidenza della valutazione dell'efficacia delle azioni correttive e preventive implementate. ## Requisito 2.4 – 2E Strategie sistematiche di comunicazione, formazione e sviluppo di competenze ### Campo d'applicazione Struttura residenziale per cure palliative - Hospice ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito, formalizzato e diffuso politiche e procedure per la partecipazione e il coinvolgimento dei pazienti e dei familiari/caregiver ai processi di gestione del rischio clinico. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza dell'identificazione e dell'applicazione di soluzioni innovative per la sicurezza in ambiti specifici di attività; vi è evidenza della produzione e diffusione di buone pratiche; vi è evidenza dell'implementazione del programma per lo sviluppo di competenze specifiche per la analisi degli eventi avversi; vi è evidenza della messa in atto di politiche e procedure per il coinvolgimento e la partecipazione dei pazienti e dei familiari/caregiver ai processi di gestione del rischio clinico. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio e della valutazione periodica da parte della Direzione dell'implementazione delle buone pratiche e delle soluzioni innovative adottate per la sicurezza in ambiti specifici di attività; l'organizzazione effettua il monitoraggio dell'applicazione delle procedure per il coinvolgimento dei pazienti e dei familiari/caregiver e valuta il grado di partecipazione dei pazienti e dei familiari/caregiver ai processi di gestione del rischio clinico. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate, delle criticità riscontrate e delle informazioni, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni correttive e preventive; controlla, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati (vedi requisito 5.1 – Sezione 1).
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3° Criterio/fattore di qualità – UMANIZZAZIONE
"L'impegno a rendere i luoghi di assistenza e i programmi diagnostici e terapeutici orientati quanto più possibile alla persona, considerata nella sua interezza fisica, sociale e psicologica è, un impegno comune a tutte le strutture" Per corrispondere a tale criterio ogni struttura residenziale per cure palliative – Hospice – dovrà documentare il soddisfacimento dei seguenti requisiti: - Programmi per l'umanizzazione e la personalizzazione dell'assistenza ## Requisito 3.1 – 2E Programmi per l'umanizzazione e la personalizzazione dell'assistenza ### Campo d'applicazione Struttura residenziale per cure palliative - Hospice ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito e formalizzato: - un piano per lo sviluppo di attività (assistenziali-organizzative) orientate a migliorare l'accessibilità e l'accoglienza degli utenti, nel rispetto della dignità e dei valori dei pazienti; - un programma per assicurare la qualità della relazione tra professionisti sanitari, pazienti e loro familiari; - specifici requisiti riguardanti il confort delle aree di degenza, nel rispetto del benessere e della dignità dei pazienti, delle aree dedicate al personale e delle aree di attesa per accompagnatori e visitatori; - specifici requisiti per il rispetto della privacy durante l'esecuzione delle prestazioni; - modalità per informare i pazienti del loro diritto a rifiutare i trattamenti; - regolamento per la gestione della salma nel rispetto delle differenze e specificità culturali e religiose; - protocolli linee guida e procedure per la pianificazione e la gestione del percorso di accompagnamento alla morte con il coinvolgimento del paziente e dei suoi familiari. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza dell'implementazione da parte dell'organizzazione e del personale di attività (assistenziali-organizzative) e di specifici requisiti orientati a migliorare: - l'accessibilità e l'accoglienza degli utenti tenendo conto delle differenti esigenze degli utenti relative all'età, al genere e a particolari condizioni di salute e di fragilità fisica e psicologica, tenendo conto delle specificità religiose, etniche e linguistiche, nel rispetto della dignità dei pazienti; - il confort delle aree di degenza, nel rispetto del benessere e della dignità dei pazienti, delle aree dedicate al personale e delle aree di attesa per accompagnatori e visitatori; - la qualità delle prestazioni tenendo conto delle differenti esigenze degli utenti relative all'età, al genere e a particolari condizioni di salute e di fragilità fisica e psicologica, tenendo conto delle specificità religiose, etniche e linguistiche, nel rispetto della dignità del paziente, in particolare vi è evidenza: - della possibilità di usufruire dell'assistenza di un interprete (disponibilità nella struttura o a chiamata); - di attività organizzate per rispondere ai bisogni dei pazienti e familiari; - è presente un servizio di assistenza spirituale; - della presenza di una modalità per garantire l'assistenza religiosa in relazione alle esigenze di culto del paziente; - della possibilità di usufruire dell'assistenza di un mediatore culturale (disponibile nella struttura o a chiamata); - della possibilità per i pazienti di scegliere menu speciali o di personalizzare il menù sulla base delle proprie convinzioni etniche e religiose; - della presenza di uno o più progetti/attività per favorire le esigenze ludiche del bambino e promuoverne le emozioni positive. La Direzione ha implementato un programma per assicurare la qualità della relazione tra professionisti sanitari/socio-sanitari e sociali, pazienti e loro familiari e per agevolare il supporto relazionale e affettivo di familiari e altri soggetti che preveda almeno: - la formazione degli operatori socio sanitari/assistenziali e sociali alle abilità procedurali alle attività di counselling (empatia, congruenza, accettazione incondizionata, comunicazione di cattive notizie); - partecipazione del paziente al processo assistenziale come esperto della propria situazione; - l'adozione di modalità di lavoro secondo la logica dell'équipe multidisciplinare; - processi per l'identificazione e la denuncia di presunte vittime di abusi o abbandoni; - prestazioni legate all'assistenza sociale erogate anche con il contributo del volontariato; - la presenza di supporto psicologico al paziente affetto da malattia in fase progressiva ed irreversibile; ai suoi familiari, in particolare nella fase del lutto; il servizio può essere realizzato dalla struttura o in partnership con associazioni, cooperative ecc. nell'ambito di specifici accordi scritti; - l'ampliamento degli orari di visita e di assistenza per i familiari. Vi è evidenza dell'implementazione di interventi per l'accesso agevolato alle prestazioni assistenziali, per la semplificazione degli adempimenti amministrativi ed è assicurata un'informazione tempestiva e trasparente, con particolare riferimento alle modalità di accesso ed attivazione delle cure palliative domiciliari, all'accesso alla documentazione sanitaria/ entro tempi predefiniti e l'informazione al paziente e ai suoi familiari; vi è evidenza dell'utilizzo di strumenti validati di misurazione della qualità di vita nei malati assistiti; vi è evidenza dell'adozione da parte dell'organizzazione di processi per la gestione del percorso di accompagnamento alla morte a supporto del paziente e dei suoi familiari. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio dell'efficacia delle iniziative orientate a migliorare l'accessibilità, il confort, l'accoglienza e la qualità delle prestazioni; vi è evidenza del monitoraggio dell'applicazione del programma per assicurare la qualità della relazione tra professionisti sanitari, socio- sanitari/assistenziali e sociali, pazienti e loro familiari; vi è evidenza del coinvolgimento di pazienti/organizzazione dei cittadini per valutare la centralità del paziente nel processo di cura e la personalizzazione dell'assistenza; vi è evidenza che la qualità delle cure al termine della vita, durante l'accompagnamento, è valutata da familiari; vi è evidenza del monitoraggio della qualità percepita dai familiari durante la fase di lutto. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità ed individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della personalizzazione dell'assistenza; controlla, altresì, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati (vedi requisito 5.1 – Sezione 1).
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1° Criterio/fattore di qualità - PRESTAZIONI E SERVIZI
"È buona prassi che l'organizzazione descriva la tipologia e le caratteristiche delle prestazioni e dei servizi erogati e individui i metodi di lavoro da adottarsi, come pratica del governo clinico sui quali fondare azioni successive di valutazione della performance e della comunicazione con i pazienti ed i cittadini" Per corrispondere a tale criterio, ogni struttura che eroga prestazioni di assistenza domiciliare dovrà documentare che siano soddisfatti i requisiti che evidenzino: - La tipologia delle prestazioni e dei servizi erogati - La presenza di percorsi assistenziali che comprendono: - Valutazione, presa in carico e gestione dei pazienti - Passaggio in cura (continuità assistenziale) - Monitoraggio e valutazione - La modalità di gestione della documentazione sanitaria/socio-assistenziale che deve essere redatta, aggiornata, conservata e verificata secondo modalità specificate, al fine di garantirne la completezza rispetto agli interventi effettuati; la rintracciabilità; la riservatezza (privacy) ## Requisito 1.1 – 2F Tipologia di prestazioni e di servizi erogati ### Campo d'applicazione Servizi di assistenza territoriale domiciliare ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito e approvato le linee guida per la redazione, la diffusione e le modalità di distribuzione di una Carta dei Servizi che assicuri la piena informazione circa le modalità erogative, i contenuti e la capacità delle prestazioni di servizio e gli impegni assunti nei confronti dei pazienti e dei cittadini nonché la presenza di materiale informativo (multilingua) a disposizione dell'utenza. ### Fase 2: Implementazione È presente e viene diffusa la Carta dei Servizi e il materiale informativo a disposizione dell'utenza. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza della periodica rivalutazione da parte dell'organizzazione della struttura della qualità delle informazioni contenute nella Carta dei Servizi, della qualità del materiale informativo a disposizione dell'utenza e delle modalità di diffusione e distribuzione con l'apporto delle associazioni di tutela dei cittadini, dei pazienti e del volontariato. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità delle informazioni contenute nella Carta dei Servizi e nel materiale informativo a disposizione degli utenti; controlla, altresì, che le azioni intraprese abbiano raggiunto gli effetti desiderati. ## Requisito 1.2.1 – 2F Presa in carico e gestione dei pazienti ### Campo d'applicazione Servizi di assistenza territoriale domiciliare ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito, formalizzato e diffuso: - le procedure e regolamenti per la gestione trasparente delle liste di attesa; - le responsabilità per la presa in carico/gestione dei pazienti; - protocolli, linee guida e procedure per la gestione delle attività previste dal Piano Assistenziale Individuale, per la gestione delle condizioni cliniche più frequenti e di maggiore gravità e la gestione delle prestazioni più importanti in termini di frequenza, costo e rischio per i pazienti. La gestione del Piano Assistenziale Individuale (PAI) definito per ciascun paziente dall'Unità di Valutazione Multidimensionale consiste in: - attività clinica di tipo valutativo diagnostico; - attuazione del percorso di cura definito dal PAI attraverso la stesura del piano assistenziale; - valutazione e gestione del dolore; - attività educativo/relazionali/ambientali; - attività clinica di tipo terapeutico; - trattamento delle lesioni cutanee e delle alterazioni dei tessuti molli; - somministrazione dei medicinali; - mantenimento dell'omeostasi; - interventi riabilitativi; - prestazioni relative alle funzioni respiratorie/ - prestazioni relative alla funzione alimentare; - prestazioni relative alle funzioni escretorie. - protocolli per la consegna dei farmaci a domicilio; - un documento in cui sono identificati le modalità e gli strumenti per l'attuazione di una politica per la promozione della salute ed educazione del caregiver. Tale politica coinvolge i pazienti, i loro familiari/caregiver e il personale; - protocolli per il riconoscimento dei malati che si avvicinano agli ultimi giorni o ore di vita, per la valutazione dei loro bisogni specifici, per una adeguata comunicazione con il malato e la famiglia; - procedure per la gestione del trasferimento delle informazioni relative all'attuazione del piano assistenziale attraverso un confronto con l'équipe, il case manager e il care manager (riunioni periodiche, passaggio di informazioni e di consegne). ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della tracciabilità nella documentazione sanitaria/socio assistenziale dell'applicazione dei criteri, dei protocolli, delle linee guida e delle procedure per la presa in carico multidisciplinare e multi professionale e la gestione del paziente; vi è evidenza dell'attuazione del Piano Assistenziale Individuale per ciascun paziente, compresi i programmi educativi e riabilitativi finalizzati al mantenimento e al miglioramento delle abilità, in relazione agli specifici bisogni; esiste evidenza che il piano individualizzato di assistenza contempli la promozione dell'autonomia e della socializzazione; è effettuata una valutazione periodica del dolore attraverso l'uso di strumenti standardizzati e della applicazione delle linee guida e delle procedure per un'appropriata terapia del dolore. All'interno della cartella clinica/foglio socio-assistenziale, nelle sezioni medica ed infermieristica, sono riportate le caratteristiche del dolore rilevato e della sua evoluzione, nonché la tecnica antalgica, i farmaci utilizzati, i relativi dosaggi e il risultato antalgico conseguito; vi è evidenza della rivalutazione dei bisogni assistenziali dei pazienti a intervalli appropriati sulla base delle loro condizioni e del loro trattamento. I riscontri sono annotati nella cartella clinica/documentazione sanitaria/socio-assistenziale; sono implementate forme di lavoro multidisciplinare finalizzate al recupero delle capacità residue di autonomia e di relazione; le attività di valutazione, di presa in carico multidisciplinare dei pazienti e le prestazioni erogate sono documentate e verificabili all'interno della documentazione sanitaria; vi è evidenza del trasferimento delle informazioni relative all'attuazione del piano assistenziale attraverso un confronto con l'équipe, il case manager e il care manager (riunioni periodiche, passaggio di informazioni e di consegne); vengono attuate attività di coinvolgimento dei pazienti e dei familiari nel percorso di cura e attività di promozione della salute in relazione alle patologie trattate ed educazione sanitaria; esiste evidenza di programmi di supporto psicosociale a favore dei pazienti e dei loro familiari; esiste evidenza che i turni del personale siano organizzati in modo tale da assicurare che siano gli stessi operatori a prendersi cura dei medesimi pazienti. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza della verifica da parte dell'organizzazione, dell'applicazione: - dei protocolli per la presa in carico multidisciplinare e multiprofessionale dei pazienti; - del piano assistenziale; - dei protocolli e delle procedure per la valutazione e la gestione del dolore; - dei protocolli, delle linee guida e delle procedure per la gestione delle condizioni cliniche più frequenti e di maggiore gravità e delle prestazioni più importanti in termini di frequenza, costo e rischio per i pazienti; - le procedure per la gestione e la somministrazione dei medicinali e dei relativi effetti collaterali; - i protocolli per il riconoscimento dei malati che si avvicinano agli ultimi giorni o ore di vita, per la valutazione dei loro bisogni specifici, per una adeguata comunicazione con il malato e la famiglia. Vi è evidenza del monitoraggio da parte dell'organizzazione dei tempi di attesa di presa in carico e di erogazione delle prestazioni, soprattutto nei casi di post acuzie e di terminalità; vi è evidenza del controllo della tracciabilità delle attività di presa in carico dei pazienti, oltre alla registrazione delle prestazioni erogate all'interno della documentazione sanitaria; vi è evidenza della rivalutazione dei bisogni e delle condizioni dei pazienti a intervalli basati sulle necessità del paziente, al fine di aggiornare il piano di assistenza individuale e determinare il risultato e la pianificazione del proseguimento della cura; vi è evidenza della rivalutazione e della revisione del Piano Assistenziale Individuale (PAI) con il coinvolgimento del paziente o del familiare/caregiver quando è rilevato un cambiamento delle condizioni o della diagnosi del paziente (i riscontri sono registrati all'interno della documentazione sanitaria); vengono effettuati incontri e briefing per coordinare il personale ed i passaggi di consegna; vengono effettuate e verbalizzate le riunioni dell'équipe multidisciplinare per discutere gli obiettivi, la prognosi e lo stato di avanzamento del piano di assistenza. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità: - dei criteri, dei protocolli, delle linee guida e delle procedure per la presa in carico e gestione dei pazienti; - dei processi per la gestione del Piano Assistenziale Individuale, ivi compresa la qualità della tracciabilità delle attività all'interno della documentazione sanitaria; - del trasferimento delle informazioni all'interno del processo di cura; - delle procedure operative definite; - della politica per la promozione della salute. Inoltre vi è evidenza del controllo che le azioni intraprese abbiano raggiunto gli effetti desiderati. ## Requisito 1.2.2 – 2F Continuità assistenziale ### Campo d'applicazione Servizi di assistenza territoriale domiciliare ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito, approvato e diffuso: - protocolli e linee guida per la pianificazione della continuità assistenziale dei pazienti; - protocolli, linee guida e procedure operative per il collegamento con le funzioni assistenziali e i professionisti coinvolti nella gestione e nel percorso assistenziale del paziente (medici di medicina generale, assistenza specialistica, strutture di ricovero ospedaliero, RSA, hospice); - programmi per l'organizzazione della dimissione di concerto con il Medico di Medicina Generale e con il distretto che prevedano: - la definizione della tipologia delle cure necessarie; - modalità di corretta risoluzione delle problematiche burocratiche, prescrittive e certificatorie. - programmi che prevedano l'educazione e l'addestramento del paziente e dei familiari su tematiche che riguardano: procedure di emergenza, l'uso sicuro dei medicinali e dei presidi medici, le potenziali interazioni tra cibo e medicinali, la guida alla nutrizione del paziente, la terapia del dolore e le tecniche di riabilitazione. ### Fase 2: Implementazione Esiste evidenza che il paziente e i familiari siano informati sul proseguimento delle cure; vi è evidenza dell'adozione da parte dell'organizzazione di modalità strutturate per il trasferimento delle informazioni rilevanti durante i passaggi di consegna, i trasferimenti e i processi di dimissione; vi è evidenza che tutta la documentazione sanitaria del paziente è a disposizione degli operatori sanitari, sociosanitari e sociali in ogni momento; vi è evidenza che sia fornita al paziente specifica relazione clinica finale per il medico curante. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio dell'applicazione delle linee guida per la continuità assistenziale dei pazienti e il coordinamento delle cure (appropriatezza dei trasferimenti, della dimissione dei pazienti); vi è evidenza del periodico monitoraggio e controllo da parte della Direzione delle modalità strutturate per il trasferimento delle informazioni rilevanti durante i passaggi di consegna e i trasferimenti delle cure. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità dei processi relativi a continuità assistenziale, collegamenti funzionali con le strutture a garanzia del coordinamento delle cure e dimissioni. Vi è, inoltre, evidenza del controllo che le azioni intraprese abbiano raggiunto gli effetti desiderati. ## Requisito 1.2.3 – 2F Monitoraggio e valutazione ### Campo d'applicazione Servizi di assistenza territoriale domiciliare ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito gli obiettivi per la qualità del percorso assistenziale del paziente; l'organizzazione ha selezionato gli indicatori chiave per la valutazione della performance clinico-assistenziale/riabilitativa tenendo conto della "scienza" o della "evidenza" a supporto di ogni singolo indicatore. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza del monitoraggio e della valutazione del grado di conformità delle attività ai protocolli e alle linee guida Evidence Based Medicine e Evidence Based Nursing secondo quanto previsto dalle procedure (ad es. monitoraggio dei tempi, delle modalità e dei contenuti della presa in carico, della valutazione iniziale e del piano di trattamento, della continuità assistenziale e dimissione, in accordo con gli obiettivi stabiliti); vi è evidenza dei risultati del monitoraggio degli indicatori chiave per la valutazione della performance clinico- assistenziale/riabilitativa tenendo conto della "scienza" o della "evidenza" a supporto di ogni singolo indicatore; vi è evidenza dei risultati del monitoraggio e della valutazione della qualità e dell'efficacia del Piano di Assistenza Individualizzato, dalla presa in carico alla dimissione; vi è evidenza delle attività di audit sui percorsi di cura (dalla presa in carico alla dimissione) e della diffusione dei risultati a tutti gli operatori che hanno partecipato alla implementazione del percorso; vi è evidenza dello svolgimento di indagini sulla soddisfazione degli ospiti e dei familiari riguardo il percorso assistenziale; vi è evidenza dell'utilizzo di strumenti validati di misurazione della qualità di vita e dell'esperienza dei pazienti assistiti e dei familiari; è presente evidenza dei risultati di un'analisi retrospettiva su eventi avversi, incidenti, near miss manifestati durante l'episodio di cura. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza dell'aggiornamento in termini di efficacia ed affidabilità dei sistemi di misura degli esiti, della performance clinica, della qualità dei percorsi di cura. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità: - dei sistemi di monitoraggio e valutazione della qualità del percorso assistenziale; - dell'esperienza di cura da parte dei pazienti e dei familiari. Vi è, inoltre, evidenza del controllo che le azioni intraprese abbiano raggiunto gli effetti desiderati. ## Requisito 1.3 – 2F La modalità di gestione della documentazione sanitaria e socio assistenziale ### Campo d'applicazione Servizi di assistenza territoriale domiciliare ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha formalizzato e diffuso: - i requisiti per la redazione, l'aggiornamento, la conservazione e la verifica della documentazione sanitaria nonché le relative modalità di controllo e reperibilità; - uno specifico campo nella Cartella Clinica Integrata dedicato alla riconciliazione dei farmaci e di altre tecnologie (transition) ai fini della sicurezza dei pazienti nei trasferimenti di setting assistenziali; - gli aspetti legati al tema della privacy e della riservatezza delle informazioni, della sicurezza nell'accesso alla documentazione sanitaria/socio-assistenziale e tenuta dei dati, ivi compresa la loro integrità, nel rispetto e in ottemperanza alla legislazione e alla normativa vigente in materia; - i tempi di accesso alla documentazione sanitaria e socio- assistenziale; - le modalità per le attività di valutazione della qualità della documentazione sanitaria e l'implementazione di azioni correttive se necessario. ### Fase 2: Implementazione Per ciascun paziente è compilata una cartella clinica integrata, periodicamente aggiornata che prevede: - la tracciabilità degli elementi che caratterizzano la presa in carico del paziente, il processo assistenziale e la continuità assistenziale; - gli strumenti di valutazione standardizzati utilizzati; - i risultati delle valutazioni compresi gli eventi avversi; - accessi effettuati per operatore; - prestazioni erogate e trattamenti farmacologici; - registrazione di eventuali assenze dell'utente; - elementi di valutazione sociale; - tutti gli elementi previsti per assolvere al debito informativo regionale; - eventuali elementi di rischio per il paziente. La comunicazione e l'invio della documentazione sanitaria ai professionisti all'interno della struttura e ai colleghi di strutture esterne è garantita in tempo utile. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza dei risultati del monitoraggio e della valutazione da parte dell'organizzazione: - della qualità della documentazione sanitaria; - della tracciabilità delle attività di valutazione e delle attività di presa in carico dei pazienti all'interno della documentazione sanitaria; - del soddisfacimento delle regole che caratterizzano la gestione della documentazione; - del rispetto dei tempi definiti per l'accesso alla documentazione sanitaria/socio-assistenziale. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche
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2° Criterio/fattore di qualità - Appropriatezza clinica e sicurezza
"L'efficacia, l'appropriatezza, la sicurezza sono elementi essenziali per la qualità delle cure e debbono essere monitorati" Per corrispondere a tale criterio, ogni struttura che eroga prestazioni di assistenza domiciliare dovrà documentare che siano soddisfatti i requisiti che evidenzino: - Approccio alla pratica clinica secondo evidenze - Promozione della sicurezza e gestione dei rischi - Programma per la gestione del rischio clinico e modalità di gestione degli eventi avversi - Strategie sistematiche di comunicazione, formazione e sviluppo di competenze ## Requisito 2.1 – 2F Approccio alla pratica clinica secondo evidenze scientifiche ### Campo d'applicazione Servizi di assistenza territoriale domiciliare ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito, formalizzato e diffuso protocolli, linee guida, procedure per la gestione del Piano di Assistenza Individualizzato formulate secondo i principi della Evidence Based Medicine e della Evidence Based Nursing e predisposti in maniera integrata tra le strutture organizzative. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della messa in atto di protocolli, linee guida e/o procedure per la corretta gestione del paziente in linea con i principi della Evidence Based Medicine e della Evidence Based Nursing; vi è evidenza dell'accessibilità al personale dei regolamenti interni di protocolli, linee guida e/o percorsi di cura/assistenza; vi è evidenza dell'implementazione di tutte le buone pratiche regionali e delle raccomandazioni ministeriali di pertinenza; vi è evidenza del coinvolgimento del personale nell'implementazione e nell'applicazione dei protocolli, linee guida, procedure attraverso la diffusione delle conoscenze necessarie alla loro attuazione e la formazione specifica sui protocolli di assistenza ad essi correlati. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio e della valutazione: - dell'appropriatezza delle prestazioni da parte dei professionisti sanitari, degli operatori socio sanitari e sociali e della Direzione; - dell'applicazione dei protocolli, linee guida e/o del percorso assistenziale individuale; - dell'applicazione delle buone pratiche e delle raccomandazioni ministeriali. Vi è evidenza dello svolgimento di audit multidisciplinari e/o multiprofessionali e sistematici per confrontare la pratica corrente con le linee guida basate sulle evidenze, i protocolli e i percorsi di cura/ assistenza definiti dall'organizzazione. I risultati dell'audit vengono comunicati al personale; vi è evidenza della rivalutazione e dell'aggiornamento periodico dei regolamenti interni e delle linee guida sulla base delle evidenze cliniche disponibili. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento dell'approccio alla pratica clinica secondo evidenze scientifiche e dell'appropriatezza delle prestazioni, controllando l'efficacia delle azioni di miglioramento intraprese (vedi requisito 5.1 – Sezione 1). ## Requisito 2.2 – 2F L'organizzazione assicura la promozione della sicurezza e la gestione dei rischi ### Campo d'applicazione Servizi di assistenza territoriale domiciliare ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione È presente ed è stato formalizzato un piano annuale per la gestione del rischio, orientato alla sicurezza di operatori, pazienti e ambiente che preveda la definizione delle politiche per la sicurezza del paziente, le modalità per l'identificazione e la valutazione dei rischi, una lista dei processi, delle aree e dei rischi maggiori identificati, le modalità di comunicazione con gli stakeholder e la gestione dei relativi contenziosi. Il piano comprende la prevenzione ed il controllo almeno di: - lesioni da pressione; - infezioni correlate all'assistenza; - sindrome da immobilizzazione; - cadute dei pazienti; - somministrazione dei farmaci; - utilizzo di cateteri; - corretta alimentazione e idratazione. Tale piano deve contemplare ruoli, responsabilità, risorse impiegate, monitoraggio, verifiche e formazione e deve essere approvato dalla Direzione. Il piano prevede la definizione di obiettivi specifici e misurabili; l'organizzazione ha definito formalizzato e diffuso protocolli, linee guida e procedure per la programmazione di attività di valutazione del rischio derivante dagli esiti inattesi dei trattamenti; sono definiti formalizzati e diffusi protocolli relativi alla prevenzione dei rischi per il paziente legati a fattori ambientali; vi è evidenza di un Piano di formazione e aggiornamento sulla gestione del rischio clinico e sulle modalità di gestione degli eventi avversi; l'organizzazione ha definito formalizzato e diffuso protocolli, linee guida, procedure per la prima gestione in loco delle complicanze e delle emergenze. Sono presenti protocolli relativi al collegamento tempestivo, in caso di necessità, con la sede operative o con il responsabile del servizio; sono state definite formalizzate e diffuse linee guida e procedure scritte per la prevenzione dei rischi professionali collegati all'assistenza a domicilio. ### Fase 2: Implementazione L'organizzazione ha individuato le aree e i processi a rischio. In particolare sono individuati e gestiti, attraverso l'applicazione di procedure, i processi relativi a: - l'esecuzione delle principali manovre strumentali previste e la corretta gestione dei dispositivi medici durante le attività (posizionamento di sonde nasogastrische, posizionamento di cateteri vescicali, gestione dei dispositivi per la nutrizione artificiale); - la gestione e cura dei pazienti ad alto rischio; - la gestione di situazioni d'emergenza clinica; - la gestione dei processi relativi alle procedure invasive; - la gestione dell'uso del sangue ed emoderivati; - la somministrazione dell'anestesia e della sedazione da parte di personale qualificato; - la somministrazione dei farmaci e della profilassi antibiotica; - la corretta raccolta, gestione e trasporto sicuro dei campioni di laboratorio. Vi è evidenza della messa in atto: - del piano annuale aziendale per la gestione del rischio, orientato alla sicurezza di operatori, pazienti e ambiente e del controllo e monitoraggio dei seguenti rischi: - lesioni da pressione; - infezioni correlate all'assistenza; - sindrome da immobilizzazione; - cadute dei pazienti; - somministrazione dei farmaci; - utilizzo di cateteri; - corretta alimentazione e idratazione. - dei protocolli per la prevenzione dei rischi per il paziente legati a fattori ambientali; - del piano di formazione e aggiornamento aziendale sulla gestione del rischio clinico e sulle modalità di gestione degli eventi avversi. Vi è evidenza della completezza e della tracciabilità nella documentazione sanitaria dell'applicazione delle procedure per la corretta somministrazione dei medicinali e degli emoderivati; la somministrazione dell'anestesia/sedazione è pianificata, documentata e registrata per ogni paziente ed è gestita da personale qualificato; sono identificati, registrati e gestiti, anche preventivamente, gli eventi avversi più importanti per frequenza e/o gravità. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio e della valutazione dell'efficacia, almeno annuale, del piano aziendale per la gestione del rischio, delle attività realizzate, degli strumenti di prevenzione del rischio utilizzati, degli obiettivi per la sicurezza e dei risultati raggiunti; vi è evidenza del monitoraggio e della rivalutazione (ogni 2 anni) delle aree a rischio dell'organizzazione incluse quelle individuate dall'OMS, dei processi e delle procedure ad alto rischio; l'organizzazione produce e diffonde almeno un report annuale sui risultati raggiunti in materia di rischio. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate, delle criticità riscontrate e delle informazioni derivanti dall'analisi della reportistica, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della sicurezza e della gestione dei rischi; controlla, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati (vedi requisito 5.1 – Sezione 1). ## Requisito 2.3 – 2F Programma per la gestione del rischio clinico e modalità di gestione degli eventi avversi ### Campo d'applicazione Servizi di assistenza territoriale domiciliare ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito, formalizzato e diffuso: - un sistema per l'identificazione, la segnalazione e l'analisi di: near miss, eventi avversi ed eventi sentinella; - modalità e procedure per la comunicazione agli utenti e/o familiari degli eventi avversi, la gestione dell'impatto di un evento avverso sugli operatori. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della partecipazione al flusso di segnalazione previsto dalla normativa nazionale; è presente evidenza dei risultati di un'analisi retrospettiva su eventi avversi, incidenti, near miss manifestati durante l'episodio di trattamento e riabilitazione; vi è evidenza dell'identificazione dei fattori causali e/o contribuenti degli eventi segnalati attraverso le metodologie di analisi disponibili in letteratura (Root cause analysis, Audit clinico, Significant event audit) e azioni sistematiche di verifica della sicurezza (Safetywalkround) che prevedano il coinvolgimento multidisciplinare e/o multiprofessionale degli operatori e la predisposizione, in seguito all'indagine condotta, di piani di azione e relativi indicatori di monitoraggio; vi è evidenza dell'applicazione di linee guida, buone pratiche, raccomandazioni, checklist ed altri strumenti per la sicurezza; il personale implementa le azioni previste e codificate dalle procedure per la comunicazione agli utenti e/o familiari degli eventi avversi e per offrire l'opportuno supporto/ sostegno agli utenti/familiari, la gestione dell'impatto di un evento avverso sugli operatori; gli utenti/familiari/caregiver possono segnalare incidenti o situazioni rischiose di cui sono stati testimoni. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio (relazione tra il numero di eventi e le dimensioni della struttura) dell'applicazione delle procedure di segnalazione e gestione dei near miss, eventi avversi ed eventi sentinella; vi è evidenza del monitoraggio dell'applicazione degli strumenti utilizzati per la prevenzione del rischio e degli eventi avversi; l'organizzazione divulga agli operatori almeno una volta l'anno i risultati delle analisi sulle segnalazioni rilevate; vi è evidenza del monitoraggio dell'applicazione di linee guida, buone pratiche, raccomandazioni, checklist ed altri strumenti per la sicurezza. ### Fase 4: Miglioramento della qualità I dati del monitoraggio sono utilizzati per studiare le aree target per la gestione del rischio e vi è evidenza dell'implementazione di cambiamenti nella struttura e nei processi a seguito di eventi avversi; vi è evidenza della valutazione dell'efficacia delle azioni correttive e preventive implementate. ## Requisito 2.4 – 2F Strategie sistematiche di comunicazione, formazione e sviluppo di competenze ### Campo d'applicazione Servizi di assistenza territoriale domiciliare ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito, formalizzato e diffuso politiche e procedure per la partecipazione e il coinvolgimento dei pazienti e dei familiari/caregiver ai processi di gestione del rischio clinico. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza dell'identificazione e dell'applicazione di soluzioni innovative per la sicurezza in ambiti specifici di attività; vi è evidenza della produzione e diffusione di buone pratiche; vi è evidenza dell'implementazione del programma per lo sviluppo di competenze specifiche per la analisi degli eventi avversi; vi è evidenza della messa in atto di politiche e procedure per il coinvolgimento e la partecipazione dei pazienti e dei familiari/caregiver ai processi di gestione del rischio clinico. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio e della valutazione periodica da parte della Direzione dell'implementazione delle buone pratiche e delle soluzioni innovative adottate per la sicurezza in ambiti specifici di attività; l'organizzazione effettua il monitoraggio dell'applicazione delle procedure per il coinvolgimento dei pazienti e dei familiari/caregiver e valuta il grado di partecipazione dei pazienti e dei familiari/caregiver ai processi di gestione del rischio clinico. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate, delle criticità riscontrate e delle informazioni, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni correttive e preventive; controlla, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati (vedi requisito 5.1 – Sezione 1).
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3° Criterio/fattore di qualità – UMANIZZAZIONE
"L'impegno a rendere i luoghi di assistenza e i programmi diagnostici e terapeutici orientati quanto più possibile alla persona, considerata nella sua interezza fisica, sociale e psicologica è, un impegno comune a tutte le strutture" Per corrispondere a tale criterio, ogni struttura che eroga prestazioni di assistenza domiciliare dovrà documentare che siano soddisfatti i requisiti che evidenzino: - 3.1 Programmi per l'umanizzazione e la personalizzazione dell'assistenza ## Requisito 3.1 – 2F Programmi per l'umanizzazione e la personalizzazione dell'assistenza ### Campo d'applicazione Servizi di assistenza territoriale domiciliare ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito e formalizzato: - un piano per lo sviluppo di attività (assistenziali-organizzative) orientate a migliorare l'accessibilità al servizio nel rispetto della dignità dei pazienti; - un programma per assicurare la qualità della relazione tra professionisti sanitari, pazienti e loro familiari; - protocolli linee guida e procedure per la pianificazione e la gestione del percorso di accompagnamento alla morte con il coinvolgimento del paziente e dei suoi familiari; - modalità per informare i pazienti del loro diritto a rifiutare i trattamenti. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza dell'implementazione da parte dell'organizzazione e del personale di attività (assistenziali-organizzative) orientate a migliorare: - l'accessibilità degli utenti; - la qualità delle prestazioni tenendo conto delle differenti esigenze degli utenti relative all'età, al genere e a particolari condizioni di salute e di fragilità fisica e psicologica, tenendo conto delle specificità religiose, etniche e linguistiche, nel rispetto della dignità del paziente, in particolare vi è evidenza: - della possibilità di usufruire dell'assistenza di un interprete; - della possibilità di usufruire dell'assistenza di un mediatore culturale; - della presenza di progetti/attività per favorire le esigenze didattiche e la continuità scolastica del bambino/adolescente. La Direzione ha implementato un programma per assicurare la qualità della relazione tra professionisti sanitari/socio-sanitari e sociali, pazienti e loro familiari e per agevolare il supporto relazionale e affettivo di familiari e altri soggetti che preveda almeno: - la formazione degli operatori socio sanitari/assistenziali e sociali alle abilità procedurali alle attività di counselling (empatia, congruenza, accettazione incondizionata, comunicazione di cattive notizie); - partecipazione del paziente al processo assistenziale come esperto della propria situazione; - l'adozione di modalità di lavoro secondo la logica dell'équipe multidisciplinare che comprende anche operatori sociali; - la presenza di supporto psicologico per i pazienti fragili (il servizio può essere realizzato anche in partnership con associazioni, cooperative ecc. nell'ambito di specifici accordi scritti); - la possibilità di consulenza psicologica. Vi è evidenza dell'implementazione di interventi: - per l'accesso agevolato alle prestazioni assistenziali per la semplificazione degli adempimenti amministrativi ed è assicurata un'informazione tempestiva e trasparente, con particolare riferimento alle modalità di accesso ed attivazione delle cure domiciliari, all'accesso alla documentazione sanitaria/socio- assistenziale entro tempi predefiniti; - per l'aiuto e il sostegno domiciliare a persone e famiglie con disabili fisici, psichici e sensoriali; - per lo sviluppo di servizi di sollievo per affiancare nella responsabilità del lavoro di cura la famiglia. Vi è evidenza dell'adozione da parte dell'organizzazione di processi per la gestione del percorso di accompagnamento alla morte a supporto del paziente e dei suoi familiari. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio dell'efficacia delle iniziative orientate a migliorare l'accessibilità, e la qualità delle prestazioni; vi è evidenza del monitoraggio dell'applicazione del programma per assicurare la qualità della relazione tra professionisti sanitari, socio- sanitari/assistenziali e sociali, pazienti e loro familiari; vi è evidenza del coinvolgimento di pazienti/organizzazione dei cittadini per valutare la centralità del paziente nel processo di cura e la personalizzazione dell'assistenza; vi è evidenza che la qualità delle cure al termine della vita è valutata da familiari e operatori. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della personalizzazione dell'assistenza; controlla, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati (vedi requisito 5.1 – Sezione 1).
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Premessa
I recenti indirizzi europei (Direttiva 2011/24/EU del Parlamento Europeo e del Consiglio del 9 marzo 2011), volti a promuovere, all'interno di un comune quadro di riferimento politico e strategico, meccanismi di cooperazione tra gli Stati membri per garantire l'accesso ad un'assistenza sanitaria sicura e di qualità nell'ambito dell'Unione e l'eterogeneità dei modelli di accreditamento regionali, hanno fatto nascere in Italia l'esigenza di rivedere la normativa in materia di accreditamento al fine di definire un quadro comune di riferimento e ridisegnare uno strumento in armonia con i mutati scenari nazionali ed internazionali. In particolare, per dare attuazione alle disposizioni contenute nell'articolo 7 del Patto per la Salute 2010- 2012, è stato attivato un Tavolo per la revisione della normativa per l'accreditamento (TRAC), costituito da rappresentanti dello stesso Ministero, di Agenas e delle Regioni e Province Autonome. Il Tavolo ha predisposto, in ottemperanza al predetto mandato, un "Disciplinare tecnico" che individua, sulla base di precedenti studi sulle dimensioni della qualità, il quadro concettuale di riferimento e identifica una serie di criteri/fattori di qualità e requisiti ritenuti essenziali per i modelli di accreditamento regionali. Più in dettaglio, il disciplinare predisposto dal Tavolo e approvato dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome, con specifica Intesa in data 20 dicembre 2012 (Rep. Atti n. 259/CSR), individua 8 Criteri e 28 requisiti essenziali per l'accreditamento "istituzionale". Tenuto conto del mutato quadro nazionale di riferimento, la Regione Calabria ha ritenuto rivedere e aggiornare il manuale di accreditamento delle strutture che erogano prestazioni di medicina di laboratorio, ispirandosi alle indicazioni derivanti dal "Disciplinare tecnico" e delle più avanzate esperienze internazionali disponibili. Il manuale riflette le dinamiche in continua evoluzione nell'ambito della medicina di laboratorio, recependo da un lato, l'impostazione derivante dal disciplinare tecnico e, dall'altro, le tematiche emergenti in tema di qualità e sicurezza delle prestazioni di laboratorio individuate attraverso un'analisi dettagliata della letteratura scientifica e dei manuali di accreditamento internazionale. Il manuale per l'accreditamento delle strutture che erogano prestazioni di medicina di laboratorio mira a promuovere un processo di miglioramento continuo della qualità delle prestazioni, dell'efficienza dell'organizzazione, dell'uso delle risorse e della formazione, in modo tale che ogni cittadino, in relazione ai propri bisogni sanitari, possa ricevere prestazioni che garantiscano i migliori risultati, in rapporto allo stato attuale delle conoscenze scientifiche, al minor costo possibile e ai minori rischi, per conseguire la soddisfazione dei bisogni rispetto agli interventi ricevuti. L'obiettivo del manuale è quello di creare e incentivare il miglioramento attraverso un modello che permetta alle organizzazioni di effettuare una valutazione continua dell'applicazione dei requisiti consentendo, attraverso la misurazione e l'analisi, di innescare processi di miglioramento continuo. Con l'accreditamento istituzionale la Regione intende raggiungere l'obiettivo di garantire ai cittadini di usufruire di prestazioni sanitarie di qualità. Perché ciò sia possibile è necessario che i Laboratori si dotino di modelli organizzativi e gestionali di riconosciuta validità. Fondare la propria organizzazione sulla base dei requisiti del manuale di accreditamento delle strutture che erogano prestazioni di medicina di laboratorio, vuol dire orientare la gestione ai seguenti principi: - Miglioramento continuo della qualità: i requisiti sono definiti in maniera tale da favorire e incoraggiare le strutture a migliorare la qualità e la performance delle prestazioni erogate; - Centralità degli utenti: i requisiti fanno riferimento alla centralità dell'utente; - Pianificazione e valutazione della performance: i requisiti valutano l'efficienza e l'efficacia della organizzazione; - Sicurezza: i requisiti includono interventi per migliorare e garantire la sicurezza dell'utente, dei visitatori e del personale; - Evidenza scientifica: i requisiti sono frutto del consenso nazionale e dell'analisi della letteratura internazionale.
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I REQUISITI PER L'ACCREDITAMENTO
L'obiettivo prioritario è quello di costruire un sistema che fornisca un livello di prestazioni qualitativamente elevato e che sia in grado di orientare lo svolgimento delle attività al soddisfacimento dei bisogni dei cittadini. A tal proposito il manuale si propone di definire un modello per l'accreditamento istituzionale delle strutture caratterizzato dai seguenti elementi: - Centralità del cittadino/utente- è una componente essenziale nell'erogazione delle prestazioni: - comprendere continuamente i bisogni e le aspettative dei cittadini/utenti; - garantire che i cittadini/utenti siano considerati una priorità per il servizio; - guardare all'erogazione dei servizi in base alla prospettiva degli utenti. - Leadership – responsabilità e commitment a fornire cure eccellenti e a migliorare la qualità e le performance: - garantire strategie, sistemi e metodi per raggiungere l'eccellenza; - ispirare e motivare i professionisti a lavorare, sviluppare, migliorare e ad essere innovativi e creativi. - Cultura del miglioramento- l'organizzazione deve continuamente protendere al miglioramento della qualità del servizio: - comprendere che cercare modalità per migliorare è una componente essenziale del lavoro quotidiano; - raggiungere e mantenere livelli di qualità che soddisfano i bisogni dei cittadini/utenti; - monitorare i risultati delle cure per migliorare l'assistenza dei cittadini/utenti. - Evidenza dei risultati delle prestazioni- gli outcome sono individuati e utilizzati per valutare la qualità del servizio: - dati e informazioni danno evidenza dei processi implementati e dei risultati; - la valutazione dei risultati consente il miglioramento della qualità e delle performance d i un'organizzazione. - Propensione alle buone pratiche – le organizzazioni debbono confrontare le loro performance con altre organizzazioni o imparare dagli altri e applicare nel proprio contesto i principi delle buone pratiche: - imparare dagli altri per aumentare l'efficacia e l'efficienza dei processi; - migliorare i risultati per i cittadini/utenti. La finalità è quella di: - migliorare la qualità del servizio; - migliorare lo sviluppo della qualità tecnica, organizzativa e della qualità percepita da parte degli utenti; - rendere visibile la qualità del sistema sanitario regionale. Il modello si basa sul ciclo di Deming (ciclo di PDCA- plan–do–check–act) in grado di promuovere una cultura della qualità tesa al miglioramento continuo dei processi e all'utilizzo ottimale delle risorse. Questo strumento parte dall'assunto che per perseguire la qualità è necessaria la costante interazione tra pianificazione, progettazione, implementazione, misurazione, monitoraggio, analisi e miglioramento. Applicare costantemente le quattro fasi del ciclo di Deming consente di migliorare continuamente la qualità e soddisfare le esigenze del cittadino/utente. La sequenza logica è la seguente: - P- Plan. Pianificazione: l'organizzazione deve aver predisposto la documentazione necessaria a descrivere le modalità di raggiungimento dell'obiettivo per la qualità definito dal requisito per l'accreditamento; - D- Do. Implementazione: l'organizzazione deve garantire l'implementazione di quanto definito in fase di progettazione e pianificazione; - C- Check. Controllo, studio e raccolta dei risultati: L'organizzazione deve monitorare in maniera continua la qualità delle strutture, dei processi e dei risultati derivanti dall'erogazione del servizio; - A- Act. Azione per rendere definitivo e/o migliorare struttura/processo/esito: l'organizzazione deve analizzare e valutare i risultati del monitoraggio, effettuare un'analisi delle priorità e definire e mettere in campo iniziative per migliorare la qualità delle strutture, dei processi e degli esiti. I requisiti sono concettualmente organizzati sulla base dei fattori/criteri di qualità individuati dal documento "Disciplinare per la revisione della normativa dell'accreditamento", approvato con Intesa sancita in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome, in data 20 dicembre 2012 (Rep. Atti n. 259/CSR): - Attuazione di un sistema di gestione per la qualità: Fornisce garanzia di buona qualità nella medicina di laboratorio, una gestione dell'organizzazione che governi le dimensioni più fortemente collegate alla specifica attività di laboratorio in una ottica di miglioramento continuo - Prestazioni e Servizi: È buona prassi che l'organizzazione descriva la tipologia e le caratteristiche delle prestazioni e dei servizi erogati e individui i metodi di lavoro da adottarsi per la gestione dei processi di laboratorio sui quali fondare azioni successive di valutazione della performance e della comunicazione con gli utenti - Aspetti Strutturali: L'organizzazione cura l'idoneità all'uso dei prodotti per la diagnostica, delle apparecchiature e delle strutture e verifica la puntuale applicazione delle norme relative alla manutenzione delle attrezzature; è buona prassi che dia evidenza del contributo del personale nella gestione delle stesse - Competenze del personale: L'organizzazione deve curare che il personale possieda/acquisisca e mantenga le conoscenze e le abilità necessarie alla realizzazione in qualità e sicurezza delle specifiche attività - Comunicazione: Una buona comunicazione e relazione fra professionisti e gli utenti garantisce allineamento ai comportamenti professionali attesi, aumento della sicurezza nella erogazione delle prestazioni - Appropriatezza e sicurezza: L'efficacia, l'appropriatezza, la sicurezza sono elementi essenziali per la qualità delle prestazioni e debbono essere monitorati - Processi di miglioramento ed innovazione: Il governo delle azioni di miglioramento, dell'adozione di innovazioni tecnologiche ed organizzativo–professionali e la facilitazione della ricerca organizzativa esprimono la capacità della organizzazione di adattarsi a contesti nuovi assumendo comportamenti fondati eticamente, professionalmente adeguati, socialmente accettabili e sostenibili - Umanizzazione: L'impegno a rendere gli spazi e le relazioni quanto più possibile orientati alla persona, considerata nella sua interezza fisica, sociale e psicologica è, un impegno comune a tutti i laboratori I requisiti sono sufficientemente generici per consentire l'interpretazione degli stessi da parte di ogni tipologia di laboratorio. Ogni organizzazione implementerà i requisiti secondo le proprie necessità e nel modo che maggiormente si adatta alle modalità con cui eroga prestazioni. Per il soddisfacimento dei requisiti risulta importante che: - Le organizzazioni siano in grado di dimostrare in che modo soddisfano l'obiettivo e lo scopo del requisito; - Le organizzazioni siano in grado di dare evidenza del soddisfacimento del requisito.
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LA STRUTTURA DEI REQUISITI
I requisiti per l'accreditamento sono caratterizzati dalla seguente struttura: - Il fattore/criterio di riferimento; - Il requisito; - Il campo d'applicazione; - I livelli di compliance del requisito: ad ogni requisito sono attribuite, ai fini della valutazione, una o più evidenze. Le evidenze possono essere attinenti: - al processo: focalizzate sul modo in cui si realizza una certa attività; - all'esito: focalizzate sul risultato che si ottiene. Ciascun requisito è declinato secondo la logica del ciclo di Deming: - Fase 1 (Plan)- Documenti di indirizzo e pianificazione: I piani, le politiche, le linee guide e altri documenti di indirizzo richiesti debbono essere presenti e rispettare nel contenuto quanto previsto dai requisiti per l'accreditamento. A tal proposito, alcuni requisiti trasversali fanno riferimento a processi clinici e manageriali che riguardano l'intera organizzazione sanitaria e come tali debbono essere "governati" da documenti definiti a livello aziendale, mentre in altri casi è necessario definire i documenti a livello di singola articolazione organizzativa, tipicamente l'Unità Operativa Complessa (). - Fase 2 (Do)- Implementazione: La valutazione del soddisfacimento dei requisiti previsti da questa fase viene effettuata attraverso, in particolare, l'osservazione sul campo, interviste o la valutazione delle cartelle cliniche dei pazienti, dei dati e di altri documenti. Tuttavia, per il loro volume e la dispersione all'interno dell'organizzazione, non è possibile esaminare tutta la documentazione disponibile o tutti gli elementi e gli indicatori misurabili in grado di testimoniare la conformità alle evidenze previste. Pertanto, in sede di verifica, il campionamento per la valutazione delle evidenze non si basa su criteri probabilistici, tali da individuare un campione rappresentativo della realtà organizzativa esaminata, ma è definibile come campione a scelta ragionata. - Fase 3 (Check)- Monitoraggio: Nessuna attività può essere migliorata se non si misurano i risultati. Per il soddisfacimento di tali evidenze sono richiesti i risultati documentati derivanti dal monitoraggio della qualità e della sicurezza delle attività definite nelle fasi precedenti. Per migliorare le proprie attività è necessario raccogliere dati e informazioni, e analizzare le condizioni che eventualmente hanno determinato livelli di adeguatezza o di performance non soddisfacenti. Alcuni dati possono essere raccolti a livello di sistema, in altri casi il monitoraggio dei dati può essere effettuato nell'ambito della singola Unità Operativa Complessa attraverso l'analisi ad esempio della documentazione clinica. Il monitoraggio sistematico dei dati effettuato dalla struttura, laddove non specificato, non è da effettuarsi in continuo ma sulla base di un campione rappresentativo del processo da analizzare. Se non sono presenti specifici riferimenti circa la frequenza, è la struttura stessa a definirla. - Fase 4 (Act)- Miglioramento della qualità: Le evidenze previste da tale fase prevedono che l'organizzazione documenti la valutazione e l'analisi dei dati e delle informazioni al fine di definire le priorità per l'implementazione di specifiche iniziative atte a migliorare la qualità e la sicurezza dell'organizzazione.
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IL PROCESSO DI ACCREDITAMENTO
Questo manuale si propone di essere uno strumento per autovalutare, monitorare e migliorare la qualità e la sicurezza delle prestazioni. Il manuale si basa su due approcci complementari: - la pianificazione e l'implementazione delle attività, fasi che indicano le attività e i processi che dovrebbero essere presenti all'interno dell'organizzazione; - il monitoraggio e il miglioramento che puntano a monitorare i processi e i risultati e forniscono uno strumento quantitativo per valutare le variazioni della performance nel tempo e innescare il ciclo del miglioramento continuo. Nello specifico questo documento ha l'obiettivo di facilitare: - la valutazione delle prestazioni e dei processi erogati; - il miglioramento del coordinamento delle prestazioni con gli altri soggetti erogatori; - la formulazione e l'individuazione di azioni per il miglioramento delle attività; - il coinvolgimento dei professionisti e degli utenti nel miglioramento delle attività. Le strutture di medicina di laboratorio che affrontano il percorso di accreditamento istituzionale debbono effettuare un'autovalutazione della propria organizzazione, in maniera tale da valutare la propria distanza dalle attività richieste dai requisiti e individuare le azioni rilevanti da implementare prima della verifica sul campo da parte degli organi deputati. La verifica sul campo varia nel numero di giorni e nel numero di valutatori a seconda delle dimensioni e della complessità del laboratorio. La valutazione, relativa alla verifica sul campo dell'adesione ai requisiti, sarà condotta da un team di valutatori, appositamente formati che garantiscono una specifica competenza tecnica e per i quali siano posti in essere condizioni tali da assicurare imparzialità e trasparenza nelle valutazioni, capaci di raccogliere informazioni utili ed evidenze (documentali o di altro tipo) per verificare la rispondenza della struttura ai requisiti prefissati e assicurare una omogeneità di valutazione dei requisiti su tutto il territorio regionale. I valutatori verificano il soddisfacimento delle evidenze che caratterizzano le 4 fasi in cui si articolano i singoli requisiti (pianificazione, implementazione, monitoraggio, miglioramento della qualità). Tali fasi sono strutturate in maniera tale da stimolare il miglioramento continuo della qualità e il soddisfacimento delle esigenze del cittadino/utente. Gli strumenti per la valutazione del livello di soddisfacimento dei requisiti sono caratterizzati da una revisione della documentazione, da interviste e osservazione sul campo. Dopo la verifica sul campo, viene redatto un report caratterizzato dai seguenti elementi: - Nome e descrizione dell'organizzazione; - Eventuali requisiti non applicabili, requisiti o evidenze esclusi dal processo di valutazione; - La valutazione dei requisiti; - Eventuali raccomandazioni. Nelle tabelle seguenti vengono riportati i requisiti e indicati il numero di evidenze per ciascuna fase.
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1° Criterio/fattore di qualità- ATTUAZIONE DI UN SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITÀ
"Fornisce garanzia di buona qualità nella medicina di laboratorio, una gestione della organizzazione che governi le dimensioni più fortemente collegate alla specifica attività di laboratorio in una ottica di miglioramento continuo" Per corrispondere a tale criterio, ogni Laboratorio dovrà documentare che siano soddisfatti i requisiti che evidenzino: - Modalità di pianificazione, programmazione e organizzazione delle attività; - Programmi per lo sviluppo di reti; - Definizione delle responsabilità; - Modalità e strumenti di gestione delle informazioni (sistemi informativi, documenti e dati); - Modalità e strumenti di valutazione della qualità dei servizi; - Modalità di prevenzione e gestione dei disservizi. ## Requisito 1.1 Modalità di pianificazione, programmazione e organizzazione delle attività ### Campo d'applicazione Intera struttura ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione Il Laboratorio ha effettuato un'analisi dei bisogni degli utenti e ha individuato gli obiettivi per soddisfarli; la Direzione ha definito, approvato e diffuso: - un documento in cui è chiaramente identificata l'organizzazione e la gestione del Laboratorio, specificando le responsabilità, le interrelazioni tra i servizi di supporto e i servizi esterni; - i piani operativi per il conseguimento e il mantenimento degli obiettivi per la qualità; - le modalità per la valutazione e il monitoraggio dei piani operativi definiti. ### Fase 2: Implementazione Esiste evidenza dell'esplicitazione, da parte della Direzione, degli obiettivi del Laboratorio e dei relativi piani operativi all'intera organizzazione. ### Fase 3: Monitoraggio L'organizzazione monitora e verifica l'attuazione degli obiettivi attraverso la elaborazione e la condivisione dei dati derivanti dagli indicatori e dal monitoraggio dello stato di avanzamento dei progetti; la Direzione del Laboratorio effettua almeno annualmente una valutazione dell'andamento del sistema di gestione per la qualità e di tutti i suoi servizi. La valutazione deve includere: - la revisione periodica degli obiettivi e dei bisogni dell'utente; - il monitoraggio delle performance attraverso l'utilizzo di un sistema di indicatori; - i cambiamenti da apportare alle risorse umane e tecnologiche; - l'analisi della soddisfazione dell'utente; - l'analisi dei reclami; - l'analisi delle risultanze derivanti dall'esecuzione di Audit interni sul sistema di gestione e sui processi; - l'analisi dei risultati delle valutazioni esterne di qualità e dei controlli di qualità interni; - lo stato delle azioni correttive e preventive; - l'analisi dei precedenti report annuali. I risultati del monitoraggio delle attività vengono condivisi, attraverso modalità definite, all'interno e all'esterno dell'organizzazione. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità delle attività e dei processi, individuando i responsabili e le relative tempistiche. Controlla, altresì, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati. ## Requisito 1.2 Programmi per lo sviluppo di reti ### Campo d'applicazione Intera struttura ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione del Laboratorio ha definito eventuali accordi scritti per la fornitura di servizi di medicina di laboratorio; la Direzione del Laboratorio ha definito una procedura per indirizzare i campioni ad altri laboratori e ai consulenti che forniscono un secondo parere. Tale procedura prevede: - la valutazione e la selezione dei laboratori di riferimento e dei consulenti in termini di competenze per l'esecuzione degli esami richiesti e a garanzia dell'assenza di conflitti di interesse; - la tracciabilità di tutti i campioni inviati all'esterno; - il monitoraggio del ritorno dei referti dai laboratori esterni e dai consulenti; - la definizione delle rispettive responsabilità per l'interpretazione e la refertazione degli esami. L'organizzazione ha definito, formalizzato e diffuso documenti di indirizzo (ad es. protocolli, procedure)che descrivono i collegamenti funzionali ed il funzionamento delle reti che vedono l'integrazione tra il laboratorio ed altre strutture sanitarie con l'obiettivo di raggiungere gli obiettivi strategici e promuovere modelli di continuità del servizio. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della implementazione della procedura per indirizzare i campioni ad altri laboratori e ai consulenti che forniscono un secondo parere; sono attuati specifici percorsi in grado di garantire la continuità del servizio, anche in collegamento con altre strutture. ### Fase 3: Monitoraggio la Direzione effettua un'analisi dei dati sulla realizzazione e il raggiungimento degli obiettivi della struttura all'interno delle reti di laboratorio e valuta la corrispondenza tra quanto pianificato e attuato. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità del sistema delle reti. Controlla, altresì, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati. ## Requisito 1.3 Definizione delle responsabilità ### Campo d'applicazione Intera struttura ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione Sono presenti, sono stati formalizzati, approvati e diffusi nell'organizzazione documenti che descrivono la struttura di governo dell'organizzazione, gli strumenti e documenti di delega delle responsabilità, i processi e le relative responsabilità organizzative, le modalità di valutazione delle performance dei vari responsabili, insieme ai relativi criteri di valutazione. ### Fase 2: Implementazione La Direzione del Laboratorio individua un responsabile per la gestione della qualità che ha il compito di: - garantire che il sistema di gestione della qualità venga implementato e aggiornato; - riportare alla Direzione del Laboratorio il funzionamento e l'efficacia del sistema di gestione della qualità. Vi è evidenza della comunicazione della struttura di governo, da parte della Direzione, all'intera organizzazione; sono definiti periodicità degli incontri di Direzione e vi è evidenza dei verbali, delle decisioni, delle azioni individuate dagli stessi e della loro implementazione. ### Fase 3: Monitoraggio La Direzione documenta che i componenti dell'organizzazione vengono valutati sulla base del raggiungimento dei risultati definiti dagli obiettivi di budget, attività, qualità e costi. Tale valutazione viene effettuata tramite l'elaborazione e la trasmissione di report periodici ed attraverso un monitoraggio costante e periodico delle attività, della qualità e dei costi; viene effettuata e documentata la valutazione periodica della performance organizzativa e vi è evidenza della revisione periodica dei processi, delle attività e delle relative responsabilità da parte della Direzione. La valutazione dell'efficacia dell'organizzazione, delle responsabilità e degli strumenti di delega, inoltre, deve essere effettuata ogni qualvolta si presenti un cambiamento significativo nell'organizzazione e nell'erogazione dei servizi della struttura. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e dei risultati annuali raggiunti, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità dei processi, dell'organizzazione, delle responsabilità e del sistema di delega. Controlla, altresì, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati. ## Requisito 1.4 Le modalità e gli strumenti di gestione delle informazioni (sistemi informativi e dati) ### Campo d'applicazione Intera struttura ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito e approvato un documento in cui sono descritte le caratteristiche dei sistemi informativi, in coerenza con gli orientamenti strategici e le necessità dell'organizzazione. Tali sistemi sono in grado di garantire: - la tracciabilità dei dati sanitari la trasmissione delle informazioni sia di carattere gestionale che sanitario; - il supporto alle attività di pianificazione e controllo; - il contributo al debito informativo verso gli organi regionali; - l'erogazione di informazioni tempestive e trasparenti sulle prestazioni erogate. L'organizzazione ha definito, approvato e diffuso: - procedure e linee guida per la gestione della sicurezza nell'accesso ai dati e tenuta dei dati, ivi compresa la loro integrità, nel rispetto e in ottemperanza alla legislazione e alla normativa vigente in materia di privacy, riservatezza e sicurezza delle informazioni sia per gli aspetti amministrativi che sanitari; - un programma di attività e i criteri per la valutazione della qualità delle informazioni e dei dati in termini di affidabilità, accuratezza e validità. - una procedura per la gestione di emergenze informatiche con riferimento al sistema di accettazione e alle attività di laboratorio ed un piano di contingenza per garantire la continuità del servizio anche in caso di prolungato malfunzionamento del sistema informativo; - una procedura per il ripristino delle informazioni in caso di danneggiamento del sistema ed un piano di contingenza per garantire la continuità del servizio anche in caso di prolungato malfunzionamento del sistema informativo. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza che i sistemi informativi siano in grado di: - tracciare i dati sanitari e trasmettere le informazioni sia di carattere gestionale che sanitario; - supportare le attività di pianificazione e controllo; - contribuire al debito informativo verso gli organi istituzionali; - erogare informazioni tempestive e trasparenti sulle prestazioni erogate. Il personale è stato formato e applica le procedure e le linee guida per la gestione della sicurezza e riservatezza di informazioni e dati, ivi compresa la loro integrità, nel rispetto e in ottemperanza alla legislazione e alla normativa vigente in materia e lavora in accordo con quanto previsto dalle stesse; vi è evidenza della valutazione della qualità delle informazioni e dei dati in termini di affidabilità, accuratezza e validità; sono messe in atto procedure per la gestione delle emergenze informatiche ed il ripristino dei dati. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza di una valutazione annuale e documentata: - dell'adeguatezza dei sistemi informativi nel soddisfare le necessità dell'organizzazione e nel supportare l'erogazione di prestazioni e servizi di qualità; - dell'applicazione delle procedure e delle linee guida per la gestione della sicurezza e riservatezza di informazioni e dati, ivi compresa la loro integrità, nel rispetto e in ottemperanza alla legislazione e alla normativa vigente in materia sia per gli aspetti amministrativi che sanitari. L'organizzazione monitora la qualità dei sistemi informativi, delle informazioni e dei dati in termini di affidabilità, accuratezza e validità. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità ed individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità dei sistemi informativi, della sicurezza nell'accesso ai dati e tenuta dei dati, ivi compresa la loro integrità, affidabilità, riservatezza, sicurezza, accuratezza e validità e ne valuta la corretta applicazione nel rispetto e in ottemperanza alla legislazione e alla normativa vigente in materia. Controlla, altresì, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati. ## Requisito 1.5 Le modalità e gli strumenti di valutazione della qualità dei servizi ### Campo d'applicazione Intera struttura ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito, formalizzato e diffuso: - un programma e procedure (strumenti, modalità e tempi) per la valutazione della qualità delle prestazioni e dei servizi che includa la definizione di standard di servizio e dei relativi indicatori di valutazione (volumi, appropriatezza, ecc). Il monitoraggio deve includere almeno: i) qualità tecnica, ii) qualità organizzativa, iii) qualità percepita. La Direzione identifica gli indicatori chiave per monitorare gli aspetti clinici ed organizzativi, l'andamento dei processi e gli outcome. Gli indicatori selezionati fanno riferimento alle seguenti aree: - sicurezza; - soddisfazione dell'utente; - fase pre-analitica (ad es. preparazione dell'utente, la gestione dei campioni e delle richieste); - fase analitica (ad es. andamento ed efficacia dei controlli interni di qualità; andamento delle verifiche esterne di qualità); - fase post-analitica (ad es. andamento del turn around time; efficacia nella comunicazione del risultato; adeguatezza della documentazione); - appropriatezza dei test eseguiti; - gestione dei reagenti e delle apparecchiature. - le responsabilità relative alla valutazione delle prestazioni e dei servizi. ### Fase 2: Implementazione La Direzione sistematicamente aggrega ed analizza i dati del laboratorio con una frequenza appropriata al processo da monitorare. Le attività di valutazione della qualità delle prestazioni e dei servizi sono documentate (es.: la presenza di report quantitativi o qualitativi sulla qualità dei servizi) con periodicità almeno annuale e vi è evidenza della partecipazione del personale a tali attività; vi è evidenza che l'organizzazione ha comunicato i risultati delle valutazioni ai livelli adeguati ed ha attivato il confronto con le parti interessate (es: diffusione di report sulla qualità dei servizi erogati, sia all'interno del Laboratorio sia all'esterno e in particolare all'utenza); vi è evidenza dell'impiego di strumenti di valutazione scientificamente riconosciuti quali audit, misurazione di aderenza alle linee guida, verifiche specifiche quali controlli di qualità e verifiche esterne di qualità; gli utenti e le organizzazioni di cittadini sono incoraggiati a fornire giudizi sulle prestazioni ricevute e vi è evidenza della loro partecipazione alla valutazione della qualità dei servizi; viene effettuata una valutazione periodica degli accordi con i laboratori di riferimento attraverso l'analisi della performance delle VEQ e il rispetto del TAT (turn around time) concordato. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del controllo e dell'adeguamento periodico del sistema di valutazione della qualità del servizio in maniera tale da garantire la validità e l'affidabilità di tutte le misure nel tempo e delle strategie di comunicazione dei dati. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base dei dati derivanti dalla valutazione delle prestazioni e dei servizi, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, ed individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento delle performance (vedi requisito 7.1). Vi è evidenza dell'efficacia delle azioni correttive eventualmente messe in atto. ## Requisito 1.6 Le modalità di prevenzione e di gestione dei disservizi ### Campo d'applicazione Intera struttura ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito e approvato procedure/attività per la raccolta, la tracciabilità, l'analisi dei disservizi, la comunicazione verso l'esterno e la predisposizione dei relativi piani di miglioramento; l'organizzazione ha pianificato l'attività di analisi dei principali processi per l'individuazione delle fasi nelle quali è possibile che si verifichino disservizi (ad es.: errori, ritardi, incomprensioni tra operatore e utente). ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della messa in atto di un processo di comunicazione esterna alimentato anche dalle informazioni provenienti dai cittadini attraverso la gestione delle segnalazioni e dei reclami; vi è evidenza delle attività di analisi dei principali processi per l'individuazione delle fasi nelle quali è possibile che si verifichino disservizi (ad es.: errori, ritardi, incomprensioni tra operatore e utente). ### Fase 3: Monitoraggio Vi è l'evidenza di un'attività di monitoraggio: - per verificare la frequenza delle diverse tipologie di disservizi all'interno dell'organizzazione; - per valutare l'efficacia della strategia di comunicazione esterna. ### Fase 4: Miglioramento della qualità - Vi è l'evidenza di un processo documentato per l'individuazione, lo sviluppo e il monitoraggio di azioni correttive, preventive e di miglioramento finalizzate all'eliminazione o alla riduzione della ricorrenza del disservizio; - è presente l'evidenza di modifiche apportate all'organizzazione derivate dalla valutazione dei disservizi e della valutazione della loro efficacia.
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2° Criterio/fattore di qualità- PRESTAZIONI E SERVIZI
"È buona prassi che l'organizzazione descriva la tipologia e le caratteristiche delle prestazioni e dei servizi erogati e individui i metodi di lavoro da adottarsi per la gestione dei processi di laboratorio sui quali fondare azioni successive di valutazione della performance e della comunicazione con gli utenti" Per corrispondere a tale criterio, ogni Laboratorio dovrà documentare che siano soddisfatti i requisiti che evidenzino: - La tipologia delle prestazioni e dei servizi erogati - La presenza di modalità e strumenti di gestione della: - Fase pre-analitica - Fase analitica - Fase post-analitica - Tracciabilità e trasporto dei campioni - La modalità di gestione della documentazione che deve essere redatta, aggiornata, conservata e verificata secondo modalità specificate, al fine di garantirne la completezza rispetto agli interventi effettuati; la rintracciabilità; la riservatezza (privacy) ## Requisito 2.1 Tipologia di prestazioni e di servizi erogati ### Campo d'applicazione Intera struttura ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La documentazione informativa per gli utenti e per gli operatori deve contenere almeno le seguenti informazioni: - contatti e ubicazione del laboratorio; - servizi offerti dal laboratorio; - orari di apertura; - orari per i prelievi; - modalità di prenotazione e di accettazione; - istruzioni per la corretta compilazione della richiesta; - istruzioni per il corretto trasporto dei campioni; - orari di accettazione dei campioni; - modalità di accettazione per gli esami urgenti; - modalità di pagamento delle quote di partecipazione alla spesa; - sede e modalità di ritiro dei referti; - elenco degli esami: tipologia di campione, volume, unità di misura- metodo utilizzato, eventuali precauzioni, intervallo di riferimento; - tempo medio di risposta (dal prelievo/arrivo del campione in Laboratorio al rilascio del referto), con la distinzione tra esami routinari ed esami urgenti. È disponibile una documentazione informativa per gli operatori relativa alle modalità di richiesta degli esami: - istruzioni per la valutazione della corretta compilazione della richiesta, criteri di accettabilità e modalità di gestione delle richieste non conformi; - modalità di identificazione dei campioni urgenti; - modalità di registrazione e tracciabilità della data e dell'ora di accettazione dei campioni in laboratorio; - modalità di accesso diretto degli utenti senza impegnativa del SSR. La richiesta di esami prevede un set di informazioni essenziali: - identificazione univoca dell'utente: data di nascita, sesso, codice fiscale; - identificazione univoca del prescrittore (tranne che per l'accesso diretto); - esami richiesti; - data della raccolta del campione primario; - tipo di campione primario e sede anatomica d'origine, quando previsto; - notizie cliniche, quando previsto. Sono disponibili procedure e documentazione informativa per gli operatori sulle modalità per la preparazione dell'utente, la raccolta e il trattamento dei campioni primari: - istruzioni per la preparazione dell'utente; - istruzioni e modelli informativi per gli utenti per la preparazione prima della raccolta del campione; - modalità di acquisizione della liberatoria per il trattamento dei dati personali degli utenti; - modulo per il consenso informato, quando previsto; - istruzioni per le attività di prelievo, comprese tipologia e quantità del campione primario, e per la raccolta dei campioni biologici; - elenco provette e contenitori per le diverse tipologie di test; - istruzioni per la conservazione e l'invio dei campioni; - limiti temporali per la richiesta di esami aggiuntivi sullo stesso campione primario; - istruzioni per l'eliminazione sicura del materiale impiegato per la raccolta. Nota: Nella documentazione informativa sono specificati i casi per i quali indicare il tipo di campione primario e la sede anatomica d'origine nonché le condizioni per le quali sono richieste notizie ### Fase 2: Implementazione È presente e viene diffusa la Carta dei Servizi e il materiale informativo multilingua. Tali documenti sono a disposizione dell'utenza e degli operatori in modo da assicurare la piena informazione circa le modalità erogative, i contenuti e la capacità delle prestazioni del servizio di soddisfare gli impegni assunti nei confronti degli utenti; vi è evidenza della distribuzione e diffusione della documentazione informativa per gli operatori relativa alle modalità di richiesta degli esami, di preparazione dell'utente, di raccolta e trattamento dei campioni primari. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza della periodica rivalutazione da parte dell'organizzazione della struttura e della qualità delle informazioni contenute nella Carta dei Servizi, della qualità del materiale informativo a disposizione dell'utenza e degli operatori e delle modalità di diffusione e distribuzione. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità delle informazioni contenute nella Carta dei Servizi e nel materiale informativo a disposizione degli utenti e degli operatori. Controlla, altresì, che le azioni intraprese abbiano raggiunto gli effetti desiderati. ## Requisito 2.2.1 Modalità e strumenti di gestione e valutazione dell'attività pre- analitica ### Campo d'applicazione Intera struttura ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione È disponibile una procedura per la valutazione dell'idoneità dei campioni e delle richieste che prevede: - le responsabilità in relazione alla presa in carico del campione e delle richieste; - criteri di idoneità e di rifiuto dei campioni e delle richieste; - le modalità e gli strumenti per la registrazione dei campioni rifiutati; - modalità da adottare nella gestione dei campioni non conformi; - modalità di comunicazione agli utenti relativa ai campioni rifiutati. - limiti temporali per la richiesta di esami aggiuntivi sullo stesso campione primario; - istruzioni per l'eliminazione sicura del materiale impiegato per la raccolta. L'organizzazione ha definito, formalizzato e diffuso una procedura per descrivere le modalità di gestione dei campioni con richieste di esami con valenza medico legale. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della valutazione dell'idoneità dei campioni e delle richieste, della registrazione e della comunicazione dei campioni rifiutati. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza della revisione della documentazione relativa alla fase preanalitica e delle relative modalità di diffusione/distribuzione; viene effettuata e documentata la valutazione periodica della performance del servizio e vi è evidenza della revisione periodica dei processi, delle attività e delle relative responsabilità da parte della Direzione: - valutazione e analisi delle richieste non conformi. - valutazione e analisi delle non conformità legate alla raccolta dei campioni; - valutazione e analisi delle non conformità legate alla accettazione dei campioni; - valutazione dell'appropriatezza delle richieste. Vi è evidenza della verifica da parte dell'organizzazione dell'applicazione delle procedure relative alla fase pre-analitica. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità della fase pre-analitica. Controlla, altresì, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati. ## Requisito 2.2.2 Modalità e strumenti di gestione e valutazione della fase analitica ### Campo d'applicazione Intera struttura ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione Sono disponibili e presenti sul luogo di lavoro procedure e documentazione informativa per gli operatori relativa all'attività analitica: - rilevanza clinica / scopo dell'esame; - requisiti del campione e modalità di identificazione; - apparecchiature ed attrezzature impiegate; - reagenti, standard o calibratori e materiali per il controllo di qualità; - istruzioni per l'esecuzione dell'analisi; - modalità di registrazione e di calcolo dei risultati; - modalità relative all'assicurazione qualità; - registrazione degli intervalli di riferimento; - valutazione del rischio per gli operatori. Sono disponibili procedure e documentazione informativa per gli operatori relative al sistema di controllo per tutte le analisi: - criteri di applicazione e modalità di esecuzione del controllo di qualità interno; - confronto dei risultati degli esami eseguiti con differenti apparecchiature o metodiche; - impiego di appropriate procedure statistiche; - criteri di validazione dei risultati ottenuti sul materiale di controllo di qualità interno in uso; - modalità di archiviazione dei dati secondo la normativa vigente. È disponibile una documentazione informativa per gli operatori relative alla verifica esterna di qualità: - generalità e qualificazione dei fornitori dei programmi di Valutazione Esterna di Qualità; - criteri di valutazione dei risultati e eventuali azioni correttive; - modalità di archiviazione della documentazione dei risultati ottenuti; - sistema di assicurazione di qualità adottato nei casi in cui non siano disponibili programmi di VEQ. ### Fase 2: Implementazione È presente evidenza dell'esecuzione del controllo di qualità interno e del confronto dei risultati degli esami eseguiti con differenti apparecchiature o metodiche; viene effettuata sulla base delle specifiche della ditta costruttrice la calibrazione e i controlli funzionali richiesti per gli strumenti e apparecchiature analitiche; è disponibile evidenza della documentazione dei risultati delle verifiche esterne di qualità. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza della periodica revisione della documentazione relativa alla fase analitica; viene effettuata e documentata la valutazione periodica della performance del servizio e vi è evidenza della revisione periodica dei processi, delle attività e delle relative responsabilità da parte della Direzione; revisione periodica e discussione collegiale dei risultati del controllo di qualità interno; revisione periodica e discussione collegiale dei risultati del controllo esterno di qualità; vi è evidenza della valutazione periodica degli accordi con i laboratori di riferimento attraverso l'analisi della performance delle VEQ e il rispetto del TAT (turn around time) concordato; viene effettuata una validazione iniziale dei nuovi strumenti analitici e delle nuove metodiche al fine di verificare che i risultati siano accurati ed affidabili e quantificare il rapporto costo-efficacia degli stessi. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità della fase analitica. Controlla, altresì, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati. ## Requisito 2.2.3 Modalità e gli strumenti di gestione e valutazione della fase post- analitica ### Campo d'applicazione Intera struttura ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione Sono disponibili procedure e documentazione informativa per gli operatori per la validazione dei risultati strumentali: - protocolli di conferma e ripetizione dell'esame; - modalità di validazione dei risultati strumentali; - ambito di responsabilità delle figure professionali del laboratorio coinvolte nella procedura di validazione. Sono disponibili procedure e documentazione informativa per gli operatori per la produzione del referto e la consegna al richiedente. Il referto deve contenere almeno: - nome del laboratorio; - identificazione univoca dell'utente- prescrittore/richiedente; - data della raccolta del campione; - data e ora di produzione del referto; - materiale analizzato; - risultato; - intervallo di riferimento; - metodo analitico utilizzato; - segnalazione dei risultati anomali; - firma, manuale o digitale, del professionista abilitato. Sono disponibili procedure e documentazione informativa per gli operatori per la comunicazione telematica dei risultati (applicabile ai laboratori ospedalieri): - ambiti e modalità relativi alla comunicazione telematica dei risultati; - personale del laboratorio autorizzato a comunicare i risultati; - soggetti che possono ricevere i risultati; - modalità per assicurare una identificazione univoca dell'utente, da parte di chi comunica o riceve il risultato; - modalità di conferma della correttezza della trasmissione; - modalità di registrazione dell'avvenuta trasmissione; - mantenimento della riservatezza; - modalità di consegna del referto originale. È disponibile una procedura per la trasmissione tempestiva dell'esito in caso di valori/risultati critici predefiniti al soggetto che ha richiesto gli esami; è disponibile una documentazione informativa sulle modalità di individuazione degli intervalli di riferimento. Nota: su modalità di individuazione degli intervalli di riferimento: in ottemperanza a raccomandazioni di buona pratica di laboratorio o attraverso metodi di peer-review- secondo le raccomandazioni indicate dal produttore dei reagenti impiegati. ### Fase 2: Implementazione Sono disponibili evidenze della implementazione delle procedure per la validazione dei risultati strumentali; vi è evidenza dell'implementazione delle procedure e dell'utilizzo della documentazione relativa alla fase post analitica. ### Fase 3: Monitoraggio È disponibile una documentazione relativa al monitoraggio del Turnaround time degli esami più significativi (applicabile ai laboratori ospedalieri) Vi è evidenza dell'utilizzo dei dati sui ritardi del TAT per gli esami più significativi; è disponibile una documentazione relativa all'attività di revisione degli intervalli di riferimento adottati; è disponibile una procedura che definisca la periodicità e le modalità di revisione della documentazione relativa alla fase post-analitica. Nota: Il TAT è l'intervallo di tempo che intercorre fra l'arrivo in laboratorio di una richiesta e il tempo di consegna del referto. Quando applicabile, possono essere previsti, se misurabili in modo preciso, altri intervalli. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità della fase post-analitica. Controlla, altresì, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati. ## Requisito 2.2.4 Modalità e strumenti di gestione e valutazione della tracciabilità e trasporto dei campioni ### Campo d'applicazione Intera struttura ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione È disponibile una procedura di identificazione univoca del campione (e dei campioni secondari, dove applicabile) che garantisca la sua rintracciabilità durante l'intero processo e minimizzi il rischio di scambio: - modalità per garantire la rintracciabilità dei campioni; - modalità per ricondurre le aliquote al campione originale primario; - modalità di gestione dei campioni da custodire per esami successivi. Sono disponibili procedure e documentazione informativa per il trasporto dei campioni a garanzia della conservazione delle caratteristiche degli stessi e della sicurezza del personale addetto: - istruzioni per imballaggio, etichettatura e trasporto dei campioni inviati al laboratorio; - istruzioni per la protezione dei campioni da deterioramento; - modalità per la registrazione della data e dell'ora di invio e di arrivo, quando previsto; - modalità di registrazione di eventuali incidenti occorsi durante il trasporto che possono influenzare la qualità del campione o la sicurezza del personale. Sono state definite modalità e tempi di conservazione dei campioni per assicurarne la stabilità delle proprietà per eventuali ripetizioni dell'esame o per esami aggiuntivi; è disponibile un elenco dei test per i quali le modalità di conservazione e trasporto potrebbero essere critiche con la definizione dei limiti di tolleranza per i fattori in causa. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza dell'implementazione della procedura di identificazione e rintracciabilità dei campioni; vi è evidenza della distribuzione e diffusione delle procedure e documentazione informativa per il trasporto dei campioni a garanzia della conservazione delle caratteristiche degli stessi e della sicurezza del personale addetto; sono disponibili evidenze a supporto della rintracciabilità dei campioni. ### Fase 3: Monitoraggio Viene effettuata e documentata la valutazione periodica delle attività legate alla tracciabilità, trasporto e la rintracciabilità dei campioni. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità e della sicurezza della rintracciabilità e trasporto dei campioni. Controlla, altresì, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati. ## Requisito 2.3 La modalità di gestione della documentazione ### Campo d'applicazione Intera struttura ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito, formalizzato e diffuso un documento che definisce: - i requisiti per la redazione, l'aggiornamento, la conservazione e gestione della documentazione; - gli aspetti legati al tema della privacy e della riservatezza delle informazioni, della sicurezza nell'accesso alla documentazione e tenuta dei dati, ivi compresa la loro integrità, nel rispetto e in ottemperanza alla legislazione e alla normativa vigente in materia; - i tempi di ritiro del referto. La Direzione del Laboratorio ha definito una procedura per il controllo dei documenti di origine interna/esterna e per il controllo delle registrazioni. ### Fase 2: Implementazione È disponibile un elenco della documentazione in uso; vi è evidenza che sul luogo di lavoro sono presenti le versioni più aggiornate dei documenti. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza dei risultati del monitoraggio e della valutazione da parte dell'organizzazione: - della qualità del referto; - del soddisfacimento delle regole che caratterizzano la gestione della documentazione; - del rispetto dei tempi definiti per il ritiro dei referti. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione e i singoli dirigenti effettuano una valutazione delle priorità ed individuano e implementano specifiche azioni per il miglioramento: - la gestione della documentazione; - della politica relativa alla privacy e alla riservatezza delle informazioni; - dei tempi di ritiro dei referti. Inoltre vi è evidenza del controllo che le azioni intraprese abbiano raggiunto gli effetti desiderati (vedi requisito 7.1).
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3° Criterio/fattore di qualità – ASPETTI STRUTTURALI
"L'organizzazione cura la idoneità all'uso dei prodotti per la diagnostica, delle apparecchiature e delle strutture e verifica la puntuale applicazione delle norme relative alla manutenzione delle attrezzature; è buona prassi che dia evidenza del contributo del personale nella gestione delle stesse" Per corrispondere a tale criterio, ogni Laboratorio dovrà documentare che siano soddisfatti i requisiti che evidenzino: - L'idoneità all'uso dei prodotti per la diagnostica, delle apparecchiature e delle strutture - La gestione e manutenzione delle attrezzature ## Requisito 3.1 L'idoneità all'uso dei prodotti per la diagnostica, delle apparecchiature e delle strutture ### Campo d'applicazione Intera struttura ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito, formalizzato e diffuso una procedura per l'acquisto, ricevimento, verifica dell'idoneità, registrazione e stoccaggio del materiale per diagnostica in vitro e le relative modalità di controllo delle condizioni di conservazione, secondo le specifiche del produttore; l'organizzazione ha definito, formalizzato e diffuso procedure per la gestione dei materiali pericolosi e la relativa gestione dei rifiuti; sono disponibili procedure e documentazione informativa per gli operatori per la rintracciabilità dei prodotti per diagnostica in vitro: - metodologia di identificazione univoca dei prodotti per diagnostica in vitro, comprendente il numero di lotto e l'indicazione della scadenza o del limite di utilizzo; - rintracciabilità dei prodotti all'interno del processo analitico. Vi è evidenza della pianificazione e l'inserimento a bilancio del potenziamento o sostituzione di impianti o componenti necessari a garantire l'idoneità all'uso, la sicurezza e l'efficacia della struttura nel rispetto delle leggi, dei regolamenti e degli altri requisiti che si applicano all'organizzazione; l'organizzazione ha formalizzato e diffuso il programma di gestione del rischio ambientale e di gestione delle infrastrutture che consente di individuare le situazioni che mettono in pericolo la sicurezza di beni e persone e di gestire le aree a rischio; l'organizzazione ha approvato i piani per la formazione e il coinvolgimento del personale per la sicurezza della struttura e dell'ambiente di lavoro. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della verifica dell'idoneità, registrazione e stoccaggio del materiale per diagnostica in vitro, delle scorte di magazzino e del controllo delle condizioni di conservazione, secondo le specifiche del produttore; vi è evidenza della rintracciabilità dei prodotti utilizzati in relazione all'esame effettuato; vi è evidenza della corretta gestione dei materiali e rifiuti pericolosi. L'eventuale utilizzo di materiali radioattivi deve essere opportunamente gestito e monitorato; vi è evidenza della messa in atto: - del piano per il potenziamento o sostituzione di impianti o componenti necessari a garantire l'idoneità all'uso, la sicurezza e l'efficacia della struttura nel rispetto delle leggi, dei regolamenti e degli altri requisiti che si applicano all'organizzazione; - del programma di gestione del rischio ambientale e di gestione delle infrastrutture, dell'individuazione delle situazioni che mettono in pericolo la sicurezza di beni e persone e della gestione delle aree a rischio. Vi è evidenza delle attività di formazione e coinvolgimento del personale per la sicurezza della struttura e dell'ambiente di lavoro. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio della implementazione e dell'efficacia del programma di gestione del rischio ambientale e di gestione delle infrastrutture; vi è evidenza del monitoraggio del livello di sicurezza della struttura ed è presente la documentazione relativa alla idoneità della struttura e alla valutazione dei dati raccolti in relazione a incidenti, infortuni e altri eventi a supporto della pianificazione della riduzione dei rischi della struttura (ad es. report, audit ed incontri periodici relativi alla identificazione dei rischi e alla gestione della sicurezza della struttura); vi è evidenza del monitoraggio dell'efficacia delle attività di formazione e coinvolgimento del personale per la sicurezza della struttura e dell'ambiente di lavoro, anche attraverso dimostrazioni, simulazioni e altri metodi idonei opportunamente documentate; viene effettuata e documentata la valutazione periodica dei processi di approvvigionamento e delle relative responsabilità anche attraverso una valutazione e analisi delle non conformità legate all'approvvigionamento di materiali e reagenti. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità ed efficacia: - della gestione dei materiali e reagenti; - del programma di gestione del rischio ambientale; - del piano per il potenziamento o sostituzione di impianti o componenti necessari a garantire l'idoneità all'uso, la sicurezza e l'efficacia della struttura - delle attività di formazione e coinvolgimento del personale per la sicurezza della struttura e dell'ambiente di lavoro. La Direzione controlla, altresì, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati. ## Requisito 3.2 Gestione e manutenzione delle attrezzature ### Campo d'applicazione Intera struttura ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione Sono disponibili procedure e documentazione informativa per gli operatori per la manutenzione delle apparecchiature: - programmi di manutenzione preventiva; - piano per la manutenzione ordinaria programmata e straordinaria per ciascuna delle apparecchiature in uso; - programmi per la verifica di sicurezza elettrica delle apparecchiature; - eventuali necessità definite dagli utilizzatori in funzione delle criticità, della disponibilità all'uso e della normativa vigente; - competenze e responsabilità per le operazioni di manutenzione svolte dal personale del laboratorio; - procedure per la richiesta di assistenza straordinaria; - modalità di registrazione degli interventi. L'organizzazione ha definito e formalizzato un piano in cui siano esplicitate e programmate le azioni per la gestione e la manutenzione (straordinaria e preventiva) delle attrezzature e lo stesso è stato comunicato ai diversi livelli operativi. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della valutazione delle scadenze di manutenzione e dell'eventuale adeguamento alle norme tecniche; vi è evidenza dei processi di validazione e manutenzione dei sistemi informativi; è presente un inventario aggiornato delle attrezzature in dotazione contenente il tipo di strumento e il codice di identificazione; vi è evidenza della registrazione degli interventi legati al piano di manutenzione preventive e straordinaria; vi è evidenza che la documentazione tecnica relativa alle singole attrezzature, obbligatoriamente fornita al momento dell'acquisto, risulta a corredo delle stesse e resa disponibile alla funzione preposta per la manutenzione; in relazione alle singole attrezzature vi è evidenza della presenza della documentazione delle ispezioni, collaudi e interventi di manutenzione; vi è evidenza dell'implementazione del programma di formazione sull'utilizzo delle attrezzature che prevede periodi di addestramento del personale coinvolto nell'utilizzo, manutenzione e dismissione delle apparecchiature. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio periodico da parte della Direzione della corretta gestione delle attrezzature. Il piano di manutenzione preventiva è valutato, rivisto e aggiornato con una periodicità annuale ed è valutata l'efficacia dei piani di comunicazione dello stesso ai diversi livelli operativi. Viene effettuata una valutazione e analisi delle non conformità legate alla implementazione del piano di manutenzione; l'organizzazione verifica periodicamente le conoscenze del personale utilizzatore delle modalità di utilizzo dei dispositivi medici/apparecchi elettromedicali per mezzo di dimostrazioni, simulazioni e altri metodi idonei. Tale verifica è documentata. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità e dell'efficacia: - del programma di gestione e manutenzione delle attrezzature; - dei programmi di formazione e addestramento per l'utilizzo, la manutenzione e la dismissione di dispositivi medici/apparecchi elettromedicali. La Direzione controlla che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati.
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4° Criterio/fattore di qualità – COMPETENZE DEL PERSONALE
"L'organizzazione deve curare che il personale possieda/acquisisca e mantenga le conoscenze e le abilità necessarie alla realizzazione in qualità e sicurezza delle specifiche attività" Per corrispondere a tale criterio, ogni Laboratorio dovrà documentare che siano soddisfatti i requisiti che evidenzino: - La programmazione e la verifica della formazione necessaria e specifica; - L'inserimento e l'addestramento di nuovo personale. ## Requisito 4.1 La programmazione e la verifica della formazione necessaria e specifica ### Campo d'applicazione Intera struttura ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha formalizzato e diffuso: - un documento in cui è individuato un responsabile per la formazione del personale; - un Piano di formazione, aggiornamento e addestramento annuale, formulato con il coinvolgimento degli operatori, che preveda: definizione degli standard di competenza per posizione, criteri di scelta delle priorità, monitoraggio delle competenze professionali e rilevazione dei fabbisogni formativi attraverso varie fonti informative, condivisione dei bisogni formativi, programmazione delle attività formative. L'organizzazione ha definito le strategie per la gestione e lo sviluppo delle risorse umane che comprenda, oltre alla formazione e l'aggiornamento del personale su competenze professionali specifiche, anche la formazione e l'addestramento su tematiche che riguardano l'introduzione di innovazioni tecnologiche ed organizzative; l'organizzazione ha definito e formalizzato un processo per raccogliere, verificare e valutare (abilitazione, formazione, pratica, competenze ed esperienze) il personale. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della condivisione delle conoscenze acquisite all'esterno della struttura; vi è evidenza della verifica da parte della direzione delle credenziali (abilitazione, formazione, pratica, competenze ed esperienze) e della verifica che il personale di laboratorio ha adeguate competenze e formazione in relazione alle responsabilità assegnate; vi è evidenza dell'implementazione del programma per il mantenimento delle competenze. Tutto il personale ha un proprio dossier formativo con l'evidenza dei corsi svolti; vi è evidenza che il personale partecipi alla programmazione delle attività di formazione, aggiornamento e addestramento. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio dell'implementazione e della valutazione dell'efficacia dei programmi di formazione continua, aggiornamento e addestramento e della soddisfazione da parte del personale. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della programmazione e della verifica della formazione necessaria e specifica. Controlla, altresì, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati. ## Requisito 4.2 L'inserimento e l'addestramento di nuovo personale ### Campo d'applicazione Intera struttura ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha formalizzato e diffuso un piano che definisce le modalità per l'accoglienza e l'affiancamento/addestramento del nuovo personale – neo assunto/trasferito; l'organizzazione ha approvato e formalizzato: - il processo per la valutazione delle qualifiche dei neo assunti e dell'idoneità al ruolo; - un piano di formazione strutturata sul rischio ed occupazionale verso i neo assunti, entro il 1° anno. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della messa in atto del piano di accoglienza e affiancamento/addestramento per i nuovi addetti del personale – neo assunto/trasferito, in maniera da consentire l'esercizio delle proprie funzioni; vi è evidenza della valutazione dell'idoneità al ruolo dei neoassunti e della valutazione delle capacità, delle conoscenze necessarie e dei comportamenti richiesti nel momento in cui il neoassunto comincia ad adempiere alle sue responsabilità lavorative; vi è evidenza dell'implementazione del piano di formazione strutturata sul rischio verso i neo assunti entro il 1° anno. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio periodico da parte della Direzione dell'efficacia dei programmi di orientamento/ inserimento del nuovo personale – neo assunto/trasferito. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità dei programmi di orientamento e dei piani per l'inserimento dei nuovi addetti. Controlla, altresì, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati.
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5° Criterio/fattore di qualità – COMUNICAZIONE
"Una buona comunicazione e relazione fra professionisti e gli utenti garantisce allineamento ai comportamenti professionali attesi, aumento della sicurezza nella erogazione delle prestazioni" Per corrispondere a tale criterio, ogni Laboratorio dovrà documentare che siano soddisfatti i requisiti che evidenzino: - Le modalità di comunicazione interna alla struttura che favoriscano la partecipazione degli operatori; - Le modalità di valutazione della relazione tra il personale e l'organizzazione (contesto organizzativo) attraverso l'analisi del clima organizzativo/soddisfazione degli operatori; - Le modalità e i contenuti delle informazioni da fornire agli utenti; - Le modalità di partecipazione e coinvolgimento degli utenti; - Le modalità di ascolto degli utenti. ## Requisito 5.1 Le modalità di comunicazione interna alla struttura che favoriscono la partecipazione degli operatori ### Campo d'applicazione Intera struttura ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La direzione ha definito e formalizzato processi finalizzati alla circolazione delle informazioni: - i flussi informativi e la reportistica in merito agli obiettivi, dati e informazioni relative alla performance e ai programmi di miglioramento della qualità e sicurezza; - le modalità di condivisione sistematica delle informazioni all'interno dell'organizzazione e del singolo dipartimento. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza di documentazione attestante la circolazione e la diffusione delle informazioni compresa la comunicazione e la diffusione a tutto il personale degli obiettivi, del budget, dei programmi di attività; vi è evidenza della reportistica in merito agli obiettivi, dati e informazioni relative alla performance e ai programmi di miglioramento della qualità e sicurezza e della relativa diffusione; vi è evidenza della messa in atto di modalità di condivisione sistematica delle informazioni all'interno dell'organizzazione utilizzando modalità multiple di comunicazione; vi è evidenza di momenti sistematici di coordinamento e di integrazione interni all'organizzazione. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza della valutazione da parte della Direzione dell'efficacia del sistema di comunicazione interna alla struttura almeno una volta ogni due anni. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate, delle criticità riscontrate e delle informazioni derivanti dall'analisi della reportistica, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità del sistema di comunicazione interna alla struttura che favoriscano la partecipazione degli operatori. Controlla, altresì, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati. ## Requisito 5.2 Le modalità di valutazione della relazione tra il personale e l'organizzazione (contesto organizzativo) attraverso l'analisi del clima organizzativo/soddisfazione degli operatori ### Campo d'applicazione Intera struttura ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito, formalizzato e diffuso le modalità che consentono la segnalazione/ascolto di suggerimenti da parte del personale; la Direzione ha identificato momenti strutturati di analisi e confronto sulle criticità. ### Fase 2: Implementazione Vengono implementati e facilitati momenti strutturati di analisi e confronto sulle criticità; vi è evidenza dell'effettuazione di una indagine sulla valutazione del clima aziendale e sulla soddisfazione del personale nell'ultimo triennio e i risultati sono stati presentati alla Direzione e diffusi al personale. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza della diffusione e condivisione dei risultati dell'indagine sulla valutazione del clima aziendale e della soddisfazione del personale e della discussione ed analisi dei risultati in apposite riunioni anche con la Direzione. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità, individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento del clima organizzativo e della soddisfazione degli operatori. Controlla, altresì, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati. ## Requisito 5.3 Le modalità e i contenuti delle informazioni da fornire agli utenti ### Campo d'applicazione Intera struttura ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione Sono disponibili procedure e documentazione informativa per gli utenti sulle modalità per la preparazione alla raccolta, l'invio e il trasporto dei campioni; la Direzione ha definito e formalizzato modalità e strumenti: - per l'appropriata comunicazione con gli utenti; - per il coinvolgimento e l'informazione dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri di Famiglia. ### Fase 2: Implementazione È presente una Carta dei Servizi aggiornata; vi è evidenza della presenza di strumenti informativi sintetici (multilingua) da mettere a disposizione dei cittadini; vi è evidenza della messa in atto di una procedura per il coinvolgimento e l'informazione dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri di famiglia; l'organizzazione fornisce le informazioni sulla qualità dei suoi servizi; vi è evidenza che la comunicazione delle informazioni rivolte agli utenti avviene utilizzando una lingua, metodologia e linguaggio appropriati. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza che la documentazione per l'informazione dell'utenza è revisionata dall'organizzazione ad opportuni intervalli e comunque quando sono intervenute variazioni significative; viene effettuato il monitoraggio e la valutazione: - della soddisfazione degli utenti in relazione alle informazioni fornite dall'organizzazione; - dell'accessibilità ai servizi e dei processi di comunicazione delle informazioni agli utenti anche per mezzo dell'analisi dei reclami/disservizi a queste correlate. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate e sulla base delle informazioni derivanti dall'analisi della reportistica, la Direzione effettua una valutazione delle priorità ed individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della qualità delle informazioni da fornire agli utenti. Controlla, altresì, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati. ## Requisito 5.4 Le modalità di partecipazione e coinvolgimento degli utenti ### Campo d'applicazione Intera struttura ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito, formalizzato e diffuso una procedura per l'informazione partecipata degli utenti e l'acquisizione del consenso informato, quando previsto. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della messa in atto di: - procedure per l'informazione degli utenti (anche minori) e l'acquisizione del consenso informato (quando previsto) prevedendo l'informazione partecipata; - delle metodologie di coinvolgimento attivo degli utenti in materia di gestione del rischio e a garanzia della qualità del prelievo. Vi è evidenza della presenza all'interno dell'organizzazione di un elenco delle prestazioni per le quali è prevista l'acquisizione di un formale consenso informato. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza della valutazione dell'efficacia dei processi di coinvolgimento e partecipazione degli utenti. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate e sulla base delle informazioni derivanti dall'analisi della reportistica, la Direzione effettua una valutazione delle priorità ed individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento delle modalità di partecipazione e coinvolgimento degli utenti. Controlla, altresì, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati (vedi requisito 7.1.). ## Requisito 5.5 Modalità di ascolto degli utenti ### Campo d'applicazione Intera struttura ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito, formalizzato e diffuso: - una politica e delle procedure per la presentazione e gestione dei reclami, osservazioni e suggerimenti; - modalità e strumenti per l'ascolto attivo degli utenti; - procedure per la valutazione della soddisfazione e dell'esperienza degli utenti (indagini di customer satisfaction). ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della gestione dei reclami; vi è evidenza della valutazione della soddisfazione e dell'esperienza degli utenti (indagini di customer satisfaction) su almeno il 10% degli utenti; vi è evidenza della diffusione dei risultati delle indagini di customer satisfaction (e delle eventuali misure di miglioramento adottate o da adottare) sul sito web aziendale se presente; vi è evidenza della pubblicazione e diffusione di un report annuale relativo alla gestione dei reclami. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio dei tempi di risposta ai reclami e del confronto con lo standard definito all'interno della Carta dei Servizi; vi è evidenza della valutazione dell'efficacia da parte della Direzione delle modalità di ascolto degli utenti; vi è evidenza che i dati derivanti dall'analisi dei reclami e dai risultati delle valutazioni della soddisfazione e dell'esperienza degli utenti vengono discussi. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate e sulla base delle informazioni derivanti dall'analisi dei reclami e dei risultati delle valutazioni della soddisfazione e dell'esperienza degli utenti, la Direzione effettua una valutazione delle priorità ed individua e implementa specifiche aree target di miglioramento. Controlla, altresì, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati (vedi requisito 7.1).
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6° Criterio/fattore di qualità–APPROPRIATEZZA E SICUREZZA
"L'efficacia, l'appropriatezza, la sicurezza sono elementi essenziali per la qualità delle prestazioni e debbono essere monitorati" Per corrispondere a tale criterio, ogni Laboratorio dovrà documentare che siano soddisfatti i requisiti che evidenzino: - Approccio alla pratica secondo evidenze - Promozione della sicurezza e gestione dei rischi - Programma per la gestione del rischio e modalità di gestione degli eventi avversi - Strategie per la produzione e diffusione di buone pratiche e il coinvolgimento degli utenti ## Requisito 6.1 Approccio alla pratica secondo evidenze scientifiche ### Campo d'applicazione Intera struttura ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito, formalizzato e diffuso protocolli, procedure e istruzioni operative formulate secondo i principi della Evidence Based Medicine. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della messa in atto di protocolli, procedure e istruzioni operative formulate secondo i principi della evidence based medicine; vi è evidenza dell'accessibilità al personale di protocolli, procedure e istruzioni operative; vi è evidenza dell'implementazione di tutte le buone pratiche regionali e delle raccomandazioni ministeriali di pertinenza; vi è evidenza del coinvolgimento del personale nell'implementazione e nell'applicazione dei protocolli, procedure e istruzioni operative attraverso la diffusione delle conoscenze necessarie alla loro attuazione e la formazione specifica. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio e della valutazione: - dell'appropriatezza delle richieste e dell'efficacia delle metodiche e delle prestazioni erogate; - dell'applicazione dei protocolli, procedure e istruzioni operative; - dell'applicazione delle buone pratiche regionali e delle raccomandazioni ministeriali di pertinenza. Vi è evidenza della rivalutazione e dell'aggiornamento periodico dei di protocolli, procedure e istruzioni operative sulla base delle evidenze disponibili. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità ed individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento delle attività in base alle evidenze scientifiche disponibili e dell'appropriatezza delle prestazioni e controlla, altresì, l'efficacia delle azioni di miglioramento intraprese (vedi requisito 7.1). ## Requisito 6.2 L'organizzazione assicura la promozione della sicurezza e la gestione dei rischi ### Campo d'applicazione Intera struttura ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha formalizzato un piano annuale per la gestione del rischio orientato alla sicurezza di operatori, utenti e ambiente, che preveda la definizione delle politiche per la sicurezza degli utenti e degli operatori, le modalità per l'identificazione e la valutazione dei rischi, una lista dei processi, delle aree e dei rischi maggiori identificati. Tale piano deve contemplare ruoli, responsabilità, risorse impiegate, monitoraggio, verifiche e formazione e deve essere approvato dalla Direzione. Il piano prevede la definizione di obiettivi specifici e misurabili; è presente ed è stato formalizzato un Piano di formazione e aggiornamento sulla gestione del rischio; sono state definite istruzioni per il trattamento di eventuali emergenze cliniche. ### Fase 2: Implementazione L'organizzazione ha individuato le aree e i processi a rischio. vi è evidenza della messa in atto: - del piano annuale per la gestione del rischio, orientato alla sicurezza di operatori, utenti e ambiente; - del piano di formazione e aggiornamento aziendale sulla gestione del rischio e sulle modalità di gestione degli eventi avversi. È prevista la disponibilità di farmaci o presidi sanitari da utilizzare nel caso di incidenti nel corso del prelievo. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio e della valutazione dell'efficacia, almeno annuale, del piano aziendale per la gestione del rischio, delle attività realizzate, degli strumenti di prevenzione del rischio utilizzati, degli obiettivi per la sicurezza e dei risultati raggiunti; vi è evidenza del monitoraggio e della rivalutazione (ogni 2 anni) delle aree di rischio dell'organizzazione. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate e sulla base delle informazioni derivanti dall'analisi della reportistica, la Direzione effettua una valutazione delle priorità ed individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della sicurezza e della gestione dei rischi. Controlla, altresì, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati (vedi requisito 7.1). ## Requisito 6.3 Programma per la gestione del rischio e modalità di gestione degli eventi avversi ### Campo d'applicazione Intera struttura ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito, formalizzato e diffuso: - un sistema per l'identificazione, la segnalazione e l'analisi di near miss, eventi avversi ed eventi sentinella; - modalità e procedure per la comunicazione agli utenti e/o familiari degli eventi avversi. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza dell'identificazione dei fattori causali e/o contribuenti degli eventi segnalati attraverso le metodologie di analisi disponibili in letteratura (Root cause analysis, audit, ecc.) e azioni sistematiche di verifica della sicurezza che prevedono il coinvolgimento multidisciplinare e multiprofessionale degli operatori e la predisposizione in seguito all'indagine condotta di piani di azione e relativi indicatori di monitoraggio; il personale implementa le azioni previste e codificate dalle procedure per la comunicazione agli utenti e/o familiari degli eventi avversi. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio (relazione tra il numero di eventi e le dimensioni della struttura) e della valutazione dell'applicazione delle procedure di segnalazione e gestione dei near miss, eventi avversi ed eventi sentinella; vi è evidenza del monitoraggio dell'applicazione degli strumenti utilizzati per la prevenzione del rischio e degli eventi avversi; l'organizzazione divulga agli operatori, almeno una volta l'anno, i risultati delle analisi sulle segnalazioni rilevate; vi è evidenza del monitoraggio dei piani di azione scaturiti dall'applicazione delle metodologie reattive e proattive di analisi dei rischi. ### Fase 4: Miglioramento della qualità I dati del monitoraggio sono utilizzati per studiare le aree target per la gestione del rischio e vi è evidenza dell'implementazione di cambiamenti nella struttura e nei processi a seguito di eventi avversi, garantendo che il personale competente e gli altri gruppi di professionisti traggano insegnamento dall'esperienza; vi è evidenza della valutazione dell'efficacia delle azioni correttive e preventive implementate. ## Requisito 6.4 Strategie per la produzione e diffusione di buone pratiche e il coinvolgimento degli utenti ### Campo d'applicazione Intera struttura ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha definito, formalizzato e diffuso politiche e procedure per la partecipazione e il coinvolgimento degli utenti ai processi di gestione del rischio. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza dell'identificazione e dell'applicazione di soluzioni innovative per la sicurezza in ambiti specifici di attività; vi è evidenza della produzione e diffusione di buone pratiche; vi è evidenza della messa in atto di politiche e procedure per il coinvolgimento e la partecipazione degli utenti ai processi di gestione del rischio. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio e della valutazione periodica da parte della Direzione dell'implementazione delle buone pratiche e delle soluzioni innovative adottate per la sicurezza in ambiti specifici di attività; l'organizzazione effettua il monitoraggio dell'applicazione e dell'efficacia delle procedure per il coinvolgimento degli utenti e valuta il grado di partecipazione degli utenti ai processi di gestione del rischio. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate e sulla base delle informazioni, la Direzione effettua una valutazione delle priorità ed individua e implementa specifiche azioni correttive e preventive. Controlla, altresì, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati (vedi requisito 7.1).
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7° Criterio/fattore di qualità – PROCESSI DI MIGLIORAMENTO E INNOVAZIONE
"Il governo delle azioni di miglioramento, dell'adozione di innovazioni tecnologiche ed organizzativo– professionali e la facilitazione della ricerca clinica e organizzativa esprimono la capacità della organizzazione di adattarsi a contesti nuovi assumendo comportamenti fondati eticamente, professionalmente adeguati, socialmente accettabili e sostenibili" Per corrispondere a tale criterio, ogni Laboratorio dovrà documentare che siano soddisfatti i requisiti che evidenzino: - Progetti di miglioramento; - Applicazione di modalità di valutazione delle tecnologie in uso o da acquisirsi; - Adozione di iniziative di innovazione tecnico-professionale e organizzativa. ## Requisito 7.1 Progetti di miglioramento ### Campo d'applicazione Intera struttura ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha individuato un responsabile deputato alla gestione della qualità e ha definito, formalizzato e diffuso a tutto il personale il programma aziendale per il miglioramento della qualità che include le specifiche risorse, i ruoli e le responsabilità, la valutazione e la misurazione dei risultati conseguiti e degli esiti attraverso l'utilizzo di indicatori, la comunicazione periodica delle informazioni, la formazione; La struttura ha un processo per valutare le aree prioritarie di intervento per il miglioramento della qualità e della sicurezza. La Direzione ha formalizzato i piani di azione e ha individuato i relativi indicatori per il monitoraggio del miglioramento della qualità nelle aree prioritarie di intervento. I piani di azione sono caratterizzati almeno dai seguenti elementi: - obiettivi specifici per ciascun intervento; - cronoprogramma delle attività; - responsabilità; - risorse; - responsabilità e modalità per il monitoraggio degli obiettivi. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza che il programma di miglioramento della qualità è integrato al piano di gestione del rischio e alla formazione; vi è evidenza della messa in atto del: - programma aziendale per il miglioramento della qualità e dei piani di azione che lo caratterizzano, relativi agli interventi individuati come prioritari nelle aree dove la qualità misurata non raggiunge gli obiettivi prefissati; - programma per l'educazione e la formazione di tutto il personale sui temi legati alla qualità e al miglioramento continuo delle prestazioni. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio dell'efficacia del programma aziendale per il miglioramento della qualità e dei piani di azione che lo caratterizzano. L'efficacia viene rivalutata sulla base di una periodicità definita attraverso l'utilizzo di indicatori che consentono di valutare che i risultati e gli esiti ottenuti rispettino gli obiettivi prefissati; - i risultati legati alla qualità delle prestazioni sono comunicati al personale e vengono messi a disposizione degli utenti; - vi è evidenza della valutazione dell'efficacia dei programmi di educazione e formazione sui temi legati alla qualità e al miglioramento. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base del programma aziendale e dei dati di monitoraggio sono stati individuati specifici piani di azione per il miglioramento della qualità nell'organizzazione. I piani di azione riflettono le priorità dell'organizzazione in base ai risultati conseguiti. ## Requisito 7.2 Esistenza e applicazione di modalità di valutazione delle tecnologie in uso o da acquisirsi ### Campo d'applicazione Intera struttura ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione L'organizzazione ha formalizzato e diffuso procedure per la selezione, acquisizione, allocazione e valutazione dei reagenti, delle apparecchiature, dei sistemi informatici attraverso la metodologia propria del HTA. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della messa in atto di procedure per la selezione, acquisizione, allocazione e valutazione delle tecnologie finalizzate all'adeguamento alle norme tecniche e all'eventuale disponibilità di nuove apparecchiature. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio dell'applicazione dei processi di valutazione delle tecnologie. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità ed individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento delle modalità di selezione, acquisizione, allocazione e valutazione delle tecnologie in uso o da acquisirsi; controlla, inoltre, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati. ## Requisito 7.3 Adozione di iniziative di innovazione tecnico-professionale e organizzativa ### Campo d'applicazione Intera struttura sanitaria ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito e formalizzato procedure per la rilevazione dei fabbisogni emergenti e delle innovazioni tecnologiche e organizzative. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza della messa in atto di procedure per la rilevazione dei fabbisogni emergenti e delle innovazioni tecnologiche e organizzative; vi è evidenza del coinvolgimento del personale nel processo di adozione delle innovazioni tecnico-professionali e organizzative. ### Fase 3: Monitoraggio vi è evidenza del monitoraggio dell'applicazione dell'intero percorso dell'innovazione-valutazione-adozione. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità ed individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento del processo di adozione, realizzazione e valutazione delle innovazioni tecnico- professionali e organizzative. Controlla, altresì, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati.
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8° Criterio/fattore di qualità –UMANIZZAZIONE
"L'impegno a rendere gli spazi orientati quanto più possibile alla persona, considerata nella sua interezza fisica, sociale e psicologica è, un impegno comune a tutti i laboratori" Per corrispondere a tale criterio ogni Laboratorio dovrà documentare che siano soddisfatti i requisiti che evidenzino: - programmi per l'umanizzazione e la personalizzazione delle attività ## Requisito 8.1 Programmi per l'umanizzazione e la personalizzazione delle attività ### Campo d'applicazione Intera struttura ### Fase 1: Documenti di indirizzo e pianificazione La Direzione ha definito e formalizzato un piano per lo sviluppo di attività orientate a migliorare l'accessibilità e l'accoglienza degli utenti; la Direzione ha definito e formalizzato specifici requisiti riguardanti il comfort delle aree dedicate al personale e delle aree di attesa per accompagnatori e visitatori. ### Fase 2: Implementazione Vi è evidenza dell'implementazione da parte dell'organizzazione e del personale di attività orientate a migliorare l'accoglienza tenendo conto delle differenti esigenze degli utenti relative all'età, al genere e a particolari condizioni di salute e di fragilità fisica e psicologica, tenendo conto delle specificità religiose, etniche e linguistiche, nel rispetto della dignità degli utenti; vi è evidenza dell'implementazione di interventi per l'accesso agevolato alle prestazioni, della semplificazione degli adempimenti amministrativi ed è assicurata un'informazione tempestiva e trasparente. ### Fase 3: Monitoraggio Vi è evidenza del monitoraggio dell'efficacia delle iniziative orientate a migliorare l'accoglienza e l'accessibilità. ### Fase 4: Miglioramento della qualità Sulla base delle analisi effettuate e delle criticità riscontrate, la Direzione effettua una valutazione delle priorità ed individua e implementa specifiche azioni per il miglioramento della personalizzazione dell'assistenza. Controlla, altresì, che le azioni intraprese abbiano raggiunto i risultati desiderati (vedi requisito 7.1).
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1. QUADRO GENERALE
## 1.1 Indirizzo strategico Il Programma Operativo 2022-2025 è il quinto da quando la Regione Calabria è in regime di commissariamento, sottoscritto con l'accordo per il Piano di Rientro nel rispetto delle direttive e sotto la sorveglianza dei Ministeri competenti ed il primo, con la peculiarità di prevedere quanto riportato dall'art. 6 del Decreto Legge del 10 novembre 2020 n. 150. La proposta di Piano attuale, pur proseguendo la programmazione del precedente triennio 2019- 2021 (DCA 57/2020) in relazione ad alcuni aspetti non realizzati tiene conto dello scenario del tutto mutato per la sopravvenienza dell'evento pandemico da Covid-19, ancora oggi incombente e che rischia di trasformarsi in un fatto endemico, con il quale, quindi, confrontarsi ancora nel tempo. In relazione a quanto sopra, la Regione Calabria ha adeguato la propria legislazione sanitaria in linea alla normativa nazionale, mediante l'adozione di appositi provvedimenti tra cui, per ultimo, la proposta di Programma Operativo gestione emergenza Covid. Pertanto, al decision maker si impongono una serie di riflessioni nell'impostazione di un programma sanitario appropriato/adeguato a sostenere il post-Covid, tenendo in considerazione i nuovi scenari imposti dalla patologia pandemica e delle refluenze negative sulla salute della popolazione rispetto a patologie considerate fino a qualche tempo fa sotto controllo che hanno ripreso corpo per effetto della riduzione delle prestazioni nei diversi setting assistenziali (ricoveri ordinari, diurni, attività ambulatoriali, etc.). Tali argomentazioni trovano conferma nei documenti delle diverse istituzioni governative e scientifiche e nei rapporti sul coordinamento della finanza pubblica dell'ultimo biennio. In presenza di questo scenario è essenziale che il Programma Operativo valorizzi tre componenti fondamentali per l'organizzazione quali: (i) le Persone, Formazione, Change Management, (ii) i Sistemi Informativi, e (iii) l'attuazione del Programma Operativo. #### Le Persone, Formazione, Change Management Per consentire un effettivo sviluppo di competenze occorre programmare adeguati percorsi formativi orientati al change management che passino necessariamente anche attraverso un virtuoso utilizzo del turnover generazionale e consentendo l'ingresso di professionalità che siano motivate verso metodi di lavoro e tecnologie innovative. Tale aspetto riguarda non solo l'ambito amministrativo-gestionale fortemente depauperato in termini quali-quantitativi ma anche e soprattutto l'ambito sanitario, laddove l'attrattività del sistema è fortemente legata alla capacità dei professionisti delle diverse discipline di fornire prestazioni sanitarie al passo con i tempi e in continuo aggiornamento. Pertanto, bisogna prevedere ed incentivare col presente Programma Operativo l'utilizzo di forme assunzionali, consentite dalla normativa vigente, che tengano conto dell'effettiva e dimostrata esperienza professionale, per un miglioramento dell'offerta sanitaria, in termini di erogazione dei LEA, così riducendo quanto più possibile i fenomeni di migrazione che, allo stato, rappresentano i principali punti di criticità del SSR. #### Sistemi Informativi L'esito del Programma Operativo, ma in generale di una buona programmazione sanitaria, dipende, inoltre, dal funzionamento di un efficiente Sistema Informativo Regionale (SEC-SISR) ed aziendale che, ad oggi, presenta forti criticità. Pur trovandoci, infatti, in presenza di un sistema informativo rinnovato e con ampi margini di implementazione, occorre superare la logica della frammentazione delle competenze tra i livelli regionali e, a sua volta, con il livello aziendale. Per il raggiungimento di tale obiettivo occorre procedere ad una condivisione all'interno del macrosistema regionale, accompagnata da percorsi informativi e formativi all'interno delle Aziende Sanitarie per rendere omogenea l'interazione operativa finalizzata ad una regolare produzione di flussi e dati collegati alle attività sanitarie e quanto mai indispensabili per un corretto controllo di gestione basilare nell'adozione di tutte le "buone pratiche" in termini di attività corrente e di programmazione. #### Attuazione del Programma Operativo Per superare le criticità descritte in premessa, è quanto mai necessario garantire continuità alla governance regionale ed aziendale, consentendo unitarietà e condivisione d'azione nelle sue diverse componenti così da evitare spezzettamenti afinalistici. Tale indispensabile condizione è l'unica che può consentire una realizzazione degli obiettivi e delle azioni del Programma Operativo in tempi realistici. ## 1.2 Contesto regionale demografico e sanitario ### 1.2.1 Contesto territoriale e demografico La Calabria si estende su una superficie di 15.080,27 Km², con una netta prevalenza nel proprio ambito di aree montuose e collinari: la montagna si estende, infatti, per circa il 40% del territorio che, per un altro 50%, è di tipo collinare; la pianura occupa solamente il 10% della superficie regionale. La popolazione residente, al 1º gennaio 2021, è pari a 1.877.728, in lieve calo rispetto all'anno precedente (1.894.110) e rappresenta il 3,17% della popolazione italiana alla stessa data. Gli over 65enni, pari a 424.750, rappresentano il 22,6%, mentre i giovani rappresentano il 12,9% della popolazione residente. #### Il disagio geo-morfologico La Regione ha caratteristiche geo morfologiche di particolare difficoltà che contribuiscono allo svantaggio socioeconomico e allo spopolamento. La DGR 215 del 05/06/2018 ha aggiornato la strategia delle aree interne classificando 324 Comuni tra quelli riconosciuti a livello nazionale (58) e quelli classificati a livello regionale (266) con una popolazione interessata di quasi un milione di abitanti. Lo studio recato dalla DGR afferma che "appare evidente che la tenuta demografica e socio- economica dell'estesa porzione di territorio calabrese classificabile come marginale e in spopolamento (nelle diverse gradazioni dei fenomeni) dipende anche dalle politiche pubbliche che, ai diversi livelli amministrativi e istituzionali (comunitario, nazionale, regionale, locale), si è in grado di definire, costruire e realizzare, in un quadro integrato e coerente d'azione pubblica e di mobilitazione delle capacità dei territori". Altro elemento caratterizzante la regione Calabria riguarda lo svantaggio sociale ed economico della popolazione calabrese riferibile, ad esempio, alla scarsa istruzione, alla carenza di lavoro e alle condizioni abitative e familiari disagiate, parametri riconducibile all'indice di deprivazione, che da molti studi viene collegato alla maggiore domanda di servizi sanitari, soprattutto a carico del servizio sanitario pubblico. ### 1.2.2 I Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) Sulla base dei dati provvisori per l'anno 2019, considerato l'indicatore complessivo del monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) che riassume in modo aggregato lo stato di adempienza nei vari livelli di assistenza; la qualità dei servizi resi in Calabria risulta essere in peggioramento con un punteggio pari a 125 (162 nel 2018), attestandosi inadempiente secondo la "Griglia" LEA. Nell'anno 2019 si rilevano delle criticità nel livello di assistenza della prevenzione, ed in particolare: - nell'area screening per l'indicatore Proporzione di persone che ha effettuato test di screening di primo livello, in un programma organizzato, per cervice uterina, mammella, colon retto, come già rilevato dal 2012. - nella sanità animale e alimentare per gli indicatori MALATTIE ANIMALI TRASMISSIBILI ALL'UOMO - Efficacia dei controlli ufficiali per il contrasto alla TUBERCOLOSI bovina; MALATTIE ANIMALI TRASMISSIBILI ALL'UOMO - Efficacia dei controlli ufficiali per il contrasto alla BRUCELLOSI ovicaprina, bovina e bufalina; ANAGRAFI ANIMALI - Controlli delle popolazioni animali per la prevenzione della salute animale ed umana; CONTAMINANTI NEGLI ALIMENTI DI ORIGINE VEGETALE. Per il livello di assistenza distrettuale, le criticità sono relative all'indicatore: - Percentuale di anziani ≥ 65 anni trattati in ADI Per l'assistenza ospedaliera è critico l'indicatore: - Percentuale parti cesarei primari in maternità di I livello o comunque con <1.000 parti. Il punteggio molto basso e in peggioramento rispetto all'anno precedente è dovuto in particolar modo alle carenze informative quali l'insufficienza della qualità dei flussi informativi STS.24, HSP.12 e HSP.13 e della copertura del flusso informativo CEDAP. ## 1.3 La mobilità ospedaliera extraregionale La complessità del fenomeno della mobilità suggerisce di analizzare motivazioni o le circostanze che conducono alla scelta di ricevere assistenza sanitaria in un territorio differente da quello di appartenenza. A tal fine, per l'analisi della mobilità sanitaria è stato necessario suddividere le principali in due macro categorie: evitabile ed accettabile. Inoltre, al fine di non sovrastimare il fenomeno della mobilità, sono stati esclusi dalle SDO tutti quei ricoveri caratterizzati da mobilità apparente (riferita ai domiciliati fuori regione), da mobilità per nido o casuale. L'area relativa alla mobilità accettabile è composta dai ricoveri per i quali la mobilità interregionale si rende necessaria per l'alta specializzazione delle cure richieste, nello specifico è composta dai ricoveri caratterizzati da DRG ad "alta complessità". Fanno parte di questo gruppo i ricoveri di mobilità di prossimità "in assenza di offerta" ovvero quei ricoveri eseguiti in regioni di prossimità in strutture che distano dalla residenza del paziente in misura <= a 50 km e raggiungibili in 60 minuti in quanto le strutture della regione di residenza si trovano ad una distanza superiore. L'area mobilità evitabile è relativa ai casi di ricoveri effettuati fuori regione per ottenere prestazioni disponibili anche sul territorio di residenza, ma che i pazienti per motivazioni diverse scelgono di eseguire fuori regione. L'area della mobilità evitabile viene a sua volta suddivisa in tre livelli: mobilità di media/bassa complessità, mobilità inappropriata che fa riferimento a ricoveri in regime ordinario con almeno un DRG ad alto rischio di inappropriatezza, mobilità di prossimità relativa a ricoveri entro 50 Km e 60 minuti tra il comune di residenza e la struttura di ricovero e infine, tutto ciò che non può essere inserito nelle determinanti precedentemente descritte viene etichettato come Di seguito si riportano i dati di mobilità passiva, anno 2017, 2018, 2019, di residenti della regione Calabria, distinti per le tipologie sopradescritte. #### Determinanti della mobilità passiva Il valore della mobilità che si andrà ad analizzare è pari, per l'anno 2019, a 157.560.450 euro e fa riferimento alle aree della mobilità accettabile (56.796.342 euro) e della mobilità evitabile (100.764.108 euro). #### Distribuzione della mobilità per DRG ad alta complessità e primi 20 DRG Le prime 7 regioni di fuga della mobilità per DRG ad alta complessità rappresentano più del 90% del totale. La regione Lombardia assorbe più del 30% della fuga per alta complessità. Nel triennio si evidenzia una leggera diminuzione dei volumi ma si osserva anche una crescente attrazione verso strutture private che rappresenta più del 60% del totale dei ricoveri. L'approfondimento sui primi 20 DRG, effettuato su l'anno 2019, evidenzia che il primo motivo clinico "Sostituzione di articolazioni maggiori o reimpianto degli arti inferiori" rappresenta il 15% del totale dei ricoveri eseguiti nel 82% dei casi in strutture private. È importante sottolineare come il rapporto tra i volumi in fuga e la produzione interna, per singolo DRG, sia sempre inferiore a 1 confermando che la regione Calabria offre ai propri residenti anche prestazioni di alta complessità. #### Distribuzione della mobilità di prossimità in assenza di servizi e primi 10 DRG I volumi di questa tipologia di mobilità sono molto bassi e nel triennio si osserva significativa diminuzione; nel 2019 rappresentano poco più dell'1% del totale dei ricoveri. Nel periodo di analisi la principale regione di fuga della mobilità di prossimità in assenza di servizi è la Basilicata. L'approfondimento sui primi 10 DRG, effettuato su l'anno 2019, evidenzia una forte frammentazione dei DRG erogati. #### Distribuzione della mobilità di media/bassa complessità Le prime 7 regioni di fuga della mobilità per DRG di bassa/media complessità rappresentano circa l'85% del totale. La regione Lazio assorbe quasi il 30% per tale tipologia di ricoveri. Nel triennio non si evidenziano significative variazioni nei volumi; il ricorso alle strutture private rappresenta circa la metà del totale dei ricoveri. L'approfondimento sui primi 20 DRG, effettuato sull'anno 2019, evidenzia che il primo motivo di fuga è rappresentato dagli "Interventi su utero e annessi non per neoplasie maligne senza CC" 1150 casi a fronte di una produzione interna di 2953 ricoveri. In questo gruppo di ricoveri appare particolarmente inadeguata l'offerta della regione per i ricoveri dei "Disturbi mentali dell'infanzia" che nel 57% dei casi viene soddisfatta dalla regione Lazio (Ospedale Pediatrico Bambino Gesù). Ma ancora più alto è il rapporto tra i volumi in fuga e la produzione interna per "Altri interventi sull'apparato riproduttivo femminile" pari a 8,80. In questo caso, la regione di fuga è principalmente la Lombardia (96% dei casi) e le strutture di attrazione sono private accreditate nell'85% dei ricoveri. #### Distribuzione della mobilità di DRG inappropriati Le prime 9 ragioni di fuga della mobilità per DRG inappropriati rappresentano più del 90% del totale. La regione Lazio assorbe quasi il 25% per tale tipologia di ricoveri. Nel triennio si rileva una lieve tendenza alla diminuzione dei volumi; il ricorso alle strutture private rappresenta circa la metà del totale dei ricoveri. L'approfondimento sui primi 20 DRG, effettuato sull'anno 2019, evidenzia che il primo motivo di fuga è rappresentato dagli "Altre diagnosi del sistema muscolo-scheletrico e del tessuto connettivo" 810 casi a fronte di una produzione interna di 1277 ricoveri. Da evidenziare la fuga per prestazioni di Radioterapia in regime di ricovero ordinario pari a 253 casi (erogati nel 38% dalla Sicilia e nel 22% dalla Toscana) con il rapporto tra i volumi in fuga e la produzione interna pari a 42,17. #### Distribuzione della mobilità di prossimità non accettabile I volumi di questa tipologia di mobilità sono bassi e nel triennio si osserva significativa diminuzione; nel 2019 rappresentano circa il 3% del totale dei ricoveri. Nel periodo di analisi la principale regione di fuga della mobilità di prossimità, non giustificata per la presenza di una adeguata offerta, è la Sicilia. L'approfondimento sui primi 20 DRG, effettuato su l'anno 2019, evidenzia una forte frammentazione dei DRG erogati. #### DRG con dettaglio dell'Indice di Attrattività dell'Operatore (IAO) Nella tabella 7 vengono riportati i DRG per i quali si rileva l'indice di attrattività dell'operatore più alto. In particolare, l'IAO analizza la proporzione dei ricoveri chirurgici nelle regioni di fuga effettuati da chirurghi che operano anche nella regione di residenza del paziente sul totale dei ricoveri chirurgici effettuati fuori regione per singolo DRG. Questo indicatore misura il grado di offerta "indotta" dall'operatore sulla base del rapporto di fiducia con il paziente. Nel caso degli "Interventi su rene e uretere, non per neoplasia senza CC" si evidenzia che nel 90% gli interventi effettuati in fuga, nelle strutture della Sicilia, il chirurgo è lo stesso che ha eseguito l'analogo intervento in strutture della regione Calabria. Medesimo fenomeno da segnalare per i DRG 264, 049,114 e 308. La Regione sulla base dell'articolo 1, comma 492, della legge n. 178/2020 (legge di bilancio 2021) provvederà ad avviare interlocuzioni con le Regioni con maggiore mobilità passiva ai fini della sottoscrizione degli accordi per la gestione della mobilità passiva. Si rappresenta che nella programmazione prevista (per come riportato nelle varie sezioni del presente Programma Operativo) le azioni rivolte al rafforzamento delle strutture eroganti, quali le assunzioni di nuovo personale sanitario e la riorganizzazione della rete ospedaliera e territoriale, consentiranno di migliorare la produttività e la qualità dell'offerta sanitaria e incidere sulla mobilità passiva. Obiettivo prioritario della rete ospedaliera e delle reti per patologia è fornire risposte sanitarie di alta qualificazione con particolare rilievo a: - l'identificazione di centri di riferimento per le specifiche patologie oncologiche posti negli ospedali hub in cui concentrare la casistica della chirurgia oncologica senologica, ginecologica, toracica e pneumologia interventistica, addominale - potenziamo e trasformazione in IRCCS del Centro di riferimento emato-oncologico (C.R.E.O.) presso l'AO di Reggio Calabria - l'adeguamento delle Strutture autorizzate al trapianto di Cosenza e Reggio Calabria - l'assistenza al trauma maggiore, compresa chirurgia ortopedica delle fratture di bacino e attivazione della radiologia interventistica periferica - il potenziamento dell'offerta di ortopedia negli ospedali spoke. L'approvazione da parte della regione di 6 percorsi PDTA oncologici, realizzata nell'anno 2022, è propedeutica all'attivazione di iniziative che consentiranno la presa in carico del paziente oncologico e faciliteranno il contenimento delle fughe verso altre regioni. Altro obiettivo è quello di tendere al recupero consistente della mobilità evitabile. In particolare, dall'analisi sopra riportata si prevede il recupero del 25% della mobilità evitabile (pari a circa 25 milioni su 100.764.108 euro) nell'anno 2023 e del 40% (pari a circa 40 milioni) nell'anno 2024. A tal fine occorrerà sottoscrivere Accordi di mobilità con altre regioni particolarmente attrattive per i pazienti calabresi. In tali Accordi bisognerà stabilire le modalità di remunerazione e di gestione dei DRG inappropriati in regime di ricovero; parallelamente sarà dato ai Direttori generali delle Aziende regionali un obiettivo di incremento della produzione locale per tali DRG. Una particolare attenzione sarà posta ai ricoveri fuori Regione per prestazioni cd "salva vita" tra cui quelle di Radioterapia e chemioterapia. Per queste prestazioni occorre procedere in parallelo al potenziamento del servizio pubblico regionale, garantendo l'erogazione delle prestazioni di radioterapia h 12 su 6 giorni settimanali e la definizione di linee di indirizzo per l'erogazione delle medesime prestazioni da parte del privato accreditato. Con DCA 91/2022 si è proceduto alla "Riqualificazione e ammodernamento tecnologico dei servizi di radioterapia oncologica di ultima generazione nelle Regioni del Mezzogiorno". A partire dall'anno 2025 si stima un recupero pari a 50 milioni per effetto delle azioni sopra descritte, sia sulla mobilità accettabile sia su quella evitabile. A decorrere dal 2025 infatti si dispiegheranno gli effetti delle seguenti azioni: - assunzione del personale dedicati alle 'attività di ortopedia e di chirurgia oncologica presso gli HUB regionali che consentirà di incrementare la produzione e la attrattività dei presidi regionali; - la piena attivazione dei PO di Praia a Mare e Trebisacce posti ai confini nord della Regione Calabria e gli accordi di confine consentiranno di recuperare la mobilità di prossimità attraverso una implementazione e rafforzamento dell'offerta sanitaria regionale nella bassa e media complessità; - considerato che la migrazione sanitaria in età pediatrica, che comprende sia le patologie più complesse ma anche ricoveri di natura ordinaria, è pari a un totale di 13.000 prestazioni erogate fuori Regione di cui 7.000 cioè oltre il 50% sono state erogate presso l'Ospedale Bambino Gesù e che dalla tabella di mobilità risulta per l'anno 2021 un valore di circa 12 milioni di mobilità passiva verso il medesimo istituto con il DCA 115/2022 è stato approvato il progetto per "l'Istituzione e rafforzamento di una rete pediatrica multidisciplinare per conseguire il miglioramento delle attività pediatriche prestate nella Regione Calabria e per la riduzione della migrazione sanitaria dei piccoli pazienti verso altre regioni" a cui si darà attuazione; si darà inoltre seguito al protocollo istituzionale tra l'Ospedale Bambin Gesù e la Regione. ## 1.4 Gli obiettivi del Programma Operativo Il Programma Operativo 2022-2025 si pone l'obiettivo di portare il Sistema Sanitario della Regione Calabria alla completa erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza nel rispetto dell'equilibrio economico, adeguando l'organizzazione dei servizi alle innovazioni previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). L'analisi del fabbisogno assistenziale e la conseguente articolazione ai vari livelli si basa, essenzialmente, sull'individuazione di obiettivi determinati e contestualizzati; prevedendone le azioni e l'impatto delle specifiche manovre di intervento; così da indirizzare gli stakeholder in una giusta prospettiva, rivelando la congruità delle misure previste in termini quali-quantitativi; coerentemente con i vincoli normativi e finanziari. Nell'ottica di rispondere al bisogno di salute dei cittadini e garantire un percorso assistenziale integrato a livello territoriale, il Piano si propone di realizzare la continuità della presa in carico del paziente nelle diverse fasi, dalla prevenzione all'assistenza ospedaliera e territoriale. Per definire una stima della copertura del bisogno assistenziale, bisogna ricostruire attraverso le informazioni disponibili, una stima dei fabbisogni che emergono all'interno della popolazione residente attraverso anche la misurazione dei principali indicatori sviluppati ai vari livelli e parametri di riferimento resi disponibili a livello nazionale. La "persona al centro", concetto che negli ultimi anni rappresenta la chiave di volta degli interventi assistenziali e sociosanitari. In questa ottica e tenuto conto dei profondi cambiamenti verificatisi occorre intervenire, coerentemente al PNRR nelle diverse fasi dell'assistenza migliorando, pertanto, i servizi erogati a livello territoriale ed ospedaliero. In buona sostanza, gli assi portanti e le priorità di questo Piano sono: (i) il potenziamento dell'assistenza territoriale nelle sue diverse declinazioni; (ii) la piena attuazione della rete ospedaliera diversificata in centri Hub & Spoke, delle reti tempo-dipendenti e dei relativi trasporti sanitari. Tale configurazione deve essere supportata da strutture edili, tecnologiche ed informatiche adeguate ai tempi. Il raggiungimento degli obiettivi indicati secondo i cronoprogrammi riportati costituisce obiettivo dei Commissari straordinari, dei Direttori amministrativi e dei Direttori Sanitari delle Aziende sanitarie, nonché, per il tramite delle procedure interne a queste ultime, dei dirigenti interessati. ## 1.5 La struttura descrittiva del Programma Operativo Il Programma Operativo si articola di seguito con l'individuazione degli obiettivi prioritari connessi alle criticità del SSR. Per ogni obiettivo, la struttura elaborata nel presente documento descrive: - Una sintesi dello stato di attuazione. - Una descrizione degli obiettivi 2022 – 2025. - L'articolazione delle azioni volte al raggiungimento degli obiettivi. - Gli indicatori di risultato previsti e le tempistiche di realizzazione. - Le strutture regionali/aziendali che hanno il compito di realizzare/coordinare le azioni per il raggiungimento degli obiettivi.
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2. GOVERNANCE DEL PROGRAMMA OPERATIVO 2022-2025
## 2.1. Individuazione e organizzazione delle strutture responsabili della gestione del Programma Operativo: Commissario ad Acta, Dipartimento, Aziende L'attuazione del Programma Operativo impone la chiara individuazione degli attori coinvolti, la catena delle responsabilità, i meccanismi di coordinamento, le modalità di monitoraggio e valutazione degli obiettivi perseguiti La Regione Calabria assume, attraverso il Commissario ad acta, il ruolo di policy maker delineando l'indirizzo sulle politiche generali del Sistema Sanitario Regionale. Il mandato del Commissario è definito dalla deliberazione del CDM del 4 novembre 2021 per come integrata dalla deliberazione del 23 dicembre 2021. La responsabilità dell'attuazione del Programma Operativo di prosecuzione del Piano di Rientro è del Commissario ad Acta che si avvale del supporto del Dipartimento Tutela della Salute e Servizi Sociali e Socio Sanitari. La legge 181/2020 prevede: - All'articolo 1, comma 4, che il Commissario ad acta si avvale dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (AGENAS) che fornisce supporto tecnico e operativo. - All'articolo 5, comma 1 che il Commissario ad acta può avvalersi del Corpo della Guardia di finanza per lo svolgimento di attività dirette al contrasto delle violazioni in danno degli interessi economici e finanziari connessi all'attuazione del piano di rientro dai disavanzi del Servizio sanitario nella Regione e del ((programma operativo per la gestione dell'emergenza da COVID-19)) previsto dall'articolo 18 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27. L'articolo 16-septies, al comma 2, del decreto legislativo 146/2021 "in ottemperanza alla sentenza della Corte costituzionale n. 168 del 23 luglio 2021 e al fine di concorrere all'erogazione dei livelli essenziali di assistenza, nonché' al fine di assicurare il rispetto della direttiva europea sui tempi di pagamento e l'attuazione del piano di rientro dei disavanzi sanitari della Regione Calabria" prevede inoltre che: - Agenas assegni il contingente di 40 unità di personale (di cui al comma 1) a supporto del commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dai disavanzi sanitari della Regione Calabria fino al 31 dicembre 2024. - Al fine di supportare le funzioni delle unità operative semplici e complesse, comunque denominate, deputate al processo di controllo, liquidazione e pagamento delle fatture, sia perla gestione corrente che per il pregresso, previa circolarizzazione obbligatoria dei fornitori sul debito iscritto fino al 31 dicembre 2020, è autorizzato a reclutare, sulla base dei fabbisogni di personale valutati e approvati dal commissario ad acta, fino a 5 unità di personale non dirigenziale, categoria D, con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato di durata non superiore a trentasei mesi, esperte nelle predette procedure e dotate dei previsti requisiti formativi; - la Guardia di finanza, nell'ambito delle proprie funzioni, collabora con le unità operative semplici e complesse deputate al monitoraggio e alla gestione del contenzioso, disponendo l'impiego di un contingente di 5 ispettori per ciascuno degli enti del servizio sanitario della Regione Calabria. - al fine di garantire la piena operatività delle attività proprie della gestione sanitaria accentrata(GSA) del servizio sanitario la Regione Calabria, nel rispetto dei vincoli assunzionali previsti dalla normativa vigente e a valere sulle risorse del proprio bilancio, è autorizzata, per la gestione della predetta GSA, al reclutamento con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato, di durata non superiore a trentasei mesi, di 1 unità di personale dirigenziale e di 4 unità di personale non dirigenziale da inquadrare nella categoria D. Il menzionato contingente di personale può essere integrato, a valere sulle risorse del bilancio della Regione Calabria, da un massimo di cinque esperti o consulenti Il Dipartimento ha il compito di attuare le linee di indirizzo definite dal Commissario ad Acta, attraverso strumenti di programmazione sanitaria, definendo gli obiettivi e i programmi da attuare. Il Dipartimento monitora, controlla e verifica l'attuazione delle indicazioni fornite alle Aziende Sanitarie regionali. Il Dipartimento si compone dei settori che costituiscono la struttura operativa e sono coordinati dalla Direzione Generale Il nuovo modello di Governance prevede l'istituzione dell'ente di governance della sanità calabrese denominato "Azienda per il Governo della Sanità della Regione Calabria – Azienda Zero" (legge regionale n. 32 del 15 dicembre 2021 e s.m.i.). Visto il parere dei Ministeri affiancati si procederà alla modifica/integrazione della legge regionale. Con i DD.CC.AA. n. 60 e n. 61 del 24/5/2022 è stato disciplinato il funzionamento e l'attuazione di Azienda Zero ed è stato nominato il Commissario Straordinario di Azienda Zero. Visto il parere dei ministeri affiancati si procederà con il recepimento delle osservazioni formulate. Obiettivo del Commissario ad Acta è quello di procedere ad un potenziamento della struttura amministrativa regionale di supporto alla struttura commissariale, anche sulla base di quanto previsto dall'articolo 16 septies del dl 146/2021. Per alcuni settori si è già provveduto nell''attribuzione degli incarichi dirigenziali: - Settore n. 3 "Assistenza Farmaceutica – Assistenza Integrativa e Protesica – Farmacie Convenzionate – Educazione all'Uso Consapevole del Farmaco". - Settore n. 6 "Programmazione dell'Offerta Ospedaliera e Sistema delle Emergenze-Urgenze". - Settore n. 8 "Bilancio SSR – Monitoraggio dell'Andamento Economico delle Aziende Sanitarie – Controllo di Gestione – Patrimonio". La realizzazione di un Programma Operativo così complesso, oltre alla riorganizzazione del Dipartimento, e all'avvio di Azienda Zero richiede necessariamente la ridefinizione delle modalità di funzionamento che non possono prescindere dalla volontà di perseguire una forte e concreta integrazione tra l'Organo Commissariale, il Dipartimento/Azienda Zero e le Direzioni Generali delle Aziende Sanitarie. A regime, il Dipartimento, dunque, insieme ad Azienda Zero saranno sempre di più in grado di coordinare in maniera unitaria e strategica il sistema di erogazione dei servizi sanitari, secondo logiche collaborative e di programmazione centralizzata necessarie per dare risposta adeguata alle esigenze delle aziende e dei cittadini. Ulteriore supporto all'attività di programmazione con riferimento alla sorveglianza epidemiologica e di prevenzione sarà dato dall'istituzione del dell'Osservatorio epidemiologico regionale. Un processo così delicato e determinante ai fini del processo di cambiamento in atto nel Sistema Sanitario Regionale, ha bisogno di una governance forte e di una condivisione delle strategie con i Commissari Straordinari/Direttori Generali delle Aziende e anche un monitoraggio di quanto previsto nel Programma Operativo al fine della sua realizzazione. Il monitoraggio avverrà mediante la misurazione degli indicatori stabiliti per le singole azioni del Programma Operativo, con appositi report, anche mediante incontri specifici tra la Direzione generale del dipartimento/azienda Zero, le direzioni del dipartimento e le direzioni strategiche aziendali. La scheda di monitoraggio sarà opportunamente aggiornata e accompagnata da una dettagliata relazione sarà trasmessa, in occasione delle periodiche verifiche ai Tavoli tecnici di verifica. L'attività inoltre sarà supportata sia da Agenas che dall'Advisor Contabile ## 2.2. Governance dei Flussi Informativi ### 2.2.1 Definizione delle regole di gestione ed utilizzo dei flussi informativi #### Stato di attuazione La Regione Calabria ha approvato, con DPGR 201 del 22 settembre 2011, il documento recante la Direttiva sui Flussi regionali denominata "Sistema Informativo Sanitario – Mappa dei flussi informativi". La continua evoluzione del Sistema Sanitario e la complessità della gestione organizzativa dello stesso, rende necessario fare luce sui processi organizzativi degli attori che operano in tale sistema, chiamati da un lato a governare l'ampia incertezza circa la disponibilità di risorse, da cui la conseguente necessità del contenimento della spesa pubblica, e dall'altro a gestire la trasformazione dello scenario epidemiologico e sociale di riferimento che ha modificato la struttura della domanda di prestazioni sanitarie e reso più complessa l'erogazione dei servizi. Il recente Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) alla missione 6 – Salute, rafforza l'esigenza nella disponibilità dei flussi informativi e sistemi informativi per il monitoraggio delle azioni individuate. Al fine di rafforzare la governance dei flussi informativi è stato predisposto un piano operativo nell'ambito dell'"Accordo quadro, ai sensi del d.lgs. 50/2016 e s.m.i., avente ad oggetto l'affidamento di servizi applicativi e l'affidamento di servizi di supporto in ambito "sanità digitale - sistemi informativi clinico-assistenziali" per le pubbliche amministrazioni del ssn - id 2202 - lotto 6 - pubbliche amministrazioni del SSN - centro – sud" che prevede: - Supporto all'evoluzione e sviluppo dei Sistemi Informativi e Flussi della Regione e Servizi Digitali al Cittadino. #### Obiettivi L'obiettivo principale per il prossimo triennio è il miglioramento del governo dei flussi informativi anche attraverso la definizione di regole di gestione ed utilizzo. #### Azioni Definire le regole di gestione ed utilizzo dei flussi informativi: - Reingegnerizzazione dei processi, con il coinvolgimento degli stakeholder, per i flussi informativi in cui sono state evidenziate criticità sulla base dell'ultima certificazione sulla verifica dei LEA (anno 2019). - Redazione e approvazione del disciplinare tecnico. ### 2.2.2 Ottimizzazione, in termini di completezza, qualità e tempistica dei flussi informativi NSIS #### Stato di attuazione Il Settore n. 10"Gestione SISR – Monitoraggio e implementazione dei flussi sanitari" assicura gli invii al Ministero della Salute di tutti i flussi informativi del NSIS trasmessi dalle Strutture pubbliche e private sanitarie regionali, acquisiti e validati dal Sistema Informativo Sanitario Regionale "SISR". I flussi informativi nella loro complessità, sono attualmente sottoposti a controlli di conformità di qualità e di audit incrociati tra Ministeri e Regione. Tra quelli Ministeriali vi sono i Flussi NSIS, Modelli gestionali e flussi MEF. Un primo livello di coerenza deve sussistere tra i dati NSIS ed i Modelli gestionali in modo tale che il riepilogo dei dati analitici del NSIS non si discosti dai valori sintetici trasmessi attraverso i modelli gestionali. Ciò serve per superare l'attuale divario informativo dovuto agli scarti dei flussi NSIS. Si sottolinea che saranno oggetto di monitoraggio anche i flussi HSP11/11BIS/22 BIS, dei Consumi dei dispositivi medici (cfr par 8) e le Grandi apparecchiature. #### Obiettivi L'obiettivo principale per il prossimo triennio è l'ottimizzazione dei flussi informativi in termini di completezza, qualità e tempistica. #### Azioni Ottimizzazione, in termini di completezza, qualità e tempistica dei flussi informativi NSIS. Creazione di un cruscotto di monitoraggio riguardante lo stato dei flussi in termini di copertura, completezza, qualità e tempistiche, definiti anche dai decreti istitutivi dei singoli flussi, implementato sul Sistema Informativo Regionale (SEC-SISR-AP). L'analisi dei dati permetterà alla Regione di effettuare tutte le valutazioni propedeutiche all'avvio delle procedure di trasmissione dei flussi informativi sul portale Ministeriale NSIS. Si rendono necessari incontri periodici con le Aziende Sanitarie e Ospedaliere. ### 2.2.3 Rafforzamento del ruolo centrale del Dipartimento Tutela della Salute nella gestione dei Flussi Informativi #### Stato di attuazione La Regione con il progetto SEC-SISR (Sanità Elettronica Calabria – Sistema Informativo Sanitario Regionale), ha realizzato le infrastrutture tecnologiche necessarie al riordino dell'organizzazione e delle attività sanitarie, introducendo l'innovazione digitale nel complesso delle procedure e dei flussi informativi tra le strutture sanitarie (in particolare, Regione e Aziende). L'attività di coordinamento e monitoraggio dei flussi informativi inerenti alle aree di competenza specifica dei vari Settori del Dipartimento Tutela della Salute e Servizi Sociali e Socio Sanitari è espletata attraverso il Settore n. 10 "Gestione SISR – Monitoraggio e implementazione dei flussi sanitari – modernizzazione e digitalizzazione sistema della salute - telemedicina". #### Obiettivi L'obiettivo principale è la gestione dei flussi informativi attraverso la costituzione di un Gruppo Tecnico Permanente (GTP) afferente funzionalmente alla Direzione Generale del Dipartimento Tutela della Salute. La funzione principale del GTP è di analizzare e valutare, di concerto con i Settori competenti in materia e per ciascun flusso, gli indicatori relativi agli adempimenti ministeriali e regionali. Gli indicatori sono proposti sulla base delle precedenti azioni svolte dal Settore 11, in termini di completezza e qualità degli stessi. #### Azioni Costituzione di un Gruppo Tecnico Permanente afferente funzionalmente alla Direzione Generale del Dipartimento Tutela della Salute e Servizi Sociali e Socio-Sanitari. Implementazione di un cruscotto di indicatori sentinella sul Sistema informativo regionale, in condivisione tra i Settori. ### 2.2.4 I nuovi flussi informativi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) #### Stato di attuazione Il recente Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), comprende misure volte al rinnovamento e all'ammodernamento delle strutture tecnologiche e digitali esistenti, al potenziamento e alla diffusione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) ed una migliore capacità di erogazione e monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) da realizzare anche attraverso il potenziamento dei flussi informativi sanitari. Le Regioni dovranno adottare 4 nuovi flussi informativi nazionali: - Consultori di Famiglia; - Ospedali di Comunità; - Servizi di Riabilitazione Territoriale; - Servizi di Cure Primarie. #### Obiettivi L'obiettivo principale è il completamento del patrimonio informativo regionale attraverso l'adozione dei nuovi flussi informativi: riabilitazione territoriale, consultori familiari, ospedali di comunità e servizi di assistenza primaria. #### Azioni Analisi volte ad individuare eventuali gap funzionali per i singoli nuovi flussi e pianificazione degli interventi tecnologici ed organizzativi necessari all'adeguamento informativo/funzionale. ## 2.3 Definizione e copertura del fabbisogno di personale del Dipartimento Tutela della Salute e Servizi Socio Sanitari Al fine di garantire la funzione di governo strategico del SSR e il raggiungimento degli obiettivi definiti nel Programma Operativo, si ritiene fondamentale il rafforzamento della struttura di governo del Sistema Sanitario Regionale. L'obiettivo è rafforzare la capacità del Dipartimento Tutela della Salute, Servizi Socio Sanitari e di presidiare tutte le aree indicate nel Programma Operativo 2022-2025, in modo da assicurare una guida alle azioni delle singole aziende e un efficace controllo sui risultati attesi. Le azioni previste dal presente Programma Operativo sono fortemente integrate fra loro nel perseguire l'obiettivo di un migliore utilizzo delle risorse, con risparmio in termini di razionalizzazione della spesa del SSR. Per quanto sopra detto, la dotazione di personale del Dipartimento andrà potenziata così come andranno potenziate le competenze professionali del personale già impiegato dal Dipartimento, sviluppando percorsi formativi coerenti con gli obiettivi del Programma Operativo. Allo stesso tempo, si procederà, in logica di strategic resource management, all'identificazione e al reclutamento di risorse aggiuntive a quelle oggi impiegate per le attività che attualmente risultano scarsamente presidiate, ad esempio ricorrendo a adeguate politiche di reclutamento tramite concorso, comando, utilizzo, etc. #### Obiettivi L'obiettivo principale per i prossimi anni è il potenziamento delle competenze professionali del personale già impiegato e il reclutamento di risorse aggiuntive a quelle oggi impiegate per le attività che attualmente risultano scarsamente presidiate.
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3. GESTIONE DEL PERSONALE
## 3.1 Definizione e copertura del fabbisogno del personale del SSR in linea con gli obiettivi del PO tenuto conto dell'Emergenza epidemiologica COVID-19 Il Programma Operativo 2019-2021 aveva già indicato obiettivi specifici e prioritari nell'ambito della manovra sul personale quali: - la definizione di un fabbisogno standard di personale quale strumento per l'attivazione di un processo strutturato di riqualificazione degli organici da riprogrammare in maniera efficace ed efficiente; - la formazione e lo sviluppo delle risorse umane, per rispondere in modo adeguato all'evoluzione delle competenze necessarie per soddisfare la crescente domanda di servizi sanitari. Gli obiettivi previsti sono stati perseguiti attraverso le azioni di seguito riportate. ### 3.1.1 Elaborazione di una metodologia per la definizione del fabbisogno di personale per le Aziende del SSR Con Decreto Commissariale n. 192 del 20 dicembre 2019 è stata approvata la metodologia per la determinazione del fabbisogno di personale delle Aziende del Servizio Sanitario Regionale, elaborata tenuto conto delle indicazioni contenute nel documento approvato dalla Commissione Salute della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome in data 20 dicembre 2017. Il DCA ha fatto obbligo alle Aziende del Servizio Sanitario Regionale di provvedere alla determinazione del proprio fabbisogno di personale e a predisporre i relativi piani annuali delle assunzioni del personale nel rispetto del tetto di spesa di cui al Programma Operativo 2019-2021, punto B1 - Personale - della Sezione Programmatico. Con i DCA di seguito indicati si è proceduto alla presa d'atto da parte dell'Organo Commissariale dei Piani del Fabbisogno di tutte le Aziende del SSR della Regione Calabria: - ASP RC: DCA n. 69/2020 - AO CS: DCA n. 78/2020 - AO CZ: DCA n. 79/2020 - ASP VV: DCA n. 85/2020 - ASP CZ: DCA n. 89/2020 - ASP KR: DCA n. 101/2020 - AO RC: DCA n. 114/2020 - AOU MD: DCA n. 129/2020 - ASP CS: DCA n. 130/2020 ### 3.1.2 Adeguamento del fabbisogno del personale Nell'arco temporale 2022/2025 si intende aggiornare e rimodulare il fabbisogno di personale tenuto conto della necessità di potenziamento delle specifiche linee di attività previste dal Programma Operativo. L'emergenza Covid ha imposto un rafforzamento immediato della risposta del Servizio Sanitario Regionale alla domanda di salute dei cittadini, impegnando una larga parte di operatori sanitari nell'assistenza ai pazienti Covid soprattutto presso le strutture di Terapia Intensiva, Malattie Infettive e Pneumologia. Il DM 77/22 impone, inoltre, un adeguamento della metodologia per la determinazione dei fabbisogni di personale al nuovo assetto organizzativo, nell'ottica di una crescita strutturale del servizio sanitario regionale attraverso la definizione di nuovi standard organizzativi del personale dedito alle attività erogate dalle aziende sanitarie nei presidi ospedalieri e nel territorio. Nell'anno 2022, con nota circolare prot. n. 88323 del 22 febbraio 2022, è stato avviato l'iter per la ricognizione del fabbisogno di personale teorico, rilevato dalle Aziende del SSR mediante l'utilizzo della metodologia indicata dal DCA 192/2019 e tenuto conto dei dati di produzione relativi agli anni 2019 e 2020. Con successivo DCA n. 113 del 6 settembre 2022, avente ad oggetto "Determinazioni in ordine ai Piani dei Fabbisogni di personale e Piani delle assunzioni nelle Aziende del SSR", nelle more dell'adeguamento dei nuovi standard metodologici, è stato richiesto alle Aziende di formulare i Piani dei Fabbisogni sulla base del DCA 192/2019 e di proporre i Piani delle assunzioni adeguandoli ai dati di produzione riferiti all'anno 2021 e al D.M. 77. Con parere n. 186P/2022 i Ministeri affiancanti hanno espresso parere favorevole subordinatamente alla integrazione nei prospetti di una colonna diretta ad evidenziare la dotazione organica al 31 dicembre 2021, con esclusione del personale reclutato per l'emergenza Covid (da evidenziare con separata colonna), per consentire di differenziare il dato aggregato previsto nella colonna dotazione organica 2022 rispetto alla dotazione organica al 31 dicembre 2021. Con DCA 118 del 3 ottobre 2022 avente ad oggetto "Determinazioni in ordine ai Piani dei Fabbisogni di personale e Piani delle assunzioni nelle Aziende del SSR - modifiche ed integrazioni DCA n. 113 del 06/09/2022" sono state recepite le osservazioni dei Ministeri affiancanti. Il provvedimento ha consentito, nelle more dell'approvazione del nuovo assetto organizzativo del servizio sanitario regionale, di avviare nell'anno 2022 le procedure finalizzate ai reclutamenti a tempo indeterminato di personale e le stabilizzazioni ai sensi dell'art. 1 c. 268 lett. b) della Legge 30 dicembre 2021 n. 234. Sulla base di quanto stabilito con il DCA n.118/2022 le Aziende del servizio sanitario regionale hanno provveduto ad elaborare il piano del fabbisogno teorico sulla base della metodologia di cui sopra e il piano assunzionale. Con i seguenti DCA la Struttura commissariale a preso atto di quanto deliberato dalle aziende sanitarie: - DECRETO - N. 153 DEL 09 NOVEMBRE 2022 "Piani dei Fabbisogni di personale e Piani delle assunzioni nelle Aziende del SSR - Azienda Ospedaliera di Cosenza - Delibera n. 623 del 25/10/2022 avente ad oggetto "Adozione Piano del Fabbisogno anni 2022 - 2024 e Piano Assunzionale anno 2022. Modifica e integrazione DCA 113/2022" - DECRETO - N. 151 DEL 08 NOVEMBRE 2022 "Piani dei Fabbisogni di personale e Piani delle assunzioni nelle Aziende del SSR per l'anno 2022 - Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria - Delibera n. 862 del 27/10/2022 avente ad oggetto "Deliberazioni n. 786 del 20/09/2022 e n. 816 del 6/10/2022. Definizione del fabbisogno teorico di personale dell'Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria e Piano delle Assunzioni per l'anno 2022". Presa d'atto" - DECRETO - N. 150 DEL 08 NOVEMBRE 2022 "Piani dei Fabbisogni di personale e Piani delle assunzioni nelle Aziende del SSR per l'anno 2022 Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia Delibera n. 1530/CS del 26/10/2022 avente ad oggetto "Piano Fabbisogno Personale e Piano Assunzionale 2022 – parziale rettifica Delibera n. 1479 del 19.10.2022" - DECRETO - N. 145 DEL 28 OTTOBRE 2022 "Piani dei Fabbisogni di personale e Piani delle Assunzioni nelle Aziende del SSR - Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro - Delibera n. 1134 del 20/10/2022 avente ad oggetto "Deliberazione n. 1043 del 07/10/2022 – Riproposizione Piano dei Fabbisogni e Piano Assunzionale anno 2022 – presa d'atto della Nota regionale Prot. n. 463765 del 20.10.2022 - DECRETO - N. 135 DEL 18 OTTOBRE 2022 "Piani dei Fabbisogni di personale e Piani delle assunzioni nelle Aziende del SSR - Azienda Ospedaliero Universitaria "Mater Domini" di Catanzaro - Delibera n. 597 del 07/10/2022 avente ad oggetto "Presa d'atto del DCA 118 del 3/10/2022 – Piano dei Fabbisogni di personale 2022 e Piano delle Assunzioni 2022" – presa d'atto" - DECRETO - N. 126 DEL 11 OTTOBRE 2022 "Piani dei Fabbisogni di personale e Piani delle assunzioni nelle Aziende del SSR per l'anno 2022 - Azienda Sanitaria Provinciale di Crotone - Delibera n. 790 del 10/10/2022 avente ad oggetto "Rettifica Delibera n. 770 del 05/10/2022 recante DCA n. 118 del 03/10/2022 – modifica e integrazione determinazione Piano del Fabbisogno di personale e Piano delle assunzioni per l'anno 2022 dell'ASP di Crotone di cui alla Delibera n. 725 del 16/09/2022" - Presa d'atto" - DECRETO - N. 125 DEL 11 OTTOBRE 2022 "Piani dei Fabbisogni di personale e Piani delle assunzioni nelle Aziende del SSR - Azienda Ospedaliera "Pugliese - Ciaccio" di Catanzaro - Delibera n. 727 del 06/10/2022 avente ad oggetto "Approvazione Piano Triennale dei Fabbisogni di Personale (PTFP) 2022/2024 e Piano delle assunzioni 2022 – modifica e integrazione deliberazione n. 683 del 19/09/2022" – presa d'atto" - DECRETO - N. 124 DEL 11 OTTOBRE 2022 "Piani dei Fabbisogni di personale e Piani delle assunzioni nelle Aziende del SSR - Azienda (Burc 229 17/10/2022) Sanitaria Provinciale di Cosenza - Delibera n. 1611 del 06/10/2022 avente ad oggetto "Integrazione e modifica delibera n. 1535 del 16/09/2022 – Piano del Fabbisogno del Personale e Piano Assunzionale 2022" - Presa d'atto". È in corso di approvazione il piano dei fabbisogni e il piano assunzionale già deliberato dl GOM di Reggio Calabria. Si riporta di seguito tabella riepilogativa del fabbisogno complessivo approvato dalla struttura commissariale, con i provvedimenti sopra elencati, sulla base dei piani dei fabbisogni e dei piani assunzionali deliberati dalle Aziende del SSR. Il fabbisogno complessivo del SSR sarà soddisfatto nel triennio di vigenza del P.O. Alla luce dell'articolo 1, comma 4-ter, del decreto legge n. 150/2020, convertito con modificazioni nella legge 30 dicembre 2020, n. 181, che ha previsto per la Regione un contributo di 12 mln di euro a partire dall'anno 2021 per l'assunzione di personale sanitario, si procederà, pertanto, nel percorso di potenziamento delle linee di attività previste dal PO mediante l'ingresso di nuovi professionisti nel SSR. In particolare si rappresenta che tali risorse saranno prioritariamente utilizzate per il reclutamento del personale necessario a rinforzare i settori dell'Emergenza Urgenza, 118, anestesia e rianimazione, chirurgia e ortopedia. ## 3.2 Reclutamento e procedure concorsuali Nelle more della piena operatività di Azienda Zero, risulta prioritario favorire le assunzioni a tempo indeterminato sia a copertura del turnover intervenuto negli ultimi mesi, sia per far fronte ai bisogni emergenti necessari a fronte dell'incremento dell'offerta di posti letto aggiuntivi disposta dai decreti emergenziali, rafforzando la capacità delle strutture ospedaliere calabresi, sia infine per il potenzia- mento delle strutture territoriali prefigurato del PNRR. Sarà pertanto in primo luogo disposto l'obbligo per le aziende sanitarie regionali di consentire, ai sensi dell'art.3, comma 61 della legge 350/2003 e dell'art.4, comma 3 bis del decreto legge 101/2013 come convertito nella legge 125/2013, l'utilizzo da parte delle altre aziende sanitarie delle graduatorie esistenti di concorso pubblico e avviso pubblico, al fine di garantire l'erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza e assicurare, anche nelle more dell'espletamento di ulteriori procedure concorsuali, il reclutamento in primis a tempo indeterminato di tutti i professionisti e operatori necessari. Eventuali rifiuti, comunque eccezionali, dovranno essere motivati in rapporto alla determinazione aziendale di effettuare in tempi brevissimi assunzioni connesse alla programmazione del fabbisogno di personale e al piano pandemico, correlate a vacanze di organico esistenti o all'imminente cessazione del personale in servizio o alle necessità di potenziamento, tenuto conto del numero degli idonei collocati nelle graduatorie. La Struttura Commissariale effettuerà le verifiche in merito al rispetto delle predette indicazioni. È stata, inoltre, creata specifica sezione sul sito del Dipartimento Tutela della Salute e Servizi Socio Sanitari per la pubblicazione di tutte le graduatorie vigenti presso le Aziende del SSR. L'assolvimento del predetto debito informativo e l'osservanza delle disposizioni del presente provvedimento costituiranno elementi di valutazione del Direttore Generale o Commissario Aziendale Verrà inoltre definita una programmazione a livello regionale delle prossime procedure concorsuali finalizzate all'assunzione a tempo indeterminato, in particolare con riferimento ai profili professionali di cui si riscontra maggiore carenza. ## 3.3 Riqualificazione degli organici del SSR e definizione dei percorsi formativi volti al miglioramento delle competenze del personale delle Aziende La Regione proseguirà nelle azioni finalizzate alla riqualificazione degli organici del SSR, attraverso una programmazione efficace ed efficiente delle risorse umane: efficace, perché il fine di una corretta programmazione è quello di consentire alle Aziende di disporre delle risorse adeguate al contesto di riferimento, alla mission aziendale, e nei tempi giusti; efficiente, perché pur nella considerazione di quanto sopra, tali processi devono tendere anche alla riduzione dei costi. Nell'ambito delle attività di potenziamento e valorizzazione degli organici del Sistema Sanitario Regionale e in conformità alle azioni in materia di formazione e sviluppo delle risorse umane, con DDG n. 14425 del 28/12/2020 sono state approvate le "Linee Guida 2021-2023 per la definizione dei Piani di Formazione aziendali per il miglioramento delle competenze del personale delle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere del Servizio sanitario regionale". È stato, inoltre, disposto che le Aziende Sanitarie ed Ospedaliere approvino, in coerenza con le suddette linee guida, i propri Piani di formazione annuali e li trasmettano al Dipartimento entro il 1° marzo di ogni anno. Tra gli obiettivi di mandato assegnati ai Commissari straordinari delle Aziende del SSR ai sensi dell'art. 2, comma 1, del Decreto Legge n. 150 del 10 novembre 2020, convertito con modificazioni nella legge 30 dicembre 2020, n. 181, è stata espressamente inserita l'approvazione, entro il primo marzo di ogni anno, del piano annuale della formazione e la trasmissione al Dipartimento della "Relazione annuale sulla formazione" entro il 31 marzo dell'anno successivo. Nell'arco temporale 2022/2025 si procederà all'aggiornamento delle linee guida e al monitoraggio sull'adozione dei Piani Formativi da parte delle Aziende e sulla coerenza degli stessi con le Linee Guida regionali. ## 3.4 Flussi informativi sul personale del SSR La gestione e il governo dei flussi informativi sul personale a livello regionale è un fattore strategico trasversale alle azioni, obiettivo di primaria importanza da realizzarsi mediante l'introduzione di modelli di rilevazione univoci e mediante il coordinamento delle attività di consolidamento dei dati a livello centrale. Il Sistema Informativo Sanitario Regionale e delle Aziende – SEC-SISR – "Specifica Funzionale del SEC-DIR" consente di poter analizzare centralmente i dati sul personale dipendente attraverso l'utilizzo dell'Area Direzionale "Analisi del Personale", che risponde alle suddette esigenze informative. In particolare, il sistema è di supporto: - all'analisi e monitoraggio delle dotazioni organiche e dei fabbisogni delle ASP e delle A.O. - all'analisi per il reclutamento del personale nel SSR - alla gestione e monitoraggio dei flussi informativi relativi al personale dipendente del SSR - al governo del personale tramite il monitoraggio dei relativi rapporti giuridici e dei dati di costo È di assoluta necessità, pertanto, che il Sistema Informativo venga correttamente alimentato, rappresentando una fonte insostituibile di dati per il governo del personale dipendente del SSR.
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PREGRESSO
## 4.1 Ricognizione e riconciliazione del debito pregresso Le Aziende del SSR sono soggette ad un rilevante contenzioso che origina principalmente dal mancato pagamento dei debiti commerciali nel rispetto dei tempi stabiliti dalla direttiva europea 2011/7/UE, recepita con il d.lgs. 192/2012. Ciò ha determinato l'insorgenza tanto di maggiori oneri per interessi di mora nei confronti dei creditori quanto l'insorgenza di procedimenti giudiziari – in particolare procedimenti monitori ed esecutivi - definiti con ordinanze di assegnazione di somme, con conseguente ulteriore aggravio di spese legali e processuali a carico delle Aziende. Limitando il campo di indagine alla situazione debitoria, le principali criticità di ordine finanziario e contabile che hanno interessato in pratica tutti gli organi del SSR tuttora permangono, seppur con diversi livelli di gravità, sono le seguenti: - Ingente massa debitoria per alcune aziende; - Forte ritardo nei pagamenti; - Massiccio ricorso all'anticipazione di cassa; - Inadeguata quantificazione del fondo rischi e oneri; - Inattendibilità dei valori esposti in bilancio; - Forti irregolarità circa la sottostima del contenzioso; - Presenza di oneri straordinari negli esercizi oggetto di verifica; - Carenze organizzative e contabili; - Sussistenza di pignoramenti presso il terzo tesoriere; - Omessa regolarizzazione dei sospesi di cassa in uscita in ciascun esercizio finanziario; - Carenza di procedure dettagliate nella gestione del ciclo passivo, Dalle criticità riscontrate, il Legislatore è intervenuto con l'adozione di disposizioni normative di natura eccezionale. In particolare: - l'articolo 16-septies, comma 2 lettera c) del decreto legge 21 ottobre 2021, n 146 convertito con modificazioni dalla Legge n. 251/ 2021, dispone, che "la Guardia di finanza, nell'ambito delle proprie funzioni, collabora con le unità operative semplici e complesse deputate al monitoraggio e alla gestione del contenzioso, disponendo l'impiego di un contingente di 5 ispettori per ciascuno degli enti di cui all'articolo 19, comma 2, lettera c), del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, del servizio sanitario della Regione Calabria. Le modalità operative della collaborazione sono definite nell'ambito del protocollo d'intesa previsto dall'articolo 5 del decreto-legge 10 novembre 2020, n. 150, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 dicembre 2020, n. 181"; - l'articolo 16-septies, comma 2 lettera g) del decreto legge 21 ottobre 2021, n 146 convertito con modificazioni dalla Legge n. 251/ 2021, dispone, che "al fine di coadiuvare le attività previste dal presente comma, assicurando al servizio sanitario della Regione Calabria la liquidità necessaria allo svolgimento delle predette attività finalizzate anche al tempestivo pagamento dei debiti commerciali, nei confronti degli enti del servizio sanitario della Regione Calabria di cui all'articolo 19 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, non possono essere intraprese o proseguite azioni esecutive. I pignoramenti e le prenotazioni a debito sulle rimesse finanziarie trasferite dalla Regione Calabria agli enti del proprio servizio sanitario regionale effettuati prima della data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto non producono effetti dalla suddetta data e non vincolano gli enti del servizio sanitario regionale e i tesorieri, i quali possono disporre, per il pagamento dei debiti, delle somme agli stessi trasferite durante il suddetto periodo. Le disposizioni della presente lettera si applicano fino al 31 dicembre 2025"; - l'articolo 16-septies, comma 2 lettera c) del decreto legge 21 ottobre 2021, n 146 convertito con modificazioni dalla Legge n. 251/ 2021, dispone, che "la Guardia di finanza, nell'ambito delle proprie funzioni, collabora con le unità operative semplici e complesse deputate al monitoraggio e alla gestione del contenzioso, disponendo l'impiego di un contingente di 5 ispettori per ciascuno degli enti di cui all'articolo 19, comma 2, lettera c), del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, del servizio sanitario della Regione Calabria. Le modalità operative della collaborazione sono definite nell'ambito del protocollo d'intesa previsto dall'articolo 5 del decreto-legge 10 novembre 2020, n. 150, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 dicembre 2020, n. 181"; - l'art. 6 comma 4 del DL 150/2020 convertito dalla Legge n. 181/2020 dispone che per la realizzazione di interventi diretti a garantire la disponibilità di dati economici, gestionali e produttivi delle strutture sanitarie operanti a livello locale, al fine dello svolgimento delle attività di programmazione e di controllo regionale ed aziendale in attuazione al Piano di rientro per la certificazione annuale dei bilanci delle Aziende e del bilancio consolidato regionale, è autorizzata la spesa di 15 milioni di euro per la sottoscrizione dell'accordo di programma finalizzato, ai sensi dell'art. 79 comma 1 sexies, lettera c del DL 112/2008 convertito dalla Legge n. 133/2008 a valere sulle risorse all'art. 20 della L. 67/1988 s.m.i. Con nota prot n. 433502 del 08/10/2021 è stata trasmessa la bozza di accordo di programma. Con nota del 23/03/2022, il Ministero della Salute ha richiesto ulteriori integrazioni in merito all'Accordo di Programma. La Struttura Commissariale di concerto con il Dipartimento regionale sta predisponendo l'integrazione per come richiesto. Inoltre, in considerazione delle anzidette criticità ed in ragione dei rilievi evidenziati a tal riguardo dal Tavolo Tecnico per la verifica degli adempimenti regionali con il Comitato permanente per la verifica dei livelli essenziali di assistenza, sono stati attribuiti ai Commissari Straordinari delle Aziende del SSR obiettivi di mandato generali e specifici tesi: - al superamento delle criticità connesse al rispetto di tempi di pagamento, con recupero dei ritardi registrati in alcuni casi fino a 800 giorni; - all'adozione - entro i termini fissati dal Giudice - dei provvedimenti di esecuzione delle sentenze emesse dagli Organi di Giustizia Amministrativa ad esito di giudizi di ottemperanza; - all'implementazione della Piattaforma informatica di monitoraggio del contenzioso aziendale. La Regione, al fine di risolvere le criticità connesse all'ingente debito pregresso delle Aziende del SSR, intende intraprendere le azioni previste dall'Accordo di programma suindicato. Attività già avviate dal mese di maggio 2022. Il suddetto accordo, previa approvazione dei Ministeri competenti, sarà recepito con decreto commissariale che definirà le modalità organizzative ed operative, prevedendo altresì la possibilità di procedere alla centralizzazione dei pagamenti. In particolare, le azioni che si prevede di attuare per il raggiungimento degli obiettivi di programma si configurano lungo due direttrici: a) Realizzare un intervento strutturato relativo: (i) alla ricognizione del contenzioso e gestione dello stesso; (ii) alla ricognizione e riconciliazione del debito pregresso. Le due attività sono strettamente correlate, al fine di garantire la certezza del debito e la corretta valutazione e valorizzazione dell'esposizione del rischio collegato al contenzioso. L'intervento relativo al contenzioso è rivolto alla mappatura del contenzioso all'interno delle singole aziende sanitarie, suddiviso per tipologia con gradazione del rischio ai fini della rilevazione dell'adeguatezza del fondo rischi e oneri iscritto nello Stato Patrimoniale rispetto alle passività potenziali alle quali sono esposte le aziende sanitarie; alla gestione omogenea e ordinaria, dello stesso, attraverso la definizione di procedure e la digitalizzazione dei processi sottostanti. L'intervento nella sua articolazione, in sintesi dovrà prevedere le seguenti macro-attività: 1) ricognizione del contenzioso nella sua interezza e delle fattispecie in essere; 2) circolarizzazione del debito pregresso con i fornitori; 3) riconciliazione del debito pregresso con la situazione debitoria delle Aziende e con i pagamenti; 4) individuazione delle singole assegnazioni giudiziarie e associazione delle stesse ai documenti contabili (fatture, parcelle, ecc.); 5) accertamento dell'avvenuto o meno pagamento del documento contabile; 6) regolarizzazione dei singoli documenti contabili con i pagamenti effettuati; 7) allineamento dei partitari con le risultanze delle procedure e con gli esiti dell'attività di ricognizione e riconciliazione del debito pregresso; 8) allineamento dei partitari fornitori dei sistemi contabili aziendali e con i saldi Co.Ge; 9) definizione delle procedure, delle regole e dei processi per la Gestione ordinaria informatizzata del Contenzioso. Inoltre, come già previsto nel paragrafo relativo al Percorso attuativo della certificabilità dei bilanci, si adotterà una procedura amministrativo contabile, che aggiorni la procedura del contenzioso approvata con DCA n. 33/2016, e che preveda un percorso relativo alla circolarizzazione del debito pregresso con i fornitori e che metta in rilievo gli aspetti relativi alla regolarizzazione contabile delle assegnazioni giudiziarie sfociate in pignoramento e pagamento forzoso. ## 4.2 Piattaforma Sec-Sisr relativa alla gestione del contenzioso #### Stato di attuazione PO 2019/2021 Il Programma Operativo 2019 – 2021 si proponeva di costruire un modello di gestione centralizzata per garantire una gestione omogenea ed efficace del contenzioso attraverso una serie di azioni, talune delle quali avviate ed oggi a regime ed altre che necessitano di un correttivo ovvero del loro superamento all'esito della scarsa efficacia dimostrata rispetto al fine per cui erano state adottate. In particolare: - Nel 2020 è stata istituita una Task Force Regionale con il supporto di Agenas per lo svolgimento delle attività centralizzate di analisi del Contenzioso del SSR. - Le Aziende del SSR hanno istituito i propri gruppi di lavoro per l'attività di regolarizzazione contabile delle assegnazioni giudiziarie pregresse. La costituzione dei gruppi di lavoro non ha determinato tuttavia un generale ed apprezzabile miglioramento delle criticità sopra rappresentate, attesa la persistenza della forte esposizione debitoria connessa ai ritardi dei tempi di pagamento e di esecuzione dei provvedimenti giudiziari di condanna. - È stato predisposto un tracciato record di mappatura del contenzioso ed avviata (comunicazione prot. n. 280910 del 3/09/2020) una specifica attività di ricognizione del debito commerciale. - Sono state avviate le attività di alimentazione del sistema informativo per la gestione ed il monitoraggio del contenzioso delle Aziende del SSR. Il software, già presente all'interno del SEC-SISR, rileva tutti i dati relativi ad ogni singola procedura (anno di formazione del contenzioso - descrizione – gradi - valore dichiarato o stimato - rischio soccombenza) e dei relativi atti. Il sistema informativo consente oggi il collegamento tra il gestionale contenzioso e quello dell'ufficio economico – finanziario e, in particolare, l'acquisizione nel fascicolo elettronico delle fatture. - È stato fatto obbligo alle aziende del SSR di procedere alla costante alimentazione del sistema informativo e avviate le attività di monitoraggio dello stato dei caricamenti. #### Obiettivo In continuità con il Programma Operativo 2019 – 2021, l'obiettivo è il contenimento del fenomeno del contenzioso, con riduzione dello stesso ed il conseguente decremento delle poste negative della gestione straordinaria e degli interessi passivi. #### Azioni Le azioni sono rivolte al contenimento, alla riduzione ed alla gestione del contenzioso e dei suoi effetti economici, dal momento della insorgenza all'esito conclusivo. In particolare, si individuano come di seguito le azioni da porre: - Alimentazione Piattaforma Informatica Contenzioso SEC SISR; - Analisi, da parte della task force regionale, dei dati inserti nella Piattaforma Informatica con un focus su contenziosi più critici per numerosità, maggior valore, maggiore incidenza; - Adozione di un approccio strutturato per la verifica e il monitoraggio del contenzioso e dello stato dei rischi aziendali; - Impianto sanzionatorio a carico dei Commissari Straordinari delle Aziende del SSR in caso di mancato compimento delle attività e mancato rispetto del cronoprogramma.
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5. SISTEMI INFORMATIVI
#### Stato di attuazione I sistemi informativi rivestono un ruolo centrale che deve essere decisamente potenziato e reso più funzionale, a livello regionale e delle singole aziende e presìdi. Il Sistema informativo sanitario regionale (SISR) si compone di una serie di moduli sia a livello dipartimentale che aziendale. Il sistema interagisce tramite web services e coopera con le principali piattaforme nazionali di riferimento. I Programmi Operativi 2016-2018 e 2019-2021 hanno fissato obiettivi e hanno determinato azioni da portare a termine al fine di rendere l'organizzazione della Sanità Elettronica aderente ai rinnovati bisogni dell'organizzazione del SSR e per dar seguito all'adempimento di numerosi obblighi in termini di debiti informativi nei confronti del livello nazionale. Principali risultati raggiunti: - Avvio dell'automazione unica del Sistema Informativo Amministrativo Contabile (SIAC) presso tutte le aziende sanitarie ed ospedaliere ad eccezione dell'AO di Reggio Calabria, in quanto utilizza un gestionale proprio efficiente per il quale sarà prevista la possibilità di trasmissione dei dati; - Completata l'automazione dei sistemi contabili inclusa la GSA; - Avvio dell'automazione univoca ed omogenea dei processi riferiti ad Accettazione, Dimissione e Trasferimento e dei percorsi di Gravidanza e Nascita (a presidio dei flussi SDO e della corretta valorizzazione dell'attività da ricovero), che seppur avviata già nel 2017non risulta pienamente utilizzata in tutte le Aziende Sanitarie. - È stata realizzata nel SEC-SISR l'automazione univoca ed omogenea della Compensazione della Mobilità Sanitaria (al fine di supportare in modo automatico la contestazione alle altre regioni, la controdeduzione delle contestazioni, il corretto addebito e l'analisi della Mobilità Regionale); - È stato realizzato l'Allineamento Anagrafe assistiti tramite Web Service verso SOGEI; - È stata realizzata l'automazione univoca ed omogenea degli Esenti Ticket all'interno di un sistema di Anagrafe Sanitaria unica; - Evoluzione del Portale del Medico di Medicina Generale; - È stato consolidato il sistema vaccinale (GIAVA); - In ordine all'offerta di servizi telematici di sanità digitale ai cittadini (scelte/revoche, esenzioni ticket, info sugli studi medici, ecc.) è stato realizzato un contesto di vero Ecosistema di Sistemi Informativi Sanitari cooperanti; - Attuazione al 100% e attivazione al 100% dei FSE regionali; - Nell'ottica di realizzare un Sistema Unico RIS/PACS e del Sistema LIS sono state avviate le gare dalla SUA ai sensi del DCA n. 42/2021. #### Obiettivi I sistemi informativi a supporto del SSR devono essere implementati con l'obiettivo di concorrere alla razionalizzazione dell'uso delle risorse organizzative, economiche, umane e materiali. Ciò va declinato nello specifico dell'attuazione del Piano di Rientro dal deficit sanitario e del miglioramento della valutazione dell'attuazione dei LEA (c.d. Nuovo Sistema di Garanzia). Di seguito i principali obiettivi da perseguire. - Bisogna accelerare il consolidamento dell'informatizzazione dell'Assistenza Sanitaria Territoriale. A questo scopo è necessario dare piena attuazione al progetto Cure Domiciliari Integrate ed Innovative (CDI2) che ha lo scopo di mettere in rete non solo i soggetti che attualmente utilizzano il sistema SIGEMONA, ma anche gli erogatori, i pazienti, i caregiver. Il progetto CDI2 permette, inoltre, di integrare le attività effettuate attraverso lo strumento di telemedicina per come previsto nel DCA n. 49/2021 e quindi dall'adozione dei regolamenti necessari e si pone a base dell'intervento PNRR. - Implementare i servizi di telemedicina integrati con FSE, SPID e le altre piattaforme regionali. Nell'ambito del PNRR è previsto un investimento nazionale di circa 1 miliardo di euro per attivare la telemedicina, ed erogare servizi sanitari digitali sulla base dell'infrastruttura del FSE prevedendo una piattaforma nazionale abilitante ad accesso uniforme ai servizi che contiene i servizi abitanti all'adozione della telemedicina (modello dati, codifiche, integrazione con piattaforme nazionali come PagoPA, SPID/CIE). La Regione Calabria mira a migliorare l'assistenza delle persone affette da patologie croniche e dunque a promuovere lo sviluppo della telemedicina per l'assistenza a distanza da parte dei sistemi sanitari regionali. La Regione Calabria si attiverà dunque per la realizzazione di piattaforme e applicazioni regionali integrate di televisita, teleconsulto, teleassistenza e telemonitoraggio seguendo requisiti tecnici di integrazione nazionali nell'ambito delle linee guida nazionali e del PNRR in coerenza con la Piattaforma Nazionale. - Permettere l'accesso delle Case di Cura Private al SISR per la trasmissione e la consultazione in tempo reale dei dati dei ricoveri, dei CEDAP (Certificati di Assistenza al Parto), dei flussi riguardanti Aborti Spontanei e IVG, e degli impianti endoprotesi ortopediche. - Completare lo sviluppo dei moduli relativi all'assistenza riabilitativa e protesica. - Permettere l'accesso delle Strutture Specialistiche Private Accreditate al modulo del SEC- SISR dedicato all'automazione dell'Attività Specialistica Privata e Pubblica al fine di avere riscontro rapido e certo a livello regionale circa i flussi informativi sulle ricette specialistiche. - Bisogna anche dar seguito all'esperienza già realizzata sulla Compensazione della Mobilità, estendendola alla Mobilità Internazionale, atteso che la Calabria è terra di "emigrazione di ritorno" di pazienti il cui onere assistenziale deve ricadere sugli Enti Assicurativi e Sanitari dei paesi in cui hanno versato, durante la loro vita lavorativa, i contributi sanitari. - Ormai è imprescindibile l'attuazione piena del FSE (Fascicolo Sanitario Elettronico), assecondando gli standard in evoluzione. Bisogna garantire le attività connesse all'investimento 1.3.1 della Missione 6 Componente 2 del Piano Nazionale di Rilancio e Resilienza stanzia 1,38 miliardi di euro per il potenziamento del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) al fine di garantirne la diffusione, l'omogeneità e l'accessibilità su tutto il territorio nazionale da parte degli assistiti e operatori sanitari. Il FSE svolgerà tre funzioni chiave: - punto di accesso per le persone e pazienti per la fruizione di servizi essenziali forniti dal SSN; - base dati per i professionisti sanitari contenente informazioni cliniche omogenee che includeranno l'intera storia clinica del paziente; - strumento per le ASL che potranno utilizzare le informazioni cliniche del FSE per effettuare analisi di dati clinici e migliorare la prestazione dei servizi sanitari. - La Regione Calabria dovrà provvedere all'Adozione e utilizzo FSE a partire dall'implementazione dei Contenuti minimi da includere nel FSE: - Dati identificativi ed amministrativi (inclusi dati su prenotazioni, libretto sanitario, ecc) - Dati clinici (e documenti strutturati che li contengano (dove previsti nella prima fase di attuazione) acquisiti nelle attività di prevenzione, diagnosi e cura condotte dai professionisti sanitari sugli assistiti; - Dati del Profilo Sanitario Sintetico (Patient Summary) - Dati di refertazione per ogni branca - Dati clinici derivanti da episodi di ricovero - Dati di emergenza-urgenza (118, pronto soccorso) - Dati provenienti da Cartelle Cliniche - Dati del Dossier Farmaceutico - Dati di vaccinazione - Dati acquisiti durante campagne di screening - Dati delle prescrizioni elettroniche, gestite da Sistema TS (tramite il SAC ed i SAR) - Ogni altro dato clinico prodotto dai professionisti sanitari durante le attività di prevenzione, diagnosi e cura che sarà definito e standardizzato a livello nazionale in itinere - Dati clinici e vitali acquisiti da servizi di Telemedicina - Imaging - Patient Generated Health Data - Gli interventi sul Fascicolo Sanitario Elettronico saranno specificamente rivolti a: - Definire le strategie di coinvolgimento degli operatori (MMG, PLS, Farmacie) nel percorso di attivazione del fascicolo; - Creare le condizioni affinché il FSE possa essere alimentato in modo completo, corretto e continuativo dalle strutture che producono i documenti, gestendo in modo coordinato il percorso di adeguamento tecnico ed organizzativo delle strutture stesse; - Coordinare le attività di promozione e formazione rivolte ai cittadini e agli operatori sanitari. - La Regione Calabria ritiene indispensabile agevolare il processo di diffusione delle soluzioni di Cartella Clinica Elettronica (CCE) sul territorio (attualmente la diffusione di CCE nelle strutture sanitarie è caratterizzata da una situazione a macchia di leopardo), al fine di ottimizzare i processi di convergenza e gestione di tutti i dati clinici dei pazienti e di abilitare, oltre alle dinamiche di alimentazione del FSE, la disponibilità per la fruizione, in servizi innovativi, dei dati clinico-sanitari. L'azione della Regione Calabria sarà la definizione di modelli e soluzioni conformi e standard di CCE affinché siano, al di là dell'autonomia delle Aziende che le adottano, pienamente coerenti alla costruzione di servizi innovativi per la fruizione di dati clinico sanitari, contrapponendosi alla frammentazione e alla difformità di iniziative autonome, non rispondenti ad una logica di integrazione e condivisione dei dati per il cittadino e per gli operatori. - La Regione Calabria si pone tra gli obiettivi principali quello di creare un laboratorio logico unico virtuale regionale (Sistema LIS unico regionale). I benefici della razionalizzazione in un unico sistema gestionale di laboratorio si possono così sintetizzare: - consentire, in tempi rapidi, di dare ai cittadini calabresi nuovi servizi e canali, omogenei su tutto il territorio regionale; - alla luce della attuale situazione epidemiologica e della necessità di garantire esiti di laboratori in tempi compatibili con le esigenze di salute pubblica è fondamentale la condivisione delle informazioni e dei servizi anche tra aziende diverse - rimozione di possibili ostacoli di integrazioni multiple tra sistemi eterogenei ex-post - ottimizzazione dei processi di popolamento nel formato strutturato corretto del FSE - sfruttamento ottimale degli impianti di produzione; - unificazione di soluzione e di processi e consolidamento delle risorse, - possibilità di monitorare centralmente alcuni indicatori significativi della produttività del laboratorio unico logico virtuale. Con il DCA 62/2020 la Regione Calabria ha previsto di realizzare tale obiettivo partendo da un assessment dei sistemi esistenti nelle singole aziende al fine di realizzare un LIS unico regionale propedeutico alla realizzazione di un Laboratorio Logico Unico Regionale. Si procederà alla gara per l'approvvigionamento di tecnologia e diagnostici. #### Azioni Completare l'avviamento dei Sistemi Amministrativi, Contabili e del Personale unici a livello regionale con il coinvolgimento dei settori competenti per materia. Di seguito è riportato lo "stato dell'arte" rispetto all'utilizzo dei moduli.
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6. CONTABILITÀ ANALITICA
#### Stato di attuazione Con DCA n. 1/2016 sono state adottate le Linee guida per la gestione della contabilità analitica e la costruzione del modello LA. Tali linee guida sono state recepite dalle Aziende del SSR contestualmente ad un cronoprogramma contenente le varie fasi di implementazione della Co.An. L'implementazione della contabilità analitica, oltre a rappresentare un obiettivo previsto dal Percorso di Certificabilità dei Bilanci (vedi paragrafo dedicato nel presente P.O.), costituisce anche adempimento ministeriale (lettera N del questionario LEA). Nell'ambito dell'attività di verifica sullo stato di implementazione della Co.An., nel mese di febbraio 2020, è stata convocata una riunione operativa presso il Dipartimento Tutela della Salute con i referenti aziendali della contabilità analitica con particolare riferimento al conseguimento degli obiettivi previsti dalla scheda Co.An., parte integrante dell'adempimento N) del questionario LEA. Particolari criticità sono state riscontrate relativamente agli obiettivi: A3 "Quadratura Co.Ge- Co.An.", A4 "Capacità di quantificare gli obiettivi interni", A4 "Capacità di quantificare gli obiettivi interni", B1 "Utilizzo della Co.An. anche per la compilazione del modello LA" e B2 "Capacità di quantificare l'attività svolta in ospedali e, in generale, fenomeni di comunanza di costi fra livelli diversi". Nel mese di ottobre 2022, si procederà ad effettuare la ricognizione sullo stato di implementazione della contabilità analitica nelle Aziende del SSR. In relazione allo stato di avanzamento della contabilità analitica (Co.An.) nelle Aziende Sanitarie e all'esigenza regionale di garantirne un livello omogeneo in tutte le Aziende, appare necessario rinforzare nel periodo 2022-2024 l'attività di implementazione dei sistemi di rilevazione della Co.An. nelle singole Aziende, tenendo conto delle esigenze informative gestionali della Regione e delle esigenze di programmazione e controllo della stessa e dei management aziendali. A tal proposito, la Regione intende costituire un gruppo di lavoro che preveda la partecipazione di referenti aziendali con l'obiettivo di supportare le Aziende nell'implementazione della Contabilità analitica e nel conseguente raggiungimento degli obiettivi previsti dall'adempimento N del questionario LEA. Il gruppo di lavoro, oltre a verificare l'allineamento della contabilità analitica aziendale alle linee guida regionali, dovrà occuparsi della predisposizione di strumenti di monitoraggio a disposizione delle Aziende che, al contempo, rendano omogenea l'attività di verifica a livello regionale. In particolare, anche per il tramite del supporto tecnico del Sistema Informativo regionale, si si procederà ad implementare il cruscotto gestionale che consenta la produzione di una reportistica economica e sanitaria che sia di supporto alla Direzione strategica. #### Obiettivi Nel biennio del Programma Operativo: - le Aziende sanitarie dovranno garantire l'implementazione a sistema della contabilità analitica e di tutti i documenti contabili - la regione con il supporto dei "sistemi informativi" provvederà all'implementazione di un cruscotto gestionale che consenta di: - monitorare i consumi di fattori produttivi con riferimento centri di responsabilità; - verificare il livello di utilizzo dei diversi fattori produttivi confrontando i consumi del periodo oggetto di rilevazione con quelli di periodi diversi per valutarne il trend; - monitorare i consumi di risorse in considerazione degli obiettivi assegnati in sede di negoziazione del budget; - valutare la coerenza delle risorse consumate in relazione al valore delle prestazioni prodotte; - effettuare operazioni di benchmarking per confrontare i livelli di efficienza delle diverse strutture aziendali. Tale cruscotto dovrà consentire la produzione di una reportistica sanitaria, dati di attività ed economica omogenea per le Aziende del SSR. L'implementazione della contabilità analitica in tutte le Aziende del SSR consentirà il conseguimento degli obiettivi previsti dall'adempimento N del questionario LEA. #### Azioni Costituzione gruppo di lavoro Regionale, con la partecipazione di referenti aziendali, che supporti le Aziende nell'implementazione della contabilità analitica e nell'attuazione delle azioni previste nel P.O. 2022-2024; Verificare ed allineare la contabilità analitica aziendale alle Linee guida regionali, in termini di Piano dei Centri di Costo e Piano dei fattori Produttivi; Predisporre apposito prospetto di riconciliazione che le Aziende sanitarie dovranno inviare a conclusione dell'esercizio, allo scopo di rilevare la coerenza delle due contabilità, Generale ed Analitica, che consenta nello stesso tempo di rilevare le squadrature e le motivazioni che le hanno generate; Monitoraggio prospetto di riconciliazione Co.Ge-Co.An.; Predisporre gli appositi prospetti di riconciliazione Co.Ge-Co.An., modello LA-Co.An. e modello CP-Co.An; Effettuare annualmente il monitoraggio dei suddetti prospetti di riconciliazione; Implementazione di un cruscotto gestionale utile la produzione di una reportistica sanitaria, dati di attività ed economica omogenea per le Aziende del SSR; Monitoraggio della suddetta reportistica
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7. GESTIONE DEGLI INVESTIMENTI
#### Stato di attuazione L'art. 20, comma 1, della legge n. 67/88 ha previsto l'esecuzione di un programma pluriennale di interventi in materia di ristrutturazione edilizia, di ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario pubblico e di realizzazione di residenze per anziani e soggetti non autosufficienti. Tale programma, proseguito a partire dal 1998 con la seconda fase di investimenti, è stato negli anni integrato con altri programmi specifici su aspetti ritenuti particolarmente importanti per il raggiungimento degli stessi obiettivi posti dall'art. 20 della legge n. 67/88, che costituisce la norma fondamentale in materia. Risultano, inoltre, attivati o in fase di definizione, ulteriori Programmi di investimento a valere su altre linee di finanziamento. In ambito regionale sono stati attivati i seguenti programmi di investimento: - Programma art. 20 legge 67/88 - prima fase (Delibera CIPE 03 agosto 1990); - Programma art. 20 legge 67/88 - seconda fase (Delibera CIPE n. 52/98), a valere sul quale sono stati stipulati gli Accordi di Programma del 2004, del 2007 e attivato il Programma di Potenziamento Funzionale e Innovazione Tecnologica (OPCM 3635/2007); - Interventi in materia di sicurezza (L. 450/97 - Delibera CIPE n. 53/98); - Interventi nel settore materno infantile (L. n. 34/96, art. 3 comma 4 - Delibera CIPE 06 maggio 1998); - Programma di interventi urgenti per la prevenzione e la lotta all'AIDS e alle malattie infettive (Legge n. 135/90); - Potenziamento delle strutture di radioterapia (Legge n. 488/99, art. 28 comma 12); - Programma per la realizzazione di strutture per cure palliative – Hospice (Legge n. 39/99); - Piano straordinario di interventi per la riqualificazione dell'assistenza sanitaria nei grandi centri urbani (Legge n. 448/98, art. 71); - Programma per il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari (Legge n. 9/2012, art. 3-ter e s.m.i.); - Programma di adeguamento alla normativa antincendio (Delibera CIPE n. 16 del 08/03/2013); - Programma di Riqualificazione e ammodernamento tecnologico dei servizi di radioterapia oncologica di ultima generazione nelle Regioni del Mezzogiorno (Delibera CIPE 32 del 21 marzo 2018). Sono stati, inoltre, attivati i seguenti Programmi a valere su altre linee di finanziamento: - Piano di riordino della rete ospedaliera in emergenza Covid-19 ai sensi dell'art. 2 del D.L. n. 34/2020; - Progetto "Rete Regionale Case della Salute" - Azione 9.3.8 del POR Calabria FESR-FSE 2014/2020; Risultano, infine, in fase di definizione i seguenti ulteriori Programmi: - Programma di ammodernamento tecnologico ai sensi dell'art. 6, comma 5 del D.L. 30 aprile 2019, n. 35, convertito con modificazioni, dalla L. 25 giugno 2019, n. 60; - Programma a valere sul fondo finalizzato al rilancio degli investimenti delle amministrazioni centrali dello Stato e allo Sviluppo del Paese previsto dall'art. 1, comma 95 della legge 30 dicembre 2018, n. 145 (legge di bilancio 2019); - Programma a valere sul fondo finalizzato al rilancio degli investimenti delle Amministrazioni centrali dello Stato e allo sviluppo del Paese previsto dall'art. 1, commi 14 e 24 della legge 27 dicembre 2019, n. 160 (legge di bilancio 2020). - Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) - M6C1-1.1 Case della comunità e presa in carico della persona; - M6C1-1.2.2 Implementazione di un nuovo modello organizzativo: Centrali Operative Territoriali; - M6C1-1.2.2 Casa come primo luogo di cura: Centrali operative territoriali-Device; - M6C1-1.2.2 Casa come primo luogo di cura: Centrali operative territoriali- Interconnessione aziendale; - M6C1-1.3 Rafforzamento dell'assistenza sanitaria intermedia e delle sue strutture (Ospedali di Comunità); - M6C2-1.1.1. Ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero (Digitalizzazione DEA di Livello I e II); - M6.C2-1.1.2. Ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero (Grandi apparecchiature Sanitarie); - M6.C2 1.2 Verso un nuovo ospedale sicuro e sostenibile – PNRR; - M6.C2 1.2. Verso un nuovo ospedale sicuro e sostenibile – PNC. ## 7.1 Pianificazione pluriennale degli investimenti #### Analisi e governo dei fabbisogni ed obiettivi generale Le analisi dei fabbisogni effettuate nel corso degli ultimi anni hanno consentito di accertare che le strutture ospedaliere presenti nella Regione Calabria, anche a causa di carenze negli interventi manutentivi da parte delle Aziende, non sono in grado di assicurare una efficace risposta ai fabbisogni di salute dei cittadini, generando di conseguenza fenomeni di migrazione sanitaria, dai quali originano le maggiori criticità di ordine organizzativo e finanziario per il sistema sanitario regionale. Si pone pertanto, l'assoluta necessità, in prosecuzione con quanto già avviato con l'Accordo di Programma del 2007, di attuare una complessiva strategia di adeguamento e potenziamento degli ospedali regionali, attraverso interventi di adeguamento/ampliamento e di nuove realizzazioni. Nell'ambito della programmazione sanitaria pluriennale, pertanto, in continuità con le previsioni del precedente Programma Operativo, si prevedono azioni mirate a dare attuazione a quanto previsto nei principali atti programmatori adottati, con particolare riferimento al Documento di riorganizzazione della rete ospedaliera, della rete dell'emergenza urgenza e delle reti tempo- dipendenti, approvato con DCA n. 64/2016. In coerenza con quanto previsto nel sopracitato Documento e in prosecuzione dell'azione di riqualificazione della rete ospedaliera già avviata con i precedenti Accordi di Programma sottoscritti, la Regione si prefigge ora l'obiettivo di migliorare ulteriormente l'offerta sanitaria dal punto di vista prestazionale, funzionale, strutturale, impiantistico e tecnologico. L'analisi del contesto sociosanitario regionale determina la necessità di adozione di una strategia finalizzata al raggiungimento dei seguenti obiettivi generali: - Riqualificazione della rete ospedaliera e territoriale regionale in termini di maggiore appropriatezza delle prestazioni per acuti e miglioramento della qualità delle prestazioni erogate. In coerenza con quanto previsto dal precedente Programma Operativo approvato con DCA n. 57/2020, nonché con quanto stabilito dal DCA n. 64/2016 in materia di riorganizzazione delle reti assistenziali ai fini dell'attuazione del DM n. 70/2015, l'obiettivo è quello di rimuovere le cause strutturali di insufficienza e inappropriatezza nell'erogazione dei LEA, attraverso una serie di modifiche organizzative e gestionali che assicurino un'offerta sanitaria adeguata in termini di qualità, sicurezza e innovazione tecnologica, contrastando in tal modo anche il fenomeno della mobilità passiva extraregionale. - Ammodernamento della rete ospedaliera e territoriale regionale attraverso l'adeguamento normativo dei presidi ospedalieri a standard dimensionali, strutturali, impiantistici e qualitativi e potenziamento tecnologico. Nel rispetto di quanto stabilito dai suddetti provvedimenti di programmazione regionale nonché dal DM n. 70/2015, l'obiettivo è quello di migliorare l'offerta sanitaria attraverso interventi finalizzati alla messa in sicurezza, alla riorganizzazione funzionale e al potenziamento della dotazione tecnologica dei presidi ospedalieri. - Razionalizzazione dei costi del Servizio Sanitario Regionale. La Regione Calabria è soggetta al Piano di Rientro, che rende indispensabile l'adozione di azioni finalizzate al risanamento del sistema sanitario regionale, nell'ottica della razionalizzazione dei servizi alla collettività e dell'efficace programmazione ed utilizzo delle risorse disponibili, assicurando un rigoroso controllo dell'andamento della spesa sanitaria. La riqualificazione (anche strutturale e tecnologica) dell'offerta di servizi socio-sanitari consente un notevole miglioramento dell'efficacia e dell'efficienza nell'uso delle risorse con risparmi connessi non solo alla chiusura di vecchi ospedali, con elevati costi di manutenzione e gestione, ma anche dalla realizzazione di nuove strutture che consentono, grazie alle nuove tecnologie ed ai nuovi standard costruttivi, minori costi di gestione e manutenzione connessi anche all'efficientamento energetico, alla migliore logistica, ad una migliore integrazione ospedale-territorio e, con specifico riferimento all'assistenza ospedaliera, alla concentrazione delle risorse umane e delle infrastrutture in pochi centri di eccellenza in grado di sfruttare al meglio le dotazioni tecnologiche. ## 7.2 Accordo di Programma Integrativo del 13/12/2007 #### Stato di attuazione L'Accordo di Programma integrativo del 13/12/2007 contiene le prime scelte strategiche fondamentali per il riordino della rete ospedaliera regionale, in coerenza sia con il Piano Sanitario Regionale dell'epoca (PSR 2007-2009), che con i più recenti provvedimenti di riorganizzazione delle reti come il DCA n. 64/2016. L'Accordo ha previsto la realizzazione di 4 nuovi Ospedali Spoke: l'Ospedale di Vibo Valentia, l'Ospedale della Sibarite, l'Ospedale della Piana di Gioia Tauro e l'Ospedale di Catanzaro. Per quanto riguarda l'Ospedale di Catanzaro, con parere CALABRIA-DGPROG-373-P del 29 agosto 2012 rilasciato dai Ministeri dell'Economia e della Salute, l'Accordo è stato dichiarato decaduto. La realizzazione del nuovo Ospedale di Catanzaro è prevista nello stralcio programmatico della proposta di Accordo di Programma approvata con DCA n. 124/2019 ed in fase di istruttoria presso il Ministero della Salute. #### Obiettivi Gli obiettivi che si intendono raggiungere attraverso la realizzazione dei tre nuovi ospedali Spoke sono i seguenti: - Razionalizzare l'offerta dei servizi ospedalieri, accentrandone i servizi distribuiti su più plessi, rendendola più efficiente ed in linea con gli attuali standard nazionali; - Aumentare il livello qualitativo dell'offerta ospedaliera; - Migliorare l'accessibilità dell'area ospedaliera; - Riqualificare le dotazioni tecnologiche ospedaliere; - Contenere i fenomeni di mobilità e governare le liste di attesa. #### Azioni - Progettazione definitiva ed esecutiva dei Nuovi Ospedali. - Realizzazione delle nuove strutture ospedaliere e delle opere connesse e complementari. - Impatto Economico ## 7.3 Piano triennale straordinario di edilizia sanitaria e di adeguamento tecnologico. (Art. 6, c. 3 del D.L. n. 35/2019, convertito con modif. nella L.n. 60/2019 - Art. 3, c. 2 del D.L. n. 1502020 convertito con modif. nella L. n. 181/2020). L'art. 6, c. 3 del D.L. n. 35/2019, convertito con modificazioni dalla L. n. 60/2019, prevede che "Al fine di assicurare la coerenza e la fattibilità degli interventi individuati dagli atti di programmazione previsti dalla legislazione vigente, ed, in ogni caso, nell'ambito delle risorse da questi assegnate, il Commissario ad acta predispone un Piano triennale straordinario di edilizia sanitaria e di adeguamento tecnologico della rete di emergenza, della rete ospedaliera e della rete territoriale della Regione. Il Piano è approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con i Ministri dell'economia e delle finanze, della salute, delle infrastrutture e dei trasporti, del lavoro e delle politiche sociali. Con l'approvazione del Piano sono revocate le misure già adottate in contrasto con la nuova programmazione". Il suddetto adempimento è stato ribadito dall'art. 3, c. 2 del D.L. n. 150/2020, convertito con modificazioni dalla L. n. 181/2020, stabilendo che "Il Commissario ad acta adotta, nel termine massimo di sessanta giorni, il Piano triennale straordinario di edilizia sanitaria e di adeguamento tecnologico della rete di emergenza, della rete ospedaliera e della rete territoriale della Regione, già previsto dall'articolo 6, comma 3, del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 35, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 giugno 2019, n. 60". Con il Decreto del Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro n. 5 del 07/01/2020, si è proceduto ad approvare il "Piano triennale straordinario di edilizia sanitaria e di adeguamento tecnologico" ai sensi dell'art. 6, comma 3 del D.L. n. 35/2019, confermato anche dall'art. 3, c. 2 del D.L. n. 150/2020. In particolare, il Piano comprende gli interventi afferenti ai seguenti Programmi: - Accordo di Programma da sottoscrivere ai sensi dell'art. 5-bis del D.lgs. n. 502/1992 e s.m.i., di importo complessivo pari a € 701.570.804,41, il cui Documento Programmatico è stato approvato con Decreto del Commissario ad Acta n. 124 del 20/09/2019; - Programma di radioterapia oncologica nelle regioni del mezzogiorno, ai sensi del Decreto del Ministero della Salute del 06/12/2017, di importo complessivo pari a € 10.000.000,00, adottato dal Commissario ad acta con DCA n. 5 dell'8/04/2020; - Programma di ammodernamento tecnologico, ai sensi dell'art. 6, co. 5 della L. n. 60/2019, di importo complessivo pari a € 86.488.636,84, approvato con Decreto del Commissario ad Acta n. 183 del 19/12/2019; il programma è stato successivamente rimodulato con DCA n. 141 del 06/11/2020 e definitivamente approvato con DCA n. 5 del 31/01/2022; - Interventi già finanziati, non in contrasto con la programmazione regionale, il cui stato dei lavori risulta in fase di esecuzione. Il suddetto Piano triennale è stato predisposto al fine di assicurare la coerenza e la fattibilità degli interventi individuati dagli atti di programmazione previsti dalla legislazione vigente, nell'ambito delle risorse da questi assegnate. Il Piano, con nota prot. n. 7259 del 10/01/2020, è stato trasmesso al Ministero della Salute per l'istruttoria ai fini dell'approvazione con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. A conclusione dell'iter istruttorio, con nota prot. n. 21802 del 27/10/2021 il Ministero della Salute, nel prendere atto della definitiva documentazione trasmessa dalla Regione Calabria nota prot. n. 351860 del 06/08/2021, ha chiesto la trasmissione del Piano triennale straordinario di edilizia sanitaria e di adeguamento tecnologico, aggiornato e coerente con gli atti di programmazione regionale. Si descrivono, di seguito, i Programmi che compongono il Piano triennale straordinario. ### 7.3.1 Accordo di Programma da sottoscrivere #### Stato di attuazione Ai fini della stipula di un Accordo di Programma, ai sensi dell'art. 5bis del D.Lgs 502/1992 e s.m.i., con DCA n. 124 del 20/09/2019 è stato approvato il Documento Programmatico che costituisce il documento principale attraverso cui la Regione Calabria, previo inquadramento nella programmazione sanitaria, definisce le strategie e individua gli obiettivi generali e specifici degli investimenti che si intendono attivare. Con il suddetto Documento, vengono individuati e definiti gli interventi strutturali e tecnologici che, in continuità con gli interventi già avviati nell'ambito dell'Accordo di Programma del 2007, contribuiscono a realizzare una rete ospedaliera e territoriale efficiente, con ospedali che rispettino la classificazione prevista e dotati di tecnologie avanzate ed adeguate. Gli interventi previsti rientrano tutti nel complessivo quadro programmatico regionale in materia di riorganizzazione della rete ospedaliera, e la loro attuazione è prevista in fasi diverse. In particolare, è stato individuato un primo stralcio attuativo costituito da n. 5 interventi, di importo complessivo pari a € 466.570.804,41: È altresì previsto un secondo stralcio programmatico, di importo complessivo pari a € 235.000.000,00, comprendente n. 3 interventi nella città di Catanzaro, la cui concreta attuazione è subordinata alla conclusione del processo di accorpamento tra l'Azienda Ospedaliera "Pugliese- Ciaccio" e l'Azienda Ospedaliero-Universitaria "Mater Domini", che richiederà la sottoscrizione di un successivo Accordo di Programma: Con nota prot. n. 329203 del 24/09/2019, il Documento Programmatico è stato trasmesso al Ministero della Salute per i conseguenziali adempimenti. Nei mesi successivi è stata avviata l'istruttoria del Ministero della Salute che ha richiesto documentazione integrativa di natura tecnica ed amministrativa, già trasmessa dalla Regione. Il Ministero della Salute, con nota prot. n. 9905 del 06/05/2022, ha chiesto l'aggiornamento del Documento Programmatico ai fini dell'avvio dell'istruttoria. #### Obiettivi Tale Programma si pone in continuità con i Programmi precedenti già attuati o in fase di attuazione e, in coerenza con gli indirizzi della nuova programmazione sanitaria regionale, si prefigge i seguenti obiettivi: - Realizzazione di nuove strutture ospedaliere, per far fronte alle attuali criticità di presidi esistenti, per i quali non sono tecnicamente ed economicamente sostenibili interventi di adeguamento alle norme vigenti. - Messa in sicurezza di strutture sanitarie esistenti, prevedendo l'adeguamento impiantistico e strutturale ai requisiti richiesti dalle normative vigenti. - Adeguamento funzionale degli spazi interni. - Innovazione ed ammodernamento del patrimonio tecnologico. - Potenziamento dei servizi territoriali. #### Azioni Istruttoria da parte del Nucleo di Valutazione degli investimenti pubblici in sanità e del Ministero della Salute ed aggiornamento del Documento Programmatico. Pareri del Ministero dell'Economia e della Conferenza Stato-Regioni. Sottoscrizione dell'Accodo di Programma da parte della Regione Calabria con i Ministeri competenti. Avvio delle progettazioni degli interventi ai fini dell'ammissione a finanziamento. Avvio e completamento delle procedure di gara per la fornitura di apparecchiature elettromedicali ed installazione. #### Valutazione degli Investimenti Con riferimento ai soli interventi ricompresi nello stralcio attuativo, oggetto quindi dell'Accordo attuativo da stipulare, l'impatto economico previsto per la realizzazione degli interventi previsti ammonta a € 466.570.804,41, per come sopra dettagliato. ### 7.3.2 Programma di riqualificazione dei servizi di radioterapia oncologica di ultima generazione nelle Regioni del Mezzogiorno #### Stato di attuazione La delibera CIPE del 21 marzo 2018, in attuazione del Decreto del Ministero della Salute del 06/12/2017, a valere sulle risorse residue del Programma pluriennale di interventi di cui all'art. 20 della legge 11 marzo 1988, n. 67, ha assegnato alla Regione Calabria la somma di € 9.400.000,00 (integrata con una quota aggiuntiva a carico della Regione pari a € 600.000,00), per la riqualificazione e ammodernamento tecnologico dei servizi di radioterapia oncologica di ultima generazione nelle Regioni del Mezzogiorno. Per l'utilizzo delle suddette risorse, la Regione, con il coinvolgimento delle Aziende Ospedaliere di Cosenza e di Catanzaro e del Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria, sedi di centri di radioterapia oncologica, ha definito uno specifico Programma di utilizzo delle risorse assegnate. La Regione Calabria con nota prot. n. 436008 del 21/12/2018 ha inviato al Ministero della Salute il proprio Programma di utilizzo delle risorse. Con nota del 31/03/2020, il Ministero ha comunicato l'approvazione del Programma da parte del Comitato Tecnico ministeriale, richiedendone alla Regione Calabria l'adozione e la documentazione necessaria ai fini dell'ammissione a finanziamento degli interventi in esso previsti. Il Programma riqualificazione e ammodernamento tecnologico dei servizi di radioterapia oncologica della Regione Calabria è stato adottato con DCA n. 75 dell'8/04/2020. Con decreti del Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di Rientro n. 97, 98 e 99 dell'8/07/2020, sono stati approvati i rispettivi progetti delle suddette Aziende del SSR e contestualmente è stata fatta richiesta di ammissione a finanziamento al Ministero della Salute. Con decreti Ministeriali del 24/02/2021 i tre interventi afferenti al Programma sono stati ammessi a finanziamento. Ai sensi delle disposizioni dettate dall'art. 3, comma 3 del D.L. 10/11/2020, n. 150, l'attuazione dei suddetti interventi è passata nella competenza del Commissario straordinario per l'emergenza COVID-19, che con nota prot. n. 1017181 del 30/07/2021, attraverso la sua struttura commissariale, ha richiesto alle Aziende interessate la predisposizione della documentazione tecnica necessaria per l'indizione delle specifiche procedure di gara. La suddetta documentazione tecnica è stata trasmessa dalle Aziende interessate nel mese di dicembre 2021. Con l'entrata in vigore della legge 29 dicembre 2021 n. 233, con particolare riferimento a quanto stabilito all'art. 43-quater lettera b), la competenza dell'attuazione degli interventi in oggetto è passata al Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro della Regione Calabria. Con nota del 26/01/2022, il Commissario COVID pro-tempore, nel prendere atto di quanto stabilito dalla L. n. 233/2021, ha comunicato al Commissario ad acta per il Piano di rientro della Regione Calabria che l'approvvigionamento degli acceleratori lineari non potrà essere avviato dalla sua Struttura commissariale. Il Commissario ad acta, pertanto, ai sensi di quanto stabilito dall'art. 43-quater lettera b) della legge 29 dicembre 2021 n. 233, avvierà tutte le iniziative necessarie ai fini dell'attuazione degli interventi afferenti al Programma di radioterapia oncologica, anche avvalendosi di INVITALIA S.p.a. #### Obiettivo Sulla base del quadro esigenziale emerso, e nei limiti delle risorse assegnate, con questo Programma si intendono acquistare tre nuovi acceleratori lineari, corredati della necessaria componentistica ai fini dell'erogazione dei trattamenti, nonché realizzare i necessari lavori edili e impiantistici ai fini dell'installazione delle apparecchiature. In particolare, per l'AO di Cosenza è previsto la realizzazione di un nuovo bunker e l'acquisto di un Acceleratore lineare in aggiunta ai due già presenti, mentre per l'AO di Catanzaro e per il GOM di Reggio Calabria le nuove apparecchiature richieste andranno a sostituire quelle già presenti, consentendo in tal modo di abbassare l'obsolescenza media dei macchinari presenti in Regione. L'attuazione del presente Programma, pertanto, consentirà alla Regione di dotarsi di apparecchiature di ultima generazione per: - rispondere alle sempre più complesse esigenze cliniche in campo radioterapico (migliore efficacia clinica); - garantire standard di sicurezza più elevati al paziente trattato (maggiore precisione per il posizionamento del paziente e per l'erogazione della dose che permette di ridurre al minimo i tempi della seduta di radioterapia e la riduzione dei volumi trattati) e contenimento delle liste di attesa e dei fenomeni di mobilità. #### Azioni Stipula convenzione con INVITALIA ai sensi dell'art. 3, comma 3 del D.L. 150/2020, come modificato dall'art. 43-quater lettera b) della L. n. 233/2021; Avvio e completamento delle procedure di gara per l'esecuzione dei lavori, fornitura ed installazione delle apparecchiature sulla base delle direttive che saranno fornite dal Commissario ad acta. Esecuzione dei lavori, installazione e collaudo delle apparecchiature. #### Valutazione degli Investimenti L'impatto economico per la realizzazione degli interventi previsti ammonta a complessivi € 10.000.000,00, di cui € 9.400.000,00 a carico dello Stato ed € 600.000,00 a carico della Regione Calabria, ed è così dettagliato: ### 7.3.3 Programma di ammodernamento tecnologico (art. 6, comma 5 del D.L. 30 aprile 2019, n. 35) #### Stato di attuazione L'art. 6, comma 5 del D.L. 30 aprile 2019, n. 35, convertito con modificazioni, dalla L. 25 giugno 2019, n. 60, al fine di garantire l'erogazione delle prestazioni sanitarie, anche in osservanza delle indicazioni previste nel vigente Piano nazionale di governo delle liste di attesa, ha previsto l'autorizzazione per la Regione Calabria della spesa di euro € 82.164.205,00 per l'ammodernamento tecnologico, in particolare per la sostituzione e il potenziamento delle tecnologie rientranti nella rilevazione del fabbisogno 2018-2020 del Ministero della Salute, sulla base dei dati trasmessi dalla Regione tra ottobre e novembre 2017, a valere sulle risorse di cui all'articolo 20 della legge n. 67 del 1988. Definito il quadro esigenziale, di concerto con le Aziende del SSR, con DCA n. 183 del 19/12/2019 è stato approvato il Programma di ammodernamento tecnologico ai sensi dell'art. 6, comma 5 del D.L. 30 aprile 2019, n. 35. Con DCA n. 141 del 06/11/2020, il Commissario ad Acta ha proceduto a modificare ed integrare il "Programma di ammodernamento tecnologico" approvato con DCA n. 183 del 19/12/2019. La rimodulazione si è resa necessaria per effetto delle osservazioni formulate dal Ministero della Salute sul DCA n. 183/2019; dei riscontri pervenuti dalle Aziende del SSR a seguito delle richieste di chiarimenti avanzate con le comunicazioni PEC del 30/07/2020 e con le note prot. n. 309699, n. 309703, n. 309712 del 28/09/2020; del mutato quadro esigenziale del parco tecnologico delle Aziende, anche per effetto dell'emergenza COVID-19; della necessità di acquisire ulteriori apparecchiature per integrare ulteriormente le dotazioni delle Aziende del SSR. Con DCA n. 5 del 31/01/2022 è stato definitivamente approvato il "Programma di ammodernamento tecnologico" per un importo complessivo pari a € 86.488.636,84, di cui € 82.164.205,00 quale 95 % a carico dello Stato ed € 4.324.431,84 quale 5% a carico della Regione Calabria; Il Programma prevede l'acquisto e l'installazione di n. 24 TAC (oltre l'aggiornamento di una esistente), n. 17 Risonanze Magnetiche (oltre l'aggiornamento di due esistenti), n. 21 Mammografi, n. 11 Angiografi, n. 2 Gamma Camera, n. 4 Gamma Camera/TAC, n. 3 PET/TAC e n. 2 Acceleratori Lineari. Il Nucleo di Valutazione degli Investimenti Pubblici del Ministero della Salute ha espresso il proprio parere sul Programma di ammodernamento tecnologico, con nota prot. n. 16290 del 08/08/2022. In esito alla positiva valutazione del Programma di ammodernamento tecnologico da parte del Nucleo di Valutazione, la Regione Calabria procederà alle richieste di ammissione al finanziamento degli interventi secondo le modalità previste dall'Accordo per le procedure tra Governo, Regioni e province Autonome di Trento e di Bolzano del 28 febbraio 2008 per la "Definizione delle modalità e procedure per l'attivazione dei programmi di investimento in sanità", a integrazione dell'Accordo del 19 dicembre 2002. Ai sensi di quanto stabilito all'art. 43-quater lettera b) della legge 29 dicembre 2021 n. 233, l'attuazione degli interventi in oggetto è di competenza del Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro della Regione Calabria. #### Obiettivo L'obiettivo principale per il prossimo triennio è quello di rinnovare e potenziare il parco delle grandi apparecchiature sanitarie delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere della Regione Calabria, oramai obsolete, al fine di garantire percorsi diagnostici terapeutici più efficaci e sicuri, ridurre le liste di attesa e contenere i fenomeni di mobilità. #### Azioni Completa attuazione del Piano di ammodernamento tecnologico previsto dal D.L. n. 35/2019 dovrà avvenire attraverso le seguenti azioni: - Predisposizione della documentazione necessaria ai fini della richiesta di ammissione a finanziamento degli interventi. - Richiesta di ammissione a finanziamento al Ministero della Salute da parte della Regione Calabria. - Istruttoria ed emanazione dei decreti di ammissione a finanziamento da parte del Ministero della Salute. - Procedure di acquisto delle apparecchiature. - Installazione e messa in esercizio delle apparecchiature. #### Valutazione economica L'impatto economico previsto per la realizzazione delle suddette azioni ammonta a € 86.488.636,84 di cui € 82.164.205,00 quale 95% a carico dello Stato ed € 4.324.431,84 quale 5% a carico della Regione Calabria. ## 7.4 Progetto "Rete Regionale Case della Salute" - Azione 9.3.8 del POR Calabria FESR-FSE 2014/2020 #### Stato di attuazione Il DPGR 18 del 22/10/2010, con il quale, tra l'altro, è stata approvata la riorganizzazione della Rete Ospedaliera della Regione Calabria, ha previsto la riconversione di alcuni Presidi Ospedalieri in Ospedali Distrettuali, successivamente denominati Centri di Assistenza Primaria Territoriale (CAPT) ed infine Case della Salute. Con Decreto del Presidente di Giunta Regionale n. 135 del 21/12/2011 sono stati individuati i siti delle Case della da finanziare ai fini della riconversione. Il progetto "Rete Regionale delle Case della Salute", inizialmente finanziato con le risorse del POR Calabria FESR 2007/2013 e poi con i fondi del Piano di Azione e Coesione – PAC 2007-2013, a seguito del parere di coerenza programmatica rilasciato dall'autorità di Gestione del POR Calabria FESR FSE 2014/2020 con nota n. 359017 del 13/08/2021, con decreto dirigenziale del Dipartimento Tutela della Salute n. 8630 del 20/08/2021, è stato ammesso nell'ambito del POR Calabria FESR FSE 2014/2020 per un importo complessivo di 48.952.332,43 euro, prevedendo la realizzazione delle Case della salute nei seguenti presidi: - ASP Cosenza - ex PO di San Marco Argentano: € 8.149.648,89 - ex PO di Cariati: € 9.172.683,54 - ASP Crotone - Piattaforma sanitaria di Mesoraca: € 5.500.000,00 - ASP Catanzaro - ex PO di Chiaravalle: € 8.100.000,00 ASP - Reggio Calabria - ex PO di Scilla: € 8.270.000,00 - ex PO di Siderno: € 9.760.000,00 Per le suddette Case della Salute, in data 20/11/2017 sono state stipulate specifiche convenzioni regolanti il finanziamento tra la Regione Calabria e le Aziende Sanitarie Provinciali competenti, con scadenza al 31/12/2020. L'attuazione degli interventi ha subito ritardi nella fase di avvio delle procedure di gara per l'affidamento delle progettazioni da parte degli uffici tecnici delle ASP interessate, per l'effettuazione delle indispensabili verifiche di vulnerabilità sismica delle strutture e, da ultimo, per effetto delle disposizioni introdotte dell'art. 6, comma 1 del D.L. 30 aprile 2019, n. 35, convertito con modificazioni, dalla L. 25 giugno 2019, n. 60, in ordine all'affidamento delle gare di importo superiore alla soglia comunitaria. Considerati i ritardi accumulati ed al fine di accelerare la realizzazione degli interventi di edilizia sanitaria, tra cui anche le Case della Salute, ai sensi del dell'art. 6, c. 4 del D.L. n. 35/2019, in data 16/04/2020 è stata stipulata specifica convenzione quadro, il cui schema è stato approvato con DCA n. 75/2020, tra il Commissario ad acta per il piano di rientro e INVITALIA, attraverso la quale le Aziende del SSR possono avvalersi del supporto di INVITALIA che assume le funzioni di Centrale di Committenza sia per le procedure relative alla progettazione degli interventi che per quelle relative all'affidamento dei lavori. Alla suddetta convenzione hanno aderito tutte le Aziende del SSR. Considerato che la Delibera di Giunta n. 216/2020 ha differito al 31/12/2021 il termine di conclusione degli interventi del Programma PAC 2007/2013 ed al fine di consentire il completamento degli interventi relativi alla realizzazione delle Case della Salute sopraindicate, con DCA n. 35 del 24/02/2021 è stata prorogata al 31/12/2021 la scadenza delle suddette Convenzioni. Successivamente, il termine di chiusura del PAC è stato fissato al 31/12/2022. Tenuto conto dell'esito della ricognizione effettuata sullo stato delle attività, dalla quale è emerso che i cronoprogrammi di tutti gli interventi vanno oltre il termine di chiusura del PAC 2007/2013, il Progetto "Case della Salute", come detto, è stato ammesso nell'ambito del POR Calabria FESR FSE 2014/2020. Si precisa che le Aziende, in quanto beneficiarie del finanziamento, svolgono le funzioni di Soggetti Attuatori degli interventi cui compete, pertanto, la realizzazione delle opere. Si rappresenta che le suddette strutture saranno parte integrante della rete delle Case della Comunità previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nell'ambito della Missione 6 – Componente 1 "Reti di prossimità, strutture intermedie e telemedicina per l'assistenza sanitaria territoriale". #### Obiettivo L'obiettivo principale per il prossimo triennio è quello di completare le progettazioni degli interventi e avviare/concludere l'esecuzione dei lavori al fine di migliorare l'integrazione Ospedale-Territorio, migliorare i LEA in termini di assistenza territoriale con conseguente riduzione di ricoveri/prestazioni inappropriate. #### Azioni - Approvazione dei progetti degli interventi da parte delle Aziende competenti. - Esecuzione dei lavori ed installazione degli arredi e delle attrezzature. #### Valutazione economica L'impatto economico previsto per la realizzazione delle suddette azioni ammonta a € 48.952.332,43 a valere sui fondi POR Calabria FESR FSE 2014/2020. ## 7.5 Piano di riordino della rete ospedaliera in emergenza Covid-19 ai sensi dell'art. 2 del D.L. n. 34/2020 #### Stato di attuazione Il Decreto-Legge 19 maggio 2020, n. 34 (cd. Decreto Rilancio), convertito con modificazioni dalla L. 17 luglio 2020, n. 77, ha emanato una serie di misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all'economia, nonché di politiche sociali connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19. Con riferimento agli aspetti sanitari, il provvedimento normativo ha previsto un complessivo rafforzamento del Servizio sanitario nazionale, nelle sue diverse articolazioni, territoriale ed ospedaliera, sia sotto il profilo organizzativo che per quanto attiene al personale sanitario. In particolare, l'art. 2 del DL n. 34/2020 inerente al Riordino della rete ospedaliera in emergenza COVID-19, ha stabilito che "Le regioni e le province autonome, al fine di rafforzare strutturalmente il Servizio sanitario nazionale in ambito ospedaliero, tramite apposito piano di riorganizzazione volto a fronteggiare adeguatamente le emergenze pandemiche, come quella da COVID-19 in corso, garantiscono l'incremento di attività in regime di ricovero in Terapia Intensiva e in aree di assistenza ad alta intensità di cure, rendendo strutturale la risposta all'aumento significativo della domanda di assistenza in relazione alle successive fasi di gestione della situazione epidemiologica correlata al virus Sars-CoV-2, ai suoi esiti e a eventuali accrescimenti improvvisi della curva pandemica.". Per le suddette finalità, viene resa strutturale sul territorio nazionale la dotazione di almeno 3.500 posti letto di terapia intensiva ulteriori rispetto agli attuali, in modo da garantire a ciascuna regione e provincia autonoma una dotazione pari a 0,14 posti letto per mille abitanti. L'art. 2 del DL n. 34/2020 ha stabilito, altresì, che le regioni e le province autonome: - programmino una riqualificazione di 4.225 posti letto di area semi-intensiva, mediante adeguamento e ristrutturazione di unità di area medica, prevedendo che tali postazioni siano fruibili sia in regime ordinario, sia in regime di trattamento infettivologico ad alta intensità di cure. Inoltre, in relazione all'andamento della curva pandemica, per almeno il 50% dei suddetti posti letto di terapia semi-intensiva, deve essere prevista la possibilità di immediata conversione in posti letti di terapia intensiva, mediante integrazione delle singole postazioni con la necessaria strumentazione di ventilazione e monitoraggio; - provvedano, nelle strutture ospedaliere destinate al ricovero di pazienti affetti dal COVID-19, a consolidare la separazione dei percorsi rendendola strutturale, assicurando la ristrutturazione dei Pronto Soccorso con l'individuazione di distinte aree di permanenza per i pazienti sospetti COVID-19 o potenzialmente contagiosi, in attesa di diagnosi; - implementino i mezzi di trasporto dedicati ai trasferimenti secondari per i pazienti COVID-19, per le dimissioni protette e per i trasporti interospedalieri per pazienti non affetti da COVID-19. Con DCA n. 91 del 18/06/2020 e s.m.i, il Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di Rientro della Regione Calabria, ha approvato il Documento di riordino della Rete Ospedaliera in Emergenza COVID-19 della Regione Calabria (approvato dal Ministero della Salute con decreto del 03/07/2020) ai sensi di quanto stabilito dall'art. 2 del DL n. 34/2020. Il suddetto documento intende rivedere l'organizzazione della rete ospedaliera, ai sensi dell'art. 2 del DL 34/2020, ed attuarne una revisione a seguito dell'emergenza da SARS-CoV-2 e per eventuali altre emergenze pandemiche che dovessero presentarsi nel tempo. Il Piano è finalizzato a rendere strutturale la risposta al potenziale aumento della domanda di assistenza, con particolare attenzione al regime di ricovero in Terapia Intensiva e in aree ad alta intensità di cure, correlata all'accrescimento del numero dei soggetti contagiati e della eventuale gravità del decorso clinico, in modo da poter fronteggiare in maniera adeguata le emergenze pandemiche come quella da COVID-19 e, soprattutto, gli eventuali accrescimenti improvvisi della curva epidemica. Con riferimento ai soli interventi di riordino della rete ospedaliera, il Documento approvato con DCA n. 91/2020 e s.m.i. prevede un incremento di n. 134 posti letto di terapia intensiva (n. 13 interventi), rispetto all'attuale dotazione, l'attivazione di n. 136 posti letto di terapia semintensiva (n. 12 interventi), attraverso la riconversione di posti letto in area medica, già presenti nella programmazione regionale di cui al DCA n. 64/2016. Sono, inoltre, previsti n. 18 interventi di riorganizzazione e ristrutturazione dei Pronto Soccorso con l'obiettivo prioritario di separare i percorsi e creare aree di permanenza dei pazienti in attesa di diagnosi che garantiscano i criteri di separazione e sicurezza, nonché l'acquisto di n. 9 ambulanze dedicate o dedicabili ai trasferimenti secondari tra strutture COVID-19, alle dimissioni protette, ai trasporti inter-ospedalieri no COVID-19. Per la realizzazione dei suddetti interventi il D.L. 34/2020 ha assegnato alla Regione Calabria risorse complessive pari a € 51.171.973,00. L'attuazione dei suddetti interventi è di competenza del Commissario straordinario per l'emergenza COVID-19, ai sensi del comma 11 dell'art. 2 del DL 34/2020, nell'ambito dei poteri conferitigli dall'art. 122 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27. Con ordinanza n. 29 del 09/10/2020, il Commissario straordinario per l'emergenza COVID-19 ha nominato le Aziende del SSR della Regione Calabria Soggetti Attuatori dei rispettivi interventi inseriti nel Documento di cui al DCA n. 91/2020 e s.mi.i. Il Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria, per il tramite della competente UOA, svolge un ruolo di coordinamento delle Aziende e di interfaccia con il Ministero della Salute e con il Commissario Straordinario per l'emergenza COVID-19. In particolare, effettua il monitoraggio dello stato di attuazione delle procedure relative agli interventi in corso, che viene trasmesso al Ministero della Salute ed al Commissario straordinario per l'emergenza COVID-19, nonché le attività di coordinamento previste dal Disciplinare di attuazione economico-finanziaria e relativa rendicontazione delle spese, predisposto dal Commissario straordinario per l'emergenza COVID-19. Per quanto attiene allo stato di attuazione degli interventi ricompresi nel Piano di riorganizzazione, ad oggi risultano attivati n. 4 pl di TI presso il PO di Paola (CS), n. 4 pl di TI presso il PO di Castrovillari (CS), n. 6 pl di TI presso il PO Pugliese-Ciaccio di Catanzaro (CZ), n. 6 pl di TI e n. 11 pl di TSI presso l'AOU Mater Domini di Catanzaro (CZ). Si precisa che l'AOU Mater Domini di Catanzaro ha comunicato di aver già attivato i 6 pl di TI e gli 11 pl di TSI, essendo già in possesso delle necessarie attrezzature e che, conclusa la fase di progettazione, procederà ad eseguire i lavori di adeguamento finanziati con il DCA n. 91/2020. Risultano, inoltre, acquistate n. 3 ambulanze dall'ASP di Catanzaro e n. 3 ambulanze dall'ASP di Cosenza. Da ultimo, si rappresenta che l'intero "Piano di riorganizzazione approvato dal Ministero della Salute/Regioni italiane" con Decreto Direttoriale n. MDS-DGPROGS-84 del 22/10/2021, relativo ai piani di riorganizzazione presentati dalle Regioni e dalle Province Autonome in attuazione all'art. 2 del DL 34/2020, è stato inserito nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) dell'Italia per la Linea di Intervento 1.1 "Ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero", parte integrante della MISSIONE 6 - COMPONENTE 2 "Innovazione, ricerca e digitalizzazione del Servizio sanitario nazionale". #### Obiettivo L'obiettivo principale per il prossimo triennio è quello di completare le progettazioni degli interventi, avviare/concludere l'esecuzione dei lavori, completare la fornitura dei mezzi di soccorso per rendere strutturale l'offerta dei posti letto di terapia intensiva in linea con lo standard ministeriale di 0,14 pl/100.000 abitanti, dei posti letto di terapia semi-intensiva di cui almeno il 50% convertibili in posti letto di terapia intensiva, nonché assicurare la riorganizzazione e ristrutturazione dei Pronto Soccorso. #### Azioni - Approvazione dei progetti degli interventi da parte delle Aziende competenti. - Esecuzione dei lavori ed installazione degli arredi e delle attrezzature. #### Valutazione economica L'impatto economico previsto per la realizzazione delle suddette azioni ammonta a € 51.171.973,00 a valere sui fondi previsti dal D.L. n. 34/2020. ## 7.6 Fondo finalizzato al rilancio degli investimenti delle amministrazioni centrali dello Stato e allo Sviluppo del Paese previsto dall'art. 1, comma 95 della legge 30 dicembre 2018, n. 145 (legge di bilancio 2019). #### Stato di attuazione A valere sul fondo finalizzato al rilancio degli investimenti delle amministrazioni centrali dello Stato e allo Sviluppo del Paese previsto dall'art. 1, comma 95 della legge 30 dicembre 2018, n. 145, con DCA n. 8 del 10/01/2022 si è proceduto ad approvare il Piano di interventi di adeguamento sismico e antincendio, nonché lo schema di accordo inerente alle Modalità di erogazione del suddetto fondo, che dovrà essere sottoscritta dal Ministero della Salute e dal legale rappresentante della Regione Calabria. Il suddetto Piano è costituito da n. 5 interventi e prevede una ripartizione del finanziamento nell'arco temporale di 11 anni (dal 2020 al 2030), per un importo complessivo pari a € 60.816.696,40. In particolare, è previsto l'adeguamento sismico ed antincendio dei Presidi Ospedalieri di Locri, Melito Porto Salvo, Tropea e Cetraro, nonché un finanziamento finalizzato alla verifica della vulnerabilità sismica dei presidi sanitari della Regione Calabria. Si è in attesa della sottoscrizione dell'accordo, ai sensi dell'art. 15 della L. 241/90, avente ad oggetto "Modalità di erogazione del fondo finalizzato al rilancio degli investimenti delle amministrazioni centrali dello Stato e allo sviluppo del Paese previsto dall'art. 1, comma 95 della legge 30 dicembre 2018, n. 145." tra Ministero della Salute e legale rappresentante della Regione. L'attuazione del Piano consentirà l'adeguamento sismico ed antincendio di alcune strutture sanitarie che attualmente presentano rilevanti criticità, fonte di condizioni di rischio elevatissimo per il patrimonio e la sicurezza degli operatori sanitari e degli utenti, nonché la verifica di vulnerabilità sismica di molti presidi sanitari. #### Obiettivo L'obiettivo principale per il prossimo triennio è quello di completare le verifiche di vulnerabilità sismiche delle strutture interessate, le progettazioni degli interventi e avviare/concludere l'esecuzione dei lavori al fine consentire l'adeguamento/miglioramento sismico e antincendio delle strutture oggetto di intervento compatibilmente con le assegnazioni previste per ciascun intervento. #### Azioni - Sottoscrizione dell'accordo inerente alle Modalità di erogazione del suddetto fondo, tra Ministero della Salute e dal legale rappresentante della Regione Calabria. - Esecuzione delle verifiche di vulnerabilità sismica delle strutture sanitarie regionali. - Approvazione dei progetti degli interventi ed esecuzione dei lavori da parte delle Aziende competenti compatibilmente con le assegnazioni previste per ciascun intervento. #### Valutazione economica L'impatto economico previsto per la realizzazione delle suddette azioni ammonta a € 60.816.696,40 a valere sul fondo previsto dall'art. 1, comma 95 della legge 30 dicembre 2018, n. 145. ## 7.7 Fondo finalizzato al rilancio degli investimenti delle Amministrazioni centrali dello Stato e allo sviluppo del Paese previsto dall'art. 1, commi 14 e 24 della legge 27 dicembre 2019, n. 160 (legge di bilancio 2020). #### Stato di attuazione A valere sul Fondo per il rilancio degli investimenti delle Amministrazioni centrali dello Stato e allo sviluppo del Paese, previsto nell'ambito disegno di legge di bilancio per l'anno 2020 e finalizzato ai programmi di investimento e ai progetti a carattere innovativo, ad elevata sostenibilità, anche in riferimento all'economia circolare, alla decarbonizzazione dell'economia, alla riduzione delle emissioni, al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale, la Regione Calabria, con il coinvolgimento delle Aziende del SSR, ha definito la propria proposta di interventi. In particolare, sono stati individuati n. 12 interventi, per un importo complessivo di € 19.570.001,09, il cui finanziamento è previsto in un arco temporale di 15 anni (dal 2020 al 2034). Da ultimo, con nota prot. n. 99278 del 28 febbraio 2022, la proposta di Programma definita dalla Regione Calabria è stata trasmessa al Coordinamento della Commissione Salute ai fini del successivo inserimento nello schema di Decreto Ministeriale di finanziamento. #### Obiettivo L'obiettivo principale per il prossimo triennio è quello di completare le progettazioni degli interventi e avviare/concludere l'esecuzione dei lavori, compatibilmente con le assegnazioni previste per ciascun intervento. #### Azioni - Sottoscrizione dell'accordo inerente alle Modalità di erogazione del suddetto fondo, tra Ministero della Salute e dal legale rappresentante della Regione Calabria. - Approvazione dei progetti degli interventi ed esecuzione dei lavori da parte delle Aziende competenti, compatibilmente con le assegnazioni previste per ciascun intervento. #### Valutazione economica L'impatto economico previsto per la realizzazione delle suddette azioni ammonta a € 60.816.696,40 a valere sul fondo previsto dall'art. 1, comma 95 della legge 30 dicembre 2018, n. 145. ## 7.8 Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – Missione 6: Salute Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è stato approvato con Decisione del Consiglio ECOFIN del 13 luglio 2021, notificata all'Italia dal Segretariato generale del Consiglio con nota LTl61/21, del 14 luglio 2021. La Missione M6 del PNRR è dedicata al tema della Salute e stanzia 15,63 miliardi di € per le due componenti C1 e C2 della Missione e cita l'approccio "One-Health" come riferimento per una riforma che definisca un nuovo assetto istituzionale per la prevenzione in ambito sanitario, ambientale e climatico: - Componente C1: Reti di prossimità, strutture intermedie e telemedicina per l'assistenza sanitaria territoriale – 7 M€ di stanziamenti; - Componente C2: Innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale: 8,63 M€ di stanziamenti. ### 7.8.1 Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l'assistenza sanitaria territoriale e rete nazionale della salute, ambiente e clima Il decreto 06 agosto 2021 del Ministero dell'Economia e delle Finanze "Assegnazione delle risorse finanziarie previste per l'attuazione degli interventi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e ripartizione di traguardi e obiettivi per scadenze semestrali di rendicontazione", pubblicato in Gazzetta Ufficiale – serie generale n. 229 del 24 settembre 2021, prevede, in particolare, alla Missione 6 - Componente 1: - l'Investimento 1.1 "Casa della Comunità e presa in carico della persona"; - l'Investimento 1.2 "Casa come primo luogo di cura", (Sub-Investimento 1.2.2 COT); - l'Investimento 1.3 "Rafforzamento dell'assistenza sanitaria intermedia e delle sue strutture (Ospedali di Comunità)". Ai fini della sottoscrizione del Contratto Istituzionale di Sviluppo relativo agli interventi da attuare nella Regione Calabria nell'ambito del PNRR - Missione 6 - Componenti 1 e 2, con il DCA n. 59 del 24 aprile 2022, è stato approvato l'elenco degli interventi del Piano Operativo Regionale che comprende, per la Componente 1, la realizzazione di: - n. 61 Case della Comunità - n. 21 Centrali Operative Territoriali - n. 5 interventi di interconnessione aziendale delle suddette Centrali Operative Territoriali - n. 5 interventi di fornitura di device per le suddette Centrali Operative - n. 20 Ospedali di Comunità In data 30/05/2022 è stato sottoscritto tra il Ministro della salute ed il Presidente della Regione Calabria – Commissario ad Acta per il Piano di Rientro, il Contratto Istituzionale di Sviluppo (CIS) per l'attuazione del Piano Operativo Regionale della Calabria – PNRR – M6 Salute e, ai sensi dell'art. 3 del medesimo CIS, è stato nominato Referente Unico Regionale il Dirigente dell'Unità Organizzativa Autonoma "Investimenti sanitari" del Dipartimento Tutela della Salute e Servizi Socio-Sanitari". #### Fabbisogno di Case della Comunità Il progetto di realizzare la Casa della Comunità consente di potenziare e riorganizzare i servizi offerti sul territorio migliorandone la qualità. La Casa della Comunità diventerà lo strumento attraverso cui coordinare tutti i servizi offerti, in particolare ai malati cronici. È prevista la definizione di uno strumento di programmazione negoziata che vedrà il Ministero della Salute, anche attraverso i suoi Enti vigilati come autorità responsabile per l'implementazione e il coinvolgimento delle amministrazioni regionali e di tutti gli altri enti interessati. Il progetto di investimento consiste nella creazione e nell'avvio di strutture sanitarie che consentano l'attivazione, lo sviluppo e l'aggregazione di servizi di assistenza di base e la realizzazione di centri di assistenza (efficienti sotto il profilo energetico) per una risposta integrata alle esigenze di assistenza. Il decreto 20 gennaio 2022 del Ministero della Salute ha effettuato la ripartizione programmatica delle risorse alle Regioni e alle Province Autonome per i progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ed ha attribuito alla Regione Calabria l'importo di € 84.677.262,22, quale Investimento 1.1, per la realizzazione di n° 57 Case della Comunità. Con DGR n. 174 del 30/04/2022 la Giunta regionale ha dettato indirizzi programmatici per la realizzazione di ulteriori n. 4 Case di Comunità, a valere su risorse PSC, per l'importo complessivo di € 6.000.000,00. Le 61 Case della Comunità (CdC) previste nella regione Calabria dovranno essere dotate di attrezzature tecnologiche, al fine di garantire parità di accesso, prossimità territoriale e qualità dell'assistenza alle persone indipendentemente dall'età e dal loro quadro clinico (malati cronici, persone non autosufficienti che necessitano di assistenza a lungo termine, persone affette da disabilità, disagio mentale, povertà), mediante l'attivazione, lo sviluppo e l'aggregazione di servizi di assistenza primaria, e la realizzazione di centri di erogazione dell'assistenza (efficienti sotto il profilo energetico) per una risposta multi professionale. Si prevede di realizzare nuove costruzioni o di ristrutturare edifici esistenti, secondo il seguente riparto territoriale. #### Fabbisogno di Centrali Operative Territoriali L'investimento mira ad aumentare il volume delle prestazioni rese in assistenza domiciliare fino a prendere in carico, entro la metà del 2026, il 10 percento della popolazione di età superiore ai 65 anni. L'intervento si rivolge in particolare ai pazienti di età superiore ai 65 anni con una o più patologie croniche e/o non autosufficienti. Il decreto 20 gennaio 2022 del Ministero della Salute ha effettuato la ripartizione programmatica delle risorse alle Regioni e alle Province Autonome per i progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ed ha attribuito alla Regione Calabria l'importo di € 3.288.425,00, quale Investimento 1.2.2, per la realizzazione di n° 19 Centrali Operative Territoriali, oltre ad € 1.350.357,71, per l'interconnessione aziendale delle medesime centrali nonché ulteriori € 1.837.607,58 per la fornitura di device, afferenti al medesimo Investimento. Con DGR n. 174 del 30/04/2022 la Giunta regionale ha dettato indirizzi programmatici per la realizzazione di ulteriori n. 2 COT, a valere su risorse PSC, per l'importo complessivo di € 700.000,00, comprensivi di device e interconnessione. Le 21 Centrali Operative Territoriali (COT) costituiranno uno strumento organizzativo innovativo che svolgerà una funzione di coordinamento della presa in carico del cittadino/paziente e raccordo tra servizi e soggetti coinvolti nel processo assistenziale nei diversi setting assistenziali: attività territoriali, sanitarie e sociosanitarie, ospedaliere e della rete di emergenza-urgenza. L'obiettivo della COT è quello di assicurare continuità, accessibilità ed integrazione dell'assistenza sanitaria e sociosanitaria, attraverso un servizio rivolto prevalentemente ad operatori sanitari e sociosanitari. #### Fabbisogno di Ospedali di Comunità L'investimento mira al potenziamento dell'offerta dell'assistenza intermedia al livello territoriale attraverso l'attivazione dell'Ospedale di Comunità, ovvero una struttura sanitaria della rete territoriale a ricovero breve e destinata a pazienti che necessitano di interventi sanitari a media/bassa intensità clinica e per degenze di breve durata. Anche in questo caso l'implementazione dell'intervento beneficerà di strumenti di coordinamento tra i livelli istituzionali coinvolti. La relativa operatività in termini di risorse umane sarà garantita nell'ambito delle risorse vigenti per le quali è stato previsto un incremento strutturale delle dotazioni di personale. Il decreto 20 gennaio 2022 del Ministero della Salute ha effettuato la ripartizione programmatica delle risorse alle Regioni e alle Province Autonome per i progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ed ha attribuito alla Regione Calabria l'importo € 37.634.338,76, quale Investimento 1.3, per la realizzazione di n° 15 Ospedali di Comunità. Con DGR n. 174 del 30/04/2022 la Giunta regionale ha dettato indirizzi programmatici per la realizzazione di ulteriori n. 5 Ospedali di Comunità, a valere su risorse PSC, per l'importo complessivo di € 12.500.000,00. I 20 Ospedali di Comunità (OdC) saranno strutture sanitarie della rete territoriale a ricovero breve e destinati a pazienti che necessitano interventi sanitari a bassa intensità clinica, di norma dotati di 20 posti letto (max. 40 posti letto) e a gestione prevalentemente infermieristica. ### 7.8.2 Innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale Le misure incluse nella Componente 2 della Missione 6 consentiranno il rinnovamento e l'ammodernamento delle strutture tecnologiche e digitali esistenti, il completamento e la diffusione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), una migliore capacità di erogazione e monitoraggio dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) attraverso più efficaci sistemi informativi. Rilevanti risorse sono destinate anche alla ricerca scientifica e a favorire il trasferimento tecnologico, oltre che a rafforzare le competenze e il capitale umano del SSN anche mediante il potenziamento della formazione del personale Si prevede: - la sostituzione di grandi apparecchiature sanitarie; - la digitalizzazione dei DEA di I e II livello; - il rinnovamento della dotazione esistente di posti letto di terapia intensiva e semi-intensiva, l'ammodernamento dei Pronto Soccorso e l'incremento del numero dei mezzi per i trasporti sanitari secondari (progetto già avviato); - il miglioramento strutturale nel campo della sicurezza degli edifici ospedalieri, adeguandoli alle vigenti norme in materia di costruzioni in area sismica. Il decreto 06 agosto 2021 del Ministero dell'Economia e delle Finanze "Assegnazione delle risorse finanziarie previste per l'attuazione degli interventi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e ripartizione di traguardi e obiettivi per scadenze semestrali di rendicontazione", pubblicato in Gazzetta Ufficiale – serie generale n. 229 del 24 settembre 2021, prevede, in particolare, alla Missione 6 - Componente 2: - l'Investimento 1.1 "Ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero", suddiviso nel Sub-investimento: 1.1.1 "Digitalizzazione" e nel Sub-investimento: 1.1.2 "Grandi Apparecchiature"; - l'Investimento 1.2 "Verso un ospedale sicuro e sostenibile". Con DCA n. 91 del 18 giugno 2020 e con DCA n.104 del 29 luglio 2020 è stato approvato il Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera della Regione Calabria in emergenza COVID, prevedendo un incremento di n. 134 pl di terapia intensiva e di n. 136 pl di terapia sub-intensiva, n. 17 interventi di ristrutturazione dei percorsi nei Pronto Soccorso in 16 stabilimenti e l'acquisto di n. 9 nuove autoambulanze. Con DCA n. 9 del 14 febbraio 2022 è stata approvata la proposta di Piano degli interventi di adeguamento/miglioramento sismico delle strutture sanitarie della Regione Calabria, costituita da n. 13 interventi, di cui n. 6 interventi finanziati a valere sulle risorse del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR) e n. 7 interventi finanziati a valere sul PNC. Con DCA n. 16 del 2 marzo 2022 è stata approvata la proposta di Piano degli interventi dell'investimento 1.1, costituito da n. 11 interventi di digitalizzazione, afferenti alla Missione 6, Componente 2, Sub-Investimento 1.1.1 e n. 286 interventi per la fornitura e installazione di grandi apparecchiature, afferenti alla Missione 6, Componente 2, Sub-Investimento 1.1.2. Ai fini della sottoscrizione del Contratto Istituzionale di Sviluppo relativo agli interventi da attuare nella Regione Calabria nell'ambito del PNRR - Missione 6 - Componenti 1 e 2, con il DCA n. 59 del 24 aprile 2022, è stato approvato l'elenco degli interventi del Piano Operativo Regionale che comprende, per la Componente 2, la realizzazione di: - n. 11 interventi di Digitalizzazione dei DEA di I e II livello - n. 286 interventi per la fornitura e installazione di grandi apparecchiature - n. 6 interventi di adeguamento/miglioramento sismico di presidi (PNRR) - n. 7 interventi di adeguamento/miglioramento sismico di presidi (PNC) - n. 1 intervento di implementazione di 4 nuovi flussi informativi - n. 1 intervento di organizzazione ed erogazione del corso di formazione in infezioni ospedaliere ai dipendenti del SSR #### Fabbisogno per investimenti in apparecchiature elettromedicali di alta tecnologia L'investimento consentirà di migliorare la digitalizzazione dell'assistenza e migliorare la qualità dei processi, garantendo la sicurezza dei pazienti e l'erogazione di servizi di alta qualità attraverso l'ammodernamento digitale del parco tecnologico ospedaliero tramite la sostituzione di modelli obsoleti o fuori uso (vetustà maggiore di 5anni) con modelli tecnologicamente avanzati: TAC a 128 strati, risonanze magnetiche 1.5 T, acceleratori lineari, sistemi radiologici fissi, angiografi, gamma camere, gamma camere/TAC, PET-TAC, mammografi ed ecotomografi. Il decreto 20 gennaio 2022 del Ministero della Salute ha effettuato la ripartizione programmatica delle risorse alle Regioni e alle Province Autonome per i progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ed ha attribuito alla Regione Calabria l'importo di € 44.753.062,11, a valere sulla Missione 6, Componente 2, Sub-Investimento 1.1.2, per la fornitura e posa in opera di n° 286 grandi apparecchiature. #### Fabbisogno per investimenti in digitalizzazione dei DEA di I e II livello L'investimento consentirà di migliorare la digitalizzazione dell'assistenza sanitaria e migliorare la qualità dei processi, garantendo la sicurezza dei pazienti e l'erogazione di servizi di alta qualità. L'investimento si riferisce al potenziamento del livello di digitalizzazione delle strutture sede di DEA (Dipartimenti di emergenza e accettazione) di I livello e di II livello. Ogni struttura ospedaliera informatizzata deve disporre di un centro di elaborazione di dati (CED) necessario per realizzare l'informatizzazione dell'intera struttura ospedaliera e sufficienti tecnologie informatiche hardware e/o software, tecnologie elettromedicali, tecnologie supplementari e lavori ausiliari, necessari per realizzare l'informatizzazione di ciascun reparto ospedaliero. Il decreto 20 gennaio 2022 del Ministero della Salute ha effettuato la ripartizione programmatica delle risorse alle Regioni e alle Province Autonome per i progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ed ha attribuito alla Regione Calabria l'importo di € 54.573.930,99, a valere sulla Missione 6, Componente 2, Sub-Investimento 1.1.1, per la realizzazione di n° 11 interventi di digitalizzazione. #### Fabbisogno per il rinnovamento della dotazione esistente di posti letto di terapia intensiva e semi-intensiva, l'ammodernamento dei Pronto Soccorso e l'incremento del numero dei mezzi per i trasporti sanitari secondari L'investimento consentirà di potenziare la dotazione di posti letto di terapia intensiva e semi- intensiva, con la relativa apparecchiatura di ausilio alla ventilazione, che deve essere resa strutturale (pari a un aumento di circa il 70 % del numero di posti letto preesistenti alla pandemia). Il Ministero della Salute ha adottato con Decreto Direttoriale n. MDS-DGPROGS-84 del 22/10/2021 il "Piano di riorganizzazione approvato dal Ministero della Salute/Regioni italiane", relativo ai piani di riorganizzazione presentati dalle Regioni e dalle Province Autonome in attuazione all'art. 2 del DL 34/2020. La Regione Calabria ha dettagliato nel DCA n. 91 del 18.6. 2020 "Decreto Legge 19 maggio 2020, n. 34 -Art. 2 - Documento di riordino della Rete Ospedaliera" e nel DCA n.104 29.7.2020 "DCA n. 91 del 18 giugno 2020 avente ad oggetto:" Decreto Legge 19 maggio 2020, n. 34 -Art. 2 - Documento di riordino della Rete Ospedaliera in Emergenza COVID-19" -Rettifica", le risorse economiche assegnate nelle principali voci di costo dell'investimento, pari ad € 51.171.973,00, per un incremento di n. 134 pl di terapia intensiva, n. 136 pl di terapia sub-intensiva, n. 17 interventi di ristrutturazione dei percorsi nei pronto soccorso in 16 stabilimenti e n. 9 nuove autoambulanze. #### Fabbisogno per interventi di adeguamento/miglioramento sismico delle strutture sanitarie L'investimento consentirà di adeguare alcune delle principali strutture ospedaliere regionali alle normative antisismiche. L'investimento si riferisce in particolare agli interventi di adeguamento sismico o di miglioramento delle strutture ospedaliere individuate nell'indagine delle esigenze espresse dalla Regione Calabria. Il decreto 20 gennaio 2022 del Ministero della Salute ha effettuato la ripartizione programmatica delle risorse alle Regioni e alle Province Autonome per i progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ed ha attribuito alla Regione Calabria gli importi di € 24.042.738,10, per la realizzazione di n. 6 interventi finanziati a valere sulle risorse del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR) e di € 54.569.791,21, per la realizzazione di n. 7 interventi finanziati a valere sul PNC.
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Regione Calabria
2022-11-01
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8. POLITICHE DEL FARMACO E DISPOSITIVI
Il contenimento della spesa farmaceutica e la governance del farmaco rappresentano obiettivi necessari per garantire l'accesso e la sostenibilità delle cure. In tale ottica, sono state svolte in questi anni, nell'ambito dei programmi operativi che si sono succeduti, molteplici attività che hanno riguardato le aree di maggiore criticità, quali la spesa convenzionata e l'organizzazione aziendale dei processi di approvvigionamento di farmaci. #### Stato di attuazione Analizzando la spesa farmaceutica dal 2017 si osserva, sul versante della convenzionata, un trend in discesa, che porta la Regione a rientrare nel tetto stabilito per legge del 7,96% solo negli ultimi due anni. La spesa per acquisti diretti, invece, risulta costantemente al di sopra, non solo delle risorse complessive stabilite per legge (14,85%), ma anche dei valori di incidenza registrati a livello nazionale (vedi tabella sotto riportata). Nel 2018 la Regione ha evidenziato una spesa farmaceutica convenzionata lorda di 290,2 milioni di euro, corrispondente ad un disavanzo, rispetto al tetto del 7,96% calcolato sul Fondo Sanitario Regionale, dello 0,07%, pari a +2,5 milioni di euro. La spesa per acquisti diretti, come definita ai sensi della Legge 232/2016, è risultata essere di 368,6 milioni di euro, evidenziando un disavanzo rispetto al tetto del 6,89% di 119,6 milioni di euro, pari al 3,31%. Nel 2019 la Regione ha registrato una spesa farmaceutica convenzionata di 288,5 milioni di euro, corrispondente ad un avanzo rispetto al tetto del 7,96% dello -0,01%, pari a 0,2 milioni di euro. Questo esiguo deficit è probabilmente attribuibile ad un aumento del FSR, dal momento che la spesa è risultata essere in linea con quella dell'anno precedente. La spesa per acquisti diretti, come definita ai sensi della Legge 232/2016 e della Legge 145/2018, è stata pari a 412,5 milioni di euro, evidenziando un disavanzo, rispetto al tetto stabilito, del 2,23% (127,4 milioni di euro) e in aumento rispetto all'anno precedente. Dal monitoraggio AIFA riferito al periodo Gennaio-Dicembre 2020, la spesa convenzionata, calcolata al netto dei payback, è stata pari a 279.263.500 euro, con un'incidenza percentuale della spesa sul Fondo Sanitario Regionale (FSR) del 7,33% e uno scostamento assoluto risulta essere di 23.885.154 euro. La Regione Calabria rappresenta la terza regione a maggiore incidenza di spesa convenzionata registrando un valore superiore a quello nazionale (6,64%). Per l'anno 2020, la spesa per i farmaci acquistati direttamente dalle strutture pubbliche è stata di 372.069.291 euro, con un'incidenza sul FSR del 9,77%, superiore alla media nazionale del 9,02%, e uno scostamento rispetto al tetto stabilito per legge di 177.287.318 euro Il monitoraggio AIFA della spesa farmaceutica per il periodo Gennaio-Dicembre 2021, evidenzia per la Regione Calabria un valore della spesa farmaceutica convenzionata al netto del payback, pari a 279.387.841 euro, con un'incidenza percentuale della spesa sul FSR del 7,21%, superiore rispetto alla media nazionale del 6,54% e uno scostamento assoluto di 8.143.979 euro. Per il 2021 la Regione Calabria rappresenta la sesta regione a maggiore incidenza per la spesa farmaceutica convenzionata. La Regione Calabria presenta per l'anno 2021 una spesa per farmaci ad acquisti diretti pari a 390.351.275 euro, con un'incidenza sul FSR del 10,07%, superiore rispetto alla media nazionale del 9,36%, con uno scostamento assoluto pari a 93.920.483 euro, rappresentando la nona regione a maggiore incidenza per la spesa farmaceutica per acquisti diretti. Gli obiettivi, e le conseguenti azioni, del presente P.O. dovranno consentire alla Regione, il rispetto dei tetti programmati a livello nazionale, recuperando gli scostamenti marcati rispetto al valore nazionale e promuovendo l'appropriatezza prescrittiva anche al fine di ridurre la compartecipazione sui farmaci a carico dei cittadini. Gli obiettivi programmati dipendono tuttavia in maniera imprescindibile dalla disponibilità dei dati di assistenza farmaceutica a livello regionale e locale e dalla loro qualità. Oltre a ciò, risulta determinante colmare le carenze di organico dell'area farmaceutica a partire dalle posizioni apicali, Direttori di Farmacia Ospedaliera e Farmacia Territoriale, nonché dei Dirigenti Farmacisti e del personale di supporto, mai sostituito o implementato. Si evidenzia infatti il problema della carenza di personale tecnico, sia nel Settore Regionale del Dipartimento, che nelle Farmacie delle Aziende del SSR. L'assenza di Farmacisti Dirigenti e di personale di supporto, mai assunto o sostituito a seguito di dimissioni o quiescenza, impatta immediatamente sulle linee di attività della farmaceutica e conseguentemente sulla spesa in ambito ospedaliero e territoriale, nonché sull'applicazione dei provvedimenti e sulle attività ordinarie di vigilanza e controllo previste dalle vigenti normative. #### Azioni In base a quanto emerso, la Regione Calabria, per gli anni 2022-2025, per quel che concerne la governance farmaceutica intende intraprendere le seguenti azioni: - Trasmissione dei dati e analisi della qualità dei flussi NSIS. - Riorganizzazione dei percorsi per gli acquisti centralizzati - Monitoraggio della spesa farmaceutica per Acquisti Diretti - Incentivazione dell'utilizzo dei farmaci biologici a brevetto scaduto. - Monitoraggio della spesa farmaceutica convenzionata. - Incentivazione dell'utilizzo dei farmaci equivalenti. - Aggiornamento periodico del prontuario terapeutico regionale (PTR) ## 8.1 Trasmissione dei dati e analisi della qualità dei flussi NSIS #### Stato di attuazione Nell'ultimo biennio la Regione ha mostrato notevoli criticità nella trasmissione dei flussi afferenti al sistema NSIS, evidenziate dalle relazioni di monitoraggio degli adempimenti LEA C.14 e C.15, relativi alla farmaceutica. L'invio dei dati relativi al flusso dei Consumi Ospedalieri e della Distribuzione Diretta risulta totalmente mancante e come tale il confronto sell in - sell out risulta difficile da attuare. La Regione stessa nelle sue relazioni ha individuato per ASP e AO l'incompletezza o addirittura la mancanza di invio dei dati. #### Obiettivi - Allineamento dei dati contenuti nel flusso della Tracciabilità con il dato della Distribuzione Diretta e del Consumo Ospedaliero. - Sovrapponibilità del flusso della Distribuzione in Nome e Per Conto con i dati di Tessera Sanitaria. - Analisi regionale della qualità dei dati dei flussi NSIS e dei consumi farmaceutici (Convenzionata, Diretta, Per Conto e Consumi Ospedalieri) al fine di descrivere i profili di utilizzo dei medicinali per le principali aree terapeutiche, evidenziandone lo scostamento rispetto alle raccomandazioni terapeutiche e alle linee guida regionali, nonché la variabilità esistente tra le diverse ASP. - Riorganizzazione, potenziamento e qualificazione delle funzioni di controllo dei competenti servizi delle Aziende che dovranno armonizzare gli strumenti a disposizione per il monitoraggio delle prescrizioni e le attività di farmacovigilanza. La criticità maggiore riguarda l'individuazione e l'analisi delle categorie di farmaci a maggior spesa e consumo, allo scopo di individuare inappropriatezze, sprechi e consumi notevoli. #### Azioni - Trasmissione del 100% dei dati e allineamento al 95% dei dati contenuti nel flusso della tracciabilità con il dato della Distribuzione Diretta e del Consumo Ospedaliero. - Trasmissione del 100% dei dati e allineamento al 90% dei dati, per singola ASP, del flusso della Distribuzione in Nome e Per Conto con i dati di Tessera Sanitaria. - Allineamento dei dati di Tessera Sanitaria alle DCR, con scostamento percentuale <0,5% sia del dato aggregato che per singola ASP. ## 8.2 Riorganizzazione dei percorsi per gli acquisti centralizzati #### Stato di attuazione Il DL 150/2020 prevede che il Commissario ad acta provveda in via esclusiva all'espletamento delle procedure di approvvigionamento avvalendosi degli strumenti di acquisto e di negoziazione messi a disposizione da CONSIP o, previa convenzione, dalla Centrale di committenza regionale o dalle centrali di committenza di regioni limitrofe. Alcune gare sono state espletate attraverso apposite convenzioni con le Centrali di Acquisto della Regione Lazio (per i farmaci A-PHT) e Campania (farmaci H e innovativi). Sebbene queste procedure possano essere di supporto alla Regione, pongono vincoli nell'acquisto dei farmaci, non tengono conto delle necessità regionali e tendono a dilatare i tempi di approvvigionamento. Con il DCA n. 42 del 11/03/2021 (modificato e integrato dal DCA n. 85 del 27/05/2021 e DCA n. 107 del 19/10/2021), la Struttura Commissariale ha stipulato una convenzione, ex art. 3, comma 1, legge n. 181/2020, con la Stazione Unica Appaltante della Regione Calabria (SUA), in virtù della quale la SUA per il periodo 2022/2025 deve provvedere all'espletamento, tra l'altro, delle procedure di gara per la fornitura di vaccini, farmaci, emoderivati, soluzioni galeniche ed infusionali, nonché mezzi di contrasto per le Aziende sanitarie ed ospedaliere regionali. Risulta dunque, necessario che la Regione diventi autonoma e garantisca un acquisto centralizzato per la quasi totalità dei farmaci utilizzati nelle strutture sanitarie pubbliche o erogati tramite il canale della Distribuzione in Nome e per Conto. Allo stato attuale le procedure espletate dalla Centrale Direzione Acquisti della Regione Lazio per conto della Regione Calabria hanno garantito la copertura del 85% delle esigenze relative ai farmaci A-PHT. Le procedure di acquisto espletate finora dalla SUA Calabria (farmaci A e H), concluse prima dell'entrata in vigore del DL 35/2019 e ancora in corso di validità, garantiscono circa l'80% delle esigenze delle Aziende del SSR, considerato che le specialità medicinali erogate in DD o acquistate per i consumi interni riguardano circa 1.000 principi attivi, 200 dei quali afferiscono a procedure espletate autonomamente dalle Aziende del SSR. #### Obiettivi Il calcolo dei fabbisogni sanitari, la comunicazione con la Stazione Unica Appaltante prima e Azienda Zero dopo, la corretta programmazione delle gare e l'espletamento delle stesse in tempi appropriati, risultano essere obiettivi prioritari. Attualmente la criticità di maggiore rilevanza è rappresentata dai tempi di avvio e conclusione delle procedure di gara in particolar modo relativamente ai farmaci di nuovo inserimento nel PTR, per i farmaci di nuova immissione in commercio con il requisito di innovatività o di innovatività condizionata e per i farmaci destinata alla cura di patologie rare. È necessario, pertanto, ottimizzare i tempi necessari all'espletamento delle procedure di gara. L'implementazione del processo permetterà di ottimizzare il tempo di acquisizione dei farmaci, anche nel caso di contratti in scadenza, e di allineare il fabbisogno regionale alle eventuali variazioni prescrittive, come il riconoscimento nuove indicazioni. Analisi e raccolta da parte del Settore 3 "Assistenza Farmaceutica, Assistenza Integrativa e Protesica, Farmacie Convenzionate, Educazione all'uso consapevole del Farmaco" dei fabbisogni delle singole Aziende sanitarie regionali (ASP e AO) interfacciandosi con la SUA/Azienda Zero ai fini della predisposizione delle relative procedure di gara. Realizzazione di un Sistema di monitoraggio che valuti l'utilizzo dei farmaci in DD e DPC. #### Azioni Acquisti centralizzati fino al 90% nel triennio, dei farmaci e invio di un rapporto su tutte le gare, programmate ed espletate trimestralmente all'Agenzia Italiana del Farmaco, inclusive del dettaglio dei prezzi di aggiudicazione per singolo principio attivo. Elaborazione e invio agli organi competenti, di un report dettagliato sulle analisi dei fabbisogni trasmessi dalle Aziende con scadenza semestrale. ## 8.3 Monitoraggio della spesa farmaceutica per Acquisti Diretti La Legge di Bilancio 2021 (art. 1, commi 475-477, legge n. 178 del 2020) ha rimodulato, a decorrere dal 2021, i valori percentuali dei tetti della spesa, mantenendo invariate le risorse complessive pari al 14,85% del FSN: - Tetto della Spesa farmaceutica convenzionata rideterminato al 7,00% del fabbisogno sanitario nazionale. - Tetto della Spesa farmaceutica per acquisti diretti al netto dei gas medicinali rideterminato al 7,85% del fabbisogno sanitario nazionale. Il monitoraggio AIFA della spesa farmaceutica per acquisti diretti mostra per la Regione Calabria un valore della spesa, al netto dei gas medicinali, pari a 390.351.275 euro con uno scostamento assoluto pari a 93.920.483 euro un'incidenza sul FSR del 10,07%. Il monitoraggio e il contenimento della spesa farmaceutica per acquisti diretti rappresenta dunque un obiettivo necessario nel management regionale e aziendale per il mantenimento dei tetti prefissati, attraverso una serie di azioni volte a ottimizzare la governance farmaceutica, dall'approvvigionamento alla prescrizione. #### Stato di attuazione Il controllo dell'appropriatezza prescrittiva e dell'aderenza terapeutica risultano azioni indispensabili per il contenimento della spesa farmaceutica. L'ambito di intervento consiste: - nell'incentivare l'uso di farmaci biosimilari, e in generale di medicinali a brevetto scaduto, - nell'implementare il controllo dei farmaci soggetti a limitazioni prescrittive (PT, note AIFA, Registri) e dei farmaci ad alto costo e a maggior impatto economico, - nel promuovere l'appropriatezza prescrittiva, utilizzando il sistema Tessera Sanitaria o piattaforme web dedicate come strumenti di supporto. Altro aspetto cruciale è quello di potenziare l'attività di Distribuzione Diretta per il Primo Ciclo Terapia, mediante la fornitura di farmaci agli assistiti nel periodo immediatamente successivo alle dimissioni ospedaliere o alla visita specialistica ambulatoriale, al fine di garantire la continuità assistenziale e l'appropriatezza terapeutica. I farmaci biologici a brevetto scaduto rappresentano un'enorme opportunità per i Servizi Sanitari Regionali al fine di recuperare risorse da reinvestire, in modo da favorire l'accesso alle cure ai pazienti. Pertanto, la Regione Calabria per il periodo 2022-2025 ha l'obiettivo di potenziare quanto più possibile l'utilizzo dei farmaci biosimilari nella reale pratica clinica, sia attraverso il monitoraggio costante e continuo degli stessi, che attraverso una revisione delle disposizioni normative regionali. Nel 2020, per i farmaci biologici a brevetto scaduto, la regione Calabria ha evidenziato scostamenti importanti del prezzo medio della molecola (originator + biosimilare) rispetto al valore medio nazionale (vedi tabella seguente). Le molecole Adalimumab, Epoietina, Etanercept, Filgrastim, Follitropina e Pegfilgrastim presentano uno scostamento percentuale superiore al 50%. L'analisi dei consumi per l'anno 2021 dei farmaci biosimilari rispetto ai farmaci originator, mostra un maggiore utilizzo dei farmaci biosimilari che cresce nell'ultimo trimestre dell'anno 2021 rispetto ai primi mesi, con un consumo del biosimilare pari all'87,1% nell'ultimo mese. Nonostante l'aumentato utilizzo dei farmaci biosimilari rispetto ai farmaci originator riscontrato nell'anno 2021, la spesa per farmaci originator risulta di gran lunga maggiore rispetto a quella dei farmaci biosimilari. Lo scostamento dell'utilizzo dei farmaci biosimilari nel corso del 2021 evidenzia la necessità di una programmazione e di un controllo degli acquisti dei biosimilari rispetto ai farmaci originator nelle Aziende, confermando il valore indispensabile delle gare centralizzate. La promozione dell'utilizzo dei farmaci biosimilari sia nell'arruolamento dei pazienti naïve che nello switch terapeutico per pazienti già in trattamento, andando ad intervenire in particolare in quelle Aziende dove si riscontra un maggiore utilizzo di farmaci originator, consentirebbe un risparmio di circa 9 milioni di euro, così come confermato anche dall'allineamento alla media nazionale del prezzo per confezione di tutte le molecole riportate nel report AIFA di monitoraggio dei biologici a brevetto scaduto (dati Rapporto AIFA – Biosimilari: Analisi della variabilità regionale dei consumi e del costo dei medicinali biologici a brevetto scaduto nel canale acquisti diretti - Dato NSIS/Tracciabilità del farmaco aggiornato a set-2021) Nel periodo Gen-Set 2021 gli scostamenti evidenziati dalla regione Calabria per alcune molecole sono migliorati ma per altre peggiorate. Di conseguenza il risparmio che la Regione potrebbe ottenere potrebbe essere superiore ai 9 milioni. #### Obiettivi La promozione dell'utilizzo dei farmaci biosimilari si intende tanto nell'arruolamento dei pazienti naïve, dove il medico deve indicare le motivazioni di mancato utilizzo del farmaco biosimilare o biologico con prezzo più basso, quanto nell'utilizzo nei pazienti già in trattamento (switch terapeutico), secondo quanto indicato nel secondo position paper redatto dall'AIFA. - Valutazione per singola indicazione terapeutica dell'andamento prescrittivo del biologico a brevetto scaduto rispetto ad altre classi di farmaci con diverso ATC, ma con medesima indicazione terapeutica (categoria IV livello ATC o categoria omogenea). Le direzioni generali relazioneranno circa l'andamento prescrittivo e gli obiettivi percentuali di utilizzo di biosimilari, indicati dalla Regione, con verifiche almeno semestrali da effettuarsi presso la Direzione Generale Salute. - Allineamento alla media nazionale del prezzo per confezione di tutte le molecole riportate nel report AIFA di monitoraggio dei biologici a brevetto scaduto. - Allineamento dei dati di consumo rispetto ai valori nazionali delle molecole inserite nel report AIFA di monitoraggio dei biologici a brevetto scaduto. - Definizione di percorsi per l'accesso alle terapie per pazienti affetti da patologie rare. - Ridefinizione dei centri prescrittori: aggiornamento del DCA 164/2018 e digitalizzazione elenco centri prescrittori. - Monitoraggio e analisi delle prescrizioni per centro prescrittore, dell'andamento dei consumi dei farmaci sottoposti a registri di monitoraggio e a note AIFA con riferimento all'appropriatezza e all'aderenza e all'applicazione del payback e delle attività di rimborso condizionato nelle procedure negoziali stabilite da AIFA; - Adozione di misure di monitoraggio della prescrizione di farmaci innovativi per monitorare l'utilizzo appropriato e congruo rispetto al fondo stanziato. - Definizione di obiettivi per i DG/Commissari volti all'incentivazione dell'utilizzo di farmaci biologici a brevetto scaduto con il miglior rapporto costo/efficacia, attraverso l'assegnazione alle singole UU.OO. di specifici obiettivi. #### Azioni - Riduzione dello scostamento del 50% dal prezzo medio Italia per le prime 5 molecole a maggiore costo per confezione, individuate dal report AIFA di monitoraggio dei biologici a brevetto scaduto. - Allineamento dei consumi rispetto al valore medio nazionale, espresso come numero di confezioni pro capite, per le molecole considerate. - DCA Centri prescrittori e pubblicazione/gestione on line. - Assegnazione, per singola Azienda pubblica del SSR, di tetti di spesa aziendali inerenti all'acquisto diretto dei medicinali nell'Ospedaliera, Distribuzione Diretta e Per Conto. - Definizione mediante DCA dei percorsi e delle sanzioni da applicare nella verifica di prescrizioni inappropriate a carico dei medici specialisti territoriali ed ospedalieri. - Definizione per singola Azienda SSR da parte del management Aziendale di obiettivi da assegnare alle UU.OO. per area terapeutica e reportistica di monitoraggio, tesi alla riduzione della spesa farmaceutica per acquisto diretto delle categorie individuate. - Revisione della governance regionale e aziendale per la prescrizione e la distribuzione di farmaci compresi nel tetto "Acquisti diretti" (Ospedaliera, DPC, Distribuzione Diretta) anche attraverso protocolli di intesa tra Aziende Ospedaliere e Aziende Sanitarie Provinciali per il coordinamento delle azioni, la corretta gestione del paziente nella continuità Ospedale- Territorio per garantire l'appropriatezza prescrittiva e il corretto utilizzo delle risorse; - Monitoraggio Aziendale e Reportistica per farmaci per patologie rare. - Aggiornamento/appropriatezza nella prescrizione dei farmaci HIV anche attraverso la revisione del PDTA. - Assegnazione degli obiettivi ai Commissari straordinari / Direttori Generali delle aziende sanitarie. ### 8.3.1 Distribuzione in Nome e Per Conto farmaci A-PHT e Ossigenoterapia a Lungo Termine #### Stato di attuazione Nel 2020 la regione Calabria ha registrato, per la DPC, un valore di spesa pro capite pari a 49,1 euro, nettamente al di sopra del valore osservato a livello nazionale (31,4), riferibile all'elevata percentuale dei farmaci PHT erogati in DPC nella Regione (compresi farmaci ad alto costo come i fattori per la coagulazione e i farmaci A-PHT ex OSP2). Nel 2019 è stata affidata all'Ufficio DPC Regionale, la gestione del nuovo percorso operativo di erogazione dell'Ossigeno Terapia a Lungo Termine, con l'obiettivo di approvare linee guida regionali dell'OTLT e di provvedere agli aspetti gestionali. Nel 2020 la spesa per acquisti diretti dei Gas Medicinali è stata pari a 11.923.703 euro, con un'incidenza sul FSR dello 0,31% e uno scostamento assoluto di 4.306.903 euro rispetto al tetto stabilito per legge. #### Obiettivi - Attivazione dei PT on line al fine di assicurare un monitoraggio continuo delle prescrizioni e della spesa e soprattutto garantire l'appropriatezza prescrittiva. - Implementazione uso equivalenti e biosimilari - Implementazione flusso NSIS per l'erogazione dell'Ossigeno Liquido, attraverso l'utilizzo della ricetta del SSR. #### Azioni - Attivazione dei PT on line per alcune categorie di farmaci - Aggiornamento dell'Elenco Unico Regionale dei farmaci in DPC. - Revisione accordo con le associazioni di categorie e aggiornamento delle modalità operative. - Implementazione uso farmaci equivalenti e biosimilari attraverso il pieno recepimento delle nuove procedure di gara. - Rispetto del tetto di spesa, stabilito per legge (0,20%), per i Gas Medicinali. ## 8.4 Monitoraggio della spesa farmaceutica convenzionata #### Stato di attuazione I dati 2020, relativi alla spesa farmaceutica convenzionata, mostrano come la Regione Calabria abbia una spesa lorda di 279.778.031 euro, pari a un'incidenza sul FSR del 7,44%, nettamente superiore rispetto al valore medio registrato a livello nazionale del 6,65%. La spesa lorda pro- capite (popolazione pesata), invece, è stata pari a 15,4 euro, rispetto a un valore medio di 13,7 euro. Pertanto, tutte le azioni che la Regione Calabria intende mettere in atto per la farmaceutica convenzionata sono volte a ricondurre la spesa pro capite lorda entro la media nazionale. La legge di bilancio 2021 (art. 1, commi 475-477, legge n. 178 del 2020) ha rimodulato, a decorrere dal 2021, i valori percentuali dei tetti della spesa, mantenendo invariate le risorse complessive pari al 14,85% del FSN: - Tetto della Spesa farmaceutica convenzionata rideterminato al 7,00% del fabbisogno sanitario nazionale. - Tetto della Spesa farmaceutica per acquisti diretti al netto dei gas medicinali rideterminato al 7,85% del fabbisogno sanitario nazionale. Il monitoraggio provvisorio per il periodo gennaio-ottobre 2021 per la verifica del rispetto del tetto di spesa del 7,00% per la spesa farmaceutica convenzionata mostra che la Regione Calabria ha un'incidenza sul FSR del 7.32%. #### Obiettivi Per gli anni 2022-2025 la manovra di risparmio dovrà consentire il rispetto del tetto previsto per la farmaceutica convenzionata pari al 7% e il graduale avvicinamento alla media di incidenza nazionale (6.54% nei mesi gennaio-dicembre 2021) e il conseguente recupero dello scostamento, nonché la graduale riduzione della compartecipazione a carico del cittadino. In particolare, al fine di rispondere alle esigenze di monitoraggio e controllo della spesa farmaceutica della regione Calabria, sarà necessario allineare i dati di spesa e consumo ai valori medi nazionali, con particolare riferimento agli antibiotici (J01) e alle classi terapeutiche a maggiore spesa. L'individuazione delle categorie terapeutiche su cui intervenire sarà possibile grazie ai report di monitoraggio dei primi 30 principi attivi della farmaceutica convenzionata, periodicamente inviati dall'Agenzia Italiana del Farmaco alla Regione. Tale reportistica verrà condivisa con i responsabili delle ASP competenti che dovranno provvedere ad inoltrare all'interno delle proprie strutture le informazioni presenti. Attraverso tale sistema la Regione Calabria potrà valutare semestralmente gli esiti delle politiche sanitarie attuate, in modo da poter assegnare a ciascuna ASP specifici obiettivi da perseguire al fine di diminuire la spesa farmaceutica convenzionata. Dai dati di spesa e consumo delle prime classi ATC4 dei farmaci erogati in regime SSN nel canale della farmaceutica convenzionata nel corso dell'anno 2021, si evidenzia uno scostamento dei consumi regionali in termini DDD rispetto alla media nazionale. L'allineamento dei valori delle DDD alla media nazionale, per le principali categorie ATC4 che impattano sulla spesa, consentirebbe un risparmio stimato pari a circa 11 milioni di euro, mediante monitoraggio dei consumi, campagne di informazione e sensibilizzazione tramite invio di report di consumo e linee di indirizzo alle ASP, Distretti, Servizi Farmaceutici e MMG e attribuzione di specifici obiettivi ai direttori delle ASP o della territoriale. #### Azioni - Allineamento della spesa pro capite ai valori nazionali per i farmaci individuati dal report inviato periodicamente da AIFA sui primi 30 principi attivi in convenzionata. - Allineamento del costo medio DDD per categoria terapeutica IV livello ATC al valore medio nazionale. - Rimodulazione del DCA n. 63/2020 definendo nuovi indicatori di prescrizione e di aderenza per la valutazione delle ASP ed individuando in ogni singola ASP i MMG i cui livelli di spesa per i consumi farmaceutici di base eccedano i valori assimilabili a quelli medi. - Implementazione attività e monitoraggio delle attività delle Commissioni per l'Appropriatezza prescrittiva, promozione del coordinamento tra le Commissioni per l'Appropriatezza Prescrittiva sia a livello aziendale che a livello interaziendale al fine di correggere i comportamenti disomogenei tra le commissioni delle diverse ASP e addirittura tra distretti della stessa ASP. - Promozione integrazione tra medici di medicina generale e PLS e medici specialisti territoriali ed ospedalieri e farmacisti di comunità mediante giornate formative e riunioni operative. - Predisposizione di un Decreto Regionale che identifichi per le classi individuate una riduzione dei valori di spesa e consumo assegnando specifici obiettivi ai direttori delle ASP o della territoriale. ### 8.4.1 Farmaceutica territoriale: Farmaci equivalenti L'incremento dell'utilizzo dei farmaci equivalenti è strettamente collegato al carico di spesa sul cittadino, essendo la quota differenziale in capo allo stesso per oneri di legge. Verranno intraprese azioni volte a una più corretta informazione sui farmaci equivalenti, al fine di incrementare consapevolmente l'utilizzo appropriato degli stessi da parte dei cittadini. #### Stato di attuazione Nel 2021 la spesa lorda pro capite della farmaceutica convenzionata, relativa al periodo gennaio- ottobre 2021, è stata pari a 15,54 euro. Di questi 0,45 sono attribuibili al ticket fisso pro capite e 1,87 euro alla compartecipazione. Questo valore è nettamente superiore al valore registrato a livello nazionale pari a 1,5 euro. Campagne informative specifiche, che possano ridurre questa differenza sono dunque di fondamentale importanza. #### Obiettivi - Promozione di percorsi formativi/informativi che coinvolgano operatori sanitari e cittadini attraverso campagne formative/informative. - Definizione di specifici obiettivi relativi alle classi terapeutiche a maggiore spesa da assegnare a ciascuna ASP. #### Azioni - Attuazione di un numero sufficiente, almeno 1 l'anno, di campagne formative/informative ai cittadini. - Attuazione di un numero sufficiente, almeno 1 l'anno, di campagne formative/informative agli operatori sanitari volte ad un maggiore prescrizione dei farmaci equivalenti. - Obiettivi ai Commissari straordinari / Direttori Generali delle ASP sui farmaci che maggiormente si discostano dai valori medi nazionali di consumo del generico. - Collaborazione con le associazioni di cittadini e le associazioni di pazienti per diffondere la conoscenza dei farmaci equivalenti e a brevetto scaduto; - Emanazione di direttive regionali finalizzate all'implementazione dell'uso dei farmaci equivalenti e/o a brevetto scaduto. ## 8.5 Aggiornamento periodico del prontuario terapeutico regionale (PTR) #### Stato di attuazione L'accesso ai farmaci nella Regione Calabria registra ancora alcune criticità, dovute a tempistiche eccessivamente lunghe degli iter procedurali. Il Prontuario Terapeutico Regionale ha un ruolo strategico sia quale strumento di Governo Clinico e di Appropriatezza Prescrittiva, sia quale garanzia di erogazione dei LEA, di cui l'assistenza farmaceutica è parte integrante, pertanto il punto di partenza può essere solo rappresentato da una revisione dei processi con l'obiettivo di rendere snelle le procedure di accesso al farmaco. Negli anni sono state programmate numerose attività di aggiornamento, evidenziate da specifici provvedimenti regionali: - DCA n. 3 del 31 Marzo 2015: Approvazione aggiornamento periodico Prontuario Terapeutico Regionale (PTR) - P.O. 2013-2015 "Programma 17 - Assistenza Farmaceutica". Revisione circolare n. 13617 del 25 maggio 2010 " Linee guida Regionali gestione Prontuario Terapeutico Aziendale e funzionamento della Commissione Terapeutica Aziendale del Farmaco" - DCA n. 93/2016, Approvazione aggiornamento periodico Prontuario Terapeutico Regionale (PTR) e aggiornamento DCA 118/2015 "Linee guida di appropriatezza prescrittiva per l'utilizzo dei farmaci biologici in area reumatologica, dermatologica e gastroenterologia" - PO 2016-2018 2.4. Area Efficientamento della Spesa - 2.4.1.1 "Commissione Terapeutica Regionale e Revisione del Prontuario Terapeutico Regionale (PTR)" - DCA n. 88/2017 Linee guida in materia dl prescrizione e dispensazione a carico del Servizio Sanitario Regionale (SSR) di dispositivi per l'autocontrollo e l'autogestione di soggetti affetti da diabete" - Linee guida di appropriatezza prescrittiva per i centri prescrittori dei nuovi anticorpi monoclonali per la cura dell'ipercolesterolemia primaria" - DCA n. 146/2017, DCA n. 163/2017 Approvazione aggiornamento periodico prontuario Terapeutico Regionale (PTR) - Aggiornamento DCA 118/2015 e DCA 93/2016 " Linee guida di appropriatezza prescrittiva per l'utilizzo del farmaci biologici ih area reumatologica, dermatologica e gastroenterologia"- Approvazione "Linee guida in materia di prescrizione e dispensazione a carico del Servizio Sanitario Regionale (SSR) di dispositivi per l'autocontrollo e l'autogestione di soggetti affetti diabete" - PO 2016-2018 2.4. Area Efficientamento della Spesa - 2.4.1.1 "Commissione Terapeutica Regionale e Revisione del Prontuario Terapeutico Regionale (PTR)"- Parziale rettifica degli allegati 2, a, b, c. - DCA n. 126/2018, Approvazione aggiornamento periodico prontuario Terapeutico Regionale (PTR) Aggiornamento DCA 118/2035 e DCA 93/2016 "Linee guida di appropriatezza prescrittiva per l'utilizzo dei farmaci biologici in area reumatologica dermatologica e gastroenterologia". - DCA n. 256/2018, Approvazione aggiornamento periodico prontuario Terapeutico Regionale (PTR) Aggiornamento DCA 118/2035 e DCA 93/2016 "Linee guida di appropriatezza prescrittiva per l'utilizzo dei farmaci biologici in area reumatologica dermatologica e gastroenterologia". - DCA n. 109/2019, Approvazione aggiornamento periodico prontuario Terapeutico Regionale (PTR) Aggiornamento DCA 118/2035 e DCA 93/2016 "Linee guida di appropriatezza prescrittiva per l'utilizzo dei farmaci biologici in area reumatologica dermatologica e gastroenterologia". - DCA n. 02/2020, Approvazione aggiornamento periodico prontuario Terapeutico Regionale (PTR). - DCA n. 64/2020, Approvazione aggiornamento periodico prontuario Terapeutico Regionale (PTR), sostituzione Allegato DCA n. 2 del 07.01.2020, disposizioni in ambito prescrittivo, costituzione Gruppo di Lavoro - DCA n. 109/2020, Approvazione aggiornamento periodico prontuario Terapeutico Regionale (PTR), giugno 2020. - DCA n. 147/2020, Approvazione aggiornamento periodico prontuario Terapeutico Regionale (PTR), novembre 2020. - DCA n. 95/2021, Approvazione aggiornamento periodico prontuario Terapeutico Regionale (PTR), giugno 2021 - DCA n. 134/2021, Approvazione aggiornamento periodico prontuario Terapeutico Regionale (PTR), novembre 2021. Le criticità sembrano legate alle tempistiche di inserimento del farmaco nel PTR e conseguentemente nelle gare regionali ancora eccessivamente lunghe. Il Programma Operativo 2019-2021 aveva previsto una revisione sistematica del PTR e una modifica delle relative tempistiche di aggiornamento, da semestrali a quadrimestrali, per permettere una rapida organizzazione delle Gare di Acquisto dei principi attivi di nuovo inserimento, ma ad oggi ancora molte procedure risultano rallentate. Alla luce delle esperienze nel tempo realizzate e con l'obiettivo di migliorare il sistema, si ritiene utile provvedere all'aggiornamento delle modalità operative finalizzate al percorso di approvvigionamento dei medicinali di nuovo inserimento o di una nuova indicazione terapeutica nel PTR. Per completare il processo è necessario individuare percorsi che riducano i tempi per il conseguente espletamento di procedure di gare centralizzate per tali farmaci. #### Obiettivi - Revisione sistematica del PTR quale strumento di governance clinica per l'accesso alle cure farmacologiche (ad esempio: farmaci biologici brevetto scaduto, farmaci equivalenti, ecc.). Comunicazione degli aggiornamenti all'ente aggregatore individuato a seguito del D.L.150/2020 per l'inserimento nelle gare regionali e nell'elenco PHT. - Costituzione di Gruppi di lavoro a supporto della commissione terapeutica regionale per la definizione di linee guida di appropriatezza prescrittiva per area terapeutica e monitoraggio dell'attività dei centri prescrittori. - Aggiornamento D.C.A. n.3 del 31/03/2015 "Revisione circolare n. 13617 del 25 maggio 2010 " Linee guida Regionali gestione Prontuario Terapeutico Aziendale e funzionamento della Commissione Terapeutica Aziendale del Farmaco" con aggiornamento modalità operative del PTR relativo agli anni 2021-2023. #### Azioni - Aggiornamenti del PTR da effettuare con sistematicità, con cadenza almeno quadrimestrale, sulla base delle richieste formulate dalle Aziende Farmaceutiche - Costituzione di GdL per area terapeutica a supporto della Commissione Terapeutica Regionale e rapporto semestrale sulle loro attività. - Assegnazione di obiettivi di appropriatezza d'uso per area terapeutica e contenimento della spesa farmaceutica da parte della Commissione Terapeutica Regionale; - Linee guida per area terapeutica individuata sulla base delle categorie terapeutiche a maggior impatto di spesa ## 8.6 Appropriato utilizzo dei dispositivi medici: definizione delle azioni di contenimento della spesa La spesa per dispositivi medici nel 2019 presenta un aumento del 3,2% rispetto al 2018, in linea con l'incremento nazionale. In particolare, si rileva: Dispositivi Medici (+6,4%); Dispositivi medici impiantabili attivi (-7,3%); Dispositivi medico diagnostici in vitro (IVD) (+2,1%). La spesa per dispositivi medici nel 2020 presenta una riduzione dell'1,4% rispetto al 2019, a fronte di un incremento nazionale del 5,3%. In particolare, si rileva: Dispositivi Medici (-1,3%); Dispositivi medici impiantabili attivi (-12,3%); Dispositivi medico diagnostici in vitro (IVD) (+5,7%). Il Tetto di spesa per i dispositivi medici è fissato nella misura del 4,4% del fabbisogno sanitario regionale. La Regione intende migliorare la governance dei dispositivi medici, attraverso la strutturazione di un sistema di monitoraggio, la centralizzazione degli acquisti, l'applicazione di metodiche di HTA, il rafforzamento del sistema di vigilanza. Il monitoraggio dei consumi dovrà avvalersi di indicatori per valutare l'incidenza del costo dei DM rispetto al valore dell'attività assistenziale erogata, l'appropriatezza clinica, con particolare attenzione ai dispositivi medici ad alto impatto tecnologico. L'attività di monitoraggio presuppone la costituzione di un gruppo di lavoro a livello regionale che comprenda i referenti aziendali per i consumi e l'utilizzo appropriato dei dispositivi medici al fine di consentire lo scambio sistematico di dati e di informazioni. Il governo della spesa dovrà prevedere la definizione di cluster omogenei di prodotto per gli acquisti, il monitoraggio dei prezzi, le gare centralizzate. Le risorse derivanti dall'efficientamento degli acquisti potranno essere destinate anche al rafforzamento della vigilanza e del controllo, e quindi alla prevenzione degli incidenti. In particolare, per quanto riguarda il rafforzamento dell'attività di vigilanza bisognerà ridurre l'entità del fenomeno dell'under reporting degli incidenti da parte degli operatori sanitari così come evidenziato dal Ministero della salute nell'ultimo Rapporto sulle attività di vigilanza sui dispositivi medici (anno 2019). Tale azione potrà essere implementata tramite l'erogazione di corsi di formazione con la finalità di sensibilizzare maggiormente gli operatori sanitari circa la rilevanza dell'attività di segnalazione di incidenti, utilizzando il modulo on line disponibile sul sito del Ministero della Salute, nel garantire la circolazione sul territorio nazionale di prodotti sicuri ed efficaci per i pazienti, gli utilizzatori e gli operatori sanitari. Un sistema di vigilanza ben funzionante deve essere in grado di identificare rapidamente ogni nuovo problema legato a un dispositivo medico e di individuare quindi l'azione correttiva più idonea per eliminare o ridurre tale problematica. Inoltre, deve assicurare l'implementazione tempestiva delle azioni correttive e monitorare la loro puntuale attuazione. Infine, deve mettere in atto tutte le attività necessarie a prevenire la ripetizione di incidenti simili. #### Analisi Con DPGR n. 92/11 è stato costituito un gruppo di lavoro per la verifica e l'uniformità dei processi e delle procedure adottate nella gestione e nella logistica dei farmaci e dei dispositivi medici in ambito aziendale. Con DPGR n. 38/12 "Definizione dell'organizzazione del Settore Farmaceutico Regionale e di linee guida vincolanti per l'uniformità dei processi e delle procedure adottate nella gestione dei farmaci e dei dispositivi medici in ambito aziendale" - sono state approvate linee guida inerenti il "processo di acquisto per le farmacie" con l'obiettivo di uniformare i processi e le procedure adottate nella gestione del farmaco e dei dispositivi medici presso le Aziende Sanitarie Provinciali ed Ospedaliere della Regione. Con il DPGR n. 41/14 è stato istituito il Gruppo di Lavoro sul repertorio dei Dispositivi Medici per la predisposizione del Repertorio Regionale dei Dispositivi Medici. Il Dipartimento della Salute, con il supporto del GdL dei Dispositivi Medici e la collaborazione, attraverso una convenzione senza oneri per il Servizio Sanitario Regionale con IMS Healths (Decreto Dirigenziale n. 4118 del 9 aprile 2014 e Decreto Dirigenziale n. 3868 del 29 aprile 2015) ha avviato l'analisi della qualità dei dati di consumo e spesa dei dispositivi medici in ambito ospedaliero e in distribuzione diretta attraverso il confronto dei dati trasmessi in NSIS dalle Aziende e dei dati rilevati da IMS Healths. È stata rinnovata la convenzione con la Società IMS Healths (ad oggi IQVIA con DDG n. 6129 del 21/05/2019). Con DCA n. 137/15 è stato approvato il Regolamento sul Conflitto d'interessi in ambito sanitario e, sulla base delle indicazioni sul settore farmaceutico dell'Autorità Nazionale Anticorruzione, aggiornato il DPGR n. 38/12 "Linee guida per l'uniformità dei processi e delle procedure di gestione dei farmaci e dei dispositivi medici in ambito aziendale". DCA n.88/2017 "Linee guida in materia di prescrizione e dispensazione a carico del Servizio Sanitario Regionale (SSR) di dispositivi per l'autocontrollo e l'autogestione di soggetti affetti da diabete" - Linee guida di appropriatezza prescrittiva per i centri prescrittori dei nuovi anticorpi monoclonali per la cura dell'ipercolesterolemia primaria". Attraverso un costante monitoraggio dei flussi dei Consumi e dei Contratti dei Dispositivi Medici sul Portale NSIS ministeriale, il Settore ha attuato una serie di azioni (supporto per la correzione degli errori dei file trasmessi dalle Aziende Sanitarie al Ministero, acquisizione e trasmissione attraverso il Flusso delle Eccezioni dei dati mancanti) finalizzate a superare le inadempienze LEA. Tali azioni attualmente sono penalizzate dalla mancanza di personale, in particolare di professionalità con competenze specifiche, quali Ingegneri clinici ed economisti e farmacisti dedicati esclusivamente ai Dispositivi Medici e all'HTA. #### Centralizzazione degli acquisti Con il DCA n. 42 del 11/03/2021 la Struttura Commissariale ha stipulato una convenzione, ex art. 3, comma 1, legge n. 181/2020, con la Stazione Unica Appaltante della Regione Calabria (SUA), che per il biennio 2021/2022 provvederà all'espletamento di alcune procedure di gara programmate per farmaci e Dispositivi Medici per le Aziende sanitarie ed ospedaliere regionali, dettagliate nel suddetto decreto. #### Obiettivi - Definizione di un sistema di monitoraggio dei dispositivi medici e restituzione dei dati alle Aziende del SSR; - Monitoraggio e miglioramento della qualità del flusso dei consumi dei dispositivi medici, anche al fine di garantire l'ottemperanza agli adempimenti LEA; - Centralizzazione degli acquisti, a partire dalla ricognizione dei fabbisogni a livello regionale; - Rafforzamento dell'attività di dispositivo-vigilanza; - Adesione e implementazione dei registri dispositivi medici del Ministero della Salute per impianti protesi e dispositivi medici impiantabili. #### Azioni - Revisione/aggiornamento Gruppi di Lavoro approvati con DPGR n. 61/2013 e DPGR n. 3186/2014, per il monitoraggio e il governo delle attività relative ai dispositivi medici (appropriatezza, alternative con miglior costo/efficacia, etc.). - Prosecuzione dell'attività di monitoraggio della qualità e della completezza del flusso consumi e contratti dei dispositivi medici, ai fini dell'elaborazione e trasmissione dei flussi ministeriali. - Avvio dell'attività di monitoraggio dei consumi con cadenza trimestrale e del monitoraggio delle attività di gestione dei dispositivi medici, previste dal DCA n.137/15 di aggiornamento del DPGR n. 38/12, presso le Aziende Sanitarie Provinciali ed Ospedaliere. - Aggiornamento elenco responsabili aziendali dispositivo-vigilanza e loro formazione. - Realizzazione di una banca dati regionale dei dispositivi medici in linea con il repertorio nazionale a partire dai flussi informativi regionali e aziendali. - Definizione del fabbisogno complessivo per categorie di dispositivi medici. - Adesione e implementazione dei registri dispositivi medici del Ministero della Salute per impianti protesi e dispositivi medici impiantabili. ## 8.7 Health Technology Assessment ed innovazione In tema di Health Technology Assessment (HTA), si assume tra i riferimenti regionali il Programma nazionale HTA per i dispositivi medici di cui all'Intesa Stato-Regioni del 21 settembre 2017 e l'adozione degli atti di indirizzo adottati dalla Cabina di Regia nazionale. Il trasferimento delle conoscenze scientifiche aggiornate e basate su solide prove di efficacia è un elemento di comprovato valore per la crescita delle competenze cliniche e manageriali del personale sanitario e per il miglioramento del governo dell'appropriatezza, attraverso la promozione di Best Practices. Per tale motivo, appare fondamentale implementare la conoscenza dell'HTA attraverso un programma formativo che coinvolga Agenas, i Dipartimenti universitari di Scienza della Salute e di Giurisprudenza Economia e Sociologia dell'UMG e l'Università Cattolica del Sacro Cuore dove sono presenti specifiche competenze. Si intende così favorire, nell'ambito delle iniziative regionali di governance dei dispositivi medici e delle tecnologie innovative, la predisposizione e l'adozione di documenti di indirizzo in tema di valutazione delle innovazioni tecnologiche in sanità. Si prevede quindi, di dotarsi di un Piano di Governo Regionale per l'HTA che definisca - per la valutazione dei dispositivi medici - adeguati equilibri fra richieste di acquisizione e risorse a disposizione, attraverso: - la definizione di un modello organizzativo di governance, idoneo al coordinamento ed al raccordo della produzione; - la messa in rete delle competenze disponibili all'interno del Sistema Sanitario Regionale, evitando duplicazioni e frammentazioni; - la raccolta sistematica delle richieste di acquisizione di nuove tecnologie; - la gestione della valutazione e il monitoraggio dell'implementazione delle raccomandazioni. In tale prospettiva, sarà altresì favorito il raccordo con gli enti di coordinamento presenti nelle altre regioni, in modo tale da attivare efficienti sinergie nella produzione, promuovendo strumenti di condivisione della documentazione e buone pratiche per la loro implementazione. #### Obiettivi - Diffondere formazione e informazione tra i professionisti sull'HTA; - Promuovere la costruzione di un Network con i Referenti aziendali per la condivisione di obiettivi e individuazioni di sinergie comuni; - Promuovere un re-inquadramento strategico delle azioni già in essere, in coerenza con l'implementazione degli atti indirizzo adottati dalla Cabina di Regia Nazionale HTA; - Sostenere un processo di comunicazione strategica per promuovere la condivisione delle strategie nazionali a livello regionale sulle innovazioni sia cliniche che organizzative in ambito sanitario; - Promuovere azioni utili ad inquadrare strategicamente gli investimenti, anche a lungo termine, in infrastrutture, capitale umano, trasferimento di conoscenza, tecnologie innovative e nuovi modelli per la prestazione di servizi di assistenza; - Sviluppare un sistema informativo, idoneo a supportare le azioni di coordinamento regionale sulle politiche di HTA; - Predisposizione di documento HTA e diffusione e applicazione del documento presso gli enti del SSR. #### Azioni - Definizione ed attuazione di un programma di Formazione nell'ambito dell'HTA con il supporto di AGENAS anche su specifiche tematiche individuate dalla Regione. - Definizione di un Programma Regionale per l'HTA che definisca priorità, iter di richiesta e modulistica standard, livelli di approvazione aziendale o regionale. - Definizione del Network delle Unità Valutative Aziendali con i professionisti impegnati nella definizione dei processi di innovazione tecnologica ed organizzativa e nell'implementazione dei documenti di HTA nell'ambito delle Aziende. - Definizione dei collegamenti con il network professionale e specialistico presente in Agenas e nelle altre Regioni. ## 8.8 Sperimentazione attività della farmacia dei servizi Il Decreto Legislativo 153/2009 definisce i "Nuovi servizi erogati dalle farmacie nell'ambito del Servizio Sanitario Nazionale" e prevede, tra l'altro, che la farmacia partecipi al servizio di Assistenza Domiciliare Integrata attraverso la dispensazione e la consegna domiciliare di farmaci e dispositivi medici, la preparazione e la dispensazione a domicilio delle miscele per la nutrizione artificiale e dei medicinali antidolorifici, la dispensazione per conto delle strutture sanitarie dei farmaci a distribuzione diretta, la collaborazione delle farmacie alle iniziative finalizzate a garantire il corretto utilizzo dei medicinali prescritti e il relativo monitoraggio ed a favorire l'aderenza dei malati alle terapie mediche, nonché la partecipazione delle farmacie ai programmi di educazione sanitaria e alle campagne di prevenzione delle principali patologie a forte impatto sociale rivolti sia alla popolazione generale sia a gruppi a particolare rischio. Si delinea così un nuovo contesto regolamentare per lo sviluppo di un nuovo modello di farmacia e un nuovo profilo per la professione del farmacista. La farmacia dei servizi innova la stessa concezione di farmacia: fortemente integrata nel sistema sanitario che eroga servizi propri e funge da porta di accesso per tutti; in grado di contribuire all'innovazione del sistema sanitario ed affrontare i grandi temi della qualità e dell'accessibilità dei servizi, della sostenibilità e dell'efficienza economica e dell'ammortamento tecnologico. La Legge di bilancio 2020, al comma 461, proroga la sperimentazione della farmacia dei servizi per il biennio 2021-2022, prevista inizialmente per nove regioni e la estende alle restanti regioni a statuto ordinario compresa la Calabria, non precedentemente individuate dalla Legge n.205 del 27 dicembre 2017. La Legge n. 160 di dicembre 2019 autorizza, inoltre, la spesa di € 25.300.000 per ciascuno degli anni 2021 e 2022. Con il DCA n. 53 del 2020 ha sancito il recepimento delle linee di indirizzo nazionale per la sperimentazione dei nuovi servizi nella farmacia di comunità. La Legge di bilancio 2021, al comma 471 e come riformato dall'articolo 20, comma 2, lettera h) del decreto legge 22 marzo 2021, n. 41 (DL "Sostegni") che prevede che "In attuazione di quanto previsto dall'articolo 11, comma 1, lettere b) e c), della legge 18 giugno 2009, n. 69, e dall'articolo 3, comma 3, lettera b), del decreto del Ministro della salute 16 dicembre 2010, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 90 del 19 aprile 2011, tenuto conto delle recenti iniziative attuate nei Paesi appartenenti all'Unione europea finalizzate alla valorizzazione del ruolo dei farmacisti nelle azioni di contrasto e di prevenzione delle infezioni da SARS-CoV-2, ha consentito, in via sperimentale, per l'anno 2021, la somministrazione di vaccini contro il SARS-CoV-2 nelle farmacie aperte al pubblico da parte di farmacisti opportunamente formati con le modalità di cui al comma 465, anche con specifico riferimento alla disciplina del consenso informato che gli stessi provvedono ad acquisire direttamente, subordinatamente alla stipulazione di specifici accordi stipulati con le organizzazioni sindacali rappresentative delle farmacie, sentito il competente ordine professionale. In attuazione di ciò il Dipartimento Tutela della Salute ha siglato un protocollo d'intesa con le Associazioni di categoria per la campagna vaccinale anti Covid-19 nell'ambito sperimentale della "farmacia dei servizi", recepito con DCA n. 62/2021. Ma anche prima che sopraggiungesse l'attuale periodo di emergenza sanitaria, la sperimentazione sulla farmacia dei servizi era stata avviata, consolidando una visione della farmacia sempre più orientata ai servizi, così da farla diventare un vero e proprio presidio del Sistema Sanitario Nazionale, accorciando il percorso del paziente e alleggerendo il carico delle altre strutture. In una visione moderna di inserimento della farmacia per la presa in carico dei pazienti cronici, la farmacia va riorientata a fornire servizi al paziente, con specifico riferimento al miglioramento delle cure primarie e alla gestione del paziente cronico, prevedendo la sperimentazione di nuovi modelli assistenziali che siano di supporto al miglioramento della capacità del cittadino. Con la Conferenza Permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano in data 30 marzo 2022 è stata sancita l'Intesa (Rep. Atti n. 41/CSR del 30 marzo 2022), ai sensi dell'articolo 115, comma 1 lett. a), del decreto legislativo del 31 marzo 1998, n.112, sulla proposta di deliberazione CIPESS relativa alla ripartizione del finanziamento, a valere sul Fondo Sanitario Nazionale 2021-2022, destinato alla proroga ed alla estensione della sperimentazione per la remunerazione delle prestazioni e delle funzioni assistenziali previste dall'articolo 1 del decreto legislativo n. 153 del 2009, erogate dalle farmacie con oneri a carico del Servizio sanitario nazionale, nella versione diramata il 22 marzo 2022 Nell'ambito della sperimentazione della farmacia dei servizi, un ruolo importante è svolto dal servizio di telemedicina, che consente l'effettuazione di prestazioni come ECG, holter cardiaci e pressori, telespirometria, che possono essere refertati a distanza grazie al collegamento con centri specialistici. Con DCA n. 52 del 13 maggio 2022 è stata istituita la Commissione Regionale per la Farmacia dei Servizi allo scopo di attuare le disposizioni nazionali e quanto previsto dalla Linee di Indirizzo Ministeriali. Tra i servizi individuati dal Gruppo di Lavoro Ministeriale, si è deciso di avviare nella Regione Calabria l'attività di sperimentazione riguardanti i servizi di Telemedicina, in quanto la realizzazione di queste attività presso le Farmacie convenzionate aderenti rappresenta uno strumento importante per la riduzione delle liste d'attesa attualmente presenti nella Regione Calabria per questi servizi, la cui erogazione si è ridotta in particolare nel periodo dell'emergenza Covid-19. Per tali servizi è prevista la redazione di un protocollo con le procedure operative necessarie allo svolgimento di tutte le attività in carico alle Farmacie di Comunità della Regione, in conformità alle linee di indirizzo per la sperimentazione dei nuovi servizi nella Farmacia di Comunità, approvate dalla Conferenza Permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le P.A. di Trento e Bolzano, in data 17 ottobre 2019. Nell'ambito della sperimentazione della Farmacia dei Servizi e in ottemperanza all'Accordo Quadro del 29 marzo 2021 sottoscritto tra il Governo, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano, Federfarma e Assofarm, la Regione Calabria la Regione Calabria ha già attivato nell'anno 2021, la somministrazione in farmacia, da parte dei farmacisti, dei vaccini anti SARS- CoV-2. Nel crono programma per la sperimentazione della Farmacia dei Servizi, redatto dal Settore e approvato dalla Commissione Regionale, è stata determinata la programmazione delle diverse fasi operative previste, nonché l'attuazione strategica dei range di intervento necessari al conseguimento di obiettivi e finalità collegate alla sperimentazione dei Nuovi Servizi delle Farmacie di Comunità, adattandoli al contesto regionale calabrese. Il cronoprogramma potrà subire modifiche e aggiornamenti in base ad eventuali esigenze o criticità che potrebbero emergere nel periodo di sperimentazione. #### Obiettivi - Elaborazione di un progetto condiviso con le associazioni di categoria delle farmacie di comunità per il monitoraggio dei servizi individuati dalla regione nell'ambito della sperimentazione della Farmacia dei Servizi. - Valutazione dei dati e analisi dell'impatto al termine della sperimentazione. - Attuazione delle linee di indirizzo nazionale per la sperimentazione della farmacia dei servizi. #### Azioni - Recepimento dell'approvazione della proposta di crono programma da parte del Comitato Paritetico e dal Tavolo Tecnico Ministeriale (in attesa dell'approvazione da parte del Ministero) - Protocollo d'intesa tra Regione Calabria e Associazioni di categoria - Avvio della sperimentazione. - Report sui risultati della sperimentazione.
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9. GESTIONE DEGLI ACQUISTI
## 9.1 Pianificazione pluriennale degli acquisti ed analisi e governo dei fabbisogni #### Stato di attuazione Il D.L. 150/2020, convertito dalla L. 181/2020, all'art. 3, comma 1, prevede che "il Commissario ad acta di cui all'articolo 1, provvede in via esclusiva all'espletamento delle procedure di approvvigionamento avvalendosi degli strumenti di acquisto e di negoziazione aventi ad oggetto beni, servizi e lavori di manutenzione messi a disposizione dalla società CONSIP S.p.a. nell'ambito del programma di razionalizzazione degli acquisti della pubblica amministrazione ovvero, previa convenzione, dalla centrale di committenza della regione Calabria o di centrali di committenza delle regioni limitrofe, per l'affidamento di appalti di lavoro, servizi e forniture, strumentali all'esercizio delle proprie funzioni, di importo pari o superiore alle soglie di rilevanza comunitaria di cui all'articolo 35 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50. (...) Il Commissario ad acta può delegare ai Commissari straordinari degli enti del servizio sanitario regionale le procedure di cui al presente comma, da svolgersi nel rispetto delle medesime disposizioni". All'interno della cornice normativa il Commissario ad acta ha stipulato apposita Convenzione con la Stazione Unica Appaltante (SUA) della Regione Calabria, approvata con DCA n. 42 dell'11/03/2021, con la quale viene regolamentato e disciplinato l'ambito di operatività, nonché le funzioni, attività e servizi resi dalla SUA in qualità di centrale di committenza in favore degli Enti del Servizio Sanitario Regionale. In particolare, la Convenzione prevede la collaborazione tra la SUA e il Dipartimento Tutela della Salute in continuità con le disposizioni adottate con il decreto dirigenziale del 28/01/2016 n. 460, che prevedeva l'istituzione di appositi Gruppi Tecnici costituiti da referenti Aziendali, esperti nelle diverse materie oggetto di appalto, e da personale del Dipartimento e della SUA con funzione di supporto tecnico amministrativo, deputati alla predisposizione dei documenti propedeutici di gara (capitolato tecnico). Con DCA n. 85 del 27/05/2021, si è proceduto a modificare e integrare la predetta Convenzione al fine di perfezionare le procedure in essa contenute, aggiungendo all'art. 5 la lettera d), che prevede che la Struttura Commissariale "prenda atto, con il supporto del Dipartimento Tutela della Salute, del capitolato tecnico di gara, trasmettendolo conseguenzialmente alla SUA". Con Parere n. 50 del 30/03/2022 i Ministeri affiancati hanno espresso parere favorevole ai suddetti decreti. Per il biennio 2022/2023 è stato concordato, in via prioritaria, l'espletamento da parte della SUA delle seguenti gare: - Fornitura in service di un Sistema Integrato Regionale RIS/PACS per le Aziende Sanitarie ed Ospedaliere della Regione Calabria. - Forniture di servizi e materiale di consumo per trattamenti emodialitici e dialisi peritoneale per le Aziende Sanitarie ed Ospedaliere della Regione Calabria. - Fornitura in service di sistemi analitici per i test coagulazione, citofluorimetria, emocromi, ecc. per i laboratori delle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere della Regione Calabria. - Fornitura in service di sistemi analitici per i laboratori di Microbiologia, Virologia e Analisi chimico-cliniche per le Aziende Sanitarie ed Ospedaliere della Regione Calabria. - Fornitura in service di sistemi analitici per i laboratori di analisi per le Aziende Sanitarie ed Ospedaliere della Regione Calabria. - Fornitura di protesi d'anca per le Aziende Sanitarie ed Ospedaliere della Regione Calabria. - Fornitura di suture e suturatrici per le Aziende Sanitarie ed Ospedaliere della Regione Calabria. - Servizio di brokeraggio assicurativo per le Aziende Sanitarie ed Ospedaliere della Regione Calabria. - Servizio di copertura assicurativa RCT/O per le Aziende Sanitarie ed Ospedaliere della Regione Calabria. - Servizio di elisoccorso per la Regione Calabria. - Fornitura di vaccini, farmaci, emoderivati, soluzioni galeniche ed infusionali e mezzi di contrasto per le Aziende Sanitarie ed Ospedaliere della Regione Calabria. - Fornitura di dispositivi medici per diabetici per le Aziende Sanitarie della Calabria. - Servizio di ossigeno terapia a lungo termine per le Aziende Sanitarie della Calabria. Successivamente, considerato che da parte di alcune Aziende Sanitarie è pervenuta la richiesta di procedere all'espletamento della gara riguardante le polizze assicurative rami diversi, con il DCA n. 107 del 29/09/2021 si è proceduto ad integrare l'elenco delle procedure di gara inserendo i "Servizi di assicurazione riguardanti le polizze All Risk, incendio, furto, Kasko, libro matricola, infortuni". Con nota prot. 11383 del 12/01/2022, il Dirigente Generale Reggente della Stazione Unica Appaltante ha comunicato un ulteriore elenco di procedure di gara da espletarsi per il biennio 2022/2023, partecipato e condiviso con la Direzione Generale del Dipartimento Regionale Tutela della Salute e le Aziende del Servizio Sanitario Regionale. In tale ottica, con DCA n. 50 del 5/5/2022 è stata integrata ulteriormente la Convenzione con un ulteriore elenco di procedure come di seguito riportato: - Servizio di ristorazione; - Radiofarmaci; - Medicazioni Generali; - Defibrillatori; - Pace maker; - Disinfettanti – antisettici – proteolitici e detergenti; - Sistemi analitici, gruppi sanguigni, sacche; - Vigilanza armata; - Medicazioni avanzate; - Guanti chirurgici e non, materiale monouso, - Trasporto sangue ed emocomponenti per la rete trasfusionale regionale. Nell'anno 2022 la fase di attuazione delle procedure di gara è la seguente: - Fornitura in service di un Sistema Integrato Regionale RIS/PACS per le Aziende Sanitarie ed Ospedaliere della Regione Calabria. - Iter procedurale: nomina di un nuovo RUP e aggiornamento Capitolato tecnico; - Forniture di servizi e materiale di consumo per trattamenti emodialitici e dialisi peritoneale per le Aziende Sanitarie ed Ospedaliere della Regione Calabria. - DCA n. 99 del 29/7/2021 di presa atto del Capitolato Tecnico. Con decreto dirigenziale SUA n. 1960 del 28/02/2022 è stata nominata la Commissione giudicatrice - Status dei lavori: bandita e in corso di valutazione le offerte presentate. - Fornitura in service di sistemi analitici per i test coagulazione, citofluorimetria, emocromi, ecc. per i laboratori delle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere della Regione Calabria. - Tempistica da definire. Subordinata al superamento delle problematiche relative all'organizzazione della rete dei laboratori. - Fornitura in service di sistemi analitici per i laboratori di Microbiologia, Virologia per le Aziende Sanitarie ed Ospedaliere della Regione Calabria. - Iter procedurale: nomina di un nuovo RUP e aggiornamento Capitolato tecnico. Tempistica da definire. Subordinata al superamento delle problematiche relative all'organizzazione della rete dei laboratori. - Fornitura in service di sistemi analitici per i laboratori di analisi chimico-cliniche per le Aziende Sanitarie ed Ospedaliere della Regione Calabria. - Iter procedurale: nomina di un nuovo RUP e aggiornamento Capitolato tecnico. Tempistica da definire. Subordinata al superamento delle problematiche relative all'organizzazione della rete dei laboratori. - Fornitura di protesi d'anca per le Aziende sanitarie ed ospedaliere della Regione Calabria. - DCA n. 98 del 27/7/2021 di presa atto del Capitolato Tecnico. Con decreto dirigenziale SUA n. 12586 del 07/12/2021 è stata nominata la Commissione giudicatrice. Bandita e in corso di valutazione le offerte presentate. - Fornitura di suture e suturatrici per le aziende sanitarie ed ospedaliere della Regione Calabria. - Iter procedurale: nomina di un nuovo RUP e aggiornamento Capitolato tecnico; - Servizio di brokeraggio assicurativo per le Aziende Sanitarie ed Ospedaliere della Regione Calabria. - DCA n. 88 del 16.06.2021 di presa atto del Capitolato Tecnico. Da aggiudicare entro settembre 2022 da parte della SUA. - Servizio di copertura assicurativa RCT/O per le Aziende Sanitarie ed Ospedaliere della Regione Calabria. - DCA n. 130 del 28.10.2021 di presa atto del Capitolato Tecnico. Gara aggiudicata. - Servizio di elisoccorso per la Regione Calabria. - In corso la redazione del Capitolato tecnico. - Farmaci (diverse procedure) - DCA n. 18/2022 di presa atto del capitolato tecnico di gara per la fornitura di prodotti farmaceutici destinati alle Aziende del SSR nell'ambito del Sistema Dinamico di Acquisizione della Pubblica Amministrazione. Individuato nuovo RUP che dovrà aggiornare tutti gli atti di gara già approvati con il predetto DCA. Da pubblicare nell'ultimo trimestre 2022. - Fornitura di farmaci, emoderivati, soluzioni galeniche ed infusionali e mezzi di contrasto per le Aziende Sanitarie ed Ospedaliere della Regione Calabria. Da pubblicare entro l'ultimo trimestre 2022. - Farmaci A-PHT: Individuato nuovo RUP, in fase di redazione il capitolato; - Altri prodotti farmaceutici: Individuato nuovo RUP, in fase di redazione il capitolato; - Radiofarmaci: Individuato nuovo RUP, in fase di redazione il capitolato. Da pubblicare entro il primo trimestre 2023. - Fornitura di vaccini antiinfluenzali - DCA n. 87 del 28.10.2021 di presa atto del Capitolato Tecnico di gara. Gara aggiudicata con decreto dirigenziale SUA n. 8371 del 20/07/2022. - Servizio di ossigenoterapia a lungo termine per le Aziende Sanitarie della Calabria. - DCA n. 93 del 06/07/2021 di presa atto del Capitolato Tecnico di gara. Da pubblicare entro il primo trimestre 2023. - DCA n. 17/2022 di presa atto del capitolato tecnico di gara per l'affidamento del servizio di ossigenoterapia domiciliare per i pazienti affetti da Insufficienza Respiratoria Cronica. Rettifica capitolato tecnico di cui al DCA n. 93/2021. - Individuato nuovo RUP che dovrà aggiornare tutti gli atti di gara già approvati con il predetto DCA. - Fornitura di dispositivi medici per diabetici per le Aziende Sanitarie della Calabria. - Individuato RUP, in fase di redazione il capitolato. Da pubblicare entro il primo trimestre 2023 da parte della SUA. - Servizi di assicurazione riguardanti le polizze All Risk, incendio, furto, Kasko, libro matricola, infortuni. Costituzione Tavolo Tecnico. - Il contributo di risparmio derivante dall'applicazione della centralizzazione degli acquisti (economie di scala) e del monitoraggio dei volumi di acquisto e dei relativi costi delle voci di beni e servizi è tra i principali punti di attenzione individuati dalla Regione Calabria non completamente perseguito in passato e che pertanto, viene ribadito per la programmazione 2022/2025. #### Obiettivi Il Dipartimento regionale Tutela della Salute, in collaborazione con la SUA e la Struttura Commissariale, continua a fungere da perno gestionale della rete degli acquisti svolgendo in particolare un'azione di raccordo tra le esigenze espresse dalle Aziende del SSR, e la programmazione regionale. Nel nuovo modello organizzativo che si sta delineando la gestione delle attività degli acquisti centralizzati rientrerà nella competenza di "Azienda Zero" che avrà funzione di governance nella gestione della rete degli acquisti e sarà sopposta, nell'esercizio delle sue funzioni, agli indirizzi e al controllo della Giunta regionale o del Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del servizio sanitario della Regione Calabria. Azienda Zero diventerà responsabile nella gestione di detta rete svolgendo in particolare un'azione di raccordo tra le esigenze espresse dalle Aziende del SSR, e la programmazione regionale. Obiettivo generale sarà organizzare e far partire l'attività di Azienda Zero al fine di costituire la rete regionale degli acquisti in sanità. Nella fase transitoria la SUA e il Dipartimento Tutela della Salute continueranno a svolgere la propria attività attraverso, anche, il rafforzamento dei Gruppi Tecnici Interaziendali di Acquisto (GTIA). A seguito di alcuni incontri con i provveditori delle UOC ABS delle singole Aziende del Servizio sanitario regionale è stata avviata l'attività di individuazione e raccolta di ulteriori categorie merceologiche per l'espletamento di gare sopra soglia mediante aziende capofila che supportino la SUA. Verranno individuati i RUP delle procedure attingendo anche a personale specializzato in servizio presso gli uffici "Acquisizione Beni e Servizi" delle Aziende. La nuova programmazione per il biennio 2022/2023, riferita sia alle categorie merceologiche di cui al DPCM 11/7/2018, sia alle procedure di gara effettuate negli anni precedenti i cui contratti risultano in scadenza è la seguente: - Servizio di ristorazione: In attesa della nomina del RUP. In sede di incontro presso la Stazione Unica Appaltante i Rappresentanti della SUA hanno manifestato la volontà di affidare ad altro soggetto aggregatore, ancora da individuare, l'espletamento della procedura; - Medicazioni Generali: In sede di incontro presso la Stazione Unica Appaltante i Rappresentanti della SUA hanno manifestato la volontà di affidare ad altro soggetto aggregatore, ancora da individuare, l'espletamento della procedura. - Defibrillatori: In sede di incontro presso la Stazione Unica Appaltante i Rappresentanti della SUA hanno manifestato la volontà di affidare ad altro soggetto aggregatore, ancora da individuare, l'espletamento della procedura. - Pace Maker: In sede di incontro presso la Stazione Unica Appaltante i Rappresentanti della SUA hanno manifestato la volontà di affidare ad altro soggetto aggregatore, ancora da individuare, l'espletamento della procedura. - Disinfettanti, antisettici, proteolitici e detergenti: Procedura da avviare previa individuazione del RUP; - Medicazioni avanzate: Procedura da avviare previa individuazione del RUP; - Guanti chirurgici e non, materiale monouso: In sede di incontro presso la Stazione Unica Appaltante i Rappresentanti della SUA hanno manifestato la volontà di affidare ad altro soggetto aggregatore, ancora da individuare, l'espletamento della procedura; - Trasporto sangue ed emocomponenti per la rete trasfusionale regionale: In fase di redazione il capitolato. - Aghi e Siringhe: Procedura affidata ad altro soggetto aggregatore (Regione Lazio). - Stent: Procedura affidata ad altro soggetto aggregatore (Regione Lazio). Si provvederà all'adozione del decreto commissariale di aggiornamento del Piano degli acquisti adottato con la Convenzione di cui al DCA 42/2021 e ss.mm.ii. #### Azioni - Adozione dei DCA di presa d'atto dei capitolati definiti dai Tavoli tecnici; - Predisposizione da parte delle Aziende del programma biennale di acquisti di beni e di servizi per gli anni 2022-2023, coerentemente all'art. 21 del D. Lgs. 50/2016 e ss.mm.ii.; - aggiornamento della programmazione biennale degli acquisti centralizzati in sanità a integrazione della programmazione del Soggetto Aggregatore Regionale (SUA), di cui alle categorie merceologiche previste dal DPCM 11 luglio 2018 nonché alle ulteriori categorie riferite al comparto sanità; Nella fase transitoria, in attesa dell'attivazione di Azienda Zero, il Dipartimento regionale Tutela della Salute, in collaborazione con Azienda Zero, svolgerà le seguenti attività: - incontri con i Provveditori aziendali per l'individuazione di ulteriori procedure di acquisto riferite a contratti in scadenza (non contemplati nella programmazione biennale) e indicazione di un RUP aziendale che riceverà formale incarico per l'espletamento delle procedure presso la SUA; - attivazione dei gruppi tecnici costituiti da referenti aziendali, esperti nelle diverse materie oggetto di gara, e da personale del Dipartimento e della SUA; - monitoraggio dell'iter procedimentale delle gare svolte dalla SUA; - monitoraggio dello stato di esecuzione dei contratti da parte delle aziende sanitarie regionali con il supporto delle informazioni contrattuali quali-quantitative possedute dall'Osservatorio Contratti pubblici presso la SUA; - Monitoraggio presso tutte le Aziende del SSR degli acquisti mediante l'utilizzo degli strumenti di negoziazione predisposti da Consip o altri Soggetti Aggregatori Regionali. - Verifica della corretta applicazione dell'art. 15, comma 13, lett. e) del D.L. n. 95/2012, in merito alla redazione dei bandi di gara e dei contratti di global service e facility management delle Aziende del SSR, in termini tali da specificare l'esatto ammontare delle singole prestazioni richieste (lavori, servizi, forniture) e la loro incidenza percentuale relativamente all'importo complessivo dell'appalto. ## 9.2 Audit Al fine di conseguire la massima efficacia delle azioni previste e garantire un controllo effettivo nella fase di esecuzione del contratto, l'Azienda Zero/Dipartimento Settore 7, predisporrà delle linee guida da inserire nel PAC (Ciclo passivo) e appositi report da compilare a cura dei Responsabili Unico del procedimento (RUP) e dai Direttori dell'esecuzione del contratto (DEC) aziendali, per la fase di verifica dell'avanzamento dei contratti attivati. Pertanto, Azienda Zero/Dipartimento, avrà funzione di governance anche nella fase dell'esecuzione dei contratti e curerà l'organizzazione di specifici incontri e corsi di formazione e/o aggiornamento per le Aziende del SSR
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10. RETE OSPEDALIERA
## 10.1 Processo di fusione per incorporazione della azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio nell'azienda ospedaliera-universitaria mater domini degli studi Magna Graecia di Catanzaro La legge regionale n. 33 del 16 dicembre 2021, "Razionalizzazione e miglioramento dell'offerta assistenziale del territorio Regionale" stabilisce che, al fine di migliorare l'offerta assistenziale sul territorio regionale, è necessario assicurare la razionalizzazione della spesa assistenziale e l'ottimizzazione delle risorse, in conformità alle previsioni del Piano di rientro dai disavanzi del Servizio sanitario regionale. Ciò in ottemperanza della sentenza della Corte Costituzionale n. 50 del 9 febbraio 2021 che impone - tenuto conto dall'intervenuta intesa tra il Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro nella Regione Calabria e l'Università degli Studi "Magna Graecia" di Catanzaro riguardante l'integrazione tra le due aziende ospedaliere catanzaresi – il suo perfezionamento mediante una fusione per incorporazione, di cui agli artt. 2501 e ss., del Codice civile. Il ricorso alla procedura di fusione per incorporazione dell'Azienda Ospedaliera "Pugliese-Ciaccio" di Catanzaro nell'Azienda Ospedaliero-Universitaria "Mater Domini, comporterà significative variazioni dello stato giuridico-economico: l'assunzione della denominazione di Azienda Ospedaliera Universitaria "Renato Dulbecco"; il complessivo organico del personale determinato dalla somma di quello in servizio presso le stesse; una situazione patrimoniale costituita dalla aggregazione dei rispettivi saldi. A tal fine, attesa la necessità di pervenire ad un provvedimento governativo che garantisca la conservazione ex tunc dei valori giuridici conseguiti dall'incorporante a tutt'oggi, si rende necessario ricorrere all'istituto della conversione, da perfezionarsi con un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, del provvedimento di costituzione dell'AOU "Mater Domini", da ritenersi nullo, emesso dal Presidente della Giunta regionale n. 170 dell'8 febbraio 1995, che intercettava erroneamente il suo presupposto giuridico su una norma (art. 4, comma 4, del dl.gs. n. 502/92), già dichiarata incostituzionale dalla Consulta con la sentenza n. 355 del 28 luglio 1993. Viene rimesso allo strumento Protocollo d'intesa, secondo quanto previsto dall'articolo 1, comma 3, del d.lgs. 517/1999, il compito di stabilire i criteri generali per l'adozione degli atti normativi interni, compreso l'atto aziendale, dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria "Renato Dulbecco", con in esso protocollo dettagliati – oltre alle attività di didattica e di ricerca – quelle a vocazione assistenziale e di alta specializzazione, ivi compresa l'istituzione del pronto soccorso. #### Obiettivi - Fusione/integrazione tra le due Aziende, da perfezionarsi - a conclusione dell'intrapreso anzidetto procedimento di conversione da ufficializzare con un apposito DCA - con l'emissione di un DPCM, a mente dell'art. 8 del vigente d.lgs. 517/1999, su proposta del Ministro della salute di concerto con quello dell'università e della ricerca; - Sottoscrizione del suddetto protocollo d'Intesa tra il Commissario ad acta e il Rettore dell'Università Magna Graecia di Catanzaro; #### Azioni - Istanza del Commissario ad acta intesa a perfezionare la necessaria conversione dell'atto presidenziale regionale nullo pervenendo ad un DPCM che abbia efficacia costituiva ex tunc della costituzione dell'azienda ospedaliera universitaria "Mater Domini", incorporante; - Istanza del Commissario ad acta al MIUR, perché lo stesso autorizzi, sentito quello della Salute e la Conferenza Stato-Regioni, ad intraprendere la ripetuta procedura di fusione per incorporazione, pretesa dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 50/2021; - Costituzione della commissione tecnica paritetica per la definizione del protocollo d'intesa (L.R. n.33/2021, art. 2 comma 3); - Adozione del Presidente del Consiglio dei Ministri del DPCM che formalizzi l'intervenuta costituzione dell'Azienda Ospedaliera Universitaria "Renato Dulbecco"; - Approvazione e sottoscrizione del Protocollo d'Intesa con relativo cronoprogramma; - Adozione dell'Atto aziendale dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria "Renato Dulbecco". ## 10.2 Rete ospedaliera - stato di attuazione e programmazione La programmazione della rete ospedaliera attualmente in vigore è definita con il DCA 64/2016 che identifica anche il ruolo delle diverse strutture ospedaliere nella rete dell'emergenza-urgenza e nello specifico: 3 DEA di II livello, 8 DEA di I livello, 4 Pronto Soccorso di base, 4 Pronto Soccorso di Zona disagiata. Alla luce delle criticità rilevate e sulla base dell'esperienza maturata anche in relazione alla pandemia da SARS-COV 2, è necessario effettuare un approfondimento sull'attualità della rete ospedaliera adottata con DCA n. 64/2016, anche al fine di verificare la necessità di una revisione/aggiornamento della citata programmazione. La regione ha pertanto proseguito le attività di monitoraggio dell'attuazione della rete ospedaliera mediante la richiesta alle Aziende Sanitarie di fornire un quadro aggiornato su quanto attuato rispetto al DCA 64/2016 ai fini dell'individuazione delle necessarie azioni per il superamento delle criticità riscontrate. I risultati del monitoraggio saranno utilizzati ai fini dell'aggiornamento della programmazione prevista. ## 10.3 Distribuzione geografica dei servizi ospedalieri Si riporta di seguito un approfondimento circa la distribuzione geografica dei servizi e la copertura del territorio. Si riportano di seguito le mappe rappresentative della copertura delle aree geografiche Nord, Centro, Sud che mostrano la completa copertura del territorio in termini di strutture raggiungibili entro un'ora dai diversi bacini di popolazione e dai singoli Comuni. ### 10.3.1 Analisi dei posti letto e del tasso di occupazione Si riporta di seguito l'analisi dei posti letto attivi al 2019 rispetto ai posti letto programmati. Il DCA 64/2016 ha previsto una programmazione pari a 6.504 posti letto in degenza ordinaria e diurna. Dai flussi HSP.12 e 13, anno 2019, risultano 5.607 posti letto attivati in degenza ordinaria e diurna (al netto delle discipline nido ed emodialisi) per le strutture pubbliche e private accreditate. Si rileva, pertanto, una percentuale di attivazione dei posti letto pari in totale all'86% del programmato e, in particolare, al 97% per le strutture private accreditate e pari all'82% per le strutture pubbliche. #### Attuare la programmazione delle attività pubbliche di ricovero ordinario: confronto tra posti letto programmati e posti letto attivati per area funzionale e area geografica Rispetto alla programmazione, nel 2019 risulta attivo l'82% dei posti letto delle strutture pubbliche: in particolare, per l'area Nord è attivo il 78% dei posti letto, per l'area Centro l'86%, per l'area Sud l'80%. I maggiori scostamenti si rilevano per l'area emergenza-urgenza e per l'area post-acuzie, per cui si rilevano rispettivamente il 49% e il 43% dei posti letto attivi. Per l'area chirurgica, per cui sono attivi in totale l'82% dei posti letto, il dato più basso si rileva nell'area Sud (73%). Per l'area materno infantile, per cui sono attivi in totale il 92% dei posti letto, il dato più basso si rileva nell'area Nord (82%). Per l'area medica risulta attivo l'87% dei posti letto (85% dei posti letto attivi nell'area Nord e nell'area Sud e 89% nell'area Centro). Rispetto alla programmazione, nel 2019 risulta attivo il 96% dei posti letto delle strutture private. A livello regionale risulta attivo l'89% dei posti letto per l'area post acuzie; il dato più basso si rileva per l'area Nord (75% dei posti letto attivi). Sul totale dei posti letto delle strutture pubbliche e private, nel 2019 risulta attivo l'86% dei posti letto programmati; il maggior scostamento si rileva per l'area nord (81%), a seguire l'area sud (86%) e l'area centro (90%) #### Aumentare l'efficiente utilizzo dei posti letto: il tasso di occupazione È stata fatta un'analisi approfondita del tasso di occupazione dei posti letto in degenza ordinaria per area funzionale e per area geografica, sia per le strutture pubbliche che per quelle private accreditate. Nell'analisi sono state incluse tutte le SDO 2019 rilevate dal flusso ministeriale per il ricovero ordinario, ad esclusione delle discipline "nido" ed "emodialisi". #### Analisi dei posti letto attivati e dei tassi di occupazione per area funzionale e per area geografica Tra le strutture pubbliche si rileva un tasso di occupazione totale inferiore allo standard previsto dal DM 70/2015 (≥90%) e pari all'80%. In particolare, il tasso di occupazione risulta pari al 45% per l'area post-acuzie (con un valore più basso nell'Area Nord, 37%), al 70% per l'area materno infantile (con un valore più basso nell'Area Sud, 59%) e pari al 75% per l'area chirurgica (con un valore più basso nell'Area Nord, 69%). Tra le strutture private si rileva un tasso di occupazione totale inferiore allo standard previsto dal DM 70/2015 (≥90%) e pari al 63%. In particolare, il tasso di occupazione risulta pari al 27% per l'area materno infantile e pari al 34% per l'area chirurgica (con un valore più basso nell'Area Nord, 26%). Considerando il dato complessivo, ad esclusione delle terapie intensive, tassi di occupazione più bassi ed inferiori allo standard del DM 70/2015 si riscontrano per l'area chirurgica (58%) ed in particolare nell'Area Nord (50%), per l'area materno infantile (67%) ed in particolare per l'Area Sud (59%) e per l'area post acuzie (82%) ed in particolare per l'Area Sud (77%). ### 10.3.2 Area Chirurgica (chirurgia generale e ortopedia) e Area Materno-Infantile (ginecologia e punti nascita) Per l'area chirurgica il tasso di occupazione risulta complessivamente basso e pari al 58%, con notevole differenza tra le strutture pubbliche (75%) e quelle private accreditate (34%). L'area Nord presenta il tasso di occupazione più basso e pari al 50% (pubblico e privato). Per quanto riguarda il numero di posti letto, risultano ancora da attivare 196 posti letto tra le strutture pubbliche, mentre, tra le strutture private accreditate si rilevano 23 posti letto in più attivati rispetto ai programmati considerando tuttavia che il Marrelli Hospital è stato attivato successivamente all'entrata in vigore del decreto di programmazione della rete. #### Chirurgia generale: Per l'area Nord, tra le strutture che erogano volumi più elevati di attività in termini di giornate di degenza, tra le strutture pubbliche, si rileva un tasso di occupazione basso per l'AO di Cosenza (62%), con una mancata attivazione di 18 posti letto. Per il Presidio di Cetraro-Paola si rileva che l'Ospedale di Paola presenta un tasso di occupazione pari al 65%, con ulteriori 16 posti letto da attivare, mentre per l'Ospedale di Cetraro il tasso di occupazione è pari al 76%, con 8 posti letto in più attivati rispetto alla programmazione. Analogamente, per il Presidio di Rossano-Corigliano si rileva che l'Ospedale di Rossano presenta un tasso di occupazione pari al 113% con 18 posti letto ancora da attivare, mentre per l'Ospedale di Corigliano risulta un tasso di occupazione pari al 51%, con 17 posti letto attivati in più rispetto ai programmati. Infine, tassi di occupazione bassi si riscontrano tra le strutture private accreditate, per le quali sono stati attivati tutti i posti letto programmati. Per l'area Centro, l'AO Pugliese Ciaccio rappresenta la struttura che eroga volumi più elevati di attività in termini di giornate di degenza a livello regionale, con un tasso di occupazione pari al 120% e 5 posti letto in più attivati rispetto a quanto programmato. Un tasso di occupazione basso si riscontra invece per l'AOU Mater Domini (46%), con un numero di posti letto programmati ed attivati in linea con i posti letto dell'AO Pugliese Ciacco. Per la provincia di Crotone, l'Ospedale S. Giovanni di Dio di Crotone presenta un tasso di occupazione pari al 62% e tutti i posti letto programmati sono attivi. Infine, tassi di occupazione bassi si riscontrano tra le strutture private accreditate. Per l'area Sud, tra le strutture che erogano volumi più elevati di attività in termini di giornate di degenza, si rileva un tasso di occupazione pari all'87% per l'AO di Reggio Calabria e pari al 93% per il Presidio Santa Maria degli Ungheresi. Per l'Ospedale Civile di Locri si rileva un tasso di occupazione pari al 79% con una mancata attivazione di 17 posti letto rispetto a quanto programmato. Infine, tassi di occupazione bassi si riscontrano tra le strutture private accreditate. #### Ortopedia e traumatologia: Per l'area Nord, tra le strutture pubbliche che erogano volumi più elevati di attività in termini di giornate di degenza, si rileva un tasso di occupazione pari allo standard per l'AO di Cosenza, con un posto letto in più attivato rispetto a quanto programmato ed inferiore allo standard per l'Ospedale di Rossano (77%) con 2 posti letto da attivare. Infine, tassi di occupazione bassi si riscontrano tra le strutture private accreditate. Per l'area Centro, l'AO Pugliese Ciaccio presenta un tasso di occupazione pari al 118% con 2 posti letto ancora da attivare, mentre per le altre strutture pubbliche si rilevano tassi di occupazione inferiori allo standard (ad esempio, 70% per l'Ospedale Civile San Giovanni di Dio di Crotone, 45% per il Presidio di Lamezia Terme). Infine, tassi di occupazione bassi si riscontrano tra le strutture private accreditate. Per l'area Sud, la struttura per la quale si rilevano volumi maggiori di attività in termini di giornate di degenza è l'Istituto Ortopedico del Mezzogiorno, con un tasso di occupazione pari al 55% e tutti i posti letto programmati attivi. Ad esclusione dell'AO di Reggio, con un tasso di occupazione pari al 100%, le altre strutture dell'area presentano tassi di occupazione bassi. Per l'Ospedale di Melito e il PO di Gioia Tauro i posti letto programmati non risultano attivi. Per l'Area Materno Infantile, il tasso di occupazione risulta complessivamente pari al 67% ed in particolare pari al 70% per le strutture pubbliche e al 27% per l'unica struttura privata accreditata (iGreco Ospedali Riuniti). L'area Sud presenta il tasso di occupazione più basso e pari al 59%. Per quanto riguarda il numero di posti letto, risultano ancora da attivare 47 posti letto tra le strutture pubbliche. #### Ostetricia e ginecologia: Nell'ambito dell'area Nord, l'AO di Cosenza - che rappresenta la struttura con volumi più elevati di attività in termini di giornate di degenza a livello regionale - presenta un tasso di occupazione pari al 97% e 4 posti letto ancora da attivare. Per le altre strutture si rilevano tassi di occupazione bassi ed inferiori allo standard. Per l'area Centro, l'AO Pugliese-Ciaccio presenta un tasso di occupazione pari all'89% con 2 posti letto in più attivati rispetto ai programmati. Per le altre strutture si rilevano tassi di occupazione bassi ed inferiori allo standard, in particolare, per l'Ospedale Basso Ionio sono stati attivati 12 posti letto non previsti dalla programmazione, con un tasso di occupazione pari al 29%. Per l'area Sud, l'AO di Reggio Calabria è quella che presenta volumi più elevati di attività in termini di giornate di degenza, con un tasso di occupazione pari al 78% e tutti i posti letto programmati attivi. Per il Presidio Santa Maria degli Ungheresi si rileva un tasso di occupazione pari al 61%, con 3 posti letto attivati in più rispetto a quanto programmato. ### 10.3.4 Analisi degli esiti Dal Programma Nazionale Esiti (PNE, edizione 2020 su dati 2019), elaborato da Agenas, sono tratte le informazioni delle seguenti tabelle che mostrano il grado di aderenza agli indicatori di qualità misurati e ai rispettivi valori di riferimento. #### Ospedali con DEA II livello Per l'area osteomuscolare si rileva un livello di aderenza molto basso agli standard di qualità per l'AO di Cosenza e per il GOM di Reggio Calabria e medio per l'AO Pugliese. Per l'area della chirurgia oncologica risulta un livello basso per tutti gli Hub, mentre per la Chirurgia generale si evidenzia una situazione eterogenea tra le strutture. Per l'area gravidanza e parto e l'area nervoso il livello risulta medio-basso. #### Ospedali con DEA I livello Per l'area osteomuscolare si rileva un livello di aderenza basso / molto basso agli standard di qualità per tutti i DEA di I livello. Per la Chirurgia generale si evidenzia una situazione eterogenea tra le aree della regione: livelli molto bassi per l'Area Nord, alti per l'area Sud). Per l'area gravidanza e parto il livello risulta basso /molto basso ad eccezione del PO San Giovanni di Dio per cui si rileva un livello molto alto. Per l'area nervoso il livello risulta prevalentemente medio/basso. Non risultano attive le Stroke Unit di Locri, Polistena, Corigliano, Cetraro, Castrovillari. Per l'area cardiocircolatorio il livello risulta prevalentemente medio/basso, ad eccezione dei PO di Vibo Valentia e Castrovillari. Per la maggior parte dei presidi non risultano calcolabili gli indicatori a causa del ridotto o assente volumi dei ricoveri. ## 10.4 Riconfigurazione della rete ospedaliera A seguito delle criticità riscontrate nell'attuazione del DCA 64/2016 per come rappresentato nei paragrafi precedenti ed in particolare: - le sentenze del giudice amministrativo relative alla riapertura del PO di Praia a mare (Delibera del Commissario Straordinario dell'A.S.P. di Cosenza n.1030 del 4.08.21 e da ultimo sentenza del CdS n.384/2022), riaperto con DCA n. 51/2022 e del PO di Trebisacce (Delibera del Commissario ad acta n.3/2021); - la mancata riconversione del P.O. di Cariati; - l'organizzazione dei centri di emodinamica concentrati, con riferimento all'area centro, nella città di Catanzaro, pur in presenza di una forte domanda assistenziale nell'area del crotonese; - carenza offerta assistenziale nell'area della Piana, anche in conseguenza dello sviluppo delle attività economiche dell'area stessa; - Forte mobilità passiva nelle patologie neuromuscolari e nei trapianti di cellule staminali e previsione di specifici centri presso il GOM di Reggio Calabria; - nell'attuazione di quanto programmato, a livello funzionale ed organizzativo, per lo Spoke Rossano/Corigliano e per lo Spoke Cetraro/Paola, con esplicitazione dei percorsi assistenziali nel caso di strutture con più stabilimenti. Il nuovo documento di riorganizzazione della rete ospedaliera provvederà, tra l'alto, a potenziare e riorganizzare: - la neuroradiologia diagnostica e interventistica e della Neurochirurgia. - l'attività chirurgica oncologica ed in particolare della chirurgia oncologica senologica, ginecologica e della chirurgia oncologica toracica e della pneumologia interventistica, anche in termini di incremento dei volumi di attività. - l'assistenza al trauma maggiore, compresa chirurgia ortopedica delle fratture di bacino e attivazione della radiologia interventistica periferica. - l'area quali-quantitativo onco-ematologica e la funzione di Hub della Terapia del dolore. - la rete dei Laboratori Pubblici - l'istituzione, presso l'AOU Mater Domini di Catanzaro, del centro ECMO che fa capo alla UOC di Anestesia e Rianimazione quale centro di riferimento per la Regione Calabria (DCA n 90 del 2021): monitoraggio e controllo ed approvato inserimento dello stesso nella Rete Nazionale per la gestione della sindrome da insufficienza respiratoria acuta grave da polmonite da virus A (H1N1) (Rete Nazionale Respiratoria) di cui all'Intesa Stato-Regioni del 5/11/2009. - Le Breast Unit. - Il Centro di riferimento emato-oncologico (C.R.E.O.) quale Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico giusto DCA n. 76 del 11.05.2021 sul quale i Ministeri affiancanti, con parere prot. 137-P del 26.05.21, hanno espresso il proprio nulla osta ai fini del proseguimento dell'iter amministrativo. - L'attivazione di un Centro Antiveleni - L'attivazione della medicina delle migrazioni Al fine di garantire la piena attuazione della nuova programmazione si potranno prevedere, anche attraverso una nuova cornice legislativa, nuovi modelli di gestione dei presidi ospedalieri, che vedono il coinvolgimento di soggetti esterni espressione di eccellenze a livello nazionale. Pertanto, si procederà alla revisione/aggiornamento del documento di riorganizzazione della rete ospedaliera (DCA 64/2016).
calabria
healthcare
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Regione Calabria
2022-11-01
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11. RETI ASSISTENZIALI
## 11.1 Rete Emergenza–Urgenza #### Stato di attuazione Di seguito sono riportati i dati relativi al numero di accessi al PS per il triennio 2017-2019 rispetto agli standard del DM 70/2015 e i volumi di attività regionali divisi per colore triage per il periodo 2018-2019. ### 11.1.1 Centrali Operative (CO) 118 e Postazioni di Emergenza Territoriale (PET) e PPI Il sistema dell'emergenza territoriale è stato definito con DCA 64/2016 che prevedeva: - n. 5 Centrali Operative 118: Cosenza, Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia e Reggio Calabria. Si programma l'accorpamento delle CO 118 di Crotone e Vibo Valentia nella CO 118 di Catanzaro e si prevede la riconversione di queste due centrali in Centrali Uniche di Riferimento per l'Assistenza Primaria CURAP. - n. 50 postazioni PET complessive dislocate sui territori provinciali e coordinate dalla corrispondente Centrale Operativa e dotate di ambulanze medicalizzate con Autista, Infermiere e Medico (MSA). - Per l'area Nord: erano previste ed autorizzate ma non sono state ancora attivate 3 PET; sono presenti inoltre 2 PPI e 7 ambulanze convenzionate con volontari a bordo. - Nell'area Centro sono presenti un PPI nella PET di Chiaravalle Centrale (CZ) in quella di Soriano Calabro. - Nell'area Sud sono presenti PPI, Scilla e Oppido Mamertina e a Palmi. L'andamento dei tempi di risposta "allarme target", come rappresentato nella figura sottostante, indica un incremento dei tempi passando dai 22 minuti del 2018 ai 31 minuti del 2021. Tali dati necessitano di un ulteriore approfondimento a causa della carenza di invio delle informazioni da parte delle centrali operative, ma sono indicativi della necessità di una revisione del sistema generale di risposta e di gestione del sistema del 118. Come riportato anche nel paragrafo ricognitivo "Centrali Operative (CO) 118 e Postazioni di Emergenza Territoriale (PET) e PPI" il processo di riduzione dei tempi "allarme -target" deve passare anche attraverso un potenziamento delle dotazioni tecnologiche di mezzi e di personale sul territorio e soprattutto ad un ripensamento del modello organizzativo del sistema della emergenza urgenza. ### 11.1.2 Elisoccorso ed Elisuperfici La Regione Calabria ha fornito una relazione (nota prot. Siveas 25 del 5 marzo 2019) dello stato di attuazione del programma definito con DCA 64/2016. A seguito di una successiva rilevazione, la situazione attuale non risulta sostanzialmente mutata, come di seguito riportato: - n. 4 Basi di elisoccorso HEMS (Cosenza, Lamezia Terme, Cirò Marina e Locri), di cui la base di Lamezia operativa in h24; - n. 56 siti di atterraggio attivabili all'occorrenza. Dai dati in nostro possesso si evidenzia un limitato utilizzo dell'elisoccorso con una media per mezzo di 0,87 viaggi al giorno nel 2018 e di 0,7 (-11%) nel 2019. #### Obiettivi Gli obiettivi che la Regione si pone nel prossimo triennio sono una completa trasformazione del servizio di urgenza ed emergenza pre-ospedaliero e delle modalità di contatto del cittadino e di interazione con le strutture sanitarie e di urgenza ed emergenza ospedaliero, attraverso la realizzazione e integrazione del Numero Unico di Emergenza (NUE) 112, in linea con le migliori practice nazionali. In riferimento al 118, la regione ha già avviato il processo di cambiamento intervenendo con la Legge Regionale 32/2021 e s.m.i che, all'art.7 prevede che la costituenda Azienda Zero diriga, coordini e monitori il sistema regionale della Emergenza Urgenza 118 e dell'elisoccorso. L'Azienda Zero sarà anche il gestore dell'organizzazione della centrale unica di risposta del Numero unico di emergenza NUE 112, a seguito del trasferimento delle competenze in carico, nella fase implementativa, al Dipartimento della Presidenza. Azienda Zero sarà, inoltre, garante della operatività del numero unico armonico a valenza sociale per le cure mediche non urgenti NEA (116117). Sono competenze della Azienda Zero anche: - il coordinamento delle attività trasfusionali e dei flussi di scambio e compensazione di sangue emocomponenti ed emoderivati, - il coordinamento logistico delle attività di prelievo e trapianti degli organi e tessuti, - il convenzionamento delle associazioni di volontariato per l'attività di soccorso pre-ospedaliero. L'obiettivo della regione è quello di attuare una completa trasformazione del servizio della emergenza urgenza che, in linea con gli standard delle altre regioni, possa dare una risposta efficace alla popolazione e all'intero sistema sanitario regionale. Essenziale è addivenire a strumenti unificati di gestione (software, hardware, fonia) di tutte le fasi del soccorso al fine di una omogeneizzazione del servizio. Sulla base della situazione attuale gli obiettivi principali della regione possono essere così articolati: - rafforzamento della capacità di raccolta, elaborazione e analisi dei flussi informativi regionali utili al monitoraggio e controllo delle attività; - avvio del numero unico di emergenza 112 sulla attuale configurazione delle centrali operative 118 e successiva unificazione delle stesse, - revisione delle modalità operative e potenziamento di personale e mezzi necessari alla gestione delle emergenze, anche attraverso l'impegno di operatori del terzo settore - razionalizzazione della tipologia di mezzi di soccorso impiegati, in linea con le esigenze regionali; - avvio della trasformazione del servizio 118 con la creazione della Centrale Operativa Integrata presso Catanzaro e l'individuazione delle centrali "slave", potenziamento e revisione delle piattaforme e infrastrutture tecnologiche a supporto; - razionalizzazione del sistema dell'elisoccorso con un aggiornamento dell'assetto organizzativo e tecnologico con dotazioni adeguate alle esigenze del territorio ed in linea con gli standard nazionali e delle regioni best practice; - sviluppo dei percorsi formativi delle équipe di soccorso (personale sanitario e tecnico, soccorritori volontari etc.) e delle pratiche per la standardizzazione dei comportamenti organizzativi, gestionali e operativi nell'ambito dell'intera organizzazione regionale; - Introduzione del NEA 116117 per l'accesso ai servizi di cure mediche non urgenti e altri servizi sanitari, la cui attivazione concorre alla gestione della domanda assistenziale a bassa intensità/priorità. L'incremento e l'investimento nelle risorse umane, in termini di crescita professionale e delle competenze è da considerarsi una leva strategica per consentire un paradigm shift regionale al fine di divenire una delle regioni virtuose. Per la realizzazione dei suddetti obiettivi la regione Calabria sta già collaborando con altre realtà regionali per un supporto specialistico professionale ed esperienziale nell'ambito di una convenzione di collaborazione nello sviluppo di modelli innovativi di gestione della emergenza urgenza. Nelle more dell'attivazione dell'Azienda Zero, il Settore n. 6 del Dipartimento Salute provvederà ad effettuare la governance della Rete Emergenza Urgenza 118, al fine di garantire la continuità della stessa, mediante l'immediata istituzione di un Coordinamento multidisciplinare con la partecipazione dei dirigenti dei DEA, mentre il Dipartimento della Presidenza sarà gestore e coordinatore della introduzione del sistema NUE 112 fino al momento di passaggio delle competenze ad Azienda Zero. La revisione e l'aggiornamento della rete di emergenza – urgenza sarà ricompresa nel nuovo documento di riorganizzazione della rete ospedaliera e di emergenza urgenza in aggiornamento al DCA 64/2016. #### Azioni La regione Calabria, nel documento di aggiornamento del DCA 64/2016, al fine di potenziare e migliorare i servizi sanitari, considera il sistema della emergenza urgenza il pilastro del cambiamento, terrà conto delle seguenti Azioni: - Trasformazione di tutti i PPI (7) ancora esistenti in PET; - Definizione di specifici accordi e protocolli di intesa interregionale per la gestione e la cooperazione nei servizi NUE 112, 118, elisoccorso e del NEA 116117; - Ricognizione dello stato dell'arte sull'attuale sistema dell'emergenza urgenza (effettiva attività delle centrali operative in termini di chiamate, interventi e missioni, del numero di personale, livello di competenza e mansioni e anzianità, delle equipe di soccorso, verifica del livello di accreditamento del terzo settore a supporto, etc.); - Ricognizione sullo stato dell'arte delle infrastrutture tecnologiche e informatiche a supporto delle centrali operative; - Definizione di una modalità operativa, anche parallela agli attuali sistemi; per il completamento dei flussi informativi al fine di inviare da giugno 2022 flussi qualitativamente e quantitativamente corretti al sistema EMUR, e che possano essere utilizzati per un effettivo monitoraggio, controllo e programmazione delle attività; - Definizione di un piano tattico di breve periodo per l'introduzione dei primi interventi immediati e necessari per il miglioramento del servizio 118; - Definizione ed approvazione piano di implementazione del sistema NUE 112 comprensivo di cronoprogramma attuativo; - Indizione dei bandi necessari all'adeguamento tecnologico e delle opere per la realizzazione della CUR 112; - Definizione ed approvazione del piano di riqualificazione e riorganizzazione del sistema 118 e delle centrali operative con relativo cronoprogramma attuativo comprensivo della valutazione del fabbisogno di personale, tecnologico e infrastrutturale; - Elaborazione e indizione delle procedure di approvvigionamento necessarie per l'adeguamento tecnologico, di mezzi e infrastrutturale del servizio 118; - Approvazione del nuovo piano di organizzazione e gestione del servizio di elisoccorso, delle modalità operative e della nuova mappa delle superfici; - Elaborazione e indizione della gara per l'aggiornamento del servizio di gestione dell'elisoccorso in linea con le migliori practice nazionali; - Approvazione del piano di riqualificazione e riorganizzazione del sistema 116117 e delle centrali operative con relativo cronoprogramma attuativo e valutazione del fabbisogno di personale e risorse umane e tecnologico; - Elaborazione e indizione delle gare necessarie per l'adeguamento tecnologico e delle infrastrutture del servizio 116117; - Espletamento delle procedure di selezione e inquadramento del personale necessario al 112; - Espletamento delle procedure di selezione e inquadramento del personale necessario al 118; - Espletamento delle procedure di selezione e inquadramento del personale necessario al 116117; - Avvio del programma di formazione del personale anche attraverso la collaborazione, tramite convenzioni, con altre regioni italiane. ## 11.2 Rete pediatrica e Rete dell'emergenza pediatrica Allo stato attuale non esiste né la rete della pediatria né la rete dell'emergenza pediatrica. Si costituirà un coordinamento regionale la cui finalità sarà quella di mettere in rete tutte le pediatrie e stabilire il percorso per l'emergenza-urgenza pediatrica. Anche questa Rete sarà oggetto di integrazione nel DCA 64/2016. Parte qualificante del progetto di rete pediatrica sarà l'accordo con l'Ospedale Pediatrico Bambin Gesù. ## 11.3 Le Reti Tempo-Dipendenti ### 11.3.1 Rete Sindrome Coronarica Acuta (SCA) #### Stato di attuazione La rete SCA è attiva e funzionante, con ottimi risultati anche in termini di esiti, verificati a livello di PNE. Le emodinamiche sono tutte attive tranne quella di Polistena dell'A.S.P. di Reggio Calabria e quella del Sant'Anna di Catanzaro. Di seguito si riporta la rete di offerta complessiva dell'assistenza cardiologica in Calabria articolata come da DCA 64/2016. ##### STRUTTURA DELLA RETE SCA - AREA NORD Gli Ospedali della Provincia di Cosenza hanno come Hub di riferimento per l'emergenza cardiologica l'Azienda Ospedaliera di Cosenza. All'interno della rete SCA regionale pubblica vi è anche il ruolo operativo della struttura privata Tricarico a copertura dei bacini di utenza dell'alta costa tirrenica dell'area Nord. ##### STRUTTURA DELLA RETE SCA - AREA CENTRO Gli ospedali delle Province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia hanno attualmente come Hub di riferimento l'AO Pugliese-Ciaccio e l'AOU Mater Domini di Catanzaro. Attualmente la struttura S. Anna Hospital di Catanzaro ha sospeso le attività ai sensi dell'art.6 comma 1 lettera f della legge regionale n 24/2008 per carenza dei requisiti organizzativi. Il P.O di Polistena non ha attualmente i requisiti organizzativi, strutturali e tecnologici per l'attivazione dell'emodinamica. L'area centro della regione in virtù della fusione in corso tra le aziende AO Pugliese-Ciaccio e AOU Mater Domini di Catanzaro nella futura AOU Dulbecco sarà oggetto di un piano di riorganizzazione senza aumentare il numero complessivo di emodinamiche attive sul territorio e pertanto mantenendo il rispetto dei limiti stabiliti dal DM 70/2015. Obiettivo della riorganizzazione è l'apertura di una emodinamica presso l'Ospedale San Giovanni di Dio di Crotone, in quanto i pazienti eleggibili al trattamento di PTCA devono essere trasferiti fino a Catanzaro (Pugliese/Mater Domini) distante oltre 75 minuti. Per questo motivo è spesso impossibile iniziare la procedura di PTCA entro i 90 minuti come previsto dalle buone pratiche ampiamente documentate in letteratura scientifica ed evidenziate dallo specifico indicatore PNE. Tutto questo sarà oggetto di modifica del DCA 64/2016. ##### STRUTTURA DELLA RETE SCA - AREA SUD Gli ospedali della Provincia di Reggio Calabria hanno come Hub di riferimento il Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria. #### Obiettivi modifica/integrazione del DCA 64/2016 al fine anche di una ottimizzazione dell'attuale organizzazione della rete SCA anche attraverso l'istituzione di un Coordinamento Regionale della Rete SCA. #### Azioni - Modifica ed integrazione del DCA 64 - Istituzione del Coordinamento Regionale della Rete SCA (CR-SCA) ### 11.3.2 Rete Traumatologica #### Stato di attuazione La tabella mostra i volumi di ricovero aggregati, da flusso SDO - anno 2019, per i codici di traumatismo, analizzando principalmente, quali di questi pazienti vengono ricoverati in reparti di Terapia Intensiva, Rianimazione e Neurochirurgia. Ad integrazione della rete si sottolinea che le case di cura private hanno avuto un ruolo attivo negli interventi di fratture. #### Obiettivi - potenziamento della rete Politrauma attraverso la messa a regime della rete su tutto il territorio regionale. - Istituire un Coordinamento Regionale della Rete Traumatologica, per l'elaborazione, definizione e monitoraggio del Piano di Rete. - attuazione nova rete politrauma #### Azioni - Modifica ed integrazione DCA 64/ 2016 - Istituzione del Coordinamento Regionale della Rete POLITRAUMA ### 11.3.3 Rete Stroke #### Stato di attuazione Secondo il DCA n. 64/2016, l'offerta delle strutture pubbliche ed equiparate dedicate anche all'assistenza a pazienti con evento ictale di tipo ischemico o emorragico presenta la seguente composizione: - attive cinque Stroke Unit presso le Aziende Ospedaliere di Cosenza e Reggio Calabria e Catanzaro e presso i Presidi Ospedalieri di Crotone e Vibo Valentia, Cetraro; - ancora da attivare le S.U. programmate presso i Presidi Ospedalieri di Castrovillari, Corigliano, Locri e Polistena. #### Dotazione tecnologica In relazione all'organizzazione delle cure in fase acuta: - le 5 SU o UTN sono in grado di garantire accesso ad ANGIO TC cranio/collo h24 ai pazienti con sospetto ictus cerebrale ischemico/emorragico; - le 5 SU dispongono di tecnologie per neuroimaging avanzato (TC/RM perfusione) accessibile h24; - l'AO di Cosenza e il GOM di Reggio Calabria dispongono di accesso a laboratorio angiografico con caratteristiche tecniche tali da soddisfare i bisogni dei pazienti con ictus cerebrale (ischemico/ESA). #### Obiettivi - Potenziamento della rete stroke - Istituire un Coordinamento Regionale della Rete Ictus, per l'elaborazione e monitoraggio del Piano di Rete - Potenziare la governance con l'istituzione dello Stroke Ready Hospital negli ospedali dove ancora non è stata attivata la Stroke Unit di I livello. #### Azioni - Modifica ed integrazione del DCA n. 64/2016 - Istituzione di un Coordinamento Regionale della Rete Ictus, per l'elaborazione e monitoraggio del Piano di Rete - Potenziamento Governance con l'istituzione di una Stroke Ready Hospital. ### 11.3.4 Rete Trasporto Neonatale #### Stato di attuazione La Rete di trasporto neonatale è operativa sul 100% del territorio regionale. Con DCA n. 9/2015 e n. 30/2016, successivamente integrati con DCA 64/2016, è stata approvata la Rete del Trasporto Neonatale. Con DCA n. 48 del 25 maggio 2016 sono state approvate le linee di indirizzo sulla organizzazione del Sistema di Trasporto Materno Assistito (STAM) e del Sistema in Emergenza del Neonato (STEN) applicate in tutta la Regione Calabria. Attualmente in Calabria il trasporto neonatale (STEN) è assicurato dagli ospedali Hub in collaborazione con il 118, sia con ambulanza che, quando necessario, con Elisoccorso, e dalle Unità Operative di Neonatologia e TIN degli Ospedali HUB. Negli ultimi anni sono stati effettuati circa 150 trasporti/anno. Le criticità rilevabili attualmente sono: - grave carenza di personale, sia medico che infermieristico e di OSS - elevata età media del personale in servizio - numero di posti letto disponibili inferiori alla reale necessità (attualmente il n. di p.l. attivi sono n. 18. Previsti 1 p.l. ogni 700 nati, attualmente abbiamo 15 mila nati /anno, per cui il n. dei p.l. a cui tendere è di circa 22). #### Obiettivi Aggiornamento ed integrazione del DCA 64/2016 per migliorare la rete regionale dei punti nascita, comprensiva dei posti letto di terapia intensiva neonatale (TIN). Aggiornamento dei servizi di trasporto assistito materno (STAM) e di emergenza neonatale (STEN). Definizione di protocolli operativi condividi tra i centri di I e II livello. #### Azioni - Modifica ed integrazione del DCA 64/2016 - Potenziamento del coordinamento regionale ### 11.3.5 Rete dei Consultori Familiari e dei Punti Nascita #### Stato di attuazione Con DCA n. 60 del 6 marzo 2020 è stata approvata la revisione e l'aggiornamento del Diario della Gravidanza di cui al DPGR n. 28 del 21 marzo 2012. Il DCA n.125 del 29 settembre 2020 "Comitato Percorso Nascita Regionale-Integrazioni e modifiche al DCA 112 del 25.07.2019" ha aggiornato e modificato il Comitato Percorso Nascita Regionale. Secondo quanto previsto dal DPGR n. 28/2012 si effettuerà monitoraggio e controllo delle attività dei consultori per garantire l'apertura h 12. Il DPGR 28/2012 prevedeva altresì l'istituzione di ambulatori per la gestione delle gravidanze a Basso Rischio Ostetrico (BRO), fino alla trentaseiesima settimana di gravidanza presso i consultori e dopo la trentaseiesima, presso tutti i punti nascita regionali, farà seguito un PDTA regionale. Per il punto nascita di Cetraro per il punto nascita di Cetraro, questo sarà oggetto di verifica ed integrazione del DCA 64/ 2016. Con DCA n. 90 del 18 agosto 2022 sono state approvate le linee di indirizzo sull'induzione del travaglio di parto che hanno lo scopo di descrivere le evidenze disponibili sulle indicazioni all'induzione dello stesso e le nuove conoscenze sulle diverse metodiche disponibili, con l'obiettivo di facilitare l'appropriatezza del ricorso a questa procedura ostetrica e di ottimizzare l'utilizzo clinico. #### Obiettivi - Aggiornamento del DCA n.125 del 29 settembre 2020. - Attuazione del percorso ospedale territorio; #### Azioni - Aggiornamento del DCA n.125/2020 - Modifica ed integrazione del DCA 64/2016 relativamente alla rete regionale dei punti nascita, secondo le indicazioni del Comitato Percorso Nascita Nazionale ## 11.4 Rete Laboratoristica Pubblica/Privata #### Stato di attuazione Nel rispetto di quanto previsto nell'Accordo Stato-Regioni del 23 marzo 2011 "Criteri per la riorganizzazione delle reti di offerta di diagnostica di laboratorio", che stabilisce i criteri per la riorganizzazione delle reti di offerta di diagnostica di laboratorio, prevedendo una soglia minima di attività per tutte le strutture pubbliche e private, pari a 200.000 esami di laboratorio complessivamente erogati/anno, con il DCA n. 112/2016 è stata approvata la rete regionale dei laboratori pubblici e privati. Tale decreto è stato successivamente modificato dal DCA n. 122/2017 che ha riorganizzato la sola Rete regionale dei laboratori privati, sostituita dal successivo DCA n. 142/2017. Con successivi atti emanati nel corso degli anni, in applicazione a quanto stabilito nel predetto DCA 142/2017, è stato dato avvio al processo di costituzione delle aggregazioni dei laboratori privati e al successivo aggiornamento delle stesse, fino ai DDCA n. 68/2021 e n.22/2022. La Regione procede annualmente alla ricognizione delle Reti verificando sia i volumi di attività ai fini del tetto stabilito sia la documentazione prodotta dalle singole strutture per la costituzione delle reti stesse. Ad oggi, alcune criticità / riserve non risultano ancora superate. Per la parte pubblica, il DCA n. 112/2016 ha previsto la riorganizzazione della rete dei laboratori pubblici in coerenza con la riorganizzazione della rete ospedaliera di cui al DCA n. 64/2016 "P.O. 2016-2018 - Intervento 2.1.1. - Riorganizzazione delle reti assistenziali - Modifica ed integrazione DCA n. 30 del 3/03/2016". Al fine di migliorare l'organizzazione e la qualità della rete, il DCA n. 62/2020 ha approvato e aggiornato la Nuova Rete dei Laboratori Pubblici. In considerazione della mancata applicazione della rete laboratoristica pubblica, a seguito della mappatura definitiva delle strutture erogatrici pubbliche, con indicazione dei dati di produzione, si valuterà entro dicembre 2022 la necessità di un aggiornamento della rete medesima. Il catalogo regionale delle prestazioni di specialistica ambulatoriale è stato approvato con DCA n. 149/2019 ed aggiornato con DCA n. 59 del 6/3/2020. #### Obiettivi - Aggiornamento dei DDCA n. 62/2020 e n. 68/2021. #### Azioni - Aggiornamento della rete dei Laboratori pubblici e privati: innalzamento delle soglie di produzione nel rispetto delle tempistiche indicate nel cronoprogramma.
calabria
healthcare
planning_acts
Regione Calabria
2022-11-01
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12. ALTRE RETI ASSISTENZIALI
## 12.1 Rete Oncologica #### Stato di attuazione Con DCA n. 100/2020 è stata approvata la nuova rete oncologica, alla luce delle indicazioni previste nell'Accordo Stato Regioni del 17 aprile 2019 sul documento recante "Revisione delle Linee Guida organizzative e delle raccomandazioni per la Rete Oncologica che integra l'attività ospedaliera per acuti e post acuti con l'attività territoriale" repertorio atto n. 59/CSR. Tuttavia, l'emergenza epidemiologica Covid-19 non ha consentito la piena attuazione della rete, per cui i Centri oncologici regionali non costituiscono ancora ad oggi punti di riferimento per molti pazienti, tanto che la mobilità sanitaria per la cura dei tumori continua ad essere tra le più cospicue. È stato formalmente costituito il Coordinamento regionale della rete oncologica con DDG n. 3939 del 15/04/2021, che avrà il compito di governare la rete oncologica. I volumi di chirurgia oncologica per singolo centro sono da incrementare, in specie per le forme oncologiche più frequenti (colon-retto, polmone, prostata, tumori ginecologici) per le quali talora non si raggiungano valori soglia raccomandati per la migliore qualità clinico-assistenziale (Vedi tabelle di seguito riportate). Si rende necessario un monitoraggio dello stato di attuazione del DCA 100/2020 e un aggiornamento del DCA 64/2016 con l'identificazione nei singoli HUB di specifica branca chirurgica per patologia; ogni HUB rappresenterà il centro di eccellenza regionale per la specifica patologia oncologica. Il monitoraggio vedrà un attenzione particolare ai dati relativi alla chirurgia senologica. Di seguito riportate le mobilità regionali per patologie oncologiche prevalenti che sottolineano l'assoluta necessità di una organizzazione di Rete efficiente con percorsi per la malattia oncologica organizzati e che diano risposte concrete. #### Obiettivi - Dare forte impulso al Coordinamento regionale e realizzare la rete oncologica in coerenza con le indicazioni del DM n. 70/2015 e dell'Accordo Stato-Regioni del 17 aprile 2019. - Individuare e potenziare gli Hub, dal punto di vista chirurgico, per le principali neoplasie e assicurarvi la concentrazione della casistica e la presa in carico globale e tempestiva. - Modifica ed integrazione del DCA 64/2016 #### Azioni - Potenziamento del coordinamento della Rete Oncologica Regionale. - Potenziare l'oncologia chirurgica presso gli Hub: - l'AO di Cosenza per la chirurgia oncologica toracica; - l'AO dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria "Renato Dulbecco" di Catanzaro (ex Pugliese Ciaccio e Materdomini) per la chirurgia oncologica ginecologica; - l'AO di Reggio Calabria per la chirurgia oncologica addominale ed urologica; - Potenziare le Breast Unit, come da DCA 100/2020. - Potenziare l'Oncologica Medica e l'oncoematologia per i quali si individuano come centro di riferimento gli ospedali regionali HUB. - Attivare i molecolar tumor board specifici in tutti i centri Hub; - Presa in carico precoce dei neodiagnosticati (da screening o da diagnosi incidentali) tramite l'istituzione di un numero verde, sito presso la sede del coordinamento della rete, in contatto con gli HUB usufruibile dai pazienti, da MMG e da strutture sanitarie. - Regolamentazione e messa a norma delle Unità Farmaci Antiblastici (UFA). - Costituzione di un gruppo oncologico multidisciplinare (GOM) per ogni area Nord Centro e Sud - Istituzione del Registro Tumori Regionale (Legge 27 dicembre 2019 n. 160, art.1, comma 463) - Implementazione del Raccordo della Rete Oncologica con le Reti di Cure Palliative e di Terapia del Dolore. - Implementazione della Ricerca Clinica ## 12.2 Rete Tumori Rari La peculiarità dei tumori rari e la loro esiguità numerica porta alla necessità di un raccordo con la Rete Nazionale dei Tumori Rari con i centri di coordinamento regionali e interregionali. Il coordinamento verrà posto presso l'AOU "Renato Dulbecco" di Catanzaro. Implementare il Registro dei Tumori Rari (in atto è attivo a Cosenza presso l'AO Annunziata e a Catanzaro presso l'AO Mater Domini). Raccordo mediante teleconsulto con la Rete Nazionale dei Tumori Rari (tumori solidi dell'adulto, tumori pediatrici ed ematologici) centri ERN, con centri di coordinamento regionali (Cosenza) ed interregionali entro il 2022 (teleconsulto) entro il 2022. ## 12.3 Rete Nefrologica e dialitica #### Stato di attuazione Con DCA n. 123 del 17/9/2020 "Programma Operativo 2019-2021. Punto 11.4.2 "Rete Nefrologica e Dialitica" Approvazione Rete Nefrodialitica regionale e Percorso diagnostico-terapeutico assistenziale del paziente affetto da malattia renale cronica" sono stati approvati la Rete Nefrodialitica regionale e il PDTA per le malattie renali croniche. Lo stesso Decreto ha previsto l'istituzione di una Commissione Regionale per il monitoraggio e lo sviluppo della Rete nefrodialitica, formalizzata con Decreto del Dirigente Generale del Dipartimento n. 3209 del 29/03/2021 e rappresentativa delle componenti istituzionali e professionali e dei principali stakeholders, con il compito di: - Sviluppare tutte le azioni programmatiche previste nel documento della rete nefrodialitica, fra le quali il potenziamento dei centri dialisi, l'attivazione della dialisi domiciliare e gli interventi di prevenzione primaria e secondaria per controllare l'epidemia di Malattia Renale Cronica. - Monitorare il corretto funzionamento dei Centri della rete e l'applicazione del PDTA per le malattie renali croniche, nelle aziende sanitarie. L'implementazione della metodologia di teledialisi, in particolare l'utilizzo del monitoraggio in remoto, rappresenta una strategia irrinunciabile per i pazienti nefropatici, Questo faciliterà l'avvio della dialisi domiciliare che, in una prima fase sperimentale nell'anno 2022, coinvolgerà solo alcune aree distrettuali del territorio regionale come sarà esplicitato con apposito progetto sperimentale. #### Obiettivi: - Potenziare la rete nefrodialitica - Identificare precocemente i pazienti a rischio elevato di malattia renale cronica. - Attivare la dialisi domiciliare (emodialisi e dialisi peritoneale), anche con il supporto di sistemi di telemedicina e specifica formazione - Incrementare il numero dei trapianti. - Avviare interventi mirati alla prevenzione della malattia renale cronica (MRC), attraverso un progetto di prevenzione che sarà effettuato dal Dipartimento della salute con la collaborazione di ANED e altri rappresentanti di associazioni di pazienti dializzati. #### Azioni - Riorganizzazione dei centri dialisi al fine di individuare e porre rimedio alle situazioni di carenza e di inadeguatezza strutturale. - Realizzazione del progetto di screening - Emanazione di indirizzi sulla dialisi domiciliare (emodialisi e dialisi peritoneale) da avviare in una prima fase sperimentale in alcune aree distrettuali del territorio regionale. - Attivazione in attuazione del PNRR di un progetto di telemedicina territoriale per pazienti in dialisi. - Informazione e Formazione - Stesura progetto prevenzione della malattia renale cronica (MRC) ## 12.4 Rete di Medicina Trasfusionale ## Stato di attuazione La rete trasfusionale regionale, disegnata e approvata con il DPGR n. 58/2014, comprende tre Dipartimenti interaziendali funzionali di Medicina Trasfusionale collocati nelle tre aree geografiche della Regione (Area Nord – Area Centro – Area Sud), con i tre Centri di lavorazione ubicati nei Servizi Trasfusionali di Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria, e il Centro Regionale di Qualificazione Biologica ubicato presso il Servizio Trasfusionale di Catanzaro. Tale sistema trasfusionale regionale, ricorrendo prevalentemente alla raccolta associativa, permette la raccolta di emocomponenti labili ad uso clinico (GR, piastrine e plasma) che, numericamente garantisce l'autosufficienza regionale. A tal fine, il Centro Regionale Sangue mette in atto campagne di promozione di donazione di sangue ed emocomponenti, soprattutto nei periodi più critici dell'anno, in collaborazione con le Associazioni dei donatori; con quest'ultime è stata avviata anche la raccolta di plasma presso le UdR associative, previa addestramento del personale. In tutte le Aziende Sanitarie è stato implementato il programma di Patient Blood Management, che ha consentito di ottimizzare l'utilizzo della risorsa sangue e di migliorare i risultati clinici. La rete informatica regionale unica consente di mettere in collegamento tutte le strutture trasfusionali ospedaliere e le unità di raccolta associative ad esse afferenti, gestisce la trasmissione dei flussi informativi e la tracciabilità dell'intero sistema. Il DCA n. 19/2022 ha recepito l'Accordo Stato Regioni Rep. Atti n. 100/CSR dell'8 luglio 2021 per "la definizione dei criteri e dei principi generali per la regolamentazione delle convenzioni tra regioni, province autonome e Associazioni e Federazioni di donatori di sangue e adozione del relativo schema-tipo. Revisione e aggiornamento dell'Accordo Stato-Regioni 14 aprile 2016 (Rep. atti 61/CSR)" e ha stabilito le azioni relative alla stipula delle convenzioni con le Associazioni e Federazioni di donatori di sangue operanti nel territorio regionale, garantendo la loro più ampia partecipazione alla programmazione regionale e locale per l'autosufficienza, affinché l'attività sanitaria di raccolta del sangue e degli emocomponenti delle Associazioni sia rispondente, per gli aspetti quantitativi e qualitativi, alle necessità trasfusionali regionali. Le convenzioni stipulate ed eventualmente rinnovate, rimangono vigenti fino all'adozione di un nuovo Accordo Stato-Regioni. Il trasporto delle unità di sangue e degli emocomponenti nonché dei campioni biologici e dei dispositivi correlati è attualmente assicurato dalle Associazioni dei donatori. Sarà effettuata una gara regionale per la successiva assegnazione del servizio di trasporto. A tal fine è stato costituito, con il Decreto del Dirigente Generale del Dipartimento n.2548/2021, un gruppo di lavoro per l'elaborazione del Capitolato tecnico, che, una volta approvato, verrà trasmesso alla Stazione Unica Appaltante per la procedura di gara. In riferimento al percorso di accreditamento del sistema trasfusionale regionale, con il DCA n. 58/2021 è stato recepito l'Accordo Stato-Regioni Rep. Atti n. 29/CSR del 25 marzo 2021, concernente "Aggiornamento e revisione dell'Accordo Stato-Regioni 16 dicembre 2010 (rep. atti n.242/CSR) sui requisiti minimi organizzativi, strutturali e tecnologici dei servizi trasfusionali e delle unità di raccolta del sangue e degli emocomponenti e sul modello per le visite di verifica". Allo stato attuale, successivamente al recepimento dell'Accordo de quo, l'Organismo Tecnicamente Accreditante con i valutatori nazionali del Sistema Trasfusionale ha espletato nel 2021 le verifiche per circa l'80% dei Servizi Trasfusionali e delle Unità di Raccolta associative. #### Obiettivi - Attivazione della gara per il servizio di trasporto regionale del sangue ed emocomponenti - Prosieguo delle attività di verifica dei Servizi Trasfusionali e delle Unità di raccolta, ai sensi dell'Accordo Stato Regioni Rep. Atti n. 29/CSR del 25 marzo 2021 - Riduzione dei consumi di sangue ed emocomponenti negli interventi di elezione. #### Azioni - Determinazione del fabbisogno per l'acquisizione del servizio di trasporto regionale - Effettuazione delle visite di verifica dei Servizi trasfusionali e delle Unità di raccolta associative ai sensi del D.lgs. n. 261/2007. - Applicazione costante del programma di Patient Blood Management ## 12.5 Rete Trapianti #### Stato di attuazione In Calabria, grazie anche al potenziamento dei coordinamenti Aziendali degli Ospedali Hub di Cosenza e Reggio Calabria previsto dal DCA n. 167 del 20/09/2018 "Riorganizzazione Rete Regionale Trapianti e sistema di procurement", si è registrato un sostanziale incremento dell'attività di procurement che ha portato a 16,9 p.m.p. il dato regionale relativo ai donatori utilizzati, prima che la pandemia da Covid-19 colpisse pesantemente anche la Regione Calabria. La seconda ondata pandemica, purtroppo, ha determinato una riduzione del numero dei donatori effettivi a causa dell'aumento dei ricoveri di pazienti Covid positivi che hanno drasticamente saturato i posti disponibili soprattutto nei reparti di Terapia Intensiva degli Hub. Tale situazione ha reso ancora più difficile la collaborazione tra Ospedali Hub e Spoke finalizzata all'aumento degli indici di procurement che, in quest'ultimi ospedali, era già particolarmente scarsa. Infatti a dicembre 2019 il numero dei donatori procurati è stato di 35 a fronte dei 28 assegnati come obiettivo, mentre nel 2020, a causa della pandemia, è stato soltanto di 26 a fronte dei 39 assegnati. Con l'Accordo Stato-Regioni del 24 Gennaio 2018 Rep. Atti n. 16/CSR sono stati indicati i requisiti minimi strutturali, tecnologici e organizzativi a cui devono adeguarsi le strutture sanitarie per lo svolgimento delle attività di trapianto di organi solidi da donatore cadavere. Il Centro Regionale Trapianti con nota prot. 16028/RG del 19/07/2019 ha comunicato ai Direttori Generali delle Aziende Ospedaliere di Cosenza e Reggio Calabria la necessità di adeguamento delle due strutture regionali autorizzate al trapianto di rene in base a quanto previsto dal suddetto Accordo. Lo stesso CRT con nota prot. n. 24933/RG del 6/12/2019 ha chiesto all'Organismo Tecnicamente Accreditante (OTA) il supporto per la verifica dei piani di adeguamento e con nota prot. n. 14502/RG del 2/04/2021 ha chiesto alle due Aziende interessate notizie circa lo stato di avanzamento dei lavori intrapresi per il necessario adeguamento delle due strutture. In data 30 settembre 2022 l'ASP di Reggio Calabria ha deliberato in merito al fabbisogno del personale prevedendo per l'area trapianti il personale adeguato. Farà seguito immediatamente l'attivazione delle procedure di reclutamento. Sarà cura del centro trapianti di Reggio Calabria comunicare l'avvenuta assunzione al CNT. Con il DCA n. 167/2018 è stata definita anche la dotazione organica del Centro Regionale Trapianti con l'identificazione del personale necessario. Con nota prot. 223949 del 17 maggio 2021 è stata prevista "l'Autorizzazione straordinaria al reclutamento di personale a stralcio - Piano Assunzionale 2022", che ancora oggi non ha trovato attuazione. #### Obiettivi - Valutazione ed eventuale modifica di quanto previsto dal DCA n. 167 del 20/09/2018 "Riorganizzazione Rete Regionale Trapianti e sistema di procurement" e completa attuazione della dotazione tecnica e di risorse umane. - Implementare le procedure di accertamento di morte con equipe itineranti dalle Aziende Ospedaliere verso gli Spoke. - Adeguamento delle Strutture autorizzate al trapianto di Cosenza e Reggio Calabria, in base a quanto previsto dall'Accordo di Conferenza Stato-Regioni n. 16 del 24/01/2018. #### Azioni - Istituzione Gruppo di lavoro per la valutazione ed eventuale modifica di quanto previsto dal DCA n. 167 del 20/09/2018. - Reclutamento personale per la dotazione organica del Centro Regionale Trapianti, già definita con DCA n. 167/2018. - Istituzione con Delibere aziendali presso ciascuna delle Aziende Ospedaliere di Cosenza (Area Nord), di Catanzaro "Pugliese-Ciaccio" (Area Centro) e di Reggio Calabria (Area Sud), di equipe multidisciplinari itineranti per la costituzione del Collegio Medico finalizzato all'accertamento di morte con criteri neurologici il cui obiettivo sarà quello di supportare gli Ospedali Spoke dell'area di appartenenza a garanzia della corretta gestione dell'intera procedura dall'accertamento di morte al prelievo di organi e tessuti a scopo di trapianto. Per tale attività è in fase di adozione un nuovo DCA che prevede l'istituzione di tali equipe in ogni Hub; identificazione degli operatori che fanno parte delle equipe itineranti. - Adeguamento ai requisiti minimi strutturali, tecnologici e organizzativi previsti dall'Accordo Stato-Regioni del 24/01/2018 delle due strutture autorizzate alle attività di trapianto di rene delle Aziende Ospedaliere di Cosenza e Reggio Calabria. Verifiche dell'adeguamento dei requisiti necessari al rinnovo dell'autorizzazione al trapianto. ### 12.5.1 Rete trapianti di fegato in Calabria La Regione Calabria afferisce al Centro Nazionale Trapianti che ha, tra le sue finalità, la promozione della donazione di organi, di tessuti e cellule e lo sviluppo dei trapianti nonché lo scambio di conoscenze ed esperienze. In considerazione del numero di abitanti (circa 2.000.000), del numero delle donazioni di organi (in media 15 l'anno) e del rapporto costo-beneficio, è attivo soltanto il programma per trapianto di rene, sia da donatore cadavere (polo Azienda Ospedaliera di Cosenza e polo GOM di Reggio Calabria) che da donatore vivente (polo GOM di Reggio Calabria). Dal 2016 è attiva una Convenzione tra le Regioni Calabria e Lazio (DPRG – CA n. 118 del 2 agosto 2013) per le attività di Trapianto di Fegato per i cittadini residenti in Calabria (che era nata anche con l'intento, di promuovere la realizzazione di un Centro trapianto di fegato in Calabria). Da giugno 2019 nell'Azienda Ospedaliera di Cosenza esiste l'expertise chirurgica ed organizzativa per la realizzazione di Trapianto di fegato in Calabria. Gli standard minimi di attività annuale definiti dalla Conferenza Stato-Regioni nella seduta del 14/2/2002 e previsti all'art. 16 della legge N° 91 del 1/4/99 "Disposizioni in materia di prelievi e trapianti di organi e tessuti" sono di 25 trapianti di fegato da cadavere/anno. In realtà i pazienti calabresi in attesa di trapianto di fegato, iscritti nei vari centri italiani, variano da 40 a 50 in considerazione del numero dei trapianti, dei decessi e delle nuove iscrizioni. Il numero di organi che annualmente si rendono disponibili sul territorio regionale, circa 15, destinati ad aumentare, con punte di 22 donazioni in alcuni anni (es nel 2009, 2013, 2019), è da ritenere, quindi, sufficiente per garantire il diritto al trapianto di fegato nella regione Calabria ai cittadini ivi residenti. Tutto quanto premesso è indispensabile per ridurre la migrazione sanitaria dei cittadini calabresi che necessitano di trapianto di fegato, con risparmio dei relativi DRG (circa 100.000 euro per trapianto). Ci si propone, quindi, di attivare un Centro Trapianto di Fegato in Calabria, nello specifico nell'U.O.C. di Chirurgia Generale "Falcone" dell'Az. Ospedaliera di Cosenza, con il coinvolgimento delle UU.OO.CC. di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva di tutte le Aziende della Calabria, in modo che i fegati prelevati in Calabria, vengano trapiantati in Regione a pazienti iscritti nella lista d'attesa calabrese per trapianto di fegato per tumore. Con successivo provvedimento verranno definiti gli obiettivi e le azioni della suddetta rete regionale. #### Obiettivi - Realizzazione della Rete Regionale Trapianti di fegato. #### Azioni - Istituzione Gruppo di lavoro per la proposta progettuale e la formazione. - Studio fattibilità attraverso anali dei dati e raccordo con il Centro Nazionale Trapianti - Proposta progettuale ## 12.6 Rete per le Malattie Rare #### Stato di attuazione Con DCA n. 61 del 06/03/2020, integrato con successivo DCA n. 127 del 29/09/2020, sono state definite le Linee di indirizzo per la presa in carico dei pazienti nei Presidi della Rete Regionale Malattie Rare, che ad oggi è strutturata sui 3 Hub (AO Cosenza - AO di Catanzaro e GOM) e sull'AOU Mater Domini di Catanzaro. Al fine di provvedere alle successive azioni di sviluppo della Rete, con Decreto Dirigenziale n. 4016 del 19/04/2021 è stato aggiornato il Gruppo tecnico di lavoro regionale in materia di Malattie Rare, che, già istituito con DDG n. 4773 del 29/04/2016 e comprensivo del Coordinamento regionale MR, ha il compito di creare un modello organizzativo regionale che si faccia carico di delineare percorsi clinico-assistenziali condivisi nei principali ambiti di intervento (PDTA) con una connessione sinergica delle strutture ospedaliere con quelle territoriali (Hub & Spoke), al fine di garantire una presa in carico globale del paziente. Tra le attività istituzionali della Rete regionale Malattie Rare v'è, altresì, quella relativa agli screening neonatali previsti dai LEA - vedi sezione dedicata allo Screening Neonatale Esteso (SNE) nonché agli screening neonatali audiologico ed oftalmologico -, per la realizzazione dei quali si ricorrerà al finanziamento previsto dall'art. 6, comma 2, legge n. 167/2016. #### Obiettivi - Aggiornamento della Rete regionale delle Malattie Rare mediante la strutturazione di PDTA specifici per le principali patologie che consentano l'ottimale gestione del paziente. Rafforzamento della governance regionale in attuazione di quanto già programmato. - Attivazione e messa a regime dello screening neonatale, per le cui attività si ricorrerà al finanziamento previsto dall'art. 6, comma 2, legge n. 167/2016. #### Azioni - Elaborazione dei PDTA sotto il monitoraggio del Coordinamento Regionale e multidisciplinare della Rete Malattie Rare sulle patologie rare a carattere genetico e/o pediatrico a maggiore incidenza nella regione Calabria. - Messa a regime del Registro Regionale Malattie Rare, istituito con DGR n. 409/2009, mediante individuazione ed abilitazione dei referenti clinici (Direttori delle UU.OO. o loro delegati) responsabili dell'inserimento dei dati dei Presidi della Rete sul Registro medesimo. - Monitoraggio e verifica dei volumi di attività dei Presidi della Rete. - Ridefinizione della Rete regionale MR sulla base degli esiti del monitoraggio. ## 12.7 Rete Endocrinologica #### Stato di attuazione In Calabria, nelle strutture ospedaliere e sul territorio sono presenti numerosi ambulatori di endocrinologia e di endocrinologia pediatrica la cui attività, a causa di una insufficiente organizzazione per intensità e complessità di cure, rischia di diventare poco efficiente con aumento della migrazione sanitaria. L'elevata diffusione delle tireopatie in Calabria (fino al 50-60% patologia nodulare, fino al 10% alterazioni funzionali) pone gli esami tiroidei ai primi posti tra le indagini di laboratorio, spesso con un alto rischio di inappropriatezza e conseguente grave rincaro della spesa sanitaria. Con decreto dirigenziale n. 3221 del 29/03/2021 è stato istituito il Gruppo tecnico regionale per la "Rete Endocrinologica" con l'obiettivo, appunto, di realizzare una Rete endocrinologica che preveda la creazione di un modello organizzativo regionale nonché di percorsi clinico-assistenziali condivisi nei principali ambiti di intervento con una connessione sinergica delle strutture ospedaliere con quelle territoriali, al fine di garantire una presa in carico globale del paziente su tutto il territorio regionale, dallo screening, alla diagnosi ed alla terapia medica, chirurgica e radio- metabolica. #### Obiettivi - Programmazione della rete endocrinologica ed elaborare il PDTA specifico per la patologia tiroidea. #### Azioni - Elaborazione della rete endocrinologica regionale. - Elaborazione del PDTA sulla patologia tiroidea. ## 12.8 Rete Diabetologica #### Stato di attuazione Con DCA n. 13/2015 sono stati approvati i Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA) per la malattia diabetica nell'adulto e nell'età pediatrica. Con DCA n.172/2017 è stato approvato il PDTA sul Piede Diabetico che prevede la creazione di un PAC specifico per standardizzare e facilitare il percorso del paziente stesso. Il DCA 11/2018, che ha approvato la Rete Assistenziale Diabetologica Integrata Territorio- Ospedale, ha fornito le linee di indirizzo per la gestione del diabete gestazionale e del diabete pre- gestazionale tipo 1 e tipo 2 per i quali è stata prevista la creazione di PAC specifici. L'Allegato 1 del predetto DCA ha previsto, fra l'altro, la costituzione di un Coordinamento regionale della rete assistenziale diabetologica con il compito, tra l'altro, di implementare la Rete Assistenziale Diabetologica, implementare e monitorare i PDTA secondo gli indicatori previsti e configurare una rete informatica regionale quale strumento essenziale per la valutazione dei percorsi diagnostico terapeutici e per la prescrizione informatizzata dei farmaci. Tale rete informatica si basa su una piattaforma condivisa dalle Aziende Sanitarie che prevede, all'interno del sito web, un link "Rete Assistenziale Diabetologica" a cui gli operatori autorizzati possano accedere mediante inserimento di uno User ID e di una password come previsto dal DCA 11/2018. All'interno della piattaforma è previsto un servizio di telemedicina destinato ai clinici, ai pazienti e ai loro caregiver al fine di migliorare la qualità di vita del paziente e risparmiare risorse. Al fine di avviare il monitoraggio della rete diabetologica regionale, è stato ricostituito il Coordinamento Regionale della Rete Assistenziale Diabetologica, presieduto dal Dirigente del competente Settore n. 6 e costituito dai professionisti comunicati dalle Direzioni Generali delle Aziende Sanitarie e dalle Associazioni dei pazienti. Il Coordinamento regionale avrà il compito di monitorare il funzionamento dei Centri della rete diabetologica e l'applicazione dei PDTA nelle aziende sanitarie secondo criteri di appropriatezza clinica e organizzativa. #### Obiettivi - Monitoraggio della rete diabetologica dell'adulto e nell'età pediatrica su tutto il territorio regionale. - Implementazione dei PDTA sul piede diabetico e sul Diabete in gravidanza con attivazione dei PAC "Diabete in gravidanza" e "Piede Diabetico". - Attivazione della rete informatica diabetologica anche con l'ausilio della telemedicina. #### Azioni - Attivazione dei PAC "Diabete in gravidanza" e "Piede Diabetico". - Attivazione della rete informatica diabetologica. - Attivazione della telemedicina per i pazienti diabetici. ## 12.9 Rete Medicina di Genere La Medicina di Genere, dimensione interdisciplinare della branca medica, studia e approfondisce l'influenza del sesso e del genere sulla fisiologia, fisiopatologia e patologia umana ovvero sui meccanismi generativi delle patologie, sulle azioni di prevenzione, diagnosi e terapia più opportune a seconda del sesso biologico e del genere di afferenza. In particolare, l'ambito di studi eseguiti finora riguarda: - le malattie cardiovascolari, - tumori, - le malattie metaboliche, - le osteoarticolari, - neurologiche, - infettive, - autoimmuni Questa "nuova" dimensione della medicina prevede che, oltre all'influenza esercitata dalle determinanti di genere e al sesso biologico, rientrino nella valutazione etiopatogenica anche parametri, quali età, etnia, livello culturale, confessione religiosa, orientamento sessuale, condizioni sociali ed economiche ciò al fine di riparametrare l'equità di accesso al servizio sanitario. La medicina genere-specifica è focalizzata sull'identificazione e sulla comprensione dei meccanismi attraverso cui le differenze legate al genere agiscono su: stato di salute, evoluzione patologica e outcome dei percorsi di prevenzione, diagnosi e cura. In base alle recenti indicazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità – OMS la Medicina deve essere declinata in modo da includere il Genere come determinante di salute attraverso lo studio dell'influenza delle differenze biologiche (definite dal sesso) socio-economiche e culturali (definite dal genere) sullo stato di salute e di malattia di ogni persona. La promozione della cultura della medicina di genere contribuisce, al contrasto delle disuguaglianze di salute e necessita di un approccio intersettoriale e inclusivo in linea con la logica 'one health'. La comunicazione per la diffusione della Medicina di Genere, rappresenta, uno straordinario strumento di governance delle politiche di prevenzione, promozione della salute e contrasto alle diseguaglianze, come sostenuto già dal Piano Sanitario Nazionale e dal Rapporto Salute 2020, oltre che un supporto alla diffusione e alla promozione della medicina di genere. Infatti l'Unione propone di inserire una dimensione di genere nel piano dell'UE per la lotta contro il cancro già avviato nel 2020 in modo da facilitare attraverso la condivisione di buone pratiche tra Stati membri e stakeholder, sugli aspetti di genere della salute, ivi compresa quella sessuale e riproduttiva. La normativa nazionale, con la Legge 11 gennaio 2018 n.3 art. 3, ha adottato il Piano Nazionale per l'applicazione e la diffusione della Medicina di Genere in attuazione dell'articolo 3,comma 1), documento predisposto dal Ministero della Salute, con il fondamentale supporto del Centro di Riferimento per la Medicina di Genere, che fornisce "un indirizzo coordinato e sostenibile per la diffusione della Medicina di Genere mediante divulgazione, formazione e indicazione di pratiche sanitarie nella ricerca, nella prevenzione, nella diagnosi e nella cura che tengano conto delle differenze derivanti dal genere, al fine di garantire la qualità e l'appropriatezza delle prestazioni erogate dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN) in modo omogeneo sul territorio". Il Ministero della Salute, con nota del 26 giugno 2019, ha richiesto di indicare un referente regionale per la medicina di genere così come previsto dal Piano. All'adozione del Piano, si è aggiunta l'istituzione, da parte del Ministero della Salute, dell'Osservatorio nazionale della Medicina di Genere presso l'Istituto Superiore Sanità il 22.09.2020, il cui obiettivo principale è assicurare l'avvio, il mantenimento nel tempo e il monitoraggio delle azioni previste dal Piano. Il presente Piano per la diffusione e l'applicazione della medicina di Genere, a supporto del PRP 2020-2025 e del Piano di Comunicazione per la Salute 2021, si configura come strumento di riferimento sui tre assi - clinica e ricerca, - diffusione e formazione, - informazione e comunicazione – in continuità con quanto stabilito nel Piano Nazionale. Il Piano Regionale per l'applicazione e la diffusione della Medicina di Genere che la nostra Regione attuerà riporterà le indicazioni operative sull'attivazione di Gruppi di Lavoro specifici con funzioni di osservatorio locale e di supporto alle Azioni intraprese dal Tavolo Regionale. È stato identificato un Referente che si propone di coordinare il Tavolo tecnico regionale per una diffusione capillare della medicina di genere e la creazione di una Rete regionale. #### OBIETTIVI - Realizzazione della Rete di Medicina di Genere: - Istituzione Coordinamento Regionale per best- practice di genere - Realizzazione sito web Regionale su Medicina di genere - Definizione dei percorsi clinici orientati al genere - Prevenzione patologie di genere - Formazione operatori sanitari sul Genere - Osservatorio Regionale in accordo con Tavolo Regioni e ISS #### AZIONI - Definizione del progetto: Linee di indirizzo regionali sulla Medicina di Genere in accordo con il Piano Nazionale - Attivare ambulatori di medicina di genere aziendali e di quant'altro stabilito dal Coordinamento Regionale - Creazione e aggiornamento biblioteche interattive - PDTA delle patologie di genere - Screening organizzati per genere sul: colon retto, prostata e osteoporosi - Organizzazione Corsi Formazione operatori sanitari sul Genere - Raccolta epidemiologica Regionale e raccolta dei dati disaggregati per sesso per studi di popolazione
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Regione Calabria
2022-11-01
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13. RETI ASSISTENZIALI AD INTEGRAZIONE OSPEDALE TERRITORIO
## 13.1 Rete Riabilitazione e Lungodegenza #### Stato di attuazione Al fine di procedere alla costruzione della rete regionale di riabilitazione e lungodegenza è stata necessaria una prima fase di ricognizione delle strutture pubbliche e private presenti nel territorio regionale e di rilevazione delle prestazioni quali-quantitative erogate dalle stesse. È stato costituito con DDG n. 608 del 29/01/2020 un gruppo tecnico di lavoro, con il compito di effettuare un'analisi della situazione attuale e programmare una proposta di rete. La proposta di rete definirà l'articolazione delle strutture di riabilitazione nell'ambito della rete delle post-acuzie in stretta coerenza con gli standard di cui al D.M. n.70/2015, nonché alle recenti Intese Rep. Atti n. 126/CSR del 4/08/2021 e Rep. Atti n. 124/CSR del 4/08/2021. Pertanto nel nuovo documento di aggiornamento/integrazione del DCA 64/2016, sarà definita anche la rete della riabilitazione e della lungodegenza #### Obiettivi: aggiornamento/integrazione DCA 64/2016 #### Azioni: - Elaborazione proposta di rete con attivazione posti letto per incrementare l'offerta pubblica post-acuzie, differenziando la lungodegenza a carattere prevalentemente internistico dalla lungodegenza da quella a carattere di riabilitazione estensiva. - Attivazione dei posti letto programmati. Parte di questi posti letto saranno previsti nei presidi ospedalieri da riconvertire per effetto delle sentenze del giudice amministrativo. ## 13.2 Rete Sclerosi Multipla #### Stato di attuazione Il DCA n. 140 del 19/10/2017 ha approvato il Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale per la Sclerosi Multipla (PDTA SM) e ha previsto il monitoraggio dell'implementazione nelle Aziende Sanitarie attraverso una Commissione Regionale appositamente istituita con DDG n. 15639 del 19/12/2018, che ha anche il compito di integrare sia le innovazioni assistenziali che eventualmente quelle terapeutiche. I Centri di I e II livello sono tutti funzionanti e dotati di team multidisciplinari. Quasi tutte le Aziende Sanitarie hanno formalizzato un PDTA aziendale per la presa in carico delle persone con SM alle quali, pur nelle differenziazioni degli assetti aziendali, devono essere assicurati i livelli essenziali di salute. Tenuto conto dell'importanza che assume il trattamento riabilitativo per la condizione di salute e di vita delle persone con sclerosi multipla in tutti i setting di eleggibilità (domiciliare, ambulatoriale, residenziale), si rende necessario garantire un percorso riabilitativo personalizzato, in una logica di continuità assistenziale e integrazione all'interno della rete riabilitativa regionale. La pandemia di Covid-19, fin dai primi mesi del 2020, ha notoriamente stravolto e sovraccaricato il sistema sanitario italiano, con implicazioni significative nella gestione di molte patologie croniche, inclusa la SM. Secondo un'indagine svolta dall'Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM), durante la prima ondata pandemica, il 91% dei Centri Sclerosi Multipla (Centri SM) sul territorio nazionale ha dichiarato di aver subito un impatto organizzativo moderato-grave, con l'88% dei Centri che ha dovuto annullare o rinviare visite di controllo. Il 75% dei pazienti ha avuto, altresì, difficoltà di accesso ai servizi riabilitativi e il 45% ai servizi ambulatoriali. A tal proposito, la Sclerosi Multipla può essere considerata un terreno particolarmente favorevole di applicazione della telemedicina, in cui le tecnologie digitali, integrate in modo sistematico e in risposta ai bisogni messi in luce dagli stakeholder stessi, potenziano il percorso favorendo una presa in carico che sia globale, integrata e continua, che possa migliorare gli outcome di salute, supportare e valorizzare il lavoro dei professionisti coinvolti in tutte le fasi del percorso. In particolare Agenas, nell'anno 2022, ha elaborato un PDTA specificatamente dedicato alle persone affette da Sclerosi Multipla, delineando un percorso allo scopo di sostenere la progettazione e l'implementazione omogenea in tutte le regioni. #### Obiettivi - Coordinamento della rete regionale e potenziamento dei centri di riferimento di II livello. - Attivazione della telemedicina per i pazienti con SM. #### Azioni - Attivazione, in collaborazione con il settore regionale competente, della telemedicina, proponendo la digitalizzazione del Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) e riabilitativo a supporto sia dei pazienti che dei clinici, coinvolgendo e potenzialmente collegando tra loro tutti gli operatori di riferimento lungo il percorso. ## 13.3 Rete Broncopneumologica #### Stato di attuazione Con DCA n. 11/2015 è stato approvato il PDTA per la gestione integrata dei pazienti affetti da Bronco Pneumopatia Cronico-Ostruttiva (BPCO) con l'obiettivo di qualificare l'offerta di assistenza al paziente cronico riducendo l'ospedalizzazione, di garantire risposte personalizzate alle cure dei pazienti con un approccio multidisciplinare incentrato sul malato e di realizzare aree di ricovero graduate per intensità di bisogno assistenziale con forte integrazione Ospedale-Territorio. Con Decreto Dirigenziale n. 3944 del 15/04/2021 "Gruppo tecnico per la rete Pneumologica ed il Percorso Diagnostico terapeutico assistenziale per la gestione integrata della Bronco pneumopatia cronica ostruttiva, asma e sindrome della apnee notturne" è stato ricostituito il gruppo tecnico di lavoro con il compito di aggiornare il PDTA sulla BPCO sulla base delle ultime linee guida delle società scientifiche, definire il "PDTA per l'asma" e il "PDTA per la Sindrome delle apnee notturne", nonché programmare la "Rete Pneumologica e Allergologica Regionale", con l'obiettivo di individuare i nodi della rete, distinti per livelli di intensità, secondo un modello organizzativo a forte integrazione ospedale-territorio. #### Obiettivi - Programmazione della Rete Broncopneumologica. - Aggiornamento del PDTA sulla BPCO. - Approvazione dei PDTA sull'asma e sulla sindrome delle apnee notturne. #### Azioni - Elaborazione di una proposta di Rete Broncopneumologica - Aggiornamento del PDTA sulla BPCO - Elaborazione dei PDTA per le principali patologie pneumologiche croniche (asma e sindrome delle apnee notturne) - Monitoraggio degli indicatori relativi ai PDTA elaborati ed approvati ## 13.4 Rete delle cure palliative e terapia del dolore ### 13.4.1 Rete Terapia del Dolore Il DCA n° 36 del 14/05/2015 ha definito la Rete Hub – Spoke ad integrazione Territoriale, individuando quale Centro di riferimento della terapia del dolore (Hub), l'UOC di Terapia del Dolore e CP dell'Azienda Ospedaliera di Cosenza. Inoltre, venivano individuati gli Spoke di Terapia del dolore di II livello (AO "Pugliese-Ciaccio" di Catanzaro e AO di Reggio Calabria) e quelli di I livello (allocati negli ospedali Spoke della Regione Calabria). L'Azienda Ospedaliera di Cosenza con delibera n. 228 del 31 agosto 2015 si è impegnata a realizzare ed implementare un Polo di Eccellenza per la ricerca e la cura del dolore cronico e, con atti deliberativi successivi, il Centro Hub è stato dotato di autonomo personale medico ed infermieristico. Al fine di attuare quanto programmato, e cioè garantire in modo ottimale la cura e la continuità terapeutica ai pazienti con dolore in ogni luogo di cura, sono stati sviluppati diversi setting clinico-gestionali, che rappresentano i nodi della rete. Si ritiene inoltre che è necessario realizzare un unicum di cure che hanno come comune denominatore la lotta alla sofferenza. Per tale ragione bisogna cominciare a pensare che le due Reti, Rete di Terapia del Dolore e Rete di Cure Palliative, debbano interagire per ridurre la frammentazione delle cure e di conseguenza ridurre i costi. L'Integrazione deve essere intesa come integrazione delle cure, cure palliative e terapia del dolore con riorganizzazione del sistema in termini di efficienza. A tale scopo sono stati avviati dei percorsi interaziendali che hanno permesso di: - Definire ed implementare il PDTA del paziente con Dolore Oncologico con l'attivazione di un percorso dedicato ai pazienti con metastasi ossee e la costituzione di un team multidisciplinare dedicato a tale percorso; - Avviare il percorso dei pazienti con dolore, candidati a cure palliative nel Dipartimento di Emergenza (DEA), che ricorrono in maniera inappropriata al pronto soccorso impegnando tutti i servizi della rete di emergenza urgenza. È stato inoltre costituito un team di consulenza multidisciplinare, composto da diverse figure sanitarie (medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali, case manager, etc.). Il team è in grado di fornire consulenze ai pazienti ricoverati con il supporto di operatori sanitari, per garantire un'assistenza centrata sul paziente e sulle famiglie valutando e gestendo i sintomi refrattari. Da un'attenta analisi si è costatato che nella Rete regionale solo tre Strutture possono essere contrassegnate dal codice 96 secondo quanto previsto nel DM 21/11/2018: - AO "Annunziata" di Cosenza dove è prevista la degenza ordinaria e Day Hospital; - AO "Pugliese – Ciaccio" di Catanzaro dove è prevista la degenza in Day Hospital; - AO "Bianchi – Melacrino – Morelli" di Reggio Calabria dove è prevista la degenza in Day Hospital. #### Obiettivi: - assicurare una appropriata erogazione di servizi e garantire una continuità assistenziale h 24 con totale presa in carico per i pazienti con dolore; - Implementare tutti gli Spoke esistenti e attivare quelli previsti nelle linee guida del 2015, e dalle strutture di prossimità che verranno individuate dal Settore regionale competente; - Contrassegnare le Strutture con degenza (ordinaria e/o Day Hospital) con il codice 96. #### Azioni: - Interazione del Coordinamento regionale con i rappresentanti di tutti i nodi della rete; - Implementazione del centro Hub della rete di Terapia del Dolore; - Informatizzazione della rete di Terapia del Dolore, con costituzione di una piattaforma digitale presso il centro Hub finalizzata alla messa in rete degli Spoke e dei MMG. - Predisposizione di un progetto formativo per i medici della rete e i MMG; - Implementazione del PDTA del paziente con dolore oncologico con sviluppo del percorso a livello di tutta la rete territoriale. ### 13.4.2 Rete di Cure Palliative Il DCA n. 77 del 6/7/2015 ha definito la Rete regionale di cure palliative, considerata trasversale ad alcune patologie ed una nuova redistribuzione dei posti Hospice su tutto il territorio regionale. Con successivo DCA (n. 56 del 29/3/2017) la programmazione degli Hospice veniva implementata con la previsione di un nuovo Hospice presso l'ASP di Crotone di 10 posti letto. Attualmente, la Regione Calabria ha attivato 6 Hospice per un totale di 60 posti letto su 94 programmati. Solo un Hospice (quello di Cassano allo Jonio) è pubblico, mentre gli altri 5 sono privati accreditati. Per quanto riguarda l'assistenza domiciliare in cure palliative ancora essa non è distribuita uniformemente su tutto il territorio regionale; tutto ciò per la grave carenza di personale specializzato previsto nell'Accordo S/R del 10/7/2014 e nell'Art. 5 della legge 38/10. Infatti, attualmente, l'assistenza domiciliare viene effettuata dai privati accreditati per gli Hospice con un rapporto di 4 pazienti assistiti al domicilio per ogni posto letto Hospice, mentre dalle ASP è garantita solo la prima fase delle cure palliative attraverso l'ADI ed il MMG. Con il DCA n. 81 del 21 maggio 2020 è stato istituito il coordinamento regionale, previsto dall'Accordo Stato-Regioni del 16/12/2010 che ha sede presso il Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria ed ha le funzioni organizzative e programmatorie. Inoltre sono stati costituiti due tavoli tecnici scientifici uno per la rete di cure palliative e uno per la rete di terapia del dolore, cui componenti sono i referenti delle singole aziende sanitarie e ospedaliere con funzione di coordinamento locale. Il coordinamento regionale unico sia per le cure palliative che per la terapia del dolore assicura l'integrazione delle due reti assistenziali al fine di ridurre la frammentazione delle cure e i conseguenti costi. Le Linee guida decretate con DCA 77/15 descrivono tutte le fasi dalla presa in carico del paziente tra cui la gestione clinica in tutti i setting assistenziali con distinzione per quella domiciliare, e per il livello di cura (di base o specialistiche). A tal proposito, il Direttore Generale del Dipartimento Tutela della Salute, al fine di agevolare la presa in carico dei malati eleggibili alle cure palliative, in caso di dimissione protetta, ha emanato la circolare n. 2 dello 08/06/2017. Con i Progetti Obiettivi del Piano Sanitario Nazionale del 2019 è stata finanziata l'istituzione della Rete delle cure palliative e terapia del dolore in età pediatrica. Allo stato bisogna constatare che la progettualità è iniziata nel 2019 coinvolgendo sia la neonatologia che la pediatria dell'AO di Cosenza con buoni risultati. La programmazione degli Hospice pubblici, finanziati con la legge 39/99, includeva anche quello di Paola (10 pl) attribuiti all'Hospice di Montalto Uffugo e Catanzaro (20 pl) che sono stati riprogrammati in strutture private. Anche alla luce del Decreto 23 maggio 2022, n. 77 "Regolamento recante la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell'assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale" sarà aggiornata la programmazione relativa alla rete della terapia del dolore e delle cure palliative. #### Obiettivi: - Presa in carico globale del paziente, mediante l'integrazione di servizi territoriali ed ospedalieri, sanitari e sociali, mantenendo l'autonomia dei singoli componenti. - Assicurare una appropriata erogazione di servizi e garantire una continuità assistenziale H 24 con totale presa in carico per i pazienti in cure palliative; - Attivare nuovi Hospice come da programmazione regionale; - Implementazione delle equipe di assistenza domiciliare in cure palliative; - Attivare parte della rete di cure palliative e di terapia del dolore in età pediatrica con particolare riguardo all'assistenza domiciliare; - L'assistenza che inizialmente è stata erogata in via sperimentale in un percorso giornaliero con ricovero diurno di 12 ore con progetto obiettivi di piano 2019/2021, sarà erogata in degenza ordinaria consolidando il progetto nella programmazione ordinaria dei posti letto di terapia del dolore e cure palliative pediatriche, all'interno del Centro Hub dell'AO di Cosenza con attivazione di 4 posti letto di degenza ordinaria. - Attuazione del DM Salute 4/6/2015 sul riconoscimento dell'idoneità a lavorare nella rete di cure palliative ai medici non specialisti. Il medico che fa palliazione deve essere formato anche in terapia del dolore e viceversa #### Azioni: - Rinnovo del Comitato Regionale degli interventi nell'ambito della Rete di Cure Palliative; - Organizzazione di almeno un corso di Formazione annuo per il personale sanitario di ogni Azienda sanitaria ed ospedaliera della Regione; - Organizzazione di almeno un evento di informazione per l'utenza di ogni Azienda sanitaria della Regione; - Attivazione nuovi Hospice; - Implementazione delle equipe domiciliari; - Monitoraggio dell'attuazione della Rete attraverso specifici strumenti di monitoraggio regionali (Griglie di rilevazioni, Indicatori, Audit, etc.) ## 13.5 Rete Cefalee #### Stato di attuazione Il DCA n. 9/2016 "Approvazione rete delle cefalee e percorso diagnostico-terapeutico per il soggetto con cefalea – Programma 14.4) - P.O. 2013-2015." ha approvato un modello organizzativo regionale di rete assistenziale per le cefalee, con l'obiettivo primario di garantire un'adeguata assistenza al malato cefalalgico, con riduzione della mobilità passiva extraregionale, attraverso una rete integrata ospedale-territorio, costruita secondo il modello stratificato in livelli di assistenza, dipendenti dalla complessità diagnostica e terapeutica e dalla disponibilità di risorse. La rete ha previsto il Centro Cefalee di Riferimento Regionale, quale struttura autonoma dedicata, ubicata nell'Unità Operativa di Neurologia, incardinata nel Dipartimento di Neuroscienze dell'Azienda Ospedaliera "Pugliese-Ciaccio" di Catanzaro, al quale è demandata la diagnostica più complessa e la terapia per le forme croniche, le forme farmaco resistenti con comorbilità complesse e le cefalee croniche con abuso di analgesici, che ha attualmente in carico il 60% dei pazienti cefalalgici ad elevata frequenza e intensità nel contesto regionale. Lo stesso Centro Cefalee coordina l'attività di tutta la rete, raccordandosi con i vari nodi rappresentati dagli ambulatori ospedalieri e distrettuali dedicati. All'interno della rete, la costruzione del percorso assistenziale ha presupposto la messa in rete informatica di tutti i centri ospedalieri e territoriali dedicati alla cura delle cefalee, nonché la formazione e l'aggiornamento costante di tutti i soggetti coinvolti nella rete, indispensabile per garantire e mantenere adeguati ed elevati standard assistenziali. Con il DDG n. 4296/2017 è stato costituito il Coordinamento Regionale della Rete delle Cefalee, con il compito di affrontare e sviluppare nel dettaglio tutti gli aspetti della rete, al fine di implementarla e renderla operativa. Grazie ad una forma di collaborazione con l'Università di Cosenza, nell'ambito di un progetto di ricerca e sviluppo ALCMEONE, è stato sviluppato un modello organizzativo e applicata una innovativa Piattaforma Tecnologica di Servizi a supporto della Gestione Clinica Integrata dei Pazienti Cefalalgici, che ha fornito un appropriato supporto informativo-decisionale a tutti gli "attori" (pazienti ed operatori sanitari), migliorando l'appropriatezza, l'efficacia e l'efficienza dei servizi e delle prestazioni sanitarie erogate. Inoltre, è stato avviato e realizzato nel corso degli ultimi anni un percorso formativo dedicato agli specialisti neurologi ospedalieri e territoriali e ai medici di medicina generale, volto a migliorarne le sinergie e l'interazione, al fine di offrire la migliore risposta alla domanda di cura dei pazienti e ottimizzare l'utilizzo delle risorse umane ed economiche. Con il DCA n. 21/2022 è stata aggiornata la Rete delle Cefalee con l'attivazione del Centro Multidisciplinare presso il Polo Sanitario Reggio Sud, che ha ridefinito l'assetto assistenziale regionale, e con i trattamenti terapeutici, sia in termini di utilizzo di nuovi farmaci (anticorpi monoclonali) sia in termini di appropriati setting assistenziali terapeutici. #### Obiettivi - Aggiornamento e miglioramento della Rete delle Cefalee, anche alla luce delle terapie farmacologiche innovative, attraverso lo sviluppo di strumenti tecnologici che consentano una migliore presa in carico e una continuità assistenziale del paziente, sia per gli aspetti clinici che gestionali e organizzativi. #### Azioni - Attivazione dei PAC terapeutici per il trattamento terapeutico dell'Emicrania Cronica. - Attivazione e validazione, in tutti i Centri della Rete, di strumenti web-based per la raccolta, la gestione e l'analisi dei dati clinici e sanitari, sia quelli provenienti direttamente dai pazienti sia quelli generati dall'esercizio clinico degli specialisti neurologi. - Attivazione del servizio di telemedicina, a supporto sia dei pazienti che dei clinici, coinvolgendo e potenzialmente collegando tra loro tutti gli operatori di riferimento lungo il percorso assistenziale (MMG, farmacisti del territorio e neurologi territoriali).
calabria
healthcare
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Regione Calabria
2022-11-01
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14. RETE TERRITORIALE
#### Stato di attuazione L'emergenza pandemica ha evidenziato la necessità di rafforzare la capacità del Servizio Sanitario Regionale di fornire adeguati servizi sul territorio per due fondamentali riscontri epidemiologici (i) il progressivo invecchiamento della popolazione e (ii) la constatazione che una quota significativa e crescente della stessa è afflitta da malattie croniche. La Regione Calabria, già dal marzo 2020, si è dotata di importanti strumenti normativo- programmatori di riorganizzazione della Rete Territoriale rappresentati dal DCA 65/2020 e dal successivo DCA 67/2020 recepiti nei rispettivi Piani Attuativi dalle Aziende Sanitarie Provinciali. Inoltre, dall'analisi dei flussi del NSIS, l'ambito maggiormente carente in Regione Calabria è quello relativo al trattamento delle cronicità ed in particolare le Cure Domiciliari Integrate. La quota di persone sopra i 65 anni assistite al domicilio, infatti, raggiunge l'1,86%, mentre la media nazionale è di circa il 5% delle persone sopra i 65 anni assistite al domicilio. La Regione Calabria, per le cure domiciliari, risulta inadempiente anche in ambito di verifica adempimenti LEA, in quanto non raggiunge la soglia di riferimento prevista dalla Griglia LEA di almeno l'1,88% della popolazione sopra i 65 anni presa in carico al domicilio. Sempre dall'analisi condotta sui flussi dell'NSIS, in particolare sul flusso FAR si rileva una grande criticità nel tasso di assistiti in trattamento residenziale per intensità di cura su tutte le fasce di età della popolazione, soprattutto per quanto concerne le cure residenziali estensive (R2 i nuclei Alzheimer (R2D) del tutto assenti, e le cure residenziali di mantenimento (R3). Dal prospetto sopra riportato si rileva ancora un ritardo nella copertura del fabbisogno relativa all'assistenza semiresidenziale per persone non autosufficienti (SR1-SR2). Si rappresenta però che l'attività di attivazione dei posti letto è cominciata con l'autorizzazione per 105 SR1 e 67 SR2. In Regione, infine, risultano carenti le prestazioni c.d. di sollievo come le prestazioni semiresidenziali. Anche per la citata tipologia di prestazioni, la Regione Calabria risulta "inadempiente" in ambito di valutazione dei LEA, in quanto non raggiunge la soglia minima di riferimento prevista (numero di posti equivalenti presso strutture semiresidenziali preposte all'assistenza dei disabili pari allo 0,06 per 1.000 ab. contro una soglia minima di almeno 0,22 pl per 1.000 abitanti). Tali indicatori si sono aggravati, in quanto le già insufficienti risorse umane sono state riassorbite per fronteggiare l'emergenza Covid-19. Con DCA N. 71 del 13 luglio 2022 è stato costituito il gruppo di lavoro per la revisione/aggiornamento della rete territoriale. #### Obiettivi aggiornare la programmazione prevista nel DCA 65/2020 adeguandola al Decreto 23 maggio 2022, n. 77 "Regolamento recante la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell'assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale" e realizzare gli interventi previsti dal PNRR. La nuova programmazione terrà conto, in particolare, di: - potenziare i Distretti secondo il ruolo previsto dalla normativa vigente; - potenziare la capacità di governance e di coordinamento regionale nell'implementazione delle reti territoriali aziendali; - potenziare il sistema informativo territoriale e la capacità di verifica e monitoraggio delle performance dell'assistenza territoriale; - implementare la digitalizzazione e l'uso della telemedicina; #### Azioni Nel rimandare al paragrafo "7.9.1 Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l'assistenza sanitaria territoriale e rete nazionale della salute, ambiente e clima" gli elementi di dettaglio per il finanziamento, le funzioni e il personale necessario al funzionamento delle strutture da realizzarsi a valere sui fondi PNRR, per raggiungere gli obiettivi sopra elencati la Regione intende: - adottare il provvedimento di aggiornamento del DCA 65/2020 per recepire gli standard organizzativi, quantitativi, qualitativi, tecnologici dell'assistenza territoriale, mettendo a sistema anche gli interventi previsti dalla M6C1 del PNRR; - effettuare la ricognizione delle specifiche esigenze in termini di personale dei distretti e degli altri servizi territoriali, al fine di integrare il turnover e/o il potenziamento degli organici, privilegiando i modelli organizzativi multiprofessionali e/o multidisciplinari. In tal senso è indispensabile per la Regione Calabria effettuare tutte le azioni propedeutiche per avvalersi di quanto previsto dalla Legge 234/2021 in materia di spesa del personale; - attivazione/potenziamento della Cabina di Regia già prevista con Decreto del Dirigente Generale del Dipartimento Salute n. 11035 del 29/10/2020, che ha il compito di: - potenziare la governance per l'assistenza territoriale - armonizzazione dell'assistenza territoriale su tutto il territorio regionale - integrazione dei servizi territoriali - definizione di un sistema di monitoraggio condiviso tra i diversi livelli di responsabilità; - rafforzare la governance regionale attraverso il miglioramento della qualità dei dati disponibili e del coordinamento degli interventi sul territorio, attraverso: - il potenziamento e l'implementazione del sistema informativo territoriale nell'ambito delle seguenti aree: - assistenza primaria; - assistenza domiciliare; - assistenza residenziale per persone non autosufficienti; - assistenza semiresidenziale per persone non autosufficienti; - assistenza in Hospice; - assistenza domiciliare per malati terminali; - assistenza riabilitativa. - il potenziamento dei sistemi di verifica e del monitoraggio delle performance dell'assistenza territoriale con report semestrali inerenti agli obiettivi di programmazione regionale (obiettivi dei MMG, incremento delle Cure domiciliari, etc.) e la definizione di linee di indirizzo, con la conseguente realizzazione di un sistema di monitoraggio delle attività territoriali che ricomprenda anche l'analisi delle liste d'attesa per ricondurle agli standard nazionali; - potenziare l'utilizzo del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), come strumento formale, per tracciare il percorso sanitario della persona per garantire la diffusione, l'omogeneità e l'accessibilità dei dati su tutto il territorio nazionale da parte degli assistiti e degli operatori sanitari. Tale strumento è fondamentale per garantire la presa in carico e la continuità assistenziale degli assistiti e per la sua corretta implementazione è necessario il coinvolgimento dei medici di medicina generale (MMG), pediatri di libera scelta (PLS) e medici di continuità assistenziale (MCA) nell'attività di alimentazione. Per incrementare l'utilizzo della telemedicina si intende: - in coerenza con il DCA di recepimento delle linee guida nazionali per l'erogazione delle prestazioni in telemedicina (DCA n. 79 del 18 maggio 2021), rafforzare gli strumenti di telemedicina in materia di erogazione delle prestazioni assistenziali territoriali, soprattutto nell'ambito delle cure domiciliari; - istituire una Task Force regionale, composta anche da rappresentanti delle cinque ASP regionali, con il compito di individuare gli ambiti prioritari di applicazione della telemedicina, anche attraverso l'individuazione delle buone pratiche regionali e nazionali presenti nei diversi ambiti. La citata Task Force, inoltre, si dovrà interfacciare con la Cabina di Regia istituita ai sensi del Decreto del Dirigente Generale del Dipartimento Salute n. 11035 del 29/10/2020 per coordinare lo sviluppo dei modelli e degli strumenti di telemedicina individuati, al fine di realizzare un sistema omogeneo e interconnesso; - adottare un documento di programmazione e di sviluppo della telemedicina che definisca in coerenza: - il fabbisogno e l'organizzazione delle prestazioni di telemedicina individuate per i diversi servizi di assistenza territoriale e per le centrali operative territoriali (televisita, teleconsulto, telerefertazione, teleriabilitazione, telemedicina, intelligenza artificiale, etc.); - le tariffe applicabili alle prestazioni di telemedicina individuate; - il nomenclatore regionale aggiornato con l'inserimento delle prestazioni di telemedicina. - potenziare la rete territoriale attraverso: - l'attivazione della Centrale Operativa di Cure Primarie (CURAP) quale strumento per l'integrazione delle cure primarie e della continuità assistenziale, al fine di istituire il Numero Unico Armonizzato 116117. Tale numero sarà a disposizione dei cittadini h 24 e avrà il compito di garantire le funzioni di raccordo tra l'utenza, i servizi territoriali e il sistema di emergenza-urgenza. La funzione di questa centrale è quella di fornire una risposta immediata ai cittadini per i loro bisogni di cure non urgenti e non differibili, tramite anche la centralizzazione delle chiamate al Servizio di Continuità Assistenziale almeno su base provinciale. Al fine di garantire l'integrazione con il servizio di emergenza-urgenza, la Centrale 116117 sarà dotata di una piattaforma tecnologica condivisa che, anche tramite la predisposizione di protocolli operativi condivisi con gli operatori 118, garantirà un migliore interscambio di informazioni tra la rete di continuità assistenziale, delle cure primarie e dell'emergenza-urgenza, per favorire l'appropriatezza delle prestazioni erogate e la qualità e tempestività delle cure; - la piena attivazione, attraverso adeguati accordi con i MMG, i PLS, Specialisti convenzionati di tutte quelle forme organizzative già delineate e programmate con i precedenti Accordi Integrativi Regionali e non completamente attuate dalle Aziende Sanitarie Provinciali. Con DCA n.65/2018 è stato attuato un accordo ponte con I MMG per la realizzazione di AFT E UCCP. Tutte le Aziende hanno attivato il numero previsto dal DCA di cui sopra solo per le AFT e le AFT in rete. Allo stato non si registrano attivazioni di UCCP. Sono in atto gli incontri per l'aggiornamento e la sottoscrizione del nuovo accordo integrativo regionale. - la realizzazione di 57 Casa della Comunità di cui 21 da realizzare nel territorio dell'ASP di Cosenza, 16 nel territorio dell'ASP di Reggio Calabria, 10 nel territorio dell'ASP di Catanzaro, 5 nel territorio dell'ASP di Crotone e 5 nel territorio dell'ASP di Vibo Valentia. Nel periodo di vigenza del presente P.O. saranno realizzate 57 delle Case della Comunità, fermo restando che queste dovranno essere attivate entro il primo semestre 2026; - la realizzazione di 15 Ospedali di Comunità di cui 6 da realizzare nel territorio dell'ASP di Cosenza, 4 nel territorio dell'ASP di Reggio Calabria, 3 nel territorio dell'ASP di Catanzaro, 1 nel territorio dell'ASP di Crotone e 1 nel territorio dell'ASP di Vibo Valentia. Nel periodo di vigenza del presente P.O. saranno realizzati 15 Ospedali di Comunità, fermo restando che questi dovranno essere attivati entro il primo semestre 2026; - la realizzazione di 19 Centrali Operative Territoriali di cui 7 da realizzare nel territorio dell'ASP di Cosenza, 6 nel territorio dell'ASP di Reggio Calabria, 4 nel territorio dell'ASP di Catanzaro, 1 nel territorio dell'ASP di Crotone e 1 nel territorio dell'ASP di Vibo Valentia. Tali strutture saranno pienamente funzionanti entro l'ultimo trimestre 2023; - l'incremento del numero di persone assistite in cure domiciliari fino a prendere in carico al domicilio, a regime, il 10% della popolazione sopra i 65 anni ogni anno, rispetto all'attuale 1,86% circa, tenuto conto del basso numero di persone sopra i 65 anni assistite in cure domiciliari, anche sulla base dei nuovi obiettivi di programmazione nazionale definiti nell'art. 1, comma 4 del D.L. n. 34/2020 e dal PNRR. Per raggiungere il citato obiettivo, tenuto conto dell'arco temporale del presente Programma Operativo si prevede, nel 2024, di prendere in carico in cure domiciliari il 6% delle persone sopra i 65 anni. La Regione, inoltre, attraverso la costituzione di un gruppo di lavoro intende aggiornare il DCA di definizione dei requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi minimi per l'autorizzazione all'esercizio e requisiti ulteriori per l'accreditamento delle cure domiciliari sulla base di quanto previsto dall'Intesa Stato-Regioni del 4/08/2021 (Rep. Atti n. 151/CSR) e aggiornare le tariffe previste nel DCA n. 144 del 11/07/2018. - completare l'iter previsto per ricondurre le strutture psichiatriche a gestione mista pubblico/privata che operano sul territorio dell'ASP di Reggio Calabria, al sistema di autorizzazione e accreditamento ai sensi del D.Lgs. 502/1992 e smi. In merito si segnala che la Regione Calabria, con il DCA 65/2020, ha stimato il fabbisogno di prestazioni psichiatriche per l'area di Reggio Calabria e l'ASP ha adottato il relativo Piano Attuativo Aziendale. Ad oggi tutte le strutture hanno prodotto istanza ai sensi del D.Lgs. 502/1992 e smi e la Regione sta provvedendo a verificare la completa presentazione delle istanze al fine di garantire la copertura del totale fabbisogno programmato. Qualora il fabbisogno non dovesse essere immediatamente soddisfatto, si provvederà a definire specifici interventi, di concerto con il Dipartimento di Salute Mentale dell'ASP di Reggio Calabria per la sua completa soddisfazione. La Regione, inoltre, prevede di stipulare un accordo con l'autorità giudiziaria per regolare le modalità di inserimento delle persone con problemi psichiatrici sottoposte a provvedimenti dell'autorità giudiziaria in strutture residenziali psichiatriche, al fine di migliorare l'appropriatezza erogativa. La Regione, infine, intende effettuare una ricognizione del personale attualmente impegnato nei Dipartimenti di Salute Mentale, al fine di riportarli ai previsti standard di personale di riferimento di almeno un operatore ogni 1.500 abitanti garantendo tutte le figure multidisciplinari necessarie per i percorsi diagnostico, terapeutici e riabilitativi; - costituire una UOC o una UOSD di neuropsichiatria infantile per ciascuna ASP, secondo le dimensioni del bacino d'utenza le quali operino in stretto collegamento con le strutture ospedaliere (una UOC all''AO di Catanzaro e strutture o servizi alle AO di Cosenza e di Reggio Calabria). La Regione, inoltre, prevede di definire con uno specifico unitario provvedimento la rete assistenziale per i minori con disturbi neuropsichiatrici e del neurosviluppo che individui anche il fabbisogno di prestazioni residenziali, semiresidenziali e ambulatoriali. Il citato provvedimento, in particolare, supererà quanto previsto in via sperimentale dal DCA 65/2020 e definirà il fabbisogno per le 4 principali aree d'intervento (Disturbi neurologici, Disturbi neuropsichici che determinano disabilità complesse, Disturbi Specifici e Disturbi psichiatrici). In detto provvedimento avranno specifica e approfondita trattazione i servizi per persone affette da disturbi dello spettro autistico con l'individuazione del fabbisogno di prestazioni residenziali, semiresidenziali e ambulatoriali. - Implementazione dei percorsi terapeutici delle malattie croniche non ancora presenti come rete. Con riferimento all'intesa rep. N. 104/CU del 6 luglio 2022 recante "Linee programmatiche: progettare il Budget di salute con la persona – proposta degli elementi qualificanti" la Regione provvederà a recepire con proprio atto i contenuti dell'intesa e a definire il "budget di salute". In particolare il budget di salute avrà il ruolo di implementare e potenziare modalità organizzative e pratiche di integrazione socio - sanitaria ## PATOLOGIE LEGATE ALLO SPETTRO AUTISTICO Un ulteriore importante obiettivo da inserire nella rete territoriale è la costituzione del Coordinamento regionale e dell'Osservatorio regionale permanente per i disturbi dello spettro autistico. #### Definizione I disturbi dello spettro autistico (Autism Spectrum Disorders, ASD) sono un insieme eterogeneo di disturbi del neurosviluppo caratterizzati da una compromissione qualitativa nelle aree dell'interazione sociale e della comunicazione e da modelli ripetitivi e stereotipati di comportamento, interessi e attività. I sintomi e la loro severità possono manifestarsi in modo differente da persona a persona, conseguentemente i bisogni specifici e la necessità di sostegno sono variabili e possono mutare nel tempo. Le aree maggiormente interessate sono quelle relative all'interazione sociale reciproca, all'abilità di comunicare idee e sentimenti e alla capacità di stabilire relazioni con gli altri (Baird et al, 2003; Berney, 2000; Szatmari, 2003). In Italia, secondo i dati dell'Osservatorio Nazionale per il monitoraggio dei disturbi dello spettro autistico, Questi dati sottolineano la necessità di politiche sanitarie, educative e sociali atte a incrementare i servizi e migliorare l'organizzazione delle risorse a supporto delle famiglie. (https://www.salute.gov.it). A fronte di una richiesta così incisiva da parte del Ministero della Salute è importante prevedere un Coordinamento Regionale per i disturbi dello spettro autistico in età evolutiva e adulta, al fine di promuovere e attuare interventi finalizzati a garantire la tutela della salute, il miglioramento delle condizioni di vita e l'inserimento nella vita sociale delle persone nello spettro autistico. L'autismo si configura, pertanto, come una disabilità "permanente "che accompagna il soggetto nel suo ciclo vitale. Anche se le caratteristiche del deficit sociale assumono un'espressività variabile nel tempo. #### Epidemiologia L'autismo non presenta prevalenze geografiche e/o etniche, in quanto è stato descritto in tutte le popolazioni del mondo, di ogni razza o ambiente sociale. In Italia 1 bambino su 77 (età 7-9 anni) presenta un disturbo dello spettro autistico con una prevalenza maggiore nei maschi, che sono colpiti 4,4 volte in più rispetto alle femmine. In età adulta sono stati effettuati pochi studi, ad esempio la letteratura segnala una prevalenza di 1 su 100 nei paesi europei. (Progetto Osservatorio per il monitoraggio dei disturbi dello spettro autistico coordinato dall'Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero della Salute). Sulla scorta dei dati epidemiologici del Ministero della Salute e dell'Istituto Superiore di Sanità si stima che in Calabria vi sia una incidenza di 187 nuovi casi anno (Catanzaro 35; Crotone 16; Vibo Valentia 15; Reggio Calabria 54; Cosenza 67) e una prevalenza di persone con autismo 0-18 anni pari a 3366 circa (630 Catanzaro; 288 Crotone; 270 Vibo Valentia; 972 Reggio Calabria; Cosenza 1206) #### Obiettivi - Istituzione del Coordinamento Regionale per i disturbi dello spettro autistico. - Costituzione di un Osservatorio Regionale permanente sull'Autismo allo scopo di collaborare con l'Osservatorio Nazionale Autismo dell'Istituto Superiore di Sanità. #### Azioni - Istituzione del Coordinamento Regionale - Proposta di organizzazione della rete socioassistenziale a sostegno dei soggetti con disturbi dello spettro autistico e delle loro famiglie, partendo dallo stato dell'arte. - Valutazione quali/quantitativa del disturbo per comprendere il reale fabbisogno della Regione Calabria in termini di strutture sanitarie e di reti socioassistenziali. - Proposta di Implementazione/riorganizzazione dei centri per la diagnosi precoce (età evolutiva). - Proposta di Implementazione/riorganizzazione delle strutture per la riabilitazione e per i progetti terapeutici integrati, nonché dei servizi assistenziali (età evolutiva/età adulta) - Progettazione e attuazione di attività per garantire l'inclusione sociale/scolastica/lavorativa. - Costituzione di un Osservatorio Regionale - Monitoraggio quali quantitativo in relazione alla valutazione di tutti i bisogni legati alla patologia - Valutazione epidemiologica dell'andamento della patologia con produzione di report semestrali. ## SALUTE MENTALE Un ulteriore importante obiettivo da inserire nella rete territoriale è la costituzione del Coordinamento regionale per la Salute Mentale. #### Definizione La tutela della salute mentale riveste un ruolo centrale nella programmazione degli interventi sanitari e socio riabilitativi in tutti i paesi più industrializzati soprattutto nel post-pandemia durante la quale si sono registrate lo sviluppo di numerose patologie mentali legate per lo più all'isolamento, come indicato anche dall'OMS/WHO che ne sottolinea il peso in termini di "burden of disease" per i sistemi sanitari e socio- sanitari. La legge Basaglia ha completamente cambiato il paradigma di approccio del nostro paese nei confronti della salute mentale, ma a tutt'oggi, si registra una scarsa attenzione per i problemi legati alle patologie mentali. I progetti che si sono susseguiti negli anni, non hanno dato risposte istituzionali (regionali) alla complessità delle patologie legate alla salute mentale. La salute mentale è una delle aree socio-sanitarie più complesse all'interno della quale vi sono diverse aree tematiche, che sono state e saranno oggetto di specifiche progettualità come, ad esempio, i disturbi della nutrizione e dell'alimentazione. Il problema che più attanaglia la Regione Calabria è la valutazione del funzionamento organizzativo dei Dipartimenti di Salute Mentale sul territorio. A tal fine, entro la fine di aprile 2022, verrà istituita una Commissione regionale per la riorganizzazione della salute mentale sul territorio regionale che si occupi dello sviluppo organizzativo di tutte le aree tematiche legate alla stessa con anche l'emanazione di linee di indirizzo alle aziende sanitarie. A fronte di una richiesta incisiva da parte del Ministero della Salute è importante prevedere un Coordinamento Regionale per la salute mentale in età evolutiva e adulta, al fine di promuovere e attuare interventi finalizzati a garantire la tutela della salute, il miglioramento delle condizioni di vita e l'inserimento nella vita sociale delle persone con le patologie di cui sopra. Il Coordinamento regionale si occuperà della riorganizzazione dei CSM sul territorio regionale, ma anche della istituzione di specifici ambulatori nelle case di comunità e del fabbisogno di posti letto per quanto riguarda l'area ospedaliera. #### Obiettivi - Istituzione del Coordinamento Regionale per la salute mentale in età evolutiva e adulta. Azioni - Istituzione del Coordinamento Regionale - Proposta di ri-organizzazione della rete socioassistenziale a sostegno dei soggetti con disturbi mentali e delle loro famiglie, partendo dallo stato dell'arte. - Valutazione quali/quantitativa delle varie tematiche legate ai disturbi mentali per comprendere il reale fabbisogno della Regione Calabria in termini di strutture sanitarie e di reti sociosanitarie ed assistenziali. - Proposta di Implementazione/riorganizzazione dei centri per la diagnosi precoce (età evolutiva). - Proposta di Implementazione/riorganizzazione delle strutture per la riabilitazione e per i progetti terapeutici integrati, nonché dei servizi assistenziali (età evolutiva/età adulta) - Progettazione e attuazione di attività per garantire l'inclusione sociale/scolastica/lavorativa dei soggetti con patologie mentali. - Monitoraggio quali quantitativo in relazione alla valutazione di tutti i bisogni legati alla patologia - Valutazione epidemiologica dell'andamento delle varie tematiche legate alla patologia mentale con produzione di report annuale. ### Case della Salute programmate della Regione Calabria La programmazione da PNRR indicherà i modelli strutturali e gestionali-organizzativi di tali realtà giusto DCA 15/2022. Nella Regione Calabria, in particolare, la Casa della Comunità diventerà lo strumento attraverso cui coordinare tutti i servizi offerti, soprattutto ai pazienti cronici, con una struttura fisica in cui opererà un team multidisciplinare di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici specialistici, infermieri di comunità, altri professionisti della salute. La Casa della Comunità è finalizzata a costituire il punto di riferimento continuativo per la popolazione, anche attraverso un'infrastruttura informatica, un punto prelievi, la strumentazione polispecialistica, e ha il fine di garantire la promozione, la prevenzione della salute e la presa in carico della comunità di riferimento. Tra i servizi inclusi è previsto, in particolare, il punto unico di accesso (PUA) e, in via facoltativa, i servizi a tutela della donna, del bambino e dei nuclei familiari. Potranno, inoltre, essere ospitati servizi sociali e assistenziali rivolti prioritariamente alle persone anziani e fragili, variamente organizzati a seconda delle caratteristiche della comunità specifica. Inoltre, per ampliare la gamma dei servizi territoriali, vengono previste strutture sanitarie di ricovero breve in conformità con l'Intesa Stato-Regioni del 20/02/2020 recante "Requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi minimi dell'Ospedale di Comunità" (Rep. Atti n. 17/CSR). ### Ospedale di Comunità nell'offerta dei servizi ospedalieri e territoriali Sarà incrementato il numero di persone assistite attraverso le cure domiciliari fino a prendere in carico al domicilio, a regime, il 10% della popolazione sopra i 65 anni ogni anno, rispetto all'attuale 2% circa, anche sulla base dei nuovi obiettivi di programmazione nazionale definiti nell'art. 1, comma 4 del D.L. n. 34/2020 e dal PNRR. Per raggiungere il citato obiettivo, tenuto conto dell'arco temporale del presente Programma Operativo, di incrementare gli utenti in assistenza domiciliare sopra i 65 anni a circa 19.000 persone. La Regione, inoltre, attraverso la costituzione di un gruppo di lavoro intende revisionare il DCA n. 144 del 11/07/2018, in particolare tale gruppo di lavoro si focalizzerà sull'aggiornamento dei requisiti specifici per le Cure Domiciliari e sulla definizione delle tariffe anche alla luce del recente DM 71 e dell'Accordo Stato Regione recepito con DCA 10 del 24 febbraio 2022. Superare le criticità in merito alle strutture psichiatriche a gestione mista pubblico/privata che operano sul territorio dell'ASP di Reggio Calabria, riconducendole al sistema di autorizzazione e accreditamento previsto dal D.lgs. 502/1992 e smi. La Regione ha avviato un percorso condiviso con il Dipartimento di Salute Mentale dell'ASP di Reggio Calabria, in seguito al quale con DCA 65/2020 è stato aggiornato il fabbisogno di prestazioni psichiatriche, suddiviso nei tre livelli di intensità assistenziale. Successivamente l'ASP di Reggio Calabria ha adattato il proprio fabbisogno aziendale con la redazione di un Piano Attuativo Aziendale, già approvato, avviando le procedure per l'autorizzazione e l'accreditamento di tutte le strutture che hanno prodotto istanza ai sensi del D.lgs. 502/1992 e smi. In materia di tutela della salute mentale, la Regione intende: - Realizzare la REMS a Girifalco nell'ASP di Catanzaro. - Stipulare un accordo con l'autorità giudiziaria per regolare le modalità di inserimento nelle citate strutture delle persone con problemi psichiatrici sottoposte a provvedimenti dell'autorità giudiziaria, al fine di migliorare l'appropriatezza erogativa. - Valutare la situazione del personale afferente alla struttura de quo. Circa l'organizzazione della neuropsichiatria infantile, si prevede la costituzione di servizi ambulatoriali presso ciascuna ASP (UOSD/UOC), secondo le dimensioni del bacino d'utenza i quali opereranno in stretto collegamento con la struttura ospedaliera AOU Mater Domini di Catanzaro dove saranno ubicati n. 6 p.l. di degenza ordinaria e n.4 di DH dedicati ai casi ritenuti più difficili. Si prevede inoltre di definire con uno specifico provvedimento la rete assistenziale per i minori con disturbi neuropsichiatrici e del neurosviluppo che individui anche il fabbisogno di prestazioni residenziali, semiresidenziali e ambulatoriali. Il citato provvedimento terrà conto del DM 71 definendo anche il fabbisogno per le principali aree d'intervento (Disturbi neurologici, Disturbi neuropsichici che determinano disabilità complesse, Disturbi Specifici e Disturbi psichiatrici, disturbi dello spettro autistico).
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healthcare
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Regione Calabria
2022-11-01
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15. PREVENZIONE
## 15.1 Sanità veterinaria e Sicurezza alimentare #### Stato di attuazione Tra i servizi sanitari regionali la Prevenzione riveste un ruolo decisivo. Tutte le attività connesse a tale importante settore vengono svolte dai Servizi Veterinari e dai SIAN, inseriti nei Dipartimenti di Prevenzione e coordinati a livello regionale dall'apposito Settore competente per la risoluzione delle numerose e gravi criticità rilevate dal Ministero della Salute. Di seguito vengono riportati i punti di interesse della Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare previsti dal DPCM 12 Gennaio 2017 "Definizione e aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza, di cui all'articolo 1, comma 7, del Decreto Legislativo 30 dicembre 1992, n. 502" a cui la Regione deve ottemperare. Queste nuove linee di indirizzo dei LEA hanno la finalità di proporre alle regioni in Piano di Rientro chiamate a delineare Programmi Operativi in Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare un percorso teso a conseguire, in tempi definiti, gli obiettivi, secondo gli standard condivisi dallo Stato e dalle Regioni nelle sedi istituzionali. Il presente Programma Operativo di sanità veterinaria e sicurezza alimentare si pone l'obiettivo di portare l'area della prevenzione del Sistema Sanitario della Regione Calabria al rispetto della erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza. Il Programma Operativo si articola con l'individuazione di obiettivi prioritari suddivisi in obiettivi di tipo organizzativo e obiettivi di tipo qualitativo-operativo. Il punto di partenza è costituito dal quadro dell'esistente, mediante il monitoraggio dei flussi delle attività trasmesse. Si sottolinea come l'analisi dei dati, pur tenendo conto delle diverse realtà e della popolazione animale esistente, evidenzi ancora disomogeneità e disuguaglianze delle attività dei servizi veterinari delle Aziende Sanitarie Provinciali, imputabili al differente grado di sviluppo dei diversi sistemi aziendali. Il Programma Operativo traccia un percorso finalizzato all'appropriato utilizzo delle risorse esistenti per migliorare la qualità dei servizi sul territorio e per raggiungere pienamente gli standard di funzionamento prefissati a livello Ministeriale, in un contesto dinamico e in continua evoluzione (sistemi informatici da utilizzare sul campo, es: modelli 4 elettronici, ricetta elettronica, attività di ispezione, audit e campionamento con l'utilizzo di supporti informatici – VETINFO, NSIS; ANAGRAFE CANINA, ecc.). Il personale del Servizio Sanitario, composto da dirigenti veterinari, dirigenti medici, veterinari e medici specialisti ambulatoriali e tecnici della prevenzione, che opera nelle Aziende Sanitarie Provinciali, coordinato a livello regionale dal settore competente, rappresenta la componente fondamentale dell'organizzazione del sistema. Sono i principali attori chiamati a svolgere tutte le attività necessarie alla realizzazione di un buon piano operativo. #### Obiettivi - Elevare il livello di attività dei servizi. - Pubblicazione PCRP 2022-2024 (Piano di Controllo Regionale Pluriennale). - Raggiungimento degli obiettivi legati alle profilassi obbligatorie (Tubercolosi e Brucellosi bovina e Brucellosi ovi-caprina) con interventi specifici sulle ASP di Reggio Calabria e Vibo Valentia. - Favorire l'implementazione della ricetta veterinaria elettronica (REV) per consentire un uso corretto dei farmaci veterinari e di conseguenza contribuire alla diminuzione dell'antimicrobico resistenza. - Incrementare la formazione in materia di biosicurezza, misura riconosciuta indispensabile per la riduzione del rischio di diffusione delle malattie infettive/infestive, con il coinvolgimento di tutti gli stakeholder (ASP, associazioni di categoria, medici veterinari L.P., aziende del settore). - Programmazione regionale di un piano di formazione in materia di interventi assistiti con gli animali (DCA n. 260/2018). - Interventi strategici per affrontare il fenomeno del randagismo regionale (modifica DCA n. 67/2018). - Monitoraggio corretta attuazione delle linee guida sulla gestione del conflitto di interesse degli addetti ai controlli ufficiali di cui al DCA n. 19/2016. - Definizione del fabbisogno del personale veterinario (SVET) e medico chirurgo (SIAN), tecnico della prevenzione e amministrativo per le Aziende Sanitarie Provinciali. #### Azioni Elevare il livello di attività dei servizi che non può prescindere dall'azione formativa degli stessi così per come previsto dal Reg. UE 625/2017. L'attività formativa sarà effettuata con la collaborazione dell'Istituto Superiore di Sanità, del Ministero della Salute, dell'IZSM di Portici, di altri II.ZZ.SS., della Facoltà Medicina Veterinaria e di eventuali figure veterinarie di alto profilo. Per tale attività, iniziata nel 2021, il termine è previsto alla fine del 2025. Tutto il personale dei Servizi Veterinari delle tre Aree Funzionali e SIAN sarà formato in materia di controlli ufficiali (pacchetto igiene). Sarà programmata un'ulteriore attività formativa specifica sul Regolamento (UE) 2017/625 del Parlamento europeo e del Consiglio del 15 marzo 2017 relativo ai controlli ufficiali e alle altre attività ufficiali effettuati per garantire l'applicazione della legislazione sugli alimenti e sui mangimi, delle norme sulla salute e sul benessere degli animali sulla sanità delle piante nonché sui prodotti fitosanitari. In ossequio al Piano di Controllo Nazionale Pluriennale all'epoca vigente, il PRIC 2018 (Piano Regionale Integrato dei Controlli), approvato con DCA n. 86/2018, ha delineato con un documento unico il sistema regionale dei controlli. Con tale atto la Regione ha strutturato la programmazione, la pianificazione e le modalità di esecuzione nonché la rendicontazione di tutte le attività di controllo ufficiale in materia di sanità animale e sicurezza alimentare. Entro il dicembre 2023 sarà adottato il PCRP 2022-2024 (Piano di Controllo Regionale Pluriennale) secondo le indicazioni contenute nel Piano di Controllo Nazionale Pluriennale (PCNP) 2020/202 di cui all'Accordo Stato/Regioni rep. Atti n. 16/2020. Per il raggiungimento degli obiettivi legati alle profilassi obbligatorie (Tubercolosi e Brucellosi bovina e Brucellosi ovi-caprina), verranno esercitati i controlli sia da remoto che da verifiche dell'efficacia in loco [ai sensi dell'art. 5, comma 1, lettera a-b e art 12 (2-3), Reg. UE 625/2017 e O.M. 28 maggio 2015)]. In particolare, verranno controllate le ASP di Reggio Calabria e Vibo Valentia, per le quali negli ultimi anni è stata rilevata una grave carenza di organizzazione e di procedure documentate. Peraltro, è da rilevare che nel 2022 l'ASP di Vibo Valentia ha raggiunto la qualifica di "ufficialmente indenne alla brucellosi bovina" per il proprio territorio. La Ricetta Veterinaria Elettronica (REV) è nata per consentire una completa tracciabilità dei farmaci veterinari. Al fine di garantire un uso corretto dei farmaci veterinari per contribuire a limitare il grave fenomeno dell'antimicrobico resistenza, verranno organizzati incontri informativi/formativi con il coinvolgimento degli Ordini Professionali dei Medici Veterinari e Farmacisti e delle Università regionali. La formazione in materia di biosicurezza rappresenta una misura indispensabile per la riduzione del rischio di diffusione delle malattie infettive/infestive. Verranno organizzati una serie di eventi formativi per tutti gli stakeholder (ASP, associazioni di categoria, medici veterinari L.P., aziende del settore). La normativa in materia di randagismo assegna le competenze a diverse figure istituzionali pubbliche. In particolare, gli attori principali sono i Comuni e le Aziende Sanitarie. Considerato il perdurare del fenomeno, nonostante diversi atti normativi anche di carattere regionale, è stato istituito un Tavolo tecnico permanente tra le varie istituzioni, coinvolgendo il Ministero della Salute, le Prefetture, le forze dell'ordine e le associazioni animaliste riconosciute, al fine di modificare il DCA n. 67/2018. Il documento è di prossima adozione. Rimane improcrastinabile la realizzazione dei canili sanitari provinciali che rappresentano lo strumento indispensabile per l'attuazione delle misure sanitarie più importanti (sterilizzazioni, cura degli animali incidentati, profilassi vaccinale, ecc.) atte al contenimento del fenomeno. Inoltre, è necessario completare la verifica della corretta identificazione, allineamento e iscrizione in BDR di tutti i cani ospitati presso le strutture di ricovero pubbliche e private censite. Le Linee Guida regionali sulla gestione del conflitto di interesse (DCA n. 19/2016) degli addetti ai controlli ufficiali dettagliano le indicazioni che ciascuna Azienda Sanitaria deve applicare per la gestione dei conflitti di interesse. Saranno programmate apposite verifiche, anche attraverso audit, per accertare che siano rispettate in maniera uniforme su tutto il territorio regionale le misure previste. Al fine di ottimizzare la pianificazione e la programmazione dei controlli ufficiali da parte dei servizi veterinari delle tre aree funzionali e dei SIAN in ambito regionale, in ottemperanza all'art. 9 (4) – art. 10- art. 12 (1)- all. II capo II.3 e art. 110.2 I e del Reg. UE 2017/625, saranno elaborati i carichi di lavoro per U.O. (unità operative assegnate) afferenti ai servizi, in ragione della densità demografica per Provincia, delle condizioni orografiche dei territori provinciali e delle realtà produttive esistenti, calcolando il fabbisogno di personale veterinario (SVET) e medico chirurgo (SIAN), tecnico della prevenzione e amministrativo per le Aziende Sanitarie Provinciali. ## 15.2 Screening oncologici di popolazione #### Stato di Attuazione Nel Piano Regionale della Prevenzione (DCA n. 137/2021) è stato previsto un programma libero specifico per il rafforzamento degli screening oncologici. Il programma "PL15 screening oncologici" si innesta come programma libero nel piano regionale di prevenzione 2020-2025 ed è composto da tre fasi: coordinamento, sperimentale e prevenzione del rischio eredo-familiare. Tale programma è da intendersi aggiuntivo e di supporto alle ordinarie attività di screening oncologico organizzate ed erogate dalle Aziende sanitarie Provinciali calabresi. Allo scopo di rafforzare le attività ordinarie, in ottemperanza al DCA 137 del 2020 come descritto nell'analisi di contesto. Le azioni di questo programma sono tese ad incrementare, l'estensione, l'adesione e la copertura anche in virtù del ritardo accumulato per l'impatto della pandemia da Covid-19. Il livello di coordinamento prevede il rafforzamento "Centro di riferimento regionale per gli screening oncologici", istituito con nota prot. n.161104 del 13 maggio 2020 e confermato con DCA 137/2020, composto dai Dirigenti dei Settori competenti (o loro delegati), da un funzionario afferente al Settore competente per materia e dai responsabili dei Centri Screening delle Aziende Sanitarie Provinciali. Il livello sperimentale prevede delle iniziative per le diverse tipologie di screening oncologici: - Centro coordinamento regionale lettura mammografia; - Screening domiciliare Cervice; - Screening domiciliare Colon retto. Si segnala, inoltre, che in Calabria sono accreditati AIRTum i seguenti Registri Tumori: Catanzaro, Cosenza-Crotone (accreditato in aprile 2017) e da poche settimane anche il registro tumori di Reggio Calabria con una copertura superiore al 90% della popolazione Calabrese. Manca solo Vibo Valentia che sta procedendo con le attività necessarie per l'accreditamento AIRTum. L'analisi dei dati dei Registri Tumori consente anche una puntuale valutazione delle performance degli screening per una corretta programmazione sanitaria in campo oncologico, posto che alcuni responsabili del registro tumori di una vasta area territoriale (Cosenza e Crotone) sono anche responsabili degli screening oncologici nelle loro aziende. Il monitoraggio costante delle attività viene oggi effettuato con l'utilizzo di un unico format, già in uso presso l'ASP di Cosenza, che viene elaborato con cadenza mensile e consente una immediata lettura dei dati di attività, il loro andamento nel corso dell'anno e i risultati ottenuti sia a livello delle singole ASP che a livello regionale. Il Dipartimento Tutela Della Salute e Servizi Socio-Sanitari ha presentato progetto di potenziamento del sistema informatico del registro tumori della regione Calabria ai sensi del DM 12 agosto 2021 per eliminare le criticità precedentemente riscontrate attraverso due interventi: - Progettazione, acquisizione e/o potenziamento di software utili a favorire il passaggio al sistema unico regionale (AA.SS.PP. che non utilizzano il software unico regionale); - Progettazione acquisizione e/o potenziamento di un sistema direzionale per l'analisi dei dati del registro tumori regionale. Con DCA n. 138/2021 sono state approvate le Linee progettuali anno 2021 degli Obiettivi PSN, all'interno delle quali sono inserite le azioni di supporto al Piano Nazionale Prevenzione attraverso i Network Nazionali. Si evidenzia l'approvazione dello schema di accordo con relativo progetto tra Regione Calabria e Osservatorio Nazionale Screening e sono state previste le risorse per la collaborazione con ARTIUM. Nelle modifiche al DCA n. 50/2015, previste nel DCA n. 137/2020, sono state approvate le indicazioni per la ripresa a pieno regime degli screening oncologici. Sono state inoltre definite la modalità di erogazione delle risorse già assegnate (capitolo 4211161 giusto impegno n. 11572/2001) pari a 6.670.205,68 euro. È stato richiesto un progetto aziendale alle aziende sanitarie provinciali per l'organizzazione dello svolgimento e il rafforzamento dell'attività di screening. La Regione Calabria con DCA n. 23/2022 ha preso atto dei progetti aziendali ed ha provveduto a rimodulare le risorse, limitatamente al capitolo 4211161 giusto impegno n. 11572/2001, per come richiesto dalla AA.SS.PP. Il presente programma è dunque l'attuazione di quanto previsto dal DCA n. 137 del 2020. Attività nell'anno 2020: - Screening Carcinoma Cervice Uterina. - Target popolazione: donne di età compresa 25-64 anni - Popolazione Target totale: 146.414 - Test screening (PAP test) eseguiti: 5.772 - Test screening (HPV-dna test) eseguiti: 1.920 - Screening Carcinoma Colon Retto. - Target popolazione: Uomo/donna età compresa 50-69 anni. Periodicità biennale - Popolazione Target: 229.458 - Popolazione Invitata: 12.852 - Test screening eseguiti: 1.330 - Screening Mammografico. - Target popolazione: donne età compresa 50-69 anni. Periodicità biennale. - Popolazione Target:169.412 - Popolazione Invitata: 8.527 - Test screening eseguiti:3.185 È evidente che i risultati ottenuti nel 2020 sono lontani dal raggiungimento dell'intervallo target utile a conseguire la sufficienza dell'indicatore specifico. Tradotto in mesi standard, il ritardo diagnostico medio accumulato si sta allungando ed è pari a 5,5 mesi standard per le lesioni colorettali, a 4,5 mesi standard per i tumori della mammella e a 5,2 per le lesioni della cervice uterina. A tal proposito con DCA n. 13/2022 è stato approvato Piano di recupero per le liste d'attesa, ai sensi della legge 30 dicembre 2021, n. 234 - articolo 1, commi 276 e 279, con cui sono stati assegnate risorse pari a 2 milioni di euro per il recupero delle prestazioni di screening oncologico non erogate in periodo di pandemia da SARS-CoV2. #### Obiettivo La Regione Calabria, attraverso le aziende del SSR, si pone l'obiettivo di garantire ai cittadini calabresi un'adeguata risposta al fabbisogno di prevenzione in materia di screening oncologico come di seguito definito. Gli obiettivi riportanti sono presenti nei progetti aziendali approvati ai sensi del DCA 137/2020. #### Obiettivi specifici - Attivazione del Centro Coordinatore dei programmi di screening - Il Centro deve essere attivato e deve integrare l'esigenza di presidiare l'attività di screening oncologico con l'esigenza delle Aziende provinciali di adeguarsi al cambiamento culturale ed organizzativo. - Deve seguire l'adozione del nuovo sistema informativo regionale, nelle more ogni Azienda potrebbe continuare ad usare il proprio sistema informativo garantendo l'invio nei tempi definiti del flusso informativo come codificato dalla Regione e dall'Osservatorio Nazionale Screening (ONS). - È indispensabile un lavoro integrato tra il Dipartimento Tutela della Salute e il Coordinamento della Rete Oncologica Regionale. - Copertura dei fabbisogni di risorse - Screening del cancro della cervice uterina: - Carenza di personale tecnico (ostetrico/infermieristico); il personale necessario e dove allocarlo è indicato nelle tabelle che seguono, per tipologia di screening. - Scarsa qualità delle strutture di erogazione del primo livello; il personale necessario e dove allocarlo è indicato nelle tabelle che seguono, per tipologia di screening. - Carenza di risorse umane e strumentali nei Centri di lettura dei Pap test (le UU.OO. di Anatomia Patologica sono carenti di citolettori e di attrezzature idonee, necessari per garantire una risposta qualitativamente adeguata nei tempi e nei modi previsti dalle linee guida nazionali); - Mancata identificazione delle strutture di terzo livello. - Screening del cancro del colon-retto: - Carenza di personale medico e infermieristico nei centri di secondo livello (endoscopisti); il personale necessario e dove allocarlo è indicato nelle tabelle aggiunte per tipologia di screening. - Qualità mediocre delle strutture di erogazione del secondo livello. - Carenza di apparecchiature per il secondo livello; il personale necessario e dove allocarlo è indicato nelle tabelle aggiunte per tipologia di screening. - Scarsa organizzazione nel percorso del secondo livello. - Mancata identificazione delle strutture di terzo livello. - Screening del cancro della mammella: - Carenza di personale sia medico che tecnico nelle UO di Radiologia; il personale necessario e dove allocarlo è indicato nelle tabelle aggiunte per tipologia di screening. - Obsolescenza delle apparecchiature nelle strutture di erogazione del primo livello, che allungano le liste di attesa. - Scarsa organizzazione nel percorso del secondo livello. - Mancata identificazione delle strutture di terzo livello. ###### Per le UU.OO. Centro screening oncologici delle AA.SS.PP. - Carenza di personale per il coordinamento e le attività amministrative. Sistema informativo non adeguato. - Carenza di strumenti tecnologici ed informatici. #### Azioni Per quanto riguarda la gestione amministrativa degli inviti alla popolazione target, l'invio dei referti e la programmazione degli esami di secondo e terzo livello occorre valutare se gestirli con personale aziendale o mediante affidamento a società esterna, come avviene con buoni risultati in altre realtà regionali. #### Azioni Regionali - Reclutare il personale necessario al potenziamento delle attività di screening e verificarne la corretta collocazione; il personale medico e infermieristico che opera nel programma di screening deve essere aggiornato e formato in ogni Azienda attraverso i Piani formativi aziendali. - Riprogettare e potenziare l'operatività dell'attuale sistema informativo per la gestione dell'attività dei programmi di screening oncologico, integrato con gli altri sistemi informativi aziendali e regionali, che consentano inoltre la raccolta dei dati sulla pianificazione degli interventi, portando a regime tutti i sistemi informativi attualmente in uso, con eventuale recupero dei dati storici. - Dare effettiva attuazione all'istituzione, prevista dal DCA n. 137/2020, presso il Dipartimento Tutela della Salute e Servizi Sociali e Socio Sanitari, del "Centro di riferimento regionale per gli screening oncologici", composto dai Dirigenti dei Settori competenti (o loro delegati), da un funzionario afferente al Settore competente per materia e dai responsabili dei Centri Screening delle Aziende Sanitarie Provinciali, per l'identificazione di strategie ed azioni a supporto delle attività di screening, per il monitoraggio, la revisione e aggiornamento dei percorsi, la pianificazione della campagna di comunicazione e delle attività di prevenzione, nonché l'elaborazione e l'analisi dei dati e la redazione di report a livello regionale. Il Centro potrà avvalersi della collaborazione di specifiche figure professionali, di volta in volta identificate, per l'elaborazione dei PDTA inerenti gli screening oncologici. - Affidare alle Aziende Sanitarie e alle Aziende Ospedaliere precisi ruoli da svolgere per l'esecuzione delle prestazioni per il secondo e terzo livello. - Mettere a regime il test HPV, esteso a tutte le donne dai 30 ai 64 anni, secondo il "Protocollo di screening per il cervico-carcinoma basato sul test HPV come test primario", di cui al DCA n.126, del 24.11.2015, e le azioni previste nel PRP 2014-2019, di cui al DCA 127 dell'11.6.2018. - Implementare percorsi diagnostico terapeutici, integrati con i programmi di screening in essere, per donne ad alto rischio di cancro alla mammella per mutazioni genetiche di BRCA1 e BRCA2 ed identificare precocemente i soggetti a rischio eredo familiare. - Valutare l'esternalizzazione del supporto amministrativo al programma di screening. Coinvolgere nelle attività dei programmi di screening oncologici i MMG. #### Azioni Territoriali - Le ASP dovranno adottare disposizioni organizzative coerenti con gli indirizzi regionali, dandone evidenza con apposito atto deliberativo, anche ai fini dell'erogazione delle commisurate risorse, in cui devono: - Garantire l'effettiva assegnazione delle risorse finanziarie, umane e strumentali, adeguate all'erogazione delle prestazioni previste dai programmi di screening. - Garantire l'estensione degli inviti a tutta la popolazione target, attraverso il Centro screening aziendale. - Attuare il programma libero inserito nel Piano Regionale della Prevenzione 2020-2025 - Garantire il rispetto del debito informativo in materia di screening nei confronti del Dipartimento Tutela della Salute, Servizi Sociali e Socio Sanitari. - Potenziare i sistemi informativi aziendali di gestione dei programmi di screening oncologico che devono essere integrati con tutti gli altri sistemi informatici per garantire la corretta interoperabilità (es. Ris-Pacs, CUP, Flussi informativi, Anagrafica regionale ed aziendale). - Provvedere alla stipula di accordi e protocolli con altre ASP, AO, MMG, IRCCS e Università per l'organizzazione dei programmi di screening, quando e se necessario. - Promuovere l'adesione consapevole della popolazione destinataria, attraverso campagne di sensibilizzazione (comunicazione fin dalle scuole). - Monitorare lo stato di attuazione del programma organizzativo attraverso i centri screening aziendali. - Avviare le procedure di gara, per come previste nella vigente normativa, per l'acquisizione di attrezzature/service carenti per ciascuna tipologia di screening. Le attrezzature necessarie mancanti sono indicate nelle tabelle aggiunte per tipologia di screening. - Individuare ed assegnare il personale dirigente (medici, biologi), tecnico e sanitario (ostetriche, tecnici di radiologia, tecnici di laboratorio, infermieri), necessario per i volumi di attività, dandone formale evidenza nell'atto deliberativo aziendale di riorganizzazione. - Prevedere di utilizzare le strutture di primo e secondo livello già in essere potenziando il personale, prevedendo dei turni settimanali dedicati solo allo screening. #### Azioni Specifiche - Azioni da adottare in sinergia tra Regione Calabria e Aziende Sanitarie Provinciali, Ospedaliere ed Universitarie: - Screening per il cancro della cervice: - Riorganizzare le strutture del primo e secondo livello, anche con il coinvolgimento delle Unità Operative territoriali ed ospedaliere di ostetricia e ginecologia delle AO e delle ASP. Potenziare ASP Cosenza, ASP Crotone e ASP Reggio Calabria (che mostrano dalla ricognizione le carenze maggiori). - Mettere a regime del protocollo basato sul test HPV, come test primario, esteso a tutte le donne dai 30 ai 64 anni, a 3 anni dall'ultimo Pap-test o a 5 anni dall'ultimo test HPV. - Implementare protocolli di screening cervicale differenziati per le donne vaccinate a 11-12 anni contro l'HPV. - Screening per il cancro della mammella: - Riorganizzare le strutture del primo e secondo livello, anche con il coinvolgimento delle Unità Operative di radiologia e dei radiologi afferenti alle Unità Operative ospedaliere; Potenziare ASP Catanzaro, ASP Crotone e ASP Reggio Calabria (che mostrano dalla ricognizione le carenze maggiori). - Mettere in rete dei centri lettura per le mammografie secondo le metodologie indicate nel DCA 137/2020. - Istituzione del coordinamento interaziendale costituito da tutti i dirigenti medici e i tecnici di radiologia dedicati, in servizio presso le Aziende Sanitarie Provinciali, alle attività di screening oncologico della mammella. - Screening per il cancro del colon-retto: - Riorganizzare la distribuzione e il ritiro del kit e l'accentramento dei laboratori per l'esecuzione del test di primo livello e le attività di audit clinico per migliorare il livello qualitativo dei centri di secondo livello, secondo le metodologie indicate nell'allegato 1 al presente atto e con le risorse già assegnate. - Organizzare e centralizzare il secondo e terzo livello (endoscopico e chirurgico) in poche strutture, che abbiano i requisiti di qualità previsti dalle norme vigenti. - Potenziare ASP Catanzaro, ASP Cosenza e ASP Reggio Calabria (che mostrano dalla ricognizione le carenze maggiori). ## 15.3 Screening Neonatale Esteso (SNE) #### Stato di attuazione La legge 167/2016 ha esteso lo screening neonatale obbligatorio a circa 40 malattie metaboliche ereditarie (Screening Neonatale Esteso). Con DCA n.169 del 3/12/2019 è stato approvato il protocollo d'intesa tra la Regione Campania, la Regione Calabria, il CEINGE e l'A.O.U. Mater Domini di Catanzaro, finalizzato alla realizzazione dello screening neonatale esteso, a tutti i nuovi nati. Lo Screening Neonatale Esteso (SNE) è un programma complesso, integrato e multidisciplinare di prevenzione sanitaria secondaria, che permette di: - identificare precocemente su tutta la popolazione neonatale i soggetti affetti da malattie metaboliche ereditarie; - procedere all'accertamento diagnostico; - in caso di diagnosi confermata, avviare il paziente al trattamento specifico per la malattia identificata ed assicurargli il successivo follow-up. Per la realizzazione delle attività si ricorrerà al finanziamento previsto dalla legge 167/2016. #### Obiettivo Migliorare l'organizzazione dello screening neonatale per la diagnosi precoce delle malattie metaboliche ereditarie #### Azioni - Costituzione del Coordinamento Regionale del sistema screening. - Istituzione del Centro Clinico Regionale per le malattie metaboliche ereditarie. - Individuazione del laboratorio Regionale per gli screening neonatali e per la conferma diagnostica. ## 15.4 Screening neonatali Audiologico e Oftalmologico ### Screening Audiologico #### Stato di attuazione Con la Delibera n. 851 del 29 dicembre 2010 "approvazione Piano Regionale della Prevenzione 2010-2012" è stato inserito il progetto "Ipoacusia e sordità infantile" che ha previsto l'attuazione dello screening neonatale. In data 8 novembre 2011 con nota prot. n. 167238/SIAR è stata nominata capofila di tale linea progettuale l'Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro, che ha coordinato le attività progettuali e si è adoperata ad acquisire gli strumenti necessari e la piattaforma informatica per la raccolta, messa in rete ed archiviazione dei dati dello screening; inoltre ha svolto le attività formative e di affiancamento rivolte al personale di tutti i punti nascita della Regione. Nel DCA n. 49/2016 "Approvazione Piano Regionale della Prevenzione 2014-2019" al Programma 3 "Promozione della salute della donna e del bambino" era stato tra l'altro, già inserito il progetto "screening audiologico neonatale". Il DCA n. 127/2018 ha prorogato il PRP 2014-2019. Con il DCA n. 159 del 29 dicembre 2020 è stato approvato il PDTA dello screening audiologico neonatale. In Calabria sono presenti 11 Punti nascita di cui 10 pubblici e uno privato accreditato, di questi, tre sono di secondo livello (Punto nascita di Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria) i restanti otto di primo livello. Allo stato attuale lo screening audiologico è garantito in tutti i punti nascita di secondo livello ed in sei degli otto punti nascita di primo livello. Il tavolo LEA nella seduta del 13 dicembre 2021 ha evidenziato la necessità di integrare il sopracitato PDTA dello screening audiologico neonatale, integrandolo con i centri di primo, secondo e terzo livello. #### Obiettivo - Integrare il PDTA dello screening audiologico neonatale approvato con DCA n. 159 del 29 dicembre 2020 - Migliorare la raccolta dati attraverso l'attivazione del flusso a livello regionale - Attivare lo screening nel 100% dei punti nascita che insistono sul territorio regionale #### Azioni - Integrazione del PDTA approvato con DCA n.159/2020 - Attivazione del flusso informativo a livello regionale - Implementazione dello screening audiologico sistematico presso tutti i punti nascita della regione. - Implementazione della Piattaforma per il flusso informativo digitalizzato in tutti i punti nascita ### Screening oftalmologico #### Stato di attuazione Nel DCA n. 49/2016 "Approvazione Piano Regionale della Prevenzione 2014-2019" al Programma 3 "Promozione della salute della donna e del bambino" era stato inserito, tra l'altro, il progetto "Prevenire le conseguenze dei disturbi neurosensoriali - ipovisione e cecità screening oftalmologico" coordinato dalla UO di oculistica dell'AOU Mater Domini di Catanzaro. Il DCA n. 127/2018 ha prorogato il PRP 2014-2019. Con il DCA n. 160 del 29 dicembre 2020 è stato approvato il PDTA dello screening oftalmologico neonatale. In Calabria sono presenti 11 Punti nascita di cui 10 pubblici e uno privato accreditato; di questi tre sono di secondo livello (Punto nascita di Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria) i restanti otto di primo livello Allo stato attuale lo screening oftalmologico è garantito in tutti i punti nascita di secondo livello ed in cinque degli otto punti nascita di primo livello. Il tavolo LEA nella seduta del 13 dicembre 2021 ha evidenziato la necessità di integrare il sopracitato PDTA dello screening oftalmologico neonatale integrandolo con l'individuazione dei centri di primo, secondo e terzo livello. #### Obiettivo - Integrare il PDTA dello screening oftalmologico approvato con DCA n. 160 del 29 dicembre 2020 - Migliorare la raccolta dati attraverso l'attivazione del flusso a livello regionale - Attivare lo screening nel 100% dei punti nascita che insistono sul territorio regionale #### Azioni - Integrazione del PDTA approvato con DCA n.160/2020 - Attivazione del flusso informativo a livello regionale - Implementazione dello screening oftalmologico sistematico in tutti i punti nascita della regione - Implementazione della Piattaforma in tutti i punti nascita Quadro Sinottico dei tempi e degli Indicatori di misurazione ## 15.5 Vaccinazioni #### Stato di attuazione Con DCA n. 43 del 2 maggio 2015 "Miglioramento della copertura vaccinale specifica nelle diverse fasce d'età" è stato emanato il calendario regionale delle vaccinazioni che anticipa di ben due anni quello nazionale emanato successivamente nel 2017 con il "Nuovo Piano Nazionale per la Prevenzione Vaccinale 2017-2019", recepito con DCA n. 81 del 09/05/2017. Con DDG n. 6060 del 08/06/2017 è stato istituito il Coordinamento Tecnico Regionale per le Vaccinazioni. Con DCA n. 81 del 09/05/2017 è stato recepito il "Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017- 2019" che con deliberazione della Conferenza Stato-Regioni del 25 marzo 2021, considerata la condizione eccezionale, provocata dalla pandemia di COVID-19 è stato prorogato a tutto il 2021. Con DCA n. 147 del 07/11/2017 sono state approvate le Linee Guida Regionali per l'esecuzione delle Vaccinazioni. Con DCA n.161 del 29/12/2020 è stata recepita l'Intesa Stato-Regioni n. 127/CSR del 6 agosto 2020 concernente il "Piano Nazionale della Prevenzione (PNP) 2020-2025" e approvazione del "Profilo di Salute della Regione Calabria", lo stesso prevede il rafforzamento e miglioramento del monitoraggio delle coperture vaccinali. Il Piano Nazionale per la Prevenzione Vaccinale raccomanda il raggiungimento e mantenimento di coperture vaccinali ≥ 95% per le vaccinazioni anti DTPa, Poliomielite, Epatite B, Hib nei nuovi nati ed una dose di MPR+V entro i 2 anni di età. Di seguito si riporta la copertura vaccinali a 24 mesi, riferita all'anno 2021: - 97,94% per la vaccinazione esavalente, (media nazionale 94,02%) - 87,15 per la vaccinazione MPRV (media nazionale 92,47%). Si è osservato un calo delle coperture vaccinali, relativamente alle vaccinazioni MPRV a causa della pandemia; al fine di implementare il tasso di copertura vaccinale nei nuovi nati, in particolare per la vaccinazione MPR+V, con DCA n. 63 del 20/04/2021 è stato recepito il protocollo d'intesa fra la Regione Calabria e i Pediatri di Libera Scelta, che prevede tra l'altro, il recupero dei bambini e delle bambine che non si sono sottoposti/e alla vaccinazione prevista dal calendario vaccinale. In riferimento alla percentuale di copertura per la vaccinazione antinfluenzale nell'anziano (≥ 65 anni), il cui valore minimo raccomandato è del 75%, in Calabria, il valore raggiunto nella stagione 2020/2021 è stato pari al 79% contro una media nazionale del 65% e ben 18 punti percentuali in più rispetto al tasso di copertura registrato nella scorsa campagna di vaccinazione antinfluenzale (61,8%). Probabilmente dovuto, alla massiccia campagna di comunicazione effettuata al fine di contenere l'eventuale contagio da Covid19. Anche per gli anni successivi sarà predisposta una massiccia campagna di comunicazione. Anche la sensibilizzazione attraverso le associazioni di volontariato, in rappresentanza della terza età, si è rilevato strumento efficace negli anni passati pertanto è da ritenersi una buona pratica. Per la valutazione ed il monitoraggio del calendario vaccinale regionale, in linea con il calendario proposto nel PNPV 2017-2019, sono stati identificati alcuni indicatori (di cui al quadro sinottico) tra quelli già valutati annualmente nell'ambito del PNP o della verifica LEA. #### Obiettivo - Migliorare le coperture vaccinali per il mantenimento dei LEA e in ottemperanza alle indicazioni previste dal D.L. n. 73 del 7 giugno 2017 recante "Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale". - Attuare campagne di comunicazione e sensibilizzazione, secondo specifiche fasce d'età target (bambini, anziani). #### Azioni - Offerta attiva della vaccinazione ai nuovi nati per ciclo base (3 dosi) (polio, difterite, tetano, epatite B, pertosse, Hib). - Offerta attiva della vaccinazione nei bambini a 24 mesi per una dose di vaccino contro morbillo, parotite, rosolia (MPR+V). - Offerta attiva della vaccinazione antinfluenzale nell'anziano (≥ 65 anni). - Copertura vaccinale nei bambini a 24 mesi per una dose di vaccino antivaricella (MPRV oppure MPR+V). - Implementazione dell'anagrafe vaccinale informatizzata in tutti i centri vaccinali ed inserimento delle coorti pregresse per come previsto dal PNPV 2017-2019 e dal PNP 2020-2025. - Aggiornamento del calendario vaccinale di cui al DCA n.43/2015 - Campagna di comunicazione per favorire l'adesione alle vaccinazioni infantile e degli anziani. ## 15.6 Prevenzione infezioni correlate all'assistenza da germi multi resistenti (PNCAR) #### Stato di Attuazione Con DCA n. 77 del 5 aprile 2018 è stato recepito il Piano Nazionale di Contrasto dell'Antimicrobico-Resistenza (PNCAR) 2017-2020. Con Decreto Dirigenziale n. 15638 del 9 dicembre 2018 è stato istituito il Gruppo tecnico di coordinamento e monitoraggio del piano dell'antimicrobico-resistenza e delle strategie di contrasto a livello regionale. Con DCA n. 72 del 4 aprile 2020 sono state approvate le "Linee di indirizzo per l'uso appropriato della terapia antibiotica empirica in ambito ospedaliero e per l'implementazione regionale dei protocolli terapeutici". Con DCA n. 137 del 31 dicembre 2021 è stato approvato il PRP 2020-2025 che prevede tra l'altro, il Programma Predefinito "Misure per il contrasto dell'antimicrobico-resistenza" #### Obiettivo - Migliorare la sorveglianza e il monitoraggio dell'uso appropriato degli antibiotici e favorire la riduzione delle infezioni correlate all'assistenza. #### Azioni - Attivare la sorveglianza microbiologica e delle infezioni correlate all'assistenza (ICA) da parte del Gruppo di lavoro regionale attraverso la raccolta di dati presso le singole Aziende e la diffusione di report periodici. - Monitorare il corretto utilizzo delle linee guida regionali per l'uso appropriato della terapia antibiotica nelle ASP e AO. - Sensibilizzare gli operatori sanitari al tema delle ICA, mediante formazione e divulgazione di linee guida nazionali. - Migliorare la qualità della sorveglianza delle infezioni correlate all'assistenza attraverso la predisposizione di linee d'indirizzo per l'uso dei disinfettanti idroalcolici. - Monitorare i dati di consumo degli antibiotici in ambito ospedaliero e territoriale. ## 15.7 Prevenzione dell'Obesità, Diabete e Patologie cardiovascolari #### Stato di Attuazione Nel Piano Regionale della Prevenzione 2020-2025 (DCA n. 137/2021) è stato previsto negli obbiettivi strategici/programmi la promozione per l'adozione di uno stile di vita sano in tutte le età e setting, la promozione della salute attraverso il contrasto ai principali fattori di rischio comuni alle malattie croniche non trasmissibili e l'identificazione precoce e la presa in carico di soggetti in condizioni di rischio aumentato per MCNT e/o affetti da patologia in raccordo con le azioni del Piano Nazionale Cronicità. Si segnalano i dati sul grave stato di salute metabolico e cardiovascolare in cui versa la popolazione calabrese, come emerso dagli studi di popolazione condotti dal Ministero, Okkio alla salute, Passi e Passi d'argento e dagli studi sulla prevalenza di specifiche patologie condotti da associazioni indipendenti. L'obesità e Pre obesità raggiunge una prevalenza del 43% negli adulti e del 45% in età pediatrica, conseguentemente il diabete raggiunge il record nazionale del 8% seguito da tutte le altre patologie cardiovascolari e metaboliche che complicano l'obesità. Il progetto di prevenzione ha lo scopo di individuare precocemente i soggetti in condizioni di rischio aumentato per MCNT o i soggetti già affetti da queste ed a rischio di complicanze cardiovascolari con la conversione di alcuni punti di vaccinazione, costituiti per la pandemia da sars-Cov2, in centri territoriali per la prevenzione CTP delle malattie croniche nella regione Calabria. Per ogni distretto sanitario deve essere previste almeno 2 CTP quindi per 20 distretti dovranno essere riconvertiti circa 40 centri vaccinali. Lo Screening delle patologie Cardio Metaboliche deve essere necessariamente attuato dato che oltre, i noti eventi dell'infarto del MIOCARDIO e dell'ICTUS, sono molteplici le patologie presenti, specie conseguenti ad una poor nutrition, che causa Obesità. L'eccesso di peso è una problematica prevalente in tutte le età, ma i danni che provoca in quella PEDIATRICA sono sia per patologie metaboliche che sull'alterata fertilità: con effetti immediati sul RITARDO DI CRESCITA e PUBERALE; SINDROME DELL'OVAIO POLICISTICO, INFERTILITÀ e STEATOSI EPATICA NON ALCOLICA e DISFUNZIONE METABOLICA DA STEAOTISI EPATICA. Il CTP ha il ruolo di accogliere dal territorio i residenti secondo i progetti di prevenzione delineati, di porre diagnosi, trattare dove è indicato, inviare al centro di secondo livello e di monitorare l'avanzamento delle cure con redazione di un fascicolo elettronico utile alla valutazione dei risultati, per le patologie previste dalle schede progetto di prevenzione. Il cittadino, che aderisce al progetto di prevenzione, grazie alla pubblicizzazione, presso i CTP per la macro-area Cardio Metabolica, sarà indirizzato allo SPOKE territoriale prossimo. Rilevata l'anagrafica e l'età Il cittadino sarà assegnato al progetto di prevenzione specifico per sesso ed età (Scheda Progetti di Prevenzione), per effettuare la diagnosi di primo livello. Successivamente, secondo alla diagnosi rilevata seguirà la prescrizione personalizzata, fissato il follow-up e l'eventuale invio ad HUB di secondo livello. Necessariamente tutti I processi medici/assistenziali saranno supportati da un gestionale informatico caricato su browser che permetterà di svolgere molteplici funzioni online. La seguente tabelle descrive sinteticamente quali sono le proposte di progetto di prevenzione in ambito Cardio Metabolico legato all'aspetto della Nutrizione.